Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 24 novembre 2020

L'immaginazione al potere. Che cosa implica? - Andrea Mondinelli

Una tanto interessante quanto intrigante e sorprendente riflessione di Andrea Mondinelli che, come suo solito, parla testi alla mano e sviluppa il discorso esibendoli nell'interezza dei riferimenti con le evidenziazioni significative che ne orientano la lettura. Una ulteriore dimostrazione di quanto la crisi attuale venga da lontano, con radici già presenti non solo nello spirito, ma anche nei documenti conciliari e post...

Cari amici,
nell’ultima domenica del tempo ordinario, la liturgia della Santa Messa prevede il Vangelo della 24esima domenica post Pentecosten (Mt 24, 15-35). Lettura escatologica, che vi invito a leggere e meditare.
Riprendo l’incipit: « Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello». 
Cerco di prendere molto sul serio l’esortazione “chi legge comprenda” e penso che, per comprendere quello che ci circonda, sia necessario conoscere la perversa strada che ci ha condotto fin qui. Mi vengono in mente le parole che re Theoden pronuncia nel momento della vestizione dell’armatura, prima della battaglia del fosso di Helm: «Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov'è il corno che suonava? Sono passati come la pioggia sulle montagne. Come il vento nei prati. I giorni sono calati a ovest dietro le colline, nell'Ombra. Come siamo giunti a questo? ».
Come siamo giunti a questo? Domanda ineludibile a cui occorre dare una risposta. In questi giorni sto cercando di approfondire il pensiero di Marshall Mcluhan per cercare di capire più a fondo i meccanismi mediatici. Leggendo la sua lettera a Walter J. Ong del 14 ottobre 1954, ho trovato questa pagina sulla Blavatsky (qui) e sulla teosofia: 
« In Isis Unveleid di Madame Blavatsky si parla della tradizionale distinzione pitagorica tra fantasia ed immaginazione: “Pitagora vedeva l’immaginazione come la rimembranza di una condizione precedente di corpo, mente e spirito, mentre la fantasia era il prodotto disordinato della mente materiale”. Contestualmente, ciò significa che l’Immaginazione è il contatto con l’Anima Mundi, mentre la Fantasia è solamente una parte dell’Anima Hominis. Vale a dire che l’Immaginazione riguarda il contatto diretto con gli archetipi divini, al contrario della Fantasia che è solamente umana e cognitiva. Come spiriti caduti o demoni, gli uomini hanno un intelletto che è propriamente terreno, presidiato dalla Madre Terra. L’intelletto è un principio oscuro, ma l’Immaginazione è il modo dell’unione divina per l’ “in-creata” scintilla divina celata nella nostra argilla corrotta. Abbiamo familiarità con questo aspetto della Religione antica, la Gnosi, il neo-platonismo, la teosofia e così via? » 
Ecco la definizione di teosofia contenuta nell’enciclopedia Treccani (qui): 
« In origine, saggezza o scienza concernente Dio o le cose divine; con questo significato il termine appartiene alla tradizione neoplatonica e allo Pseudo-Dionigi. Ripreso da questa tradizione, il termine è stato usato, in età moderna, per indicare dottrine filosofico-religiose che si richiamano a un tipo superiore di saggezza o gnosi proveniente da Dio. La t. così intesa ha avuto particolare fortuna, nella cultura europea fra Cinquecento e Settecento: da Paracelso e Agrippa di Nettesheim a R. Fludd e ai rosacrociani, da S. Franck a V. Weigel e J. Böhme, da L.C. Saint-Martin a E. Swedenborg a F.C. Oetinger, e ancora nel 19° sec. in F. Baader e nell’ultimo F. Schelling; motivi teosofici sono ampiamente presenti anche nella massoneria ».
Nell’età moderna ha assunto particolare importanza la società Teosofica (qui), fondata dalla Blavatsky, i cui scopi sono i seguenti (qui):
  1. Formare un nucleo della fratellanza universale dell'umanità (qui), senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore. 
  2. Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze.
  3. Investigare le leggi inesplicate della natura e le facoltà latenti nell'uomo. 
Simpatizzare con questi scopi è l'unica condizione richiesta per associarsi.

Simpatizzare con questi scopi… Vediamo un po’ i simpatizzanti ecclesiastici, che non necessariamente sono legalmente associati alla teosofia, ma spiritualmente sì! Forse, vi viene in mente qualche nome di spicco che abbia fatto propri gli obiettivi della teosofia?
Recentemente, è stata messa in evidenza questa frase di Ratzinger, contenuta nella nuova biografia di Seewald (qui): 
“La vera minaccia per la Chiesa, e quindi per il servizio petrino” spiega Benedetto XVI “non viene da questo genere di episodi: viene invece dalla dittatura universale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddire le quali comporta l’esclusione dal consenso di base della società. Cento anni fa chiunque avrebbe ritenuto assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi coloro che vi si oppongono sono socialmente scomunicati. Lo stesso vale per l’aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio. La società moderna intende formulare un credo anticristiano: chi lo contesta viene punito con la scomunica sociale. Avere paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è fin troppo naturale e occorre davvero che le preghiere di intere diocesi e della Chiesa mondiale vengano in soccorso per resistervi” [“Benedetto XVI. Una vita”, citato da Antonio Socci, da “Libero”, 15 novembre 2020]. 
Queste parole mi hanno fatto ricordare la pregevole prefazione dell’allora Card. Ratzinger all’ottimo libro di mons. Schooyans “Nuovo disordine mondiale” (chi volesse scaricare gratis in italiano i libri di mons. Schooyans può accedere qui e troverà anche il testo completo della prefazione). 

L’allora cardinale Joseph Ratzinger capiva benissimo che la posta in gioco era il Governo Globale dei Banchieri, quando nel 1999 scrisse la prefazione italiana a «Nuovo Disordine Mondiale» (anno 2000):
«Le tesi portate avanti da Schooyans – scriveva – oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della “vita” e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di “dittatura mondiale” perseguita dai Paesi più ricchi, e che si avvale di importantissimi strumenti politici quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’ONU, le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni a esse collegate. Secondo l’Autore, il Nuovo Ordine Mondiale non è altro che il tentativo di imporre la “filosofia dell’egoismo” dei Paesi ricchi ai Paesi poveri o in via di sviluppo, e il dominio di pochi su tutti gli altri».
La prefazione di Ratzinger continuava denunciando «la configurazione sempre più definita che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale», e la «nuova antropologia che dovrebbe essere la base del Nuovo Ordine Mondiale», quella sulla «gender equity ed equality» (allora ancora di là da venir legalizzata): progetto anti-umano verso cui Ratzinger invitò i cristiani a resistere. «A questo riguardo, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni troppo debole e troppo timida».
Ebbi la grazia di leggere il libro di Schooyans, ancora regnante Giovanni Paolo II. Grande fu il mio sconforto quando, alla sua prima della benedizione Urbi et Orbi del Natale 2005, Benedetto XVI pronunciò queste parole: 
«Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prendere per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della Sua luce ti incoraggia a impegnarti nell’edificazione del Nuovo Ordine Mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. (…) L’umanità unita può affrontare i tanti e preoccupanti problemi del presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani; dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale, che pone a rischio il futuro del Pianeta». 
Ma il peggio doveva ancora arrivare. Scrive giustamente Blondet nella sua prefazione al libro di mons. Schooyans “Complotto ONU contro la vita”:
Nel 2011, il Pontificio Consiglio Justitia et Pax, un organo ufficiale vaticano, ha emanato un documento – «Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale» (qui) – dove si afferma, è più né meno, la necessità di un Governo Unico Mondiale come soluzione all’attuale crisi economica. Lungi dal denunciare il sistema bancario globale, il documento attribuisce la crisi all’assenza di un potere super-sovrano, che sia in grado di «unificare la famiglia umana»; e si auspica che questo governo unificato globale possa essere costituto dalle organizzazioni transnazionali oggi esistenti: ONU, Fondo Monetario, Banca Mondiale – insomma proprio gli organismi che Ratzinger vigorosamente denunciava nella sua prefazione al saggio di Schooyans. In particolare quell’ONU che, come il Vaticano sa benissimo, promuove la «nuova etica», l’aborto, la denatalità, la sterilizzazione delle donne del terzo mondo.
«Un lungo cammino resta da fare – constata il documento – prima di arrivare alla costituzione di tale Autorità pubblica di competenza universale. Logica vorrebbe che il processo di riforma si sviluppasse avendo come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in ragione dell’ampiezza mondiale delle sue responsabilità, della sua capacità di riunire le nazioni della Terra e di quelli delle sue Agenzie specializzate [...] Ad un governo mondiale non si può pervenire, se non dando espressione politica a preesistenti interdipendenze e cooperazioni».
Come mai Benedetto XVI manifestava una posizione del tutto opposta a quella che sembrava nutrire quando era il cardinal Ratzinger?
Non ho la risposta alla domanda di Blondet, ma, come vedremo, l’evidenza è chiara. Torniamo al devastante documento del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace in cui sono innumerevoli le citazioni della Caritas in veritate di Benedetto XVI. In particolare, la nota 13 che cita il n. 67 dell’enciclica non lascia spazio ad alcun dubbio. Eccola:
13 Cfr. Lettera enciclica Caritas in veritate, n. 67.
Per il governo dell'economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell'ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è stata già tratteggiata dal mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII. Una simile Autorità dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, essere ordinata alla realizzazione del bene comune [147], impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità nella verità. Tale Autorità inoltre dovrà essere da tutti riconosciuta, godere di potere effettivo per garantire a ciascuno la sicurezza, l'osservanza della giustizia, il rispetto dei diritti [148]. Ovviamente, essa deve godere della facoltà di far rispettare dalle parti le proprie decisioni, come pure le misure coordinate adottate nei vari fori internazionali. In mancanza di ciò, infatti, il diritto internazionale, nonostante i grandi progressi compiuti nei vari campi, rischierebbe di essere condizionato dagli equilibri di potere tra i più forti. Lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione internazionale esigono che venga istituito un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione [149] e che si dia finalmente attuazione ad un ordine sociale conforme all'ordine morale e a quel raccordo tra sfera morale e sociale, tra politica e sfera economica e civile che è già prospettato nello Statuto delle Nazioni Unite.
Ma la nota 13 non è la più sconvolgente. Riavvolgiamo il nastro e torniamo all’Immaginazione. Ecco come è definita nel glossario del sito teosofia.org (qui)
- In Occultismo non dev'essere confusa con la fantasia, poiché essa è uno dei poteri plastici dell'Anima superiore; è anche la memoria delle precedenti incarnazioni e, benché sfigurata dal Manas inferiore, poggia, però, sempre sul terreno della verità. È la facoltà di rappresentarsi cose non date attualmente alla sensazione. La sua utilità in campo filosofico è argomento quanto mai controverso. La teoria dell'immaginazione comincia con Platone, che ne poneva la sede nel fegato, e la considerava staccata dalla sensazione. Aristotele la considera legata alla sensazione, come proseguimento dell'attività dei sensi. Secondo Plotino, l'immaginazione è utile per la formazione delle immagini generali che aiutano l'intelletto a risalire dalle molteplici sensazioni ai concetti, perché essa riveste già un ruolo nel processo di derivazione delle cose sensibile dall'Uno, il culmine di tutto il reale. Per dare origine al mondo dei molteplici enti sensibili, l'Uno ha bisogno di una scala di mediazioni : in questa scala il gradino più basso è occupato dall'anima e, nella anima dall'immaginazione. Attraverso l'immaginazione l'anima informa e vivifica la materia. Nella corrente di idee più recente, l'immaginazione ha subito varie interpretazioni che, ad onor del vero, non sono gran che utili ai fini della conoscenza esoterica.
Ora giungiamo alla Conclusione del documento di Justitia et Pax, organo ufficiale vaticano. Vale la pena leggerla nella sua interezza, dopo il richiamo a confinare economia e finanza alle esigenze di risposta al bene comune e alla fratellanza universale:
In tale processo, occorre, recuperare il primato dello spirituale e dell’etica e, con essi, il primato della politica — responsabile del bene comune — sull’economia e la finanza. Occorre ricondurre queste ultime entro i confini della loro reale vocazione e della loro funzione, compresa quella sociale, in considerazione delle loro evidenti responsabilità nei confronti della società, per dare vita a mercati ed istituzioni finanziarie che siano effettivamente a servizio della persona, che siano capaci, cioè, di rispondere alle esigenze del bene comune e della fratellanza universale, trascendendo ogni forma di piatto economicismo e di mercantilismo performativo. [...]

Conclusioni

Nelle incertezze attuali, in una società capace di mobilitare mezzi ingenti, ma la cui riflessione sul piano culturale e morale rimane inadeguata rispetto al loro utilizzo in ordine al conseguimento di fini appropriati, siamo invitati a non arrenderci e a costruire soprattutto un futuro di senso per le generazioni a venire. Non bisogna temere di proporre cose nuove, anche se possono destabilizzare equilibri di forze preesistenti che dominano sui più deboli. Esse sono un seme gettato nella terra, che germoglierà e non tarderà a portare i suoi frutti.
Come ha esortato Benedetto XVI, sono indispensabili persone ed operatori a tutti i livelli — sociale, politico, economico, professionale —, mossi dal coraggio di servire e promuovere il bene comune mediante una vita buona. (21) Solo loro riusciranno a vivere e a vedere oltre le apparenze delle cose, percependo il divario tra il reale esistente ed il possibile mai sperimentato.
Paolo VI ha sottolineato la forza rivoluzionaria dell’«immaginazione prospettica», capace di percepire nel presente le possibilità in esso inscritte, e di orientare gli uomini verso un futuro nuovo. (22) Liberando l’immaginazione, l’uomo libera la sua esistenza. Mediante un impegno di immaginazione comunitaria è possibile trasformare non solo le istituzioni ma anche gli stili di vita, e suscitare un avvenire migliore per tutti i popoli.
Gli Stati moderni, nel tempo, sono divenuti insiemi strutturati, concentrando la sovranità all’interno del proprio territorio. Ma le condizioni sociali, culturali e politiche sono progressivamente mutate. È cresciuta la loro interdipendenza — sicché è divenuto naturale pensare ad una comunità internazionale integrata e retta sempre più da un ordinamento condiviso —, ma non è venuta meno una forma deteriore di nazionalismo, secondo cui lo Stato ritiene di poter conseguire in maniera autarchica il bene dei suoi cittadini.
Oggi tutto ciò appare surreale e anacronistico. Oggi tutte le nazioni, piccole o grandi, assieme ai loro Governi, sono chiamate a superare quello «stato di natura» che vede gli Stati in perenne lotta tra loro. Nonostante alcuni suoi aspetti negativi, la globalizzazione sta unificando maggiormente i popoli, sollecitandoli a muoversi verso un nuovo «stato di diritto» a livello sopranazionale, sostenuto da una collaborazione più intensa e feconda. Con una dinamica analoga a quella che in passato ha messo fine alla lotta «anarchica» tra clan e regni rivali, in ordine alla costituzione di Stati nazionali, l’umanità deve oggi impegnarsi nella transizione da una situazione di lotte arcaiche tra entità nazionali, a un nuovo modello di società internazionale più coesa, poliarchica, rispettosa delle identità di ciascun popolo, entro la molteplice ricchezza di un’unica umanità. Un tale passaggio, peraltro già timidamente in corso, assicurerebbe ai cittadini di tutti i Paesi — qualunque ne sia la dimensione o la forza — pace e sicurezza, sviluppo, mercati liberi, stabili e trasparenti. «Come all’interno dei singoli Stati [...] il sistema della vendetta privata e della rappresaglia è stato sostituito dall’impero della legge» — avverte Giovanni Paolo II— «così è ora urgente che un simile progresso abbia luogo nella Comunità internazionale». (23)
I tempi per concepire istituzioni con competenza universale arrivano quando sono in gioco beni vitali e condivisi dall’intera famiglia umana, che i singoli Stati non sono in grado di promuovere e proteggere da soli.
Esistono, quindi, le condizioni per il definitivo superamento di un ordine internazionale «westphaliano»
, nel quale gli Stati sentono l’esigenza della cooperazione, ma non colgono l’opportunità di un’integrazione delle rispettive sovranità per il bene comune dei popoli.
È compito delle generazioni presenti riconoscere e accettare consapevolmente questa nuova dinamica mondiale verso la realizzazione di un bene comune universale. Certo, questa trasformazione si farà al prezzo di un trasferimento graduale ed equilibrato di una parte delle attribuzioni nazionali ad un’Autorità mondiale e alle Autorità regionali, ma questo è necessario in un momento in cui il dinamismo della società umana e dell’economia e il progresso della tecnologia trascendono le frontiere, che nel mondo globalizzato sono di fatto già erose.
La concezione di una nuova società, la costruzione di nuove istituzioni dalla vocazione e competenza universali, sono una prerogativa e un dovere per tutti, senza distinzione alcuna. È in gioco il bene comune dell’umanità e il futuro stesso. In tale contesto, per ogni cristiano c’è una speciale chiamata dello Spirito ad impegnarsi con decisione e generosità, perché le molteplici dinamiche in atto si volgano verso prospettive di fraternità e di bene comune. Si aprono immensi cantieri di lavoro per lo sviluppo integrale dei popoli e di ogni persona. Come affermano i Padri del Concilio Vaticano II, si tratta di una missione al tempo stesso sociale e spirituale, che, «nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l’umana società, è di grande importanza per il regno di Dio». (24)
In un mondo in via di rapida globalizzazione, il riferimento ad un’Autorità mondiale diviene l’unico orizzonte compatibile con le nuove realtà del nostro tempo e con i bisogni della specie umana. Non va, però, dimenticato che questo passaggio, data la natura ferita degli uomini, non avviene senza angosce e senza sofferenze.
La Bibbia, con il racconto della Torre di Babele (Genesi 11, 1-9) avverte come la «diversità» dei popoli possa trasformarsi in veicolo di egoismo e strumento di divisione. Nell’umanità è ben presente il rischio che i popoli finiscano per non capirsi più e che le diversità culturali siano motivo di contrapposizioni insanabili. L’immagine della Torre di Babele ci avverte anche che bisogna guardarsi da una «unità» solo di facciata, nella quale non cessano egoismi e divisioni, poiché non sono stabili le fondamenta della società. In entrambi i casi, Babele è l’immagine di ciò che i popoli e gli individui possono divenire, quando non riconoscono la loro intrinseca dignità trascendente e la loro fraternità.
Lo spirito di Babele è l’antitesi dello Spirito di Pentecoste (Atti 2, 1-12), del disegno di Dio per tutta l’umanità, vale a dire l’unità nella diversità. Solo uno spirito di concordia, che superi divisioni e conflitti, permetterà all’umanità di essere autenticamente un’unica famiglia, fino a concepire un nuovo mondo con la costituzione di un’Autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune.
Avete notato il riferimento alla forza rivoluzionaria dell’«immaginazione prospettica»? Alla “unità nella diversità” così cara a papa Francesco?
Dicevo che la nota 13 non è la più sconvolgente. Leggete infatti la nota 22:
22 Paolo VI, Lettera apostolica Octogesima adveniens, n. 37.
37. […] Da dove viene la contestazione che nasce un po' ovunque, segno di un disagio profondo, mentre si assiste alla rinascita di «utopie» che pretendono di risolvere il problema politico delle società moderne con più efficacia delle ideologie? Sarebbe pericoloso non ammetterlo: l'appello all'utopia è spesso un comodo pretesto per chi vuole eludere i compiti concreti e rifugiarsi in un mondo immaginario. Vivere in un futuro ipotetico rappresenta un facile alibi per sottrarsi a responsabilità immediate. Bisogna però riconoscere che questa forma di critica della società esistente stimola spesso l'immaginazione prospettica, ad un tempo per percepire nel presente le possibilità ignorate che vi si trovano iscritte e per orientare gli uomini verso un futuro nuovo; tramite la fiducia che dà alle forze inventive dello spirito e del cuore umano essa sostiene la dinamica sociale; e se non si nega a nessuna apertura, può anche incontrarsi con il richiamo cristiano.
Secondo Paolo VI, l’immaginazione serve per percepire possibilità ignorate (secondo l’occultismo, è la facoltà di rappresentarsi cose non date attualmente alla sensazione), per orientare gli uomini verso un futuro nuovo, essa addirittura sostiene la dinamica sociale e, bontà sua, può incontrarsi con il richiamo cristiano!
Ricordo che la Lettera apostolica Octogesima adveniens, è parte integrante della Dottrina Sociale della chiesa post conciliare!

Per chiudere il cerchio vi segnalo che Octogesima adveniens (L'ottantesimo anniversario) è l'incipit della lettera apostolica del 14 maggio 1971 indirizzata da papa Paolo VI al cardinale Maurice Roy, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace! È proprio l’ occasione giusta per dirlo: « Tutto si tiene »...

Importante annotazione di Stefano Fontana sulla NBQ (qui):
« Un globalismo politico, però, sarebbe impossibile senza una società globale, omogeneizzata culturalmente in un’etica dell’umanità con pochi e generici principi morali vagamente umanistici e in una religione universale senza dogmi e dottrine definite. [...] A questo progetto piuttosto inquietante sta dando il proprio appoggio anche la Chiesa cattolica, decisamente orientata sullo stesso percorso dell’ONU e delle forze economiche, sociali e politiche che hanno il culto dell’ambiente, illudono su soluzioni utopistiche delle disuguaglianze economiche, propongono una fratellanza universale piatta e puntano ad un programma educativo mondiale collettivistico e uniformizzante ».
L’unico appunto che mi sento di fare a Fontana, qualunque cosa intenda per l’aggettivo piatta in relazione alla fratellanza universale, è che è da un bel po’ di tempo che l’apparato della neo-chiesa appoggia lo stesso percorso dell’Onu e che questa non è solo la prerogativa di Francesco. L’attuale papa ha trovato già la strada pronta.

Siamo arrivati in fondo al percorso che ci ha portato sul ciglio dell’abisso, pronti alla battaglia finale. Riprendiamo il Vangelo: « E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati».
Per sollevare le nostre anime, concludo con ampie citazioni della Ballata del Cavallo bianco di G.K. Chesterton, quando i Danesi invasero e conquistarono quasi completamente l’Inghilterra, costringendo Alfred, re del Wessex, a rifugiarsi presso l’isola di Athelney. Lì, la Vergine Maria appare ad Alfred: non gli offre consolanti parole di vittoria, ma ricorda lui la certezza della salvezza.
Sull’isola, sul fiume
il re a pezzi stava in ginocchio:
e lesse, scritto con una punta d’acciaio,
di come Dio avesse stremato il Wessex
e dato l’intero paese, poderi e paludi,
ai diavoli del mare.
[…]
Si schiusero piano i fiori,
come il libro che si legge al bimbo,
come un volto amico riflesso nel vetro;
lui guardò; ed ecco Nostra Signora,
stava alta e passava sicura sull’erba
come un cavaliere sul suo destriero.

Il suo volto era la parola piana
del coraggioso che parla e decide,
i colori vivi della sua veste
erano più di una bella notizia.

Lei non parlò, e neppure si girò,
non fece alcun segno,
stava ritta in piedi, sicura e libera,
in mezzo ai fiori di Athelney
e accanto al fiume che scorre.
[…]
“Madre di Dio”, disse il ramingo,
“sono solo un semplice re,
e non oso porre una domanda da santo,
non chiederò di vedere un cosa segreta.

Le porte del cielo sono spaventose,
peggiori delle porte dell’inferno;
non mi scontrerei con le guardie splendenti
né tenterei di sapere ciò che custodiscono,
che è un bene troppo grande da dire.

Ma in nome di questa piccola terra,
di questo piccolo paese che conosco,
chiedo se ciò che è ora, sarà per sempre,
o se i nostri cuori si spezzeranno lieti,
vedendo alla fine il nemico fuggire?

Quando l’ultimo arco sarà a pezzi, Regina,
e l’ultima lancia sarà stata scagliata,
nel tramonto di un triste cielo verdastro,
brandendo in alto i resti di una croce,
la tiepida erba dell’Ovest come letto,
ritorneremo a casa alla fine?”

E giunse una voce umana ma più alta,
come una casetta abbarbicata tra le nuvole;
come un servo, tra stenti e un pugno di terra,
che siede come sempre accanto al fuoco,
ma ode sopra il tetto del suo tugurio
un campanile sprigionare note e melodie.

“Le porte del cielo sono solo socchiuse,
noi non sorvegliamo il nostro premio,
il più rozzo villano può facilmente
entrare silenzioso e veloce
e arrivare dritto fino a me.

Il passo di una giovane fanciulla,
in disparte con i suoi pensieri,
può vincere la guardia dei Tre Re
e vedere l’amato e tremendo segreto
che custodisco nel mio cuore.

Ogni uomo semplice che passi sui campi
nell’ombra che segue il tramonto
può ascoltare tra una stella e l’altra,
dall’uscio socchiuso dell’oscurità scesa,
il concilio, più antico di tutto ciò che esiste,
e i discorsi di colui che è Uno e Trino.

Le porte del cielo sono solo socchiuse,
noi non sorvegliamo il nostro oro,
l’uomo può indagare l’origine del mondo
o leggere il nome del peccato senza nome;
ma se egli fallirà o vincerà
a nessun uomo saggio può essere detto.

Gli uomini dell’Est scrutano le stelle,
per segnare gli eventi e i trionfi,
ma gli uomini segnati dalla croce di Cristo
vanno lieti nel buio.

Gli uomini dell’Est studiano le pergamene,
per conoscere i destini e la fama,
ma gli uomini che hanno bevuto il sangue di Cristo
vanno cantando di fronte alle ingiurie.

Il sapiente conosce le malvagità che sono scritte nel cielo,
mette in fila luci meste e tocca corde tristi,
nell’udire il battito cupo di ali purpuree,
là dove i prìncipi dei serafini dimenticati
tramano ancora su come Dio debba morire.

Il sapiente conosce tutto il male
che giace sotto un albero ritorto,
dove il perverso si consuma nel piacere,
e gli uomini sono stanchi di vino guasto
e nauseati da mari scarlatti.

Ma tu e tutta la stirpe di Cristo
siete ignoranti e coraggiosi,
e avete guerre che a stento vincete
e anime che a stento salvate.

Non dico nulla per il tuo conforto,
e neppure per il tuo desiderio, dico solo:
il cielo si fa già più scuro
ed il mare si fa sempre più grosso.

La notte sarà tre volte più buia su di te
e il cielo diventerà un manto d’acciaio.
Sai provar gioia senza un motivo,
dimmi, hai fede senza una speranza?”


E scomparve dicendo queste parole
e lui non rispose nulla,
ascoltò solamente, mentre era in piedi
coperto dal manto agitato della notte
e gli uomini di mare irruppero dalla foresta
come un’ondata di alta marea.
È Maria Santissima la nostra Regina, è Lei l’aiuto mandato dal Cielo per abbreviare questi giorni. Dopo l’apparizione della Santa Vergine, Re Alfred va in cerca di uomini per la battaglia con queste parole:
Dalla bocca della Madre di Dio,
più grande delle porte degli abissi,
io chiamo a raccolta gli uomini del Wessex
dai villaggi erbosi, dai fossi e dai loro covi
per uccidere ed essere uccisi, Dio sa quando,
ma io ho visto in nome di chi.

Dalla bocca della Madre di Dio,
minuta come il suono di chi dice Io;
per questo io vado cercando cristiani,
tra selciati affossati, guadi e paludi:
per morire in battaglia, Dio sa quando,
ma, da Dio, conosco il perché.

E questa è la parola di Maria,
il suono del sommo desiderio:
‘Non avrai nessun conforto,
e il cielo si fa già più scuro
e il mare si fa sempre più grosso’ ”.

Poi cadde il silenzio. E lentamente
si alzò il signore delle terre del mare,
inspiegabilmente, come una bestia enorme
il suo corpo riempì la stanza, il portico e il cielo
e, togliendo le ragnatele dai muri,
sganciò dal chiodo la sua spada pesante.
Seguiamo l’esempio di Elgbert che sganciò dal chiodo la sua pesante spada.
Oggi inizia una nuova « Crociata del Rosario » (qui). Partecipiamovi con fervore, togliamo le ragnatele dai nostri muri!
Andrea

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Personaggi come Ratzinger, Wojtyla e Montini fanno parte del problema, non della soluzione.

Anonimo ha detto...

"Amo l'Europa, ma impari a difendere i propri valori". Intervista al sociologo egiziano Hamed Abdel-Samad, sotto scorta a Berlino come un cancelliere per le minacce islamiste. "Senza una cultura dominante, l'integrazione non è possibile". Lo proteggono sette poliziotti. "Sono venuto in Europa per esprimermi senza paura. Ora anche qui vivo in una prigione per aver detto quello che penso. Cosa è andato storto?". “La minaccia all’Europa non viene dall’esterno, ma dall’interno. Nessuna cultura è minacciata dall’esterno se è stabile e sicura di sé all’interno. E’ questa fiducia in se stessi che manca oggi. L’Europa sta per arrendersi. Hanno quindi gioco facile gli islamisti, che sfruttano spudoratamente i valori europei di libertà e tolleranza per distruggere proprio questi valori”

Viator ha detto...

E, oggi, si fanno parlare personaggi come Leonardo Boff che è stato relatore all’evento 'Economy of Francesco' tenutosi on line dal 19 al 21 novembre scorso. Il fatto fa problema perché ormai è prassi consolidata che la Chiesa parli con tutti e, soprattutto, faccia parlare tutti nel contesto di peculiari iniziative già problematiche di per sé. In questo caso siamo nel contesto globalista di Fratelli tutti con gli echi e strascichi di Abu Dhabi...

Anonimo ha detto...

OT
Avere forti dubbi sul vaccino che ci vogliono inoculare a tempo di record non c'entra affatto con l'essere "no-vax": c'entra non volersi far iniettare nel corpo un vaccino sperimentale per un virus che nel 99% dei casi non è mortale. Sarebbe dunque sciocco rischiare di prendersi un tumore o altre gravi malattie per evitare una febbre oggi, come hanno spiegato persino due invasati virologi come Andrea Crisanti e Roberto Burioni. Che non a caso oggi vengono pesantemente attaccati, per questa loro presa di posizione pubblica, da giornali e tv. Essere contro questo pericoloso vaccino che ci vogliono somministrare a forza non significa dunque essere contro i vaccini tout court. Ma al circo mediatico di regime serve di fare di tutta l'erba un fascio e criminalizzare chi, del tutto legittimamente, esercita dei forti dubbi verso una pratica sanitaria che avanza in maniera coercitiva e del tutto prima di ogni minima validazione scientifica.

Homo faber non orientato a Dio ha detto...

La distinzione fra pensiero magico e religioso è sottile ma, almeno per quanto riguarda le Tradizioni d’Occidente, può essere rimarcata nel fatto che la Magia prevede un atteggiamento sostanzialmente gnostico: ossia, affida la prospettiva d’elevazione individuale alla Sapienza (Sophia), non vedendola come semplice frutto della Fede (Pistis), che è libero dono di Dio. In altre parole, per il mago l’elevazione va duramente conquistata con un aspro tirocinio (Gnosis) in questa vita e non può essere vista, come per il fedele, come la prospettiva d’un premio certo dopo la morte fisica conseguente all’accettazione del dono divino e all’adeguarsi ad una serie di precetti di comportamento fissati dai preti. L’ingresso nel Paradiso degli Eroi – essi dicevano – si trova all’ombra delle spade: vi si perviene dopo una feroce “guerra santa” contro tutto ciò che contrasta il cammino – principalmente noi stessi.

Per questo, tutte le religioni “del libro” – sia esso libro la Torah, i Vangeli, il Libro di Mormon o i manuali di Scientology – sono ferocemente avverse al pensiero magico. Quest’ultimo prevede infatti lo sviluppo al massimo grado delle facoltà di pensare e di volere autonomamente da parte dell’adepto: e tali facoltà sono esattamente quelle che i “sacerdoti del libro” ritengono sia loro specifico mandato indirizzare e modellare, in nome di un Ente superiore del quale si pongono come i soli autentici interpreti. Nulla di ciò nella Magia, nella quale la parola chiave è libertà: libertà di scegliersi da soli il proprio cammino, libertà di eleggersi le guide che si desiderano, libertà di scavare nel proprio animo, affrontando ad occhi aperti ciò che vi si nasconde, libertà di individuare la propria meta.

Anonimo ha detto...


# Homo faber

La citazione da lei usata non è corretta. Lei dice che "i preti dicono: ' L'ingresso nel Paradiso degli Eroi si trova all'ombra delle spade."
Ma questo è un detto attribuito a Maometto : "Il Paradiso è all'ombra delle spade".
Il Paradiso islamico, quello che si consegue con la guerra santa, "le spade".
Un detto tipicamente mussulmano.
Non si può manipolarlo in modo da applicarlo ai preti in generale, i quali preti sarebbero poi
tutti i propugnatori delle religioni del Libro. Queste religioni non si possono mettere come niente fosse tutte sullo stesso piano.
Se lo si fa dal punto di vista della magia, lo si fa comunque da un punto di vista del tutto inadeguato, che non sa cogliere l'individualità propria di ogni religione.

Anonimo ha detto...

Se i nostri Santi Padri vedessero cosa dicono e fanno i nostri preti vescovi cardinali Papi e teologi griderebbero all'apostasia e al tradimento e alla mancanza di fede ... probabilmente griderebbero alla follia e all'anticristo ... ma noi non diciamo nulla e facciamo tutti finta che sia normale ... renderemo tutti conto a Dio per la nostra ipocrisia, per la nostra ignavia, per la nostra vigliaccheria, per la nostra meschinità ... noi siamo peggio dei tedeschi che non vedevano gli Ebrei deportati dalla Gestapo entrare e uscire dal loro stesso palazzo. Noi festeggiamo la guerra del 25 aprile che cacciò i tedeschi e i nazi-fascisti dal suo italiano ma non prendiamo neppure uno stuzzicadenti per difendere i bambini e i vecchi nella nostra società ... non è mai esistito un popolo così vile come il popolo europeo di oggi - in America sono un po' più sani di noi, per questo ora è in atto una specie di guerra civile tra il popolo Americano e il popolo degli schiavi globalisti. rdv

Anonimo ha detto...

Se un cattolico avesse praticato e cercato di comprendere, facendole sue, le preghiere e le formule del Catechismo di San Pio X saprebbe che Conoscenza e Sapienza vi sono intessute e che la Santità è superiore all'iniziazione e/o alla magia. La Santità dipende da DIO, Uno e Trino, Sommo Bene; l'iniziazione e la magia dipendono dall'IO e da altre potenze.

L'immaginazione nelle narrazioni sinistre ha detto...

Ci vuole l'esercito, dice Renzi, per obbligare gli italiani a vaccinarsi, lo stesso esercito che porta in Italia migliaia di musulmani senza identità e senza nessuna profilassi sanitaria per poi ammassarli nei centri di "accoglienza". E poi lasciarli liberi di diffondersi in tutto il territorio nazionale vagando e delinquendo e spacciando nelle nostre città senza nessun freno da parte dello stesso Esercito utilizzato per non fare riunire 15-20 italiani in un bar o un ristorante. Ma cosi facendo nessuna libertà garantita dalla costituzione sarebbe stata lesa, secondo Renzi e i collaborazionisti delle industrie farmaceutiche.
E Chi sarebbero allora i negazionisti?
Chi nega le libertà fondamentali è il vero negazionista.

Il vaccino è l'unica soluzione dice Renzi... plasmaferesi no eh? Clorochina no eh? Eparina no eh? Ozonoterapia no eh? Lactoferrina no eh?
Ma chi sarebbero i negazionisti?

mic ha detto...

Tra i rimedi riscontrati validi e irresponsabilmente ignorati se non ostacolato dal nefasto governo che ci ritroviamo c'è anche il plasma autoimmune...

Anonimo ha detto...

Si presenta come dittatura sanitaria nei fatti tra silenzi, omissioni, confusione, si avvale solo dei dottor spiccialetti. Questo è lo scopo ultimo della vaghezza del CTS, l'eliminazione degli anziani e il vaccino per giovani ed adulti. A cui il popolo italico mi auguro che risponderà come si conviene.

Anonimo ha detto...

Quanto hai ragione!!!

Anonimo ha detto...

Ma infatti il Covid con questo vaccino non c'entra nulla.. dentro c'è ben altro!

Marisa ha detto...

Allora la fonte del male sta davvero tutta nel Concilio Vaticano II o questi papi a vostro avviso ci hanno messo anche del loro?

E di papa Roncalli cosa dite?

Anonimo ha detto...

Il papa buonista.