Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 9 marzo 2021

Niente Gesù all'evento "Abramitico" del papa

Niente ebrei, niente Gesù all'evento "Abramitico" del papa

Il viaggio del papa in Iraq che si è concluso ieri viene enfatizzato in chiave interreligiosa come “nel segno di Abramo” e ciò ci richiama al fraintendimento sui monoteismi e sull'unico Dio, di cui ci siamo già occupati qui - qui - qui. Orami Bergoglio è a ruota libera, inarrestabile e senza freni in una china rovinosa per la Chiesa e per le anime. Gli incontri con importanti leader religiosi si sono svolti sull'ormai consolidato nefasto letmotiv della Fratelli tutti [qui] e della Dichiarazione di Abu Dhabi [qui]. Abbiamo analizzato e commentato qui un precedente interessante su Il viaggio in Iraq del Papa più filo-islamico di tutti i tempi. 
Di seguito la traduzione di un estratto dell'articolo di Church Militant qui sull'accaduto: un indicibile pasticcio.
"L'incontro interreligioso a Ur emargina la minoranza iraqena più perseguitata mentre Gesù scompare dal discorso di Francesco...
Gesù e gli ebrei [il terzo polo dei monoteismi oltre a cristiani e islamici: vedi supra i link di approfondimento. In ogni caso la presenza degli ebrei sarebbe stata problematica] erano entrambi vistosamente assenti dal servizio interreligioso del sabato di Papa Francesco nella Piana di Ur - pubblicizzato dall'evento vaticano come il luogo di nascita di Abramo. Nel suo lungo discorso, Francesco non ha menzionato "Gesù" nemmeno una volta, e la preghiera che concludeva l'evento non ha usato la formula trinitaria standard né terminava con "il nome di Gesù"... Il famoso storico islamico Robert Spencer ha detto a Church Militant che "Gesù non è stato menzionato, perché come sempre il dialogo interreligioso che coinvolge musulmani e cristiani richiede che i cristiani si avvicinino alla posizione islamica, non a un vero e proprio dare e avere o reciprocità".
"Il papa nel suo discorso ha evitato di citare il profeta ebreo "Isaia" quando parla delle nazioni che trasformano "le loro spade in vomeri e le loro lance in falci".  [...] " Fonte

Ma noi non dimentichiamo l'insegnamento perenne della Chiesa. Insieme agli approfondimenti richiamati dai link, che vi invito a consultare:
"Orbene, i cattolici non possono in nessuna maniera appoggiare tentativi come questi, i quali suppongono essere tutte le religioni più o meno buone e lodevoli... Teoria questa, che non è soltanto una falsità vera e propria, ma che ripudia la vera religione falsandone il concetto, e così spiana la via al naturalismo e all'ateismo". (Pio XI, Enciclica Mortalium Animos 1928)

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Questi son mezzucci mondani e vanità personale. Solo la Santità dei cattolici, papa in testa, può essere la precondizione che il Signore attende per chiamare a Sé i dispersi del mondo.

mic ha detto...

Questi son mezzucci mondani e vanità personale.

Certamente appaiono come mezzucci mondani; ma la gravità dei fatti e delle conseguenze sta nel reiterato rinnegamento di Cristo Signore!

Anonimo ha detto...

“Il Papa riconosca chi lo ha difeso durante la visita in Iraq”
Max Joseph racconta che è stata la milizia assira a vigilare su Francesco a Qaraqosh, dove i fucili dei soldati che parlano la lingua di Gesù hanno consentito il ritorno di molti cristiani

Anonimo ha detto...

"Se siamo tutti fratelli, che importanza ha la fede che si pratica"? (don Filippo di Giacomo sulle orme di Bergoglio).

Dopo avere ascoltato su Rai 1 questo distillato purissimo di pensiero massonico, vorrei chiedere a costui e ai tanti come lui: se la fede non ha importanza, perchè vi siete fatti preti?

Anonimo ha detto...

"Chi non è con me, è contro di me; e chi no raccoglie con me, disperde." Il di biancovestito in primis.

Ossessivo e inguaribilmente fuori ha detto...

Il Papa in aereo di ritorno dall'Iraq: "Il mondo non ha ancora preso coscienza che migrare è un diritto umano"

bernardino guerrini ha detto...

non credo sono fuori da questo contesto di questo articolo se guardiamo quello che scrive Andrea Zambrano sulla nuova bussola quotidiana... niente croci in casa o simboli religiosi .. la folle imposizione dell'università di Torino che per gli esami a distanza vieta in casa che si vedano simboli religiosi ... comincio a chiedermi se è ora di distruggere questi regimi o regime unico del materialismo 68no e post 68no che ci siamo portati fino ad oggi,.. o lo distruggiamo con una grossa insurrezione popolare, oppure loro finiranno di distruggere tutti noi... non è più possibile sottomettersi fino alla distruzione totale a questo komunismo che sbuca ormai da tutti i pori..,.o ogni persona umana prende coscienza e va all'attacco.. e distrugge tutto oppure loro ci distruggeranno completamete.,. ormai lo vediamo in mille modi-- siamo proprio alla soglia del diluvio universale... ormai non siamo più liberi neppure in casa nostra.. ci stanno imponendo il pensiero unico in tutti i sensi.. siamo diventati zimbelli dei regimi mondialisti komunisti,.... in fondo il 68 cosa è stato?? gli anni 60 cosa sono9 stati... l'inizio della fine vera di tutto...

Anonimo ha detto...

Scusate, qualcuno è informato su cosa abbia firmato Bergoglio in Iraq???

Anonimo ha detto...

Di quei servi che odiano ma non vanno via.

--Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio unico figlio; forse di lui avranno rispetto. Quando lo videro, i coltivatori discutevano fra loro dicendo: Costui è l'erede. Uccidiamolo e così l'eredità sarà nostra. E lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero--

Cosa pensare, tra la costanza amorevole del Padrone e l'odio dei servi?
A me fa riflettere più di tutti un dato: i servi non vogliono andarsene dalla vigna, non rivendicano il potere o il diritto di crearne una propria, alternativa a quella del Padrone.
I servi restano e uccidono Profeti e Figlio.
Sembra quasi che lo scopo dei vignaioli sia proprio quello di restare "per" uccidere.
L'eredità passa - questo tramano - dalla uccisione dell'unico vero erede, senza il Quale, però, c'è solo la condanna nel Giudizio.
Allo stesso modo l'uomo pretende di essere dio contro Dio. E crede che la sua rivendicata divinità passi dalla "morte di Dio".
Quanti sono i modi per compiere tale "uccisione", lavorando formalmente nella vigna?

tralcio ha detto...

Il vangelo di oggi (Mt 18,21-35) mi ha suggerito questa riflessione: che dobbiamo perdonare.
Gesù racconta la parabola proprio a Pietro assegnandogli -come primo nella Chiesa- un compito.
Il perdono è un iper-dono: una grazia sovrabbondante. Configura l'esagerazione (di Dio) nell'essere misericordioso. La liturgia però presenta una caratteristica introduttiva, che è nelle parole di Azaria, nel mezzo del fuoco, riferite dal profeta Daniele: parole di grande contrizione, nel disporsi ad essere olocausto e sacrificio gradito innanzi al Signore.
Anche il protagonista della parabola comincia bene, prostrandosi, consapevole del proprio debito. Poi però non fa altrettanto quando dovrebbe farlo a sua volta.
A quel punto il padrone dei servi, informato dagli altri compagni del primo, prende un provvedimento senza più la generosità fin lì praticata e insegnata.

Ho colto in queste parole la necessità di porsi innanzitutto davanti a Dio nell'atteggiamento di chi viene perdonato. Poi di impararlo e praticarlo. Non sta a noi di separare grano e zizzania. Tuttavia c'è Chi lo farà. E lo farà: non perché non sia misericordioso, ma per l'esigenza della Sua Giustizia di rendere a ciascuno il suo.

Gesù ha detto al Padre di perdonare persino i suoi crocifissori, perché non sanno quel che fanno". Ma ci sono quelli che sanno benissimo quel che fanno. Perciò il peccato contro lo Spirito Santo non otterrà perdono.

Quindi preoccupiamoci di non essere noi in difetto rispetto al nostro ruolo, certi che chi invece sa quello che sta facendo non verrà confermato nel proprio falso profetare.
Certi di questo perché è giusto Dio e non perché saremmo giusti noi.

In tutto questo ragionamento non mancano i giudizi necessari: i compagni del servo ingrato non mancarono di giudicarlo meritevole di denuncia presso il padrone per il suo comportamento. Perciò bando ai moralismi che vorrebbero annullare ogni capacità di giudizio. Il cristiano non è fatto per cavarsela con dei generici "chi sono io per", ma è richiesto di qualcosa di molto più nobile e difficile: amare! Amare e correggere, se necessario. Amare e insegnare, alla sequela di Gesù.

Gesù è l'amato: il Verbo incarnato che dalla croce sparge il Suo Sangue, in un'esagerazione di amore che lava i peccati sapendoli e dicendoli peccati, anche se qualcuno pecca senza averne piena contezza.

Ecco, Gesù è l'amato. Così da certe parole, da certe politiche, si dovrebbe sentire che Gesù è l'amato. Viceversa il ruolo (anche di Pietro) cessa di amare il Maestro, nell'ammaestrare, ma si serve solo di un ruolo per portare a casa certi risultati prefissi.
Potrebbero essere anche buoni, ma non mostrano amore per Gesù. Al massimo se ne servono.
Ecco perchè Pietro, la roccia, si sentì dire Vade Retro, perchè ragionava secondo il senso delle cose degli uomini. Un po' come il servo che prima si prostra (implorando misericordia), ma poi quando deve vivere a sua volta quello stile, pensa bene di far quadrare i propri conti...

Chi osserva vede e lo va a dire al Padrone.

Anonimo ha detto...

OT

Sette anni fa il prof. Mario Palmaro, grande indefesso apologeta cattolico, ritornava alla Casa del Padre.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/03/in-memoria-di-mario-palmaro.html

Anonimo ha detto...


Migrare è un diritto umano? Quando mai...

Questo c.d. "diritto umano" l'ha inventato Giovanni XXIII in due paragrafi della sua enciclica Mater et Magistra. La fine delle nazioni, l'accoglienza indiscriminata dei diversi, degli "altri", il superamento degli Stati nazionali: questi obiettivi compaiono già nei testi del Vaticano II e nella suddetta Enciclica, ben prima dell'affermarsi del "globalismo" diretto dalle élites politico-finanziarie, con le sue oggi ben evidenti strategie, distuttrici dell'Occidente.
La categoria dei "diritti umanai" è di per sè ambigua, poco chiara, perché vuol fondare questo "diritto" non su una legge naturale universale ma sulla semplice volontà singola del soggetto che, in quanto essere umano, avrebbe il diritto di andare a vivere e lavorare in qualsiasi parte del mondo gli piaccia, da cittadino del mondo. Se c'è un diritto, esiste un dovere corrispondente, insegna la filosofia del diritto. E il dovere sarebbe qui il dovere degli Stati di accogliere senza fiatare tutti quelli che vogliono venire a stabilirsi dentro i loro confini, senza curarsi delle diversità di lingua, religione, cultura, moralità etc. E non solo degli Stati questo dovere ma anche degli individui, che dovrebbero ospitare i c.d. Migranti a casa loro. Visione astratta anzi avulsa dalla realtà, che non tiene conto del carattere organico concreto dei popoli e degli Stati, che sono individualità viventi, con una loro storia e ragion d'essere, che non è lecito disprezzare e violentare in questo modo. E non tiene conto delle vere motivazioni dei c.d. migranti, soprattutto se mussulmani, portatori di una religione intollerante e conquistatrice, che dichiara suo proprio (di Allah) qualsiasi territorio sul quale si trovi anche un pugno di suoi seguaci.
Sembra che né Bergoglio né i suoi predecessori abbiano e abbiano avuto un'idea chiara della vera natura dell'Islam, religione alla quale stanno cercando di svendere la nostra, da loro comunque già compromessa con tutte le alre religioni (basti pensare all'oscena Dichiarazione comune con i Luterani sulla giustificazione, un raro concentrato di eresie, del quale nessuno sembra tuttavia volersi ricordare).
T.

Anonimo ha detto...

Mi permetto un chiarimento. Il “dio” che è conosciuto e adorato nelle altre religioni “non è” Jahwèh, il Padre di Gesù nella comunione dello Spirito Santo, ma un loro idolo. Adorare “un dio unico” (monoteismo) non significa adorare “lo stesso dio”, così come il fare uso della sterlina o dell’euro o del rublo significa riconoscere le “monete uniche” delle nazioni corrispondenti ma non “la stessa moneta”. Solo gli Ebrei, in Yahweh , conoscono e adorano il Dio-Padre di Gesù e, pur non riconoscendolo e non accogliendo la piena rivelazione da Lui operata, possono essere consudertai nostri “fratelli maggiori”. Negli uomini appartenenti alle altre religioni riconosciamo persone create dall’ “unico Dio” ma che, tuttavia, non conoscono: è il “Dio ignoto” di cui san Paolo parlava agli Ateniesi, pagani, annunciando la redenzione compiuta dal Cristo risorto, e da loro deriso e rifiutato. La fratellanza universale di cui parla papa Bergoglio è la “fratellanza creaturale” ancora bisognosa di redenzione, non la “fratellanza in Cristo” che ci fa adorare e pregare, in comunione con Lui, il “Padre suo e, grazie alla nostra adozione a figli, Padre nostro”.

Anonimo ha detto...

Lo stesso Dio?
(Immagine e titolo volutamente provocatori).

In questi tempi di ecumenismo si parla spesso di come le cosiddette tre religioni abramitiche venerino lo stesso Dio in quanto provenienti da una radice comune.
Tuttavia la Divinità di Cristo è scomoda in questo discorso; o Gesù è davvero Dio, come Lui stesso ha più volte detto nel Vangelo e confermato con la Resurrezione, o non si può parlare del medesimo Dio dei giudei e dei maomettani.
Mentre sui primi, i quali bestemmiano la missione di Cristo e offendono la Sua Beatissima Madre, il discorso pare logico, nell'islam ha la presenza comunque delle figure di Gesù e Maria, sebbene relegate a ruoli secondari rispetto al profeta Maometto.
"L'idea che sia lo stesso Dio dei maomettani dunque pare campata per aria a meno che...
... a meno che non si riprenda in considerazione una vecchia idea teologica, espressa da quei vescovi dell'oriente che fra il VII e l'VIII secolo videro l'ascesa del Califfato e la conquista islamica.
Questa idea vede nell'islam non una religione diversa dalla nostra, almeno dal punto di vista nominale, bensì un'eresia stessa del Cattolicesimo, un prodotto malriuscito del cristianesimo.
Non è mistero, infatti, che la zona orientale del Mediterraneo fu almeno per sei secoli fulcro delle principali eresie che sconvolsero il Gregge; molte di queste le troviamo riproposte nell'islam stesso come il Monarchianismo (unicità della Persona di Dio), Nestorianesimo (Maria non madre di Dio), Docetismo (Cristo che non muore in croce) e il Modalismo (sola natura umana di Cristo ) solo per citarne alcune.
Dunque riprendendo anche le parole e il pensiero di san Giovanni Damasceno, l'islam non sarebbe una religione a parte bensì l'ennesima eresia cristologica/trinitaria.
Dunque nominalmente lo stesso dio, ma nei fatti no per eresia (come capita con protestanti, testimoni di Geova et similia)."


E intanto ha detto...

Erdogan riscrive i libri di scuola e chiama i cristiani "infedeli". Un nuovo studio rivela che si valorizza la Jihad, si insegna la "Dominazione turca del mondo", che i confini "vanno da Vienna alle rive dell'Adriatico", simpatie per Isis, odio per greci e armeni...L’Europa e la Nato dovrebbero iniziare a preoccuparsi, visto che alle parole Erdogan ha fatto seguire i fatti...

Anonimo ha detto...


L'Islam è stato costruito mettendo insieme elementi cristiani, ebraici, manichei, tutti spuri ma è una religione autonoma, dotata di una sua indipendenza.
La tesi dell'eresia cristiana, corrente nei primi secoli della sua espansione, si basava anche su una imperfetta conoscenza dei suoi testi.
Questa tesi è stata demolita in passato dagli studiosi più acuti, come per esempio Nallino.
Per i musulmani, tutti i non musulmani sono degli "infedeli" da conquistare, con le buone o con le cattive. La sua, è solo la prospettiva islamica tradizionale, rimessa a nuovo.
La presenza di nutrite comunità turche in Europa, scatena gli appetiti imperiali dei turchi, che evidenemente sognano la rivincita sulle disfatte subite dalle potenze europee, a partire dal Settecento. Sono incoraggiati anche e soprattutto dalla nostra decadenza, che si traduce in sistematia viltà nei confronti di chi ci offende e fa la voce grossa contro di noi.

Anonimo ha detto...

Nota Il Sismografo

Dunque, i moltissimi temi sui quali il Papa non ha dato nessuna risposta o non ha fatto nessuna riflessione, come per esempio i casi dei cardinali Becciu e Comastri, di fr. Enzo Bianchi, sulla Costituzione apostolica nuova in preparazione da oltre cinque anni, sulle ultime riforme annunciate con Motu proprio, ecc.  non è stata – come dicono in molti – una mancanza di fantasia o di curiosità oppure disinteresse da parte dei giornalisti presenti sull’aereo. I cinque gruppi linguistici avevano preparato e consegnato le loro 10 domande, due per gruppo, e si sono sentiti dire: il primo giro delle domande deve riguardare soltanto quelle sul viaggio e poi nel secondo giro si possono fare le altre domande. Queste “altre” toccavano questioni come Biden e il Vaticano, la vicenda Becciu, il pasticcio della Fabbrica di San Pietro e la situazione del cardinale Comastri, il lungo congelamento del Prefetto Ganswein, la Costituzione apostolica nuova e il Consiglio di cardinali, ecc.
Perché il Papa ha chiuso la conferenza stampa con l’ottava risposta, lasciando fuori molte importanti questioni sulle quali le gerarchie cattoliche e i cattolici in generale desiderano chiarimenti e trasparenza?
Semplicemente perché il Papa ha voluto rispondere solo a certe domande. E’ un suo diritto così come è un diritto dei cattolici conoscere sempre la verità sulla loro Chiesa, verità che aiuta a mettere fine al chiacchiericcio che ultimamente ha raggiunto livelli inediti e insidiosi.

Anonimo ha detto...

Il papa: " Farò altri passi nel dialogo con l'Islam"

Con l'Islam non ci dialoghi, a meno che tu non t'inchini e ti converti!
Il Santo di cui indegnamente porti il nome non è andato a dialogare ma a dire chi è Cristo!
Ed è tornato sapendo che ognuno sarebbe rimasto sulle proprie posizioni e con le proprie idee.

Anonimo ha detto...

http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/chi-vende-armi-ai-terroristi-per-trovare-qualche-risposta-papa-francesco-guardi-a-est-delliraq/