Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 3 gennaio 2022

Il messaggio di Dante agli italiani

Messaggio di fine anno del Presidente di tutti gli italiani, in pectore e in coelis, il patriota Dante Alighieri.
Italiane e italiani, beati e dannati, amatissimi e scelleratissimi! Al termine del mio settecentenario, più importante del settennato presidenziale di un qualsiasi mattarello di passaggio, rivolgo a voi un messaggio augurale che è insieme uno sprone e un’invettiva, come si addice al mio carattere spigoloso e alla vostra fetida situazione.

Per tutto l’anno trascorso ho ascoltato in silenzio ciò che avete detto di me per la ricorrenza del mio transito terrestre. Ne ho sentite tante, di valore diseguale, sul mio conto, ho visto come mi avete ridotto e deformato, e ho dovuto sopportare i tentativi di adeguarmi alle vostre fisime e ai vostri pregiudizi, che non sono certamente i miei. Ho dovuto subire pure l’affronto di vedermi rappresentato da un giullare di Stato, quel Benigni spacciato per mio erede solo perché è tosco pure lui, e quasi fiorentino. Qualche pittore mi ha perfino dipinto col suo volto.

Muto e sconcertato ho assistito pure allo scempio che avete fatto di voi e del vostro Paese in quest’anno dantesco, consegnandovi interamente – anima e corpo, mente e territorio ̶ ai draghi della finanza e agli stregoni della medicina, che chiamate curiosamente virologi; ai miei tempi, che pure erano disgraziati, c’erano i probiviri ma di virologi non si vedeva ombra, anche se non mancavano la peste e altre epidemie.

Sui draghi della finanza avvertì la loro presenza all’Inferno, dove vidi che “Sovra le spalle, dietro de la coppa, con l’ali aperte li giacea un draco” e poi nel Purgatorio, quando la terra si aprì e “vidi uscirne un drago”. Ma voi vi siete consegnati docilmente ai draghi e vi siete lasciati conquistare dalle sue lingue fiammeggianti.

Quanto alla sanità, per tutto l’anno non avete parlato d’altro che di pandemia, di vaccini e infetti; ne avete fatto una malattia ben più grave dell’epidemia. Vi hanno perfino sostituito il voto col tampone, è la nuova consultazione popolare e periodica a cui vi sottoponete per mantenere la cittadinanza e i diritti.

Ora ho deciso di rompere il silenzio e per parlarvi in un linguaggio a voi comprensibile, mi sono avvalso di un traduttore nel vostro volgare (“ed un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene”); mi ha assicurato che avrebbe affidato il mio messaggio alla Verità ed io sono stato contento.

Mi rivolgo a voi, italiani illustri e meschini, non tanto in veste di sommo poeta quanto di sommo patriota, perché qualcuno di voi invocò di recente una figura simile per la guida dell’Italia dal Colle quirinalizio. Mi fa specie farvi notare ̶ per usare un’espressione cara al mio collega milanese Lisander, al secolo Manzoni ̶ che il primo patriota d’Italia, quale modestamente fui, fu scacciato dalla sua patria natia, tenuto in esilio per il resto della vita sua, condannato all’ignominia per tutti gli anni del suo dolente peregrinare, vituperato pure in morte con damnatio memoriae e bruciate le sue opere, nel nome della Santa Madre Chiesa e della Santa Fede; opere che pure erano ispirate a Dio, all’amor patrio e alla luce della Santa Sapienza. Non perdonarono la mia dottrina nascosta “sotto l’velame de li versi strani” né la mia teologia politica; non perdonarono le mie posizioni civiche e non mi perdonarono d’aver messo all’inferno qualche Papa e qualche vescovo o cardinale; e di aver cantato con malcelata simpatia di qualche pagano e di qualche peccatore. Questo per dirvi quanto sia vana la pretesa di avere un patriota nella sede suprema della vostra repubblica; in Italia esser patrioti è una colpa, non certo un merito; vi aprono le porte dell’inferno non certo del Quirinale. E non c’è capolavoro che passi la censura o la condanna all’oblio se contravviene alle regole del clero dominante e alle sue meschine prescrizioni.

In vita mi definivo nelle epistole, “umile italiano ed esule senza colpa”; ma mi rendo conto che oggi, più che umile mi sentirei umiliato, e più che esule senza colpa sarei esule senza rimorso. Giacché vedo spegnersi ogni raro sussulto di dignità sovrana e d’onore italico, ogni conato d’amor patrio e amor di verità; vedo oggi più di ieri l’Italia dominata da una turba al vil guadagno intesa, che orgoglio e dismisura han generato, mentre la gente nova si preoccupa della propria pelle prima che della propria anima, ed è pronta a barattare la mente per la salute e la dignità dei suoi diritti per ottenere un miserabile lasciapassare di breve durata col permesso di gozzovigliare in semi-libertà. Cervelli portati all’ammasso, greggi condotte al vaccino come un tempo si conducevano al macello, spiedini di vitelli alla terza dose. Uomini siate, non pecore matte, avevo vanamente ammonito. E mentre il popolo viene trafitto, sorvegliato e punito, l’Italia è fatta a pezzi, svenduta in tranci, ceduta, invasa e colonizzata dallo straniero.

Perciò compatrioti cari e infami, vi ringrazio di aver commemorato il mio anniversario ma vi prego di non tirarmi più dentro alle vostre storie e al vostro stivale. Preferisco restar fuori, non ragionar di voi, ma guardare e passare oltre, fingermi straniero e trapassato piuttosto che far parte di quel circo.

Per una vita mi avete tenuto fuori dalla patria mia ed io vanamente sognai di rientrarvi, ma ora che mi spalancate le porte sono io che non voglio più tornare. Meglio esule che male accompagnato. Lasciatemi in cielo a rimirar le stelle.
Marcello Veneziani, La Verità (31 dicembre 2021)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

“«Et in nullo perterriti ab adversariis». Così San Paolo esortava i Filippesi ad avere coraggio contro gli avversari, a non avere paura di proclamare la Verità anche quando è scomodo alle orecchie del potere. Anzi proprio quando è scomodo occorre gridare più forte e con maggiore convinzione.”

Mons. Luigi Negri

Anonimo ha detto...

L’Identità italiana. Non è un refuso, è una tesi precisa. La fonte principale, più alta e più vera della nostra identità è Dante Alighieri. A lui dobbiamo la lingua, il racconto, la matrice, la visione. L’Italia intesa più che Nazione, come Civiltà. L’identità italiana secondo Dante, è nazionale e universale, ben delineata nei suoi confini geografici, marini e alpini, ma espansiva nelle sue linee spirituali.

Senza commento. ha detto...

«Ameca è l'umanoide più avanzato finora realizzato». Persino i suoi sviluppatori lo trovano «spaventoso».
https://www.aldomariavalli.it/2022/01/03/ecco-ameca-robot-quasi-umano-troppo-umano/

Anonimo ha detto...

Nulla smuove dal vizio diventato legge, cultura, religione. Drogati nel corpo, nell'anima e nello spirito, questo siamo. Una presa per il cxlx che dura da decenni e noi ringraziamo commossi chi più spietatamente ci xncxlx. Questo è.

Anonimo ha detto...

Digiuno da 40 giorni e infuocata preghiera a Dio contro l'apartheid del lasciapassare - rdv

Anonimo ha detto...

Il tempo della prova, il tempo della vittoria. -
E' la massa del popolo che vuole tutto questo. Non solo i Capi pieni dello spirito di Sodoma e Gomorra.
La gente comune è complice del misfatto in corso. Sono tutti sottomessi a decenni di ipocrisia e superbia e indifferenza. Sono prima di tutto ciechi. ciechi i capi, ciechi i rappresentanti di Dio, ciechi i capi delle nazioni, ciechi gli intellettuali, ciechi i grandi e i piccoli, cieco l'intero popolo. C'è bisogno di una Carboneria della Luce alla luce del sole. Bisogna gridare sui tetti la verità. . E' la guerra della Verità contro la Menzogna nei cuori di interi popoli per 2000 anni cristiani. E' il tempo delle famiglie e delle amicizie invincibili basate su Dio. Il Presepe è il luogo che satana e i potenti del mondo non riescono a distruggere e che tentano di annichilire. La salvezza viene dal Presepe. Il Presepe è l'anti-Erode. Tutto il popolo però - tranne piccoli gruppi e molte famiglie - sta con Erode. Solo pochi Pastori e poche anime e tre Re Magi riconoscono il Salvatore del mondo. Come era allora così è oggi. Chi di noi capisce il vero Presepe è già salvo ... ma bisogna arrivarci dopo un arduo e lungo cammino seguendo la stella che il Signore ci mette a disposizione. Non c'è bisogno di organizzare una guerra convenzionale o una Carboneria anti-sistema. Ci vuole la Guerra della Verità e della spoliazione. Ci vuole la Carboneria delle piccole comunità di vera fede che preparano il Ritorno della vera fede popolare quando, tra non molto, il Signore avrà umiliato e svergognato i potenti tecnocrati oggi al potere. I popoli una volta cristiani torneranno in massa alla verso fede cattolica, ad adorare il Signore deposto in una mangiatoia. Sta arrivando il Tempo profetizzato - fin dalla Rivoluzione Francese e soprattutto a Fatima - del Cuore Immacolato di Maria. Dopo questa grande crisi ci sarà ancora un lungo tempo di pace, su questa stessa terra, oggi preda di bande di tecnocrati e finanzieri senza scrupoli e ricolmi di falso spirito. Non è ancora questo il tempo della fine. Questo è il tempo della Grande Battaglia, della Bella Testimonianza, della Dolce Figliolanza - una intera Civiltà che tornerà a dio Padre come il figliol Prodigo della Parabola evangelica - che i discendenti di Erode continuano a perseguitare da 2000 anni in tutti i bambini del mondo. - 2/1/22 rdv

Anonimo ha detto...

Sempre salace il buon Veneziani.
Vorrei estendere ai lettori di questo meritevole blog la domanda (che è anche un proposito): qualcuno sa se vi sia un progetto o quant'altro per certificare tutti i medicinali, compresi gli pseudovaccini, con il logo ABORTO FREE?
Lo si fa da parecchio con gli animali, come mai non lo si fa con gli umani? (domanda retorica, visto il business e l'ideologia anticristica dominante nel mondo).
Il Movimento per la Vita si sta attivando in tal senso, che si sappia, oppure dobbiamo contare su qualche altro soggetto?
Credo che sarebbe bene muoversi in tale direzione, perché alle parole seguano i fatti e questo vaccino contaminato da feti abortiti può rappresentare uno stimolo in tal senso.

Anonimo ha detto...

L'Africa continua a invadere il nostro paese...
L'Europa è colpevole
Lamorgese è colpevole
Il nostro governo è colpevole
Noi subiamo....

Anonimo ha detto...

"Per una vita mi avete tenuto fuori dalla patria mia ed io vanamente sognai di rientrarvi, ma ora che mi spalancate le porte sono io che non voglio più tornare. Meglio esule che male accompagnato. Lasciatemi in cielo a rimirar le stelle."

Finale semplicemente stupendo!

Quanta pazienza ci vuole! ha detto...

Silver Nervuti
https://www.youtube.com/watch?v=VVv3dKOPzf4
Come può la situazione essere più grave e pericolosa di un anno fa quando nessuno era immunizzato?