Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 21 novembre 2021

Hildegard von Bingen, un faro di luce che mette in discussione l’oscurantismo di un’era

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Una stella preziosa e luminosa, un faro di luce che mette in discussione l’oscurantismo di un’era, quella medievale, che secondo la narrativa ufficiale sarebbe da dimenticare. Parliamo di Hildegard von Bingen (1098 – 17 settembre 1179), celebre per le sue visioni e profezie. Prima mistica tedesca, innalzata all’onore degli altari nel 2012 e proclamata, il 7 ottobre dello stesso anno, Dottore della Chiesa da Papa Benedetto XVI. Se ne fa memoria il 17 settembre, giorno della sua nascita al cielo.
Santa Ildegarda di Bingen nacque in una nobile famiglia tedesca, a Bermersheim vor der Höhe, a sud di Bingen, nell’Alsazia-Renana nel periodo storico che segnò l’inizio delle crociate verso il Medio Oriente e la Palestina, le lotte tra signori e alti prelati per il papato e che soprattutto seguì lo scisma della Chiesa d’Oriente. Fu anche un’epoca di grandi Santi come Bernardo di Chiaravalle, Pietro Abelardo ed Anselmo d’Aosta, che riportarono la dottrina cristiana in una Chiesa già fortemente secolarizzata: infatti, in questo periodo venne fondato l’ordine dei Cistercensi-
I genitori e le persone che la circondavano constatarono che la bambina vedeva cose che gli altri non potevano vedere. Più tardi lei stessa scrisse riguardo le sue visioni: ”A tre anni vidi una luce così grande, che la mia anima si scosse, però per la mia giovane età non potei esprimermi… “ aggiungendo: “Fino al mio quindicesimo anno di vita vidi molte cose, e alcune le raccontai semplicemente ma quelli che le udivano si meravigliavano a tal punto che si chiedevano da dove venissero e da chi. Perciò mi meravigliai io stessa e nascosi la Visione, per quanto possibile.”

A causa di queste visioni i genitori, Edelfreien Hildebert e la moglie Mechtild offrirono Ildegarda ancora bambina come decima a Dio, in quanto ultima e decima figlia, ma anche perché di natura molto fragile. Decisero di affidarla alla parente Jutta von Sponheim, badessa del convento benedettino di clausura di Disibodenberg, fondato dal monaco irlandese Disibod (Ildegarda ne scriverà la biografia e gli dedicherà un canto). Jutta von Sponheim l’educò secondo la regola benedettina e le insegnò inoltre i Salmi, la Sacra Scrittura, il latino, la matematica, la musica ed anche i lavori manuali come il giardinaggio e la coltivazione delle erbe. A 14 anni Ildegarda scelse definitivamente la vita claustrale, come benedettina. Nel 1112 il vescovo di Mainz Otto von Bamberg accettò i suoi voti. Fino al 1136, anno della morte della cara Jutta, il convento venne retto da Ildegarda, eletta successivamente all’unanimità dalle consorelle come superiora della comunità.

A 43 anni ricevette il compito da Dio di trascrivere le sue visioni. Dopo gli iniziali tentennamenti ed essere stata costretta di nuovo a letto dalla malattia, proprio per la sua disobbedienza, si decide a scrivere il suo primo libro: Scivias, conosci le vie, dove “riassume in 35 visioni gli eventi della storia della Salvezza, dalla Creazione del mondo alla fine dei tempi. Con i tratti caratteristici della sensibilità femminile, Ildegarda, proprio nella sezione centrale della sua opera, sviluppa il tema del matrimonio mistico tra Dio e l’umanità realizzato nell’Incarnazione. Sull’albero della Croce si compiono le nozze del Figlio di Dio con la Chiesa, sua Sposa, ricolma di grazie e resa capace di donare a Dio nuovi Figli, nell’amore dello Spirito Santo”. A proposito di visioni scrive lei stessa nella prefazione a Scivias: “Le visioni che ho visto, non le ho percepite in sogno o dormendo, né in stato di frenesia o con occhi ed orecchie corporali e non le ho percepite in luoghi nascosti, ma le ho ricevute secondo la volontà di Dio da sveglia, osservando nella pura mente con gli occhi e le orecchie interiori in luoghi aperti”.

La medicina di Santa Ildegarda è eccezionale, in quanto trasmessa all’umanità direttamente da Dio. Ildegarda ricevette infatti il compito dal Signore di annotare quello che vedeva nelle sue visioni e di portarlo così a conoscenza degli uomini. Numerosi i pilastri di questa medicina naturalistica a cui è importante avvicinarsi con fede e fiducia nel Signore che ha voluto donarcela.

Santa Ildegarda diventa estremamente interessante in questo nostro tempo, in cui è forte il bisogno di riscoprire le nostre radici e tradizioni cristiane, per meglio comprendere anche molti aspetti del presente.

La sua fu una figura controcorrente e anticonformista a tal punto che una delle massime esperte internazionali di Storia della Filosofia medievale presso l’Università di Siena, Michela Pereira ha dedicato recentemente un volume dopo circa 40 anni di studio, dal titolo: “Ildegarda di Bingen. Maestra di sapienza nel suo tempo e oggi”.

E’ stata definita come il miglior cervello femminile del XII secolo, anche perché ha dato origine alla scienza moderna considerando la guarigione come un processo che avviene su più fronti e affermando che ciò che può farci guarire è presente nei nostri corpi, mentre le energie curative si trovano nella natura. Un genio per i suoi tempi: scrittrice, teologa, pittrice, poetessa, filologa, cosmologa. Prima donna in Occidente a comporre musica, consigliera di vescovi, principi, imperatori e papi e non da ultimo scienziata. La medicina di Santa Ildegarda ignorata per ottocento anni viene studiata come l’antesignana delle scienze moderne, dalla scienza ufficiale o almeno dalla medicina accademica dove si guarda con attenzione all’approccio di Ildegarda al cosmo, all’essere umano e alle sostanze nutritive medicinali. Ci sono voluti più 800 anni prima che i suoi libri di medicina venissero tradotti ed ulteriori 50 anni, prima che le ricette e le applicazioni mediche trasmesse venissero testate per essere utilizzate nella pratica medica.

Il ritrovamento di una copia di un suo trattato (un compendio di scienza medica naturale) nella biblioteca di Copenaghen suscitò l’interesse per la medicina psicosomatica cristiana. Il trattato rappresenta tuttora una fonte inesauribile di suggerimenti per chi si occupa di salute olistica, sperimentati anche oggi dai preparati fitoterapici. Molteplici le guarigioni attraverso rimedi naturali e cure millenarie suddivise in questo modo: le sei regole d’oro della vita; la conoscenza delle proprietà terapeutiche dei cibi; il ritmo naturale del sonno e della veglia; i sistemi per curare e purificare il corpo, anima e spirito; i farmaci a base di piante, erbe, cereali, e pietre preziose, adatti alla cura di ogni tipo d’infermità. Ciò appassiona studiosi del pensiero e della cultura medievali.
Nella sua Lettera Apostolica datata 8 settembre 1979 (in occasione dell'800° anniversario della morte della santa -ndr) Papa Giovanni Paolo II indirizza a chi ha scelto la vocazione religiosa le parole di Santa Ildegarda: “Guardate e camminate sulla retta via”, e aggiunge: “I Cristiani si sentiranno incoraggiati a tradurre nella pratica della vita l’annuncio evangelico in questa nostra epoca. Inoltre questa maestra, ripiena di Dio, indica chiaramente che il mondo può essere retto ed amministrato con giustizia solo se si considera creatura del Padre amoroso e provvido che è nei Cieli”.
Cinzia Notaro - Fonte

10 commenti:

Ad superna semper intenti ha detto...

Ildegarda era riferimento per re e principi. Questo semplice fatto non ci parla semplicemente della santità della monaca ma di tutta un'epoca e, soprattutto, di un'ecclesiologia, ossia di una visione di Chiesa.

Non capiremo mai appieno Ildegarda se non la collochiamo nel suo tempo che, appunto, era molto differente rispetto al nostro. La Chiesa del periodo postridentino è il frutto della reazione all'eresia luterana, del monaco Lutero, e, allo stesso tempo, dello svuotamento del ruolo del monachesimo.

Lutero non nasce dal nulla. Nasce anche perché il ruolo del monachesimo oramai non esiste più, un ruolo che, al contrario, con Ildegarda era carismatico, nell'autentico senso del termine.

Un monachesimo svuotato con un uomo in profonda crisi esistenziale alla quale non sa trovare una soluzione, ha dato il via al luteranesimo! A questo luteranesimo la Chiesa postridentina ha risposto enfatizzando il ruolo dell'Istituzione ("La Chiesa dice, la Chiesa afferma, bisogna affidarsi alla Chiesa") e guardando con potente sospetto qualsiasi personalità carismatica (è emblematica la storia di Teresa d'Avila e di Giovanni della Croce).

Si profila così una sorta di pericolosa contrapposizione de facto tra il ruolo carismatico (di coloro che ancora lo esercitano e sono una sparuta minoranza) e il ruolo istituzionale (rappresentato dall'attività della gerarchia ecclesiastica).

Certamente santa Teresa D'Avila non voleva di sicuro contrapporsi ma la gerarchia ecclesiastica inevitabilmente non poteva non osservarla con sospetto, almeno agli inizi, data la temperie situazionale del tempo.

Con Ildegarda, al contrario, tutto ciò non esiste: esiste una sorta di armonia tra il ruolo carismatico da lei esercitato e il ruolo istituzionale dei vescovi. Tutti capiscono che uno e per l'altro ma, alla fine, il primo è il ruolo più importante poiché il fine del Cristiano non è divenire vescovo ma essere in possesso dello Spirito che gli fu promesso dal Salvatore.

In Ildegarda ancora esiste questo equilibrio e questa finalità.
Alcuni secoli dopo non più.

Anonimo ha detto...

La Chiesa Cattolica ha una vita che è stata tenuta nascosta dagli stessi cattolici, forse per un complesso di inferiorità davanti al mondo.

I cattolici col complesso di inferiorità non avevano e non hanno un'autentica fede cattolica ed erano e sono sempre in corsa dietro al mondo.

Di Lei seppi negli anni ottanta del secolo scorso da inglesi con la fissa che l'anticristo abitasse in Vaticano. Eppure loro avevano i libri di e su Santa Hildegard e tanto altro di cattolico che i cattolici hanno snobbato e snobbano perché non al passo dei tempi.

Non so quanto sia restato del patrimonio dei secoli d'oro del Cattolicesimo che ora rispunta fuori per strade misteriose e che il mondo raccoglie, come sempre ha raccolto, passandolo per farina del suo sacco mentre il sacco non era e non è suo affatto.

Cattolici cxglxxnx, andate andate dietro al mondo che vi spernacchia da mane a sera, invece di dissodare il vostro campo, l'unico che contiene inestimabili tesori sepolti. Noi dobbiamo riprendere il nostro tesoro, noi dobbiamo distribuirlo alle genti, la Vita è in esso, mentre il mondo, che non conosce che la morte, sta morendo, seminando morte, crocifiggendo ogni giorno Chi con la Sua Incarnazione l'ha salvato e con la Sua Passione ha redento la Creatura umana.

Gli eroi del nostro tempo e di tutti i tempi sono serrati in quelle poche, polverose biblioteche conventuali, diocesane, parrocchiali che sono sopravvissute alla furia dei tempi che corrono lasciando come unica loro traccia la cenere del passato, eterno presente, bruciato con ira perché solo ed unico testimone della loro crassa ignoranza.

Anonimo ha detto...

ascoltate questo messaggio vocale di fra' Pietro a commento di una notizia orribile pubblicata oggi:

https://t.me/tempidimaria/524

ITALIA: LA PERSECUZIONE VIOLENTA SI AVVICINA?

Oggi Facci chiede la prigione per 9 milioni di "novax". Con campi appositi, probabilmente. La stampa ormai non ha più freni, e invoca persecuzioni dei dissidenti come nei regimi totalitari

https://visionetv.it/?p=32962

(c'è da rabbrividire)

Anonimo ha detto...


# anon. 11.49 - rilievi dubbi

La Chiesa, con il Concilio di Trento, ha in primo luogo ridefinito e chiarito il dogma, sconvolto dalle eresie dilaganti. Questo non bisogna dimenticarlo. Ovvio che abbia "enfatizzato la Chiesa" ossia se stessa in quanto sede dell'unico Magistero autentico. Ma "enfatizzare" non è il verbo adatto. La Gerarchia resais di nuovo protagonista della fede (come del resto risulta dagli stessi Vangeli) era una gerarchia purificata, che si è dimiostrata all'altezza del difficile compito di raddrizzare la barca di Pietro.

Il fine del cristiano poi non è tanto quello di "essere in possesso dello Spirito" (alla maniera dei Carismatici odierni, che non si sa bene di quale "Spirito" parlino) bensì quello di salvarsi l'anima, di conseguire la vita eterna, osservando ogni giorno gli insegnamenti del Signore, come proposti dalla Chiesa, sino al Vaticano II escluso.
T.

Anonimo ha detto...

Ricerca del bello: funzionalità.
Arte: computer grafica.
Libri: e-book.
Cultura: talk show ed arene televisive.
Lingua Italiana: lingua Inglese.
Intellettuali: schiavi di regime.
Politici: tecnocrati.
Scienza: scientismo.
Scuola: mascheramenti, nozionismo o didattica a distanza.
Lavoro: reddito o smart working.
Socialità: social network.
Miglioramento: digitalizzazione.
Riunione: distanziamento.

Dove trovare conforto? La risposta al cambiamento del nostro tempo non è nei burocrati, ma nei poeti. Non è nei tecnocrati, ma nei filosofi. Non è nei decreti governativi, ma nella letteratura.

Dobbiamo necessariamente riscoprire ciò che eravamo: un popolo senza passato è un popolo senza futuro. Non cadiamo nel tranello, nella deriva del "non umano". Ci vogliono far dimenticare ciò che di bello c'è stato e c'è al mondo.

Ad superna semper intenti ha detto...

Il fine del cristiano poi non è tanto quello di "essere in possesso dello Spirito"

Il Signore stesso, nel Vangelo, dichiara che non lascia i Suoi da soli e che invia loro lo Spirito. Lo Stesso è inteso quando il battezzato riceve il Sacramento della Cresima. Purtroppo quando non si sa come funzionano queste cose o le si nega o le si equivoca (al modo sensazionalistico "carismatico"). È perciò che dalle nostre parti ci si "attacca" solo al profilo istituzionale che è quanto abbiamo imparato da Trento in poi. Ma la Chiesa ha ben più di 5-600 anni!

Anonimo ha detto...

"...quello di salvarsi l'anima, di conseguire la vita eterna, osservando ogni giorno gli insegnamenti del Signore, come proposti dalla Chiesa..."

A Dio piacendo,solo su questa strada, è possibile ricevere doni impensati.

Anonimo ha detto...


Ancora sullo Spirito (Santo) - # 06:07

Lo Spirito che ci invia il Signore è lo Spirito Santo. Un aggettivo che manca dall'anonimo 06.07. E perché ce lo invia? Per poter noi vivere secondo i suoi insegnamenti, per la nostra salvezza. E i suoi insegnamenti ossia la dottrina della fede e della morale come li conosciaimo se non attraverso il magistero della Chiesa e quindi mediante l'opera della gerarchia cattolica, opera dottrinale e pastorale?
Cosa c'è da criticare sul Concilio di Trento, che ha ribadito nella sua chiarezza il dogma, cosa più che necessaria di fronte alle eresie dilaganti? E riformato come si conveniva la Chiesa, contro gli abusi che vi si erano incrostati, suscitando potenti energie spirituali, come quelle dei Gesuiti, per esempio.
La critica dell'anonimo al "profilo istituzionale" appare prestestuosa e poco chiara.
T.

Anonimo ha detto...

Esempio: l'esempio è sintesi di un passato,per sempre regolare e regolato, bello, buono, giusto,vero ed è ammaestramento, incentivo, sprone per il presente e per il futuro.

Santa Hildegard, come tutti i santi, è d'esempio cioè dice a noi, distanti da Lei circa 1000 anni, del meglio della cultura cattolica del suo tempo e contemporaneamente ammaestra, incentiva, sprona i posteri, quindi anche noi, ad imitarLa in quel meglio da Lei agito, raggiunto e fissato negli scritti.

L'errore della chiesa, in pectore eretica, è stato quello della pretesa smemoratezza e del superbo sdegno verso il passato, verso il suo stesso passato, ritenuto trapassato cioè defunto, morto, senza più vita. Mentre era ed è esempio vivente del quale riappropriarsi con rinnovato slancio ed entusiasmo religioso verso la Santa Trinità, la Creatura ed il creato.

Anonimo ha detto...

Facci fa troppe scalate alpine al di sopra dei 4.000 mt. l'anossia cerebrale comincia ad essere devastante, purtroppo ce ne sono altri, ivi compresi ministri e governatori, ad avere le stesse deliranti idee........