Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 11 settembre 2020

La Commissione Glendon sui veri diritti umani: una svolta da sostenere. Il dibattito dell’Osservatorio.

I lavori della Commissione Glendon sui veri diritti umani una svolta da sostenere  e accompagnare
di Don Samuele Cecotti

La Commission on Unalienable Rights, istituita nel luglio 2019 dal Segretario di Stato USA Michael R. Pompeo allo scopo di definire i diritti umani inalienabili ai quali si dovrà attenere il Dipartimento di Stato USA nella sua politica estera, ha svolto i suoi lavori sotto la presidenza della professoressa Mary Ann Glendon, giurista cattolica della Harvard Law School, già presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (nominata da san Giovanni Paolo II), già membro del President’s Council on Bioethics (nominata dal presidente George W. Bush), già ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede. Gli altri membri: Kenneth Anderson, Russell Berman, Peter Berkowitz, Paolo Carozza, Hamza Yusuf Hanson, Jacqueline Rivers, Meir Soloveichik, Katrina Lantos Swett, Christopher Tollefsen e David Tse-Chien Pan. 

La Commissione Glendon ha avuto l’esplicito mandato di distinguere i “veri” diritti umani inalienabili da quella proliferazione di presunti diritti umani andati moltiplicandosi negli ultimi decenni attraverso interpretazioni e giurisprudenze varie: 
 «As human rights claims have proliferated, some claims have come into tension with one another, provoking questions and clashes about which rights are entitled to gain respect. Nation-states and international institutions remain confused about their respective responsibilities concerning human rights. 
With that as background and with all of this in mind, the time is right for an informed review of the role of human rights in American foreign policy»[1].
L’intento della Commissione è stato da più d’un osservatore giudicato come espressione d’un rinnegamento del liberalismo da parte degli USA (almeno da parte dell’Amministrazione Trump)[2] e come azione contro-rivoluzionaria[3]. Entrambi i giudizi debbono essere vagliati criticamente.

Certamente l’istituzione della Commission on Unalienable Rights, l’esplicito mandato affidatole da Pompeo e il lavoro svolto dagli esperti guidati da Mary Ann Glendon meritano il massimo interesse, ben più di quanto dimostrato dalla stampa e dall’intellighenzia (anche cattolica) in Italia.

Nel clima ideologico oggi dominante l’intenzione dell’Amministrazione Trump di distinguere nettamente i veri diritti umani inalienabili da i così detti “nuovi diritti” (diritto all’aborto, diritti LGBT, diritto all’eutanasia e al suicidio assistito, etc.) è certamente un atto di grande coraggio politico, decisamente in controtendenza.

In questo il lavoro della Commissione Glendon[4], specialmente se Trump sarà confermato presidente per altri quattro anni, potrà rappresentare un punto di svolta riguardo l’azione USA in sede internazionale e riguardo l’ingerenza statunitense nelle legislazioni degli altri Paesi del mondo. Da decenni ormai (l’Amministrazione Obama ha rappresentato il culmine di questa politica) gli USA svolgono una potente azioni corruttrice degli ordinamenti giuridici promuovendo in tutto il mondo i così detti diritti riproduttivi, i così detti diritti di genere, i così detti diritti all’autodeterminazione assoluta dell’individuo. Ovvero aborto, contraccezione, sterilizzazione, divorzio, unioni civili, matrimonio gay, eutanasia, transessualismo etc. sono potentemente promossi dagli USA, come diritti, in tutto il mondo. All’inserimento negli ordinamenti nazionali di questi presunti diritti sono spesso subordinati aiuti diretti e indiretti degli USA e delle Organizzazioni internazionali con un vero e proprio ricatto ai Paesi bisognosi d’aiuto (poveri, colpiti da calamità, martoriati da guerre) o semplicemente vincolati militarmente-politicamente-economicamente agli USA.

Se i risultati della Commissione Glendon divenissero effettivamente criterio di giudizio e d’azione per il Dipartimento di Stato avremmo una vera svolta nella politica USA che cesserebbe così dall’essere il primo sponsor mondiale dei così detti “nuovi diritti”. Basta ciò per parlare di fine dell’ordine liberale
O per parlare di azione contro-rivoluzionaria?

In realtà, esaminando tanto il mandato conferito da Pompeo quanto il lavoro svolto dalla Commissione, si deve riconoscere che non si è mai usciti dal quadro liberale, al più si è rifiutato l’esito liberal-radicale del liberalismo in nome di una lettura classica (ma anche liberal-democratica) dello stesso liberalismo.

I pilastri sui quali si è voluta fondare questa chiarificazione circa i diritti umani inalienabili sono in ciò espliciti: 1) la mens dei Padri Fondatori consegnata nei Testi fondativi degli USA e fatta vivere attraverso le sue riattualizzazioni lungo i due secoli americani; 2) la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.

Entrambe le fonti pongono più d’un problema, primo dei quali il non andare mai oltre un fondamento convenzionale che dunque resta un non-fondamento o, almeno, un non-fondamento-ultimo essendo solo spostato il problema dal fondamento del presunto diritto al fondamento della convenzione che si vuole fondamentale-fondativa. Dire che un diritto è tale (e per di più inalienabile) perché così dichiarato dai Padri Fondatori o perché così è scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non prova nulla circa la fondatezza di quel diritto, la sua inalienabilità e la sua universalità (diritto dell’uomo, di ogni uomo). Prova solamente che alcuni uomini (siano essi i firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza, della Costituzione o della Dichiarazione del ’48) in un certo tempo così dichiararono. Per la stessa ragione altri uomini in altro tempo o altro contesto potrebbero dichiarare diversamente emendando, estendendo, cancellando, contraddicendo quanto precedentemente dichiarato inalienabile diritto umano. Se ciò che si dichiara sia il vero o il falso resta questione senza risposta.

È pur vero che i diritti fondamentali sono nella mens dei Padri Fondatori (richiamata dalla Commissione Glendon perché tale mens ha rilevanza costituzionale e, specie per la scuola originalista, tale mens è vincolo insuperabile per tutto l’ordinamento giuridico statunitense) diritti naturali dati e garantiti da Dio stesso. E questo è già un punto di contraddizione con la cultura filosofico-giuridica occidentale odierna che si dà senza fondamento in Dio e tacendo l’idea stessa di diritto naturale.

E tuttavia non basta affermare un generico giusnaturalismo per risolvere il problema del fondamento e della natura dei così detti diritti umani inalienabili. Neppure è sufficiente un vago riferimento a Dio.
Resta dunque il problema del fondamento e della natura che si specifica, dato il quadro giusnaturalista di riferimento, nel problema di cosa si debba intendere per diritto naturale. La risposta non è scontata e tantomeno univoca.

Quando si parla di diritto naturale almeno una macro distinzione è necessaria tra il giusnaturalismo classico-cristiano di impronta realista e il giusnaturalismo moderno di impronta razionalista. Vi è cioè un giusnaturalismo che presuppone un ordine obiettivo di giustizia conoscibile dall’uomo attraverso la conoscenza della Realtà, dice la Realtà come universo ordinato e dice normativa la natura dell’uomo e delle cose. Questo giusnaturalismo realista ha le sue radici nella filosofia greca e nel diritto romano per giungere a pieno sviluppo nella Cristianità dove si innesta sul concetto biblico di Creazione. L’insegnamento di san Tommaso d’Aquino sulla lex naturalis e la riflessione giuridica, canonistica e civilistica, medievale sul diritto naturale sono il punto di massimo sviluppo del giusnaturalismo classico-cristiano. Sarà proprio a questo giusnaturalismo che farà costante riferimento il Magistero della Chiesa lungo i secoli.

Vi è poi il giusnaturalismo razionalista moderno[5] che prescinde da qualunque idea metafisica di natura e dunque anche dal concetto di Realtà in tutta la sua consistenza ontologica. Il quadro concettuale è, piuttosto, quello del razionalismo cartesiano. Il così detto diritto naturale diviene allora prodotto della ragione umana razionalisticamente intesa, nulla di più distante dal realismo del giusnaturalismo classico-cristiano.

Ad esempio, tra il giusnaturalismo di san Tommaso e il giusnaturalismo di Grozio vi è un abisso concettuale tanto che si può con ragione parlare di equivocità nell’espressione “diritto naturale”. L’espressione è la medesima ma indica due concettualità tra loro insanabilmente contraddittorie.

Evoluzione del giusnaturalismo olandese è il giusnaturalismo inglese che, con Locke, fornirà ai Padri Fondatori il quadro ideologico di riferimento nel liberalismo classico whig. Ecco allora che il giusnaturalismo dei Padri Fondatori è eredità di Locke ed è nel solco del giusnaturalismo razionalista moderno.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è poi manifestamente in continuità con la Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen del 1789, ovvero con quell’illuminismo giuridico duramente condannato dalla Chiesa, ad esempio da papa Pio VI nel breve Quod aliquantum.

È possibile leggere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 in senso giusnaturalista classico-cristiano? È possibile leggere i così detti “diritti umani” come “diritti naturali dell’uomo” nel senso di diritti inscritti nella natura (normativa) dell’uomo e dunque diritti impressi dal Creatore nella natura stessa? Sono questioni aperte.

Il quadro giusnaturalista che la Commissione Glendon ripropone, come si vede, non è chiaro e non certo esente da contraddizioni e problemi. Resta l’impressione che l’Amministrazione Trump abbia voluto, con questa mossa, togliere ai “nuovi diritti” e alle forze ideologiche che se ne fanno promotori la copertura data dall’ombrello del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto costituzionale (diritti fondamentali).

L’operazione è politicamente interessante e certamente meritevole di elogio per il coraggio nell’andare in controtendenza rispetto alla rivoluzione radical in corso da decenni in tutto l’Occidente. È una operazione schiettamente conservatrice nel voler fissare la mens dei Padri Fondatori e la ratio della Dichiarazione ONU del ’48 rifiutando invece la deriva relativista e nichilista del liberal-radicalismo e la sua espressione più tipica, la dissoluzione del diritto nella proliferazione di sempre “nuovi diritti”. Tuttavia, come ogni opzione conservatrice (e non integralmente restauratrice dell’ordine giuridico classico-cristiano), è debole dal punto di vista filosofico, giusfilosofico e giuridico perché priva di un solido fondamento teoretico.

Per disinnescare il processo dissolutore proprio del liberal-radicalismo non è affatto sufficiente riandare al liberalismo classico o al liberal-democratismo, è invece necessario ristabilire il primato del Reale affermando il realismo metafisico-gnoseologico come conditio sine qua non del diritto perché solo dalla conoscenza (metafisica) della natura umana è possibile ricavare quella normatività naturale che fa inalienabili quei diritti inscritti dal Creatore nell’uomo.

Si tratta cioè di rifondare l’ordinamento giuridico sul diritto naturale così come inteso da san Tommaso d’Aquino e dalla Cristianità medievale. Si tratta di ristabilire il primato, capovolgendo l’assioma di Rawls, della filosofia (metafisica realista) sulla democrazia perché fondamento della legge deve essere il diritto naturale ovvero l’ordine obiettivo di giustizia impresso dal Creatore e dall’uomo conosciuto con la sua ragione contemplativa.

L’uomo può conoscere la Realtà, conoscendo la propria natura e la natura delle cose conosce l’ordine finalistico impresso dal Creatore e quell’ordine si impone razionalmente come ordine morale e giuridico. I così detti “diritti inalienabili dell’uomo” o sono espressione di questo ordine obiettivo di giustizia, naturale e perenne, oppure non saranno affatto “diritti inalienabili dell’uomo” ma piuttosto prodotto convenzionabile convenzionalmente estendibile, emendabile, abrogabile, etc …

Se l’obbiettivo, benemerito, dell’Amministrazione Trump è bloccare la deriva nichilistica del liberal-radicalismo, il lavoro della Commissione Glendon segna certamente un punto importante in senso politico-culturale osando mettere in discussione il dogma laico dei “nuovi diritti” ma resta debolissimo sotto l’aspetto filosofico, giusfilosofico e giuridico.

L’apporto della Tradizione Cattolica – della Dottrina sociale della Chiesa – alla comprensione del diritto (e dei diritti dell’uomo in specie) si rivelerà così sempre più prezioso agli occhi di chi onestamente ricerchi le ragioni per opporsi alla deriva radical. La lezione dell’Aquinate, in questo, si rivelerà decisiva[6].
Samuele Cecotti - Fonte
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 [1] M. R. Pompeo, Remarks to the press, 8 luglio 2019, https://www.state.gov/secretary-of-state-michael-r-pompeo-remarks-to-the-press-3/
[2] P. Annicchino, L’ordine internazionale liberale è finito? Washington si porta avanti col lavoro, https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/07/09/news/lordine-internazionale-liberale-e-finito-washington-si-porta-avanti-col-lavoro-264441/
[3] M. Respinti, Riformare i diritti umani, https://alleanzacattolica.org/riformare-diritti-umani/
[4] https://www.state.gov/wp-content/uploads/2020/07/Draft-Report-of-the-Commission-on-Unalienable-Rights.pdf
[5] Sarebbe interessante riflettere sul giusnaturalismo della Seconda Scolastica spagnola, se sia in continuità con il giusnaturalismo classico-cristiano o piuttosto non sia a monte del giusnaturalismo razionalista moderno. O in ogni caso riflettere sui nessi tra giusnaturalismo medievale, giusnaturalismo barocco ispanico e giusnaturalismo moderno.
[6] Così più che alla scuola originalista è interessante guardare a quei giovani giuristi statunitensi che iniziano a porre il problema del fondamento etico e metafisico del diritto, tra tutti il professor Adrian Vermeule della Harvard University (cfr. J. Culbreath, In Defense of ‘Common Good Constitutionalism’ https://www.crisismagazine.com/2020/in-defense-of-common-good-constitutionalism).

10 commenti:

pincofelice ha detto...

Sia ringraziato Dio che finalmente ci si indirizza sulla questione fondamentale dei Diritti del Creatore di contro ai così detti diritti
dell' Uomo -diritti forzatamente convenzionali perché esistono gli uomini e non l'Uomo.

Si dice aperta la questione..Ma il dramma della contrapposizione non l'ha risolto il Verbo Incarnato?

Ma il rivolgersi infine a tale tema FONDAMENTALE E' GIA' una GRAZIA DI DIO.!!!
!

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=eKaQGEd6ug0

A TORINO UN FLASHMOB CONTRO LA MAXI ANTENNA 5G NEL CORTILE DI UNA SCUOLA

P.S. Quasi alla fine del servizio il giurista Ugo Mattei, in una breve intervista, accenna al fatto che se non troveranno ascolto nelle sedi italiane porteranno il problema davanti alla Corte di Strasburgo.

Questa decadenza pilotata della Magistratura, della Politica, della Economia e di molti altri comparti del vivere nazionale compreso quello religioso, porterà giocoforza a far sì che le istituzioni di riferimento saranno a breve oltre confine.

Questo significherà che sovranisti o non sovranisti, italesxit o non italexit, keynesiani o non keynesiani, ci troveremo senza istituzioni nazionali affidabili e dipendenti da quelle della ue.

Quindi l'Italia diventerà per tutti la serva politicamente analfabeta della Germania? della Francia? Di chi ne sarà il governatore ue preposto.

Addio Italia. Addio!

Anonimo ha detto...

Potrebbero introdurre il pagamento di un ticket per entrare a scuola, tanto che differenza c'è oggi tra una scuola ed un ospedale?

Dato il livello di idiozia raggiunto, non vi è più alcun motivo valido per mandare i figli in luoghi gestiti in tal maniera.

Bisognerebbe cogliere la palla al balzo per trovare nuove modalitá di istruzione ed affossare definitivamente un' istituzione marcia e corrotta.
La scuola, giá di suo non era piu in grado da tanto tempo di trasmettere il senso critico e stimolare il pensiero ma solo di sfornare automi non pensanti, ingranaggio per le multinazionali.
Come se non bastasse oggi è divenuta anche un lager a cielo aperto per ipocondriaci.

Chi crede che la scuola non debba essere un parcheggio dove buttarci i figli per sbarazzarsene è ora che si organizzi seriamente.
Questa è una occasione enorme da sfruttare.

Chi acconsente oggi, taccia per sempre.

E' così e non ci piove . ha detto...

Per 12 settembre 2020 10:37
Concordo in tutto .

Anonimo ha detto...

Questo potrebbe essere il tempo degli autodidatti. Circoli spontanei di tre quattro giovani che vogliono studiare veramente e che si preparano per la licenza superiore, per la maturità. Ci saranno sul territorio nazionale una manciata di giovani con idee chiare e forte determinazione da intraprendere una tale impresa? Credo di sì. Vedremo nei prossimi anni.

pinchilluso ha detto...

la commissione Glendon sui veri diritti umani : una svolta da sostenere….

A quanto pare, argomento da trascurare….

Lavoro assicurato ha detto...

VE LA RICORDATE SILVIA ROMANO? HO UNA ‘’BELLA’’ NOTIZIA DA DARVI…
Silvia Romano, la ragazza italiana rapita dagli islamisti e che, dopo essersi convertita alla fede musulmana ha cambiato il nome in AISHA….
È stata assunta dall’Unione Europea per operare nell’ambito di un progetto che si prefigge di combattere l’Islamofobia, cioè l’avversione verso l’Islam.
La task force di cui lei farà parte dovrà individuare tutte le situazioni in cui i musulmani vengono discriminati e/o perseguitati, dandogli un supporto sia sul piano psicologico che legale, onde tutelare i loro diritti.
L’U.E. ritiene che anche con il contributo di questa eroina i diritti degli islamici vengano tutelati al massimo (anche in considerazione che assai presto questa religione influenzerà direttamente tutta l’europa).
Maurizio Nosal

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Japhet ha detto...

E i “cattolici”? Dormono il sonno della Fede e della Ragione; mai come in questo momento storico, “dopo è tardi”!

Non c'è nessuno che dica autorevolmente BASTA? ha detto...

https://m.ilgiornale.it/news/cronache/labbraccio-papa-allislam-ecco-piano-bergoglio-1889765.html

L'abbraccio del Papa all'islam: "Ecco cosa accadrà all'Europa"

Ostinato sostenitore anche dei clandestini ha detto...

"Il fenomeno della cosiddetta 'immigrazione' rappresenta un piano orchestrato e preparata da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei. Questi poteri usano l’enorme potenziale morale della Chiesa e le loro strutture per conseguire più efficacemente il loro obiettivo anti-cristiano e anti-europeo. A tale scopo si abusa il vero concetto dell’umanesimo e persino il comandamento cristiano della carità".