Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 1 marzo 2021

Intervista a Ratzinger: «Non ci sono due Papi. La rinuncia di 8 anni fa? Credo di aver fatto bene»

Riprendiamo dal Corriere della Sera il testo dell'intervista in cui Ratzinger ribadisce di essersi dimesso in piena coscienza e libertà, smentendo per l'ennesima volta le teorie cospirazioniste che vanno per la maggiore e dichiarando di esser convinto di aver fatto la cosa giusta. Qui l'indice della sezione dedicata ai 'due papi'. Qui l'indice degli interventi di Ratzinger dopo l'abdicazione.

Il messaggio di Benedetto XVI a chi non si rassegna e ai tifosi di Bergoglio che temono la sua ombra. «Fu una decisione sofferta, ma credo di aver fatto bene. La mia coscienza è a posto»
«Non ci sono due Papi. Il Papa è uno solo…». Joseph Ratzinger lo dice con un filo di voce, sforzandosi di scandire bene ogni parola. È seduto su una delle due poltrone di pelle chiara che insieme con un divano arredano il salone al primo piano del monastero di clausura Mater Ecclesiae: il luogo dove si è ritirato, lontano da tutto, nel marzo del 2013. Sul comodino sono appoggiati gli occhiali da lettura, accanto a una statuetta antica di legno che raffigura una Madonna con Bambino. «Questa è la Sala Guardini. Si chiama così perché raccoglie tra l’altro l’opera omnia del teologo italo-tedesco Romano Guardini. È lì, alle vostre spalle», spiega monsignor Georg Gaenswein, suo segretario personale e Prefetto della Casa pontificia, indicando la libreria che fodera le pareti. Il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, porge al Papa emerito una cartellina rossa con dentro due caricature che Emilio Giannelli, vignettista apprezzato da Benedetto, ha disegnato appositamente per lui. Osserva a lungo la prima, e sorride. Poi passa alla seconda, e il sorriso si allarga in una risata. «Giannelli è una persona spiritosa», chiosa con aplomb papale e bavarese.

Fino al 2012, nelle dodici celle di questo edificio, costruito tra il 1992 e il 1994 e occupato in precedenza dalla Gendarmeria e dai giardinieri papali, abitavano le suore di clausura. Ora ospita Benedetto, le quattro «Memores», le donne consacrate di Comunione e liberazione che lo assistono, e monsignor Gaenswein. Compare all’improvviso dopo un tornante nella parte più alta e inaccessibile della Città del Vaticano. È protetto da un cancello elettrico, oltre il quale regna un silenzio irreale. Incontrare Benedetto è raro, soprattutto negli ultimi tempi. E ancora più inusuale è il fatto che accetti di affrontare uno degli argomenti più traumatici per la vita della Chiesa cattolica negli ultimi secoli. La sua precisazione sull’unicità del Papato è scontata per lui ma non per alcuni settori del cattolicesimo conservatore più irriducibile nell’ostilità a Francesco. Per questo, ribadisce che «il Papa è uno solo» battendo debolmente il palmo della mano sul bracciolo: come se volesse dare alle parole la forza di un’affermazione definitiva.

È significativo: consegna il messaggio al Corriere proprio alla vigilia del 28 febbraio, lo stesso giorno di otto anni fa in cui divenne effettiva la sua rinuncia al Papato [qui], annunciata l’11 febbraio [qui]. A distanza di tanto tempo, il disorientamento, lo stupore, le maldicenze che hanno accompagnato quel gesto epocale ristagnano ancora. E Benedetto sembra volerli esorcizzare. Chiediamo se in questi anni abbia ripensato spesso a quel giorno. Annuisce. «È stata una decisione difficile. Ma l’ho presa in piena coscienza, e credo di avere fatto bene. Alcuni miei amici un po’ “fanatici” sono ancora arrabbiati, non hanno voluto accettare la mia scelta. Penso alle teorie cospirative che l’hanno seguita: chi ha detto che è stato per colpa dello scandalo di Vatileaks, chi di un complotto della lobby gay, chi del caso del teologo conservatore lefebvriano Richard Williamson. Non vogliono credere a una scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto».

Le frasi escono col contagocce, la voce è un soffio, va e viene. E monsignor Gaenswein in alcuni rari passaggi ripete e «traduce», mentre Benedetto annuisce in segno di approvazione. La mente rimane lucida, rapida come gli occhi, attenti e vivaci. I capelli bianchi sono leggermente lunghi, sotto lo zucchetto papale candido come la veste. Dalle maniche spuntano due polsi magrissimi che sottolineano un’immagine di grande fragilità fisica. Ratzinger porta un orologio al polso sinistro e al destro uno strano aggeggio che sembra un altro orologio ma in realtà è un allarme pronto a scattare se gli accade qualcosa. Quello che lui stesso ha definito nel febbraio del 2018, in una lettera al Corriere [qui - qui], «quest’ultimo periodo della mia vita», scorre tranquillo, nell’eremo tra i tornanti dei Giardini vaticani affiancati da alberi, cascate e altari, da cui si domina Roma. Fino al 2 febbraio, nel salone dove ci riceve c’erano un presepe e un albero di Natale, incorniciati tra la biblioteca, le icone appese alle pareti insieme ad altre immagini sacre: una stanza sobria, non grande, accogliente.

I ritmi sono abitudinari. Ogni giorno si leggono i giornali selezionati in precedenza dagli uffici vaticani. In più gli arrivano in edizione cartacea l’Osservatore romano, il Corriere della Sera e due quotidiani tedeschi. A tavola, con le Memores si discute spesso anche di politica. E adesso il Papa emerito chiede incuriosito di Mario Draghi. «Speriamo che riesca a risolvere la crisi», dice. «È un uomo molto stimato anche in Germania». Accenna a Sergio Mattarella, sebbene ammetta di conoscere il capo dello Stato meno del predecessore, Giorgio Napolitano. «Come sta?», si informa. E il discorso scivola sull’epidemia del Covid 19.

Ratzinger si è già vaccinato, ha ricevuto la prima dose e poi gli è stata somministrata la seconda, come a monsignor Gaenswein e a gran parte degli abitanti della Città del Vaticano. Sotto questo aspetto, il piccolo Stato viene osservato con una punta di invidia in Italia e in gran parte dell’Europa, nelle quali i vaccini arrivano a rilento. Il virus fa paura, e Benedetto accenna alla drammatica esperienza vissuta dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, guarito dopo una lunga battaglia. «L’ho appena rivisto e mi ha detto che ora sta molto meglio. L’ ho trovato bene». E quando si chiede al Papa emerito della prossima visita di Francesco in Iraq, l’espressione diventa seria, preoccupata. «Credo che sia un viaggio molto importante», osserva. «Purtroppo cade in un momento molto difficile che lo rende anche un viaggio pericoloso: per ragioni di sicurezza e per il Covid. E poi c’è la situazione irachena instabile. Accompagnerò Francesco con la mia preghiera». Alcuni uomini della Gendarmeria vaticana e delle guardie svizzere sono già lì per organizzare tutte le possibili misure di protezione intorno a papa Francesco. Sono presenti da settimane anche agenti dell’intelligence italiana, ma non è chiaro con chi stiano collaborando. Su questo, dal monastero dove vive Ratzinger non arrivano commenti. Viene spontaneo pensare agli Stati uniti, e osservare che ora, con Joe Biden alla Casa Bianca al posto di Donald Trump, i rapporti col Vaticano sono destinati a migliorare.

Su Biden, il secondo presidente cattolico dopo John Fitzgerald Kennedy, Ratzinger esprime qualche riserva sul piano religioso. «È vero, è cattolico e osservante. E personalmente è contro l’aborto», osserva. «Ma come presidente, tende a presentarsi in continuità con la linea del Partito democratico... E sulla politica gender non abbiamo ancora capito bene quale sia la sua posizione», sussurra, dando voce alla diffidenza e all’ostilità di buona parte dell’episcopato Usa verso Biden e il suo partito, considerati troppo liberal.

Sono passati quarantacinque minuti, fuori comincia a fare buio: lontanissime, anche se in realtà sono a meno di un chilometro, si scorgono le luci di Roma. Benedetto consegna come ricordo del colloquio una medaglia commemorativa e un segnalibro con la sua foto benedicente: entrambe di quando era Papa. E di nuovo affiora il paradosso non solo suo ma di una Chiesa immersa senza volerlo nell’intreccio inestricabile di due identità papali. Ratzinger saluta, rimanendo seduto, con un accenno di sorriso, e ringrazia indicando le due vignette di Giannelli posate sul tavolino. In una, Benedetto abbraccia simbolicamente una piazza San Pietro gremita di folla: un ricordo nostalgico non solo del suo pontificato ma del mondo prima del Covid 19. Ed è un’immagine che stride con quella potente, drammatica di Francesco che il 27 marzo del 2020 parla dal sagrato della stessa piazza, desertificata dal coronavirus e spettrale. Nell’altra vignetta, a colori, il Papa emerito consegna a un Francesco dall’espressione corrucciata le chiavi della Chiesa, aggiungendo: «Mi raccomando…». Come sempre quando si tratta di Vaticano, realtà e simbolismo sono legati in modo indissolubile. E gli enigmi del Papa emerito tedesco e del Pontefice argentino sembrano fatti apposta per alimentare le leggende sul potere ecclesiastico e i suoi misteri.

Uscendo dal monastero, scortati in auto da una guardia svizzera in borghese con l’auricolare, viene da pensare che quando Ratzinger ribadisce con un velo di voce «il Papa è uno», certamente si rivolge ai «fanatici» che non si rassegnano. Parla, per rassicurarli, ai seguaci di Francesco che temono l’ombra intellettuale di questo teologo vecchio e infragilito dall’età. Ma forse, dopo otto anni, con la sua voce interiore, il Papa emerito lo sussurra inconsciamente anche a se stesso.
Massimo Franco - Fonte

58 commenti:

Epiphanio ha detto...

Molto triste.

Anonimo ha detto...

Mettetevi l'anima in pace.Sembra la canzone di Celentano:inutile bussare qui non vi risponderà nessuno.

Anonimo ha detto...

Possibili casi (il Corriere della sera brilla per sussiego a riverenze fin troppo note):

-parole vere e dette in piena coscienza della situazione.

-parole verosimili dette dopo che chi dovrebbe riferire, ha riferito situazioni artefatte.

-parole ripetute da un anziano fortemente condizionato a dire più o meno quel che ha detto.

-operazione voluta da chi ne ha tutto l'interesse e subita da chi ne avrebbe fatto a meno (un ticket del contratto, con scadenze vita natural durante, stessi motivi valsi alle scadenze precedenti).

-situazione costruita ad arte, per parlare del vaccinato, di Biden, del viaggio in Iraq e persino dei saluti a Napolitano: chissà perché, ritiratosi in preghiera, Da Benedetto XVI non pare uscita una sola parola sulla Quaresima e sul Signore.

-pura invenzione giornalistica del soffio di voce che va e viene, "tradotta" (così è scritto) dal fido Gaenswein riavutosi dalle sviste ai tempi dei carteggi col Card. Sarah.

L'articolo chiude ricordando che Benedetto consegna come ricordo del colloquio una medaglia commemorativa e un segnalibro con la sua foto benedicente: entrambe di quando era Papa.

L'impressione è di un uomo che si metta al centro, quando non lo è mai stato.
L'impressione è che fosse necessario arrivare a dire che il Papa è uno.
A prescindere.
Soprattutto da Cristo Gesù.


John Bell Hood ha detto...

In effetti, l'ipotesi di un Benedetto- Maschera di Ferro, pur non priva di fascino e sintomatico mistero, non pare troppo ben fondata. Rimane, in ogni caso, assodato come Francesco sia comunque riconosciuto più o meno ovunque, da chiunque e in ogni tempo come Papa. Certo, la questione lascia spazio a dubbi ed è, forse, più grande di chiunque per poterla capire; ma non sembra essere Ratzinger la chiave che possa aprire una serratura così complicata...

Anonimo ha detto...

Ha fatto bene sì: ha fatto emergere tutto quello che stava nel fango.
Però lui ha tenuto il suo abito bianco. Disse: problemi di guardaroba.
In otto anni nient'altro da mettere, nemmeno rovistando nel contenitore della Caritas.
Tra le ipotesi per spiegare l'intervista non va scartata l'ironia.

Anonimo ha detto...

Ennesima sceneggiata della setta conciliare!

Anonimo ha detto...

Penso che non ci sarà un nuovo diluvio universale, evocato da Bergoglio.
Sicuramente non ci sarà per lo scioglimento dei ghiacci ai Poli, poiché una tale punizione viene per il peccato, e non credo che il problema dei contemporanei di Noè fosse l'aumento delle temperature provocato dall'uomo, ma qualcosa di ben più grave e serio, che la Chiesa di oggi ha quasi dimenticato: il peccato, appunto.
Tuttavia, come dicevo, credo non ci sarà, dopo la notizia che ho appreso oggi.
Una famiglia di conoscenti, qui a Zagabria, ha adottato (ripeto: ADOTTATO) una bambina con sindrome di down di tre anni e mezzo, che ovviamente (purtroppo) nessuno voleva adottare.
La stessa famiglia una quindicina di anni fa aveva accolto in casa una giovane donna incinta che voleva abortire, riuscendo a salvare la vita del nascituro.
Questi atti di amore davvero straordinari non meriteranno solamente la salvezza eterna per loro, riparano anche tanti peccati e grazie a essi il Signore guarda ancora in modo benigno questa povera umanità... sono i cinque giusti che mancavano a Sodoma e Gomorra...

Anonimo ha detto...

Tra le devozioni in onore di San Giuseppe (siamo entrati nel mese a lui dedicato), il Sacro Manto, una preghiera da recitare per 30 giorni consecutivi e che trae ispirazione dall’omonima reliquia di san Giuseppe custodita nella basilica romana di Santa Anastasia. Foriera di grazie per chi la recita con devozione, perché Gesù e Maria nulla possono negare a colui che fu il loro Custode in terra. E di cui perciò Pio XI definiva «onnipotente» l’intercessione.

Anonimo ha detto...

È così difficile capire che Ratzinger si è dimesso VALIDAMENTE e che lo ha dimostrato già molte volte?
Non farà mai nulla che possa compromettere il suo quieto vivere.
Non farà mai nulla che possa provocare contrasti con Bergoglio.
Fra l'altro non capisco come si faccia a sentire la mancanza di una persona debole e modernista come Ratzinger...parte dell'attuale deriva dottrinale di tipo sincretistico è stata causata da lui.
Voleva (come molti credono) combattere i lupi? HA AVUTO IL POTERE PER FARLO MA HA PREFERITO FUGGIRE!
Però, anche da "pensionato", ha trovato il tempo di affermare (in modo assai poco gentile) che gli ebrei possono salvarsi anche senza convertirsi a Cristo!

Anonimo ha detto...

Se qualcuno aveva ancora dubbi su Benedetto XVI
Francesco Stoppelli

Anonimo ha detto...

Davvero inquietante la risposta sulla cattolicità di Biden.

Felice ha detto...

Ok. Poniamo che Benedetto abbia rinunciato validamente. Ma rimane comunque da chiarire un'altra questione: Bergoglio è stato eletto validamente?

Da Stilum Curiae ha detto...

Lettera a Benedetto XVI sulla sua intervista “scoop” al Corriere.

– Scusi – carissimo Benedetto – non aveva detto che si ritirava in orazione e silenzio? Ora anche Lei ha preso il vizietto delle “interviste”?

– Scusi, parafrasando un antico detto, è forse vero che : “Excusatio iterata… accusatio manifesta” ?

– Scusi, il delicato e garbato dicitore di omelie ora usa parole come “fanatici”, “arrabbiati” (“Alcuni miei amici un po’ ‘fanatici’ sono ancora arrabbiati…”) che hanno uno stile bergogliesco?

– Scusi, l’immemorabile fine “teologo” commenta ora la politica “terra-terra” con stile talk show (Draghi “molto stimato anche in Germania…”; “Speriamo che riesca a risolvere la crisi”?). La “Provvidenza” ora si chiama Draghi?.

– Scusi, l’ “inflessibile” responsabile della Congregazione per la Dottrina per la Fede fa ora i distinguo come un “accorto” gesuita? (“ (Biden)… è vero, è cattolico e osservante. E personalmente è contro l’aborto”, “ma come presidente, tende a presentarsi in continuità con la linea del Partito democratico… E sulla politica gender non abbiamo ancora capito bene quale sia la sua posizione”).

– Scusi, perché il suo suggeritore non Le ha “ricordato” che il 4 aprile 1990 il re cattolico Baldovino non firmò la legge sull’aborto e anzi abdicò per questo?

– Scusi, distinguendo il Biden “persona” e il Biden “presidente” si è convertito anche Lei al gesuitismo mettendo da parte la “visione INTEGRALE della persona”?.

– Scusi, sul Biden che Lei considera “indecifrabile”, i “camerieri” di Santa Marta non le hanno passato la notizia delle minacce del cattolico Biden alle nazioni che “limitano diritti delle persone LGBTQI”?

Anonimo ha detto...

Lo stile, il linguaggio non appartengono a Ratzinger
Chi ci assicura che che l’intervista sia fedelmente riportata o non sia stata inventata dagli adulatori di Bergoglio? Nulla di nuovo… Ma se vera, che delusione!!!

Anonimo ha detto...

Bergoglio è stato eletto con l'imbroglio, che fa rima, ha rinunciato a tutti i titoli tenendosi solo quello di vescovo di Roma, mai firma con la sigla PP usata da tutti i suoi predecessori, vive in albergo, che altro aggiungere? Penso che Franco abbia fantasticato e scritto o messo in bocca cose non proprio vere, comunque resta il fatto che mai ha detto che Francesco è un papa, il resto è silenzio o solo parole, parole, parole, nient'altro che parole.

Anonimo ha detto...

Ratzinger dimentica che chi favorisce l'aborto è scomunicato ipso facto.
Se è cattolico Biden lo era anche Totò Riina!

Anonimo ha detto...

I giornali selezionati da altri, punto 1 di riflessione. Un braccialetto di controllo che è quindi un braccialetto elettronico, punto.2. E punto 3 quanto dice non cambia di un punto la discussione; il Papa può essere benissimo lui stesso, dalle frasi citate. Punto 4, regala medaglie con immagine papale, sua.

Anonimo ha detto...

Correggo, non la medaglia ma il segnalibro con la sua immagine. Punto 5, gli agenti dell'intelligence italiana che non si sa con chi hanno contatti? Per il viaggio di Bergoglio.Che significa? Ne emerge che Ratzinger può essere il Papa e contento di aver evitato il peggio, al di là della conclusione del giornalista che cerca di rassicurare sè stesso.

Anonimo ha detto...

@2 marzo 2021 13:20

''che delusione''

Quando i Ratzinger boys verranno giù dal pero sarà sempre troppo tardi. Ma non succederà, ovviamente, e continueranno a sostenere cose come ad esempio la cattività dell'Emerito anche dopo la sua morte.

Quando dovesse succedere, comunque, fate di procurarvi un buon paracadute per non farvi troppo male (in questi 8 anni mi dicono che il proverbiale pero è infatti cresciuto molto in altezza).

Chiedo scusa, ma non se ne può più.

Anonimo ha detto...

A proposito di JMB, mi hanno passato un video titolato Todos los secretos del papa Francisco di Nicolas Mora, un periodista argentino, al minuto 1h.40' sono spiegati tutti gli inghippi e i brogli per farlo eleggere e tutti i personaggi coinvolti, si fanno riferimenti anche a quanto detto più volte da Viganò, purtroppo il video è in spagnolo e forse verrà bannato molto presto.

Anonimo ha detto...

Bergoglio sostiene che il diluvio universale fu il prodotto di un "cambiamento climatico". Parecchio repentino, direi.
Forse Bergoglio immagina che le "colpe" degli uomini dei tempi di Noè fossero le 'emissioni di anidride carbonica. Dio avrebbe punito l'uomo con diluvio per salvare la Pachahama? Ma è inutile chiedere un po' di logica a tanta follia, a parole in libertà dette solo per causare caos e sconcerto, per l'ennesima volta, nelle coscienze cistiane. Nel divertito compiacimento dei media che lo adorano.
Ci accusano di essere "cattivi" con Bergoglio. Mi chiedo come si possa essere "buoni", cioè acquiescenti, con un uomo del genere. Con un uomo che ha fatto della malevola ignoranza e della crassa e grottesca malizia la sua ragione di vita.
Ogni volta che Bergoglio apre bocca rivela tutta la sua malvagia, rozza, pestilenziale inconsistenza teologica e la sua tragica consistenza infernale. Dietro alle sbandierate rozzezza e ignoranza nasconde la sua essenza ctonia, tellurica, infera. E' un facitore di estremo disordine, di Caos.
Però se non altro gioca a carte scoperte. Qui sta la positività della cosa. Con Bergoglio non si può più far finta di non capire. come avveniva con gli altri, i suoi predecessori, i "santi subito" del colpo al cerchio e di quello alla botte, ortodossi nei giorni pari ed eretici in quelli dispari, modernisti ma psedudoconservatori. Con Bergoglio invece non si può far finta di niente. Il gioco dello struzzo è passato di moda. L'arrampicata sugli specchi dei difensori di ufficio è sempre più ardua. Per questo, e solo per questo, un essere così profondamente malvagio - mediocre ma malvagio- è uno strumento provvidenziale.
Martino Mora

Da Liberoquotidiano ha detto...

....
La stessa intervista, con simili toni letterari e romantici sul vecchino “infragilito”, richiama  quella che sempre Massimo Franco realizzò già nel 2019. Qui

E qui la nuova:

Curioso come anche questa volta, come già nel 2019, a Benedetto XVI vengano regalate alcune caricature di Giannelli. Proprio una gran passione - quella di Ratzinger per il vignettista - che giustifica evidentemente la scarsa fantasia regalizia dei colleghi del Corriere…

Strano, invece, che della nuova intervista non siano state pubblicate immagini, come avvenne per quella del 2019.

Ma fin qui siamo solo nell’ambito dell’opinabile e certamente vi sarà una spiegazione per tutto.

Cosa non è spiegabile è, invece, a quale titolo Massimo Franco faccia dire a Benedetto “il papa è Francesco” quando lo stesso Ratzinger ripete unicamente, da sempre: “Il papa è uno e uno solo”, stavolta anche battendo sul SUO bracciolo.

Allora, che un giornalista della sua levatura, dopo otto anni in cui ecclesiastici e intellettuali parlano esplicitamente di forzate dimissioni di  Benedetto, non valutare con fredda oggettività la sibillina dichiarazione di Ratzinger non è un po’ ingenuo? 

Ad essere corretti, avrebbe dovuto almeno scrivere: “Benedetto continua a ripetere questa frase che, tuttavia, non scioglie completamente i dubbi degli avversari di Francesco”.

Eppure, il collega non è nuovo a queste “fughe in avanti”: siamo andati a rileggere l’intervista del giugno 2019 e scopriamo un dettaglio. Scriveva Franco:

“Gli avversari di Bergoglio, spesso conservatori alla ricerca disperata di una parola di Benedetto che suonasse di critica a Bergoglio, si sono sentiti rispondere immancabilmente che «il Papa è uno, è Francesco».”

Ah sì? Lui c’era? Gliel’hanno raccontato i conservatori avversari di Bergoglio o lo ha dedotto lui? Perché quel virgolettato “Il Papa è uno, è Francesco”, non è di Benedetto, ma di Massimo Franco.

E, nonostante questo, stupisce ancora di più che, sempre nel giugno 2019, Vatican News,  stranamente citando (il giorno prima dell’uscita) l’intervista sul Corriere, mettesse in bocca a Benedetto le parole di Massimo Franco, titolando:

” BENEDETTO XVI: IL PAPA E' UNO , FRANCESCO."

E nel testo: “La Chiesa è e deve restare unita. La sua unità è sempre stata più forte delle lotte e delle guerre interne”. E’ la certezza di Benedetto XVI che a tutti ricorda: “Il Papa è uno, Francesco”.

NON E’ VERO. BENEDETTO NON HA DETTO COSI’. Ha detto, che il papa è uno. Senza chiarire quale dei due. Punto. Facciamoci una domanda e tentiamo di darci delle risposte. Tutti.

Anonimo ha detto...

Il link
https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26391704/papa-ratzinger-benedetto-xvi-da-otto-anni-tentano-fargli-dire-quello-che-non-vuole.html

Anonimo ha detto...

I primi di Dicembre 2020

"Papa Benedetto XVI ha perso la parola, non riesce più a parlare come una volta."

"Ha difficoltà nell'esprimersi"

( neo cardinale maltese, Mario Grech incontro dopo il concistoro )

Video...
(Dice tutto Georg... se notate nessuno capisce cosa dica Benedetto XVI)

https://youtu.be/6u1wfgB45K4

Anonimo ha detto...

Anche ammettendo che Bergoglio non sia Papa (per eresia, mafia di San Gallo, evidente volontà di non guidare le anime verso il Paradiso, ecc.) ciò non significherebbe che il Papa sia Ratzinger:SI È DIMESSO E HA PROMESSO OBBEDIENZA A BERGOGLIO.
Inoltre parla sempre a favore di Bergoglio e dice di apprezzarlo.
Credere che Ratzinger sia l'attuale Papa è puro DELIRIO TEOLOGICO.
Caratteristica fondamentale del papato è la visibilità: NON PUÒ ESISTERE UN PAPA OCCULTO!
E, se Ratzinger fosse Papa, sarebbe un'autentica VERGOGNA di Papa a tacere nonostante le malefatte del "successore" e compari modernisti: non solo non li contrasta ma li appoggia.
Su Ratzinger vanno calati 1000 veli pietosi!

Anonimo ha detto...

Evitiamo di andare dietro a visionari (o ciarlatani!) come il Minutella: non è ancora chiaro che alla morte di Ratzinger avrà una delle sue FALSE locuzioni che "gli dirà" che è lui il nuovo Papa?
Oppure si farà "eleggere" papa dai fanatici del suo "piccolo resto".
In ogni caso questo è il probabile destino di coloro che credono che Ratzinger sia l'attuale papa: avere come prossimo pontefice Don Minutella!

Anonimo ha detto...

anonimi 21,11 e 21,35. Le vostre sono difese ad oltranza del vostro punto di vista relativo. Le argomentazioni valide dei dissenzienti vengono da voi ridotte a ciarlatanate. Vedo sopra la citazione di fatti concreti che voi non portate. Un esempio? La veste bianca: non ne avevo altre, tutt' oggi ancora non ho potuto comprarne altre. Incapace di parlare, dice tutto George. Braccialetto elettronico. Frasi dette da Raztinger "per quanto riportate" possono essere interpretate a favore del Papa Benedetto e contro dagli oppositori. Peraltro pure il nome papale è rimasto e rimarrà perchè dixit che si resta tali fino alla morte. Di fronte ai fatti le opinioni cadono. Che poi ci voglia una qualche decisione nostra in merito onde chiarire ... Unico giudizio che come cattolico si possa fare su un Papa è se lo sia, ovvero se conferma nella fede universale, cioè di 2000 anni. Il che non è per il secondo. Sono fatti pubblici, costanti, universali.

mic ha detto...

Anonimo 9:02
Nessuno di noi può accampare certezze o trarre conclusioni.
Ferma restando la sconcertante figura di Bergoglio, le ambiguità più volte sottolineate di fronte alla decisione di Benedetto XVI e alle modalità con cui è stata posta in atto non ce lo consentono. E non abbiamo comunque l'autorità per fare affermazioni apodittiche. Possiamo solo continuare ad aggrapparci all'essenziale: la fede nel Signore e gli insegnamenti della Roma perenne...

mic ha detto...

Però l'analisi logica pure dice qualcosa. "Mi sono dimesso in piena coscienza", ergo le dimissioni/abdicazione sono valide.
"Il papa è uno solo": se le dimissioni sono valide, il papa non è lui. Anche se ha prefigurato un anonimo "papato allargato" (penso al munus / ministerium, all'enfatico "per sempre" e all'inedita anomalia dell' "emerito") che non sta né in cielo né in terra e ha contribuito alla confusione imperante.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 09:02 :
Ratzinger NON conferma nella fede universale.
Sostiene che gli ebrei possono salvarsi anche senza convertirsi a Cristo: se così fosse è inutile parlare di papi, Chiesa Cattolica e fede cattolica: la questione sarebbe già chiusa.
Se gli ebrei si salvano anche senza convertirsi al cattolicesimo, perché lo stesso non dovrebbe valere per i protestanti, gli anglicani e gli Ortodossi, che almeno riconoscono Cristo?
Perché non per i modernisti, i bergogliani e gli eretici di ogni genere?
Se si possono salvare anche i BESTEMMIATORI TALMUDISTI ci si può salvare con QUALUNQUE fede e la Chiesa Cattolica ed il papato diventano superflui!
Quindi: Ratzinger NON conferma nella Fede...la sua visione teologica (riconfermata recentemente e mai ritrattata) VANIFICA LA FEDE!

Bah! ha detto...

Intervista ?
Per come vedo e credo le condizioni di salute del Santo Padre e' stata una visita a cui e' seguito un soliloquio. D'altronde il giornalista, come l'avvocato, vive di parole, con esse si guadagna il pane. E Ratzinger anche in libreria ancora vende.
Chi permette chi debba incontrare o meno ?
Chi permette le foto o meno ?
«Simone.. ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti».

Anonimo ha detto...

"... un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti".

A volte le precondizioni le si sono gettate con le proprie mani...

Anonimo ha detto...

Anonimo 9,34.Ha ragione ma se lui non è ortodosso l'altro è pagano come Nerone....non a caso sulla coperta ci stava pure il Priapo con fallo eretto con le 2 pacha mame...

Da una recente intervista a Messori ha detto...

Incontra ancora il Papa emerito?

«Non oserei mai disturbarlo. Un giorno mi telefonò il suo segretario Georg Gänswein: “Sua Santità la rivedrebbe volentieri, ma lei dovrà dimenticarsi di essere un giornalista”. Peccato, perché fece commenti sulla situazione della Chiesa che erano da prima pagina. Sulla scrivania teneva solo due giornali, il Corriere della Sera e la Süddeutsche Zeitung».

Che cosa pensa di quei cattolici convinti che il «vero» papa sia ancora lui?

«Non li seguo. Osservo solo che ha voluto restare vicino a Pietro».

http://www.vittoriomessori.it/blog/2021/03/03/3963/

Anonimo ha detto...

Messori
''Ebbene il paradosso è che l’albero di Medjugorje lascerà magari a desiderare, ma i frutti sono eccellenti: i pellegrini tornano da là tutti migliori''

No comment

Anonimo ha detto...

Per Mic 9:34
no cara, vai a leggere sulla Treccani cosa vuol dire “in piena coscienza, “vuol dire in piena consapevolezza, perché il Santo Padre sta benissimo con il cervello, non ha detto mi sono dimesso “in piena libertà, “sono due cose completamente diverse. Benedetto sedicesimo in piena coscienza cioè con la piena consapevolezza di ciò che stava dicendo nella declaratio, ha affermato, e puo’ andarlo a leggere da sola, che ha rinunciato al ministerium cioè agli affari della chiesa ma non al munus petrino, perché il munus petrino lo avrà fino alla sua morte. Vai a leggere il canone 332 comma 2 del diritto canonico Solo Benedetto sedicesimo e’ il vero vicario di Cristo in terra e UNICO PAPA .
Tiziana Basili

A proposito di Messori ha detto...

"La Chiesa di oggi è una succursale dell'Onu, non parla della vita eterna. Questa è una riduzione al mondo....
Mi considero un uomo del Concilio Vaticano II. Non ho mai partecipato a una Messa in latino. Anzi sarei stato a disagio nella Chiesa di prima" (VIttorio Messori sul Corriere di oggi)

Forse un protestante può parlare così, ma un cattolico?
Che cosa diremmo di un medico che denunciasse una malattia vera (la "riduzione al mondo") esaltandone la causa patogena (il Concilio) e disprezzandone la cura (la Tradizione)? Il peggio del peggio.
Il "conservatorismo" messoriano è la forma di modernismo più subdola e pericolosa, il frutto di un accecamento dell'intelligenza ancora più grande, se possibile, di quella del "progressista". Messori è un cieco che ha passato la vita (ha 80 anni) a guidare altri ciechi. Fosse rimasto laicista e mangiapreti avrebbe fatto sicuramente meno danni.

Anonimo ha detto...
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mic ha detto...

Tiziana Basili,
Apprezzo la sottigliezza; ma se si tratta della consapevolezza del ministerium, per i motivi più volte evidenziati, ciò non rende la situazione meno problematica (improbabile papato allargato?)
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/07/papato-allargato-no-grazie.html

E con quale autorità noi possiamo affermare che il papa è lui solo?

Anonimo ha detto...

Queste pseudointerviste al Santo Padre mi lasciano molto perplessa, non so quanto ci sia di vero. Prima di tutto in esse non riconosco mai il linguaggio di Papa Benedetto, mite e delicato oltre che umile, poi mi chiedo se un uomo molto anziano e penso malato possa da solo interagire con decisione in una intervista. Lo fanno passare da moribondo e poi lo risuscitano a seconda delle convenienze. Non vorrei che Mons. Gaenswein ci avesse messo lo zampino in questi rapporti comunicativi, non ho una fiducia estrema in tale persona. In ogni modo si voleva fare capire una cosa e si è ottenuto l' esatto contrario sulla designazione dell' attuale pontefice.

Un'eco dell'intervista ha detto...

....
Nell’intervista Ratzinger si muove con grande attenzione e con la classica cautela per evitare di dare la sponda a chi vorrebbe usare, a otto anni dall’abbandono al soglio pontificio, la sua figura contro Jorge Mario Bergoglio, rimbotta gli “amici un po’ fanatici” che vorrebbero vederlo ancora sul trono di Pietro, ma è sempre e con forza sé stesso sul fronte, da lui consolidato, dei valori non negoziabili che ritiene la Chiesa debba tutelare a tutto campo. E proprio su questo Biden viene rimbottato: “È vero – ha detto Ratzinger parlando di Joe Biden – è cattolico e osservante. E personalmente è contro l’aborto. Ma come presidente, tende a presentarsi in continuità con la linea del Partito democratico… E sulla politica gender non abbiamo ancora capito bene quale sia la sua posizione”. Posizione che riteniamo, in realtà, il Papa emerito abbia ben intuito: la guardia della vicepresidente Kamala Harris, paladina dei diritti civili, controbilancia quello che agli occhi di molti democratici è il ruolino di marcia assai complesso di Biden su questioni come l’aborto, le unioni omosessuali, gli studi di genere, le adozioni gay e via dicendo.

Ratzinger parla del comandate in capo degli Usa e si rinnova, a distanza, la saga degli “imperi paralleli”. Che proprio Massimo Franco ha studiato in un interessante libro sulle relazioni storiche tra Vaticano e Stati Uniti. Un impero economico, militare e politico, gli Usa, e una superpotenza “immateriale”, religiosa e culturale come la Santa Sede si sono a lungo cercati, non capiti, studiati da distanza. E proprio nel solco del dibattito sui valori non negoziabili si è sviluppato parte del dibattito tra Washington e l’Oltretevere. Causa di alcuni “cortocircuiti” apparenti che si spiegano con le diverse sensibilità religiose che connotano la cultura europea e quella americana, plasmata sul rigorismo del protestantismo e dell’evangelismo. I candidati cattolici alla presidenza Usa sono sempre stati stretti tra i retaggi della velata accusa di “papismo” (che a inizio Novecento era un vero e proprio marchio di “non americanicità”) e la necessità di confrontarsi con un mondo episcopale estremamente frastagliato nelle sue componenti interne. Il Vaticano, nella sua neutralità, ha sempre mandato in un modo o nell’altro indizi precisi sul “partito” preferito di volta in volta.

Un'eco dell'intervista/2 ha detto...

... segue
E così nel 2004, negli anni finali del pontificato di Giovanni Paolo II, nonostante le durissime contrapposizioni dell’anno precedente nel contesto della guerra in Iraq, la Santa Sede non vide di buon occhio la riconferma del repubblicano George W. Bush alla Casa Bianca, protestante, contro lo sfidante democratico e cattolico John Kerry. Bush, unilateralista e interventista in politica estera, trovò un comune denominatore col Vaticano sul tema dei “valori non negoziabili”. Come ricorda Franco nel suo saggio, il Vaticano approvava una visione politica “schierata come baluardo dei valori della famiglia, della vita, del no alla manipolazione genetica, ai matrimoni dello stesso sesso, all’eutanasia” contro quella del cattolico Kerry, “che andava a messa la domenica, certo, ma finiva per dare corpo a tutti gli incubi ecclesiastici fondati sul relativismo culturale”, avversario dichiarato del pensiero di Ratzinger che del pontificato di Karol Wojtyla era stato lo “stratega” e l’ideologo. Producendo la “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica” (24 novembre 2002) che appare animare sia le critiche di allora a Kerry che quelle odierne contro Biden.

Parlando in questo modo, però, Ratzinger non si vuole affatto posizionare come oppositore a tutti i costi di Biden e, anzi, sembra voler spostare sul terreno valoriale il confronto tra Chiesa e politica negli Usa, togliendo terreno sotto i piedi a quel “trumpismo ecclesiale” che, mettendo Cesare davanti a Dio, ha dato connotazioni escatologiche alla battaglia presidenziale di novembre e ha il suo campione nell’ex nunzio Carlo Maria Viganò. Ma comprendendo anche le ragioni di chi nella Chiesa a stelle e strisce prova spaesamento nel definire Biden un cattolico a tutto tondo. Spaesamento, questo, ben evidente dalle dichiarazioni pubbliche espresse il 20 gennaio scorso, giorno dell’inaugurazione di Biden, dal presidente della Conferenza episcopale americana, l’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio Gómez, nominato nel 2011 proprio da Benedetto XVI: “il nostro nuovo Presidente si è impegnato a perseguire determinate politiche che promuoverebbero i mali morali e minaccerebbero la vita e la dignità umana, soprattutto nelle aree dell’aborto, della contraccezione, del matrimonio e del genere”.
....
https://it.insideover.com/religioni/il-rimprovero-di-ratzinger-a-biden.html

tralcio ha detto...

Secondo quanto scritto nell'articolo del Corriere è stato Mons. Gaenswein a "tradurre" alcune risposte, poi registrate dall'autore dell'intervista.
Quindi c'è questa prima pesantissima riserva su tutto quello che ne trapelerebbe.
Inoltre la questione del "munus/ministerium" è ancora irrisolta, configurando una novità sulla scena che si è cristallizzata in un apparentemente assurdo status quo, prolungato oltre ogni previsione dalla longevità di Joseph Ratzinger, tanto che -da parte dei bergogliani- abbisogna di periodici auto-attestati spesso divertenti o ridicoli (come la collana di pubblicazioni "teologiche" propagandate dal diversamente-Viganò che falsificò un endorsement del Papa emerito) o imbarazzanti (la sordina allo scritto con cui Benedetto XVI voleva contribuire all'incontro sulla pedofilia e il pasticciaccio brutto del libro a quattro mani con il Card. Sarah), mentre il Vescovo di Roma non manca di scadere da solo nel grottesco ecclesiale e nell'impresentabilità dottrinale.
Ha già scritto qualche precedente intervento che "la piena coscienza" di ciò che è stato fatto non coincide necessariamente con il "non essere stato costretto a..."
E anche è stato detto che in quest'intervista c'è veramente poco di Benedetto e tutto quello che avrebbe detto Bergoglio se fosse stato lui ad essere intervistato.
A prescindere da tutto ciò, il Papa è uno solo. E Benedetto non ha detto chi.
Al punto che è solo la "traduzione" e interpretazione a permettere il titolo del Corriere.

Efficace Aldo Maria Valli ha detto...

Raramente mi occupo del lavoro di altri giornali e giornalisti, ma faccio un’eccezione per la singolare “intervista” che Benedetto XVI avrebbe concesso al Corriere della sera.

Perché scrivo “intervista” tra virgolette e uso il condizionale?

Semplice: perché se si legge l’articolo si vede bene che intervista non è. Massimo Franco e il direttore del Corriere fanno visita a Benedetto XVI e gli portano (l’avevano già fatto un’altra volta) due vignette di Giannelli. L’anziano papa emerito (anche a causa del suo attuale stato di debilitazione) risponde ad alcune sollecitazioni con brevi battute (“la voce è un soffio, va e viene””), ringrazia e saluta. Tutto qui. Le interviste sono un’altra cosa.

E perché dico che l’intervista, ammesso e non concesso che di intervista si tratti, è singolare?

Semplice: perché parole e contenuti non sembrano proprio appartenere al vocabolario e allo stile di Joseph Ratzinger.

Il Ratzinger che conosco io non avrebbe mai usato, per definire gli amici non contenti della sua rinuncia al pontificato, la parola “fanatici”. Né si sarebbe mai permesso di intervenire negli affari italiani augurandosi che Draghi, “molto stimato anche in Germania”, possa “risolvere la crisi”.

Allo stesso modo, Ratzinger non si sarebbe mai permesso di attribuire al presidente americano Biden una convinzione (“personalmente è contro l’aborto”) per poi commentare in modo superficiale e approssimativo che, però, “come presidente tende a presentarsi in continuità con la linea del Partito democratico”. Idem per quanto riguarda l’altra affermazione, veramente incredibile, riguardante Biden, e cioè che “sulla politica gender non abbiamo ancora capito bene quale sia la sua posizione”.

E poi perché quel plurale? “Abbiamo”? Improvvisamente è stato recuperato il plurale maiestatis?

Circa le parole “Non ci sono due papi, il papa è uno solo”, mi sembra francamente che non costituiscano una notizia. Ratzinger lo ha detto tante volte. Avremmo avuto uno scoop se Ratzinger avesse detto “l’unico papa è Bergoglio e io non lo sono più”. Ma questo non lo ha mai detto e continua a non dirlo.

Le vere domande da porre a Benedetto XVI sarebbero state altre. Per esempio: “Santità, ci scusi, lei veste di bianco e benedice come un papa emerito, ma come ha potuto inventare un tale monstrum? Come ha potuto abbandonare il gregge alla ferocia dei lupi? Lei dice di avere la coscienza a posto, ma non avverte lo sconcerto e la sofferenza di tanta parte del gregge?”. Allora sì che avremmo avuto un’intervista.

E poi ecco puntuale Vatican News, l’agenzia di stampa ufficiale del Vaticano, titolare con gran rilievo: “Ratzinger ripete: ‘Non ci sono due papi’”. Un giochino che sta diventando stucchevole.

Anonimo ha detto...

''Un giochino che sta diventando stucchevole.''

già

Anonimo ha detto...

Pseudointervista per distrarre da chi?Per distrarre da che?

Anonimo ha detto...

Ratzinger è tanto modernista quanto Bergoglio. Non è il caso di rimpiangerlo.
Ratzinger non è più papa.
Conviene mettere il cuore in pace e pensare ad altro.
Dal giorno della morte di Pio XII, quante gatte da pelare hanno dato e continuano a dare i suoi successori!

Anonimo ha detto...

Il testo giuridico dell'avvocatessa Acosta: dimissioni rese invalide – apposta - da Benedetto XVI

“Il papa è uno ed è Benedetto, non Francesco”: la ricostruzione
Andrea Cionci 03 marzo 2021

AVVERTENZA: quanto segue, sulle prime, vi sembrerà una sorta di romanzo alla Dan Brown, oppure un guazzabuglio tecnico-giuridico. Se non siete lettori già prevenuti e ostili, che ci relegheranno subito fra i terrapiattisti, seguiteci con un po’ di apertura mentale. Ne vale davvero la pena. Da parte nostra cercheremo di semplificare all’estremo la questione, anche con esempi “terra-terra”. 

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26411995/un-testo-giuridico-della-avvocatessa-estefania-acosta-racconta-dimissioni-appositamente-scrite-invalide-da-benedetto-xvi-che.html

Anonimo ha detto...

Qualsiasi sia stata la ragione, avrebbe dovuto affrontarla a viso aperto, è stato ed è uomo pubblico tra i più noti al mondo, non ha senso tuttora comportarsi come il signor xy privato che si dimette e continua a dire di aver fatto 'secondo coscienza' la cosa giusta. Chiudiamo questo argomento, altrimenti si rischia di andare troppo in là.

Poi questi due, il gatto e la volpe, vanno a fare la visitina per verificare a che punto siamo dalle paginate sul fu, servizi già pronti e copie su copie già mentalmente vendute.

Anonimo ha detto...

Se Benedetto XVI fosse Papa lo direbbe ESPLICITAMENTE!
Non può esistere un PAPA OCCULTO, è così difficile da capire?
Se fosse papa lo direbbe chiaramente.
Se non è lui stesso a "rivendicare" l' invalidità delle sue dimissioni IN MODO ESPLICITO ED INEQUIVOCABILE non è lecito considerarlo papa.
E Ratzinger ha addirittura promesso OBBEDIENZA a Bergoglio: se fosse papa non lo avrebbe mai fatto!

Anonimo ha detto...

L'intervista potrebbe anche essere fasulla: è oggettivamente troppo pro-Biden per essere credibile.
Ma questo non toglie che, allo stato attuale delle cose, è assurdo ritenere che il Papa REGNANTE sia Ratzinger.
Le sue dimissioni sono invalide? Lo deve dire lui.
Non lo dice? Allora devono essere considerate valide.
Sarebbe mostruoso anche il solo pensare che Ratzinger abbia convocato e permesso un conclave sapendo di essere ancora papa...sarebbe un oltraggio a Dio, alla Chiesa ed ai cattolici degno del peggior satanista.

Da Libero quotidiano ha detto...

Ha fatto molto discutere l'intervista rilasciata al Corriere della Sera da Benedetto XVI lo scorso 1 marzo. Il 'papa dimissionario' ha parlato assai di rado attraverso i media da quel giorno del 2013 in cui sorprese il mondo intero annunciando di rinunciare, primo nella storia, alla carica pontificia. E sulle reali motivazioni di quella intervista torna ora a interrogarsi Dagospia con uno dei suoi pepati 'report', nel quale lascia in secondo piano Ratzinger per concentrarsi sulle figure intorno a lui e lasciando l'amaro retropensiero che l'ex Papa sia stato non attore, ma strumento.

Anonimo ha detto...

Il braccialetto elettronico.....prigioniero?

Anonimo ha detto...



@4 marzo 2021 10:07

''Il braccialetto elettronico.....prigioniero?''

No, è una cosa tipo il salvalavita Beghelli.

Anonimo ha detto...

Già....ha ribadito la validità e piena consapevolezza delle sue dimissioni, pertanto, ha implicitamente, ma chiaramente riaffermato che il Papa è uno ed è Francesco.
Se non erro in passato ha anche parlato di un papa con mandato spirituale e l'altro con mandato attivo/ materiale, mettici le delucidazioni confuse e strambe di monsignor Gänwsein ... insomma una confusione nera.
Avrebbe fatto meglio a lasciare il Vaticano, togliersi l'abito bianco e sparire, con il suo comportamento ha soltanto contribuito a creare confusione e divisione, ciò che Pietro non è autorizzato a fare. 

Anonimo ha detto...

Io non giudico più Benedetto ....ma l'altro ...quello che a sentir molti qui lo ha sostituito e ne dicon peste e corna ma è certo che sia ciò che ontologicamente non è visibilmente ed universalmente a dir loro...questo lo giudico e non lo trovo cattolico.

Anonimo ha detto...

@5 marzo 2021 12:03
''Io non giudico più Benedetto ....ma l'altro ... [...] questo lo giudico e non lo trovo cattolico.''

Molti ultimamente hanno aperto gli occhi e hanno preso a sostenere che il 'conservatorismo modernista' di Ratzinger forse è pericoloso più del progressismo di Bergoglio. Perché più subdolo, più nascosto; e quindi più ambiguo.

Anonimo ha detto...

Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia ROMANI 11
(In Quel Giorno) Sarà piegato l'orgoglio degli uomini,sarà abbassata l'alterigia umana;sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno e gli idoli spariranno del tutto. ISAIA 2

e non capite ancora?? io sono di Benedetto, io sono di Francesco e blabla etc..
io sono di Cristo! e basta. QUALUNQUE cosa stia per succedere. Qualunque!
Non avete fatto un bel affare nascere nel Terzo Millennio, ma se vi andrà bene, un giorno sarete ricordati pure voi nel Canone Romano assieme ai martiri.
Preparatevi!

e preghiamo. che Dio dia alla Chiesa un papa di fuoco, che come dice la profezia di s.Malachia: "in extrema persecutione sanctae romanae Ecclesiae pascet oves inter multis tribolationes".
perchè se questa grazia non meriteremo, verremo annientati. ma Dio vorrà salvare un Piccolo Resto!
Lacrime.