Pagine fisse in evidenza

venerdì 21 agosto 2020

La Generazione Farfalla: come sono i ragazzi movida&covida

Icastico realista efficace, Marcello Veneziani. Mi sono permessa di bypassare l'uso di alcuni termini nei confronti di Dio, per me troppo disinvolti anche se si tratta di un linguaggio letterario.

I ragazzi. Ma li avete mai osservati i ragazzi? Nel discorso pubblico sono i portatori di movida & covida, nel senso del contagio; gli sprizzanti, nel senso dello spritz, le varie sette aperitive dei Mojto, dei Moscow Mule ecc., più rari reazionari del pastis e delle bollicine. Ma oltre l’aperitivo, la discoteca e le spiagge, come sono i ragazzi? Per cominciare, la categoria si estende a un lungo ventennio, dai sedici ai trentasei anni, e non mancano ai bordi ragazzi precoci e tardivi. Cosa sono, come vivono, quali differenze con noi adulti? Difficile conoscerli perché da decenni viviamo nella società dell’apartheid, anagraficamente razzista e psicolabile: i ragazzi si svelano solo ai ragazzi, non ci sono più gruppi verticali, a cominciare dalle famiglie, dove si parlavano generazioni diverse, nonni e nipoti, oltre i benefits elargiti dai primi ai secondi. Dunque difficile capirli. Per una serie di circostanze ho avuto modo di conoscere più da vicino una decina di ragazzi di diversa età ed estrazione, alcuni familiari altri no, e in modo indiretto i loro amici e affini. Un campione ristretto ma provo a trarre qualche indicazione e un referto finale.

Premessa. Non giudicate i ragazzi dall’alto, nessuna generazione in assoluto è meglio di un’altra, ciascuna viene da mondi diversi, abita situazioni differenti, difficilmente paragonabili. Che i giovani d’oggi siano peggio degli adulti lo ripetiamo dall’età delle caverne; lo diceva Platone, lo dicevano i nostri nonni dei nostri padri, e i nostri padri di noi, e noi dei nostri figli. Quindi non tiriamocela, non emettiamo sentenze. Ogni generazione sbaglia a suo modo. Spesso gli errori di una generazione derivano dalla generazione che li precede. Se vengono male sono il vostro frutto, perciò cauti.

I ragazzi ventiventi hanno più uso di mondo, più dimestichezza coi viaggi, la tecnologia, le lingue, il villaggio globale; hanno meno senso della storia e della geografia, conoscono la realtà mediata dalle rappresentazioni virtuali, bestemmiano con più facilità di noi, che potevamo essere in conflitto con la religione e con Dio ma non lo trattavamo come un intercalare alternativo ... non lo appellavamo con espressioni volgari, anche se esiste in qualche regione italiana un’infame vulgata di ateismo e bestemmia. Se siamo fatti a Sua immagine e somiglianza come sostengono i credenti o se Lui è fatto a nostra immagine e somiglianza, come sostengono gli atei, il risultato non cambia: lo chiamiamo ... perché rispecchia noi. Diceva Nietzsche, evangelico: “Voi dite che per i puri tutto sa di puro; io vi dico per i porci tutto sa di porco”.

Sorvoliamo sul linguaggio, eccetto una notazione: chi studia il lessico dice che i contemporanei usano meno vocaboli dei loro predecessori; un linguaggio basic, multilingue ma più povero. È la spia di un più vasto impoverimento: i ragazzi di oggi sono più poveri di passato, di futuro, di eterno e di mitico, immersi in quel che chiamo “l’infinito presente globale”. Hanno più ecologia e meno natura…

Ma sto girando intorno a ciò che vorrei dire. I ragazzi di oggi hanno in genere meno orgoglio e amor proprio ma più egocentrismo e amor di sé. Sono narcisi insicuri, frutto di mezzo secolo fondato sull’assoluta preminenza dell’io e dei suoi desideri su tutto e tutti. I legami esistono solo in funzione di ciò, se mi fanno stare bene o no. I ragazzi sono più disinteressati dei loro padri e dei loro nonni, ma questo è un pregio fino a un certo punto; oltre è un limite grave.

Da dove deriva il disinteresse, l’egocentrismo narcisistico, l’ipersensibilità che è il nome nobile per dire fragilità nervosa, paura e insicurezza, e produce dipendenza da analisti, fumi, pose, bevande? Famiglie ristrette e spesso dissolte, con figli unici, che li fanno sentire al centro del mondo, genitori con sensi di colpa verso di loro che compensano coi benefici quel che non hanno saputo dare come affetti, premura, educazione; O genitori troppo apprensivi e accondiscendenti, che non hanno voluto educarli ma solo farli stare bene; facendoli vivere nel benessere facile sin dalla nascita, da non conquistare con le unghie e i denti (anche noi del baby boom eravamo così rispetto ai precedenti, loro ancora di più); Così sono cresciuti al riparo dalla realtà, dalla vita e dalla morte, da asprezze e crudità (salvo il sushi) e di conseguenza portati a vivere non la realtà ma come Io la percepisco, dove i fatti cedono ai fattori psicologici, le storie pubbliche alle emozioni private, le sconfitte alle depressioni. Le incertezze della vita e del destino diventano insicurezze personali e paure problematiche, in una società che cambia troppo in fretta. E loro vivono in fretta, non trovano mai il tempo per pensare prima di dire, per fare bene le cose, per ordinare la vita e darle una via.

Il risultato è una generazione fragile, labile, che cerca appoggi ma non legami, coperture e non amicizie, che rigetta valori, riferimenti ideali, passioni e vuol acquisire password di vita, stili e modi per autorappresentarsi e raccontarsi (dal vestiario ai tatuaggi) e che vede il mondo come sfondo del proprio selfie.

Tutto assume dimensione individuale, soggettiva, umorale, e tutto rifugge dal considerarsi dentro una fase storica, lo spirito pubblico, la comunità condivisa. Da qui tante vite ancora embrionali, incerte; oltre i trent’anni senza legami stabili, anche con case e luoghi; lavori provvisori, scelte di vita indefinite; alcuni vagheggiano di voler avere figli ma in astratto, senza partner e senza parto, solo per espandere il proprio io o raccontare una bella storia. Vite appena abbozzate, ancora aperte a tutte le possibilità e perciò indecise e incompiute, sfuggenti, puerili. Di tutto ciò la responsabilità è per metà personale e per metà epocale, non generazionale, e coinvolge anche i “grandi”. Come definirli? Generazione Farfalla. Labili, volatili, inquieti, lievi, effimeri, colorati, esili, evanescenti, disegnano nell’aria cerchi di possibilità, non si radicano ma si posano. I ragazzi degli anni Venti sono in balia dei venti.
Marcello Veneziani, La Verità 18 agosto 2020

15 commenti:

  1. Per rispettare la loro libertà non si è trasmessa loro una mappa esistenziale essenziale. Dietro questo rispetto è implicito il rifiuto della responsabilità da parte dei 'grandi'. Educare stanca e l'educatore e l'educando. E' fatica. E' coerenza personale e familiare. Assente. Assente anche la chiesa in crisi di identità ereticale da cui piano piano si son ritratti, a pelle, genitori, nonni e bisnonni. Ma i giovani comunque sono stati educati dall'esempio dei 'grandi' ideologizzati e rilassati e dei MEDIA corruttori di ogni pensiero prima che di ogni carne, attraverso la confusione, la velocità e l'indebolimento continuo, indotto dalla confusione e dalla velocità, del loro proprio sistema nervoso sovra/stimolato dal ventre materno fino ad una auspicata maturità. Maturità, oggi come mai prima, Grazia Divina. Per la quale preghiamo con cuore sincero Gesù Bambino e la Sacra Famiglia tutta.

    RispondiElimina
  2. I giovani sono i vettori delle tendenze più disorientanti, per noi che oramai abbiamo raggiunto la maturità.

    Essendone spesso a contatto, mi capita di captare qualche discorso tra loro che lascia presupporre tutto un mondo radicalmente diverso da quello che fu nella nostra adolescenza e, a maggior ragione, nella nostra infanzia.

    Ho intuito casualmente un rovesciamento valoriale quando due ragazze, anni fa, si mostravano un gadget della Playboy. "Che forte!", diceva una all'altra. Nella mia giovinezza queste cose si sarebbero nascoste, soprattutto per non ricevere una reprimenda dai genitori. Ora per loro il gadget della Playboy "è forte", cosa da mostrare a tutti con orgoglio!

    Un altro discorso l'ho sentito all'ora di pranzo, in un tavolino di un bar vicino al mio. Tre ragazzi, due ragazze e un ragazzo, discutevano del più e del meno. Ad un certo punto il ragazzo fa alle altre due: "Mi piacciono i travestiti, i bisessuali, cosa devo dirvi? Mi piace il c..zo!". Detto così, neppure per scherzo, senza tanti giri di parole e ad alta voce, incurante di chi ascoltava lì vicino e con il plauso delle altre due, entusiaste.

    E' ovvio che almeno per una certa percentuale della gioventù tutto fa brodo, l'importante è godere, spassarsela bene.
    Non esistono più gerarchie, valori tradizionali, punti di riferimento che classifichino moralmente il proprio agire. Tutto va bene.

    In un situazione così è addirittura tragico che molti vescovi abbiano oramai calato le brache e si siano adattati mostrandosi più complici che pastori. Con questi presupposti, quale sarà il nostro e il loro futuro?

    RispondiElimina
  3. Vorrei segnalare a proposito di giovani e scuola un articolo molto intelligente di Piero Vassallo, che secondo me, specialmente oggi, meriterebbe un'ampia discussione.
    Consiglio vivamente a chi è interessato a questi temi un'attenta lettura di questo illuminante testo.

    http://pierovassallo.blogspot.com/2014/09/il-male-oscuro-della-riforma-gentile.html

    RispondiElimina
  4. https://www.aldomariavalli.it/2020/08/21/ricordo-di-san-pio-x-con-le-parole-della-sua-prima-enciclica-rinnovare-tutte-le-cose-in-cristo/

    RICORDO DI SAN PIO X. CON LE PAROLE DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. "RINNOVARE TUTTE LE COSE IN CRISTO"

    RispondiElimina
  5. Cito l'autore

    I ragazzi di oggi hanno in genere meno orgoglio e amor proprio, ma più egocentrismo e amor di sé. Sono narcisi insicuri, frutto di mezzo secolo fondato sull’assoluta preminenza dell’io e dei suoi desideri su tutto e tutti. I legami esistono solo in funzione di ciò, se mi fanno stare bene o no. I ragazzi sono più disinteressati dei loro padri e dei loro nonni, ma questo è un pregio fino a un certo punto; oltre è un limite grave.

    1-L'orgoglio è anche un brutto peccato, ma nel senso buono dice di un'appartenenza forte: oggi c'è meno orgoglio perché effettivamente -dal loro punto di vista- non c'è di che essere orgogliosi (cultura, chiesa, stato, partito, famiglia, lavoro, bandiere varie...) né abbonda chi dia loro motivi di orgoglio. La storia non si studia, ma si usa per ideologia!

    2-l'apparente paradosso è rivelatore della realtà: meno amor proprio = più egocentrismo.
    Mi verrebbe da dire: "meno amore della vita a motivo di Dio = più antropocentrismo".
    La Mater et Magistra ha deviato dal solco e ha seminato per la sua parte questa zizzania.

    3-narcisi insicuri: non è che viene da lì una certa "confusione" su maschio e femmina? E chi se la sente di dire che la colpa sia delle vittime? Non è piuttosto che qualche vecchio cialtrone abbia artatamente diffuso sostanze, rumore e luci psichedeliche, spacciandole per diritti, ideali, conquiste e rivoluzioni, fino a giungere esattamente dove si prefiggeva?

    4-i legami: la re-ligio secondo alcuni intellettuali e la cultura mainstream più che un legame è un legaccio. Come il matrimonio... Il latino relegĕre (prefisso re ad indicare frequenza + legĕre=scegliere ed in senso lato, cercare avere cura; come eleganti viene da eligere, diligenti da diligere, intelligenti da intelligere; c'è sempre contenuto il valore di legere, lo stesso che c'è nella religione. Legare sì, ma al meglio per l'uomo! Una scelta: la mia scelta fondamentale frutto di un dono! Ri-scelta ogni volta.

    5-più disinteressati dei padri? Dipende da Chi è caduto nel disinteresse e chi l'ha fatto sembrare così poco interessante. Pensiamo alla necessità della grazia, cioè alla indispensabilità di ciò che l'uomo non può darsi da sè e che è necessaria per ciò che esula dalle facoltà della natura umana. Come è stato risolto il problema? Negandone persino la messa a tema! Il peccato originale, quello attuale, il vizio, la salvezza, la croce, la vita eterna... Tutto ciò merita spallucce e risolini di compatimento se non il bestemmione.

    Poveri ragazzi, venuti a vivere quell'età dentro quest'epoca della Chiesa cattolica!

    RispondiElimina

  6. Meglio i "ragazzi del '99"

    Non sono i ragazzi a formare padri e madri, ma questi ultimi i ragazzi,
    maschi e femmine.
    Se la gioventù è oggi, tranne le eccezioni, "sfigata", di chi è la colpa principale, se
    non degli educatori che sono venuti meno al loro compito?
    Sono i ragazzi di oggi in genere mezze tacche come i loro genitori e come i preti
    formati dalla Chiesa conciliare.
    I loro costumi sono corrotti ma non più di quanto lo siano quelli degli adulti,
    è la stessa corruzione che si riflette in loro.
    Non riconoscono il principio d'autorità, messo però in crisi già dai loro genitori, e in particolare dal femminismo, penetrato da tempo nella società a distruggere l'istituto familiare a cominciare dall'autorità del padre, che oggi si proclama non necessario.
    Questa società euro-americana non contenta di aver rovinato la gioventù, sta adesso attivamente rovinando anche l'infanzia, da ultimo con l'educazione gender nelle scuole, a partire dalle elementari, una cosa mai vista prima nella storia.

    Preferisco "i ragazzi del '99", i diciottenni che andarono in massa a combattere dopo lo sfondamento subito da noi a Caporetto, entrando in linea sul Piave e sul Grappa e battendosi alla morte contro un nemico che annoverava forse le migliori fanterie del mondo, in quel momento.
    Quelli sì che erano giovani degni di questo nome!
    Ma facevano cose più grandi di loro perché gli adulti erano veramente tali, avevano forte il senso del dovere, il patriottismo, si sacrificavano per il bene comune anche accettando di morire in una guerra così tremenda, inizialmente subita e dopo Caporetto diventata guerra di tutta la Nazione e della riscossa contro lo straniero invasore.

    Sono tutti per la pace, tranne una minoranza, ragazzi e adulti del nostro tempo.
    Ma la pace che fa ingrassare nei vizi, il Signore la distruggerà con tutti i suoi vizi.

    RispondiElimina
  7. ''Il risultato è una generazione fragile, labile, che cerca appoggi ma non legami, coperture e non amicizie, che rigetta valori''

    Fossi cattivo, direi: eh, chissà di chi è la colpa, chissà chi ha governato e sta governando ancora il mondo e nel mondo...

    Ma sono buono... Forse.

    RispondiElimina
  8. Albano : Hanno cosparso di benzina il portone del santuario di San Gaspare ad Albano e poi appiccato il fuoco.

    https://lanuovabq.it/it/rogo-in-chiesa-volevano-distruggere-non-sono-vandali

    Il rogo poteva avere conseguente ben più gravi se non fosse stato per due coincidenze provvidenziali: «Il bussolotto interno rimane sempre aperto – ha spiegato alla Bussola don Proietti -. Se fosse stato chiuso il fumo si sarebbe condensato all’interno e si sarebbe sfogato sopra dove abbiamo la cantoria e l’organo antico».

    La seconda coincidenza è legata a Notturno che don Mario recita con aggiunta di Rosario e Santa Messa tutte le notti alle 2.30. «E’ una particolare devozione che facciamo per i devoti di San Gaspare e che viene trasmessa in streaming sulla pagina di Pensiero cattolico. L’altra notte sono sceso alle 2 come di consueto e ho trovato il portone in fiamme, così ho dovuto cancellare la Messa».
    https://www.facebook.com/ilpensierocattolico/

    RispondiElimina
  9. Grazie infinite Marcello.
    I giovani non sono tutti così ma certamente il tuo quadro dipinge senza sconti - nell'attuale deserto di verità e valori - una realtà del nostro tempo.
    Come pensatore sei una luce e il Signore sa se c'e bisogno di menti che sanno ancora leggere la realtà e rispettarla.

    Marisa

    RispondiElimina
  10. @ Marisa
    Veneziani come è noto non è cattolico. I giovani sono sempre un bersaglio facile.il disastro è avvenuto negli anni sessanta del Novecento. Inutile prendersela con le vittime del disastro. Veneziani appartiene alla catastrofica destra tradizionalista non cristiana da cui spero i giovani non siano più attratti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono uscita da tempo dal recinto mentale che pretende che tutto quanto viene pensato, detto e scritto debba esser fatto passare dalla domanda-setaccio: "Chi l'ha pensato, detto o scritto?"

      Che spesso trova la più trita risposta-paraocchidacavallo: "L'ha pensato, detto o scritto uno di sinistra? Bene, allora si trascriva il pensiero a lettere d'oro" (fosse pure la più emerita baggianata...).

      L'ha pensato, detto o scritto uno di destra?
      Allora si bolli il tutto col marchio d'infamia e si getti nell'inceneritore, fosse pure un capolavoro di saggezza.

      Dopo di che, chi vuol mantenere il cervello al confino nel suddetto recinto faccia pure, non è contro la legge civile.

      P.S.:
      Con l'occasione: mi sto chiedendo dove tanti cittadini del tipo di cui sopra decideranno dove allocare ora il proprio cervello dopo la vendita ad altra proprietà del grande quotidiano 'progressista' e del 'contrordine compagni'...

      Marisa

      Elimina
  11. La scelta delle sardine di pubblicare un'agiografia del loro leader dimostra inequivocabilmente che ormai, nella politica italiana, non si prova nessuna vergogna nell'esaltare la mediocrità. Nel Cv strombazzato del Santori manco fosse lo Statista del Millennio cosa c'è di concreto, infatti? "lunghi viaggi in bici con gli amici", "Sette mesi in Francia per studio, altrettanti in Grecia per amore", "Si infila una tuta e vola in palestra per dedicarsi al gioco, valorizzandolo come strumento educativo: insegnante di atletica, frisbee, basket". Sembra un misto di Di Maio e Di Battista, una fuffa montata con il nulla grazie al PD, le Tv e la retorica anti-salviniana, con l'aggravante di credere di essere - a 33 anni suonati - "un eterno ragazzo". Se questi sono la futura classe dirigente, anche no grazie.

    RispondiElimina
  12. Incomprensibile la posizione di giornali vicini alla Curia come Osservatore romano che appoggia BIDEN ABORTISTA E sostenitore di Planned Parenthood.
    La Chiesa USA appoggia coerentemente Donald Trump che difende la vita.
    Per Benedetto XVI valori non negoziabili.

    RispondiElimina

  13. Sicuro che la Chiesa USA appoggia Trump pro-life?
    la maggioranza dei vescovi sono progressisti e gay-friendly.
    Non è che facciano faville contro l'aborto.
    Molti provengono ancora dalle comunità di origine irlandese
    e italiana, tradizionale serbatoio di voti per i Democratici.
    Anche quelli di origine "ispanica" subiscono l'influenza
    del progressismo.
    Trump ha per ora l'appoggio sicuro della parte conservatrice
    del clero e del Bible Belt protestante.
    Speriamo non faccia troppi errori, in questi due mesi.

    RispondiElimina
  14. Brava, Marisa.
    L’anonimo anti Veneziani è il tipico esponente di una corrente ideologico-religiosa che ci ha portato al disastro spirituale e politico che stiamo vivendo.
    Corrente ideologico-religiosa che ben poco attrae i “giovani” di oggi, almeno quelli veri, non quelli già vecchi a20 anni.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.