Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 21 marzo 2021

Le 'impronte' di S. Benedetto nella Chiesa e nella storia in un'Omelia del Card. Siri e negli insegnamenti di dom Guéranger

Attingiamo alle sorgenti non inquinate... La Chiesa ce ne dispensa a piene mani. Bisogna solo disseppellirle e farne tesoro. Precedenti: sulla Regola di San Benedetto e la rinascita della civiltà qui; sulla spiritualità monastica qui; sulla Stabilitas loci qui; sui monaci di Norcia eterni costruttori tra le macerie del mondo qui; sul significato pieno dell'Ora et labora qui; un libro: Monaci nel mondo monaci nel cuore qui

Card. G. Siri, Omelia per la festa di S. Benedetto, 1979
 
Ora, vorrei intrattenere brevemente voi su questo premio, che è toccato a S. Benedetto: sulla funzione cioè che egli ha avuto rispetto alla storia, proprio perché ha dato tutto a Dio. Bisogna considerare anche questo, perché bisogna saper lodare Dio nei suoi Santi. Io ho l’impressione che ci sia della gente che si vergogna di lodare Dio nei suoi Santi. Io consiglio che si vergogni di se stessa. Dio ama essere lodato nei suoi Santi, perché i Santi sono un’opera di Dio più grande dei cieli, che non hanno intelligenza.
Ora vediamo questa grande funzione storica di S. Benedetto.
Punto primo: è... l’influenza che la Regola di S. Benedetto ha avuto sull’organizzazione della città, nel mondo, nella convivenza civile, nata dalla collisione frenetica e qualche volta sanguinosa dei Barbari. I Barbari avevano portato con sé una sorta di diritto, chiamiamolo così: era una prassi, non scritta. Questo diritto barbarico rendeva durissimi e spesso tirannici i rapporti tra quelli che comandavano e coloro che dovevano ubbidire. Ma rendevano estremamente spigolosi i rapporti tra la terra, unica sorgente o quasi dei beni, e coloro che la dovevano lavorare. Ora, cos’è che ha addolcito questo diritto barbarico, che ha portato un costume diverso in tutta l’Europa? Perché l’Europa si fa con il diritto, non si fa con le canzoni! È stata la Regola di S. Benedetto... 
Se è vero che i popoli sono fatti, tenuti insieme, rappacificati, ordinati, resi produttivi, dal diritto che seguono, è giusto dire che una paternità dell’Europa tocca a San Benedetto, dopo la frenetica confusione barbarica, anzi, in mezzo alla frenetica confusione barbarica...
Ma ce n’è un’altra. Questa riguarda tutto l’orientamento della Chiesa. Il monachesimo alquanto regolato, regolato fino alla Regola di Basilio dalla prassi e dalle norme scritte, sentiva e risentiva dell’inclinazione orientale, che puntava tutto su una grandissima umiliazione del corpo umano perché l’anima ne avesse un beneficio. Era certamente un modo, perché l’anima ne avesse un beneficio. Ma vedete, era un modo che non poteva durare troppo a lungo, perché anche il fisico ha i suoi diritti. La stanchezza è una legge della storia, sopravviene a tutti: popoli, nazioni, fatti ed individui. Allora non sarebbe stato possibile...

Quest’equilibrio ha evidenziato che era sì necessaria la sofferenza (perché Gesù l’aveva già indicato), ma, direi, senza le possibili invadenti esagerazioni del monachesimo orientale. L’equilibrio: la penitenza spirituale!... Prima che crocifiggere il corpo, bisogna saper crocifiggere l’anima nella sua superbia, quindi nell’orgoglio, nelle sue vanità, nelle sue ambizioni, e in tutto quel complesso che ci rende poi piuttosto sciocchi. È la lotta interna per raggiungere una perfezione, una dedizione in quelle cose dalle quali l’uomo più difficilmente si stacca, e dove ha il vanto maggiore della sua virtù, la quale in questo modo si raggiunge senza mettere in imbarazzo tutto il santo popolo di Dio, e soprattutto senza esporsi all’ammirazione altrui, cosa che è terribilmente pericolosa.

C’è un altro influsso storico. Questo influsso storico è personale. S. Benedetto, attraverso il suo monastero, attraverso l’istituzione monastica, la vivissima tradizione ancora palpitante di lui, che era morto da poco, ha formato colui che sarebbe diventato Gregorio il Grande, forse il più grande dei Papi. L’opera di Gregorio il Grande riflette l’equilibrio, un senso cristiano profondo, il primato delle cose di Dio nella vita degli uomini, l’assoluto senso morale dopo la frenetica confusione barbarica, che bisognava richiamare. La sua è stata un’opera grande! Lui, il riformatore, anzi il forgiatore della liturgia, lui a cui va il primo merito del canto ecclesiastico della Chiesa, un valore che ci auguriamo non vada perduto. Ma S. Gregorio Magno è un riflesso di S. Benedetto...

Queste sono le impronte. Vedete, non sono impronte direttamente meritorie, perché S. Benedetto non si sognava neppure di essere il grande legislatore che volesse portare avanti con l’esempio quello che doveva organizzare: la civiltà nata dall’invasione... Non se lo sognava di essere l’equilibratore, di esercitare questa funzione di equilibrio contro il pericolo di spinte eccessive in direzioni estreme nella vita spirituale della Chiesa... Non si sognava di avere un riflesso in Gregorio Magno. Ma è una di quelle doti, di quei premi, che, rispetto a tutta la storia, Dio sa dare ai suoi grandi Santi. Lo ha fatto con S. Benedetto. Allora lodiamo Dio per Benedetto e per tutti coloro che gli rassomigliano. La lode che arriva a Dio passando dai suoi Santi è assai migliore che la lode elevata dalle nostre labbra a Dio, e che passa saltando attraverso l’aria deformata dallo smog. Lodiamo Iddio nei Suoi Santi!

* * *
San Benedetto Abate e Confessore
(dom Guéranger)

Erano appena passati quaranta giorni da quando santa Scolastica volò nel più alto cielo, che Benedetto suo fratello saliva anche lui, per un luminoso cammino, al soggiorno che doveva riunirli per sempre. Il transito dell'uno e dell'altra alla patria celeste avvenne nel periodo che corrisponde, press'a poco ogni anno, al tempo di Quaresima; ma, mentre spesso capita che la festa della vergine Scolastica è già stata celebrata, quando comincia il corso della santa Quarantena, la solennità di Benedetto cade sempre nei giorni dedicati alla penitenza quaresimale. Il Signore, ch'è il maestro dei tempi, ha così voluto che i fedeli, durante gli esercizi della loro penitenza, avessero ogni anno sott'occhio un modello ed intercessore.

Il Santo.
Con quale profonda venerazione dobbiamo oggi avvicinarci a quest'uomo, del quale san Gregorio disse "che fu riempito dello spirito di tutti i giusti!" Se noi consideriamo le sue virtù, lo vediamo emulare tutto ciò che gli Annali della Chiesa ci mostrano di più santo: infatti la carità di Dio e del prossimo, l'umiltà, il dono della preghiera, il dominio su tutte le passioni ne fanno un capolavoro della grazia dello Spirito Santo. Segni prodigiosi infiorano l'intera sua vita: guarigioni dalle umane infermità, potere su tutte le forze della natura, impero sui demoni e persino la risurrezione dei morti. Lo Spirito profetico gli svela tutto l'avvenire, ed i pensieri più reconditi degli uomini nulla hanno da nascondere agli occhi del suo spirito. Ne vediamo l'impronta soprannaturale anche nella dolce maestà, nella serena gravità, in una carità compassionevole, che risplendono in ogni pagina della sua vita scritta da uno dei suoi discepoli il Papa san Gregorio Magno, che volle tramandare ai posteri tutto ciò che Dio si degnò profondere nel suo servo san Benedetto.

Il Padre dell'Europa.
I posteri infatti avevano il diritto di conoscere la storia e le virtù d'uno degli uomini, la cui influenza sulla Chiesa e sulla società fu una delle più salutari nel corso dei secoli. Per narrare le gesta di Benedetto bisognerebbe sfogliare gli annali di tutti i popoli dell'Occidente, dal VI secolo fino all'età moderna. Benedetto è il padre di tutta l'Europa; fu lui che, per mezzo dei suoi figli, numerosi come le stelle del cielo e l'arena del mare, rialzò i resti della società romana schiacciata dall'invasione dei barbari; presiedette al restauro del diritto pubblico e privato delle nazioni che rinacquero dopo la conquista; portò il Vangelo e la civiltà nell'Inghilterra, nella Germania, nei paesi nordici e persino fra i popoli slavi; avviò l'agricoltura, abbatté lo schiavismo, salvò il tesoro delle lettere e delle arti dal naufragio che le doveva inghiottire irrimediabilmente ed abbandonare l'umanità in preda alle tenebre.

La sua Regola.
Tutte meraviglie che Benedetto operò per mezzo della sua Regola. Questo codice meraviglioso di perfezione cristiana e di moderazione disciplinò legioni di monaci, tramite i quali il santo Patriarca compì tutti quei prodigi che abbiamo enumerati. Prima della promulgazione di questo libretto, l'elemento monastico, in Occidente, serviva solo alla santificazione di poche anime; chi poteva immaginarsi che sarebbe diventato il principale strumento della rinascita cristiana e della civiltà di tanti popoli? Pubblicata tale Regola, tutte le altre a poco a poco scomparvero davanti a lei, come le stelle che impallidiscono in cielo all'apparir del sole. L'Occidente rigurgita di monasteri, e di lì si diffondono per tutta l'Europa tutti quegli aiuti che ne fanno la parte più eletta del globo.

La sua posterità.
Una schiera immensa di santi e di sante, che riconoscono in Benedetto il loro padre, purifica e santifica la società ancora semi­selvaggia; una lunga teoria di sommi Pontefici, forgiati nei chiostri benedettini, regge le sorti del mondo rinnovato e gli moltiplica le istituzioni fondate unicamente sulla legge morale e destinate a neutralizzare la forza bruta, che senza di quelle avrebbe potuto prevalere; innumerevoli vescovi, educati alla scuola di Benedetto, introducono nelle province e nei paesi queste salutari prescrizioni; Apostoli di venti barbare nazioni affrontano popoli rozzi e feroci, portando in una mano il Vangelo e nell'altra la Regola del loro padre; per molti secoli, i sapienti, i dottori, gli educatori dell'infanzia appartengono quasi esclusivamente alla famiglia del grande Patriarca che, per mezzo loro, diffonde sulle generazioni una purissima luce. Quale eletta schiera intorno ad un sol uomo! Quale esercito di eroi di tutte le virtù, di Pontefici, d'Apostoli, di Dottori, che si proclamano suoi discepoli, e che oggi, si uniscono alla Chiesa tutta per dar gloria al sommo Signore, che con tanto splendore di santità e di potenza rifulse nella vita e nelle opere di Benedetto!

VITA. - San Benedetto nacque a Norcia, verso l'anno 480. Ancor giovane, abbandonò il mondo e gli studi, vivendo per molti anni nel romitaggio di Subiaco. La fama della santità gli procurò innumerevoli discepoli, per i quali costruì diversi monasteri. Gli ultimi suoi anni li trascorse in quello di Monte Cassino, ove scrisse una Regola subito universalmente adottata dai monaci d'Occidente. Celebre per i miracoli, per il dono della profezia ed una mirabile sapienza, s'addormentò nel Signore verso il 547. La sua vita fu scritta da san Gregorio Magno. Dal 703 il suo corpo riposa nella chiesa di Fleury-sur-Loire, presso Orléans.

Lode.
Ti salutiamo con amore, o Benedetto! Qual dei mortali fu destinato ad operare sulla terra le meraviglie che tu compisti? Gesù Cristo ti ha incoronato come uno dei suoi principali cooperatori nell'opera salvifica e santificatrice degli uomini. Chi potrebbe enumerare le migliaia d'anime che devono a te la loro beatitudine, o perché santificati nel chiostro dalla tua Regola, o perché trovarono nello zelo dei tuoi figli il mezzo per conoscere e servire il Signore che ti prescelse? Attorno a te, nello splendore della gloria, una schiera immensa di beati, dopo Dio, è a te che si riconoscono debitori della loro eterna felicità; e sulla terra sono intere nazioni che professano la vera fede perché evangelizzate dai tuoi discepoli.

Preghiera per l'Europa...
O Padre di tanti popoli, rivolgi lo sguardo sulla tua eredità e degnati di benedire ancora questa ingrata Europa che ti deve tutto e ha quasi dimenticato il tuo nome. La luce portata dai tuoi figli è impallidita; l'ardore col quale vivificarono le società da essi fondate e civilizzate con la Croce, s'è quasi estinto; triboli coprono gran parte il suolo nel quale gettarono il seme della salvezza: soccorri l'opera tua e con le tue preghiere mantieni in vita ciò che sta per morire. Consolida ciò che è stato squassato e fa' che una nuova Europa cattolica presto s'innalzi in luogo di quella creata dalle eresie e da tutte le false dottrine.

... per l'Ordine.
O Patriarca dei Servi di Dio, dall'alto del cielo guarda la Vigna piantata dalle tue mani, e vedi in quale stato di deperimento è caduta. Un tempo, in questo giorno, il tuo nome era lodato come quello di un Padre in trenta mila monasteri, dalle coste del Baltico alle rive della Siria, dalla verde Erin alle steppe della Polonia: adesso non risuonano più che radi e flebili concerti, che salgono a te dal seno dell'immenso patrimonio che la fede e la gratitudine dei popoli ti aveva consacrato. Il vento bruciante dell'eresia ha divorato parte della tua messe, il resto è stato divorato dalla cupidigia, e da alcuni secoli a questa parte non hanno mai cessato le spoliazioni, o perché hanno avuto un'alleata nella politica, o perché han fatto ricorso alla aperta violenza. Tu, o Benedetto, sei stato detronizzato da parecchi santuari che per tanto tempo furono il principale focolare di vita e di luce per i popoli; ed ora la progenie dei tuoi figli s'è quasi spenta. Veglia, o Padre, sui tuoi ultimi rampolli. Secondo un'antica tradizione, un giorno il Signore ti rivelò che la tua figliolanza doveva perdurare sino agli ultimi giorni del mondo, che i tuoi figli si sarebbero battuti per il trionfo della santa Romana Chiesa e che, nelle estreme lotte della Chiesa, essi avrebbero confermata in molti la fede; degnati col tuo potente braccio proteggere i superstiti della famiglia che ti chiamano ancora Padre. Risollevala, moltiplicala, santificala, e fa' fiorire in essa lo spirito che hai impresso nella santa Regola, mostrando col tuo intervento che sei pur sempre il benedetto del Signore.

... per la Chiesa.
Sostieni la santa madre Chiesa, o Benedetto, con la tua potente intercessione! Assisti la Sede Apostolica, tante volte occupata da figli tuoi. O padre di tanti Pastori di popoli, concedici Vescovi simili a quelli che la tua Regola ha formati; o Padre di tanti Apostoli, ottieni ai paesi infedeli inviati evangelici che trionfino con la parola e col sangue, come quelli che già uscirono dai tuoi chiostri. Padre di tanti Dottori, prega, affinché la scienza delle sacre Lettere rinasca per sovvenire alla Chiesa e confondere l'errore. Padre di tanti Asceti, rinfervora lo zelo della cristiana perfezione, che sta languendo nelle moderne cristianità. Patriarca della Religione in Occidente, vivifica tutti gli Ordini Religiosi che lo Spirito Santo continuò a dare alla Chiesa. Tutti guardano a te con rispetto, come al loro venerabile antenato: spandi dunque su tutti loro l'influsso della tua paterna carità.

... per tutti i fedeli.
Finalmente, o Benedetto, amico di Dio, prega per i fedeli di Cristo, in questi giorni votati ai sentimenti e alle opere di penitenza. Incoraggiali coi tuoi esempi ed i tuoi precetti; fa' ch'essi da te apprendano a vincere la carne e a sottometterla allo spirito, a cercare come te il ritiro, per meditarvi l'eternità, e a distaccare il cuore e la mente dalle gioie passeggere del mondo. La pietà cattolica t'invoca come uno dei patroni e dei modelli del cristiano morente, ricordandosi dello spettacolo che offristi, quando, ritto ai piedi dell'altare, sostenuto dalle braccia dei tuoi discepoli, coi piedi appena appoggiati alla terra, rendesti l'anima al Creatore, rassegnata e confidente. Ottieni anche a noi, o Benedetto, una morte tranquilla come la tua, allontanando in quel supremo istante tutte le insidie del nemico, visitandoci con la tua presenza e non lasciandoci sin che non abbiamo esalato lo spirito in seno a quel Dio che ti ha incoronato.
(dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 868-872)

16 commenti:

Che direbbe Benedetto? ha detto...

Dalla Sardegna abbiamo imparato che la zona bianca non è la fine di un incubo, ma il ricatto per mantenere l'incubo in piedi.
La zona bianca ti viene concessa perché hai fatto il bravo. Ma per mantenerla devi avere la zona rossa in testa. Devi comportarti come se fossi in zona rossa. La zona rossa deve essere dentro di te.
Tutti i numeri della Sardegna sono buoni ma un algoritmo decide che l'indice Rt supera 1.
I giornali riportano 1,08. Un algoritmo non media, si va in arancione.
Un algoritmo decide le nostre vite.
Che valore ha una vita decisa da un algoritmo? Perché generare figli per poi insegnare loro che la sopravvivenza biologica dipende da un algoritmo?
Penso a voi che gioite di questo e non ne siete agghiacciati e mi chiedo se siete uomini. Cosa avete ancora di umano?
Penso a tutti i lavoratori che per tre settimane hanno sperato di tornare alla dignità del lavoro e ora un algoritmo condanna di nuovo alla chiusura. Ma voi che non siete stati toccati nello stipendio vi mettete nei loro panni?
Dite che senza salute non c'è lavoro.
Ci arrivate che se non si viene messi in condizione di lavorare non c'è salute?
Voi siete gli stessi imbecilli che fino ad un anno fa stavano al bar mattino, pomeriggio e sera. Quelli che si ammassavano nei locali alla moda per non sembrare sfigati. E ora fate i moralisti puritani. I gestori per voi possono crepare, basta che voi non risultate positivi ad un tampone. Per voi chi lavora e viene condannato da misure folli non è un uomo.
Voi non siete uomini. Non siete più nulla. Siete una massa informe nelle mani di chi detiene la propaganda e reagite come i cani di Pavlov.
Per ironia siete spesso anche molto istruiti, avete fatto le scuole alte.
A voi ci vorrebbe un cataclisma serio. Se dovete raccogliere macerie vere magari vi passa la voglia di inseguire positivi asintomatici con tamponi inattendibili.
Attenzione a non abusare della pazienza dell'universo.
E quelli che dicono di aver capito cosa sono disposti a fare di concreto? Perché da questa follia non si torna indietro.
Non si torna al 2019. Il fine pandemia non ci sarà mai. Se non ce lo prendiamo noi.
Cit. B. Selis

tralcio ha detto...

Difficile non pensarci oggi...

San Benedetto, i monaci, ora et labora.

Alla caduta dell’impero romano e l’avvento dei re cosiddetti barbari si verificò una severa crisi economica, soprattutto per il ceto medio di allora, gravato di tasse oltre misura, tanto da rendere diseconomica la coltivazione che il sistema romano aveva diffuso e salvaguardato per centinaia di anni.
Lo spopolamento delle aree agricole spostò le masse nelle città, racchiuse da mura.
Per il resto le aree abbandonate si trasformarono in paludi e foreste.

In questo contesto però apparvero luoghi illuminati da un'altra logica: i monasteri.
Il lavoro dei monaci era tutt'uno con la contemplazione di Dio. Nel frattempo l'ingegno e la Provvidenza unirono l'orazione, lo studio e il Mistero, facendo dei monasteri dei centri capaci di modificare e bonificare anche il territorio circostante, introducendo metodi innovativi di coltivazione e trasformazione, ma anche di allevamento e di cura!
Le api come le vigne, le erbe farmacologicamente attive come la birra e i formaggi, i vivai del salmone, il grano a latitudini impensabili. La grazia di Dio tenendo il cuore rivolto al Cielo e la costruzione di canali per irrigare la terra con le grazie celesti, rendendo fertili i terreni. Mirabile messa in pratica del vangelo senza adorare idoli vani.

L'olivo rimanda al monte degli Ulivi dove Gesù visse la passione nel Getsemani.
Le foglie di ulivo divennero simbolo di tutto questa grazia sprigionatasi da San Benedetto.

Beh, lasciatemelo scrivere proprio oggi: "de gloria olivae".

Anonimo ha detto...

Ho letto in qualche mistico,forse Naria Valtorta, che un ordine si sarebbe mantenuto fedele fino alla fine dei tempi.E leggo qui che la tradizione lo trasmetteva, quindi sono i Benedettini a cui fare riferimento.

mic ha detto...

"Benedetto dimostrò con la sua eccellente attività e santità la perenne giovinezza della Chiesa, rinnovò la severità dei costumi con la sua dottrina e col suo esempio, e cinse di leggi più sicure e più sante il raccoglimento della vita religiosa. Ma non basta: egli infatti di per sé e con i suoi seguaci ridusse quelle barbare genti dai loro costumi feroci ad abitudini civili e cristiane e, piegandole alla virtù, al lavoro e alle tranquille occupazioni delle arti e delle scienze, li strinse con vincoli di fraterno amore e carità"
(Pio XII, Enciclica Fulgens radiatur. 21 marzo 1947)

Raccapricciante ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/covid-cosa-e-in-un-nome-2/

Le ultimissime Adnkronos ha detto...

Guardarsi dai cattotecnocrati gesuiticamente gesuitanti come dai cattosinistri...

A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente del Consiglio Mario Draghi, accompagnato dalla moglie, questa mattina è stato in Vaticano per partecipare in forma strettamente personale e privata alla messa all'Altare della Cattedra. Draghi è arrivato intorno alle 9.25 e ha lasciato San Pietro poco prima delle dieci.

Anonimo ha detto...

"Con la lotta contro la pandemia da Covid-19, non è più la medicina ad essere al servizio della società, ma la società al servizio della medicina. Il regno degli scienziati è come il regno degli “esperti”: parlano del come, mai del perché. Stabiliscono i mezzi da impiegare, ma restano muti sugli scopi". (Aain De Benoist).

Coloro che dovrebbero saper scegliere i fini sono infatti i politici. Ma cosa succede se essi sono ciechi o, peggio, al servizio di inconfessabili interessi, come i padroni dei media?

mic ha detto...

S. Benedetto è invocato per ottenere una buona morte e la salvezza eterna. Egli apparve un giorno a S. Geltrude, dicendo:
“Chiunque mi ricorderà la dignità per cui il Signore ha voluto onorarmi e beatificarmi, concedendomi di fare una morte così gloriosa, io lo assisterò fedelmente in punto di morte e mi opporrò a tutti gli attacchi del nemico in quell’ora decisiva. L’anima sarà protetta dalla mia presenza, essa resterà tranquilla malgrado tutte le insidie del nemico, e felice si slancerà verso le gioie eterne.”

Santissimo Padre Benedetto,
tu che in tutta la vita con spirito di preghiera, di sacrificio e di abnegazione, cercasti la più perfetta adesione a Dio e l'elevazione spirituale e morale del prossimo, tu che nella contemplazione di Dio attingesti quegli insegnamenti di fraternità, di amore e di pace che fecero di te il padre di tante anime e tanti popoli, ottienici dal Signore che, pervasi dal tuo spirito, ci studiamo di amare ciò che tu amasti e di adempiere nelle nostre opere quanto tu ci insegnasti. Tu che all'estremo dei tuoi giorni, nutrito dai Sacramenti del Corpo e del Sangue del Signore, ritto in piedi, pregando, con le braccia tese al cielo, rendesti l'anima al tuo creatore, ottieni anche a noi dopo una vita di pietà fervente , un sereno e tranquillo passaggio all'eternità, perché anche noi possiamo lodare con te Iddio, Padre, Figlio e Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen

Mala tempora. San Benedetto, intercedi per l'Italia! ha detto...

Ospite in una delle tante trasmissioni trash che popolano la televisione italiana, il ministro Roberto Speranza ha ampiamente lasciato intendere che l'estate del 2021 non sarà affatto all'insegna della normalità: e che anzi, con buone probabilità, sarà all'insegna delle norme del terapeuticamente corretto. Ha altresì lasciato ampiamente intendere che alla normalità non si tornerà, poiché il concetto stesso di normalità, a suo giudizio, è problematico. Insomma, come ben abbiamo capito da tempo, la normalità a cui eravamo avvezzi è stata dissolta con la scusa dell'emergenza epidemiologica; ed è stata dissolta mediante una riorganizzazione integrale della società che va tutta a beneficio dei gruppi dominanti del blocco oligarchico neoliberale. L'apice della ridicola trasmissione si è raggiunto allorché la conduttrice ha domandato, con tono postulante, se verrà mai il giorno in cui recupereremo qualche libertà.

Anonimo ha detto...

https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/astrazeneca_operatore_scolastico_morto_a_napoli_dopo_prima_dose_vaccino_ultime_notizie_oggi-5845941.html

Anonimo ha detto...

"Viviamo in un mondo fortemente orientato verso la censura, soprattutto in materia economica dove il pensiero unico neoliberista ha fatto del complottismo la sua ragione di vita"
https://www.radioradio.it/2021/03/ci-indottrinano-con-falsi-dogmi-economici-malvezzi/

Anonimo ha detto...

Le radici cristiane, base e fondamenta dell'Europa, sono anche e soprattutto merito dell'opera e dell'evangelizzazione dei grandi santi come Benedetto da Norcia, che si ricorda oggi, nel giorno della sua morte. Un patrimonio identitario comune dell'Europa dei popoli, che oggi, dati i tempi e la secolarizzazione, dev'essere riscoperto in quanto insegnamento per il futuro.

Anonimo ha detto...

Sto cercando di dire, a parenti ed amici che telefonano, dei morti dopo vaccino di cui vengo a sapere giorno per giorno. Alcuni invece di ringraziare per l'informazione se ne escono: 'chi te lo ha detto?' con tono inquisitorio. Ci vuole molta pazienza con costoro. Pare che questo tipo di reazione sia nazionale. Un ammaestramento nazionale a favore del vaccino. Incredibile. Cosa si deve fare per aiutarli a far uscire la loro mente dalla gabbia dove è stata rinchiusa? Dire bisogna dire, altrimenti che consenso informato è? Ho rinforzato la preghiera, eppoi sia fatta la volontà di Dio, Uno e Trino. Chi muore giace e chi vive di dà pace, diceva mia zia.

N.B. vaccino = bacio di giuda.

Anonimo ha detto...

Commenti Eleison DCCXIV (... Marzo 2021): COVID SENZA SENSO

Dove Mons. R. Williamson fustiga magistralmente il comportamento vergognoso e senza dignità dei popoli di tutto il mondo.
Da leggere!

Anonimo ha detto...

E' uno dei Santi che apprezzo insieme alla sorella s.Scolastica. Una volta il 21 marzo s.Benedetto era degnamente ricordato,come si conviene ad uno dei più grandi Santi della cristianità, tra l'altro Patrono d'Europa!
Italo Zamprotta

Benedictinus ha detto...

Preghiera a San Benedetto, Abate
+ Per quel zelo veramente apostolico onde voi, o gran patriarca San Benedetto, spezzaste gli idoli, atterraste i templi, bruciaste i boschi sacri che tenevano gli abitatori del Monte Cassino fra le tenebre del paganesimo, e stabiliste in tutti quei dintorni la fede di Gesù Cristo, indi gettaste, con la fabbricazione del vostro monastero, i fondamenti di quel grand’Ordine che diede alla santa Sede più di quaranta Pontefici, al sacro Collegio più di duecento Cardinali, alla Chiesa più di tremila Santi canonizzati, oltre infiniti coltivatori alle lettere ed alle scienze: ottenete a noi tutti la grazia d’impegnarci con ogni sforzo possibile a procurare il vantaggio così temporale come spirituale di tutti ì nostri fratelli. Così sia. +