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venerdì 8 marzo 2019

Non solo in odore di mimosa...

Appartengo ad un paese in cui le donne non vengono festeggiate. Dove la nascita di una bambina porta tanta tristezza a tutta la famiglia. Dove le bambine dopo la nascita vengono gettate su mucchi di spazzatura per morire.
Appartengo ad un paese in cui la donna è considerata un peso per la famiglia. Dove la donna non ha il diritto all'istruzione, diritto a buona salute, il diritto di prendere le proprie decisioni o il diritto di vivere la propria vita secondo la sua volontà.
Appartengo ad un paese in cui le ragazze vengono uccise per aver scelto chi amare e sposare.
Appartengo ad un paese in cui una donna viene uccisa per essere quella che è.
Per me sarà veramente 'Festa delle Donne' il giorno in cui i paesi come il mio smetteranno di trattare le donne come se non avessero alcun valore e inizieranno a dar loro il rispetto e i diritti che meritano veramente". Zarish Neno ( Pakistan )
* * *
“Tra i valori fondamentali collegati alla vita concreta della donna, vi è ciò che è stato chiamato la sua ‘capacità dell’altro’. Nonostante il fatto che un certo discorso femminista rivendichi le esigenze ‘per se stessa’, la donna conserva l’intuizione profonda che il meglio della sua vita è fatto di attività orientate al risveglio dell’altro, alla sua crescita, alla sua protezione. Questa intuizione è collegata alla sua capacità fisica di dare la vita. Vissuta o potenziale, tale capacità è una realtà che struttura la personalità femminile in profondità. Le consente di acquisire molto presto maturità, senso della gravità della vita e delle responsabilità che essa implica. Sviluppa in lei il senso ed il rispetto del concreto, che si oppone ad astrazioni spesso letali per l’esistenza degli individui e della società. È essa, infine, che, anche nelle situazioni più disperate, e la storia passata e presente ne è testimone, possiede una capacità unica di resistere nelle avversità, di rendere la vita ancora possibile pur in situazioni estreme, di conservare un senso tenace del futuro e, da ultimo, di ricordare con le lacrime il prezzo di ogni vita umana”. (Benedetto XVI, Lettera ai vescovi sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo)

25 commenti:

  1. Quelle, cosiddette femministe, che ti fanno cadere le braccia: una faccia della decadenza del genere 'homo'
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/08/milano-attiviste-in-piazza-contro-la-violenza-di-genere-salvini-e-pillon-due-anelli-della-stessa-catena/5023315/

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  2. Più che battersi per i diritti delle donne e contro la violenza sulle donne, strumentalizzano le donne per fini di altro genere. Quelle associazioni ormai similfemministe e quei giornalacci che non meritano di essere nominati....

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  3. Oggi, 8 marzo, in occasione della festa della Donna, dico NO al delirio femminista, che con la grandezza della Donna non c’entra proprio nulla, anzi, ne è l’antitesi!
    Preferisco onorare questa ricorrenza con i Versi di Dante Alighieri in dedica alla Donna più grande di tutte: la Madonna. Versi scritti agli inizi del 1300 dedicati a tutte le donne.

    “Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
    umile e alta più che creatura,
    termine fisso d’eterno consiglio,

    tu se’ colei che l’umana natura
    nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
    non disdegnò di farsi sua fattura.

    Nel ventre tuo si raccese l’amore,
    per lo cui caldo ne l’etterna pace
    così è germinato questo fiore.

    Qui se’ a noi meridiana face
    di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
    se’ di speranza fontana vivace.

    Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
    che qual vuol grazia e a te non ricorre
    sua disianza vuol volar sanz’ali.

    La tua benignità non pur soccorre
    a chi domanda, ma molte fiate
    liberamente al dimandar precorre.

    In te misericordia, in te pietate,
    in te magnificenza, in te s’aduna
    quantunque in creatura è di bontate”.

    (Dante Alighieri, dal XXXIIIesimo Canto del Paradiso. Preghiera di San Bernardo alla Vergine).

    Giuseppe PALMA

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  4. Il femminismo ha spento anche i fiori
    la splendente mimosa,
    i gigli simboli di smarrite virtù.

    "Lilies when pester smell far worse than weeds".

    La donna d'oggi,
    la femmina dell'immagine imposta,
    emancipata trasgressiva,
    arrogante e sboccata,
    dove tocca, insozza.
    O.

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  5. Striscioni con bestemmie, offese ai cattolici e farneticazioni varie. Anche oggi è emerso il divario tra la grazia femminile e il gracchiare femministoide, sempre isterico e risentito. Ma per fortuna le donne sono tutt'altro.
    Giuliano Guzzo

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  6. Considerando la bruttezza d’aspetto ed animo di molte delle fondatrici delfemminaimo, nonché la sessualità confusa ed irrisolta, non mi meravigliano affatto le degerazioni volgari e sozze di oggi.

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  7. Silvana De Mari alla Cirinnà che inveisce contro Dio-Patria-Famiglia:

    Biochimica della perdita di identità.
    La religione ci permette di sentire sempre uno Sguardo su di noi. Qualcosa di simile allo sguardo di papà e mamma. Come il bimbo fabbrica endorfine quando mamma lo guarda (e non sta urlando), soprattutto quando lo guarda con affetto,così il credente fabbrica endorfine quando prega. Le endorfine potenziano il sistema immunitario, potenziano il sistema cognitivo e annullano o almeno diminuiscono la percezione del dolore. Secondo i liberi pensatori sarebbero le endorfine, un picco di endorfine verticale, a permettere i miracoli di guarigione. In USA in molti ospedali e cliniche chiedono se si desidera un conforto religioso e sono in grado di fornirlo. Le assicurazioni statunitensi, che di quattrini se ne intendono e quindi sono bravine a fare le statistiche, hanno notato che dove si prega la durata delle degenze a parità di patologia era più breve e hanno chiesto che negli ospedali e cliniche ci sia un luogo di preghiera, così che la gente si guarisca con le endorfine proprie e non coi medicinali pagati da loro. Gli atei, i bambini non battezzati, hanno quindi un’arma in meno per affrontare la vita, la malattia e il dolore. La religione ci dà un senso di appartenenza. Sia Primo Levi intuitivamente ( I sommersi e i salvati) che il neuropsichiatra Seligman mediante statistiche ( Imparare l’ottimismo. Fiorire) notano che qualsiasi sia il disastro ( lager, malattia, morte di persone amate) le persone credenti hanno più risorse. Quando tengo in mano il Rosario di mia madre che era stato di mia nonna, so che è stato sgranato incessantemente durante la guerra e le malattie dei figli e questo mi dà un potente senso di affiliazione al gruppo, quindi fabbrico serotonina che è gratis e perciò non ho bisogno di Prozac. Serotonina e endorfine sono alte nell’ affiliazione familiare. Padre e madre e nonni e bisnonni ,e le storie di famiglia, e poi fratelli , sorelle, nipoti, zii cugini e soprattutto figli. Quando mamma ci sorride fabbrichiamo serotonina, quando papà è fiero di noi fabbrichiamo dopamina e quando mostra sorella è fiera di noi serotonina. Col termine patria si intende l’insieme di un popolo e della sua terra, un popolo con una lingua, (a volte 3 come la Svizzera, ma è un’eccezione) sue specifiche tradizioni, suoi odori e sapori e una terra con la sua storia. L’eccesso di patriottismo, tipo la Svizzera, porta a un forte senso civico. La versione orrenda e aggressiva del patriottismo degenere dei totalitarismi del XX secolo ha fatto morti e feriti, e ha portato al disprezzo e alla demonizzazione del patriottismo. In realtà il patriottismo è come il colesterolo: l’eccesso uccide ma la mancanza non è compatibile con la sopravvivenza. Quando la nazionale vince, quando la nostra nazione fa qualcosa di bello ( premio Nobel, Olimpiadi, record di qualcosa di carino) fabbrichiamo serotonina e dopamina. Primo Levi racconta il sollievo quando nella babele del lager sentiva parlare italiano. Senza Dio, senza patria, senza famiglia vuol dire essere scorticati dal punto di vista biochimico, con i neurotrasmettitori a terra e quindi particolarmente predisposti a sostituirli con Prozac, Valium , cannabis, alcool e altro, vuol dire essere più facilmente depressi o fobici, vuol dire essere fragili, sradicati. Qualcuno che può essere facilmente abbattuto, incatenato, sostituito.

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  8. https://www.atfp.it/rivista-tfp/2017/255-dicembre-2017/1377-la-donna-nel-medioevo

    La donna nel Medioevo:
    regina non solo del focolare
    di Raffaelle Citterio

    Tra le tante bufale sulla Cristianità medievale vi è quella di una supposta situazione d’inferiorità della donna. Niente di più lontano dalla realtà. La sottomissione della donna è cominciata con la modernità.

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  9. "Il femminismo è scambiato con l'idea confusa che le donne siano libere quando servono i loro datori di lavoro ma schiave quando aiutano i loro mariti."

    G. K. Chesterton

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  10. OT
    Il congresso mondiale delle famiglie fa infuriare Repubblica:

    https://wp.me/p2ziqH-415

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  11. Le sinistre globaliste e i finti movimenti femministi hanno ben chiaro il loro progetto: annientare ogni radice dell'Uomo, ogni collegamento dell'Essere Umano con la religione, col territorio e con le tradizioni.
    Ci vogliono tutti uguali: senza Dio, senza anima, senza Patria, privi delle normali e sacrosante differenze. Il tutto in nome di un altro Dio, il mercato globalizzato che tende alla precarietà sociale, salariale, valoriale e sentimentale.
    Se una senatrice del #Pd fa questo, non è folklore. È ben altro.
    Se una "femminista" come la Cirinnà mostra quel cartello blasfemo contro Dio Patria Famiglia non è folklore. È ben altro.
    Voi che oggi tacete, un giorno sarete i responsabili del disatro. E a pagarne le conseguenze saranno soprattutto i nostri figli.
    Giuseppe Palma

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  12. È il laicismo nichilista per cui rischiamo di essere consegnati all'islam.

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  13. MEGLIO FASCISTA CHE DEPRAVATO
    Non sono in discussione le mie idee che possono essere condivise o contrastate. Pensavo che il vertice dell’osceno si fosse raggiunto con l’enunciazione “uccidere un fascista non è reato” espressiva di attitudine criminale non priva, tuttavia, di una sua “dignità”, appunto, criminale.
    Assisto ora, incredulo, ad altre enunciazioni che meglio riflettono la bassezza politica e l’immoralità irrimediabile dei suoi sostenitori.
    Vada per “meglio frocio che fascista” che comunque nella sua idiozia indica una “scelta” personale riassumibile – slogan per slogan – in “il culo è mio e me lo gestisco io”.
    Leggo ora di peggio: “meglio buonista e puttana che fascista e salviniana”; oppure “Dio, Patria, famiglia, che vita di merda”. O, ancora, “il corpo è mio e non di quel porco di Dio”, e ancora “fare figli è fascista”.
    Francamente è difficile commentare l’idiozia profonda e l’immoralità abissale. Non pongo la questione sul piano politico perché si è ben lontani dalla politica e, ancor più sideralmente, dalla cultura.
    Qualche significazione però va ricavata. Siamo, ripeto, su di un piano dove ignoranza, violenza e immoralità si uniscono. “Meglio puttana che fascista”? Bene, sono d’accordo: i fascisti non vogliono avere a che fare con le puttane e con i buonisti imbecilli come chi afferma che fare figli è da fascisti.
    Negare Dio la Patria e la famiglia significa non offendere in modo stupido una o altra divinità. Significa offendere il senso della trascendenza e offendere quei musulmani verso i quali si dichiara “buonismo”. Offendere la Patria significa negare il senso dell’appartenenza e della solidarietà; significa negare aiuto ai più deboli e bisognosi. Significa negare la propria identità e dignità. Significa disconoscere un passato e privarsi di un futuro per vivere stoltamente il presente.
    Negare la famiglia dalla quale pure si proviene significa negare il fondamento della società e ogni personale ascendenza e discendenza. Significa negare sé stesso in nome di una vita veramente di merda.
    Rivendicare l’autonoma gestione del proprio corpo può essere anche comprensibile ma porre questa rivendicazione come contrapposta a Dio in tutta la volgarità di una bestemmia, prescinde dall’esistenza o meno di Dio. Prescinde dalla fede di ciascuno.
    A chi ha vergognosamente esposto in pubblico questo enunciato vorrei chiedere se nella sua miserabile vita si è mai fermata anche solo un secondo a riflettere sul mistero dell’inizio e della fine, del tempo e dello spazio. E questa persona vorrei guardarla negli occhi in punto di sua morte per chiedere se ancora ripeterebbe una siffatta oscenità.
    A questo siamo giunti. A questo dobbiamo reagire attraverso la ricostruzione delle fondamenta della famiglia, della società e dello Stato.
    In tutto questo osceno marasma morale Bergoglio tace e la Pontificia Accademia delle Scienze raccomanda prudenza nell’uso dei farmaci rivolti ad una possibile scelta di genere! Dicono “prudenza”! Non aggiungo altro.
    Dall’altra sponda del Tevere anche il “cattolico” figlio di Bernardo Mattarella tace.
    Io ringrazio Dio di non avermi reso un depravato e per avermi dato intelletto sufficiente per poter dire convintamente che sono fascista.
    AUGUSTO SINAGRA

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  14. L'ACCELERAZIONE APOCALITTICA E L'ETA' DEL NULLA

    Non sono Agostino ma ho letto Agostino. E come lui avverto, chiarissimi, un clima e un'ansia di fine. Certo, non del mondo. Ma di questo mondo sicuramente.
    Ora: Agostino non vide le cattedrali gotiche, le raggianti vetrate della Sainte-Chapelle. Non vide, dall'estremo confine del mondo antico, l'età che si apriva. Ma sapeva che il mondo in cui era stato chiamato a vivere, era non solo decaduto ma già morto. Per suicidio.
    Ecco: io so questo. So cosa diranno i posteri - non m'importa in che lingua o in che modo - quando guarderanno a questo tempo e all''accelerazione apocalittica che lo attraversa.
    Metteranno in fila la soddisfazione dell'istinto bestiale innalzata - al posto di ragione, fede e buon senso - a unica regola dell'agire; l'arbitrio del più forte camuffato da diritto; lo scempio della vita debole travestito da libertà di scelta; valuteranno la fine della filosofia, della poesia, delle arti figurative, dell'architettura e della stessa musica - sì, bamboli: la musica è morta con l'abbandono del sistema tonale - e diranno che la nostra è stata L'Età del Nulla. Sì: la chiameranno così. L'Età del Nulla.

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  15. Non si tratta di quale scelta politica sia la migliore. Nei casi di cui ai commenti precedenti emerge l'irrazionalità al posto di ragione e buon senso.

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  16. Fu Tacito, mi sembra, a dire, delle donne:
    "Amisso pudore alia non abnuintur"? Citazione
    a memoria: "Perso il pudore non diranno di
    no al resto". Potremmo aggiungere, guardando
    all'osceno spettacolo del nostro tempo: "Non
    diranno di no a tutto il resto".
    O.

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  17. L'uomo dovrebbe essere guida e difesa della donna, prima come padre, poi come fratello, poi come marito, poi come figlio. Insulto ed abuso, fin qui, non hanno cambiato in meglio la situazione millenaria ripetitiva, cioè che si ripete di generazione in generazione, ripetendo in automatico gli stessi errori. E viceversa la madre dovrebbe educare il figlio al rispetto, alla guida, a saper aiutare la madre stessa, le sorelle, poi la moglie e le figlie.
    L'esempio dei padri è fondamentale per le figlie, se il padre si concede delle nascoste scappatelle, le figlie capiscono comunque il non detto cioè, che è quel tipo di donna che piace al padre e loro da grandi così si comporteranno, implicitamente per piacere al padre, che resta il loro eroe, a volte per la vita intera; ed il padre invano starà in pena , invano correrà dietro di loro e solo quando capirà che la figlia ha incontrato un bravo uomo, che la rispetta, che la ama quanto lui l'ha amata, allora stremato muore, ringraziando Dio di averla messa in mani sicure e di poter così morire in santa pace.
    Ed allora ecco l'importanza della famiglia,delle figure del padre e della madre, perché su queste due figure i figli faranno poi le loro scelte vuoi amicali, vuoi matrimoniali, con tutte le varietà possibili di simile e dissimile, reazione ed imitazione delle figure materna e paterna, che solo Dio conosce. Ed ecco perché è importante che nella famiglia il Signore Gesù Cristo sia al centro, perché la sua presenza quotidiana vissuta nella famiglia porta lo sguardo dei figli verso l'Alto e li libera da tutti i limiti che ogni genitore ha; e Lui insegna ai figli a guardare i genitori come il loro prossimo amato e rispettato, con tanti difetti, da loro ben conosciuti, che i genitori stessi non ancora sono riusciti a trasformare completamente in virtù.

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  18. Contro la Deriva Antropologica11 marzo, 2019 12:00

    Monica Cirinnà lancia un commovente appello: i diritti umani sono in pericolo, perché a Verona, dal 29 al 31 marzo 2019, si svolgerà Il congresso mondiale delle famiglie, “per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”.
    Non solo, ma la senatrice Emma Bonino ha presentato un’interrogazione parlamentare alla presidenza del consiglio, a cui hanno aderito molti parlamentari.
    Realmente non capiamo perché questa gente odia tanto la famiglia naturale, che è la prima e spontanea forma di società umana, e non è, come sostengono, un’istituzione creata dal potere.
    Non esiste oggi alcuna civiltà, paese o nazione che non sia stato basato sulla FAMIGLIA NATURALE e i reperti più antichi, con l’esame del DNA, dimostrano che anche in tempi preistorici la famiglia era formata da padre, madre e figli naturali.

    Nessuno impedisce a chiunque di vivere con chi vuole e mai tale diritto è stato in realtà negato e se qualcuno sostiene il contrario citi nei commenti una legge, ma questa possibilità non deve sminuire il valore della famiglia naturale.
    Occorre invece difendere al famiglia naturale dai continui attacchi, specie delle femministe, e dal tentativo di un potere oscuro di distruggerla e creare un nuovo ordine sociale, simile a quello immaginato da Aldous Huxley, dove appunto la famiglia era stata abolita.
    Come nei racconti di Aldous Huxley una tale realtà non può essere triste e angosciosa per l’uomo. E se si hanno dubbi su questo si veda quel che è successo ai paesi scandinavi.
    La famiglia non è in crisi perché uomini e donne non vogliono più crearla, ma a causa di un progetto subdolo che ha disposto le condizioni affinché la sua realizzazione e stabilità fosse il più possibile difficile.

    Altresì inorridisce il fatto che queste persone, violando il principio base della democrazia, vogliono imbavagliarci, impedire ogni critica e di esprimere le nostre opinioni su temi sociali che ci riguardano.
    Una minoranza vuole decidere del nostro futuro e della nostra società tappandoci la bocca.

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  19. Per chi vede fascisti dappertutto11 marzo, 2019 12:38

    "Dio, Patria e Famiglia" non è uno slogan fascista, ma l'inizio dei "Doveri dell'uomo" di Giuseppe Mazzini.
    Vi sono molte frasi attribuite a Mussolini che magari lui ha ripreso, ma non sono sue. Durante la campagna elettorale americana Donald Trump fu accusato di aver citato Mussolini. Aveva scritto in un tweet "Molti nemici, molto onore". Attribuita a Giulio Cesare per una frase simile nel De Bello Gallico è in realtà il motto del condottiero lanzichenecco Georg von Frundsberg. "Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi" è di Henri de la Rochejacquelein, eroe della resistenza vandeana.
    Poi c'è tutto il saccheggio del repertorio dannunziano "Eja Eja Alalà" "Me ne frego" "a noi" è tutta farina del sacco di D'Annunzio (e ricordiamo che tra il Vate e il Duce i rapporti non furono idilliaci, soprattutto dopo Fiume). Pure il saluto romano (che i romani non fecero mai, ndr) è roba dannunziana, di Fiume. Oppure anonimi motti della Prima Guerra Mondiale come "boia chi molla" o "meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora" (scritta su un muro a Fagara della Battaglia). L'ironica battuta "governare gli italiani non è difficile: è inutile" è di Giovanni Giolitti.
    Infine "o con noi o contro di noi". È la parafrasi di due frase di Gesù Cristo.
    Quindi prima di attribuire una citazione a Mussolini pensarci sette volte...
    (Andrea Sartori)

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  20. Costoro non hanno argomenti, se non quello di essere sempre e comunque, CONTRO.
    Per paradossale che possa sembrare diventa anche controproducente argomentare perché, non avendo loro argomenti, li sfilano agli altri, se ne appropriano e li rivoltano a loro uso e consumo, per poi riproporli contro.

    Si appropriano dei concetti, delle parole. Ora ieri ho letto che questa signora ha definito la famiglia, che noia! Ora questo non è un argomento fresco, di giornata, negli anni '70 del secolo scorso andava alla grande, non solo ma, mostravano anche il degrado a cui la noia comunque portava la famiglia. Per dirla tutta la famiglia era il coacervo di tutte le abiezioni, familiari appunto.

    Invece la comune allora in auge, presentata alla famiglia noiosa come alternativa propria di spiriti liberi, le abiezioni le viveva alla luce del sole giustificandole con squarci naturalistico-pensosi di unioni plurime a termine. Secondo le lune, le paturnie, le attrazioni basse del momento.

    Su questo gran discutere sul come fornicare senza pensieri, nessun accenno, neanche remoto, alla famiglia cristiana, al compito dell'allevamento e della
    educazione dei figli. Anche la chiesa era distratta e frastornata e già in malafede.

    La generazione avvenire ha il compio della ricostruzione spirituale, come le generazioni del dopoguerra hanno avuto il compito della ricostruzione materiale.

    A noi che abbiamo vissuto, buttando un occhio, con i nostri nonni fino all'Ottocento e con i nostri nipoti stiamo vedendo i possibili scenari che potrebbero essere l'ambiente della loro vita di adulti, a noi il compito di fare sintesi e indicare loro 'i soliti errori' e far imparare loro, con la parola e l'esempio, le 'dieci parole', senza età, senza moda, durature, Eterne.

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  21. La triade «Dio, patria e famiglia» non è osteggiata in quanto fascista – la fede, l’amor patrio e quello familiare erano ritenuti importanti ben prima del Ventennio – ma perché rammenta all’uomo tre suoi legami fondamentali che sono anche tre doveri: quelli del cuore, quelli verso la comunità e quelli verso il Cielo. Il che è inaccettabile, per la cultura deresponsabilizzante dei "diritti" che spadroneggia sui media. Infatti, nessuno è meno manipolabile di chi sa per chi vivere, per cosa lottare e in cosa sperare.
    Giuliano Guzzo

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  22. Da Roma a Milano, da Montevideo a Washington, anche quest’anno abbiamo avuto le marce femministe per l’8 marzo. Risultato? Chiese vandalizzate, offese alla Santa Vergine e aperte bestemmie, promosse da gruppi che vorrebbero “liberare” le donne ma le incatenano ai propri istinti, allontanandole dalla vera libertà che solo Dio può dare

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  23. L'avvocatessa iraniana che ha difeso le donne che non si vogliono mettere il velo condannata a 38 anni di carcere e 148 frustate.
    Dove sono finite le femministe dell'8 marzo nostrane?

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  24. Il risultato è questo. La frusta è lunga un metro e dopo una decina di colpi la donna di solito collassa a terra. L’Iran ha appena condannato a 146 di queste frustate l’avvocato Nasrin Sotoudeh, che ha difeso le ragazze che si sono tolte il velo. Un tempo i “colpevoli” venivano frustati in piazza. Adesso sono puniti dentro alle stazioni di polizia. La minaccia di questa tortura aleggia su tutto il popolo iraniano. La carne di Nasrin Sotoudeh sarà lacerata per aver protetto le ragazze che volevano mettere la testa fuori da quella gabbia ambulante che è il velo. Se ci sei e quando hai finito di indagare l’Italia per razzismo, commissaria Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, lo batti un colpo?
    E voi, Boldrini e Mogherini dove siete?

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  25. "vogliono liberare le donne ma le incatenano ai propri istinti"

    Per esser ancora più precisi: le incatenano ai peggiori istinti,
    imponendo una visione completamente falsa, distorta della femminilità,
    una visione contro natura, non solo dal punto di vista sessuale.

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