Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 1 settembre 2020

La colonizzazione inversa della Francia - Guy Millière

Lo riprendiamo perché è lo specchio di quanto accade non solo in Francia; ma anche in Italia e in tutta l'Europa

  • "Amiamo solo ciò che ci odia, tutto ciò che ci distrugge è percepito come qualcosa di formidabile. Si vuole distruggere la verità, la storia. (...) Noi non insegniamo più la storia della Francia e non diciamo più ciò che la nostra civiltà ha realizzato. Parliamo solo della nostra civiltà per disprezzarla." – Michel Onfray, Le Salon Beige, 30 luglio 2020 e YouTube, 17 luglio 2020.
  • "La Francia sta subendo una colonizzazione inversa. Le popolazioni provenienti principalmente da Paesi precedentemente colonizzati dalla Francia si sono stabilite in Francia senza alcuna intenzione di integrarsi. La maggior parte di loro vive in quartieri dove le leggi dell'Islam ora regnano e dove gli imam diffondono l'odio verso la Francia. (...) E in un gesto di sottomissione, le autorità francesi affermano che l'odio non proviene da chi uccide, ma da chi vuole reagire e dice che bisogna porre fine alle aggressioni e agli omicidi. È un atteggiamento suicida." – Éric Zemmour, YouTube, 22 novembre 2016.
La colonizzazione inversa della Francia
di Guy Millière*


Lione, la terza città più grande della Francia, 20 luglio, alle 3 del mattino. Un quartiere borghese. Una giovane donna cammina con il suo cane in una strada tranquilla. Un'auto arriva ad alta velocità e travolge il cane. Il conducente dell'autovettura si ferma, fa marcia indietro e travolge anche la giovane. L'uomo prosegue la folle corsa e trascina il suo cadavere per più di 800 metri. Le persone svegliate dal rumore annotano il numero di targa. Gli agenti di polizia accorsi sul posto sono inorriditi. Il corpo della giovane donna è stato smembrato. Una gamba è stata ritrovata su un lato della strada; il resto del corpo era a brandelli. Un braccio era vicino al corpo del cane. L'altro teneva ancora il guinzaglio dell'animale. Si chiamava Axelle Dorier. Era un'infermiera e aveva solo 23 anni.

Il Dipartimento di Giustizia francese ha chiesto alla polizia di non divulgare il nome dell'assassino. Un poliziotto anonimo lo ha comunque rivelato su un sito di social network. Il nome del killer è Youssef T. Guidava in stato di ebbrezza, senza patente. Il pubblico ministero lo ha accusato di "omicidio colposo". È in prigione in attesa di processo. Rischia una pena massima di dieci anni. Gli abitanti di Lione volevano organizzare una marcia pacifica per rendere omaggio alla giovane infermiera. Hanno chiesto al governo di essere inflessibile nei confronti della criminalità. I parenti della giovane donna hanno disapprovato la marcia, affermando che "non nutrono odio" nei confronti dell'assassino.

Questo non è l'unico atto di barbarie perpetrato in Francia nel mese di luglio. Il 4 luglio, in una stradina di Lot-et-Garonne, nella parte sudoccidentale della Francia, una giovane gendarme, Mélanie Lemée, 25 anni, ha cercato di fermare Yassine E., un conducente di un'auto che andava a velocità eccessiva. L'uomo ha accelerato e l'ha intenzionalmente travolta. La giovane donna è morta sul colpo. Gli altri gendarmi accorsi sul posto hanno rintracciato rapidamente il conducente dell'auto. Un poliziotto ha fornito il suo nome a un giornalista: si chiama Yassine E. Anche lui guidava in stato di ebbrezza, senza patente. I familiari di Mélanie Lemée hanno acconsentito a una marcia pacifica, affermando però di "non nutrire odio" nei confronti dell'assassino. Hanno anche aggiunto di aver avuto compassione di lui, perché "la sua vita è distrutta".

Un terzo atto barbarico è avvenuto il 5 luglio a Bayonne, una cittadina dei Paesi Baschi francesi. Un autista di un bus, Philippe Monguillot, 59 anni, si è rifiutato di consentire a due giovani di salire a bordo senza biglietto e senza mascherina. I due hanno iniziato a colpirlo con violenza, costringendolo a scendere dall'autobus. Altri due giovani si sono uniti agli aggressori e hanno cominciato a picchiarlo. L'uomo è stato lasciato coperto di sangue e agonizzante sul marciapiede. In ospedale, gli è stata diagnosticata la morte cerebrale. I familiari hanno detto che il suo viso era completamente distrutto. Due giorni dopo, l'uomo è morto. I quattro aggressori sono stati identificati e si trovano in prigione. I giornalisti conoscevano i loro nomi, ma hanno deciso di non pubblicarli. Agenti di polizia li hanno comunque resi noti. Si tratta di Mohamed C., Mohammed A., Moussa B. e Selim Z. È stata organizzata una marcia pacifica. La moglie di Philippe Monguillot ha affermato che la sua vita è distrutta e dubita che i tribunali faranno il loro lavoro.

Episodi di violenza altrettanto orribili, e sempre più numerosi, si verificano quotidianamente in Francia da anni. I perpetratori sono in genere giovani poco più che adolescenti o ventenni. Sono tutti immigrati dal mondo musulmano. Non sono islamisti e non hanno motivazioni politiche o religiose. Di solito, non mostrano segni di pentimento.

Vengono descritti dagli psichiatri che li esaminano come "individui che esercitano atti di violenza gratuita": una violenza il cui unico scopo è quello di godere nell'infliggerla. Sembrano non avere alcun rispetto per la vita umana o per le leggi.

Maurice Berger, uno psichiatra incaricato di trattare giovani con questi problemi, ha di recente pubblicato un libro, Sur la violence gratuite en France (Sulla violenza gratuita in Francia). "La violenza gratuita", scrive Berger, ora può scoppiare sempre, ovunque e può colpire chiunque. "In Francia," egli osserva, "si registra un episodio di violenza gratuita ogni 44 secondi. (...) Ogni cittadino potrebbe doverla affrontare. Per non compromettere le possibilità di sopravvivenza, occorre sottomettersi, abbassare gli occhi, accettare l'umiliazione".

A volte, come nel caso di Axelle Dorier, sottomettersi non è possibile: la giovane donna non aveva avuto alcun contatto con il suo assassino fino al momento in cui lui l'ha travolta con l'auto. Talvolta, se si è, ad esempio, un conducente di autobus o se si fa parte della polizia, questo tipo di professione non consente alcun tipo di sottomissione.

Ma i familiari delle vittime possono sottomettersi e spesso lo fanno, per poi essere sommersi da messaggi di congratulazione da parte delle autorità politiche e dei media. Alcuni giorni dopo l'attacco terroristico al Teatro Bataclan di Parigi, nel 2015, Antoine Leiris, marito di una donna orribilmente torturata e uccisa all'interno della sala concerti, ha postato su Facebook una lettera aperta ai terroristi, in cui l'uomo affermava di aver compreso le loro motivazioni e di non odiarli. Leiris ha aggiunto che non era arrabbiato e che doveva continuare a vivere la propria vita. La lettera è stata immediatamente condivisa da centinaia di migliaia di persone sui social media. Una casa editrice ha chiesto all'uomo di trasformare la missiva in un libro poi pubblicato col titolo Non avrete il mio odio, che è diventato subito un best-seller.

Le autorità giudiziarie abbassano lo sguardo e si sottomettono: è quello che fanno. Chiedere alla polizia e ai media di non rendere noti i nomi degli assassini è un tentativo di nascondere la verità e impedire all'opinione pubblica di sapere esattamente chi in Francia perpetra quegli atti. Nascondere il nome mostra un desiderio di rabbonire quei criminali: quando un assassino ha un nome, quel nome viene immediatamente sbattuto in prima pagina. Nascondere l'identità mostra di aver paura delle comunità a cui appartengono gli assassini e dei sentimenti di rabbia nel resto della popolazione francese.

Le autorità politiche si comportano allo stesso modo. Sanno che i voti dei musulmani contano più che mai. Commentando le uccisioni di Axelle Dorier, Mélanie Lemée e di Philippe Monguillot, il presidente Emmanuel Macron ha parlato di atti di "inciviltà" e ha definito "deplorevoli" questi episodi di violenza, per poi rapidamente passare a un altro argomento. Il neo-ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, un avvocato, ha risposto a un giornalista che gli aveva chiesto cosa ne pensasse di chi invitava il governo a essere inflessibile nei confronti della criminalità dicendo che "la giustizia deve essere garante della pace sociale". Il suo compito più importante in questo momento, egli ha aggiunto, è quello di garantire il rimpatrio in Francia dei jihadisti francesi imprigionati in Siria e in Iraq, "perché sono cittadini francesi ed è dovere della Francia assicurarsi che evitino la pena di morte".

Soltanto Marine Le Pen, leader del Rassemblement National , è sembrata più ferma:
"Quale livello di barbarie dobbiamo raggiungere perché il popolo francese dica basta a questa crescente ferocia nella nostra società? Quanti poliziotti, gendarmi, conducenti di autobus, giovani donne e ragazzi massacrati ci vogliono?"
I media mainstream l'hanno immediatamente accusata di gettare benzina sul fuoco e di essere un'estremista irresponsabile.

"La Francia sta subendo una colonizzazione inversa" ," ha commentato in televisione il giornalista Éric Zemmour.
"Le popolazioni provenienti principalmente da Paesi precedentemente colonizzati dalla Francia si sono stabilite in Francia senza alcuna intenzione di integrarsi. La maggior parte di loro vive in quartieri dove le leggi dell'Islam ora regnano e dove gli imam diffondono l'odio verso la Francia. I governi che si sono susseguiti hanno permesso a questi quartieri di crescere nella convinzione che l'odio contro la Francia e i francesi non sarebbe uscito da questi quartieri. 
 "L'odio per la Francia e per i francesi è venuto fuori e ha preso forma di rivolte e di terrorismo. Ora assume la forma di aggressioni e di omicidi: un'espressione generalizzata di odio verso la Francia e i francesi. E in un gesto di sottomissione, le autorità francesi affermano che l'odio non proviene da chi uccide, ma da chi vuole reagire e dice che bisogna porre fine alle aggressioni e agli omicidi. È un atteggiamento suicida."
"La Francia è in una fase di coma e di morte avanzata", ha detto in un'intervista lo scrittore e filosofo Michel Onfray. Il segno principale, egli ha affermato è stata la scomparsa del Cristianesimo, su cui si fondano i valori e l'etica che da secoli hanno pervaso il Paese. Onfray ha osservato che le chiese sono vuote, le cattedrali vengono bruciate e che è in atto la profanazione dei luoghi di culto cristiani, e si moltiplica di fronte all'indifferenza generale. "Il Cristianesimo sta svanendo rapidamente", egli ha aggiunto. "Siamo in una civiltà esaurita. Amiamo solo ciò che ci odia, tutto ciò che ci distrugge è percepito come qualcosa di formidabile. Si vuole distruggere la verità, la storia". Il filosofo ha rilevato la radice della distruzione: "Noi non insegniamo più la storia della Francia e non diciamo più ciò che la nostra civiltà ha realizzato. Parliamo solo della nostra civiltà per disprezzarla".

Onfray ha arguito di non credere in un risveglio, ma di essere determinato a lottare sino alla fine: "Occorre resistere, opporsi".

Negli ultimi anni, è aumentato il numero degli atti anti-ebraici perpetrati in Francia. Decine di migliaia di ebrei hanno lasciato il Paese, un'ondata migratoria che sta gradualmente svuotando la Francia della sua popolazione ebraica. Molti ebrei che ancora risiedono nel Paese hanno abbandonato le città e i quartieri in cui vivevano e si sono trasferiti in zone temporaneamente più sicure. Nelle no-go zones, i cristiani francesi vengono considerati infedeli dagli imam e sono anche facili prede di giovani uomini pervasi da sentimenti di odio per la Francia e per i francesi, giovani che non sono certamente dissuasi dall'atteggiamento sottomesso delle autorità.

Il 30 maggio scorso, a Parigi, si è tenuta una manifestazione di solidarietà a favore degli immigrati irregolari, provenienti principalmente dall'Africa del Nord e subsahariana. Sebbene la marcia fosse stata vietata dal governo, alla polizia è stato ordinato di non intervenire. Anche se tutti i manifestanti violavano la legge, ne sono stati fermati solo 92 – e poi rapidamente rilasciati. Due settimane dopo, sempre a Parigi, si è svolta un'altra manifestazione a sostegno della famiglia di Adama Traoré, un giovane di origine africana morto nel 2016 durante il suo movimentato arresto. Anche quella manifestazione è stata vietata dal governo e alla polizia è stato ordinato di non intervenire. "Morte alla Francia", gridavano i manifestanti e, a volte, "Sporchi ebrei". Ma né il governo né i media mainstream sono rimasti sconcertati. I giovani francesi appartenenti alla Génération Identitaire (Generazione identitaria), un movimento per la difesa della Francia e della civiltà occidentale, sono saliti su un tetto e hanno sventolato uno striscione con la scritta "Giustizia per le vittime del razzismo anti-bianco". Un uomo si è arrampicato sul tetto dell'edificio con l'evidente intento di sollevare lo striscione. Durante le interviste trasmesse dalle emittenti televisive è stato descritto per giorni come un eroe della "lotta al fascismo". Nel frattempo, i giovani francesi che mostravano lo striscione sono stati arrestati e accusati di "incitamento all'odio".

Dal 16 al 18 giugno, a Digione (una città di 156 mila abitanti), capoluogo della Borgogna, la lotta tra bande ha visto contrapporsi una banda di trafficanti di droga ceceni e una di trafficanti arabi. Sono state utilizzate armi di tipo militare – questo accade in un Paese senza diritto costituzionale di portare armi. Il governo ha chiesto ancora una volta alla polizia di non intervenire. Il conflitto è stato alla fine risolto in una moschea, sotto la supervisione degli imam. La polizia ha chiesto agli abitanti di Digione di non uscire di casa e di fare molta attenzione sino alla fine di questa guerra tra bande. Sono stati effettuati alcuni arresti, ma solo dopo la fine degli scontri.

Il 26 luglio scorso, è stata organizzata una cerimonia a Saint-Étienne-du-Rouvray, un piccolo villaggio della Normandia dove, quattro anni fa, l'86enne don Jacques Hamel venne assassinato da due giovani islamisti mentre stava celebrando la Messa. Quest'anno, il ministro dell'Interno Gerard Darmanin ha pronunciato un discorso di condanna della "barbarie islamica". "Uccidere un prete in chiesa", egli ha affermato, "è tentare di assassinare una parte dell'anima nazionale". Darmanin non ha però detto che al momento dell'omicidio la chiesa era semivuota, con solo quattro anziani fedeli che hanno assistito impotenti all'omicidio. Tuttavia, il ministro ha aggiunto di essere soddisfatto che i francesi non si siano arresi alla rabbia, scegliendo piuttosto la "pace". 
(Guy Millière. 28 agosto 2020 -  Fonte)
Pezzo in lingua originale inglese: The Reverse-Colonization of France - Traduzioni di Angelita La Spada
Guy Millière, insegna all'Università di Parigi ed è autore di 27 libri sulla Francia e l'Europa.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Ancora una volta si dimostra che siamo governati da persone che decidono senza valutare le conseguenze delle loro decisioni sulla popolazione di cui dovrebbero essere guide certe, responsabili del bene comune attraverso proprio il loro buon governo.

Quindi ancora non gli islamici di seconda o terza generazione mai integrati, ma i governanti francesi, che hanno permesso e permettono i ghetti islamici, che hanno svalutato la loro cultura nazionale non trasmettendola adeguatamente alle nuove generazioni islamiche, che rimangono inerti davanti alla violenza sui francesi autoctoni, sono da condannare.

Quindi i francesi, come gli inglesi, dalle vaste colonie, non hanno saputo gestire il loro diritto di cittadinanza. Queste tragiche vicende purtroppo non sono di monito neanche a chi, pur non avendo avuto una consolidata storia coloniale ancora in essere, pretende di mostrarsi gran signore regalando la cittadinanza a tizio e caio.

L'unica possibilità per avere diritto alla cittadinanza è un esame di lingua e storia della nazione di cui si vuole diventare parte completa. Finché questo esame non è stato superato con successo si resta ospiti a tempo determinato, rinnovabile su buona condotta e provata capacità di guadagnarsi da vivere onestamente.

N.B.Lingua di buon livello, storia NON IDEOLOGIZZATA, cioè NON DI PARTE.

Anonimo ha detto...


A Lampedusa e in Sicilia si avvicina l'ora del redde rationem per lo
stralunato governo giallo e rosso

A Lampedusa e in Sicilia la situazione sta diventando sempre più esplosiva,
l'onda degli invasori sta sommergendo tutto, non è più controllabile. Vedi
il Giornali di oggi.
L'apporto delle navi ONG è massiccio, la loro azione deve definirsi
per quello che è: criminale. Sono nemici nostri da sempre, in fatti
sono quasi tutte tedesche, "capitanate" dalle virago di turno, femmine
che odiano l'intero Occidente e vogliono farlo crollare (lo odiano,
per come vivono loro, innanzitutto).
Un governo serio protesterebbe con il governo tedesco e attuerebbe
rappresaglie a livello diplomatico, tanto per cominiciare.
Ma il nostro è uno "sgoverno". Alla base, manca proprio il concetto
di Patria, con un territorio nazionale da difendere, con dei
cittadini italiani da proteggere, perché è innanzitutto un loro
diritto esser protetti contro gli stranieri invasori.
Continuando così in Sicilia e isole scoppierà la rivolta,
la gente comincerà a tirare fuori le doppiette e si metterà a
sparare. Bisognerà vedere contro chi.
L'unica politica corretta era quella di Salvini, che non violava
nessuna legge e manteneva l'ordine.

Anonimo ha detto...

Mi sembra di leggere l'invasione degli unni, dei visigoti, degli ostrogoti... con la sempre eterna questione degli ebrei costretti a convertirsi, dando orgine al marranesimo, o andarsene in esilio, per poi tornare sempre. La storia si ripete ma ora si è all'apice: mai come ora.

Anonimo ha detto...

In Norvegia immigrati attaccano la Polizia urlando "Allah Akbar". In varie nazioni le violenze sono ormai all'ordine del giorno ma vengono nascoste o censurate! Aveva ragione la Fallaci: l'Eurabia è alle porte

Anonimo ha detto...

Sileri: "preoccupato non per i migranti, ma per chi dà nomi falsi nei ristoranti."
Sileri non è preoccupato per i terroristi islamici sbarcati in Italia. È preoccupato per chi va al ristorante. Questo governo è la più grave minaccia alla sicurezza nazionale.
https://t.co/dtpBnoUuke

Silvio Brachetta ha detto...

Nel senso indicato da Theodor Adorno:

«Quella che un tempo chiamavamo vita, si è ridotta alla sfera del privato... Lo sguardo aperto sulla vita è trapassato nell'ideologia, che nasconde il fatto che non c'è più vita alcuna».

Anonimo ha detto...

Su @atlanticomag analisi di @Musso_ (seconda puntata) sulle tensioni tra Grecia e Turchia
http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/il-pericoloso-gioco-nel-mediterraneo-orientale-2-erdogan-abbaia-contro-atene-ma-e-isolato/

Diego ha detto...

Non so se mic passerà il commento ma sappiate che sono pronto, siamo pronti a organizzare un nuovo ordine composto anche da guerrieri oltre che di sacerdoti e custodi della vita (medici e non). Non perdete la Speranza, pregate affinché il Signore mai ci faccia dimenticare di essere peccatori e che non siamo ai suoi occhi migliori di altri. Pregate per non diventare come i nostri nemici, ma preparatevi perché il giorno dell'adunanza dovrete accorrere e per poterlo fare in cuore vostro dovrete aver già deciso che siete pronti a sfidare lo stato, gli infedeli e gli apostati fossero anche vostri fratelli o vostre madri. Deus vult!

Anonimo ha detto...

Sileri non alza mai gli occhi quando parla... ha la vergogna sulla faccia.

Anonimo ha detto...


tutte queste manifestazioni di bontà nei confronti degli assassini, queste dichiarazioni del tipo "non vi odio", "vi capisco" etc. : è solo vigliaccheria, viltà allo stato puro.
Chiesa conciliare docet. Il Vaticano II, con il suo rancido pacifismo multicolore, è stato una scuola di vigliaccheria per tutta la cattolicità.
Ci vuole la pena di morte, gli assassini descritti nell'articolo andrebbero impiccati, questa sarebbe la loro giusta fine. Forse capirebbero il messaggio?
Più si diventa vili e più l'avversario ti colpisce, ti incalza, si esalta di fronte alla tua vigliaccheria.
Il governo francese sembra persino peggiore del nostro, da questo punto di vista.
In una situazione del genere, che ormai sta attecchendo in tutta Europa per colpa della viltà dei governi, l'unica cosa da fare è cominciare a pensare ad organizzare
qualche forma di autodifesa.
Ma anche questa sembra pura utopia, allo stato attuale.




Anonimo ha detto...

Vigliacco o bugiardo chi dopo poche ore dall'aver subito la morte di un congiunto per mano di un assassino dichiara che non prova odio nei suoi confronti.Ma più mascalzoni i giornalettisti che pongono domande così intime davanti a milioni di lettori o spettatori. La stampa e la magistratura hanno una grandissima responsabilità dei disastri materiali e spirituali che affliggono questo sventurato paese.Però una cosa è certa nell'altra vita pagheranno tutto ,ma già in questa c'è tutto scritto nero su bianco,programma televisivo dopo programma televisivo.Vai a sapere se un bel giorno non si potrà chiedere conto a questi signori di certi articoli o di certe sentenze?Allora i cacciatori spietati e boriosi diventerebbero all'improvviso prede tremebonde.Di casi così ne è piena la storia.

Anonimo ha detto...

Espérons pour les Italiens qu'ils pourront se débarrasser de leur gouvernement pourri. Espérons pour eux également un changement de pape.
Valeurs actuelles

Anonimo ha detto...

No, stavolta la storia non si ripeterà perché gli ebrei ora hanno un paese dove andare, sono armati fino ai denti e ben forniti di rifugi anti atomici e non, chi farà la fine del pollo sgozzato sarà l'Europa stupida, cieca e mollacciona.

Anonimo ha detto...

Per il premier turco Erdogan, Roma è la “Mela Rossa” ossia l’obiettivo finale dell'islam e il simbolo del suo trionfo sulla Cristianità.

E' questo il minaccioso valore simbolico della decisione di Erdogan di convertire la basilica di Santa Sofia da museo in moschea.
Si tratta di una chiara espressione della strategia politico-religiosa che riprende il sogno di un impero neo-ottomano:
dopo aver conquistato l’ampia fascia delle repubbliche islamiche dell’ex-Unione Sovietica, si punta all’islamizzazione dell’Europa.

Anonimo ha detto...


Gli ebrei, quali che siano in futuro le loro traversie, alla fine si convertiranno a Cristo.

Gli ebrei, secondo la profezia di S. Paolo nella Lettera ai Romani, testo che fa parte del deposito della fede, alla fine si convertiranno in massa. Ma "alla fine", quando? Si è sempre inteso, alla fine dei tempi, quando l'avvento della Parousia di NS sarebbe ormai prossimo.
Ma noi come facciamo a stabilire la prossimità della fine del mondo? Nonostante la nequizia dei tempi, si tratta sempre di un'ipotesi azzardata, a sostenersi.

"Non voglio, o fratelli, che voi ignoriate questo mistero affinché non sembriate voi stessi sapienti: l'indurimento è caduto sopra una parte di Israele fino a che sarà entrata la totalità delle nazioni, e allora tutto Israele si salverà, secondo che è scritto..." Rm 11, 25.

Due cose sembrano potersi dedurre con relativa certezza.
1. Prima devono entrare tutti i Gentili: ovvero, il Vangelo deve esser predicato a tutte le nazioni, cosa avvenuta. Ci stiamo dunque avvicinando.
2. Una conversione collettiva di Israele fa presupporre avvenimenti eccezionali che coinvolgano in modo drammatico il popolo ebraico, quale una terza guerra mondiale o comunque una micidiale guerra che ne metta in grave pericolo l'esistenza, salvata invece da un intervento straordinario.
Di più, è difficile dire, e anche questo poco è già molto. Le profezie sono necessariamente oscure, servono a farci rigar dritto, si capiscono dopo che si sono realizzate.

Lo Stato di Israele, circondato dall'odio implacabile dei maomettani, rimane forte e armato. Deve però guardarsi dalla deriva laicistica al suo interno, dal progressismo radicale di tipo americano (del partito dem americano) che ne corrode i valori.
Le dicharazioni recenti del capo dei musulmani in Italia, sprezzanti nei confronti di ebraismo e cristianesimo, dimostrano che l'islam si sente sempre più forte di fronte alla nostra vigliaccheria e comincia ad alzare la posta, anche sul piano strettamente religioso. Ci accusano ormai senza timore di essere degli impostori, secondo le bugie insegnate loro da Maometto, per loro (per i sunniti) verità scritte addirittura in cielo dai tempi dei tempi!
E come può replicare la Chiesa ufficiale quando il generale dei Gesuiti fa capire pubblicamente di non credere né alla divinità di Cristo né all'esistenza del Diavolo? Né alla storicità, all'attendibilità dei Vangeli? E perché nessuno lo caccia dalla Chiesa?

Come ha ben detto, da ultimo, mons. Viganò nella vera Chiesa cattolica si è da tempo superimposta una "struttura" di atei e miscredenti, una "cupola" si vorrebbe dire, che sta facendo carne di porco della dottrina e della pastorale.

Anonimo ha detto...

«DIRITTO» DI BLASFEMIA? NO, MACRON

Alla vigilia del processo per la strage jihadista che, nel 2015, decimò la redazione di Charlie Hebdo, Emmanuel Macron, con riferimento alla decisione del settimanale di ripubblicare le vignette su Maometto, ha dichiarato: «In Francia c’è libertà di blasfemia».

Ecco, questa frase è semplicemente vergognosa. Lo ripeto: semplicemente vergognosa. Non perché i redattori di Charlie Hebdo meritassero la fine che hanno fatto – il diritto alla vita è il primo fra tutti, ci mancherebbe -, ma perché è inaccettabile la licenza di disprezzare il culto altrui. Inaccettabile e, se mi si consente, pure paradossale.

Viviamo infatti anni in cui, da un lato, non puoi più affermare l’importanza della famiglia naturale (altrimenti sei "omofobo"), del diritto alla vita del nascituro (altrimenti sei contro la "libertà della donna") e del diritto di un Paese a governare l’immigrazione (altrimenti sei "razzista"), ma, dall’altro, puoi irridere – Macron docet – la fede del prossimo.

È libertà questa? No. Sì, allora, al diritto alla vita e al rispetto della persona, e sì pure al rispetto della religione, anche se lontana anni luce – come nel caso dell'Islam avviene per me – dalla propria sensibilità e tradizione.
(Giuliano Guzzo)

Anonimo ha detto...

Ma quando pubblicavano in copertina la caricatura di B16 che alzava l'ostia trasformata in preservativo rosa era tutto ok? Non mi riferisco alla mancanza di rispetto per la persona del Papa, ma l'Eucarestia profanata e vilipesa era satira intelligente e nessuno aveva niente da obiettare, si tocca un cammelliere sanguinario fondatore di una falsa fede e scoppia il finimondo? Ma dova sta la differenza? Mi sono forse perso qualcosa sul concetto di laicità o non tutte le religioni sono uguali e meritevoli di uguale trattamento di rispetto o ci si stende a tappetino solo davanti a.......

Anonimo ha detto...



Le oscene, volute blasfemie di Charlie Hebdo contro la religione cattolica e il papa hanno trovato la loro retribuzione, bisogna pur dirlo, per mano degli assassini musulmani.
La divina Giustizia scrive spesso su righe che appaiono storte, si serve cioè della malvagità dell'Assiro di biblica memoria per punire chi lo merita cioè chi offende Dio con pervicacia e continuità (- Guai all'Assiro, verga della mia ira!)

Anonimo ha detto...

Indagine Ifop per Le Monde attesta la caduta della partecipazione alla messa e della vita di pietà, soprattutto nei giovani. Ma chi resiste è più reattivo e pronto alla testimonianza pubblica

Anonimo ha detto...

https://www.lanuovabq.it/it/la-mafia-islamica-tiene-in-ostaggio-le-citta-svedesi

Anonimo ha detto...

Méditerranée: la Grèce a déployé ses sous-marins et mis en alerte ses soldats

RÉCIT - Mobilisés depuis trois semaines en permanence, les soldats, tous réquisitionnés, sont sur le pied de guerre face à la persistance des violations turques dans les eaux territoriales grecques.

https://www.lefigaro.fr/international/mediterranee-la-grece-a-deploye-ses-sous-marins-et-mis-en-alerte-ses-soldats-20200901