Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 11 luglio 2019

I cattolici italiani e il suicidio assistito Comunicato dell’Osservatorio Card. Van Thuân.

L’11 luglio 2019 si terrà a Roma il Seminario di lavoro dal titolo “Diritto o condanna a morire per vite inutili?” organizzato da un ampio numero di Associazioni cattoliche. Si prevede anche  la partecipazione di parlamentari di vari gruppi e in particolare dell’onorevole Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
L’importante iniziativa è motivata dal nuovo quadro aperto dall’Ordinanza 217/80 della Corte Costituzionale, la quale, pronunciandosi su una eccezione di incostituzionalità a proposito dell’art. 580 cp, ha chiesto alle Camere di legiferare entro il 24 settembre 2019, data in cui la stessa Corte tornerà sul tema, al fine di garantire alcuni diritti soggettivi costituzionali in casi limitati di aiuto al suicidio.
Data l’importanza dell’argomento e la gravità della situazione, il 19 giugno 2019, un gruppo di laici cattolici ha inviato una Nota al Presidente della CEI, cardinale Gualtiero Bassetti, e al Segretario Mons. Stefano Russo, nella quale, tra le molte altre osservazioni, si proponeva: a) di accogliere la richiesta della Consulta limitatamente ad una revisione delle pene previste dall’art. 580 cp, tenuto conto delle mutate situazioni determinate dagli sviluppi medici e tecnologici, e con particolare riguardo ai “conviventi” che si troverebbero in condizioni particolari, differenziando in modo più articolato le situazioni; b) sviluppare il settore delle cure palliative e della terapia del dolore, dal momento che la stessa legge 38/2010, che di ciò si occupa, risulta ancora scarsamente finanziata. I firmatari chiedevano anche un pronunciamento dei Vescovi in materia.

Il Segretario della CEI ha risposto comunicando che la Presidenza aveva già in obiettivo un pronunciamento sul tema e che questo verrà fatto “nel rispetto di tutti”.

Il nostro Osservatorio, interessato a queste problematiche che chiamano direttamente in causa la Dottrina sociale della Chiesa, intende dare, in spirito di collaborazione e non di polemica, il proprio contributo di riflessione e di orientamento.

A nostro parere la proposta contenuta nella suddetta Nota ai Vescovi italiani di modificare le pene previste dall’articolo 580 cp e che, presumibilmente verrà discussa anche nel Seminario dell’11 luglio prossimo, non è la strada giusta da percorrere. Secondo noi bisogna invece impegnarsi per la conferma di tale articolo e su questo impegnare una battaglia culturale a difesa della vita come valore assolutamente intangibile. Elenchiamo qui una serie di motivazioni a sostegno di questa nostra tesi.
  • Una riduzione significativa della pena, nel riconoscimento della difficile situazione del convivente che si decidesse a collaborare al suicidio del paziente, metterebbe in crisi le finalità retributive, di recupero e dissuasive della legge e comporterebbe una sopravvalutazione delle situazioni e delle circostanze rispetto all’atto materiale dell’aiuto al suicidio, finendo per tutelare più il colpevole che la vittima e distogliendo l’attenzione su un aspetto, certamente importante ma accidentale, rispetto alla forma specifica - morale e giuridica - dell’aiuto al suicidio.
  • Il rischio contenuto in questa linea di intervento è di trasformare le attenuanti in eccezioni. Se le attenuanti vengono trasformate in eccezioni, la situazione espressiva delle attenuanti dà origine ad una nuova norma, diversa dalla precedente. La trasformazione delle attenuanti in eccezioni risponde ad un tipo di teologia morale che esclude nell’agire umano il male assoluto da evitare e sanzionare sempre, e ritiene che le varie situazioni dell’agente esprimano diverse gradualità, più o meno adeguate, di bene, delle quali bisognerebbe tenere conto prima della norma generale. Questa impostazione non è condivisibile, perché darebbe luogo ad un’etica della situazione e ad un diritto dipendente dalla situazione esistenziale piuttosto che dalla legge naturale.
  • Le circostanze non possono, in genere, cambiare la natura specifica della legge, essendo esse a carattere accidentale e non sostanziale, ed essendo la forma specifica della legge determinata principalmente dal suo contenuto materiale ordinato al fine e non dalle intenzioni dell’agente o dalle circostanze in cui egli si trova ad agire. La considerazione delle circostanze in ordine ad una riduzione della pena potrebbe condurre a superare la soglia oltre la quale l’inaccettabile diventa - di diritto o di fatto - accettabile, permettendo alle circostanze di cambiare la forma della legge.
  • La revisione dell’art. 580, così come proposta, non è immediatamente configurabile come scelta del “male minore” per evitare anticipatamente una legge più permissiva, dato che conferma la natura di reato dell’aiuto al suicidio. Tuttavia, se condotta in modo da diminuire, nel dettato della legge e nel  pubblico sentire, l’avvertimento del male intrinseco caratterizzante l’aiuto al suicidio, nell’intenzione di evitare un suo uso maggiormente deplorevole, si configura come scelta del male minore, il che è moralmente inaccettabile. Poiché tale rischio, nella strada che stiamo esaminando, non è da escludersi, la strada non è da percorrersi.
  • Oltre che moralmente inaccettabile, la scelta del male minore è anche politicamente perdente, come dimostrato da tutta la storia recente dell’impegno cattolico su questo fronte. Si ricordino, a questo proposito, gli esiti politici e giuridici della legge 40/2004 sulla fecondazione artificiale, oppure la cosiddetta legge Cirinnà sulle unioni civili, fino alla legge 219/17 sulle cosiddette Dichiarazioni anticipate di trattamento. Come allora, anche in questo caso si sollecita un intervento parlamentare al quale i deputati cattolici non dovrebbero mancare altrimenti si correrebbe il realistico pericolo di una legge molto più aperta alla ratio eutanasica. Ma perché questa volta l’esito dovrebbe essere diverso dal passato? Non è più realistico fare opposizione, non solo a questa legge ma, approfittando del contesto, anche ad altre?
  • La dottrina morale cattolica, inglobando in sé anche la legge morale naturale, ha sempre sostenuto l’esistenza di atti intrinsecamente cattivi (intrinsece mala). Ad essi sono soprattutto dedicati alcuni documenti magisteriali di grande ed imperituro valore. L’assistenza al suicidio rientra certamente in questa categoria di atti umani. È  vero che la norma giuridica non coincide con la norma morale, ambedue però godono della forma della legge che impone una coerenza tra le due. Va tenuto presente che l’attenuazione delle pene previste dall’articolo 580 cp toglierebbe - rispetto almeno al sentire comune, dato il valore pedagogico della legge - all’atto materiale oggetto della norma la caratteristica di intrinsece malum.
Il punto principale a sostegno di una partecipazione dei parlamentari cattolici e, tramite essi, del cosiddetto mondo cattolico, alla revisione dell’articolo 580 nel senso di una articolazione e riduzione delle pene da esso previste, è che altrimenti si avrebbe una legge sul suicidio assistito a maglie larghe.

Su questa previsione osserviamo che:
  • Una legge sul suicidio assistito a maglie larghe si avrà ugualmente, non nonostante ma proprio perché i parlamentari cattolici si impegneranno a ridurre le pene, illudendosi di ottenere in cambio un nuovo art. 580 moderato e non radicale. Sulla loro disponibilità alla modifica e la loro attenzione ai “casi di confine”, altri inseriranno modifiche ben più sostanziali. Nel dibattito parlamentare, quanto oggi viene indicato come il male maggiore da evitare, domani diventerà il male minore da scegliere per evitarne uno di ancora maggiore.
  • Come molti hanno osservato, l’Ordinanza della Corte Costituzionale è contraddittoria in se stessa in quanto da un lato riconosce il fondamento giuridico del divieto posto all’aiuto al suicidio ma dall’altro ne chiede una applicazione limitata per ottemperare ad altri diritti soggettivi contemplati dalla Costituzione e oggi non coperti dalla normativa vigente, rinviando così alla stessa Costituzione il fondamento della contraddittorietà. La linea dei cattolici dovrebbe essere di non accettare una contraddizione, ancorché costituzionale, ma farla emergere e combatterne le conseguenze che, per il principio di coerenza, non possono essere che contraddittorie.
  • Altri hanno osservato che il comportamento della Corte in questo caso è stato inusuale. Compito dei cattolici dovrebbe essere di porre in luce tale incongruenza di prassi e non di adeguarvisi. Sarebbe questa una buona occasione per ricordare all’opinione pubblica altri precedenti interventi della Corte costituzionale contrari al diritto naturale.
  • Il dibattito in aula potrà condurre anche ad una legge più permissiva circa il suicidio assistito, ma se i parlamentari cattolici non indeboliranno la loro proposta, accettando di modificare l’articolo 580 magari fino ai limiti della depenalizzazione in taluni casi, gli esiti della battaglia saranno meno scontati e, in ogni caso, il male non si farà con il loro consenso o con la loro debolezza. Essi potranno dire “non in mio nome” e l’intero mondo cattolico potrà dire “non in mio nome”. Se, invece, essi indeboliranno la forza della loro proposta e parteciperanno alla revisione dell’attuale normativa in materia in ossequio alle richieste della Corte, saranno annoverati tra i “padri” della nuova legge, che tutti chiameranno quindi “cattolica”, come è già successo in passato. Ciò aumenterà di molto il danno, perché contribuirà a confondere le coscienze degli stessi fedeli cattolici sulla dottrina morale cattolica. 
Stefano Fontana (Osservatorio Van Thuân)

17 commenti:

irina ha detto...

"...che questo verrà fatto “nel rispetto di tutti”..."

Sì sì, no no, discrimina: questo sì, quello no. Non è possibile pronunciarsi senza discriminare, quindi ad alcuni, pur umanamente rispettandoli, va detto no, ad altri sì. Vanno evitate le solite pagliacciate da leguleio estemporaneo della vita e della morte.

Valeria Fusetti ha detto...

La "frase magica" della CEI è "nel rispetto di tutti ", che con il rispetto non c' entra nulla, mentre il significato vero è "vinca il potere che impera nel mondo", poi mons Paglia gli troverà la "pezza teologica", e noi ci assoceremo, raccogliendo i dividendi. Per amore dei poveri e dell' Amazzonia, novello Eden !

Comitato Carlo Magno Ferrara ha detto...

Un nuovo Comitato pro vita e famiglia è sorto a Ferrara. Sono tutte persone apartitiche e quasi tutte cattoliche.
Hanno scelto il nome di:
"Comitato Carlo Magno Ferrara. Per la difesa dei valori cristiani e non negoziabili".

Come primo atto vogliono tirare le orecchie al sindaco leghista, che fa l'occhiolino all'Arcigay & c.
Il modo scelto è una raccolta firme: sia con banchetti davanti alle Chiese, che online.
Le firme verranno presentate ai segretari regionali di LN, FI e FdI, nonchè allo stesso Sindaco (che però sinora ha rifiutato ogni dialogo).
FattiSentire li aiuta ospitando la petizione Online, questo è il link diretto:
http://www.fattisentire.org/fabbricambiarotta/

I benefici per il lavoro degli altri Comitati di ogni provincia emiliano-romagnola sono evidenti: evitare il rischio che altre Leghe provinciali prendano "esempio" da Ferrara.

Oggi Vincent Lambert è stato ammazzato in Francia: non potevamo farci niente a parte pregare.
Per aiutare il Sindaco Fabbri e la nostra famiglia, invece, POSSIAMO TUTTI FARE QUALCOSA.

Facciamo tutti uno sforzo per aiutarli, combattiamo!

Il loro sito con il manifesto e recapiti: https://carlomagnoferrara.home.blog/

Corrispondenza romana ha detto...

Il 10 luglio, di mattina presto, è morto di fame e sete Vincent Lambert, dopo che i medici gli avevano interrotto alimentazione ed idratazione, nonostante l’opposizione di un popolo per la Vita numerso e presente in tutto il mondo.

“In questo triste giorno, prego per l’eterno riposo dell’anima di Vincent Lambert”, ha twittato il cardinale Sarah, “che è morto da martire, vittima della spaventosa follia degli uomini del nostro tempo. Prego per la sua famiglia e soprattutto per i suoi genitori, così coraggiosi, così degni. Non abbiate paura. Dio osserva”.

Il Card. Sarah, che viene dalla Guinea, è prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

Nel suo libro The Day is Long Spent, che sarà pubblicato in inglese a settembre da Ignatius Press, il cardinale Sarah scrive: “L’Europa sembra programmata per l’autodistruzione”.Il problema che vede è che l’Occidente “sembra odiarsi”, mentre la Chiesa cattolica sembra essere in mezzo all’apostasia interna.

I medici hanno affermato che Lambert aveva subito danni cerebrali irreversibili a seguito di una collisione automobilistica quasi fatale nel 2008, collisione che lo ha reso anche un tetraplegico. In un video però, Lambert mostrava di essere vivo e di reagire alle interazioni con la sua famiglia.

“A maggio, quando ha saputo della sua morte pianificata, ha pianto”, secondo sua madre Viviane.

Mentre stava lottando per impedire che suo figlio morisse di fame, ha spiegato: “Vincent dorme di notte, si sveglia di giorno e mi guarda quando parlo”, secondo il giornale Reuters. “Ha solo bisogno di essere nutrito con un dispositivo speciale ed il suo medico vuole privarlo di questo in modo che possa morire, mentre gli esperti legali hanno dimostrato che questo non è necessario”.

A maggio, ha detto: “Vincent sta andando bene. Non è alla fine della sua vita. Ha solo bisogno di qualcosa da bere e da mangiare e di un po’ d’amore”.

Lambert è sopravvissuto 31 giorni senza cibo e con solo 500 ml di acqua al giorno prima che un tribunale ordinasse all’ospedale di riprendere a dargli da mangiare.

Il 2 luglio i medici hanno iniziato a negargli cibo e acqua dopo che un’alta corte d’appello francese aveva stabilito che i tubi di alimentazione potevano essere rimossi.

Da considerare che in molte giurisdizioni, affamare e disidratare un animale domestico è un crimine. Ma evidentemente, la vita di un animale ha più valore di quella di un essere umano.

Vincent, così come Charlie, Alfie, Isaiah e chissà quanti altri sono morti come martiri del folle mondo in cui viviamo, vittime di eutanasia, vittime di una cultura che spinge solo verso la morte. (Chiara Chiessi)

Valeria Fusetti ha detto...

Un piccolo suggerimento al Comitato Carlo Magno di Ferrara da una ferrarese: rileggete il vostro comunicato, soprattutto le frasi "non potevamo farci niente a parte pregare" e "per aiutare il sindaco e la nostra famiglia POSSIAMO TUTTI FARE QUALCOSA" . L'impressione è che la preghiera venga considerata poco efficace perché è una richiesta a Dio di qualche cosa che desideriamo in un momento di impossibilità nostra, per cui una delega.Dio nel rispondere diversamente dalle intenzioni nostre,espresse nelle personali e collettive preghiere, dimostrerebbe di non essere l'Onnipotente.Non viene il sospetto che Dio abbia permesso l'assassinio di Vincent? I suoi assassini, e coloro che cercano di fornire loro una giustificazione sociale e/o teologica, non "renderanno conto", ma rendono conto qui ed ora, e poi nell'eternità, se non si pentono. I parenti, gli avvocati, tutti coloro che hanno pregato, firmato petizioni, sostenuto questa campagna spirituale hanno avuto l'immensa grazia di saper fare discernimento, e sapere quale sia la volontà di Dio. Come invita il santo padre tutt'ora regnante, per altro... Ed infine, quello che per noi fragili esseri umani, sembra o è nell'immediato un male, poiché ci causa frustrazione e dolore, Dio che è veramente l' Onnipotente ed è Padre nostro e di Vincent, HA TUTTO sotto il Suo controllo, e da quello che è un male sa già come trarne un bene poiché Dio, oltre che Onnipotente e Padre, è anche il Sommo Bene. "Perciò non ci scoraggiamo; ma anche se il nostro uomo esterno si va disfacendo, il nostro uomo interno si rinnova di giorno in giorno. Perchè la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono effimere, ma quelle che non si vedono sono eterne ( 2 Corinzi 4: 16-18). Carissimi in Cristo, tutto ciò che qui si fa avendo lo sguardo fisso a ciò che non si vede hanno il risultato che devono avere. In cordibus Jesus et Mariae.

mic ha detto...

Carissima Valeria,
La mia famiglia materna è ferrarese....

Tuttavua non è per questo, ma per grande consonanza che condivido ogni virgola della tua osservazione.

Anonimo ha detto...

https://www.marcotosatti.com/2019/07/12/super-ex-ma-perche-mons-paglia-telefonava-a-palamara-di-dio-non-si-parlava/

Anonimo ha detto...

In Olanda paese all'avanguardia in tutto, è disponibile nelle farmacie la death pill per chi ha compiuto 70 anni, in piccioli, lo stato ti regala la pillola per ammazzarti gratis, ma non ti cura se gravemente disabile, attenzione perché anche da noi colla storia della onerosità del SSN e l'età sempre più elevata della popolazione, troveranno il sistema di spedirci all'aldilà senza neanche spendere troppo.......si moltiplicano i furti di medicine antitumorali nelle farmacie interne degli ospedali perché in UE non le passano e costano un botto, in Italia ancora sono gratuite.....in ultima analisi che differenza c'è fra i nazi di allora e gli stati UE di oggi che fanno morire le persone di fame e di sete?

mic ha detto...

https://www.vanthuanobservatory.org/ita/ordinanza-n-2072018-della-corte-costituzionale-invito-a-cena-al-parlamento-con-delitto-eutanasico-articolo-di-marco-ferraresi-presidente-unione-giuristi-cattolici/

Centro studi Rosario Livatino ha detto...

"Se l’autodeterminazione sarà il punto di partenza, il punto di arrivo, come insegnano le esperienze di altre nazioni, sarà la tenuta del welfare. In Belgio e in Olanda da tempo si registrano interventi eutanasici praticati a prescindere dal consenso, sulla base di giudizi personali da parte dei medici relativi alla sofferenza presunta di chi non può dare il suo consenso, e di scelte di priorità del Ssn nel trattamento dei pazienti e nell’allocazione delle risorse. Alfie Evans non aveva espresso alcuna volontà eutanasica o suicidiaria, e i suoi genitori, legittimati più di altri a interloquire sulla sua sorte, avevano chiesto la possibilità di curarlo, anche a loro spese, anche in un altro Paese. Sappiamo come è andata a finire. Non so se tranquillizzi la prospettiva che un giudice decida della vita o della morte di una persona per esigenze di bilancio!

Anonimo ha detto...


"Il giornale Reuters.."

Reuters è un'agenzia, non un giornale.

Anonimo ha detto...

"Il caso Vincent Lambert lo ha riconfermato: la Chiesa ufficiale sta alla larga dalle questioni della vita. Da dove deriva questo vuoto di magistero e immobilismo Chiesa, mentre si dovrebbe ribadire la verità e guidare il popolo cattolico e non alla lotta in pubblico? Oggi la Chiesa non pensa più di avere davanti a sé il mondo, ma ritiene di vivere immersa dentro di esso. Ritiene che per conoscere Dio bisogna guardare all’uomo. Cosa impossibile, perché in questo caso non si vede più nemmeno l’uomo, come il caso Lambert ha messo in evidenza".

Stefano Fontana

Anonimo ha detto...

https://www.vanthuanobservatory.org/ita/ordinanza-n-2072018-della-corte-costituzionale-invito-a-cena-al-parlamento-con-delitto-eutanasico-articolo-di-marco-ferraresi-presidente-unione-giuristi-cattolici/

"Con ciò, in sostanza, la Corte ammette quello che i commentatori più schietti avevano da subito colto [...]: che, cioè, la legge n. 219 del 2017 ha introdotto l’eutanasia in Italia".
Marco Ferraresi

Anonimo ha detto...

Dal Vangelo secondo Luca (10, 25-37)

«E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a G......
Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Lo scrittore Houellebecq: "Lo Stato ha ucciso Lambert perché costava troppo"

Anonimo ha detto...

Riccardo Zenobi su Vincent Lambert

Per Onfray "non esiste morale e quindi ogni morale va bene; non si è accorto però che la morale dello Stato francese ha avuto la meglio – leggi e polizia alla mano – sulla morale di Vincent Lambert e della sua famiglia [...]".

mic ha detto...

https://www.vanthuanobservatory.org/ita/i-cattolici-il-suicidio-assistito-e-lordinanza-della-corte-costituzionale-di-silvio-brachetta/

Anonimo ha detto...

«La morte per disidratazione e denutrizione imposta a Vincent Lambert è segno di un abbandono e disprezzo del valore della vita». «Il problema è che nel momento storico attuale un’élite culturale ha fatto passare come un’emergenza il fare una legge sull’eutanasia, quando in realtà l’emergenza è quella di garantire assistenza». «Una volta una mamma mi ha detto: “La mia Maria è grave, però per me è come se l’avessi partorita un’altra volta”». Intervista al dottor Giovanni Battista Guizzetti, che al Don Orione di Bergamo si prende cura di 24 pazienti con deficit di coscienza. E testimonia l’importanza per queste persone della relazione con i loro cari, fonte di una ricchezza nascosta.