Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 25 settembre 2019

Card. Sarah. «Manipolare il Sinodo sull’Amazzonia sarebbe un insulto a Dio»

E ora anche il Card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, in una recente lunga intervista al National Catholic Register, si sofferma sulla crisi di fede nel mondo contemporaneo, spiegando perché ha deciso di scrivere il suo ultimo libro, Le soir approche et déjà le jour baisse («La sera si avvicina e il giorno volge già al declino») [qui - qui - qui]. E non manca di dire la sua anche sull'imminente Sinodo per l'Amazzonia. Vi ricordo il nutrito indice dei precedenti.
Aggiungo il link a perplessità suscitate da una precedente intervista.

Un «ateismo liquido» contagia il mondo

Sarah parla di un «ateismo liquido», che contagia il mondo, gente di Chiesa inclusa: «La profonda crisi che la Chiesa sta vivendo nel mondo e specialmente in Occidente è il frutto dell'oblio di Dio. Se la nostra prima preoccupazione non è Dio, allora tutto il resto crolla. Alla radice di tutte le crisi, antropologiche, politiche, sociali, culturali, geopolitiche, c'è l’oblio del primato di Dio. Ho cercato di mostrare in questo libro che la radice comune di tutte le crisi attuali si trova in questo ateismo fluido, che, senza negare Dio, vive nella pratica come se non esistesse».

Il cardinale spiega in dettaglio di che cosa si tratti: «Parlo di questo veleno di cui siamo tutti vittime: ateismo liquido. Si infiltra in tutto, anche nei nostri discorsi come sacerdoti. Consiste nell’ammettere, accanto alla fede, modi di pensare o di vivere radicalmente pagani e mondani. E ci convinciamo di questa convivenza innaturale! Ciò dimostra che la nostra fede è diventata liquida e incoerente! La prima riforma da fare è nei nostri cuori. Consiste nel non fare più un patto con le menzogne. La fede è sia il tesoro che vogliamo difendere sia la forza che ci consente di difenderlo».

E purtroppo, secondo Sarah, questo movimento «che consiste nel “mettere Dio da parte”, facendo di Dio una realtà secondaria, ha toccato il cuore di sacerdoti e vescovi. Dio non occupa il centro delle loro vite, pensieri e azioni. La vita di preghiera non è più centrale».

Il travaglio della Chiesa

Tutto questo naturalmente non può non coinvolgere la Chiesa tutta, che sta vivendo un momento di grande travaglio. «Credo che siamo a un punto di svolta nella storia della Chiesa. Sì, la Chiesa ha bisogno di una riforma profonda e radicale che deve iniziare con una riforma del modo di essere e del modo di vivere dei sacerdoti. La Chiesa è santa in se stessa. Ma noi, attraverso i nostri peccati e le preoccupazioni mondane, impediamo a questa santità di splendere. È tempo di abbandonare tutti questi fardelli e finalmente far apparire la Chiesa come Dio l'ha plasmata. Talvolta si ritiene che la storia della Chiesa sia caratterizzata da riforme strutturali. Sono sicuro che sono i santi che cambiano la storia. Le strutture seguono quindi e perpetuano solo le azioni dei santi».

I barbari «sono dentro» la città

L’intervistatore, Edward Pentin, chiede poi ragione al cardinale del titolo del suo libro (La sera si avvicina…), e Robert Sarah risponde così: «Il titolo è cupo, ma è realistico. Veramente vediamo sgretolarsi l'intera civiltà occidentale. Nel 1978, il filosofo John Senior pubblicò il libro La morte della cultura cristiana. Come i romani del IV secolo, vediamo i barbari prendere il potere. Ma questa volta, i barbari non vengono dall’esterno per attaccare le città. I barbari sono dentro. Sono quegli individui che rifiutano la propria natura umana, che si vergognano di essere creature limitate, che vogliono pensare a se stessi come demiurghi senza padri e senza eredità. Questa è la vera barbarie. Al contrario, l'uomo civile è orgoglioso e felice di essere un erede… l’uomo civilizzato è fondamentalmente un erede; riceve una storia, una religione, una lingua, una cultura, un nome, una famiglia».

Invece, adesso, «poiché si rifiuta di accettarsi come erede, l’uomo si condanna all’inferno della globalizzazione liberale, dove gli interessi individuali si scontrano senza alcuna legge diversa da quella del profitto a tutti i costi».

Il prefetto per il Culto Divino vede una situazione di estrema confusione nella Chiesa. «Siamo di fronte a una vera cacofonia di vescovi e sacerdoti. Tutti vogliono imporre la propria opinione personale come una verità. Ma c'è una sola verità: Cristo e il suo insegnamento. Come potrebbe cambiare la dottrina della Chiesa? Il Vangelo non cambia. È sempre lo stesso. La nostra unità non può essere costruita attorno a opinioni alla moda».

Amoris Laetitia e il Magistero di sempre

Come sappiamo, uno dei punti di dibattito e di divisione all’interno della Chiesa è stata la differente interpretazione data da diversi vescovi e conferenze episcopali ad alcune parti di Amoris Laetitia (e in particolare al suo capitolo 8), l’esortazione post-sinodale da cui sono poi nati i Dubia, rimasti finora senza risposta da parte del Pontefice. Che cosa ne pensa Sarah? «Alcune persone usano Amoris Laetitia per opporsi ai grandi insegnamenti di Giovanni Paolo II. Si sbagliano. Ciò che era vero ieri rimane vero oggi. Dobbiamo attenerci fermamente a quella che Benedetto XVI ha definito l’ermeneutica della continuità. L'unità di fede implica l'unità del magistero nello spazio e nel tempo. Quando un nuovo insegnamento ci viene dato, deve sempre essere interpretato in coerenza con l'insegnamento precedente», spiega il porporato al Register.

E aggiunge: «Se introduciamo rotture, spezziamo l'unità della Chiesa. Coloro che annunciano ad alta voce rivoluzioni e cambiamenti radicali sono falsi profeti. Non stanno cercando il bene del gregge. Cercano la popolarità dei media al prezzo della verità divina. Non lasciamoci impressionare. Solo la verità ci renderà liberi. Dobbiamo avere fiducia. Il magistero della Chiesa non si contraddice mai».

No Liturgia «egocentrica», Dio va rimesso al centro

Le parole e le immagini più forti il cardinale guineano le usa a proposito della liturgia. «Se nella liturgia non mettiamo più Dio al centro, non lo mettiamo nemmeno al centro della Chiesa». E parlando della Messa: «L’abbiamo resa una celebrazione piattamente umana ed egocentrica, un’assemblea amichevole auto-esaltante». Sarah difende i documenti del Vaticano II, che sottolineavano la sacralità del rito: «Non è quindi il Concilio a dover essere sfidato, ma l'ideologia che ha invaso diocesi, parrocchie, pastori e seminari negli anni seguenti… abbiamo pensato che il sacro fosse un valore obsoleto. Eppure è una necessità assoluta nel nostro cammino verso Dio. In questo senso, la banalizzazione dell'altare, dello spazio sacro che lo circonda, è stata un disastro spirituale. Se l’altare non è più la sacra soglia oltre la quale Dio risiede, come troveremmo la gioia di avvicinarci? Un mondo che ignora il sacro è un mondo uniforme, piatto e triste. Saccheggiando la nostra liturgia abbiamo disincantato il mondo e ridotto le anime a una piatta tristezza».

La personalizzazione della celebrazione a opera dei preti entra nel mirino di Sarah: «Infine, se la liturgia è opera di Cristo, non è necessario che il celebrante presenti i propri commenti. Non è la moltitudine di formule e opzioni, così come il continuo cambiamento delle preghiere e un'esuberanza della creatività liturgica, che piace a Dio, ma la metanoia, il cambiamento radicale nelle nostre vite e nei nostri comportamenti, seriamente inquinati dal peccato e segnati da ateismo liquido».

Proibire la Messa in Rito antico? Opera diabolica

Sulla proibizione da parte di alcuni della Messa in rito antico, Sarah ha parole durissime. Alla domanda se è vero che molti giovani preferiscano oggi presenziare a celebrazioni nel vetus ordo, cioè secondo la “forma straordinaria” rilanciata dal Summorum Pontificum di Benedetto XVI, il cardinale ha risposto: «Ne sono testimone. E i giovani mi hanno confidato la loro assoluta preferenza per la forma straordinaria, più educativa e più insistente sul primato e la centralità di Dio, sul silenzio e sul significato della trascendenza sacra e divina. Ma soprattutto, come possiamo capire, come non possiamo essere sorpresi e profondamente scioccati dal fatto che quella che ieri era la regola oggi è vietata? Non è vero che proibire o sospettare la forma straordinaria può essere ispirato solo dal demonio che desidera il nostro soffocamento e la nostra morte spirituale?».

Il prefetto del Culto Divino vede una coesistenza fruttuosa fra le due forme della Messa. «Quando la forma straordinaria viene celebrata nello spirito del Concilio Vaticano II, rivela la sua piena fecondità: come possiamo essere sorpresi che una liturgia che ha portato così tanti santi continui a sorridere alle giovani anime assetate di Dio?». «Come Benedetto XVI, spero che le due forme del rito romano si arricchiscano a vicenda. Ciò implica uscire da un'ermeneutica di rottura. Entrambe le forme hanno la stessa fede e la stessa teologia.  [Non è del tutto esatto se si approfondisce, confrontando i due messali, l'ecclesiologia e dunque la teologia che i  due riti sottendono (qui) -ndr]. Contrapporle è un profondo errore ecclesiologico. Significa distruggere la Chiesa strappandola alla sua Tradizione e facendole credere che ciò che la Chiesa considerava santo in passato è ora sbagliato e inaccettabile. Che inganno e insulto a tutti i santi che ci hanno preceduto! Che visione della Chiesa!».

Il Transumanesimo nasce dal rifiuto di Dio

Infine, una riflessione su ciò che secondo il cardinale produce nefasti effetti sulla nostra società. «In questo libro sottolineo che nel cuore del moderno pensiero occidentale c'è un rifiuto di essere bambino, un rifiuto di essere padre, che è fondamentalmente un rifiuto di Dio. Discerno nelle profondità dei cuori occidentali una profonda rivolta contro la paternità creativa di Dio. Riceviamo da Lui la nostra natura di uomini e donne. È diventato insopportabile per le menti moderne. L'ideologia gender è un rifiuto luciferino di ricevere una natura sessuale da Dio. L'Occidente rifiuta di ricevere; accetta solo ciò che si costruisce da solo. Il transumanesimo è l’avatar estremo di questo movimento. Perfino la natura umana, poiché è un dono di Dio, diventa insopportabile per l'uomo occidentale. Questa rivolta è nella sua essenza spirituale. È la rivolta di Satana contro il dono della grazia».

Sinodo Amazzonia non diventi «una manipolazione»

Sul Sinodo dell’Amazzonia, che inizierà il 6 ottobre a Roma, Sarah ha molte perplessità: «Temo che alcuni occidentali confischeranno questa assemblea per portare avanti i loro progetti. Penso in particolare all'ordinazione degli uomini sposati, alla creazione di ministeri per le donne o alla giurisdizione dei laici. Questi punti riguardano la struttura della Chiesa universale. Non possono essere discussi in un sinodo particolare e locale. L'importanza di questi temi richiede la partecipazione seria e consapevole di tutti i vescovi del mondo. Eppure pochissimi sono invitati a questo sinodo. Approfittare di un sinodo particolare per introdurre questi progetti ideologici sarebbe una manipolazione indegna, un inganno disonesto, un insulto a Dio, che guida la sua Chiesa e gli affida il suo piano di salvezza. Inoltre, sono scioccato e indignato per il fatto che il disagio spirituale dei poveri in Amazzonia venga usato come pretesto per sostenere progetti tipici del cristianesimo borghese e mondano».

Fra questi progetti c’è l’abolizione del celibato: «Il celibato è uno dei modi concreti in cui possiamo vivere questo mistero della croce nelle nostre vite. Il celibato inscrive la croce nella nostra carne. Ecco perché il celibato è insopportabile per il mondo moderno. Il celibato sacerdotale è uno scandalo per il moderno, perché la croce “è stoltezza per coloro che si perdono” (1 Corinzi 1:18). Alcuni occidentali non possono più tollerare questo scandalo della croce. Penso che sia diventato un insopportabile rimprovero per loro. Finiscono per odiare il sacerdozio e il celibato».

La preghiera fa tremare Satana

E infine, un richiamo all’umiltà nella preghiera: «Un uomo in ginocchio è più potente del mondo. È un baluardo inespugnabile contro l’ateismo e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio fa tremare l'orgoglio di Satana. Tutti voi che, agli occhi degli uomini, siete senza potere e influenza, ma che sapete rimanere in ginocchio davanti a Dio, non abbiate paura di coloro che vogliono intimidirvi».

28 commenti:

Anonimo ha detto...

"Un uomo in ginocchio è più potente del mondo"
Guardiamo all'eccezione , guardiamo a Padre Pio : cosa puo' fare la santita' , la santita' di uno solo !

Anonimo ha detto...

Il cardinale Sarah si aggiunge?
Oppure fa qualcosa di separato?

Anonimo ha detto...

"Entrambe le forme hanno la stessa fede e la stessa teologia. Contrapporle è un profondo errore ecclesiologico."

Mic, non mi sembra che nei suoi libri lei abbia espresso questo assurdo concetto, anzi tutt'altro, nevvero?

mic ha detto...

Si aggiunge alle pubbliche prese di posizione degli altri. Ma non a caso nell'altra pagina parlavo della necessità, in termini di efficacia e di visibilità urbi et orbi, più consona a La Catholica, di un'azione corale piuttosto che in ordine sparso.

mic ha detto...

Mic, non mi sembra che nei suoi libri lei abbia espresso questo assurdo concetto, anzi tutt'altro, nevvero?

È vero... ne scriverò un articolo mettendo insieme diverse altre cose.

mic ha detto...

Intanto rimando a questo link

Il Rito Romano Antico e l'applicazione del Summorum Pontificum - Maria Guarini
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/06/il-rito-romano-antico-e-lapplicazione.html

Marisa ha detto...

"I conquistadores non trovarono civiltà ma satanismo totale".

È proprio per questo che è stata scelta l'Amazzonia!
I tirapiedi del capataz della neochiesa giocheranno 'in casa', perché - da che mondo è mondo - chi si assomiglia si piglia.

https://cristianesimocattolico.wordpress.com/2019/09/24/i-conquistadores-non-trovarono-civilta-ma-satanismo-totale/

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto per il cardinal Sarah, ci sono diverse criticità che emergono da questa intervista, naturalmente niente di nuovo sotto il sole. Non solo l'equiparazione dei due riti ma anche l'accettazione, anzi l'esaltazione, acritica del CVII e la famigerata, quanto problematica,per non dire farlocca, ermeneutica della continuità.
Purtroppo questo passa il convento.

Anonimo ha detto...

"Non solo l'equiparazione dei due riti ma anche l'accettazione, anzi l'esaltazione, acritica del CVII e la famigerata, quanto problematica,per non dire farlocca, ermeneutica della continuità."

Vien da domandarsi se Sarah non faccia un'azione separata proprio per far nuovamente risaltare bene in evidenza queste sue farlocche "specialità"

Maurizio ha detto...

«Quando la forma straordinaria viene celebrata nello spirito del Concilio Vaticano II, rivela la sua piena fecondità...»

I commenti più benevoli verso le enunciazioni di Bergoglio parlano spesso della loro "ambiguità". Ma qui abbiamo, insieme a tante affermazioni sacrosante e, per noi, consolanti, un esempio di ambiguità proprio del cardinale Sarah: come si fa ad associare alla celebrazione del Vetus Ordo l'adesione allo spirito del Concilio Vaticano II? Io le assocerei, piuttosto, la definizione di atto che meglio rappresenta l'offerta incruenta del Santo Sacrificio a Dio Padre (cosa che Sarah ha fatto più volte, ma non qui... qui si premura di fare il consueto e obbligatorio atto di deferenza verso il Concilio...).
E poi, il riferimento alla fecondità ...Come se, prima del Concilio Vaticano II, il Vetus Ordo non fosse stato pienamente fecondo e lo fosse diventato solo dal 1965 in poi!
Oltretutto, così esprimendosi, porta involontariamente acqua a tutti quei modernisti che, di fatto, identificano la Tradizione con i contenuti dei documenti del Concilio Vaticano II ...

mic ha detto...

Non è la prima volta che notiamo le pecche nelle affermazioni del card. Sarah; mentre lo stesso non si può dire, e ne sono certa perché li conosco di persona, del card. Burke e di Mons. Schneider. Semmai il problema, anche con loro è sempre quello di non poter mai risalire con esplicita chiarezza alle radici della crisi terribile che stiamo attraversando... anche se pur citando spesso il concilio, non citano mai le parti ambigue o le distorsioni. Tra l'altro vi ricordo che mons. Schneider prefigurava la necessità di un nuovo Sillabo, riconoscendo nei documenti conciliari i diversi livelli di validità (e dunque di autentica e non falsificata continuità) al pari di mons. Gherardini...

Valeria Fusetti ha detto...

Anche di questo sant' uomo, purtroppo, non c' è altro da dire che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere. Così per salvare il CVII e l' impossibile "ermeneutica della continuità",anche con le migliori intenzioni del mondo, chi lo nega ? si continua a fare il diabolico gioco della Nouvelle Theologie che, avendo raggiunta la sua logica " pienezza dei tempi", è arrivata ad essere la Nouvelle Apostasie.

mic ha detto...

Esempio di giusta critica al concilio che indica le radici della distorsione odierna:

"Dopo il Concilio, la nozione di Popolo di Dio ha sostituito quella del Corpo mistico di Cristo. Essa è onnipresente nel nuovo Codice di diritto canonico pubblicato nel 1983. Ma nel 1985 vi è stata una modifica: la dicitura «Popolo di Dio» è diventata ingombrante, perché autorizzava delle derive verso la teologia della liberazione e il marxismo. È stata sostituita da un’altra nozione, ugualmente tratta dal Concilio: l’ecclesiologia di comunione, che permette un’appartenenza alla Chiesa assolutamente elastica; tramite quest’ultima, tutti i cristiani sono uniti, chi più, chi meno, nella stessa Chiesa di Cristo, il che fa sì che il dialogo ecumenico sia diventato babelico, come è avvenuto all’incontro di Assisi nel 1986. La Chiesa sembra ormai vicina all’immagine del poliedro a cui è tanto affezionato Papa Francesco: «una figura geometrica che ha molte facce diverse. Il poliedro simboleggia la confluenza di tutte le diversità che, pur riunendosi in esso, conservano intatta la loro originalità. Niente si dissolve, niente si distrugge, nulla domina sul resto»3.
Vedete questa stessa radice ecclesiologica all’origine delle riforme annunciate nell’Instrumentum laboris del prossimo sinodo sull’Amazzonia, o nel progetto di riforma della Curia romana?
Tutto finisce col riportare, direttamente o indirettamente, ad una falsa nozione di Chiesa..."

Don Pagliarani qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/09/sup-gen-spx-chiesa-sinodale-piramide.html

Anonimo ha detto...

@ Valeria Fusetti
Vero però nella gerarchia sono 4 o 5 che hanno il coraggio di parlare apertamente.
Se non dicessero nulla non sarebbe peggio?
Partendo dalle posizioni del Cardinal Sarah si può arrivare a capire quello che lei dice. Se si sentono solo i bergogliani, i teologi indigenisti, il Cardinal Bassetti, Enzo Bianchi magari si finisce per prendere strade lontane dal Cattolicesimo Romano.
In fondo dire
" Non è vero che proibire o sospettare la forma straordinaria può essere ispirato solo dal demonio che desidera il nostro soffocamento e la nostra morte spirituale?"
oggi è un atto veramente coraggioso con l'aria che tira.
Nondimeno sull'ermeneutica della continuità lei ha perfettamente ragione.

Anonimo ha detto...

Segnalo due articoli della Rivista La Tradizione Cattolica.
Paolo VI e l’autodemolizione della Tradizione
Intervista a don Daniele Di Sorco

si può scaricare gratuitamente il pdf.
https://fsspx.it/it/publications/magazines/la-tradizione-cattolica-n%C2%B0110-2019-n%C2%B02-47663

Anonimo ha detto...

Massimo Viglione:
Interessante notare che Papa san Gregorio VII, il grande Ildebrando di Soana, ovvero una delle tre colonne portanti della Chiesa medievale, l'artefice primo (ma non unico) della Riforma e della salvezza della Chiesa in quel tempo, invitò, proprio come papa, a non frequentare i sacramenti del clero simoniaco.
Detto altrimenti: "meglio non andare a Messa piuttosto che andare da questi cialtroni".
Che c'entra mo' questo?
C'entra, c'entra... E tra qualche settimana c'entrerà in maniera ineluttabile.
Nei mesi futuri, non perdete la fede. Pensate a san Gregorio VII piuttosto...

Anonimo ha detto...

In riferimento a quanto ho scritto alle 14,41, devo constatare che, a differenza del cardinale Sarah, Mons. Pagliarani, in tutta l'intervista, ha mostrato grande chiarezza, fermezza e coerenza. Nemmeno Burke e Schneider affrontano la "questione" Vaticano II in termini così espliciti.

Anonimo ha detto...



Sulle questioni essenziali, il cardinale Sarah, con tutto il rispetto, non risponde, svicola. A ben vedere, un'intervista deludente.
Non entra nel merito dei problemi sollevati da Amoris Laetitia nè nel merito del documento preparatorio per il Sinodo sull'Amazzonia, che contiene cose semplicemente allucinanti.
Si preoccupa che il Sinodo non venga manipolato per introdurre riforme (negative) per l'intera Chiesa. Un po'poco, direi. Di ben altro peso le critiche allo Instrumentum laboris di mons. Schneider, del card. Mueller e di qualcun altro.
Ripete poi le sue ben note posizioni sulla liturgia. Circa il Concilio: come fa a non rendersi conto che la disastrosa "creatività" imperante nel rito del NO, è dovuta proprio al fatto che è stata introdotta dalla cost. conc. "Sacrosanctum Concilium"? Certo, non autorizzava gli abusi che sappiamo ma questo non è un argomento. Stabiliva un principio (sperimentazione, inculturazione dei riti, ampio uso del volgare) sempre respinto dal Magistero e a ragione. E perché respinto? Perché è una di quelle classiche innovazioni che si prestano intrinsecamente all'abuso portando alla rovina l'istituzione nella quale avvengono. Una di quelle innovazione disciplinabili solo sulla carta. E poi, da parte di chi? Di autorità che non vogliono gli abusi ma condividono l'impostazione modernistica di fondo della Liturgia.
Temo che nel caso del pur coraggioso card. Sarah, come nel caso di altri, ci siano limiti di cultura e caratteriali insuperabili, mancanza di audacia intellettuale. Che forse manca anche a quei tradizionalisti che hanno reagito male alle documentate accuse di eresia rivolte a Papa Francesco.
Finora il critico più acuto e più profondo, anche nei confronti del Concilio, è stato mons. Schneider.
Z.

Anonimo ha detto...

http://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=35878

ES DISTINTA Y MUY LEJANA DE LA VISIÓN BÍBLICA Y CRISTIANA DEL HOMBRE
Cardenal Urosa: la antropología del Instrumentum Laboris del Sínodo para la Amazonia no es católica

El cardenal Jorge Urosa Savino, arzobispo emérito de Caracas ha escrito un artículo en el que analiza el Instrumentum Laboris (IL) del sínodo para la Amazonia. Aunque alaba la defensa de los derechos de los pueblos indígenas, advierte que la antropología del texto es contraria a la antropología católica y a la visión bíblica y cristiana del hombre.

Anonimo ha detto...

Perché soprendersi o stracviarsi le vesti per alcune espressioni di S. Em. ... o anche di altri prelati?

Non dimentichiamo che sono figli di questo tempo e del Concilio - come tutti noi del resto!
C'è già da apprezzare l'onestà intellettuale oltre ad un'apertura alle luci Interiori che guidano al Bene e alla Verita.
Gesù è ancora nella Sua Chiesa, nonostante tutto e nonostante gli uomini... "Fa quel che può" e con gli strumenti che ha a disposizione

Anonimo ha detto...

"...Non dimentichiamo che sono figli di questo tempo e del Concilio..."

Vero, verissimo, ma ognuno di noi è figlio del suo tempo, generazione più o generazione meno. In questo tempo ognuno ha ricevuto la sua educazione dai suoi genitori e dai suoi insegnanti e dai suoi amici e dalle sue esperienze, questi strati che si sono accumulati nel tempo devono, prima di essere accumulati, man mano venir passati al setaccio del bene e del male, meglio di NSGC. Solitamente la fine dell'adolescenza e la prima giovinezza mettono sotto giudizio i genitori; nella piena gioventù si mettono sotto giudizio i propri insegnati e si decide in qualche modo di fare a meno degli uni e degli altri, perché si è capito il mondo; gli amici sono tutto e come noi hanno capito tutto, nel mentre finiti gli studi, si comincia a lavorare,uno si sposa, l'altro convive, l'altro dissipa tempo e sostanze e nascono figli o si abortisce o si incita all'aborto causa lavoro o altre cause sociali,tutte fittizie, nel mentre anche gli amici vengono messi sotto giudizio, non tutti gli amici sono un tesoro; anche le nostre esperienze non son tutte da raccontare, forse solo al confessore. Questo sintetico/ schematizzato percorso ad ogni passo richiede una verifica dei passi appena fatti o già fatti da tempo, per capire se siamo sulla via giusta. Questo è un dovere che impone la salita verso il monte, cioè capire fino a che punto la persona, il libro, la situazione che hai davanti è un esempio positivo o no. Se non lo è devi prenderne le distanze interiormente se non proprio fisicamente. Sono pochi quelli che sono in grado di resistere allo 'spirito di gruppo' e/o allo 'spirito del tempo' qualsiasi sia il gruppo, qualsiasi sia il tempo, anche il cerchio magico papale, o il tempo di questo o quel papa più meno degno, devono passare sotto nuovo discernimento. Credo che questa a-criticità sia un aspetto del pensiero cattolico e dovrebbe essere riconsiderata, senza cadere però nella iper eppoi ipo criticità protestante. Con il presente pontefice abbiamo davanti tutta una schiera di consacrati ai quali di sacro è rimasto pochissimo, se qualcosa è rimasta, e questo poco si esprime nei loro pensieri, parole, opere, omissioni e s c r i t t i. Chi vuol ritrovare la sua genuina vocazione deve mettersi a riconsiderare uomini e fatti e letture e studi alla luce di NSGC, nostro Unico Maestro, e del Suo unico insegnamento.

Anonimo ha detto...

Parto da 2 constatazioni che possono farci riflettere sulla via ortodossa senza prendere con ciò posizione alcuna a favore di uno o dell'altro, dando per assodato il paganesimo totale ammantato del nome cattolico- nome fasullo- dal sinodo amazzonico in poi, quindi con impossibilità di assistere a riti in cui si prega in comunione con costoro, e quindi a stare "senza rito", salvo qualche ravvedimento futuro di qualche ecclesiastico che abbia il coraggio di affrontare il botto mondiale. La prima è che il card.Ottaviani, il card.Oddi, il card.Siri e pochi altri veramente cattolici (aggiungo padre Pio, madre Teresa, don Villa) accettarono, malgrado le loro perplessità, il concilio con le novità di Paolo VI, novità proprie più che del concilio che fece tuttavia da apripista borderline. Magari furono pubblicati documenti modificati? Non so. La seconda constatazione è che mons.Lefebvre,che sedeva a fianco del primo demolitore progressista card.Lienart, primo nel richiedere l'archiviazione degli studi già preparati, firmava i documenti che in seguito ebbe a criticare. Inoltre non risulta che abbia portato buoni frutti il suo albero, ha salvato la dottrina e il rito alla data almeno, ma si ricordi che un massone aveva approvato la bellezza del rito. Le divisioni successive alla separazione scismatica del monsignore, che fu tale se si vuole avere onestà intellettuale, dimostrano che l'albero non fu dei migliori: su 4 vescovi uno fu scismatico da essi, tra il clero 4 fuoriusciti fondarono l'Istituto Mater boni consili, e 2 fuoriuscirono anche da lì. Don Floriano fu cacciato per motivi non dottrinali ma di opportunità politica e divenne una cum sé medesimo. Onore al merito ed alla buona fede di tutti, ma qui non ci sta l'unità della Chiesa. Le apparizioni e miracoli eucaristici avvennero nella Chiesa di Montini, per aiuto al popolo di Dio, non certo del clero che si è premurato di negarle quanto gli è riuscito:Ghiaie di Bonate, Fontanelle di Montechiari, Garabandal, Dozulè, Medjugorje e non solo . Miracoli eucaristici sotto il vescovato di Bergoglio a Buenos Aires. La lotta si sta conducendo qui, sono i francescani dell'Immacolata e simili ad essere perseguitati, vengono reintegrati nell'era bergogliana i lefebvriani, altra connotazione che va a sfavore (che poi se è revocata la scomunica da BXVI avranno anche avuto la giurisdizione valida da allora, sempre che la revoca fosse valida, ed allora la scomunica ebbe ad essere invalida, ed allora perché concedere giurisdizione nel personale anno misericordino?). Inoltre una finale costatazione, siamo di fronte ad un castigo divino minacciato nel 1846 a La Salette e pre-avvisato a Fatima (la visione del 2000 è lampante con croce di sughero fasulla a cui muore il papato coi cattolici di ogni età e condizione sociale) della Chiesa, che fino a Pio XII fu valida, senza contestazione alcuna da parte di alcuno, pur avendo essa il rito giusto, i sacramenti giusti, la dottrina giusta. Un buon esame di coscienza ci vuole per tutti e sarebbe ora di smettere le autoincensazioni ed i settarismi per cercare la sola verità.

mic ha detto...

Per Anonimo 12:12
Smettiamola di aggiungere confusione a confusione....

Anonimo ha detto...

Condivido la perla preziosa che il Cardinale Sarah ci ha donato «Un uomo in ginocchio è più potente del mondo. È un baluardo inespugnabile contro l’ateismo e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio fa tremare l'orgoglio di Satana. Tutti voi che, agli occhi degli uomini, siete senza potere e influenza, ma che sapete rimanere in ginocchio davanti a Dio, non abbiate paura di coloro che vogliono intimidirvi».
Annalisa

Anonimo ha detto...

E' la prima volta che sento dire da un uomo di chiesa, quale dimostra di essere il Card. Sarah, che l'uomo è grande quando è inginocchiato davanti al suo Dio: ne condivido in pieno l'essenza!!
Per questo non accetto che la comunione ora venga ricevuta in piedi e così venga ricevuta in piedi la benedizione finale della S. Messa. Quando l'uomo è in ginocchio davanti al suo Dio coglie la realtà limitata della sua natura di fronte all'onnipotenza di Dio, la dipendenza totale della creatura davanti al suo Creatore, dell'essere finito davanti all'Infinito, dell'imperfetto davanti alla Perfezione assoluta, dell'esistente davanti all'Essere Eterno.
Ancora non riesco a capire il motivo per cui Papa Bergoglio non senta la necessità d'inginocchiarsi davanti al Santissimo, al Crocifisso, alla Madonna(come a Fatima) mentre non ha esitato ad inginocchiarsi (anzi .... a prostrarsi), per 4 volte di seguito, davanti a esponenti di un governo africano!!!!

fabrizio giudici ha detto...

I limiti del card. Sarah, che poi sono gli stessi degli altri buoni cardinali, è che sono ratzingeriani.

Anonimo ha detto...

Leggo le vostre considerazioni, come altre di illustri cattolici sul web, che mi aiutano a seguire con (faticosa) attenzione le controversie crescenti attorno al groviglio di questo temibile sinodo, più dannoso che utile di certo, viste già le premesse.
Scusate la mia ignoranza, non ho ben capito quella dichiarazione nel titolo: secondo voi perchè il card. Sarah parla di "manipolazione" ? mica vorrebbe dire che se il sinodo non fosse manipolato, sarebbe buono ? e in che modo viene manipolato, ammesso che l'idea iniziale fosse buona ?
Grazie per una cortese risposta.

fabrizio giudici ha detto...

@Anonimo 18:30

Ho pensato la stessa cosa. Per la verità, Sarah non dice niente di sbagliato, solo che il discorso si muove sul filo del paradosso: se non ci fosse manipolazione, non ci sarebbe neanche il sinodo.