Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 9 novembre 2019

Card. Sarah: “La Chiesa non la riformiamo con la divisione e l’odio, ma quando cominciamo a cambiare noi stessi!”. Alcune osservazioni

Sul sinodo dell'Amazzonia si era già pronunciato qui: «Manipolare il Sinodo sull’Amazzonia sarebbe un insulto a Dio».

Introduzione
Lettura per molti versi sorprendente sul card. Robert Sarah, quella di Michael Warren Davis, ripresa nella nostra traduzione da Crisis Magazine. che indica il libro del cardinale, Si fa sera e il giorno ormai volge al declino come manuale per la nuova Contro-Riforma, ritenuta indispensabile per la riconosciuta grave crisi della Chiesa.
Mi fa tornare in mente l'intervista, rilasciata dal cardinale al Corriere, che ha suscitato non poche perplessità [qui]. Di questa non entro nei dettagli perché è un discorso complesso che non riesco ad affrontare ora; ma non posso ignorare le nuove chiavi di lettura offerte da questo articolo, con alcune chiose ad alcuni punti del testo che comunque evidenzio sinteticamente.
  • La prima chiosa sull'affermazione: “Non abbiamo paura di dire che la Chiesa ha bisogno di riforme profonde e che questo avviene attraverso la nostra conversione”. Queste ultime tre parole sono cruciali: attraverso la nostra conversione. “Non riformiamo la Chiesa con la divisione e l’odio”, avverte; “Riformiamo la Chiesa quando cominciamo a cambiare noi stessi!
    Il dilemma sta nella risposta ai seguenti interrogativi: una denuncia che viene  da sentinelle deste (non come quelle cieche insieme ai cani muti: Isaia 56,10) può generare divisione e odio o non è piuttosto un grido di allarme che mette in guardia il gregge disperso? Una denuncia che, nel silenzio della maggior parte dei pastori, non cambia ma difende e riafferma l'insegnamento costante. E parlare di divisione e odio non è forse anche in questo caso un aspetto del solito neo-linguaggio che definisce 'attacchi' che generano odio, tutto ciò che non si uniforma all'andazzo dominante? Davvero neutralizzabile solo con la conversione e la preghiera? Dovrebbe bastare quella di un 'piccolo resto'? Ma chi si converte più se l'annuncio, indispensabile per comando del Signore, è diventato inopportuno proselitismo a fronte della contro-evangelizzazione che stiamo subendo? Se il card. Sarah dice: “Non abbiamo paura di dire che la Chiesa ha bisogno di riforme profonde e che questo avviene attraverso la nostra conversione” e raccomanda: “Andateriparate con la vostra fede, con la vostra speranza e con la vostra carità”, il Signore forse non dice: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»? 
  • La seconda sull'affermazione, associata dall'articolista al fatto che "potremmo far perdere la fiducia nei nostri padri spirituali": “Coloro che fanno annunci sensazionali di cambiamento e rottura sono falsi profeti”. A chi si riferisce Sarah? A chi promuove il cambiamento e la rottura (peraltro innegabili) o a chi denuncia? Bisognerebbe contestualizzare leggendo il libro.
    O quando vien detto "Può anche incoraggiare la disobbedienza in nome della purezza teologica: non dobbiamo dimenticare che i protestanti originari si consideravano conservatori". 
  • La terza sull'osservazione: “... Di cosa abbiamo bisogno per cambiare noi stessi? Di tutto ciò che non ci separa da Lui. Egli attacca le radici spirituali e morali delle marcite radici che si diffondono ben oltre il Vaticano e vanno oltre il 2013”.
    Questo è vero; Le radici del male sono sempre presenti e non riguardano solo questo pontificato; ma alcuni polloni (certamente provenienti da lontano) e ora divenuti foresta inestricabile sono entrati attraverso le più volte ricordate ambiguità e innovazioni travestite da aggiornamento del 'pastorale' Vaticano II. E, se allora le marcite radici erano in profondità, sepolte da una più o meno spessa coltre di terra buona, ora sono in superficie e ammorbano l'aria che respiriamo. Nell'ottica del cardinale significa che devono aumentare la preghiera e l'offerta. Cosa buona e giusta; ma come la mettiamo con le sentinelle deste di cui sopra, che già Giovanni XXIII etichettava come profeti di sventura e ora vengono sprezzantemente ignorate (vedi i Dubia e i reiterati successivi appelli e richiami)? Esse che non sono mai mancate e mai mancheranno nel Popolo di Dio diventato corpo mistico di Cristo, mentre ora dovrebbero tacere e obbedire, se non ho capito male? Tra l'altro San Giovanni della Croce obbediva alle punizioni ma non  recedeva dalle sue convinzioni.
Certamente la conversione personale e la coerenza di vita - grazie ad una fede retta alimentata da preghiera, digiuno e altri sacrifici - è ciò che fa di una persona un cristiano, un Figlio di Dio nel Figlio. La conversione è alla base di ogni impegno personale e comunitario per il presente e per il futuro della Chiesa e del mondo; ma nell'ottica dell'incarnazione non esclude la risposta personale, se occorre, di testimonianza pubblica, coram populo, commisurata alla responsabilità del proprio status. A maggior ragione per chi riveste un grado elevato della gerarchia piuttosto che per un fedele comune. Me lo dico razionalmente e in coscienza; ma il discorso mi mette in crisi e non mi spiego come il cardinale possa affermare che Papa Francesco è un “figlio fedele e devoto di sant’Ignazio”. Semmai è ciò per cui si prega...  E, se posso continuare a pregare per il papa, non posso obbedire o aderire al profluvio di storture, a danno di tante anime, che vedo e sento ogni giorno. Inoltre mi ricorda quei conservatori conciliari che per anni ci hanno messi al bando definendoci "tradi-protestanti". E comunque sarà utile risalire al testo originale (Maria Guarini) 

Card. Sarah: “La Chiesa non la riformiamo con la divisione e l’odio, ma quando cominciamo a cambiare noi stessi!”

Nel 1577, San Giovanni della Croce fu fatto prigioniero da un gruppo di carmelitani di Toledo che si opponevano alle riforme dell’Ordine che si accingeva ad intraprendere con Santa Teresa d'Ávila. Per otto o nove mesi, fu tenuto in una cella di 1,8 per 3 metri. Il soffitto era così basso che Giovanni, per quanto piccolo di statura, a stento riusciva a stare in piedi. La sua unica tunica era costantemente intrisa di sangue a causa dei frequenti flagelli. Il cibo che gli davano era così cattivo che sospettava che i suoi carcerieri cercassero di avvelenarlo; diceva un Atto d’amore ad ogni morso per darsi coraggio contro la calunnia.

Eppure fu qui che scrisse il Cantico Spirituale e parti del suo capolavoro, La notte oscura dell’anima. Sopportava la prigionia e la tortura con tale amore, pazienza e determinazione che i carmelitani più anziani lo chiamavano “il codardo”. I monaci più giovani – non ancora avvelenati dalla decadenza e dallo spirito di faziosità della Chiesa del XVI secolo – piansero il coraggio di Giovanni di fronte alla sofferenza. T tra loro sussurravano: “Questo è un santo”.

La storia più commovente, a mio avviso, arriva alla fine della sua prigionia. La figlia spirituale di Giovanni, santa Teresa Benedetta della Croce – nota anche ai cattolici con il suo nome secolare, Edith Stein – la richiama nella Scienza della Croce:
Il priore Maldonado [il leader dei “Calzati”] giunse alla cella di Giovanni accompagnato da due religiose. Il prigioniero era così debole da non potersi muovere. Pensando che il suo carceriere fosse entrato, non si mosse [per alzarsi]. Il priore lo colpì col piede e gli chiese perché non si fosse alzato in sua presenza. Mentre Giovanni stava per chiedere scusa, dicendo che non sapeva chi fosse entrato, Padre Maldonado chiese: “A cosa stavi pensando, visto che eri così assorto?” [San Giovanni rispose]: “stavo pensando che domani è la festa della Madonna e che sarebbe una grande consolazione per me poter celebrare la Messa”.
(Si dice che la Vergine gli apparve il giorno dopo e gli mostrò come aprire la serratura. Parlando dell’amore di una madre!)

È diventato ormai comune dire che la Chiesa sta affrontando la sua più grande crisi dalla Riforma protestante. Dobbiamo ricordare che un sacerdote molto diverso – Martin Lutero, un frate agostiniano – ha avuto una risposta molto diversa di fronte alla corruzione nella Chiesa: ha accusato il Papa di essere l’Anticristo e ha attaccato l’insegnamento magisteriale, compreso il dogma della Presenza Reale. Egli ha sfidato i vescovi, subìto la scomunica e fondato una chiesa completamente nuova per diffondere i suoi insegnamenti.

Giovanni sapeva che non ci può essere un’autentica riforma in assenza di obbedienza ai propri legittimi superiori – anche a quelli crudeli e corrotti come il Priore Maldonado. Ecco perché Giovanni è ricordato come il più grande santo della Controriforma e Lutero come il più pericoloso eretico della storia cristiana.

Ho pensato a San Giovanni mentre leggevo il nuovo libro del cardinale Robert Sarah, Si fa sera e il giorno ormai volge al declino [qui - qui - qui]. È dedicato a due pontefici molto diversi: Papa Benedetto XVI (un “incomparabile architetto della ricostruzione della Chiesa”) e Papa Francesco (un “figlio fedele e devoto di sant’Ignazio”). Eppure è Sarah stesso, credo, a tracciare il miglior progetto che probabilmente vedremo per la riforma ecclesiale – o forse dovrei dire contro-riforma.

Oggi, la parola “riforma” cade goccia a goccia con allusioni, proprio come ai tempi di San Giovanni della Croce. Sta a significare il desiderio di cambiare l'insegnamento permanente della Chiesa come soluzione alla corruzione istituzionale. Usa una crisi temporale come scusa per propagare errori spirituali. Usa la confusione morale per camuffare l’innovazione. Può anche incoraggiare la disobbedienza in nome della purezza teologica: non dobbiamo dimenticare che i protestanti originari si consideravano conservatori.

Solo perché un uomo si oppone ai Maldonados nella Chiesa non fa di lui un Giovanni della Croce. Può benissimo essere un Martin Lutero.

Non ho dubbi che il cardinale Sarah, per esempio, è un Giovanni della Croce. Come il Dottore mistico, prende sul serio l’avvertimento di San Paolo agli Efesini: “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”. In definitiva, la fonte della presente crisi – dove “presente” significa il XVI secolo o il XXI – non è nuova: è il peccato originale.

In definitiva, quindi, anche la soluzione non è nuova: è la ricerca di una maggiore santità. Poiché il nostro Nemico è il peccato stesso, i peccati più facili da combattere sono quelli che infestano la nostra anima. Come dice San Francesco d’Assisi, “il soldato di Cristo deve cominciare con la vittoria su se stesso”.

Si fa sera e il giorno ormai volge al declino è un manuale per la nuova Contro-Riforma. Ed è così che, egli è preoccupato nell’affrontare le false soluzioni alla crisi come lo è con la crisi stessa, confutando sia i Luteri sia i Maldonados. Sua Eminenza avverte che:
Nessuno sforzo umano, per quanto talentuoso e generoso, può trasformare un’anima e darle la vita di Cristo. Solo la Grazia e la Croce di Gesù può salvare e santificare le anime e far crescere la Chiesa. Moltiplicare gli sforzi umani, credendo che i metodi e le strategie hanno una qualche efficacia in se stessi, sarà sempre una perdita di tempo.
Il cardinale Sarah non ci sta raccomandando di ignorare la crisi. Al contrario. “Non abbiamo paura di dire che la Chiesa ha bisogno di riforme profonde e che questo avviene attraverso la nostra conversione”. “Andate”, raccomanda, “riparate con la vostra fede, con la vostra speranza e con la vostra carità”.

Ma sento già le obiezioni: “Aspetta un attimo, Davis. Questo non mi sta bene. E Bergoglio? Che dire di Pachamama e del ‘percorso sinodale’ dei vescovi tedeschi? E la relazione Viganò e i dubia senza risposta? Intendi dire che dovremmo ignorare tutto questo e recitare il rosario?”

Beh, il rosario è certamente un buon punto di partenza e un buon punto di arrivo. Non è un brutto posto per fermarsi lungo la strada.

È vero che nessuna crisi è mai stata risolta con la semplice inazione. Ma, una volta che abbiamo deciso di agire, la domanda diventa: come agire nel modo più efficace? La risposta del cardinale Sarah è: la preghiera. Il suo libro fondamentalmente è centrato sull’efficacia della grazia.

Chi segue le meditazioni quotidiane di un altro carmelitano scalzo, P. Gabriele della Divina Intimità di S. Maria Maddalena, può ricordare la riflessione di due mercoledì fa sulla preghiera apostolica. Come ci ricorda P. Gabriele,
Non possiamo mai essere certi che le nostre preghiere saranno esaudite secondo le nostre aspettative, perché non sappiamo se ciò che chiediamo è conforme alla volontà di Dio; ma quando si tratta di una questione di preghiera apostolica che chiede la grazia e la salvezza delle anime, è una questione molto diversa. Infatti, quando preghiamo per i fini dell’apostolato, siamo inseriti nel piano che Dio stesso ha predisposto da tutta l’eternità, quel piano di salvezza di tutti gli uomini che Dio vuole mettere in atto all’infinito più di noi; non possiamo quindi dubitare dell’efficacia della nostra preghiera. Per questa efficacia, la preghiera apostolica è uno dei mezzi più potenti per promuovere l’apostolato.
Infatti, “se Dio ha voluto che la distribuzione della grazia nel mondo dipendesse dalle preghiere degli uomini”, allora non possiamo rendere un servizio migliore alla Chiesa che distribuire diligentemente queste grazie, insegnando agli altri come farlo e incoraggiandoli nei loro sforzi.

Allo stesso modo, il Nemico sarebbe molto gratificato se arrivassimo a valutare i nostri “metodi e strategie” al di sopra di quelli di Nostro Signore. Meglio ancora, potremmo distrarre gli altri. Potremmo unirci ai media laici e anticattolici nell’amplificare la corruzione all’interno della Chiesa, portando così altri a scandalizzarsi. (Quasi il 40 per cento dei cattolici americani ha considerato la possibilità di lasciare la Chiesa per abusi sessuali clericali.) Potremmo far perdere la fiducia dei nostri fratelli cattolici nei nostri padri spirituali. (“Coloro che fanno annunci sensazionali di cambiamento e rottura sono falsi profeti”, accusa il cardinale Sarah).

La strategia di riforma del nostro Beato Signore è abbastanza semplice: “Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; bussate, e vi sarà aperto”. Tutto il resto è rumore inattivo.

Il cardinale Sarah, naturalmente, non ci suggerisce di ignorare la crisi della Chiesa. Al contrario, scrive: “Non abbiamo paura di dire che la Chiesa ha bisogno di riforme profonde e che questo avviene attraverso la nostra conversione”. Queste ultime tre parole sono cruciali: attraverso la nostra conversione. “Non riformiamo la Chiesa con la divisione e l’odio”, avverte; “Riformiamo la Chiesa quando cominciamo a cambiare noi stessi!”

Dove dovrebbe condurci la nostra conversione? A una fede più profonda in Cristo, in contrapposizione a una fede orgogliosa nei nostri schemi. Di cosa abbiamo bisogno per cambiare noi stessi? Di tutto ciò che non ci separa da Lui. Egli attacca le radici spirituali e morali delle marcite radici che si diffondono ben oltre il Vaticano e vanno oltre il 2013. 

Al centro di ogni moderna corruzione e decadenza – sia all’interno che all’esterno della Chiesa – è il problema del materialismo. Secondo la commovente espressione del card. Sarah: “Il soprannaturale è inghiottito nel deserto del naturale”. Ecco perché la vera soluzione alla crisi attuale – vale a dire la preghiera e il digiuno – sembra così pittoresca, forse anche ingenua. È come se non riuscissimo a spiegare la differenza tra un’immagine di San Michele armato per la battaglia e uno dei putti di Bouguereau.

La manifestazione più evidente di questa decadenza, di questo materialismo pervasivo, è lo smartphone. Sua Eminenza ci chiede di considerare quanto tempo passiamo “assorbiti dalle immagini, dalle luci, [e] dai fantasmi” che offre. Egli chiama l’onnipresente schermo “un’illusione eterna, una piccola cella di prigione”. Il cardinale avverte che questi dispositivi
rubano il silenzio, distruggono la ricchezza della solitudine e calpestano l’intimità. Spesso ci strappano alla nostra vita amorosa con Dio per esporci alla periferia, a ciò che è esterno a noi in mezzo al mondo.
(A proposito, questo vale anche per i tablet, i computer e le televisioni.)

Possiamo arrivare a liberarci dei nostri dispositivi, disattivare i nostri social media e dedicare quelle ore liberate ad approfondire il nostro rapporto con Dio? Possiamo accettare che la Chiesa crescerà sempre più grande e più forte solo quando noi stessi diventeremo più piccoli e mansueti? Possiamo fidarci di Cristo abbastanza da accettare la sua offerta di smettere di portare il nostro fardello e di riposare? Siamo abbastanza umili da ammettere che il nostro fardello è troppo pesante per poterlo portare, e di prendere invece il Suo giogo più leggero?

Martin Lutero disse di No, e continuò a nominarsi riformatore della Chiesa. Nella sua arroganza e disobbedienza, quel frate ha ferito la nostra Santa Madre più gravemente di tutti i Maldonados messi insieme.

Giovanni della Croce era accanto alla Chiesa. Egli pulì le sue ferite con le lacrime che piangeva per i peccati, soprattutto i suoi. L’ha nutrita con il suo digiuno. L’ha rafforzata con la sua sofferenza. Egli le ha tenuto compagnia nella notte buia, anche quando Nostro Signore ha ritirato la Sua dolce consolazione. Furono la pazienza, l’umiltà e l’obbedienza – anche verso Maldonado – a conquistare alla sua causa i malvagi monaci del priore.

“Se pensate che i vostri sacerdoti e vescovi non siano santi”, scrive il cardinale Sarah, “allora siate uno per loro” [evidentemente con la preghiera, ndT]. Oggi a Toledo c’è un solo monastero carmelitano, ed è quello scalzo.

Non ci sarà carenza di Luteri in questa generazione. Ma, con Si fa sera e il giorno ormai volge al declino, sappiamo che c’è almeno un Giovanni della Croce in mezzo a noi.
[Traduzone a cura di Chiesa e post-concilio]

60 commenti:

Catholicus ha detto...

Contorcimenti verbali, astruserie cervellotiche queste tesi del cardinal Sarah, miscugli di verità e subdoli inganni, per mettere a tacere le voci discordi, le critiche a Bergoglio basate sulla retta dottrina e sulla resistenza cattolica antimodernista. Forse gli hanno intimato di usare il suo ascendente sul mondo tradizionalista per ricondurlo nell'ovile bergogliano, usando il metodo che mons. Léfèbvre definiva "il colpo da maestro di Satana", cioè imporre l'obbedienza, tacita e indiscussa, ai falsi pastori che stanno depistando il gregge dalla strada stretta e tortuosa che conduce alle porte del Paradiso, per indirizzarlo sull'autostrada ad 8 corsie che conduce invece all'abisso infernale (vedi Amoris Laetitia, Sinodo amazzonico, Pachamama, ecc.)

Anonimo ha detto...

“Per continuare il viaggio, bisogna innanzitutto averlo incominciato. E il nostro viaggio è incominciato e incomincia di nuovo, ogni volta, dalla verità del nostro cuore.
Per questo, la prima parola che il Signore ha usato non è stata: «Fate questo» o «Fate quest’altro», ma: «Cambiate il cuore, cambiate il modo di concepire, di valutare e di sentire». La metànoia, il cambiamento nel sentimento di sé, questa è la partenza. E il vertice di questo cambiamento, il frutto supremo di questo cambiamento, è la capacità di perdono”.
(L. Giussani, da “La convenienza della fede”)

Ma non è nelle nostre mani.
Così come svegliare il mattino.
Che accade, anche senza di noi.
Lasciare che Tu ci cambi il cuore.
Con un cuore di carne.
Che Tu penetri nel pensiero e nei sensi.
Come una guarigione inattesa.
No nostro male antico.
Lasciare che Tu faccia, quel che non possiamo.
Qualcosa, così come un perdono.
Che trabocchi, nonostante noi, ad irrigare la terra riarsa del nostro scontento.
E le cose, all’intorno.
Perché il viaggio continui,
accorgersi
del Tuo attendere
alla soglia.
E verrai,
come un’inattesa primavera di mezzo inverno.
A fiorire ciò che abbiamo lasciato appassire.
In questo freddo tempo dei morti.

Anonimo ha detto...

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE, MADRE DI TUTTE LE CHIESE DEL MONDO

MARTIROLOGIO ROMANO SECONDO IL CALENDARIO DEL VETUS ORDO

Oggi 09 novembre 2019, si festeggia a Roma, nel Lateràno, la Dedicazione della Basilica del santissimo Salvatore, la quale è madre e capo di tutte le Chiese di Roma e del mondo.
Fino dall'antichità più remota si solevano consacrare a Dio con particolare solennità i luoghi destinati al culto divino. È un fatto questo che si verifica nella storia di tutti i popoli, ma specialmente in quella del popolo d'Israele. Tutti infatti sanno quale fosse la magnificenza e la ricchezza del tempio di Gerusalemme, e con quale pompa il re Salomone lo abbia fatto consacrare a Dio.
Anche la Chiesa di Cristo ebbe fin dai suoi mai i luoghi dedicati al culto; ai tempi della predicazione apostolica, non erano che semplici stanze, ma in seguito si costruirono vere chiese.
Quando l'imperatore Costantino il Grande, dopo la vittoria riportata su Massenzio, diede piena libertà ai seguaci del Vangelo (313), questi non risparmiarono fatiche e spese per edificare al Signore templi sontuosi, e numerose furono le chiese che vennero fabbricate in quei tempi. Lo stesso imperatore ne diede l'esempio facendo costruire sul monte Celio a Roma, sul luogo dell'antico Palazzo Laterano, una magnifica basilica che fece dedicare al SS. Salvatore. In essa fu edificata una cappella dedicata a S. Giovanni Battista che serviva di battistero, donde il nome di S. Giovanni in Laterano dato dai Cristiani a quella chiesa. Il Pontefice S. Silvestro la consacrò solennemente il giorno 9 novembre e stabilì che le cerimonie da lui seguite in quella circostanza fossero quelle con cui i cattolici avrebbero dovuto in seguito consacrare i loro templi.
La basilica del SS. Salvatore, sia per la sua magnificenza, sia per essere stata in antico la residenza dei Sommi Pontefici, fu sempre considerata dai cristiani come la principale, la madre di tutte le chiese del mondo, e perciò, sola fra tutte, viene anche designata con il titolo di arcibasilica. Fin dai tempi di S. Leone Magno la officiava una collegiata di canonici regolari: oggi ai canonici regolari furono sostituiti canonici secolari col titolo di prelati.
Sebbene il Pontefice S. Silvestro avesse ordinato che gli altari nelle chiese dovessero essere di pietra, tuttavia noi troviamo in questa basilica un altare di legno. Ciò non deve far meraviglia poichè fino al tempo di S. Silvestro i cristiani solevano celebrare il Santo Sacrificio su altari portatili di legno. L'altare inoltre che fu collocato nella basilica lateranense era quello che ordinariamente era servito ai Sommi Pontefici nella celebrazione dei Divini Misteri, ed è tradizione che su quel medesimo avesse celebrato lo stesso Principe degli Apostoli. Per questo venne posto in quella chiesa e fu nel medesimo tempo ordinato che nessuno, all'infuori del Papa, potesse su di esso celebrare il Santo Sacrificio.
La basilica del SS. Salvatore, più volte distrutta durante il corso dei secoli, fu sempre ricostruita, e l'ultima sua riedificazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò l'anno 1724. Fu in quest'occasione che venne stabilita ed estesa a tutta la cristianità la festa che oggi celebriamo.

Anonimo ha detto...

Pur conoscendo superficialmente i documenti del CVII, ho sempre ritenuto che la Chiesa avesse sì bisogno di guardare la sua situazione di fatto ma, il problema, i problemi erano tutti interni a se stessa, il mondo cambia le mode ma, i vizi e le virtù non cambiano. Diciamo che, per la chiesa, il CVII è stato il modo di buttarla in caciara pur di non farsi un normalissimo esame di coscienza generale. E pur di non farsi questo normalissimo esame di coscienza davanti a Dio, Uno e Trino, continua a buttarla in caciara, continua a coprirsi davanti a Dio, Uno e Trino, con la solita foglia di fico. I fedeli hanno bisogno di esempi da imitare e non di esempi da evitare, da non guardare, da cui fuggire a gambe levate.

Felice ha detto...

Pregare e covertirsi è necessario, ok. Ma allora dobbiamo tacere davanti ad un Sinodo apostata, alla Pachamama adorata (!) in Vaticano, ad amoris letitia cap. VIII, agli ordini religiosi ingiustamente commissariati, ai pedofili coperti (vedi caso Viganò) e agli innocenti (vedi card. Pell) lasciati marcire in galera, alle eresie propalate tramite Repubblica e mai smentite, agli scandali finanziari mai puniti (vedi mons. Carbalho)? Per tacere di migranti, appoggio a governi liberticidi di sinistra, cene nella Sistina e film sulla facciata di S. Pietro... Sarah, che delusione....

Anonimo ha detto...

Alle melensaggini del fondatore di CL preferisco una bella e santa Ave Maria. Se siamo ridotti a questo punto possiamo anche ringraziare i vari Giussani, Gemelli, dom Milani et similia.

Anonimo ha detto...

Ma divisione da cosa? Dalla legione di Satana? Odio? Ma il cardinal Sarah si è messo a parlare come la Cirinnà? Tutto questo mi sembra molto strano...non è da lui, come se queste cose gliele avesse scritte qualcun altro.

Vi ricordate di TdCH? ha detto...

Che io sappia, colui cui è attribuita la dicotomia "Cristo della Storia/ Cristo della Fede", lasciando intendere tutto ciò che ne è seguito è stato Teihllard de Chardin (o come si scrive), gesuita.
Ebbene, temo che molti onesti Cattolici hanno costruito tutto un sistema su un "BXVI della Fede", che potrebbe (loro malgrado) NON coincidere con quello "della Storia". Gli hanno attribuito all'Emerito, pensieri ed intenzioni che, se anche c'erano, non si sono manifestati. Purtroppo, c'è chi ha proseguito su questa strada. Ha creato un "Sarah della Fede"; un "Burke della Fede", etc. Abbiamo (io per primo) vissuto in un sogno? Quando ci vogliamo svegliare? Ci stiamo rendendo conto che, forse, le speranze, non dico che erano malriposte, però.....?
GUAI ALL'UOMO CHE CONFIDA NELL'UOMO. Che fare? Io frequento solo Messe Tridentine. Già ho detto troppo.

Anonimo ha detto...

> Fin dai tempi di S. Leone Magno la officiava una collegiata di canonici regolari: oggi ai canonici regolari furono sostituiti canonici secolari col titolo di prelati.
CURIOSITà: I Re di Francia (dinastia Guelfa) sono Vicari Pontifici. Ciò comporta, tra l'altro che sono Canonici Onorari di San Giovanni in Laterano, ed hanno il privilegio di imporre materialmente la Berretta ai Francesi (o residenti in Francia) che sono creati Cardinali. Cardinali che, nel corso del Rito, si debbono comportare con il Re (o il suo delegato) che gli impone la Berretta IDENTICAMENTE a come farebbero con il Papa. La Repubblica Francese, pur con tutto il suo laicismo, rivendica continuità con la Monarchia Guelfa. Ovvero M'sié l' Presidant impone le Berrette (il radical-socialista Herriot, la ha imposta a Roncalli, inginocchiato tale a quale a come avrebbe fatto se era il Papa ad imporgliela) ed è Canonico Onorario. Il Super-Cattolico De Gaulle, non si è mai sognato di accomodarsi nel Capitolo dei Canonici. Quanto meno non risulta che lo abbia fatto in pubblico. Lo ha fatto Sarkozy, con tanto di abito canonicale.
>Sebbene il Pontefice S. Silvestro avesse ordinato che gli altari nelle chiese dovessero essere di pietra, tuttavia noi troviamo in questa basilica un altare di legno.
In Spagna ( e nei domini ex-spagnoli, come le Due Sicilie), gli Altari di Legno non sono infrequenti.

berni/exodus ha detto...

Oggi preghiamo e facciamo penitenza, chiedendo al Signore che ci mandi sempre più santi Sacerdoti.... abbiamo bisogno di veri e santi sacerdoti e che il Dio rimetta in catene il demonio che ha scatenato tutto questo inferno... se avremo santi sacerdoti, allora avremo pian piano fatta la volontà di Dio e forse tutti ritorneremo sulla retta strada della sana Dottrina Cattolica.

Maurizio ha detto...

@Catholicus
Forse gli hanno intimato di usare il suo ascendente sul mondo tradizionalista per ricondurlo nell'ovile bersagliano

Per quanto mi riguarda, quell'ascendente - con queste ultime "uscite" del cardinale - è già evaporato.

Anonimo ha detto...

Quando i vescovi non defendono la Chiesa e non difendono la Fede di Cristo, forse hanno bisogno di ciambare se stessi in qualche punto invece di predicare a noi che non hanno questo munus....

Valeria Fusetti ha detto...

L' uso dei mezzi informatici ci ha abituati alla reazione immediata, ed anche davanti a testi che, per varie ragioni, richiedono una seria riflessione, siamo portati ad esprimere giudizi alquanto tranchant. Mi sembra che questo testo, nel quale si intrecciano le riflessioni del card Sarah e di Davis vada preso con rispetto e calma, se non altro perché esprimono un profondo amore per Cristo Gesù e per la Sua Chiesa. Si potranno fare obiezioni, in tutto o in parte agli argomenti esposti, ma c'è una regola aurea che anche nell' ambito della disciplina cristiana si tende a dimenticare, pressati dalla " urgenza del tempo presente", e che è la santa prudenza. Per l' esercizio della Madre di ogni Virtù cristiana si può guardare a Gesù nell' Orto del Getsemani, quando lottò per ore contro sé stesso, arrivando a sudare sangue. Dalle sue parole: il desiderio più profondo della Sua umanità era quello di non subire la terribile e terrificante prova della Croce. La Sua volontà unita alla fede che è, non scordiamolo, conoscenza/comunione del e con il Padre, lo ha condotto alla vittoria dell' obbedienza alla Santa volontà del Padre. Contrariamente alla prudenza mondana (sostenuta dal proprio tornaconto) quella cristiana è sostenuta, come da divino modello, dalla preghiera. Io credo Signore, sovvieni tu alla mia poca fede. In cordibus Jesus et Mariae.

mic ha detto...

Re di Francia (dinastia Guelfa) sono Vicari Pontifici. Ciò comporta, tra l'altro che sono Canonici Onorari di San Giovanni in Laterano, ed hanno il privilegio di imporre materialmente la Berretta ai Francesi

Macron in Laterano l'anno scorso e ricordate lo strano bacio con Bergoglio?
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/06/emmanuel-macron-in-vaticano-il-potere.html

mic ha detto...

Ha creato un "Sarah della Fede"; un "Burke della Fede"...

Sono d'accordo su Sarah e sul resto. Ma Burke lo conosco personalmente. Anche sui dubbi riguardo al concilio mi ha sempre confermata. Purtroppo nella Chiesa viene impedito ogni dibattito e il problema si è ingigantito.
Schneider ha cominciato ad ammettere pubblicamente, speriamo che sia seguito a ruota dal card Burke e da altri e che il dibattito scquisti finalmente voce e peso, come sperava padre Lanzetta con i FI

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno con Catholicus, con Felice, e con Maurizio!
Sarah si dimentica di Sant'Atanasio e di tutti quei fedeli che si opposero all'eterodossia di Giovanni XXII.
In ogni caso, dopo i documenti che ha approvato come prefetto della Congregazione per il culto divino di lui non ci si può più fidare: è accecato dalla falsa obbedienza!
In periodi di eresia (è questo periodo è molto più grave sia della crisi ariana che della "riforma" protestante) ci vogliono PASTORI e FEDELI che difendono la Fede non cani muti che pensano solo a pregare e ad obbedire: obbedire a cosa poi? All'eresia? All'idolatria? Dovremmo dare l'assenso pure alle BESTEMMIE di Bergoglio?
Sembra che ci si dimentichi che il Lutero aveva torto non perché disobbedì ma perché negò il magistero precedente e la tradizione: fu quindi dalla parte sbagliata dello scisma.
Ora sono le gerarchie moderniste che negano il magistero precedente e la Tradizione: se sarà scisma allora sarà uno SCISMA CAPITALE, a meno di pensare che la Chiesa Cattolica possa sussistere dove si insegnano sincretismi, relativismi morali e dottrine già dogmaticamente condannate.
Che poi i difensori di Bergoglio si permettano di dare dei luterani ai cattolici tradizionali è DOPPIAMENTE ridicolo: non ricordano che una statua di Lutero è finita in Vaticano e che Lutero è stato pure stampato sui francobolli vaticani?
Un po' di coerenza non farebbe male!

Anonimo ha detto...

Caro Cardinale Sarah, Lei non ha il coraggio di dire TUTTA LA VERITÀ! Purtroppo.

Anonimo ha detto...

Ma lasciateli tranquilli ,al momento opportuno diranno con forza la loro.Se si bruciano e vengono silenziati cosa ne guadagna la Chiesa?Gli ebrei volevano un guerriero da contrapporre a Golia e lo cercavano possente quasi quanto il suo avversario.Invece…….

Anonimo ha detto...

Le solite ciarle buoniste con cui pensano di infinocchiare chi? Quà non si tratta di essere santi oppure no, quà si tratta di essere cattolici oppure no.

Questi non è che non sono santi, questi non sono vescovi nè papi, ma eretici, apostati, idolatri. Si può essere tutt'uno con gli impostori e gli anticristi che onorano idoli pagani ??? No ... questo è troppo e chi chiede ai fedeli in buona fede di accettare persino questa immonda apostasia è un falso pastore.

Anche questo africano travestito da cardinale cattolico ormai ha gettato la maschera, sono bravi modernisti, sanno come mescolare le acque, sono abituati al torbido dove sguazzano da molti anni.

Monsignore aveva visto non giusto ma giustissimo.... Roma è sprofondata nella apostasia.

Anonimo ha detto...

Riallineamento in vista del prossimo e non lontano conclave.
Alessandro Mirabelli

mic ha detto...

Per Fabrizio Giudici che chiedeva notizie del messaggio di Akita. 

https://www.marcotosatti.com/2019/11/09/la-suora-veggente-di-akita-avrebbe-ricevuto-un-nuovo-messaggio/

Mi vien da pensare che quel che è accaduto e sta accadendo è di una gravità inaudita e forse il card. Sarah, che conosce cose che noi non possiamo conoscere, invita a fare l'ultima cosa rimasta....

Valeria Fusetti ha detto...

Il professor Niccolini ha fatto avere una sua lunga e dettagliata memoria al card. Sarah. Personalmente penso sia meglio aspettare la sua risposta, o la sua non risposta, che comunque indicherebbe il senso di tutta la vicenda. Più rifletto più mi sento triste, ed ho sempre davanti agli occhi la sua presenza alla blasfema " processione" della statuetta schifosa. Ma spero ancora che il card. Sarah chiarisca al più presto la sua posizione. La sua risposta è fondamentale. Più leggo le sue risposte a questa intervista più mi chiedo a quale Chiesa egli si riferisca: alla Chiesa Mater e Magistra, gerarchicamente costituita i cui pastori mi " insegnano ciò in cui devo credere", secondo la Verità che è Cristo, senza cambiare le carte in tavola ad ogni giro di valzer mondano, o ad una Chiesa Popolo di Dio, una chiesa egualitaria, dove tutti sono sullo stesso piano e tutti imparano da tutti, atei ed idolatri compresi ?

Anonimo ha detto...

Lutero e s.Ignazio, un seguace (pseudo) di san Ignazio che è Lutero oggi, un cardinale che dice che bisogna tacere di fronte a un pseudo seguace luterano-pagano e pregare solamente, allora accettiamo di divenire luterani o meglio pagani di priapo romano e pachamame lesbiche (erano due frontali col priapo nudo sdraiato nell'acqua sulla coperta dei giardini vaticani:magari donatore di sperma) e stiamo a pregare ….chi? Le pachamamame e i priapi, o ….. avremmo il coraggio sacrilego di pregare il vero Dio che a questo punto dovrebbe girarsi offeso o maledirci per la nostra insolenza? Insolenza peraltro conscia e pertinace ...Mi risulta che qui non abbiamo a che fare con peccati mortali ininfluenti sui 10 comandamenti, per cui Gesù Cristo ha pregato ma ha detto la verità e per quella VERITA' è stato CROCIFISSO, non per il Suo silenzio che non c'è stato. Card.Sarah sulla fede non si tace, si segue l'esempio di Nostro Signore, che ha detto "sono Figlio di Dio e la verità è questa mia, non la vostra pontefici e clero farisaico". No cardinale non si può tacere, si deve obbedire a Dio prima di obbedire a uomini, disse san Pietro arrestato, e lo disse in riferimento al sinedrio col suo pontefice, o no? Anche oggi abbiamo un pontefice deicida come allora. Non ci è lecito tacere, anche se pregare e fare penitenza dobbiamo anche ed offrire in unione a Lui, a Maria.

Marisa ha detto...

Il cardinal Sarah sarà certamente un sant'uomo ma quanto all'arruffare gomitoli ci mette anche lui del suo!

Anonimo ha detto...

Sono appena tornato dall'incontro con il Card. Sarah organizzato da La Nuova Bussola Quotidiana. Ne sono stato molto edificato e anche messo in discussione. In particolare penso di aver ricevuto la grazia di aver capito la profondità (o l'altezza) spirituale di questo uomo di Dio, formatosi spiritualmente prima del Concilio Vaticano II, sacerdote nel 1969, divenuto arcivescovo ancora giovanissimo (forse il più giovane in assoluto) nel 1979 per volere di Giovanni Paolo II (ma già lo avrebbe fatto Paolo VI se non fosse morto nel 1978, come anche Giovanni Paolo I), chiamato a Roma da Giovanni Paolo II, con vari importanti incarichi, creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010 e messo a capo del Culto Divino e Disciplina dei sacramenti da Francesco dal 2014.

"L'ermeneutica della continuità" traspare dalla vita di servizio alla Chiesa Universale nei ministeri che sono stati assegnati all'uomo nato in Guinea nel 1945. Quello che ha detto oggi a Milano, esponendo molto esplicitamente il proprio pensiero pur evitando ogni accenno polemico o ogni attacco frontale (non per pavidità, ma per umiltà e determinazione nell'essere davvero pastore per molte pecore oggi confuse e non certo da chi si presenta nella veste e con i contenuti che oggi ha saputo dispensare ai presenti), ha il sapore delle celesti cose, non sa di terra e non vuole che la pancia abbia a velare il cielo.

Il dilemma espresso da Mic nella sua prima chiosa ha ricevuto la proposta di una strada ben precisa, l'unica, che esclude l'altra. La preghiera e la nostra conversione sono armi potentissime. Scelte da chi ha davvero tanta fede. Praticate da chi ha scelto quel munus.

Anche la seconda chiosa ha avuto una risposta precisa. Falso profeta è chi introduce cambiamenti rompendo con ciò che c'era prima: costui non cerca il bene del gregge e fa il mercenario nell'ovile. Non lo è perciò chi se ne accorge e avverte del problema.

La terza chiosa è già implicitamente un assenso alle tesi del cardinal Sarah, aprendosi sull'amore di Pietro e sulla carità fraterna, che con la preghiera e la dottrina cattolica sono le quattro vie di uscita proposte oggi alle moltissime persone presenti.

...

Anonimo ha detto...

...

Parole fortissime: stare davanti a Dio, uniti intimamente a Dio, per tempi prolungati, adorando il Signore, in ginocchio, silenziosamente. Ogni altra azione sarebbe inutile perché il mondo (l'Occidente in primis) HA CACCIATO DIO ed è decisivo che noi invece Dio lo teniamo vicino, volendogli bene: sono qui con Te e Tu sei qui. E se mi addormento, dormo come il cane vicino al suo padrone! Gesù ha detto: senza di me non potete fare nulla.
Gesù, che è Dio, pregava tanto. Gli apostoli, invitati a farlo, non ci riuscirono, almeno la notte del Getsemani... Noi ci sentiamo migliori di loro?

Parole fortissime anche sull'inculturazione, non già come folklore con il quale farcire le liturgie, per meticciare le culture, bensì come l'incarnazione che ha posto Dio tra gli uomini per riparare ai guasti intervenuti dopo la caduta. L'inculturazione è l'irruzione di Dio nella mia lingua e nella mia cultura. L'incarnazione di Dio non è perché fosse necessario (per Dio) che Lui diventasse uomo, ma perché l'uomo potesse tornare ad essere pienamente immagine e somiglianza di Dio, divinizzandosi. Oggi l'uomo invece ha espulso Dio, secondo la profezia di Nietzsche: il superuomo al posto Dio che è morto, ammazzato da noi. L'inculturazione è una via verso la santità, perché Dio e santo e mi santifica.
L'inculturazione non è per appiattire la liturgia sulla cultura, ma per far entrare Gesù Cristo nelle culture. Lì cambia tutto: se Dio entra davvero, nulla resta come prima.
E poi parole meravigliose sui missionari, il celibato sacerdotale, la dottrina e la carità fraterna. Parole fortissime sull'amore di Pietro. Dette da chi ha palesato di aver imparato da ognuno dei Pontefici con cui è stato. Ognuno a modo suo... La barca della Chiesa non è nelle mani di uomini perfetti. Non dobbiamo disprezzare i difetti dei pastori, di Giovanni Paolo II che si inginocchiava per ore, malgrado la malattia, o di Benedetto XVI che ora prega tutto il giorno. Non è disprezzando che si fa l'unità della Chiesa. Pregare è amare. Se qualcuno non è santo, dobbiamo essere santi noi per loro, pregando per queste anime, digiunando, facendo penitenze e sapendo portare il fardello dell'altro.

Per tutti, chierici e laici, religiosi e sposi, tre punti certi: Crux, Hostia et Virgo.
A tutti, cantata in coro la Salve Regina, la benedizione.

Anonimo ha detto...

https://infovaticana.com/2019/11/09/cardenal-sarah-no-os-inquieteis-en-vuestras-manos-esta-el-tesoro-de-la-fe-de-la-iglesia/

bedwere ha detto...

L'Eminenza Burke ci mette un paletto?
https://www.nytimes.com/2019/11/09/opinion/cardinal-burke-douthat.html

Burke: While the final document is less explicit in the embrace of pantheism, it does not repudiate the statements in the working document which constitute an apostasy from the Catholic faith.

The working document doesn’t have doctrinal value. But what if the pope were to put his stamp on that document? People say if you don’t accept that, you’ll be in schism — and I maintain that I would not be in schism because the document contains elements that defect from the apostolic tradition. So my point would be the document is schismatic. I’m not.


Anche se il documento finale e' meno esplicito nell'abbracciare il panteismo, non rigetta le affermazioni nell'Instrumentum laboris che constituiscono una apostasia dalla fede cattolica.

L'Instrumentum laboris non ha valore dottrinale. Ma cosa succederebbe se il papa ponesse il suo sigillo su quel documento? Alcuni dicono che se non lo accetti, sei in scisma, e io insisto che non sarei in scisma perche' il documento contiene elementi che deviano dalla tradizione apostolica. Il mio argomento sarebbe che il documento e` scismatico, non io.

Gederson Falcometa ha detto...

Il testo di Michael Warren Davis è troppo chiaro ma molto riduttivo, è anche una lettura sbagliata della realtà . La prima cosa che me ho domandato al leggere il testo è stato: quale il senso di un paragone tra S. Giovanni della Croce e Lutero se il processo di riabilitazione dell’eresiarca tedesco sta quase nel fine? Michael Warren Davies, non ha letto il documento “Dal conflitto alla comunione”? La chiesa non ha celebrato il 500 ° anniversario della riforma con la statua di Lutero in Vaticano e il francobollo? Oggi Lutero ha più spazio nella Chiesa di San Giovanni della Croce!

Considerando quanto detto soppra, è necessario specificare la natura della corruzione all’interno della Chiesa. La corruzione al tempo di Lutero era una corruzione morale dei membri della gerarchia. Oggi siamo davanti ad una corrupzione dottrinale che è diversa di quella morale. Inoltre a questo, la tesi di che Lutero se ha rivoltato contro una corruzione morale è una legenda luterana. La dottrina della giustificazione luterana era già presente nelle 95 tesi (5, 20, 21, 25, 32, 56, 58 e 62) e questa se basa giustamente sull’idea di che l’uomo è “irrimediabilmente corrotto dal peccato originale”. Come Lutero sarebbe contro la corruzione morale se la sua vita è stata una vita di corruzione morale e le sue dottrine sono stati un tentativo di giustificarle (peccare fortemente e crede più fortemente ...)?

Domando: chi crede che il cambiamento personale può riformare la Chiesa, non può credere che la corruzione personale sia una forma di corruzione istituzionale?

La Chiesa è santa ma composta di peccatori. Essendo la Chiesa santa se può parlare di una corruzione istituzionale?

Nella storia della Chiesa, a partire da San Pietro, che è stato corretto da San Paolo, abbiamo storie di santi che hanno corretto i Papi. Scegliere un paragone tra San Giovanni della Croce e Lutero, applicandolo alla situazione attuale, non significa che tutto vada bene con l'insegnamento del Papa, il fedele figlio di Sant'Ignazio di Loyola? Se non sbaglio, Sant'Ignazio non voleva un papa gesuita, sbaglio?

Qualcuno può dirme: il libro del cardinale Sarah è un manuale per la Controriforma, qualcuno sa dire contro quale riforma è la contro-riforma presentata nel libro?

Gederson Falcometa ha detto...

Quanto alla frase “La Chiesa non la riformiamo con la divisione e l’odio, ma quando cominciamo a cambiare noi stessi!”.

La prima domanda che faccio:

Riabilitare Lutero è uno esempio di questa riforma della Chiesa senza divisione e l’odio?

La Chiesa è una società perfetta di ordine spirituale. Chi si riforma si conforma alla dottrina della chiesa ed è riformato della chiesa. L'idea di cambiarmi per riformare la chiesa almeno per me è totalmente nuova. Me delle parole del P. Matteo Liberatore, S.I.:

“Che dunque è la Chiesa a senno del Modernismo? Non altro che una libera associazione, liberamente accettata e liberamente obbedita da chi ne fa parte, la quale in faccia allo Stato non ha altra natura se non quella di qualsiasi altra associazione che in lui sorgesse tra' cittadini. La Chiesa insomma è dal Modernismo ridotta a condizione di semplice società privata o Collegio, non differente da quello che si formasse nel civile consorzio per uno scopo letterario o industriale”. “Il modernismo a rispetto della Chiesa”, P. Matteo Liberatore, S.I.
http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/14/Liberatore_Modernismo_III.html

Quando se fa dipendere la riforma della Chiesa nel cambiamento personale sia dei fedeli, sia dei chierici in un modo generale, non esiste più una legge e un’autorità che obbliga. In questo senso la Chiesa appare esattamente come descritta dal P. Liberatore: una libera associazione, una società privata o appena un Collegio, e niente più! Senza nessuno potere! La stessa gerarchia che non interpreta il Concilio, non finisce con gli abusi liturgici, non condanna gli eretici al suo interno, non conferma nella fede i fedeli, e voglie che siamo anche noi riformatori in quanto dovevano essere loro a riformare a noi!

Noi fedeli con il Concilio Vaticano II siamo tutti diventati interpreti del consiglio, responsabili dell'ermeneutica della continuità, liturgisti e ognuno di noi possiede il linguaggio della sapienza; il linguaggio di scienza (1 Cor 12, 8), la fede; il dono di guarigioni (1 Cor 12, 9), il potere dei miracoli; la profezia (1 Cor 12, 10), ecc e adesso riformando noi stessi, siamo anche noi tutti riformatori della Chiesa. Siamo tutti uguale! I doni, Dio non sono dati più per l’utilità comune (1 Cor 12, 7), ma personale... Ma che cosa succede dopo la clericalizzazione dei laici?Non è il fine del clero?

Gederson Falcometa ha detto...

Quanto alle parole:

”Allo stesso modo, il Nemico sarebbe molto gratificato se arrivassimo a valutare i nostri “metodi e strategie” al di sopra di quelli di Nostro Signore. Meglio ancora, potremmo distrarre gli altri. Potremmo unirci ai media laici e anticattolici nell’amplificare la corruzione all’interno della Chiesa, portando così altri a scandalizzarsi. (Quasi il 40 per cento dei cattolici americani ha considerato la possibilità di lasciare la Chiesa per abusi sessuali clericali.) Potremmo far perdere la fiducia dei nostri fratelli cattolici nei nostri padri spirituali. (“Coloro che fanno annunci sensazionali di cambiamento e rottura sono falsi profeti”, accusa il cardinale Sarah)”.

San Gregorio Magno risponde: “Se lo scandalo viene dalla verità, bisogna sopportare lo scandalo piuttosto che abbandonare la verità” (Homil., VII in Ezech.)

L’autore non fa distinzione tra corruzione morale e dottrinale. Non distingue tra apostasia e peccati dei membri del clero. Forse, lui crede che “tutte le religioni sono volute da Dio”, come afferma il documento di Abu Dhabi. In certo senso il cardinale Sarah sta certo, perchè non vi è rottura tra gli insegnamenti del Concilio e quelli di Bergoglio, appena esiste un approfondimento.

Infine, si deve dire che si può parlare di corruzione morale quando esiste una morale stabilita. Ciò che sta accadendo oggi, e che l'autore ignora anche, che non ha più una morale stabilita e che si sta cercando di cambiare la morale cattolica stessa. Questo è totalmente inaudito, non visto in nessun altro periodo storico della Chiesa. Oltre a ciò, l'autore ha inteso ridurre l'intero problema a ciò che ha presentato nel testo. Ma c'erano uomini che hanno correto Papi, che dopo furono canonizzati dalla Chiesa!

Dove sta il nostro PP? Voleva leggere un commento di lui sul questo testo.

Assetata ... ha detto...

Grazie per aver condiviso l'incontro con il Card. Sarah organizzato da La Nuova Bussola Quotidiana. Speriamo di poterlo seguire su youtube .

Anonimo ha detto...

Stimato Gederson (6.33),

le riforme di cui si parla sono concepite secondo schemi assembleari che si avvalgono di documenti preparatori, stilati da apposite commissioni, poi dibattiti (tra invitati scelti da qualcuno), relazioni, votazioni...

Le riforme vivono di schemi e si propongono di mutare altri schemi e tutto questo passa attraverso il potere di chi gestisce l'istituzione.

"I veri credenti non danno mai eccessivo peso alla lotta per la riorganizzazione delle forme ecclesiali. Essi vivono di ciò che la Chiesa è, da sempre. E se si vuole sapere che cosa è la Chiesa, si deve andare da loro. La Chiesa infatti non è dove si organizza, si riforma e si dirige, bensì è presente in chi crede con semplicità, ricevendo in Essa il dono della fede che diviene fonte di vita". La Chiesa come una patria che è speranza, una vita che conduce alla vita eterna. Senza questo sguardo tutto si appiattisce sul nostro fare umano. Questo tipo di "riforma" non fa che riproporre il problema, solo spostato di qua o d là. La riforma in realtà è un ri-formare la forma pura, quella che sgorga dalle mani di Dio. Riforma dunque è lasciarsi plasmare da Dio, di nuovo. Non è arrabattarci per erigere nuove facciate, come tendono a credere certe nuove ecclesiologie, ma darci da fare per far sparire, il più possibile, tutto quello che è nostro, così che appaia nel suo splendore quel che è Suo, di Cristo. Abbiamo bisogno di santità, non di management. Bisogna essere capaci di non ostacolare l'azione di Dio. Finchè in noi avremo tiepidezza, ogni sforzo risulterà vano.
(liberamente ridotto da pagg. 120-121 di "Si fa sera e il giorno ormai volge al declino", con ampia citazione di "Introduzione al cristianesimo" di J. Ratzinger).

"L'amore lo si riconosce dal dono. E poiché ogni dono proviene dall'amore, il primo tra tutti i doni è l'amore". Beato Card. Ildefonso Schuster, citato ieri dal Card. Sarah.
Allora Gesù, Maria e i santi ci sorrideranno e Dio ci potrà dire "Va e ripara la mia casa".
Riparare con preghiera e fedeltà, con fede, speranza e carità.
Non con assemblee, manovre e votazioni. E' come per il celibato cattolico: è un tesoro prezioso che non può essere disperso affermando un "bisogno di dare l'eucaristia dove non ci sono preti"... Nessun "bisogno" può valere il disperdere un tesoro dello spirito, che non è una regola imposta, crudelmente, alla volontà del singolo, ma una scelta libera. Una scelta buona, per essere tutto di Dio. Evidentemente oggi Dio non interessa più tanto, interessa un (falso) bisogno, sostenuto attraverso una (falsa) riforma che non porta a Dio.

Ecco contro quale riforma va tutto il libro del Caerd. Sarah. Oggi il mondo (del quale una Chiesa aperta al mondo respira le voglie, chiamati desideri e diventati diritti dell'uomo) pensa che Gesù sia esagerato. Così pensa a "riformare", in senso mondano, orizzontale, per soddisfare bisogni dati dall'indisponibilità a un Gesù "esagerato".
Il rifiuto della paternità è rifiuto di Dio.
E più o meno lo stesso accadde ai tempi di Lutero.
Volete andarvene anche voi? Dio vuole risposte umili.
Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!

Anonimo ha detto...

Il video dell'incontro è già disponibile sul sito della Bussola.

Anonimo ha detto...

https://lanuovabq.it/it/sarah-celibato-preghiera-e-dottrina-ecco-come-usciremo-dalla-crisi-della-chiesa

Anonimo ha detto...

A anonimo 21,53. Condivido il pensiero cattolico di Gederson Falcometa. Noi non siamo uomini religiosi, che hanno bisogno di una fede che è interiore e di tutti, magari nell'ateismo dove si adora sé medesimi. No, noi siamo uomini che credono all'unico Dio rivelatoSI in Gesù Cristo, siamo cioè cattolici lasciando liberi gli altri di essere modernisti o bergogliani, mettendo l'uomo nella sua aspirazione religiosa al centro idolatricamente. Il card.Sarah ha torto, perché in loco sono modernisti, cioè eretici, in alto sono divenuti pagani col priapo e le pachamame, checchè ne esca dal documento finale pontificale. La Chiesa è divina e non umana democratica, abbiamo 2 papi il che è semplicemente umano, non Divino, abbiamo uno dei 2 che è pure pagano con la vernice sacrilega cristiana (e non dico cattolica). Il card.Sarah ha il dovere di intervenire se veramente vuole tutelare i fedeli: siamo al processo davanti a Pilato, da che parte vuole stare il cardinale? Con Caifa? Con Anna? Col Sinedrio? Che erano migliori persino dello stato vaticano attuale perché il farisaismo esteriore della dottrina era stato salvato nell'anno 33 di Cristo, è stato corrotto dopo col Talmud per rifiutare Gesù Messia. Oggi siamo al Talmud, siamo a Lutero, dobbiamo stare zitti nel tempio di Gerusalemme? Il Velo è ormai lacerato. Stiamo coi Papi di 20 secoli (e con Gesù Cristo) o stiamo coi 2 papi attuali? Tertium non datur, scegliere si deve.

Anonimo ha detto...

"Volete andarvene anche voi?",.... perché il linguaggio di Bergoglio è eretico, no, dovete stare con l'eretico apostata pagano, ci dice il card.Sarah. Quindi dobbiamo divenire pagani dato che il clero segue il pagano. Gesù che dice "se non mangerete il Mio Corpo…" scandalizza il pontefice, e chi con lui, per questo Egli dice di andarsene se vogliono anche ai diaconi Apostoli (fino all'ultima Cena non sono preti e vescovi dalla pentecoste), andarsene da Lui, andarsene da Dio se vogliono, per stare col pontefice Caifa. C'è un punto di scissione che il cardinale ignora, quel punto è stato il Deicidio, cioè quando si crocifigge Dio,ed oggi come si crocifigge Dio? Si crocifigge Dio divenendo pagani, mettendo priapi e pachamame nel luogo santo, abominio della desolazione."Quando vedrete l'abominio della desolazione nel luogo santo, chi legge comprenda, fuggite …" Oggi vediamo l'abominio nel luogo santo, in parrocchie divenute protestanti, altre arcobaleno, e lo vediamo in vaticano con la somma eresia doppia, di un papa con munus ed un altro in esercizio di paganesimo. Il Vangelo oggi è ucciso, la Parola di Dio è uccisa da un papa nel silenzio assordante dell'altro: Deicidio ripetuto. Dovremmo tacere? Andare con i Caifa odierni che gridano "crucifige", scappare a pregare mentre ammazzano la Chiesa? Maria ha seguito Gesù, io seguo Gesù e starò senza preti allora. Prego con Maria e san Giovanni e Maria Maddalena e le pie donne, ed il centurione ed il buon ladrone…. Rifletta meglio il cardinale perché sta sbagliando oggi...quello che dice andava bene fino a Benedetto XVI cioè fino al 2013, oggi NO.

Anonimo ha detto...

Cosa dice il card.Sarah su Dio non cattolico (affermazione personale di Bergoglio)?

https://www.radiospada.org/2019/11/ancora-scalfari-altro/comment-page-1/?unapproved=43940&moderation-hash=edcb41304469bb22a0bc6ad01f1e19a9#comment-43940

Avro' ancora tempo ? ha detto...

Per 10 novembre 2019 08:45 :

Grazie per avermi avvisata , desidero ascoltare il Card. Sarah prima possibile .

Gederson Falcometa ha detto...

Caro anonimo  08:45

Il Concilio di Trento ha riformato la Chiesa con canone e anatemi. Senza questo non vi è possibile una vera e propria riforma della Chiesa. Il genero di riforma da lei parlato sono venuti a noi tramite la Nouvelle Théologie che ha preso il potere con il Concilio Vaticano II. Giustamente su questa Nouvelle Théologie ha detto il Papa Pio XII:

”E se essi [gesuiti] devono coltivare prima di tutto la fede, devono anche procurarsi un’accurata e compiuta cultura, e, seguendo le gloriose orme della loro regola, perseguire il progresso delle dottrine, quanto possono e come possono, essendo convinti di poter contribuire moltissimo per questa via, per quanto ardua, alla maggior gloria di Dio e all’edificazione della Chiesa. Inoltre devono parlare agli uomini del loro tempo, tanto a voce quanto per iscritto, in modo da essere ascoltati con comprensione e volentieri. Ne consegue che nel proporre ed esprimere le questioni, nel portare gli argomenti, e anche nello scegliere il loro stile, bisogna che adattino sapientemente i lori discorsi al carattere e alla tendenza del loro secolo. Ma ciò che è immutabile, nessuno lo turbi e lo muova. Molto si è detto, ma non abbastanza a ragion veduta, sulla “nouvelle théologie”, che muovendosi insieme a tutte le cose in moto perenne, sarà sempre in cammino e non arriverà mai. Se sembrasse di dover accogliere una simile opinione, che ne sarebbe dei dogmi cattolici, che non devono mai cambiare? Che ne sarebbe dell’unità e della stabilità della fede?” Pio XII ai padri della Compagnia di Gesù elettori nella 29a congregazione generale - http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/01/pio-xii-ai-padri-della-compagnia-di.html

L’idea di riforma presentata dal Concilio fino ad oggi possono essere bene definite come un “muoversi insieme a tutte le cose in moto perenne, sempre in cammino e senza mai arrivare a qualcuno lugare”. Il Concilio ha voluto riformare la Chiesa per aggiornala al mondo moderno e dai suoi testi devono essere fatti una “hermeneutica della riforma nella continuità” e la liturgia c’e bisogno di una riforma della riforma. La verità è che quando le riforme se succedono una dopo l’altra ad infinitum è perchè in principio non vi era la forma chiara la forma che se voleva riformare.

Riforma della Chiesa non vuoi dire una riforma delle forme ecclesiali, il Concilio di Trento ha riformato la Chiesa senza riformare le forme ecclesiali. La Chiesa è una monarchia, altre forme ecclesiali non sono possibile senza il rifiutare la costituizione divina della Chiesa. Se i veri credenti non danno mai eccesivo peso alla costituizione divina della Chiesa, possono accettare qualunche riforme della riorganizzazione ecclesiale. Come la riforma del papato con l’introduzione del papato emerito o il sinodalismo di oggi. Non dare peso alla organizzazione ecclesiastiva è lo stesso che ammettere l’assenza di una costituizione della Chiesa, e anche del diritto divino, e questo da potere affermare come l’allora cardinale Ratzinger ha potuto dire:

“Il fatto è che come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952 … essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede”

Gederson Falcometa ha detto...

Abbandonare qualcosa è riformare questa cosa?

Quando riformo la mia casa, la continuità sta implicita nel concetto di riforma, quindi, perchè dire “ermeneutica della riforma nella continuità”?

Infatti, la riforma è lasciarsi plasmare di nuovo da Dio, cosa fatta da Dio con il Concilio di Trento. Oggi ciò che se vuole è che Dio riforme ognuno di noi in particolare per riformare la Chiesa. Però, Dio ha posto un’autorità nella Chiesa per fare le dovute riforma, e se riforma noi senza passare per questa autorità della Chiesa, sarebbe Dio stesso ad abbattere i bastioni che lui stesso ha creato per il bene della Chiesa. Una Chiesa senza bastioni è quella che abbiamo oggi, quindi, appena un bugiardo può affermare la continuazione tra Concilio e tradizione senza questi bastioni della Chiesa.

Torniamo al Concilio di Trento, questo ha voluto riformare la Chiesa riformando il cattolico. Il fine della riforma era il cattolico stesso, ma le riforme di che lui ha parlato, Anonimo, o sono un fine in se stessi o vogliono riformare la forma ecclesiale per aggiornala al mondo moderno. Il fine non è il cattolico! Ciò che le riforme conciliare e post-conciliare hanno fatto è stato diventare il cattolico degli uomini moderni. Il mio Stato qui in Brasile una volta è stato il più cattolico, per questo ci sono ancora tantissime vocazione ma che se perdono al andare agli seminari. Perchè gli entrano cattolici e escono uomini moderni. La Chiesa del Concilio non forma cattolici, ma degli uomini moderni e mondani. Questo vediamo chiaramente nella propria gerarchia e anche nel Papa!

Se la Chiesa non è dove si organizza, se riforma e se dirige, bensi è presente in chi crede con semplicità... dobbiamo quindi aggironare la massima della tradizione “Ubbi Petri, ibi Ecclesia” per “Ubbi ‘semplice fedeli’, ibi Ecclesia” e così dichiarare che la Chiesa se è diventata una democrazia affermando, contro Unam Sanctam, che il potere spirituale dipende del temporale!

Gederson Falcometa ha detto...

"A anonimo 21,53. Condivido il pensiero cattolico di Gederson Falcometa. Noi non siamo uomini religiosi, che hanno bisogno di una fede che è interiore e di tutti, magari nell'ateismo dove si adora sé medesimi".

Caro Anonimo 10:13,

Anche io condiviso il tuo pensiero cattolico. Questo brano del tuo commento mi ha ricordato ciò che è accaduto al Concilio, dove Paolo VI ha detto nello discorso di chiusura:

“L’umanesimo laico profano alla fine è apparso nella terribile statura ed ha, in un certo senso, sfidato il Concilio. La religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema? poteva essere; ma non è avvenuto. L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo”. Discorso di chiusura del Concilio

Se l’umanesimo se è apparso alla fine nel Concilio, è perchè aveva al Concílio dei rappresentanti: Rahner, ad esempio, non può essere considerato un rappresentante della religione del Verbo che se è fatto carne, ma della religione dell’uomo che voglie essere dio. Così come Rahner avevano tantissime altri rappresentanti di questa falsa religione al Concilio. Questi hanno rimasti nella Chiesa nel post-concilio e se hanno diventati vescovi, cardinali… adesso hanno appena preso il potere. Il fumo di Satana è entrato nella Chiesa attraverso i suoi turiferari, come Karl Rahner, Walter Kasper, De Lubac…

Questo incontro accaduto al Concilio, ricorda la storia della caduta di Lucifero. Però, quando lui vuole diventare Dio, San Michele ha gridato: – Chi è come Dio? Nel cielo ha avuto lotta combatte e anatema, ma in terra “l’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio”. Quindi, perchè pregare “Cosí in terra come nel cielo’? Certamente gli uomini non sono degli angeli, ma sarebbe sbagliato pensare, e aspettare, che quando l’uomo volesse essere dio, come Lucifero, la reazione qui in terra fosse almeno somigliante a quella di S. Michelle in
Cielo? Chi è come Dio: per il Concilio è l’uomo?

La caduta di Lucifero è stata dovuta alla sua superbia che può essere definita come considerare la grazia che lui aveva ricevuto da Dio, come dovuta alla sua natura “divina”. Non è questo che diffende la Nouvelle Théologie attraverso la dottrina di che il naturale contiene il soprannaturale, e la grazia è dovuta alla natura?

Come se vede questo non se tratta appena dei germi ma della apostasia stessa. Purtroppo, nella Chiesa del culto dell’uomo, Karl Rahner c’e più autorità che qualcuno degli apostoli, e forse, che il proprio Cristo. Papa Francesco è l’immagine e somiglianza di Rahner con lui “l’umanesimo laico profano alla fine è apparso nella terribile statura” nella cattedra del beatissimo Pietro. Leone XIII non accaso ha scelto scrivere un’esorcismo a San Michelle e in quello ha scritto:

“E la Chiesa, Sposa dell’Agnello Immacolato, da molto astuti nemici è stata riempita di amarezza e abbeverata di fiele; essi hanno messo le loro empie mani su tutto ciò che c’è di più sacro; e lì dove fu istituita la Sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della Verità, hanno posto il trono della loro abominazione ed empietà, così che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso”.

Che cosa vuoi dire questo? Un’Antipapa?

Il grande problema della Chiesa, dalla chiusura del Concilio fino ad oggi, è che se tratta de una sola Chiesa per due religione: la religione del Verbo che se è fatto carne e la religione dell’uomo luciferiano che vuole essere dio. L’abominio della desolazione era già all’interno della Chiesa prima della Pachamma…

Catholicus ha detto...

Per il cardinal Sarah: sarebbe bene che leggesse queste testimonianze di pietà popolare cattolica plurisecolare e riflettesse sui depistaggi che decreti come quello da lui emanato lo scorso 7 ottobre (solennità della madonna del Rosario, o delle Vittorie: duplice offesa alla Madre Celeste, quindi) inducono nei fedeli, che non confermano più nella fede ma che confondono le menti e raffreddano i cuori, e di questo,, caro cardinale, Lei si rende responsabile, al pari del suo principale protempore, e come lui dovrà renderne conto al solo vero capo della Chiesa, Cristo Giudice!
blogclaudiogazzoli.blogspot.com/2019/11/la-madonna-de-li-cuppitti.html
https://benedettoxviblog.wordpress.com/2019/11/09/lettera-aperta-del-professor-nicolini-al-cardinale-robert-sarah-la-traslazione-della-santa-casa-di-loreto-se-questi-taceranno-grideranno-le-pietre/
https://www.aldomariavalli.it/2019/11/05/il-nuovo-decreto-sulla-santa-casa-di-loreto-ovvero-come-ti-occulto-il-miracolo/
http://blog.messainlatino.it/2019/11/lettera-al-card-sarah-le-pareti-di.html


Anonimo ha detto...

Gederson Falcometa 16,39. Un antipapa? Io opto per questa tesi, perché? San Giovanni ci dice che l'anticristo è chiunque si metta contro Dio venuto nella Carne in Gesù, quindi la religione umana, ed ora anche pagana ufficialmente. è sempre anticristica, l'uomo che si fa dio è, giustamente, al pari di Lucifero, spirito che si fa dio, ma mai saranno Dio né uno né l'altro. Ora dunque Bergoglio col 4 ottobre 2019 nei giardini vaticani ha dato scandalo di accettazione di culto ad idoli, idoli sessuali peraltro quali Baal . Bergoglio dunque è un anticristo, dunque non è con Cristo, si oppone a Cristo, è dunque un antipapa, anatema in base a san Paolo, (chi predica un vangelo diverso fosse pure un angelo, e qui è solo un uomo), entrato come ladro o brigante non per la porta, Porta che oggi è il Vangelo senza varianti. Due papi poi sono l'assurdità delle assurdità.

Anonimo ha detto...

#Meditando ⬇️⬇️⬇️

«Di fronte agli attacchi incalzanti dei nemici della Chiesa di Dio ci è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito, forse, lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto! Ricordiamoci
che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, (ma anche) di tutte le buone azioni che avremmo potuto compiere, ma che non abbiamo compiuto!
Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto!».
(San Massimiliano Kolbe)

Anonimo ha detto...

Gent.mo Gederson,

lei aveva posto una domanda (a conclusione dell'intervento del 10 novembre 6.33): "Qualcuno può dirme: il libro del cardinale Sarah è un manuale per la Controriforma, qualcuno sa dire contro quale riforma è la contro-riforma presentata nel libro?"

Ho abbozzato una risposta (10 novembre 8.45) che in sintesi spiega che la contro-riforma che c'è in filigrana nel libro del Card. Sarah si configura innanzitutto come il vivere la "Chiesa di sempre" nella sua essenzialità, "presente in chi crede con semplicità, ricevendo in Essa il dono della fede che diviene fonte di vita". La Chiesa come una patria che è speranza, una vita che conduce alla vita eterna.

Senza questo sguardo tutto si appiattisce sul nostro fare umano. La situazione è peggiore di quella del 1517. Là era Lutero che -da religioso- criticava dei religiosi in un contesto diffusamente cristiano. Oggi siamo (specie in Occidente) in un contesto neo-pagano, ostile a Dio, ostile soprattutto a Cristo.

Il Card. Sarah presenta la "riforma" necessaria: un ri-formare la forma pura, quella che sgorga dalle mani di Dio. Riforma dunque è -per ognuno di noi- innanzitutto un lasciarsi plasmare da Dio, di nuovo. Non è arrabattarci per erigere nuove facciate, come tendono a credere certe nuove ecclesiologie, ma darci da fare per far sparire tutto quello che è nostro, così che appaia nel suo splendore quel che è Suo, di Cristo. Abbiamo bisogno di santità. Bisogna essere capaci di non ostacolare l'azione di Dio.
(liberamente ridotto da pagg. 120-121 di "Si fa sera e il giorno ormai volge al declino").

La nostra conversione (il cambiare direzione) chiede grande unità al Signore (sostando silenziosamente, lungamente in adorazione Sua), con-formità a Cristo (e questo passa attraverso la ricchezza della dottrina-dogma), per uni-formarsi a Lui (così che Cristo sia tutto in tutti) e infine noi lo sappiamo fare con perseveranza, e sapendo resistere (2 Timoteo 4,3: "Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero"), avendo confermato in noi quanto "uniformato" al modello di Nostro Signore Gesù Cristo. Servirà la croce? Certamente.

Ecco contro quale "riforma" va tutto il libro del Card. Sarah.
Contro le riforme a colpi di assemblee deliberanti, che oggi detengono il potere di snaturare il depositum fidei e che non c'è modo di contrastare con altre assemblee.
Ripeto (ed è realistico ammetterlo) che non siamo ai tempi della controriforma dei tempi di San Carlo Borromeo (anche se è necessaria innanzitutto la sua humilitas).
La situazione è differente. La posta in gioco è molto più alta.

Può non piacere. Ma non basterà nulla di meno.

Anonimo ha detto...

https://www.catholicnewsagency.com/news/cardinal-sarah-ideological-push-in-amazon-synod-an-insult-to-god-89525

fabrizio giudici ha detto...

@Anonimo che è stato all'incontro della Bussola...

Se il riassunto della posizione di Sarah è ancora l'"ermeneutica della continuità", e io purtroppo non dubito che sia così, non siamo messi bene. Sette anni di Francesco e le pachamama in chiesa non insegnano che l'ermeneutica della continuità è una strategia fallita?

Su Akita: ho visto che Tosatti ha rilanciato, però da quanto ho potuto verificare la fonte è sempre una sola, la radio americana che ha menzionato. Vista l'importanza della cosa ci vorrebbe almeno un'altra fonte indipendente...

Maurizio ha detto...

Per Anonimo di 10 novembre 2019 10:27
Rifletta meglio il cardinale perché sta sbagliando oggi...quello che dice andava bene fino a Benedetto XVI cioè fino al 2013, oggi NO

Complimenti per il contenuto del suo intervento e per la sintetica conclusione.
Sono completamente d'accordo.

Anonimo ha detto...

Riflettete meglio: chi se ne dovesse andare, chi lascia?

Lascia la Chiesa, la sposa di Cristo (un matrimonio -grazie a Dio!- indissolubile).

Quindi è sbagliato andarsene. E se c'è chi fa disastri, tra i figli, non siamo noi a dovercene andare. E "stare" non significa stare con chi sbaglia, ma con Cristo, che c'è e sta. Lui sta sempre. Anche sulla croce Lui è rimasto. Nessuno diventa pagano restando. Anzi...

PS Non facciamo l'errore di dire che Benedetto XVI non sarebbe rimasto. E' rimasto pure lui, nel modo che sappiamo. Ma uscire, andarsene, è sbagliato. Prima e dopo il 2013.
Che se ne vada chi non ama. Chi ama sta in casa.

Maurizio ha detto...

Anonimo delle 14:30

Mi pare che lei stia proiettando nella sua testa un film che nessuno ha mai girato ...
Chi ha mai detto di auspicare l'abbandono della Chiesa da parte di chi non segue i falsi insegnamenti di Bergoglio? Qui si sta dicendo, semmai, che questa Chiesa sta cambiando a velocità supersonica il proprio DNA e che, per questo, si sta allontanando lei stessa dal Depositum Fidei patrimonio della Rivelazione. In tal caso, è la chiesa di Bergoglio che progressivamente si sta avviando ad essere scismatica.
Quindi, mi tengo per buona la sua stessa frase "se c'è chi fa disastri, tra i figli, non siamo noi a dovercene andare".
E, per favore, su Benedetto XVI stendiamo un velo pietoso e andiamo oltre. Non ne parliamo proprio più.

fabrizio giudici ha detto...

Maurizio, purtroppo chi auspica lo scisma (inteso come abbandono della "Chiesa di Bergoglio") c'è, il commento delle 14:30 è sensato.

Anonimo ha detto...

Perché se ci si fa santi e pregando si ottiene la conversione anche degli altri. L' odio continuo e la polemica continua degenerano sempre in qualcosa di gretto. Si dia una calmata signora. Credo che il cardinale ne sappia più di noi. Intanto toglie la pace questo suo modo continuo di attaccare. Ci pensa Gesù a tenere salda la barca. A noi è chiesto di pregare come agli apostoli fu chiesto di pregare nel Getsemani. Non di protestare o di incoronarsi di spine.
Michele Vignatti

fabrizio giudici ha detto...

Vignatti, il suo è quietismo. È un errore noto e grave. È vero che prima di tutto si deve pregare se ci si deve far santi e questo può favorire la conversione degli altri, ma non necessariamente la conversione di tutti, perché non tutti si convertono: dunque il male nel mondo rimane. Io mi chiedo se quelli che ragionano come lei usano un minimo di razionalità: quando lei sente parlare di ingiustizie sociali si limita a pregare o si attiva anche in qualche modo? Se rischia di perdere il lavoro, se i suoi figli vengono minacciati, se qualcuno vuole entrare in casa sua e razziarla si limita a pregare o reagisce? Se vede un povero per strada, si limita a pregare per lui? E se non si limita a pregare per queste cose, non si rende conto di doverlo fare a maggior ragione per una cosa più importante come la difesa della Chiesa? "Farsi santi": guardi alla vita di molti santi e scoprirà che non si limitavano a pregare, si sono santificati con l'azione.

Anonimo ha detto...


"Si dia una calmata, signora.."

A noi è chiesto di pregare solamente, poi ci pensa Nostro Signore.
Giusto. Nostro Signore ci pensò anche quando scacciò con la frusta
i mercanti dal Tempio? Certo. E questo si aspettano le anime pie,
che finalmente intervenga con la frusta in mano per scacciare i
mercanti, i neo-modernisti, che da quasi 60 anni hanno occupato
"il tempio", demolendolo quasi del tutto. Attenzione, che' l'ira di
Nostro Signore è quella del Cristo Giudice, quello che dice "Io non vi conosco, via
da me maledetti nel fuoco eterno..".
Diceva Machiavelli che gli Stati non si governano con i paternostri.
Ma il Fiorentino, si sa, era un miscredente. Aveva anche visto
all'opera da vicino l'inetto governo pontificio del tempo, che non
sapeva difendere lo Stato con i mezzi terreni e nemmeno a dir la
verità si sprecava in paternostri.
Dicono gli aneddoti storici, spesso falsi, che quando cominciò l'invasione
dell'Italia da parte degli eserciti giacobini, fu mandato un legato pontificio
nell'Emilia Romagna con delle somme per arruolare soldati a difesa e acquistare
armi, ma egli avrebbe preferito spendere le somme in offerte ai conventi per
preghiere e novene contro l'irrompente nemico. Certo, sarebbero state truppe
scalcagnate, quelle arruolate in fretta, che poco avrebbero potuto fare.
Nemmeno le preghiere tuttavia ottennero nulla, come sappiamo.
"Ora et labora", dice la famosa regola. E l'altra: "Estote parati!" motto un tempo dei boy-scouts cattolici. Bisogna prepararsi sempre "prima".
Ebbene, oltre alle nostre devozioni quotidiane, noi anche "lavoriamo", per quel poco
che possiamo, per fermare la devastazione della vigna del Signore.
Non ci diverte affatto impiegare il nostro tempo in quest'opera, impostaci dalla nostra
appartenenza alla milizia di Cristo, essendo noi anche formalmente "milites Christi". A
quest'opera ci incita anche mons. Schneider.
Chi non lo vuol capire, che quest'opera è un dovere, per quanto sgradito, ci dispiace per lui. Speriamo che un giorno lo capisca.
Z.

Viator ha detto...

https://www.radiospada.org/2019/11/si-fa-sera/

“Si fa sera e il giorno ormai volge al declino”. Occhio agli entusiasmi: diagnosi carente, terapia pericolosa?

Gederson Falcometa ha detto...

Carissimo Anonimo,

Ringrazio a lui per le risposte, e chiedo scusa per qualcuno eccesso nella mia prima risposta. Niente contro la riforma di noi stessi, però, credo io, che la nostra riforma personale non può essere confusa con una riforma della Chiesa. Pensiamo ad esempio negli abusi liturgici, sarebbe la riforma di noi stessi a corrigerla o l’esercizio dell’autorità?

Una è la riforma che noi fedeli dobbiamo fare in noi stessi, altra è la riforma che quelli che hanno gradi del sacerdozio devono fare in loro stessi e la nostra riforma personale dipende anche dei nostri pastori. Il P. Cornelio Fabro, nel libro “L’avventura della teologia progressista”, nel cap. “Decadenza i crisi del sacerdozio nell’attuale crisi della Chiesa” commenta il il saggio di G. May, Niedergang und Aufstieg der Seelsorge, in «Der Fels», a. III, 7-8 luglio-agosto 1972, pp. 201-210, dopo parlare della demolizione della Chiesa, lui presenta i punti per la sua ricostruzione, dicendo:

“Ma come attuare la vera riforma delle anime?, si domanda il May.

In primo luogo. La «prima» cosa necessaria, risponde, è la nostra personale conversione. Poiché la rovina è venuta dal clero, dal clero deve venire la guarigione e la salvezza. Santificazione personale. A molti di noi manca la forza verso noi stessi. Noi siamo troppo figli del nostro tempo molle, molliccio e rammollito. Il benessere a molti di noi non ha fatto bene. Il piacere della tavola, del bere, del fumare, dei viaggi, forse anche piaceri più pericolosi minacciano di toglierci la libertà.
In secondo luogo. Il popolo fedele, ma anche molti nostri confratelli, anzi molti vescovi e devono essere illuminati sulla situazione reale. Riconoscere che siamo fuori strada.
In terzo luogo. Si tratta che il nostro primo dovere come sacerdoti è quello di portare gli uomini a Dio.
In quarto luogo. Unire i benpensanti in un’azione comune e istituire a questo scopo circoli di sacerdoti e laici. Egli segnala in questa linea la conferenza del card. Höffner: Il sacerdote nella società permissiva.
In quinto luogo. Fare il possibile per influire sull’ambiente, con la stampa e la pubblicità, contro un cristianesimo di sagrestia, pigro e retrogrado.
In sesto luogo. Impegnarsi a riformulare con chiarezza l’antica fede, secondo il Credo di papa Paolo. Deve finire la confusione, se si vuole resistere contro il mondo!
In settimo luogo. Attuare una condotta illuminata verso l’autorità, tenendo presente la constatazione che viviamo in un’epoca di mancanza di guida”. https://pascendidominicigregis.blogspot.com/2019/09/decadenza-e-crisi-del-sacerdozio.html

Capisce la differenza: "la rovina è venuta dal clero, dal clero deve venire la guarigione e la salvezza. Santificazione personale"? Questo è una parte della “pars construens”, per capire meglio, raccomando anche la lettura dell’articolo dove se trova la “pars destruens”.

Se si prende la riforma e se considera quella che è vera e quella che è falsa, esiste il bisogno di parlare di contro riforma? Quindi, la differenza maggiore che vedo tra le riforme contro il cardinale Sarah presenta la sua controriforma è il fine. Sembra che per non riformare la Chiesa con odio e divisione, il cardinale Sarah non presenta la confutazione della falsa riforma ma una Contro Riforma? Qui siamo ancora nella pastorale dell’applicazione della misericoria all’errore, non facendo distinzione tra chierici e laici, e con questa pastorale è che se crede trovare l’essenzialità della “Chiesa di sempre” "presente in chi crede con semplicità, ricevendo in Essa il dono della fede che diviene fonte di vita"? Ora è più chiaro l’espressione “La Chiesa non la riformiamo con la divisione e l’odio, ma quando cominciamo a cambiare noi stessi!”.

Gederson Falcometa ha detto...

Infatti la cosa è peggio che 1517, ma non senza ragione ha detto il P. Fabro, nello stesso capitolo che dello estratto soppra, come se può leggere:

“L’effetto peggiore della protestantizzazione della Chiesa io lo vedo però in questo, che un po’ alla volta fra i cattolici si è formata una situazione generale di coscienza la quale corrisponde a quella dei primi decenni del secolo sedicesimo, ed essa, come allora, prepara la caduta delle masse nel momento in cui si scatenerà la penetrazione altrui. L’insicurezza dogmatica dei cattolici è aumentata al punto che, a mio avviso, la maggior parte dei cattolici tedeschi non solleverebbe alcuna difficoltà se la conferenza episcopale tedesca decidesse domani a maggioranza l’unione con il protestantesimo”.

Questo che dice il P. Fabro è vero: non ha come aggiornare la Chiesa al mondo moderno, senza aggiornarla alla riforma protestante, perchè è dal Rinascimento, della Riforma e della Rivoluzione Francesa che nasce il mondo moderno. Come ho sottolineato nel mio commento precedente, il Concilio di Trento ha riformato la Chiesa, contro l’eresia protestante, ma ha mirato la riforma personale di ognuno cattolico con le sue decisione, dicendo a loro che cosa dovevano credere (canone) e che cosa dovevano rifiutare (anatema). Oggi siamo davanti ad uno mondo neo-pagano, non solo questo, siamo davanti all’uomo che, come Lucifero, vuole essere dio. Se la Chiesa in Trento ci ha detto ai fedeli che cosa dovevano credere e che cosa dovevano rifiutare, la Chiesa con il Concilio Vaticano II, non dice nè una cosa e nè altra. Il Concilio Vaticano II è stato convocato proprio per aggiornare la Chiesa allo mondo moderno, dove è nata la pastorale dell’applicazione della misericordia all’errore. Certamente il tempo di Lutero è stato altro, ma nella radice della crise odierna della Chiesa sta la protestantizazione della Chiesa. La riforma protestante, secondo Jacques Maritain, “Tre riformatori”, è stato un prodotto del “Rinascimento”. Quindi, l’idea di un cristianesimo che parle meglio all’uomo del suo tempo è nata con Lutero. Implicitamente il protestantismo è stato il primo tentativo di aggiornare il cristianesimo all’uomo di suo tempo, è in lui che è nata l’idea di una Chiesa “semper rifformanda” o se preferire oggi “semper aggiornanda”. Quindi, con il protestantesimo cambia il fine delle riforme, non sono più i fedeli ma le forme ecclesiale. Inoltre a questo il protestantesimo è stato proprio un ritorno al paganesimo in quanto è una religione che c’e per fondamento un Gesù fatto all’immagine e somiglianza dei riformatori. Evidentemente questo antropomorfismo sta presente anche nella loro idea di Chiesa...

Come lei può capire, la riforma protestante è molto in più che le critiche che Lutero - da religioso - faceva ai religiosi.

Un caro saluto dal Brasile!

Gederson Falcometa ha detto...

Carissimo Anonimo 18:39,

Bergoglio può essere il falso profeta che presenterà l'Anticristo. Bartolomeo Holzhauser ha scritto nella sua interpretazione all'Apocalisse che "L'Antipapa che lacererà la Chiesa occidentale, e farà adorare la prima bestia" - https://pascendidominicigregis.blogspot.com/2013/08/lantipapa-che-lacerera-la-chiesa.html.

Ancora cerca il riformismo dominate oggi, una parola di S. Pio X nella Pascendi:

"Restano per ultimo a dir poche cose del modernista in quanto la pretende a riformatore. Già le cose esposte finora ci provano abbondantemente da quale smania di innovazione sieno rosi cotesti uomini. E tale smania ha per oggetto quanto vi è nel cattolicesimo. — Vogliono riformata la filosofia specialmente dei Seminarii, sì che rilegata la filosofia scolastica alla storia della filosofia in combutta cogli altri sistemi passati di uso, si insegni ai giovani la filosofia moderna, unica vera e rispondente ai nostri tempi. — A riformare la teologia, vogliono che quella, che diciamo teologia razionale, abbia per fondamento la moderna filosofia. Chiedono inoltre che la teologia positiva si basi precipuamente nella storia dei dogmi. — Anche la storia chiedono che si scriva e s'insegni con metodi loro e precetti nuovi. — Dicono che i dogmi e la loro evoluzione debbano accordarsi colla scienza e la storia. — Pel catechismo, esigono che nei libri catechetici s'inseriscano solo quei dogmi, che sieno stati riformati e che sieno a portata dell'intelligenza del volgo. — Circa il culto, gridano che si debbano diminuire le divozioni esterne e proibire che si aumentino. Benchè, a dir vero, altri più favorevoli al simbolismo, si mostrino in questa parte più indulgenti. — Strepitano a gran voce perchè il regime ecclesiastico debba essere rinnovato per ogni verso, ma specialmente pel disciplinare e il dogmatico. Perciò pretendono che dentro e fuori si debba accordare colla coscienza moderna, che tutta è volta a democrazia; perciò dicono doversi nel governo dar la sua parte al clero inferiore e perfino al laicato e discentrare, Ci si passi la parola, l'autorità troppo riunita e ristretta nel centro. — Le Congregazioni romane si devono svecchiare; e in capo a tutte quelle del Santo Officio e dell'Indice. — Deve cambiarsi l'atteggiamento dell'autorità ecclesiastica nelle questioni politiche e sociali, talchè si tenga essa estranea dai civili ordinamenti, ma pur vi si acconci per penetrarli del suo spirito. — In fatto di morale, dànno voga al principio degli Americanisti, che le virtù attive debbano anteporsi alle passive, e di quelle promuovere l'esercizio con prevalenza su queste. — Chieggono che il clero ritorni all'antica umiltà e povertà; ma lo vogliono di mente e di opere consenzienti coi precetti del modernismo. — Finalmente non mancano coloro che, obbedendo volentierissimo ai cenni dei lor maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato. — Che si lascia dunque d'intatto nella Chiesa, che non si debba da costoro e secondo i lor principii riformare?"

Un caro saluto dal Brasile

Gederson Falcometa ha detto...

Oggi la Neo-Chiesa non può salvare, è chiusa per restauro
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2111_Falcometa_La_nuova_chiesa_non_salva.html