Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 6 luglio 2022

Mons. Viganò: "Deep state e deep church sono unite dall'odio contro Cristo" - Dichiarazione sulla 'Desiderio desideravi'

Nel Video qui riprodotto l'Arcivescovo Carlo Maria Viganò riprende e integra -- con riferimenti alla Chiesa cattolica e, in particolare, anche alla recente Lettera Apostolica Desiderio desideravi --, l'analisi di mons. Crepaldi: Cancel culture: l’eterno sogno gnostico di ricominciare da zero [vedi]. Di seguito la trascrizione. Qui l'indice degli interventi precedenti.



Dichiarazione in seguito alla
Lettera Apostolica “Desiderio desideravi”


In un editoriale apparso il 30 Giugno 2022 sul Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân (qui), dal titolo Cancel culture: l’eterno sogno gnostico di ricominciare da zero, Mons. Giampaolo Crepaldi ha stigmatizzato, con grande lucidità di analisi, quell’«atteggiamento che privilegia il nuovo sull’antico, che fa coincidere la virtù con l’adesione alle novità storiche e il peccato con la conservazione del passato», e che consiste in una sistematica e spietata damnatio memoriæ di tutto ciò che si oppone alla modernità. Scrive l’Arcivescovo di Trieste: «Il progresso vuole che tutto cambi, ma non il progresso, che deve rimanere. Il progresso deve conservare il progresso come qualcosa di incontestabile e mai criticabile, mai superabile, mai cancellabile. Lo stesso dicasi della rivoluzione: le rivoluzioni cambiano tutto, ma non la realtà immutabile della rivoluzione, che rimane assoluta. Anche la “cancellazione” deve cancellare tutto, ma la cancellazione deve rimanere un principio assoluto».

Questa denuncia evidenzia il ritorno della gnosi anticristiana, non a caso alleata «della propaganda illuministica ed antireligiosa della borghesia anglofona e protestante», frutto di «secoli di disinformazione pianificata». Dalla pseudoriforma luterana in poi, l’unità dell’Europa cattolica è stata spezzata dall’eresia del frate tedesco e dallo scisma anglicano, mostrando inequivocabilmente come le rivoluzioni civili (che potremmo definire eresie politiche) trovino le proprie basi ideologiche in precedenti errori dottrinali e morali.

Questa coraggiosa disamina di Mons. Crepaldi si ferma, almeno apparentemente, alla Cancel culture nella società civile, mentre sorvola su quella non meno grave che viene perseguita con tetragona ostinazione in seno alla Chiesa Cattolica, a partire dal Concilio Vaticano II. Ciò conferma che l’apostasia delle Nazioni cristiane, giunta a eliminare sistematicamente qualsiasi traccia di Cristianesimo dal corpo sociale, doveva necessariamente essere preceduta da un’analoga rimozione del passato nel corpo ecclesiale, a cui doveva corrispondere l’imposizione del nuovo come ontologicamente migliore e moralmente superiore, a prescindere dalle sue basi, dalle intenzioni di chi lo imponeva e soprattutto dalla valutazione delle sue conseguenze. San Pio X definì Modernismo l’eresia che deriva da questo errore filosofico. Il nuovo come bene assoluto, in quanto nuovo. E questo nonostante l’evidenza dei disastrosi effetti che la cancellazione del passato della Chiesa – dottrinale, morale, liturgico e disciplinare, ma anche culturale, artistico e popolare – poteva provocare, come prevedibilmente avvenuto.

Il Concilio ha eretto la novità e il cosiddetto progresso a norma, ma non si è limitato a questo: i suoi artefici hanno dovuto cancellare il passato, perché il semplice confronto tra novus e vetus sconfessa la bontà del primo e la condanna del secondo, in ragione dei risultati che determina. La stessa riforma liturgica fu «disinformazione pianificata»: anzitutto nell’averla imposta sulla base di una menzogna pretestuosa, ossia che i fedeli non comprendessero la celebrazione in latino dei riti; e in secondo luogo per il fatto che la lex orandi diventò espressione di una lex credendi deliberatamente svincolata dall’ortodossia cattolica, anzi sua negatrice. Il principale strumento della propaganda progressista e della Cancel culture applicata in ambito ecclesiale fu proprio la liturgia riformata, esattamente come fece la pseudoriforma luterana, che eliminò progressivamente dal popolo cristiano quell’eredità di Fede, di tradizioni e di gesti quotidiani di cui secoli di Cattolicesimo vissuto avevano impregnato la vita dei fedeli e delle Nazioni. 

La Cancel culture è inevitabile, laddove il nuovo deve essere accettato acriticamente, e dove l’antico – liquidato come “vecchio” – deve essere dimenticato perché non incomba, come severo monito, sul presente. E non è un caso se il romanzo 1984 di George Orwell preconizzò la censura ex post dell’informazione, giungendo a correggere le notizie del passato in funzione della mutevole utilità presente. D’altra parte, la presenza di un termine di paragone, da sola, manifesta una differenza che stimola al giudizio, mette in discussione il dogma del progresso, mostra tesori di ieri che oggi nessuno sarebbe in grado di replicare, proprio perché essi erano il risultato di un mondo che il presente rifiuta aprioristicamente.

Ma se negli ultimi decenni i seguaci del “progressismo cattolico” – espressione che di per sé è già un ossimoro – si sono adoperati per scalzare la Tradizione e sostituirvi la sua antitesi, in questi dieci anni di “pontificato” bergogliano la Cancel culture ha assunto i connotati di una furia ideologica, spaziando dalla morale della situazione di Amoris lætitia all’ecologismo neomalthusiano di Laudato si’ all’ecumenismo massonico di Fratelli Tutti, ma anche manifestandosi nella sfrontata rimozione di segni esteriori, dalle vesti liturgiche alle insegne e ai titoli papali, per giungere, con Traditionis custodes e con Desiderio desideravi, alla sostanziale cancellazione della Liturgia apostolica, a cui il Motu Proprio Summorum Pontificum aveva riconosciuto una parentesi di relativa libertà, dopo quarant’anni di ostracismo.

Ed è Cancel culture a tutti gli effetti, sia per le modalità di realizzazione, sia per gli scopi che si prefigge, sia per l’ideologia che essa sottende, sia per il comun denominatore che unisce coloro che la promuovono. Un’operazione eversiva, certamente, perché usa l’autorità della Chiesa allo scopo di demolire la Chiesa stessa, sovvertendo il fine che le è proprio, esattamente come l’autorità dello Stato è usurpata contro gli interessi della Nazione e il bene comune dei cittadini.

«A volte portare qualche merletto della nonna va bene, ma a volte. È per fare un omaggio alla nonna, no?», ha affermato Bergoglio. E l’ha fatto con quella superficialità irriverente che mostra l’incolto dinanzi a un’opera d’arte o a un capolavoro letterario di cui ignora il valore. O piuttosto, propria di chi ne conosce bene il valore, ma avendo da proporre in alternativa ciarpame e paccottiglia, non può ricorrere ad altro se non al discredito e alla derisione. Liquidare i tesori inestimabili di dottrina e spiritualità della Liturgia apostolica con semplificazioni da social media – «il merletto della nonna» – tradisce la consapevolezza di non avere argomenti, e spiega il motivo di tanta insofferenza verso qualcosa che una persona in buonafede sarebbe altresì spinta a conservare, a custodire, a comprendere.

Coloro che ancora si ostinano a confutare singolarmente gli “atti di magistero e di governo” di Jorge Mario Bergoglio non vogliono prendere atto di una realtà tremenda e dolorosa, che significativamente trova il proprio contraltare nel mondo occidentale. Il quale, come sempre è avvenuto, prende esempio dalla Chiesa, ieri nell’ispirarsi al bene e oggi nel seguire il male. È quindi inutile confutare quel documento o quella dichiarazione, scandalizzandosi per ciò che possono rappresentare rispetto alla Tradizione cattolica: la Cancel culture – in quanto espressione di un pensiero gnostico e rivoluzionario – è ontologicamente nemica della ragione, ancor prima che della Fede. E chi denuncia i danni incalcolabili di questa operazione criminale di rimozione e condanna del passato, anche semplicemente mostrando lo stato disastroso in cui versano le parrocchie e le comunità religiose, sembra non rendersi conto che sono proprio quei danni che si voleva consapevolmente ottenere. Costoro cadono nell’inganno di quanti, in occasione della psicopandemia, si stupiscono che in presenza di effetti collaterali gravi e di “malori improvvisi” evidentemente causati dal siero sperimentale, le Autorità sanitarie non vietino la distribuzione del cosiddetto vaccino, quando è palese che esso doveva servire – come ci ha spiegato il signor Gates – per ridurre la popolazione mondiale del 10-15%.

In realtà, il non voler considerare il rapporto tra causa e effetto è consequenziale al rifiuto dell’intero sistema logico e filosofico occidentale, che è essenzialmente aristotelico e tomistico. Poiché un pensiero deviato può essere accettato solo nell’irrazionalità cieca e nell’obbedienza servile. Anche se, a ben vedere, gli artefici della rivoluzione hanno un piano lucidissimo e logico, che però non possono dichiarare apertamente, in quanto eversivo e criminale.

Deep church e deep state si muovono parallelamente e in sincronia, perché ciò che li muove è l’odio per Gesù Cristo. La matrice anticristica risiede nell’inganno, che è il marchio del Mentitore: un inganno iniziato col far credere a Adamo ed Eva che la loro disobbedienza li avrebbe resi simili a Dio, quando in realtà essi erano stati creati «a immagine e somiglianza di Dio» proprio nel conformarsi liberamente al kosmos divino impresso dal Creatore nelle creature e nel creato. Lo stesso inganno lo ritroviamo nel far credere che l’uomo possa negare Dio e ribellarsi alla Sua Legge senza conseguenze, quando Satana per primo, peccando di orgoglio, si è dannato per l’eternità. È una menzogna il mito della libertà, di cui la licenza e il libertinaggio sono la contraffazione. È una menzogna la laicità dello Stato, che rinnega la Signoria di Cristo Re nella società. È una menzogna l’ecumenismo, che pone la Verità di Dio e l’errore sullo stesso piano in nome di una pace e di una fratellanza che non possono sussistere al di fuori dell’unica Chiesa di Cristo, la Santa Chiesa cattolica. È una menzogna l’aver eretto il progresso a bene assoluto, perché ciò che esso considera un bene è in realtà un male che si ripercuote sui singoli e sulla società, tanto quella secolare quanto quella spirituale. È una menzogna lo spacciare per conquista del popolo qualcosa che un’élite di cospiratori ha deciso di imporre alle masse, col solo intento di dominarle e di condurle alla perdizione.

Ecco perché, dinanzi ai vaniloqui bergogliani, che celebrano apoditticamente i successi del Vaticano II e le conquiste della chiesa postconciliare pur in presenza di una crisi immane, ogni commento è superfluo. Quello che ci viene venduto come ultimo ritrovato della modernità – dall’ideologia gender al neomalthusianesimo sanitario – è vecchio ciarpame ideologico che ha come unico scopo quello di allontanare le anime da Dio, perché nell’adagio Mal comune mezzo gaudio sia compendiata l’azione malefica del demonio, invidioso che a creature dotate di anima e corpo sia stata concessa dalla Provvidenza quella Redenzione che gli angeli, in quanto puri spiriti, non hanno avuto. Una Redenzione compiuta tramite l’Incarnazione della Seconda Persona della Santissima Trinità, perpetuata nei suoi frutti dal Corpo Mistico di Cristo, la Santa Chiesa.

Bergoglio accusa di gnosticismo e di pelagianesimo coloro che non possono accettare l’idea di un Papa gnostico e pelagiano, per il quale il bene non consiste nell’adeguarsi al modello di perfezione voluto per noi dal Dio Creatore e Redentore, ma a ciò che ciascuno crede di essere. Ma questo, in fondo, non è altro che il peccato di Lucifero, il Non serviam eretto a regola morale.

Bene ha fatto quindi Mons. Crepaldi a evidenziare la matrice anticristica della Cancel culture; ma questa analisi, valida e vera per quanto avviene nel mondo civile, deve essere coraggiosamente estesa anche al mondo cattolico, nel quale essa vige incontrastata da quando il Concilio Vaticano II ha eretto il nuovo e il transeunte a idolo, rinnegando duemila anni di Tradizione fondata sulla Parola di Dio e sull’insegnamento degli Apostoli e dei Romani Pontefici. La furia ideologica di Bergoglio è solo la logica conseguenza di quelle premesse, e il fatto che un massaggiatore possa progettare il logo gay friendly del Giubileo 2025 (qui) è solo la squallida conferma di una metastasi in atto.

Esorto i miei Confratelli nell’episcopato, i sacerdoti e i fedeli a comprendere questo aspetto fondamentale dell’apostasia presente, perché nulla potremo fare di buono per convertire la società civile e restituire la Corona regale a Cristo, finché quella Corona sarà usurpata in seno alla Chiesa dai Suoi nemici.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

52 commenti:

Dove ci facciamo portare ha detto...

"la digitalizzazione derealizza, disincarna il mondo". Dal feticismo degli oggetti criticato da Marx siamo ormai passati al feticismo delle informazioni e dei dati: anche in ciò consiste il passaggio dall'era delle cose a quella delle non-cose (e-things). L'infosfera finisce per essere una prigione smart: ci garantisce maggiore libertà ma, al tempo stesso, ci espone - si pensi ad Alexa - a una sorveglianza sempre crescente. I paradossi sono molteplici: si corre dietro alle informazioni senza approdare ad alcun sapere, si comunica senza tregua senza partecipare ad alcuna comunità. La smaterializzazione del reale solo in apparenza produce libertà: a differenza dei totalitarismi tradizionali, che opprimevano la libertà, quello neoliberale la sfrutta e la volge in motore del profitto.

Anonimo ha detto...

Erdodrag
Marco Travaglio
6 luglio 2022

Dopo la scena vomitevole di Draghi, Di Maio, Cingolani, Giorgetti, Guerini, Lamorgese e altre suffragette di Erdogan che ad Ankara stringono mani insanguinate, firmano affari sulla pelle dei curdi e se la ridono alle loro spalle, si spera che lorsignori non oseranno mai più tenere lezioni su aggressori e aggrediti, liberaldemocrazie e dittature, invii di armi per difendere i valori occidentali, il diritto internazionale, l’autodeterminazione dei popoli e altri capolavori di ipocrisia. Come se non bastassero i casi di Assange e Khashoggi, due giornalisti liberi immolati sull’altare dell’Occidente (uno detenuto a Londra in attesa di ergastolo negli Usa, l’altro segato a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul), ora l’indecorosa sfilata di mezzo governo italiano alla corte di Erdogan ha almeno il pregio di liberarci del ciarpame moralistico e tartufesco che avvolge la guerra dal 24 febbraio: non c’è alcun valore o principio né dietro l’aggressione di Putin all’Ucraina né dietro la cobelligeranza della Nato con Kiev. Solo biechi interessi geopolitici, strategici, militari e affaristici. Punto. Non c’è nulla di etico neppure nel rinunciare al gas e al petrolio russi per rimpiazzarli con quelli turchi, egiziani, sauditi, emiratini e algerini: si passa solo da un tagliagole nemico a un tagliagole amico (almeno per ora). E non c’è nulla di etico nel sostituire il gas russo con quello (più costoso, scadente e inquinante) americano: solo i porci comodi degli Usa, che rifilano all’Europa le loro merci avariate, la allontanano dai mercati russo e cinese, la dissanguano con una lunga guerra per procura e la riasservono a sé in una Nato di nuovo americanocentrica.

Torna in mente la frase di Draghi su Erdogan “dittatore di cui si ha bisogno”. Ora il premier lo promuove a “partner, amico e alleato” e lo ringrazia della “calorosa e splendida ospitalità”. Ma anche degli “sforzi per la pace tra Russia e Ucraina” (infatti le ha armate entrambe). Tornano pure in mente i falsi ringraziamenti ai peshmerga curdi per aver combattuto e sconfitto lo Stato Islamico al posto dell’Occidente che ora li tradisce col vergognoso patto Nato di Madrid: sblocco della vendita di armi alla Turchia (in barba alle sanzioni del 2019 dopo l’intervento militare anti-curdi nel Nord della Siria) e impegno di Svezia e Finlandia a scaricare i curdi trattandoli come terroristi. In realtà il peggior terrorismo è quello del regime turco che, violando il diritto internazionale, bombarda i curdi e usa miliziani jihadisti. Ma, se il terrorista è nostro “partner, amico e alleato”, va ringraziato per la “calorosa ospitalità”. E guai a nominare i curdi nella conferenza stampa: la calorosa ospitalità del partner, amico e alleato potrebbe tradursi in un caloroso bombardamento.

Anonimo ha detto...

Se non fosse una tragedia direi che siamo alle comiche

Anonimo ha detto...

Anni fa la Turchia aveva cercato di entrare nel'Unione Europea. Ricordo la presa di posizione di un professore francese, Alexandre del Valle. Scrisse libri e si battè con vigore contro questa pretesa.Semplicemente la presenza della Turchia al parlamento Europeo avrebbe portato alla costituzione di un gruppo islamico importante, che avrebbe potuto condizionare in modo pesante le decisioni del parlamento Europeo. Non vorrei che la contropartita per i cosiddetti aiuti della Turchia fosse l'appoggio al suo ingresso nel Parlamento Europeo. Facciamo entrare quei cattivoni di Svezia e Finlandia nella Nato ? bene, allora anche la Turchia deve entrare nell'Unione Europea.
Ma lo sappiamo che la Turchia non concede la libertà religiosa al Patriarcato di Costantinopoli. che non è in grado neppure di riaprire la sua scuola teologica ? E i nostri sacerdoti italiani uccisi , Monsignor Padovese e Monsignor Santoro dove li mettiamo ?

Anonimo ha detto...

Questo vuole la massa. E così sia...

Infatti io mi sono completamente rassegnato. Per di più, avevo recitato il sacro manto in onore di S. Giuseppe per tutto il mese di marzo, onde ottenere una grazia e sono rimasto fregato! Di conseguenza, mai più! Ho nascosto la statua di S. Giuseppe nell'armadio.

Anonimo ha detto...

"... non c’è alcun valore o principio né dietro l’aggressione di Putin all’Ucraina né dietro la cobelligeranza della Nato con Kiev..."

Fare di tutta l'erba un fascio significa lavarsene le mani, mentre si mostra di essere incapaci di distinguere, nei fatti, il bene dal male. Un modo come un altro per buttarla in 'caciara' per non dare a vedere la propria incapacità.

mic ha detto...

nascosto la statua di S. Giuseppe nell'armadio

Beh, la preghiera non funziona mai in automatico ma nei tempi e nei modi che corrispondono al nostro bene secondo volonta del Signore!

Anonimo ha detto...


Les apparitions de Mons. Viganò dans le paysage spirituel et intellectuel de l'actualité présente, si universellement désolé, sont une immense grâce du Ciel dont je ne suis pas sûr que tous les auditeurs et lecteurs du courageux archevêque mesurent toute la portée. En tout cas, pour quelques-uns, dont je suis, c'est, à chaque fois, un grand motif de consolation, et je tiens à lui en redire ici, une fois de plus, mon humble reconnaissance.

Anonimo ha detto...

Il caso bergamasco

Risulta che siano stati presi provvedimenti canonici nei confronti dei giovanissimi sacerdoti, Don Marco Luca Bertani, curato a Gorle, e di don Marco Giganti della parrocchia di San Tomaso nella città di Bergamo, che hanno preso attivamente parte al Pride di Milano? Continueranno a svolgere servizio nella pastorale giovanile? Il Seminario di Bergamo è un luogo sicuro per le vocazioni e uno spazio libero dalle influenze della lobby? Non si tratta evidentemente di un caso di pedofilia.

Anonimo ha detto...

Moi aussi, non ami, moi aussi

Anonimo ha detto...


https://www.ilmessaggero.it/vaticano/papa_francesco_donne_vescovi_dicastero_cosa_succede_cosa_cambia-6797224.html

Rivoluzione in Vaticano, Il papa nominerà due donne al dicastero dei vescovi

E.P. ha detto...

Quindici anni fa papa Benedetto promulgava il motu proprio Summorum Pontificum.

Anonimo ha detto...

Verissimo, e infatti deep State e deep deep Church sprofonderanno insieme.
Emilio Biagini

Anonimo ha detto...

L'altro giorno il presidente Draghi, la sua fida mascotte Di Maio, e l'entourage di ballerine di seconda fila del governo italiano hanno rinsaldato i rapporti di partenariato e buona vicinanza con la Turchia del presidente Erdogan.

Come riporta il sito del governo, con descrizione formale: "Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha co-presieduto con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan il Terzo vertice intergovernativo italo-turco che si è svolto ad Anakara. Dopo la visita all'Anıtkabir, mausoleo di Mustafa Kemal Atatürk e al museo dedicato, il Presidente Draghi ha incontrato il Presidente Erdoğan al Palazzo Presidenziale e preso parte ai colloqui bilaterali tra i ministri italiani membri della delegazione ufficiale e i rispettivi ministri turchi."

Naturalmente il senso politico di questo incontro è evidente anche ai sassi: si tratta di una mossa di avvicinamento e compattamento con la Turchia, alleato Nato in prima fila quanto l'Italia sul fronte orientale, ora rovente. Si tratta di rilanciare una contingente comunanza di interessi e consolidarla: lo sa Draghi, lo sa Erdogan, lo sa chiunque abbia studiato un po' di storia.

Dunque cosa c'è di strano?
Non ci sarebbe niente di strano, sarebbe ordinaria Realpolitik internazionale, se non fosse che una parte qui coinvolta, l'Occidente - qui rappresentato dall'Italia di Draghi - , pretende e continua a pretendere ogni giorno di far digerire alle proprie popolazioni un messaggio simmetricamente opposto: che la storia e le nazioni si giudicano innanzitutto moralmente, e che noi occidentali, siamo il popolo eletto che porta il grato onere di questo compito giudicante.

Il problema non è la mossa spregiudicata di legare un alleato ora necessario con vincoli commerciali, vincoli che funzionano in quanto rendono una futura rottura dannosa per entrambi.
No, il problema è che la fiaba che raccontano ogni santo giorno a noi, gregge teledipendente occidentale, è che "noi" ci muoviamo per tutt'altri motivi, motivi morali (e che chi dice altro è una brutta persona, non all'altezza dei nobili ideali che incarniamo).

Com'è che gli USA possono avere quasi mille basi militari ufficiali extraterritoriali (fuori dal loro territorio nazionale, ovunque nel mondo) e tuttavia possono affermare senza vergogna che la Cina, con una singola base militare extraterritoriale, rappresenta una minaccia alla sicurezza mondiale?

Possono farlo perché loro stessi, e per estensione coloniale noi occidentali, non rappresentiamo (ai nostri occhi) per definizione alcuna minaccia, in quanto ci muoviamo sempre solo con motivazioni morali.

Il gregge teledipendente raramente percepisce il carattere di abnorme arroganza e oscena falsità di questo atteggiamento.

Occasioni come l'incontro di ieri tra Draghi ed Erdogan sono tra le poche in cui le scintille generate dall'attrito tra realtà e narrazione risultano visibili ad occhio nudo.

Già, perché sono passati pochi mesi da quando il nostro valente viceré si inalberava paonazzo mosso da incontenibile sdegno contro il "dittatore Erdogan". Lì stava recitando la parte dell'occidentale buono, moralmente irremovibile, tutto chiacchiere sui diritti umani e distintivo, quell'occidentale che piange per le combattenti curde e si indigna per l'orgoglio ferito della von der Leyen lasciata sul sofà dal maschilismo tossico di Erdogan.

E sulla base di queste fiabe della buonanotte tutte intessute di diritti naturali dell'individuo, emancipazione degli oppressi da dittatori sanguinari, liberazione dei mercati dal comunismo o dal nazionalismo, ecc. che si muovono "con legittimazione democratica" i nostri eserciti in giro per il mondo, massacrando o rovesciando chiunque ostacoli gli interessi del centro di comando politico finanziario USA e dei suoi luogotenenti.

Anonimo ha detto...

...segue
Il problema dunque in fondo è molto semplice. Il blocco occidentale, dopo aver ampiamente dimostrato al mondo nella prima metà del '900 il proprio tasso di aggressività bellica, dalla fine della seconda guerra mondiale, in concomitanza con il proprio ritiro dagli imperi coloniali diretti, ha deciso di vestire i nuovi panni dell'Autorità Morale internazionale (metamorfosi del vecchio "white man's burden" dell'impero britannico).

Questa operazione era in parte obbligata dal dover far fronte alla trasformazione istituzionale dell'Occidente in liberaldemocrazie, luoghi dove ufficialmente bisognava fare i conti con l'opinone pubblica.

Così, da potenza schiavista e coloniale l'Occidente ha voluto trasformarsi in Autorità Morale, che raddrizzava torti e salvava principesse, ovunque nel mondo le telecamere individuassero un grido d'aiuto. Che fosse il grido d'aiuto dei contadini vietnamiti o degli imprenditori cileni, dei cittadini iracheni o delle donne afghane, nessun torto rimaneva inevaso.

Ma i tempi stanno cambiando e un poderoso temporale si affaccia all'orizzonte, e temo che capiremo tutti sin troppo presto quanto odio e quanta rabbia la nostra spettacolare pluridecennale sanguinosa ipocrisia ha suscitato nel mondo.
(Andrea Zhok)

Anonimo ha detto...

La società attuale purtroppo tende a creare persone che pensano solo al lavoro e al divertimento e per questo trascurano la natura, la cultura, l'arte, e soprattutto l'amore cioè le relazioni umane e il rapporto con Dio.
Persone per me disumane!!!

Anonimo ha detto...

Le immagini che i Tg italiani non mostrano

Il mercato di Donetsk dopo i bombardamenti a tappeto di ieri del regime ucraino.
Con le armi Nato? Con le armi italiane?

Con le armi italiane di Draghi votate anche da Salvini e Meloni e altri infami, il primo perché è un ricattato senza dignità, la seconda perché da missina le piace l'americano armato che spara a russi, orientali, africani, comunisti, musulmani, poveri

Anonimo ha detto...

Stamattina su La Stampa esce un articolo che registra in maniera chiara la retrocessione dell'euro contro "l'impennata" del dollaro del 4 luglio. È chiaro che la guerra attraverso le sanzioni in Europa non farà altro che distruggere le economie dei paesi europei. Ma dirò di più: come non si fa a comprendere quanto questo sia un progetto statunitense? In passato ho scritto, e non sono la sola, che in un sistema mondiale non più unipolare gli USA cercano di ristabilire ciò che conoscono e pensano di poter riproporre, ovvero il bipolarismo. Bi significa due e se uno dei due poli vogliono essere loro l'altro deve per forza essere la Cina, perché ormai non possono più fermarla. Ciò determina che qualsiasi altro Paese che aspira ad essere un altro polo secondo il pensiero degli Usa deve essere schiacciato. Quanto ancora ci si metterà per capire che assieme alla Russia l'altra "potenza" che si vuole schiacciare è l'UE? Quando si capirà che gente come Draghi e von der Leyen saranno il Bruto che sferrerà il colpo mortale all'Ue come relativa potenza globale? E che prezzo i popoli europei saranno costretti a pagare? Giuseppina Di Cristina.

"Sotto il grigio diluvio democratico odierno..." G. D' A. ha detto...

Concordo pienamente. La società attuale non è composta di esseri umani, ma di mostri. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno fatto amare la Bellezza fin dalla più tenera età, e le ottime insegnanti di Lettere e Storia dell'Arte, che hanno colto la mia sensibilità per la Bellezza e mi hanno aiutato a ben coltivarla.

Da La Verità ha detto...

In Olsnda gli agricoltori occupano le strade contro la transizione verde del governo. Tensione alle stelle, la polizia spara. La conseguenza sono gli scaffali vuoti nei supermercati. E anche in Italia, dove l’import di verdure dal Nord Europa è forte, inizia a mancare la merce.

Disagi in tutto lo Stivale. Il governo non stralcia l’articolo contestato, verso soluzione ad hoc.

Lo speciale contiene due articoli

Anonimo ha detto...

San Giuseppe è eccezionale, ma si vede che quella grazia non le faceva dl bene, si fidi di lui.

Da Fb ha detto...

Dimissioni di Boris Johnson. Penso che verrà ricordato per tre cose: la Brexit, lo stesso parrucchiere di Donald Trump, ma soprattutto per Lo scarafaggio, il bel racconto di Ian Mcewan.
Per tutto il resto: inflazione, invio armi all'Ucraina, decisioni solitarie in barba al parlamento, incompetenza politica ed istituzionale, supponenza ... queste ce l'abbiamo anche noi

Anonimo ha detto...

Certo, gli emiri possono fare qualsiasi cosa, dissalatori, costruire stadi in mezzo al deserto che sono costati la morte per caldo e sfinimento di quasi 9.000 operai, indiani, filippini pakistani ed altro, possono comprare università ex europee, palazzi lussuosi, squadre di calcio dal budget illimitato alla faccia del fair play, di tutto e di più, hanno soldi a non finire, sono teocrazie e quindi non può esistere dissenso, quasi quasi proporrei un gaio incontro di amicizia in quei paradisi..........oggi, Deo adiuvante, Boris Johnson dovrebbe rassegnare le dimissioni dopo i numerosi scandali a sfondo sessuale del suo gabinetto......a proposito, lui è pronipote di Kemal Ataturk, stessa tribù, cominciamo a fare due conti......

Anonimo ha detto...

L'imminente caduta di Johnson potrebbe rasserenare il clima e raffreddare i progetti di terza guerra mondiale.
speriamo e preghiamo.

Anonimo ha detto...

Negli Usa, come in GB e ovunque non é il capo del governo a decidere la politica estera ma la cupola che lo ha nominato. La politica inglese é sempre stata antirussa e antieuropea, nel senso di evitare che in Europa sorgano stati o alleanze o blocchi in grado di insidiare l'egemonia anglosassone

Anonimo ha detto...

In Florida è entrata in vigore la legge che proibisce la propaganda gender e LGBT nelle scuole elementari. Il governatore Ron DeSantis passerà alla storia per aver fermato l’indottrinamento. Una bella notizia per i bambini, per le famiglie e per la libertà educativa. Sconfitte le lobby, i “progressisti” e i colossi come Disney che hanno provato a boicottare la legge. La determinazione di Ron DeSantis, di Donald Trump e dei repubblicani deve essere un esempio per tutti. Lo dico perché in qualche comune e regione di centrodestra si concedono patrocini ai Pride e alle feste delle famiglie arcobaleno. Abbiamo bisogno di persone che non hanno smarrito la bussola, non di brutte copie della sinistra.

Anonimo ha detto...

Il cancelliere inglese Boris Johnson ha assegnato le dimissioni dalla guida del governo (cancelliere dello scacchiere) e da leader dei Tories. Ha giuocato male la partita a scacchi con Putin.

E' stato tra i più accaniti seguaci di Biden (Partito Democratico) e tra i più fedeli di V. Zelen'skij con l'appoggio strenuo alle sanzioni U.S.A. nei confronti della Russia e l'invio di numerosi "consiglieri" militari e addestratori dell'esercito ucraino (con un mare di armi al seguito).
Avevo detto che le sanzioni avrebbero distrutto la Russia e avrebbero provocato la caduta di Putin.
Oggi sappiamo che le sanzioni stanno creando una delle crisi economiche più gravi in Occidente e, in particolare, in Gran Bretagna e che Putin è saldamente alla guida della Russia, mentre lui, il guerrafondaio, si dimette.
Accadrà in altri Paesi come contraccolpo alla sciagurata politica delle sanzioni e all'appoggio militare al più neo nazista e corrotto sistema ucraino?
Una cosa sappiamo per certo: in Italia nessuno si dimetterà. Non esiste né l'onore né la capacità dignitosa di fare un passo indietro.
D'altronde Kiev "val bene una messa", cioè uno scranno in Parlamento e un posto al Governo, vero Di Maio?

Anonimo ha detto...

BoJo si è dimesso.
Il partito bellicista perde un pezzo grosso.
Confidiamo nell’ “effetto domino”.

Anonimo ha detto...

A quelli che "C'è la guerra, c'è la pandemia e c'è il PNRR, non si può far cadere il governo" si fa sommessamente notare che Boris Johnson è stato per mesi sotto attacco di stampa e opposizione, e si è infine dimesso, per aver egli tenuto una festa in tempo di restrizioni covid e per avere coperto un suo collaboratore responsabile di molestie (omo)sessuali.

Queste cose capitano quando in un Paese esiste ancora la politica, cosa che in Italia è da un po' troppi anni sommersa in una palude ribollente di isterie, interessi, ducetti, penne al soldo e uomini della provvidenza con la "p" piccolissima.

Se passa (come è effettivamente passato) il principio per cui se ci sono problemi veri va sospesa la politica, va ammesso che la politica non serve a risolvere problemi veri.

E chi li risolve allora? Solitamente, ahinoi, proprio quelli che li hanno creati. Coi meravigliosi risultati che abbiamo sotto gli occhi.

Anonimo ha detto...

B. Johnson si è dimesso? Poco male! Il successore sarà simile a lui, tranne che per la inimitabile pettinatura! Si tratta dei soliti giochetti tipici delle democrazie parlamentari. Non vi sarà nessun effetto domino, soprattutto nella nostra ridicola Italietta, disposta a tutto pur di continuare la commedia democratica parlamentare e la corsa all'abisso. Basta agitare lo spauracchio della resurrezione dell'Uomo sepolto a Predappio.
Quindi, bando alle illusioni! Intanto, rimaniamo pure in attesa del nuovo primo ministro inglese... magari sarà un fustaccione in gonna a fiori e tacco dieci!

Anonimo ha detto...

E' importante ricordare che le persone a contatto col potere, immerse nel potere, possono cambiare e purtroppo spesso cambiano totalmente, si attua una vera e propria metamorfosi peggiorativa. Il M5S è stata la prova di gruppo di come possa avvenire il ribaltamento, Renzi è un altro esempio da manuale, certamente lo è Draghi e quasi tutto il Parlamento. Questa è la grande differenza con la repubblica prima di 'mani pulite', quelle erano persone che in massima parte erano vissute ed erano state educate in un ambiente Cattolico, quando ai nuovi nati veniva data un'educazione, una formazione cristiana che in massima parte li ha sostenuti in vita ed in morte. Ora desidero immensamente che l'Italia si liberi dalla trappola in cui è caduta, molte sono le persone che sento parlar bene del futuro, del lavoro, della giustizia e tanto altro...ma cosa ne sarà di loro una volta inebriati dal potere? Cosa ne sarà di loro, ora che anche la chiesa va alla scuola del mondo?

Da Fb ha detto...

In Inghilterra buttano giù i premier come scorze di banane, a noi ci sembra persino un attentato alla democrazia andare a elezioni se disturbano qualche manovratore.
Conte mandato avanti dal papa e dal vaticano tremebondo si è accostato a Draghi per suggerire balbettando un po' di contegno nell'invischiarsi in faccende estere che possono solo portarci miseria e tragedia. E siccome i Servizi, gli Apparati, il Deep State sono pieni di referenti dei Servizi Esteri che manovrano e rimestano, che i nostri Servizi e Apparati vengono sempre nei vertici addestrati colà, onde colà rispondono, è stato immediatamente punito con una scissione, una seconda potenziale scissione, gli hanno messo contro un ricattabile assoluto come il fondatore, e... capite voi come possa tremare un Salvini.

Ma Salvini per dire anche un Macron: che sa benissimo che andare contro il volere della potenza colonizzatrice significa non solo andare a sbattere contro scandali e scandaletti, ma che ti destabilizzano lo stato usando tutto quello che è disponibile sul territorio, anche la criminalità, i terrorismi, i separatisti, le estreme da sempre infiltratissime dai Servizi inglesi e da questi gestite, come cercavo di far capire gli anni scorsi a tanti giovinotti idealisti che a Roma bazzicavano certi giretti di fascistetti a cottimo. Il MSI stesso era una succursale di CIA e SdSMB, e non hanno smesso. Vedi la Meloni che apertis verbis in parlamento ha manifestato l'esigenza di una assoluta obbedienza all'atlantismo, ossia alla NATO. La stessa che le farà il servizio prima delle elezioni, perché la Nato divora sempre i suoi stessi figli.

Anonimo ha detto...

Si fronteggiano due idee relative al futuro dell’Europa.
Secondo l’idea del governo Draghi, la Russia ha invaso l’Ucraina avendo intenzione di invadere molti altri Paesi, tra cui Polonia, Slovacchia, Ungheria, Finlandia e chi più ne ha più ne metta.
Secondo la mia idea, la Russia vuole assicurarsi soprattutto il Donbass. La mia idea è che, una volta conquistato il Donbass, Putin sia pronto a riprendere il dialogo con l’Occidente per costruire un’Europa più sicura per tutti. Il problema è che un’Europa più sicura è necessariamente un’Europa in cui la Nato interrompa la sua espansione verso la Russia.
L'idea del governo Draghi giustifica l’espansione della Nato ai confini della Russia, anzi, la rende addirittura logica: “Siccome la Russia vuole invadere la Finlandia, è logico che questa chieda di entrare nella Nato”.
La mia idea, invece, fa apparire la una nuova espansione della Nato a est e la militarizzazione dell’Europa come un fatto inutile.
Secondo voi, perché il governo Draghi promuove la prima idea, che non ha alcun fondamento nella realtà, mentre attacca la seconda, che trova riscontri solari?
Viene quasi da pensare che il governo Draghi promuova la prima idea per creare consenso intorno all’espansione della Nato.
Viene quasi da pensare che l'interesse sottostante della Nato (espansione illimitata) crei la narrazione sovrastante (la Russia vuole invadere l'Europa).
Come se Machiavelli non avesse mai scritto il Principe e Pareto il Trattato di sociologia generale.
(Alessandro Orsini)

Anonimo ha detto...

Se la mitica "Europa dei diritti" è questa roba qua, stiamo freschi.

L'EVIDENZA DEI FATTI ha detto...

La velocità con cui vengono reperiti e sbloccati fondi per l'Ucraina dimostra come le risorse non sarebbero mancate né per i terremotati, né per potenziare le strutture sanitarie. E anche per salvare la Grecia.
La violenza meticolosa usata per reprimere la popolazione civile durante i lockdown dimostra come l'immigrazione clandestina e la criminalità urbana diffusa siano una precisa volontà politica.
La legiferazione in materie ideologiche, distanti dal sentire comune e aderenti all'ideologia dell'élite mondialista nordamericana e anglosassone che governa tramite i partiti progressisti a prescindere dal consenso elettorale, dimostra come la democrazia sia in realtà una messinscena a uso dei potenti per tenere a bada le masse popolari.
Purtroppo la TV controlla e indirizza tali masse popolari, come un cane da pastore con il gregge, e queste non riescono a elaborare un pensiero di reazione antisistema, ma si adeguano a farsi recintare nei partiti di finta opposizione: tanto quelli vecchi, quanto quelli nuovi che tecnicamente si chiamano "gatekeeper" proprio per la funzione che svolgono.
L'unica soluzione sarebbe dar vita a un movimento civico radicalmente contrario nei valori e nei princìpi al sistema massonico protestante imposto dagli USA, e quindi radicato nei valori e nei princìpi tradizionali europei scalzati dal modello americano progressista, ma la gente è mediamente troppo assuefatta, pigra, vecchia, disillusa e rassegnata per avere ancora un sussulto di dignità. E a tanti questa prigione, questo lager arcobaleno, piace e non desidera altro. Basta che se magna...
Davide Lovat su Fb

Anonimo ha detto...

La UE di oggi non ha nulla a che fare con i principi di chi l’ha concepita e promossa.
L’europeismo si è ridotto ad una religione civile al servizio degli interessi di una classe dirigente incapace e rapace

La tirannia planetaria è imminente ha detto...

Concordo pienamente.
Tranne che ai soliti quattro gatti, questa prigione piace a tutti. Il trionfo spettacolare e definitivo del great reset e del nuovo ordine mondiale è inevitabile e imminente. Del resto, coloro che hanno "per padre il diavolo" hanno sempre vinte tutte le guerre. Sempre. (Vedere Rivolta contro il mondo moderno di Evola e Il tempio del Cristianesimo di Mordini... gli "aggiornamenti" li conosciamo... tuttavia, le opere di Hervé Ryssen sono autentici capolavori da studiare).

Anonimo ha detto...

Di Roberto Buffagni.
QUANTO COSTA LA BONTA’?

Non so se noi italiani abbiamo capito che la strategia americana sull’Ucraina (prolungare la guerra, dissanguare la Russia, provocarne la destabilizzazione e la frammentazione politica in vista del contenimento della Cina) ha un effetto collaterale garantito, per noi: rapida fine del welfare, per quel che ne resta, che non è poco (sanità e istruzione pubbliche anzitutto).
Sono molto ignorante in economia, se qualcuno che se ne intende correggerà gli errori che certo commetterò gliene sarò grato. In logica però me la cavo. La logica che propongo è la seguente.
La strategia americana implica questi presupposti:
1. Finanziare a tempo indeterminato l’Ucraina, uno Stato in guerra con una grande potenza dotata di risorse strategiche di molto superiori; uno Stato la cui economia è già devastata, e lo sarà progressivamente sempre di più. Dunque non solo finanziare le FFAA ucraine, ma un intero paese grande il doppio dell’Italia che già ora non è in grado di provvedere autonomamente ai bisogni elementari della sua popolazione e delle sue istituzioni, e lo sarà sempre meno.
2. L’Europa mediterranea non conta più nulla, conta soltanto l’Europa Orientale e Scandinava, che deve diventare l’hub logistico della guerra contro la Russia, fornire truppe, prendere posizioni politiche utili (es., adesione alla NATO di Finlandia e Svezia).
3. Qualcuno deve pagare i conti al punto 1 e 2 + tutti i conti accessori, ad es. quel che chiede e chiederà la Turchia, un elemento chiave nella strategia USA. C’è un limite anche alle possibilità americane di erogare denaro con la bacchetta magica della FED. Chi paga il resto? Secondo me paga l’Europa mediterranea, e in prima fila l’Italia, il Bel Paese dove il sì suona ancor prima che gli americani pongano le domande.
Morale: non solo perdiamo mercati per noi molto importanti come il mercato russo, ma dobbiamo pagare il conto stratosferico della strategia che ce li fa perdere. Da dove usciranno questi soldi? Qualcosa mi suggerisce che usciranno dal risparmio degli italiani + dalle casse dello Stato italiano. Il quale non ha la bacchetta magica della FED, non può erogare a debito neanche un euro senza il permesso della UE che ormai coincide con la NATO, e dunque taglierà progressivamente il welfare, obiettivo: welfare zero.
Le classi dirigenti italiane cercheranno di indorare la pillola con cantafavole sulla battaglia della democrazia contro le autocrazie, con la promessa che domani si farà credito, con provvedimenti assistenziali tipo cerottino sulle ferite da mitragliatrice, con la difesa dei diritti inalienabili dell’individuo tipo il suicidio assistito. Quando il confronto tra realtà della vita quotidiana e cantafavole le polverizzerà, si verificheranno vari disordini e proteste che però, non trovando organizzazione e direzione politica adeguate, saranno spente con il vecchio sistema del bastone (manganellate in piazza, denunce e processi a raffica, accertamenti fiscali ai riottosi, etc.).
Sintesi: se vogliamo evitare il peggio, c’è un cambiamento preliminare che noi italiani dovremmo tentare. Il cambiamento è: smettere di identificarci con gli americani, perché almeno oggi, identificarci con gli americani = identificarci con l’aggressore (così funziona la sindrome di Stoccolma).
La subalternità dell’Italia agli USA è un fatto incontestabile, perché l’Italia è stata sconfitta nella IIGM, e assegnata, a Yalta, alla zona d’influenza statunitense. Sino all’implosione dell’URSS, questa subalternità è stata gestita in modo sostanzialmente favorevole, o almeno tollerabile, per l’Italia: per gli USA l’Italia era strategicamente importante, e le classi dirigenti italiane si ritagliavano un margine di autonomia politica per realizzare, nei limiti del possibile, l’interesse nazionale.
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Anonimo ha detto...

...segue
Oggi, l’Italia non ha importanza strategica, per gli Stati Uniti. Ce l’avrebbe solo in negativo, ossia se manifestasse serie intenzioni di rompere il fronte NATO – UE e quindi di intralciare o compromettere la strategia antirussa e anticinese americana. Dunque l’Italia passa dalla condizione di Stato satellite alla condizione di colonia vera e propria, da cui estrarre valore politico (adesione perinde ac cadaver alla politica estera USA) e valore economico (pagare il conto della strategia USA), e basta. Se le condizioni sociali della colonia Italia vanno in malora, agli Stati Uniti interessa il giusto: cioè molto, molto poco.
Come si reagisce a queste condizioni poco simpatiche? Anzitutto, fare un esame di realtà e rendersi conto che non possiamo MAI PIU’ ragionare come se l’interesse statunitense e l’interesse italiano coincidessero. Può avvenire, ma sarà sempre una rara eccezione, mai la regola. Poi, imparare a contrattare, e a giocare su più tavoli: come hanno imparato a fare i paesi africani, le ex colonie occidentali che l’esame di realtà, e molto severo, l’hanno dovuto fare prima di noi.
Bisogna anche smettere di identificarsi emotivamente e culturalmente con gli americani. Non è facile, perché il soft power statunitense ha lavorato a lungo e a fondo, e siccome per la cultura eccezionalista americana gli americani sono sempre i Buoni, identificandoci psicologicamente con loro ci sentiamo anche noi Quasi Buoni, sulla via di diventare - domani, quando il Progresso farà credito - Buoni del tutto, Buoni d.o.c..
È bello, sentirsi buoni. Però il presupposto di ogni esame di realtà è riconoscere che anche noi, e non solo gli altri, abbiamo qualcosa che non va: che anche una parte di noi è cattiva, meschina, ignobile. È difficile, è umiliante, lo so. Ma la Bontà, purtroppo, la Bontà non ce la possiamo più permettere. That’s all, folks

Anonimo ha detto...

Oggi è un giorno bellissimo: il guerrafondaio Johnson si è dimesso. Molti mi criticano per avere detto che Draghi è un leader politico guerrafondaio. Con garbo, rispondo.

Nessun capo di Stato europeo è guerrafondaio. Sono tutti santi. E allora non si capisce perché l’Europa: 1) progetta di armarsi fino ai denti contro la Russia; 2) dichiara che la Russia è il suo nemico numero uno in un documento della Nato; 3) organizza una strategia di lungo periodo per fare tutto il male possibile al popolo russo riducendolo alla fame; 4) conduce esercitazioni militari in Georgia; 5) ingloba la Finlandia nella Nato sapendo che la Russia non intende invaderla, né attaccarla.

Draghi approva queste cinque scelte. E' un pacifista o un guerrafondaio? I capi di Stato europei sono tutti pacifisti. La Nato è un’organizzazione pacifista. Le guerre scoppiano per colpa del Papa.

Alessandro Orsini

Anonimo ha detto...

Ma alla fine perché hanno cacciato Boris Johnson? Buffoneria, narcisismo, boria… ma in concreto? Per un party al tempo del covid e per un collaboratore accusato di molestie sessuali. In tempo di guerra, pandemia e crisi globale, un governo cade per così poco e da noi si plaude. E dire che sono gli stessi a ritenere irresponsabile in questa situazione sciogliere un governo rissoso e diviso, come il nostro. A Londra si può e si festeggia pure per la cacciata, a Roma no, è peccato mortale solo pensarlo, è lesa maestà…
E dire che Johnson almeno era stato eletto dal popolo sovrano…
Marcello Veneziani

Anonimo ha detto...

Per me è una notizia sconvolgente la morte di Shinzo Abe

Era stato sempre un'ispirazione per le mie teorie di politica economica.
Più di chiunque altro aveva mostrato al mondo che i vincoli ad un governo con moneta propria non erano quelli del debito e del deficit ma che era possibile arrivare alla piena occupazione con spesa pubblica senza inflazione.
Uno fra i più grandi leader di questo secolo, in mezzo alla globale mediocrità ha fatto il bene della sua gente e lui l'hanno ammazzato

Anonimo ha detto...

Sono rimasto scioccato dall'omicidio di Abe, non ho parole, aspettiamo ad avere notizie più veritiere sull'assassino, ex militare subito definito dai nostri soloni, di estrema dx, insomma un fassista, sec.me. e stando a quello che mi dicono amici british e non, BoJo non è stato cacciato per le pur squallide esibizioni sue e dei suoi amici, ma perché anche gli inglesi cominciano a capire che la Brexit da lui presentata come un successone, si è rivelata disastrosa per l'economia, City a parte, mancano camionisti, addetti alle pulizie, 'schiavi' da sfruttare nell'agricoltura che provenivano in massima parte da UA e ROM, molti se ne sono andati per via delle restrizioni non del covid, ma perché non essendo più UE, la circolazione è più difficile, gli irlandesi sono spietati sui dazi alle frontiere e gli scozzesi non vedono l'ora di andarsene, last but not least, lotte feroci intestine al suo stesso partito, ieri sera in un night è stata vista ballare Theresa May per festeggiare.......chi lo sostituirà? Ah, saperlo......

Anonimo ha detto...

Era un alleato degli USA ma non era uno Yes man... e il rischio era che fosse rieletto.

Anonimo ha detto...

Quando l'Ucraina sarà un deserto di rovine, smembrato tra Russia e Polonia, con milioni di profughi, mentre la recessione distruggerà quel che resta del welfare europeo e la nuova cortina di ferro sul mar Baltico ci costringerà a tempo indefinito a spendere le ultime risorse in armamenti, quel giorno e in tutti gli anni a venire, per piacere, ricordatevi di tutta la compagine di politici, opinionisti e giornalisti che nel febbraio scorso vi spiegavano come fosse un affronto inaccettabile per l'Ucraina sovrana rinunciare all'adesione alla Nato e accettare gli accordi di Minsk, che aveva sottoscritto.

Ricordatevi di quelli che hanno lavorato indefessamente giorno dopo giorno per rendere ogni trattativa impossibile, che hanno nutrito ad arte un'ondata russofobica, che vi hanno descritto con tinte lugubri la pazzia / malattia di Putin, che vi hanno spiegato come l'Europa ne sarebbe uscita più forte di prima, che vi hanno raccontato che la via della pace passava attraverso la consegna di tutte le armi disponibili, che hanno incensato un servo di scena costruito in studio come un prode condottiero del suo popolo.

Se 5 mesi fa non avessero avuto la meglio queste voci miserabili, se l'Ucraina non fosse stata incoraggiata in ogni modo a "tenere il punto" con la Russia (che tanto garantivamo noi, l'Occidente democratico), l'Ucraina oggi sarebbe un paese cuscinetto, neutrale, tra Nato e Russia - con tutti i vantaggi dei paesi neutrali che sono contesi commercialmente da tutte le direzioni - un paese pacifico dove si starebbe raccogliendo il grano, e che non piangerebbe decine di migliaia di morti (né piangerebbero i loro morti le madri russe).

Ma, mosso dal consueto amore per un bene superiore, dai propri celebri principi non negoziabili e incorruttibili, il blocco politico-mediatico occidentale ha condotto la popolazione ucraina al macello e i popoli europei all'immiserimento e ad una subordinazione terminale.

Non si pretende che reagiate, figuriamoci, ma almeno, per piacere, non dimenticate.

(Andrea Zhok, 08/07/2022)

Entusiasti, ricchi, abbronzati e antirussi ha detto...

I popoli europei - e in modo particolare quello italiano - sono ENTUSIASTI del "blocco politico-mediatico occidentale" e della guerra alla Russia. Non eseguono affatto gli ordini del "blocco" malvolentieri, ma con solerzia e diligenza. Può darsi che arrivi la miseria, ma, al momento, gli italiani sono ricchi e pensano ad andare al mare con le loro auto di lusso. Su di una ventina di persone incontrate stamattina in palestra, l'unico che non va al mare sono io. Di che cosa vuole che si RICORDI tutta questa gente felice immersa nel benessere arcobaleno?

Anonimo ha detto...

Un plauso ad Andrea Zhok, sottoscrivo ogni parola, aggiungo la testimonianza di un invitato alla riunione economica tenutasi a S. Pietroburgo qualche tempo fa, lo riporto per dare un grosso dispiacere a tutti i giornaloni occidentali che da mesi prevedono fine imminente di VP causa imprecisati tumori di ogni tipo, demenze senili ed altro, ebbene secondo la testimonianza, VP è in ottime condizioni, di aspetto molto giovanile e curatissimo, non come sembra dalle immagini sfocate, è pronto alle risposte, ironico e sicuro di sé e gode dell'appoggio di gran parte del popolo russo, certo ci sono anche dissidenti, ma la Russia non sta affondando, avanza lentamente, ma avanza e conquista terra, spiace per il livido Weigel di cui ho letto un articolo a dir poco sconcertante sui Russi e sulla guerra che stanno conducendo, il poverino non concepisce che non stendano tutto sotto un tappeto di bombe, american way, ma che colpiscano solo gli obiettivi prefissati........pensavo fosse uno scrittore valido, mi sono sbagliato, capisce molto di più il centenario volpone Kissinger di lui.......

Al culmine dell'onnipotenza ha detto...

Shinzo Abe è stato assassinato dai mondialisti? È probabile. Ormai, giunti al culmine dell'onnipotenza, dichiarano guerre, ammazzano chi non è completamente d'accordo con loro, truccano le elezioni, e così via. Nel mondo nuovo che sta sorgendo, benedetto da Bergoglio ("benedico il mondo nuovo"), i mondialisti non hanno nulla da temere, nessuno al di sopra di loro. Tranne Dio, che però tace e lascia fare.

Anonimo ha detto...

Il buon vecchio Lyndon LaRouche avrebbe avuto una chiave di lettura coerente sull'assassinio di Shinzo Abe che era un sostenitore della sovranità monetaria.

Anonimo ha detto...

JOE BIDEN SI PONE FUORI DALLA COMUNIONE CATTOLICA
Non tutti sanno che il Diritto Canonico prevede al canone 1398 la scomunica per chi compie o collabora con l'aborto. Esso recita letteralmente quanto segue: ”Chi procura l'aborto ottenendo l'effetto incorre nella scomunica latae sententiae".
Per scomunica "latae sententiae" si intende l'esclusione dai sacramenti e dalla vita della Chiesa senza nemmeno bisogno che venga pronunciata una sentenza, poiché la materia è talmente grave che questa non è necessaria e basta il fatto in sè.
Il Presidente Biden, sedicente cattolico, firmando oltre i suoi stessi poteri un provvedimento ideologico che contrasta la recente sentenza in materia della Corte Suprema e quindi favorisce e promuove la pratica abortiva, ricade inconfutabilmente nella fattispecie prevista dal canone 1398 ed è pertanto scomunicato.

In Italia, in nome del nulla assoluto ha detto...

L'allegra brigata.....
"Mettere insieme un ex capo di Forza Italia (Toti), un ex segretario del PD (Renzi), un ex capo dei Cinquestelle (Di Maio), un ex pariolino di sinistra (Calenda) e un ex squalo Prima Repubblica (Mastella) non è fare un partito di "centro" ma una operazione incomprensibile agli elettori e quindi inutile. Mi ricorda quella squadra di giocatori di calcio rimasti senza contratto che d'estate si esibisce in partite a scopo benefico. Non hanno maglia né bandiere da sventolare, non hanno nemici e quindi non possono avere amici. Figuriamoci elettori

Anonimo ha detto...

I mondialisti le tenteranno tutte pur di non scomparire. Tuttavia gli italiani - per quanto ingenui - non si lasceranno di nuovo inchiappettare così facilmente. Anche alle "operazioni" c'è un limite.