Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 24 marzo 2021

24 marzo. In onore di San Gabriele Arcangelo

Facciamo oggi una breve tregua ai severi pensieri della Quaresima per festeggiare l'Arcangelo Gabriele. Domani lo vedremo spiegare il volo sulla terra e fermarsi, celeste messaggero della Santissima Trinità presso la più pura delle Vergini. Dunque a ragione i figli della Chiesa ricorrono a lui per poter degnamente celebrare il mistero che annunciò quaggiù.
Gabriele appartiene alle più eccelse gerarchie degli angelici Spiriti; come disse di sé a Zaccaria (Lc 1,19), è uno di quelli che stanno al cospetto di Dio. A lui sono riservate le missioni concernenti la salute del genere umano attraverso l'Incarnazione del Verbo, perché il nome Gabriele significa Forza di Dio, ed è in questo mistero, apparentemente umile, che si manifesta principalmente questa divina potenza. (dom Prosper Guéranger qui).

Bernardo di Chiaravalle
Lodi della Vergine Madre

L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, ad una vergine promessa sposa ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e il nome della vergine era Maria ecc. (Lc 1, 26-27).

1. Perché mai l’Evangelista ha voluto indicare tante cose con il loro nome in questo passo? Credo che l’abbia fatto perché noi non trascurassimo nulla di quanto egli con tanta diligenza si è studiato di raccontare. Nomina infatti il Nunzio che viene inviato e il Signore da cui fu mandato, la Vergine alla quale è mandato, e anche lo Sposo della Vergine, la discendenza di entrambi, la loro città e la loro regione. E questo perché? Pensi forse che siano indicazioni superflue? No, certamente. Se infatti non cade una foglia senza una ragione, né cade sulla terra un passero all’insaputa del Padre celeste, potrei io forse pensare che dalla bocca del santo Evangelista sia uscita una parola superflua, specialmente nel racconto della storia sacra del Verbo (incarnato)? Non lo penso. Tutte quelle parole infatti sono piene di profondi misteri e spandono una celeste soavità, a condizione che uno le mediti con diligenza e sappia succhiare il miele dalla roccia (Dt 32, 13). In verità, in quel giorno i monti hanno stillato dolcezza, e i colli fecero scorrere latte e miele (G13, 18; Es 3, 8) quando dall’alto dei cieli stillava la rugiada e le nubi piovevano il giusto e la terra si apriva, germogliando con letizia il Salvatore (Is 45, 8; 35, 2); quando, manifestando il Signore la sua benignità, e dando la nostra terra il suo frutto, su quel monte eccelso, pingue e ferace, la misericordia e la verità si incontrarono, la giustizia e la pace si baciarono (Sal 84, 13. 11; 67, 16).Pure in quel tempo, questo beato Evangelista, uno, e non piccolo, tra gli altri monti, con il mellifluo linguaggio ci ha descritto il desiderato inizio della nostra salvezza e, quasi investito dal vento caldo (austro) e dai raggi del Sole di giustizia, ormai vicino a nascere ha sparso il profumo di celesti aromi. Si degni ancora Dio di mandarci la sua parola e spanda anche per noi; faccia soffiare il suo spirito, e ci renda intelligibili le parole del Vangelo: siano esse al nostro cuore più desiderabili che l’oro e le pietre molto preziose, e ci diventino anche più dolci che un favo di miele.

2. Dice dunque: L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio (Lc 1, 26). Non penso che questo Angelo sia di quelli inferiori, di quelli che sogliono di frequente portare annunzi dal cielo alla terra; ciò si deduce chiaramente dal suo stesso nome che significa Fortezza di Dio, e dal fatto che egli non viene mandato da un altro Angelo a lui superiore, ma viene detto mandato da Dio stesso. Perciò l’Evangelista ha precisato: Fu mandato da Dio; ovvero ha detto: Da Dio perché non si pensasse che Dio aveva rivelato il suo disegno a qualcuno degli spiriti beati, prima che alla Vergine, fatta eccezione per l’arcangelo Gabriele che tanto eccelleva tra i suoi compagni da apparire degno del suo nome, e degno di portare tale messaggio. Del resto al messaggio si adattava il suo nome. A chi infatti meglio conveniva annunziare Cristo, che è la virtù di Dio, se non a lui, il cui nome significava la stessa cosa? Forza di Dio è infatti lo stesso che virtù di Dio. Né disdice o è sconveniente chiamare con lo stesso nome il Signore e il suo messaggero, sebbene il medesimo nome sia attribuito per diversa ragione all’uno e all’altro. Cristo difatti è chiamato fortezza o virtù di Dio in senso diverso dall’Angelo: questi è detto virtù di Dio solo per partecipazione Cristo invece è tale per essenza, ed è lui che, più forte di quel forte armato che era solito custodire indisturbato la sua casa, venne a debellarlo con la sua potenza e così gli strappò la preda che teneva in suo potere. L’Angelo invece è stato chiamato fortezza di Dio, o perché ha meritato il privilegio di annunziare la venuta di questa Virtù di Dio, o per il fatto che doveva confortare la Vergine, per natura timorosa, semplice e vereconda perché non si spaventasse per la novità del miracolo; ciò che egli fece. «Non temere, o Maria, disse, hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 30). Si può anche ragionevolmente credere che sia lo stesso Angelo, anche se l’Evangelista non lo nomina, che ha confortato lo sposo di Maria, anche lui uomo umile e timorato. Giuseppe, gli dice, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria tua sposa (Mt 1, 20). È pertanto conveniente che a Gabriele sia affidato questo compito; anzi appunto perché gli è imposto tale ufficio gli sta bene il nome con cui è chiamato.
(dall’Homilia I ai suoi monaci super Missus est, da monasterovirtuale.it)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

90 anni fa nasceva la grande Alda Merini, la poetessa dei Navigli, autrice di versi sublimi che, non di rado, sconfinavano nella preghiera. Come questi dedicati a Gesù, che mi piace condividere con gli amici in questa domenica di Quaresima.

«Gesù,
forse è per paura delle tue immonde spine
ch'io non ti credo,
Per quel dorso chino sotto la croce
ch'io non voglio imitarti.
Forse, come fece San Pietro,
Io ti rinnego per paura del pianto.
Però io ti percorro ad ogni ora
e sono lì in un angolo di strada
e aspetto che tu passi.
E ho un fazzoletto, amore,
che nessuno ha mai toccato,
per tergerti la faccia».

[Da Merini A. «Corpo d’amore. Un incontro con Gesù» (Frassinelli, 2001)]

Ave Maria ! ha detto...

LUX MUNDI - Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica
Programmato per il giorno 24 mar 2021
Don Luca Paitoni
https://www.youtube.com/watch?v=fAiI5KD55AE
Un vaso di Nardo 'fedele' - Catechesi in preparazione alla Settimana Santa
20.30: S. Rosario
21.00: Catechesi

Se potete .. se vorrete .. per il bene nostro e dei fratelli condividete .

Alla vigilia dell'Annunciazione ha detto...

Un amore illimitato all'Immacolata!
Che cos'è?
L'Immacolata è talmente unita a Dio mediante l'amore che si innalza al di sopra non solo di tutti i Santi, ma anche al di sopra degli Angeli, degli Arcangeli, dei Cherubini, dei Serafini; perciò un amore illimitato verso l'Immacolata ci eleva fino a Lei (e ci congiunge a Lei mediante l'amore), al di sopra... di tutti costoro...
Che cos'è l'amore illimitato dell'Immacolata? Ella è vicinissima a Dio, mentre noi siamo vicinissimi a Lei e di conseguenza, attraverso Lei, a Dio stesso.
Dio ci ha dato questa scala bianca e vuole che noi, salendo su di essa, arriviamo fino a Lui, o piuttosto che Ella, dopo averci stretto al suo petto materno, ci porti fino a Dio. SK461
San Massimiliano Maria Kolbe

tralcio ha detto...

La notizia che cambia il mondo, ma che nessun mass media mainstream darà mai.

Nel 2007 Benedetto XVI parlò in questo modo dell’Annunciazione:

L’Annunciazione, narrata all’inizio del Vangelo di san Luca, è un avvenimento umile, nascosto – nessuno lo vide, nessuno lo conobbe, se non Maria –, ma al tempo stesso decisivo per la storia dell’umanità.
Quando la Vergine disse il suo “sì” all’annuncio dell’Angelo, Gesù fu concepito e con Lui incominciò la nuova era della storia, che sarebbe stata poi sancita nella Pasqua come “nuova ed eterna Alleanza”. In realtà, il “sì” di Maria è il riflesso perfetto di quello di Cristo stesso quando entrò nel mondo, come scrive la Lettera agli Ebrei interpretando il Salmo 39: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per compiere, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,7).
L’obbedienza del Figlio si rispecchia nell’obbedienza della Madre e così, per l’incontro di questi due “sì”, Dio ha potuto assumere un volto di uomo. Ecco perché l’Annunciazione è anche una festa cristologica, perché celebra un mistero centrale di Cristo: la sua Incarnazione.
“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola“.
La risposta di Maria all’Angelo si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, offrendo la propria disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua misericordia.
Il “sì” di Gesù e di Maria si rinnova così nel “sì” dei santi, specialmente dei martiri, che vengono uccisi a causa del Vangelo. In questo tempo quaresimale più frequentemente contempliamo la Madonna che sul Calvario sigilla il “sì” pronunziato a Nazaret. Unita a Gesù, il Testimone dell’amore del Padre, Maria ha vissuto il martirio dell’anima”.

Non so se è chiaro anche a voi, ma ame pare delineato il dogma di Maria corredentrice.

La lettera agli Ebrei è parte anche della liturgia odierna: il sacrificio gradito a Dio è quello di se stessi, in unione al sacrificio che Gesù compie sull’altare per espiare il peccato e liberarci dalla sua schiavitù.

“Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà"». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre”.

Pochi giorni fa abbiamo contemplato la grandezza della fede di San Giuseppe: possiamo unire anche lui a questa bella festa e a quel modo di essere. Ci sono santi che hanno visto nel presepe l’essenza stessa dell’Eucaristia: “guarda quella patena ricoperta d’amore, e muori ogni giorno con Lui, per Lui e in Lui rinasci. Nel presepe c’è il primo Tabernacolo, la Vergine Maria. La mangiatoia è la prima pisside; San Giuseppe il primo cero rosso, l’adoratore silenzioso. Guarda l’altare e vedrai il presepe”.

Proprio della Messa del 25 marzo: l'Annunciazione ha detto...

Annunciazione della beata Vergine Maria

PROPRIO DELLA S.MESSA

INTROITUS
Ps 44:13, 15 et 16.- Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducántur Regi Vírgines post eam: próximæ ejus adducántur tibi in lætítia et exsultatióne. (T.P. Alleluja, alleluja) ~~ Ps 44:2.- Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. ~~ Glória ~~ Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducántur Regi Vírgines post eam: próximæ ejus adducántur tibi in lætítia et exsultatióne. (T.P. Alleluja, alleluja)

Ps 44:13, 15 et 16.- Ti rendono omaggio tutti i ricchi del popolo: dietro di lei, le vergini sono condotte a te, o Re: sono condotte le sue compagne in letizia ed esultanza. (T.P. Alleluia, alleluia) ~~ Ps 44:2.- Dal mio cuore erompe una fausta parola: canto le mie opere al Re. ~~ Gloria ~~ Ti rendono omaggio tutti i ricchi del popolo: dietro di lei, le vergini sono condotte a te, o Re: sono condotte le sue compagne in letizia ed esultanza. (T.P. Alleluia, alleluia)

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui de beátæ Maríæ Vírginis útero Verbum tuum, Angelo nuntiánte, carnem suscípere voluísti: præsta supplícibus tuis; ut, qui vere eam Genetrícem Dei crédimus, ejus apud te intercessiónibus adjuvémur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai voluto che, all’annuncio dell’Angelo, il tuo Verbo prendesse carne nel seno della beata Vergine Maria: concedi a noi tuoi supplici che, come crediamo lei vera Madre di Dio, così siamo aiutati presso di Te dalla sua intercessione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Isaíæ Prophétæ.
Is 7:10-15.
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Achaz, dicens: Pete tibi signum a Dómino, Deo tuo, in profúndum inférni, sive in excélsum supra. Et dixit Achaz: Non petam ei non tentábo Dóminum. Et dixit: Audíte ergo, domus David: Numquid parum vobis est, moléstos esse homínibus, quia molésti estis et Deo meo? Propter hoc dabit Dóminus ipse vobis signum. Ecce, Virgo concípiet et páriet fílium, et vocábitur nomen ejus Emmánuel. Butýrum ei mel cómedet, ut sciat reprobáre malum et elígere bonum.

In quei giorni: Così parlò il Signore ad Achaz: Domanda per te un segno al Signore Dio tuo, o negli abissi degli inferi, o nelle altezze del cielo. E Achaz rispose: Non lo chiederò e non tenterò il Signore, E disse: Udite dunque, o discendenti di Davide. È forse poco per voi far torto agli uomini, che fate torto anche al mio Dio ? Per questo il Signore vi darà Egli stesso un segno. Ecco che la vergine concepirà e partorirà un figlio, il cui nome sarà Emmanuel. Egli mangerà burro e miele, affinché sappia rigettare il male ed eleggere il bene.

Proprio della Messa del 25 marzo: l'Annunciazione ha detto...

...segue

GRADUALE
Ps 44:3 et 5.
Diffúsa est grátia in lábiis tuis: proptérea benedíxit te Deus in ætérnum.
V. Propter veritátem et mansuetúdinem et justítiam: et dedúcet te mirabíliter déxtera tua.

La grazia è riversata sopra le tue labbra, perciò il Signore ti ha benedetta per sempre,
V. per la tua fedeltà e mitezza e giustizia: e la tua destra compirà prodigi.

Se la festa cade in Quaresima dopo il Graduale si dice il Tratto
Ps 44:11 et 12.
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam: quia concupívit Rex speciem tuam.
Ps 44:13 et 10.
Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: fíliæ regum in honóre tuo.
Ps 44:15-16.
Adducántur Regi Vírgines post eam: próximæ ejus afferéntur tibi.
V. Adducántur in lætítia et exsultatióne: adducántur in templum Regis.

Ascolta e guarda, tendi l'orecchio, o figlia: il Re si è invaghito della tua bellezza.
V. Tutti i ricchi del popolo imploreranno il tuo volto, stanno al tuo seguito figlie di re.
V. Le vergini dietro a Lei sono condotte al Re, le sue compagne sono condotte a Te.
V. Sono condotte con gioia ed esultanza, sono introdotte nel palazzo del Re.

Se la festa viene traslata dopo l’Ottava di Pasqua, omessi Graduale e Tratto, si dice
Allelúja, allelúja
Luc 1:28.
Ave, María, grátia plena; Dóminus tecum: benedicta tu in muliéribus. Allelúja.
Num 17, 8.
Virga Jesse flóruit: Virgo Deum et hóminem génuit: pacem Deus réddidit, in se reconcílians ima summis. Allelúja.

Alleluia, alleluia
Ave, Maria, piena di grazia: il Signore è, con te: benedetta sei tu fra le donne. Alleluia.
La verga di Iesse fiorì: la Vergine ha generato l’uomo Dio: Dio ristabilì la pace, riconciliando in sé le cose infime con le altissime. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ☩ sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 1:26-38.
In illo témpore: Missus est Angelus Gábriel a Deo in civitátem Galilaeæ, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David. et nomen Vírginis María. Ei ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus. Quæ cum audísset, turbáta est in sermóne ejus: et cogitábat, qualis esset ista salutátio. Et ait Angelus ei: Ne tímeas, María, invenísti enim grátiam apud Deum: ecce, concípies in útero et páries fílium, et vocábis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus, et Fílius Altíssimi vocábitur, et dabit illi Dóminus Deus sedem David, patris ejus: et regnábit in domo Jacob in aetérnum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem María ad Angelum: Quómodo fiet istud, quóniam virum non cognósco? Et respóndens Angelus, dixit ei: Spíritus Sanctus supervéniet in te, et virtus Altíssimi obumbrábit tibi. Ideóque et quod nascétur ex te Sanctum, vocábitur Fílius Dei. Et ecce, Elísabeth, cognáta tua, et ipsa concépit fílium in senectúte sua: et hic mensis sextus est illi, quæ vocátur stérilis: quia non erit impossíbile apud Deum omne verbum. Dixit autem María: Ecce ancílla Dómini, fiat mihi secúndum verbum tuum.

Proprio della Messa del 25 marzo: l'Annunciazione ha detto...

...segue
In quel tempo: L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una Vergine sposata con un uomo della stirpe di Davide che si chiamava Giuseppe, e il nome della Vergine era Maria. Ed entrato da lei, l’Angelo disse: Ave, piena di grazia: il Signore è con te: benedetta tu tra le donne. Udendo ciò ella si turbò e pensava che specie di saluto fosse quello. E l’Angelo soggiunse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia davanti a Dio, ecco che concepirai e partorirai un figlio, cui porrai nome Gesù. Esso sarà grande e chiamato figlio dell’Altissimo; e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre, e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe, e il suo regno non avrà fine. Disse allora Maria all’Angelo: Come avverrà questo, che non conosco uomo ? E l’Angelo le rispose. Lo Spirito Santo scenderà in te e ti adombrerà la potenza dell’Altissimo. Perciò quel santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco che Elisabetta, tua parente, ha concepito anch’essa un figlio, in vecchiaia: ed è già al sesto mese, lei che era chiamata sterile: poiché niente è impossibile a Dio. E Maria disse: si faccia di me secondo la tua parola.

Credo

OFFERTORIUM
Luc. I, 28 et 42.
Ave, Maria, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui. (T.P. Alleluja)

Ave, María, piena di grazia: il Signore è con te: benedícta tu tra le donne, e benedetto il frutto del tuo ventre. (T.P. Alleluia)

SECRETA
In méntibus nostris, quaesumus, Dómine, veræ fídei sacraménta confírma: ut, qui concéptum de Vírgine Deum verum et hóminem confitémur; per ejus salutíferæ resurrectiónis poténtiam, ad ætérnam mereámur perveníre lætítiam. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Conferma nelle nostre menti, o Signore, Te ne preghiamo, i misteri della vera fede: affinché noi, che professiamo vero Dio e uomo quegli che fu concepito dalla Vergine, mediante la sua salvifica resurrezione, possiamo pervenire all’eterna felicità. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE SANCTA MARIA
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Annuntiatione beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Annunziazione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Is 7:14.
Ecce. Virgo concípiet et páriet fílium: et vocábitur nomen ejus Emmánuel. (T.P. Alleluia)

Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio: al quale si darà il nome di Emmanuele. (T.P. Alleluia)

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Proprio della Messa del 25 marzo: l'Annunciazione ha detto...

...segue
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Grátiam tuam, quaesumus, Dómine, méntibus nostris infúnde: ut, qui. Angelo nuntiánte, Christi Fílii tui incarnatiónem cognóvimus; per passiónem ejus et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
La tua grazia, Te ne preghiamo, o Signore, infondi nelle nostre anime: affinché, conoscendo per l’annuncio dell’Angelo, l’incarnazione del Cristo Tuo Figlio, per mezzo della sua passione e Croce giungiamo alla gloria della resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Anonimo ha detto...

È noto che le prime parole pronunciate nella Scrittura, rispettivamente, dal Creatore e da Maria contengono entrambe il 'fiat', 'sia fatto'.

E, in entrambi i casi, il 'farsi' è instantaneo: nell'Antico Testamento si compie la luce (con gli abissali significati che questa parola implica, non ultimo il presupposto di ogni 'visibilità', intesa come 'sensibilità' ma anche come 'visione'); nel Nuovo, l'erompere nella storia e nella materia dell'Eterno.

Basterebbe solo questo per chiedersi come mai certo settarismo -anche cattolico- rifiuti alla Vergine una dignità che, già da 'sola Scriptura', è riconosciuta a Dio.

Tralasciando questo: il nostro 'fiat' pare avere un'altro carattere 'nascosto'.

Non è un 'faccio' che implichi spiegarsi nel tempo e continua correlazione all'agente, ma contiene compiutezza (da qui la sua eco d'immediatezza): ciò che è fatto è già, subito, 'separato'.

Il fiat contiene -nella massima compressione e comprensione- l'essere ed il divenire. È, insomma, avvenimento in cui il compiersi coincide con il compiuto.
È quel primo divenire che è l'erompere dell'essere.
Il primordiale et-et.

Cit. Sebastiano Mallia

Anonimo ha detto...

Dio Disse, Maria Rispose: la differenza dei due Fiat è questa qui: uno potenza attiva; quello della beata Vergine, un Fiat passivo di chi accoglie il Fiat della luce