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domenica 7 luglio 2019

Translatio Petri ad Orientem ?

Nel giorno in Vladimir Vladimirovic Putin visita Roma  – Il Papa, Bergoglio, senza preavviso, ha regalato alcune reliquie di San Pietro all’arcivescovo Giobbe di Telmesso, capo della delegazione del patriarcato ortodosso di Costantinopoli.  Sono reliquie che Paolo VI aveva voluto tenere nella sua cappella privata.
La decisione ha meravigliato tutti, anche perché El Papa ha consegnato brevi manu e sbrigativamente la cassetta di bronzo con nove frammenti ossei del primo pontefice come un suo regalo privato – di solito il dono di reliquie segue  un rituale solenne – ma soprattutto, come ha ben detto  l’arcivescovo di Telmesso, “Le reliquie del santo apostolo Pietro furono sempre tenute a Roma. La Chiesa ortodossa non le ha mai richieste perché non appartenevano mai alla Chiesa di Costantinopoli”, ha aggiunto l’arcivescovo”. Infatti è così. Accade che gli ortodossi rivogliano le reliquie che i Crociati rubarono in Costantiopoli, ma non hanno mai preteso di “avere” Petrus.
Un gesto ”profetico”, certamente, come ha notato il prelato greco. Ancor più profetica la spiegazione di Bergoglio: “Io non vivo più nel Palazzo Apostolico, non uso mai questa cappella, non celebro mai la Santa Messa qui, e abbiamo le reliquie di San Pietro nella basilica stessa, quindi sarà meglio siano essere tenute a Costantinopoli “.
Insomma: tenetele voi, ché a me non servono.

Ovviamente a noi salta alla  mente un’altra profezia,  espressa involontariamente da un altro sommo pontefice.
“Uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione  e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio”.
Se Bergoglio è “sommo sacerdote”, ha in qualche modo consacrato a sua insaputa una Translatio Petri a Orienten  – gravida di significati  mistici e geopolitici, di cui nemmeno si rende conto. Non voglio qui evocare la potente ed inquietante mistica della Translatio Imperi  ad Orientem, da Roma a Costantinopoli, che nutrì la teologia politica di Dante – fino alla Terza Roma moscovita.

Ma che accada nei  giorni in cui Putin è a Roma, ha forse  un senso più profondo.

Sulla tesi che  Vladimir Vladimirovic abbia chiesto a  Bergoglio  di consacrare la Russia alla Vergine di Fatima, ho  ricevuto una conferma da parte di un sacerdote  americano.

Una storia inverosimile, che vi riferisco come l’ho avuta.  Sono gli anni in cui un centro religioso, il Kolbe Center, invita a tenere un seminario a Montefiascone il professor John Sanford, un celebre genetista della Cornell University, celebre anche perché ha abbracciato, contro il darwinismo la teoria dell’intelligent design. Sanford arriva con la moglie; entrambi non (ancora) cattolici, vengono accompagnati per la città papale da Hannah Holden, una giovane biologa neoconvertita  dal  protestantesimo.

Spirito ardente,  la giovane Hannah  resta a Roma dopo che Sanford e  signora sono ripartiti, perché vuol tentare – rispettosamente ma con ostinazione – di  aver con Bergoglio un colloquio privato per fargli capire che “l’insegnamento dell’evoluzionismo nelle scuole cattoliche distruggeva la fede della sua generazione”. Scrive una lettera ogni giorno al Pontefice e  la consegna in Vaticano. Mai una risposta.

Nel 2013,  si apprende che Putin verrà a Roma a incontrare Bergoglio. Il sacerdote americano scrive ad Hannah, che è ancora a Roma, per suggerirle  di consegnare all’ambasciata russa una lettera a Vladimir Vladimirovic, in cui spiegherà brevemente che la Santa Theotokos è apparsa a tre fanciulli in Portogallo nel 1917, ed  ha chiesto al Papa e ai vescovi di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato, perché ciò avrebbe prodotto una rinascita del cristianesimo nel mondo e  un’era di pace.
“E’ il segno”, concludeva la lettera, “che la vostra nazione, mister Putin, è stata scelta da Dio per essere luce  per ogni nazione sulla terra. Chieda, la prego, al Papa, di  consacrare la  sua patria al Cuore Immacolato della Theotokos”.

Hannah  va con la lettera all’ambasciata russa, e qui ha difficoltà a spiegarsi coi  militari russi di guardia;  sono cordiali ma lei non parla né russo né italiano. Uno dei militari le suggerisce di tornare il giorno dopo. Il giorno seguente, il soldato di guardia  chiama qualcuno al telefono, poi le fa varcare il cancello. La giovane biologa arriva ad una porta e suona il campanello. All’uomo in camicia  bianca e dallo sguardo penetrante che apre la porta, porge la lettera e lo prega di consegnarla, gentilmente, al signor Putin. L’uomo fa sì con  la testa, senza dire una parola. Hannah se ne va.

A  questo punto bisogna spiegare, dice il sacerdote, che la giovane scienziata Hannah sa tutto di biologia, ma niente di politica. Solo poche settimane dopo, mentre (tornata in America) guarda in tv  le Olimpiadi Invernali in Russia,  quando le  telecamere riprendono in primo piano il Presidente che inaugura i giochi, si rende conto che  l’uomo in camicia che le aveva aperto la porta all’ambasciata era Vladimir Putin in persona.

Il prete americano afferma che poco dopo, lui stesso  ha saputo per via indiretta,  da un sacerdote sudamericano presente all’incontro, che effettivamente Putin ha chiesto al Papa di consacrare la Russia, e  Bergoglio avrebbe risposto: “Non è nei miei programmi”, That is not in my agenda, all’americana.

Nulla obbliga a credere a questa storia. Ma  nulla impedisce di riconoscervi una divina sorridente ironia della Mediatrice che si prende cura di questa generazione sciagurata ed  ha promesso, contro ogni verosimiglianza, il trionfo del suo Cuore Immacolato. E dispone le cose e le coincidenze, i tempi e gli incontri fortuiti, secondo il grande piano che – sappiamo – non fallirà.

La  maggior  parte delle ossa di Pietro sono e restano a  Roma. Il Vaticano  è costruito sopra la sua sepoltura, perché  è Lui la Roccia, l’axis mundi. Ma la sua translatio ad Orientem è  – forse  – una sicurezza nell’eventualità di saccheggi e profanazioni che pur sono stati profetizzati (dalla Vergine delle Tre Fontane) e, ancor più, un pegno e una sicurezza  di unione che sarà ritrovata, nel gran giorno della rinascita della  fede che oggi è difficile immaginare,  e della ritrovata unità della prima alla Seconda e alla Terza Roma. [Fonte]

17 commenti:

  1. Questi accadimenti minuscoli mi commuovono sempre, sono la goccia d'acqua, il filo d'erba che hanno ragione della potenza umana dispiegata in parata. Bellissimo.

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  2. Ogni spesso il papa attualmente regnante compie qualche gesto, o dice qualche cosa, che come minimo, si può dire che fa rimanere basiti. Ma poco mi piacciono anche gli articoli in cui i "si dice" si sprecano, soprattutto quando le persone nominate sono in vita e sarebbe possibile chiedere loro un'intervista. Non mi riferisco a Putin, ovviamente, ma alla giovane Holden e al dr. Stanford si. La Cornell University è a Ithaca, non su Marte, in più nello Stato di New York ci sono i telefoni e funziona pure internet... Se poi rifiutano ogni colloquio si puo scegliere o la via di non aggiungere confusione a quella già esistente (che ha raggiunto livelli di guardia notevoli)e tacere, oppure scrivere le proprie riflessioni ma chiarendo anche che, le persone interessate, hanno rifiutato di convalidare i fatti. L'unica cosa chiara che in questo articolo si puo evincere è che il papa ha dato una motivazione, ad un gesto assolutamente inqualificabile, che non sta in piedi. Dove ha scelto di vivere lui non è detto che sarà scelto da un altro Papa, ammenochè non creda di essere l'ultimo papa sulla terra. Se anche lo credesse, a si dimostrasse persino che è vero, cioè la profezia della Madonna delle Tre Fontane si realizzasse, comunque le reliquie dell'Apostolo (S. Pietro !) appartengono di diritto alla Chiesa Cattolica, non a lui personalmente. Se a questo si aggiungesse che il dialogo con Putin è avvenuto, che dire ? che la risposta è ovvia e discende dal fatto che Putin non è il Presidente dell'Amazzonia. Ed ancora di più il gesto ultimamente fatto, di regalare al papa un libro ed un film aventi come argomento il peccato, è il gesto di un buon cristiano, a cui ciò che preme di più è l'evangelizzazione, che compie "a tempo e fuori tempo" come suggerì San Paolo al buon Timoteo.Un'ultima considerazione, personalmente ho molta stima di Putin, la sua conversione mi sembra seria e che dia frutti, e che dimostri come la Gloria di Dio risplenda su questo nostro mondo in cui l'Inconsistente pretende di farla da leone, ruggendo in qua e in là per farsi notare.Chi lo nota e, purtroppo, lo segue fa molto male i suoi conti.In cordibus Jesus et Mariae

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  3. Ma qui ciocchiamo.

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  4. Durante la Santa Messa oggi è proclamato il Vangelo secondo San Luca: Lc 10,1-12.17-20.
    La lettura abbreviata "salta" i versetti da 13 a 16, che riporto di seguito: "Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata!Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".

    Da parte di Gesù l'invio in missione di apostoli e discepoli, ad annunciare il Suo arrivo e dunque a prepararGli la strada, è tutt'altro che un compito secondario, da svolgere rimanendo nel vago di un generico filantropismo o di una federazione di religioni. E' un compito rischioso perché si è inviati "come agnelli in mezzo ai lupi". Gesù non fa sconti a chi invia e dice anche, senza sconti, i rischi di chi è raggiunto dagli inviati.

    Il motivo di gioia per i discepoli non deve essere tuttavia l'ebbrezza del potere esercitato persino sui demoni o la consapevolezza di avere (RICEVUTO DA GESU') il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico.

    La nostra gioia non deve risiedere nei successi terreni, nelle conquiste che facciamo con le nostre opere in questa valle lacrimosa ove passiamo come esuli e nemmeno nell'esercizio di un potere (comunque non nostro) nell'amministrare i sacramenti, pur con tutta la costanza, il coraggio e la fiducia nella Provvidenza che possiamo avere per fede (e non certo vantando meriti o pretendendo diritti di farcene quel che ci pare).

    Ciò che deve rallegrarci non è in questa vita, ma in quella eterna. Dice Gesù: "Rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".

    Domanda: negli atti compiuti, specialmente quelli ecclesiali, c'è un anelito di vita eterna? C'è un desiderio di essere iscritti all'anagrafe che ci farà cittadini del cielo? O cerchiamo solo di mercanteggiare qualche certificato, qualche permesso di soggiorno o qualche diritto accomodato compromettendoci con i regnanti terreni e le loro voglie?

    C'è da scegliere: o il disprezzo di sé e di tutte le vanità del mondo, persino del sottile piacere di poter comandare ai demoni in questa vita, oppure -consegnati alla mentalità del secolo- poca gioia nel pensarci eternamente in cielo e maggior desiderio di sentirci utili, stimati e importanti qui... anche se Gesù dice che "il mio regno non è di questo mondo".
    Purtroppo chi disprezza questo modo di ragionare disprezza Gesù. Guai a Corazin e Betsaida, ma guai anche ai discepoli se dovessero farlo pure loro, disprezzando Gesù e il Padre.
    Quindi i discepoli non si preoccupino principalmente del loro fare, ma dell'essere umili e dello stare sempre al cospetto del Signore, proprio per non essere trascinati nel secolo. La messe è molta, gli operai pochi, ma a Gesù non servono dei politicanti sindacalizzati, nemmeno dei superman con effetti speciali. Cerca cuori gioiosi, che si fidano e Lo seguono davvero, persino quando li manda davanti a sé, tra i lupi, a prepararGli la strada.

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  5. https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2016/04/20/segreto-3-fontane/

    Saverio Gaeta ha scritto un interessante libro intitolato “Il veggente. Il segreto delle tre fontane” (Salani editore, Milano, 2016). L’Autore ha potuto consultare i Diari che Bruno Cornacchiola aveva scritto dal 1947 al 2001, anno della sua morte, custoditi presso l’associazione dei fedeli da lui fondata, e ne svela i contenuti nel suddetto libro.

    Il 12 aprile 1947 Cornacchiola presso la località delle Tre fontane in Roma, ove San Paolo subì il martirio, ebbe una apparizione della Madonna contenente alcune rivelazioni. Esse (circa una sessantina) son continuate per tutta la sua vita e Cornacchiola stesso le ha trascritte nei suoi Diari.

    In questo breve articolo riassumo quelle più attuali, che possono aiutarci a capire meglio il terribile periodo che stiamo attraversando.

    Sono soltanto rivelazioni private. Cornacchiola stesso le ha sottomesse al giudizio dell’Autorità ecclesiastica, che già con Pio XII iniziò ad approvarle.

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  6. Ma poco mi piacciono anche gli articoli in cui i "si dice"

    Valeria, concordo. Specialmente quando certi fatti sono estremamente improbabili (tipo Putin che si presenta di persona) e, se fossero significativi, dovrebbero essere attestati.

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  7. http://itresentieri.it/lintelligenza-del-cattolico-dinanzi-allo-straordinario-facciamo-un-po-di-chiarezza/

    Certamente il vero cristiano deve rifuggire due possibili errori estremi: l’incredulità e la credulità. L’incredulità, ovvero la chiusura preconcetta allo straordinario come impossibile perché appunto straordinario. La credulità, ovvero l’ingenua accettazione dello straordinario proprio perché straordinario. Sono due errori entrambi da evitare e che denotano quella mancanza di intelligenza, che –come si diceva all’inizio- va a pregiudicare un autentico atto di fede.

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  8. Chiunque conosca un poco "bene" il patriarcato ecumenico e il suo centro istanbulino, il Fanar, sa bene che, tra le chiese ortodosse, è la più secolarizzata. Lo stesso arcivescovo Giobbe, al quale fa riferimento questo fatto, è una personalità così "particolare" da essere stata rifiutata dalla diocesi della quale era responsabile e ora sta in un ufficetto come certi nostri preti disturbati che vengono nascosti nelle curie.
    Bartolomeo I ora ha pure finito per rompere con la comunione ortodossa perché, di fatto, si proclama "papa d'Oriente", appoggiato in questo dalle teorie del suo braccio destro, l'attuale arcivescovo greco di New York. Questo, giusto per capire chi sono questi signori che vengono tranquillamente usati per scopi geopolitici.
    Bergoglio non crede alle reliquie come non crede a molte altre cose e questo gesto, che a lui non costa nulla, in realtà costa ai credenti: come permette questo individuo di spogliare la Chiesa di Roma di queste reliquie? Il patrimonio di una Chiesa non è di proprietà di nessuno, neppure di un papa che ne amministra solo i beni. Che i fedeli siano indifferenti a ciò indica lo stato pietoso a cui sono giunti. Per favore, Mic, pubblica questo accorato messaggio...

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  9. Una aberración regalarle estas reliquias a cismáticos, nada menos que parte del cuerpo de san Pedro.

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  10. E' vero che la nostra fede non si fonda sulle reliquie, tuttavia queste sono reliquie molto speciali, perché cariche di un simbolismo strettamente legato ad un articolo di fede cattolica: il primato di Pietro e la sua infallibilità. E' però strano, oppure sintomatico, che la maggioranza non abbia nemmeno fatto caso al gravissimo messaggio iperecumenico che il papa ha certamente voluto significare: "Non c'è primato, siamo vescovi tutti uguali, condividiamo tutti il governo della Chiesa, condividiamo le reliquie di Pietro. Questa è la nuova sinodalità. E' finita l'era delle esclusività romane". E' ovvio che, a monte di questo, non c'è alcun interesse per la vera fede e, naturalmente, per le reliquie.
    TEOFILATTO

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  11. Cari amici ormai siamo piatti dalla lotta, che Dio abbia pietà di noi, col sinodo che rivaluterà il paganesimo siamo fritti, nel senso che inizieranno le epurazioni violente. Dalla nuova religione verremo epurati. San Pietro non amava la compagnia degli apostati per cui è finito nelle mani di apostati, almeno senza maschera.

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  12. Le epurazioni violente sono già cominciate: si è cominciato dai Francescani
    dell'Immacolata e si è giunti a quella recente di Familia Christi. Il fine è epurare la Santa Messa in Rito Romano Antico. Questi non si sono fermati, non si fermano e non si fermeranno davanti a nulla. Lo confesso: a me Bergoglio fa molta paura.

    su questo vedi ad esempio https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/note-margine-di-provocare-lo-scisma-il.html

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  13. Ennesimo episodio di una erinnica determinazione di smantellamento del cattolicesimo.

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  14. Prologo.

    Molti anni fa un collega professore mi dice divertito: è venuto da me il padre di uno dei miei allievi, contadino verace, e mi dice "professor, a volo lù sta cassetta de pomi ? Si no ghe a do ai porsei ! (trad. professore, la vuole questa cassetta di mele ? Altrimenti la do ai maiali !) ... ... ...

    Piccola storia triste.

    Bergoglio persevera con erinnica determinazione nello smantellamento di quanto abbia parvenza di cattolico o anche solo di vagamente cristiamo, in questo caso ciò che dovrebbe esserci "di più caro e di più suo, ovvero Roma Apostolica" come diceva la bonanima di Giovanni Paolo II non sapendo in che mani sarebbe poi andata a finire.

    Il 29 giugno scorso, in occasione della tradizionale presenza alle Celebrazioni Petrine della Delegazione Ortodossa, guidata dall'Arcivescovo Giobbe di Telmissos, al termine della Messa Bergoglio si rivolge all'Arcivescovo: "vieni, vieni, ho qualcosa per il Patriarca " e trae dall'auto con cui è giunto in Basilica il cofanetto bronzeo con parte delle reliquie del Principe degli Apostoli, quelle fatte prelevare dal Sacro Deposito della Confessione da Paolo VI per sua devozione personale e da allora custodite nella Capella Privata del Papa a Palazzo Apostolico.

    "Portale al Patriarca, a me non servono più perchà abito a Santa Marta e nell'Appartamento non c'è più nessuno".

    Qui si impone una prima riflessione. Le reliquie "servono" a qualcosa e quando non lo fanno, sia pur in transitoria contingenza, ce se ne libera allegramente affibiandole al primo venuto. (vedasi prologo).

    Qui però non si tratta di reliquie qualsiasi, bensì di quelle del Fondamento stesso della Chiesa Cattolica e della Chiesa di Roma ovvero il Beato Pietro, da cui il Papa medesimo trae ogni potestà e onore. Ma questo sembra sfuggire a Bergoglio, oppure non lo sa.

    Da qui in poi la reazione da parte ortodossa di cui siamo introduttissimi testimoni. Attonito dallo stupore Giobbe chiama subito Bartolomeo che, una volta ripresosi, riesce a tempo di record a organizzare un volo privato da Roma a Costantinopoli per il trasoprto delle (per loro) preziosissime et apostoliche reliquie, accompagnate da un sottosegretario di Stato. Il minimo sindacale che sono riusciti a trovare e che sia più degno del cofano di un'auto.

    Per medesima ammissione dell'Arcivescovo Giobbe il tono di Bergoglio era quello di uno che se ne volesse sbarazzare in fretta, e quindi senza rogito di consegna, senza alcuna cerimonia, senza solennità, senza alcuna partecipazione della Chiesa Romana - né consultata né informata - e specialmente senza consenso da parte del ricevente che infatti ha molto da ridire al riguardo.

    L'ortodossia richiede che vengano restituite le Sacre Reliquie trafugate per antichi eventi bellici e non certo quelle che da sempre si trovano in occidente, primariamente quelle dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che in Roma e non altrove testimoniarono Cristo con il loro sangue. Quando le vogliono venerare vengono a Roma come ogni pellegrino dell'orbe cristiano negli ultimi venti secoli. A Costantinopoli le Sacre Reliquie sono motivo di sommo imbarazzo sia per l'inopportunità del gesto che per l'inadeguatezza della loro attuale posizione che non deve essere lì ma a Roma; come Storia e Fede insegnano ... parametri che a Bergoglio suonano a dir poco irrilevanti.

    Parrebbe che il Patriarca Ecumenico si sia lasciato sfuggire: "mi ritengo il loro custode per il giorno in cui io o un mio successore le restituiremo" ...

    Ad un altro Papa immagino, che non sia l'infedele gesuita Bergoglio ... se mai ve ne sarà un altro.

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  15. Ravasi ha affermato: NOI DISTRUGGEREMO FATIMA
    http://gesuallumanitarimini.blogspot.com/2016/07/ravasi-ha-affermato-noi-distruggeremo.html?m=1

    Vladimir Putin request the consacration of Russia; Pope says no
    https://youtu.be/WehqTwn600Q

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  16. Falso ecumenismo di Bergoglio10 luglio, 2019 07:51

    ECUMENISMO E CATTOLICITÀ
    Un ricco protestante un giorno disse al Santo Curato D'Ars:
    « Signor Curato, mi fido del Cristo che ha detto "Chi crederà in me, avrà la vita eterna"».
    «Ah, amico mio, rispose - Il Signore ha detto ben altro. Ha detto che chi non avrebbe ascoltato la sua Chiesa doveva essere considerato come un pagano. Ha detto che non ci doveva essere che un solo gregge e un solo pastore, e ha stabilito San Pietro come capo di questo gregge».
    Poi con una voce più dolce e penetrante:« Mio caro, non ci sono due maniere buone per servire in Signore, non ce n'é che una, di servirlo cioè come Egli vuole essere servito.
    E qui il Santo scomparve, lasciando l'uomo in un turbamento salutare, precursore della grazia divina dalla quale egli fu felicemente vinto.

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  17. Con il suo inconsulto gesto, Bergoglio è riuscito ad offendere anche gli Ortodossi.

    En passant, il titoto di "patriarca ecumenico" del patriarca di Costantinopoli, non fu
    mai riconosciuto da Roma prima del Vaticano II. Il titolo il patriarca del tempo se lo
    attribuì, forse speculando sul fatto che la città era la capitale di quello che formalmente si considerava ancora impero romano. S. Gregorio Magno, replicò subito dandosi, in quanto Papa, il titolo di "servo dei servi", proprio di contro alla superbia dei bizantini.

    Le dichiarazioni di Ravasi su FAtima e soprattutto la supposto richiesta di Putin circa una consacrazione della Russia (a cosa, al Cuore Immacolato di Maria?), andrebbero controllate.
    Non sembrano credibili, soprattutto quella che si riferisce a Putin.

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