Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 13 marzo 2023

Bergoglio: “Non c'è nessuna contraddizione per un sacerdote nel potersi sposare”.

Negli ultimi 10 anni di pontificato, abbiamo assistito a — e subìto — tattiche rivoluzionarie, pastoralità senza diritto e primato della prassi. Per contro, disposizioni arbitrarie, relativismo morale seguendo il secolo: processi mirati a introdurre verità nuove, che invece hanno creato e creano scandalo, confusione e disarticolazione dell’unità ecclesiale. Insieme all'imposizione di un nuovo dogma: la sinodalità [vedi], sintesi di un processo in cui i mezzi prevalgono sul fine. 
In questi giorni siamo alle prese con le dichiarazioni sul celibato sacerdotale.

Bergoglio: "Non c'è nessuna contraddizione per un sacerdote nel potersi sposare"
“Il celibato nella Chiesa occidentale è una prescrizione temporanea, non è eterna”. Dunque, può essere rivista. Lo afferma Papa Francesco in una lunga intervista a Daniel Hadad, per il portale argentino Infobae, in occasione del decennale dalla sua elezione al soglio di Pietro.
“In realtà, nella Chiesa cattolica ci sono sacerdoti sposati: tutto il rito orientale è sposato. Tutto. Tutto il rito orientale. Qui in Curia - ha spiegato il Papa - ne abbiamo uno, l'ho incontrato oggi: ha una moglie e un figlio. Non c'è nessuna contraddizione per un sacerdote nel potersi sposare. Il celibato nella Chiesa occidentale è una prescrizione temporanea: non so se sia risolta in un modo o nell'altro, ma è temporanea in questo senso. Non è eterna come l'ordinazione sacerdotale, che è per sempre, che piaccia o no. Se si lascia o meno, è un'altra questione, ma è per sempre. Il celibato, invece, è una disciplina” ha aggiunto il Pontefice. [Fonte]
È uno dei casi [qui - qui l'indice] in cui Ratzinger ha rotto il silenzio contemplativo dal 'recinto di Pietro'. qui. Stralcio:
«In questi ultimi mesi, mentre il mondo risuonava del rumore assordante creato da uno strano sinodo dei media che aveva la meglio su quello reale – scrivono Ratzinger e Sarah – noi ci siamo incontrati. Abbiamo scambiato le nostre idee e le nostre preoccupazioni. Abbiamo pregato e meditato in silenzio. Ognuno dei nostri incontri ci ha reciprocamente confortato e tranquillizzato. Le nostre riflessioni effettuate in modi diversi ci hanno portato a scambiare lettere. La somiglianza delle nostre preoccupazioni e la convergenza delle nostre conclusioni ci hanno portato a mettere i frutti del nostro lavoro e della nostra amicizia spirituale a disposizione di tutti i fedeli come Sant’Agostino. Anzi, come lui possiamo dire: Silere non possum! Non posso tacere”. E ancora: il celibato dei preti “ha un grande significato perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita”.
Il celibato sacerdotale è scandalo per gli edonisti e follia per il demone. Farebbero di tutto per eliminarlo, perché non ha senso una vita donata totalmente a Dio rinunciando ai piaceri venerei. L'attacco sarà sempre più duro.
Non è vero che il celibato sacerdotale è solo una questione disciplinare, che può facilmente cambiare. Viene dall'inizio della Chiesa. Nei primi secoli in cui venivano ordinati sacerdoti uomini sposati, questi lasciavano le loro donne (con il permesso di queste perché avevano con loro un legame di vita) e vivevano nella castita'. Questo era giustificato dal servizio all'altare, qualcosa che proveniva già dall'Antico Testamento.
Molta letteratura lo conferma, compresi altri scritti di Papa Benedetto XVI:
«La capacità di rinunciare al matrimonio per mettersi completamente a disposizione del Signore è un criterio per il ministero sacerdotale. Quanto alla forma concreta di celibato nell'antica Chiesa, va sottolineato che gli uomini sposati avrebbero potuto ricevere il sacramento degli Ordini Sacri solo se si fossero impegnati nell'astinenza sessuale, cioè con un matrimonio Josefino. Questa situazione sembra essere stata piuttosto normale nei primi secoli. » Papa Benedetto XVI nel libro 'Dal profondo dei nostri cuori'
Il celibato ecclesiastico è attestato sin dai primi secoli della Chiesa come tradizione che risale agli Apostoli, oltre che ovviamente a Gesù.
Credo debba considerarsi tradizione di origine divina non semplicemente ecclesiastica e che appartenga quindi all'infallibilità del magistero ordinario, come altre verità di fede.
Il fatto che non sia praticato nella Chiesa orientale non è un argomento valido. I greco-scismatici sono eretici. Dobbiamo prendere esempio da loro? Allora ammettiamo anche il divorzio.
Sugli Uniati non saprei. Le affermazioni di questo Papa vanno comunque verificate.
Stante l'odierna proclamata uguaglianza dei sessi, perché allora non dare marito anche alle suore? Non devono mica potersi sposare solo i preti.
Un clero di gente sposata con moglie e figli a carico diventa alla fine comico. Come è successo agli Anglicani eretici, finiti ora nel gorgo del matrimonio omosessuale e delle pastore lesbiche. Ma ci fosse una volta che questo Papa chiude una questione con una parola netta e definitiva riaffermante la verità di fede! 
Mai lo fa. T. 

Ancora sul celibato
Dagli atti del Concilio di Cartagine, 390 dopo Cristo 
"Il vescovo Epigonio disse: "Siccome nel concilio precedente è stato trattato della continenza e castità, i tre gradi i quali per motivo dell'ordinazione sono legati ad un certo obbligo di castità - vale a dire il vescovo, il sacerdote e il diacono - devono essere più completamente istruiti sulla conservazione della castità". 
 Il vescovo Genetlio continuò: "Come è stato detto sopra, conviene che i sacri presuli, i sacerdoti di Dio e i Leviti, ossia tutti coloro che servono ai divini sacramenti, siano continenti in tutto per cui possano senza difficoltà ottenere ciò che chiedono dal Signore; affinché così anche noi custodiamo ciò che hanno insegnato gli apostoli e che tutto il passato ha conservato". A ciò i vescovi risposero unanimemente: "Noi siamo tutti d'accordo che vescovi, sacerdoti e diaconi, custodi della castità, si astengano anch'essi stessi dalle loro mogli, affinché in tutto e da tutti coloro che servono all'altare sia conservata la castità."

17 commenti:

Buon inizio della terza settimana del mese di Marzo.Con il vostro permesso.. ha detto...

Ventottesimo giorno (13 Marzo)
PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE
A SAN GIUSEPPE

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Pater, Ave, Gloria

A te, o beato Giuseppe

MEDITAZIONE (sul testo proposto giorno per giorno)

Impegno missionario e Fioretto della giornata (indicati alla fine della meditazione)

Preghiera biblica o tradizionale (riportata in calce alla meditazione)

Litanie a san Giuseppe

Ventottesimo giorno: lo sposo

La sponsalità verginale di san Giuseppe fa risaltare le qualità più genuine dell’uomo, chiamato per natura a formare una comunità familiare secondo la volontà originaria del Creatore. La vera virilità si manifesta nell’attitudine alla dedizione costante, al sacrificio disinteressato, alla lotta coraggiosa; essa ispira un sentimento di fiducia, di protezione, di sicurezza. La medesima attitudine, declinata al femminile, sostiene e completa l’uomo mentre realizza ciò che gli è proprio, temperandone la fermezza e l’esigenza, qualora eccedano in durezza e intransigenza.

La donna, dal canto suo, trova nello sposo un baluardo difensivo e un contenimento della sua istintività, che, mantenuta nei giusti limiti, è una preziosa risorsa per tutti. Nell’affiancarsi all’uomo lasciandogli il ruolo che gli spetta, è libera di vivere in modo conforme alla propria identità, con le ricchezze della sua alterità, anziché snaturarsi nel vano sforzo di diventare come lui per soppiantarlo. Sono le conseguenze del peccato originale, esasperate dalla demoniaca deformazione della pseudocultura corrente, che ne oscurano o deformano le caratteristiche più belle.

Sia l’uomo che la donna trovano dunque in san Giuseppe, mediante una familiarità più profonda e la quotidiana invocazione, un potente alleato, una guida sicura, un luminoso ispiratore. Il Suo ruolo è oggi quanto mai attuale, benefico e opportuno. A Lui, con la certezza di trovare aiuto e sostegno, possono ricorrere i coniugi cristiani e i fidanzati che si preparano al matrimonio, ma anche coloro che sono in cerca della persona che la Provvidenza vuole loro affiancare per tutta la vita.

IMPEGNO MISSIONARIO: coglierò ogni occasione favorevole per mostrare i benefici della visione cristiana del matrimonio.

FIORETTO: dedico un momento di riflessione a riconoscere i pregi del mio coniuge oppure ad apprezzare la complementarietà dei miei genitori.

Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d’ogni bene.
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.
Così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita.
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli.
Pace su Israele!
(Sal 127 [128], 1-6)

https://crociatasangiuseppe.blogspot.com/p/ventottesimo-giorno-14-marzo.html?m=0

S.Giuseppe, la mia novena e' per il summenzionato Sacerdote : ha detto...

Novena a San Giuseppe
Stellamatutina Novene, San Giuseppe
https://www.stellamatutina.eu/novena-san-giuseppe/

Nel nome dei Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
1. O S. Giuseppe, mio protettore ed avvocato, a te ricorro, affinché m’implori la grazia, per la quale mi vedi gemere e supplicare davanti a te. E’ vero che i presenti dispiaceri e le amarezze che sono forse il giusto castigo dei miei peccati. Riconoscendomi colpevole, dovrò per questo perdere la speranza di essere aiutato dal Signore? “Ah! No!” – mi risponde la tua grande devota Santa Teresa – “No certo, o poveri peccatori. Rivolgetevi in qualunque bisogno, per grave che sia, alla efficace intercessione dei Patriarca S. Giuseppe; andate con vera fede da Lui e resterete certamente esauditi nelle vostre domande”. Con tanta fiducia, mi presento, quindi, davanti a Te e imploro misericordia e pietà. Deh!, per quanto puoi, o San Giuseppe prestami soccorso nelle mie tribolazioni. Supplisci alla mia mancanza e, potente come sei, fa che, ottenuta per la tua pia intercessione la grazia che imploro, possa ritornare al tuo altare per renderti l’omaggio della mia riconoscenza.

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.

2. Non dimenticare, o misericordioso S. Giuseppe, che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che, fosse, è ricorsa a te, rimanendo delusa nella fede e nella speranza in te riposte. Quante grazie e favori hai ottenuto agli afflitti! Ammalati, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, ricorrendo alla tua protezione sono stati esauditi. Deh! non permettere, o gran Santo che io abbia ad essere il solo, fra tanti, a rimanere privo dei tuo conforto. Mostrati buono e generoso anche verso di me, ed io, ringraziandoti, esalterò in te la bontà e la misericordia dei Signore.

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.

3. O eccelso Capo della Sacra Famiglia, io ti venero profondamente e di cuore t’invoco. Agli afflitti, che ti hanno pregato prima di me, hai concesso conforto e pace, grazie e favori. Degnati quindi di consolare anche l’animo mio addolorato, che non trova riposo in mezzo alle ingiustizie da cui è oppresso. Tu, o sapientissimo Santo, vedi in Dio tutti i miei bisogni prima ancora che io te li esponga con la mia preghiera. Tu dunque sai benissimo quanto mi è necessaria la grazia che ti domando. Nessun cuore umano mi può consolare; da te spero d’essere confortato, da te, o glorioso Santo. Se mi concedi la grazia che con tanta insistenza io domando, prometto di diffondere la devozione verso di te, di aiutare e sostenere le opere che, nel tuo Nome, sorgono a sollievo di tanti infelici e dei poveri morenti. O San Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbi pietà dei mio dolore!

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.

P.S.: Ripetere la Novena x nove giorni consecutivi dal 10 Marzo in poi.

"O San Giuseppe, difendi la Santa Chiesa da ogni avversità e stendi su ciascuno di noi e su questo Sacerdote il tuo patrocinio. Amen!"

Anonimo ha detto...

Sono dieci anni che sta demolendo la Chiesa di Cristo.
Ha un odio implacabile contro il Rito Romano, che ha portato in Paradiso milioni di Anime.
Sta ridicolizzato Dottrina, Fede e Tradizione Cattolica.
Speriamo che il Signore e la Sua Santissima Madre intervengano presto!

Anonimo ha detto...

Massimo Micaletti
"Il celibato è imposto per praticità, non puoi essere prete ed essere padre e marito. Ma, soprattutto, se si vive a fondo il sacerdozio, si capisce che la vita del sacerdote è piena e ricca. Come nel matrimonio arrivano le tentazioni, le crisi, le amanti se qualcosa non funziona, così a un prete il celibato pesa se c'è qualcosa che non va con la sua vocazione, qualcosa che passa o che non può passare: ma il problema non è il celibato ma quel qualcosa che non va e che dev'essere affrontato e risolto. Il cuore del sacerdote è uno solo, non si può spaccare".

Questo diceva Don Francesco a una cena venerdì sera e gli occhi gli brillavano.

E a me questo basta, chiunque dica altrimenti.

Anonimo ha detto...

Già il Sinodo di Elvira (306 d.C.) proibisce il matrimonio agli ecclesiastici addetti all'altare. Pertanto, occorre chiarire che la teoria che il celibato ecclesiastico sia invenzione della fine del primo millennio è assolutamente falsa.

Cit. M. Viglione, Civiltà cristiana e Medioevo, p.37,
Ed. Maniero del Mirto.

Stollerante ha detto...

Se vi fosse incompatibilità di principio tra il sacerdozio e i matrimonio, il sacramento dell'Ordine dato a uno sposato sarebbe invalido, come per le donne.
Non è questione di dottrina, ma di disciplina, su questo ha ragione il Papa.
Gesù stesso quando dà agli Apostoli il patere sacerdotale, non accenna alla castità.
Ma il punto è che Gesù parla della castità come di una condizione ideale per dedicarsi totalmente a Dio, e se un sacerdote si sposa, non può dedicare tutto il tempo e tutte le sue risorse direttamente al servizio di Dio e delle anime.
Sotto questo aspetto, indubbiamente, il matrimonio è un grande limite al servizio sacerdotale.
Non voglio usare il termine contraddizione, ma è un impedimento pratico.
Per cui quella di permettere il matrimonio ai sacerdoti non sarebbe affatto una riforma, ma il suo contrario. Sarebbe un assecondare concretamente la mondanità e un incentivo al rammollimento e al lassismo.
Per le anime è meglio un prete santo, che 100 mondani.
La Chiesa è bene che dialoghi col mondo, ma senza rinunciare ad essere anche segno di contraddizione, altrimenti non converte il mondo ma si converte al mondo.
Se il Vangelo non viene preso integralmente, si cade nel fondamentalismo dei duri e puri o nel fondamentalismo relativista, a seconda di ciò che si preferisce.

Anonimo ha detto...

Confermo : i sacerdoti cattolici di rito orientale sono sposati.
In Italia abbiamo due zone di rito orientale. Una è l'Eparchia di Piana degli Albanesi a 700 m. D'altezza sopra Palermo. L'altra Eparchia sta in Calabria e ha ben 43 parrocchie. La Chiesa cattolica ucraina che ha un bellissimo seminario a Roma con la cattedrale di Santa Sofia ha i preti sposati. I sacerdoti ucraini cattolici che assistono le comunità ucraine qui in Italia sono sposati. Ma questo non significa che non ci siano i monaci che si distaccano totalmente dal mondo per vivere solo con Dio.

Anonimo ha detto...

Ho conosciuto un medico missionario sposato che ha costruito due lebbrosari tra Eritrea ed Etiopia. Prima di iniziare a frequentare l'Università per diventare medico era sacerdote ed apparteneva ad uno degli ordini francescani. Per studiare medicina dovette lasciare il sacerdozio. Nel frattempo si sposò ed entrambi decisero di partire per la loro missione . Il vescovo etiope visitò il lebbrosario e , conosciuta la storia del medico già sacerdote gli disse che era assurdo che con tutto il bene che faceva non potesse celebrare e gli propose di passare alla chiesa etiope che e', almeno credo, precalcedonese.
Eravamo ai tempi di Papa Paolo VI. Poco dopo al medico già sacerdote arrivò la dispensa papale per celebrare.

Anonimo ha detto...


La Chiesa etiope è monofisita.
Osserva quell'eresia.
Il monofisismo provocò il primo grande scisma: si staccarono Egitto e Etiopia, una grossa perdita. Ci furono anche strascichi altrove.

Anonimo ha detto...


Il prete sposato: non è solo questione di perdita di tempo, del fatto che avenado moglie e figli non può dedicarsi come vorrebbe a Cristo.

C'è il fatto della sensualità che entra in ballo con il matrimonio.
Deve essere soddisfatta, anche se in modo in teoria moderato, altrimenti che matrimonio è?
Ma allora viene a mancare proprio la caratteristica essenziale dell'uomo che si dà tutto a Dio avendo il Cristo come modello: la rinuncia a tutti i piaceri del mondo, possibile solo con l'aiuto della Grazia - quello slanciarsi in avanti, nell'Ignoto ("Abramo si alzò e per fede partì senza sapere dove andava"), contando solo sull'aiuto di Dio, avendo come fine non noi stessi ma la Gloria di Dio e la salvezza delle anime. Un fine trascendente, non umano, una battaglia apocalittica contro le potenze dell'Universo!
La salvezza delle anime, la vita eterna, la lotta contro il Demonio per la salvezza di tutte, tante anime possibili: per chi ha la vera vocazione il lato carnale, semplicemente umano, terreno rappresenta solo tele di ragno che la vocazione veramente vissuta straccia e dissolve come se fossero fatte d'aria.
Preti che invece che alla salvezza delle anime e alla vita eterna pensano a sposarsi, che preti sono? Non hanno una vera vocazione.
Si dia ai seminaristi da studiare la vita del Santo Curato d'Ars.
Una delle poche cose buone che ha fatto Ratzinger da papa, è stata quella di proporre questo santo sacerdote come modello per l'anno del
sacerdozio.
T.

Anonimo ha detto...


Il battesimo sotto condizione dato agli eretici che abiurano e si convertono non lo troviamo esplicitamente nei Vangeli.
Eppure non è considerato una verità appartenente all'infallibilità del magistero ordinario?
Lo stesso dicasi per il celibato ecclesiastico. Che il sacerdote di Cristo debba esser celibe risulta indirettamente dai Vangeli.
Si vuol sostenere di nuovo oggi ("teologhe" femministe) che san Pietro fosse ancora sposato, quando diventò discepolo di Cristo e anche dopo l'Ascensione.
Ma questo non è vero. Cristo guarì la suocera di Pietro, della moglie i Vangeli non parlano mai, doveva essere già morta. Le pie donne che accudivano gli apostoli erano in genere vedove o comunque anziane, non erano le loro mogli.
Il celibato si è affermato sin dall'inizio come una verità attinente alla costituzione divina della Chiesa, confermato nei secoli dalla convinzione dei vescovi sparsi sulla terra e dei Papi, difeso anche da decisioni di sinodi etc.
Non può esser ridotto ad un semplice criterio di opportunità.

Il seminarista convinto di non poter resistere agli stimoli della carne sbaglia a pensare che dovrebbe allora potersi sposare: farebbe meglio ad abbandonare il Seminario, la vita del vero sacerdote di Cristo non è per lui.
T.

Anonimo ha detto...

L'anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI fu il più inviso, criticato e disatteso fra le tante proposte ed iniziative papali, grazie ai 'cari confratelli cattolici' de che stamo a parlà?

Anonimo ha detto...

RESOCONTI DALLA MITTELEUROPA (DOVE LA CHIESA E' PERDUTA)

"Sul 'matrimonio' dei gay in Belgio : 6 vescovi a favore, 1 contro, 1 astenzione. La diocesi di Liegi ha pure pubblicato un rituale ufficiale co-redatto con associazioni gay che è una copia esatta del 'matrimonio', ma per i gay.
Risultato : nessuno ne parla. Non fa storia.
E' la politica di Bergoglio : "si, no, non so, fate voi"
Parlavo ieri con un confratello del Lussemburgo, mi dice che da anni si sono decine di preti cattolici sposati in Germania e che al parere di tutti "funziona bene". Sono ex-protestanti passati a Roma.
Il fondo è questo : i preti hanno semplicemente voglia di scopare. Con lo stato che li paga per null'altro fare".

Anonimo ha detto...

Un matrimonio cattolico è aperto alla vita, se non ricordo male Santa Caterina era la ventesima bambina dello stesso padre e della stessa madre. Non siate come conigli, disse Bergoglio, detto Francesco, sottintendendo di chiudersi alla vita, cioè dedicatevi solo alla goduria! Vita da sempre notoriamente percorsa da tutti i veri santi.... sacerdoti in particolare!

Anonimo ha detto...


Che il matrimonio cattolico sia "aperto alla vita" è definizione imprecisa, in voga dal Vaticano II.
L'art. 48 della Gaudium et spes dice infatti in modo ambiguo: "Per la sua stessa natura, l'istituto del matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati alla procreazione e alla educazione della prole e in queste trovano il loro coronamento [iisque veluti suo fastigio coronantur]".

Quello che era stato sempre considerato lo scopo primario del matrimonio (procreazione dei figli e loro educazione) mentre l'amore coniugale costituiva lo scopo secondario in quanto remedium concupiscientiae, ora diviene solo "un coronamento" del matrimonio, senza prevalere sull'amore coniugale, in quanto fine del matrimonio.
Da questa sfumatura, che ambiguamente toglie alla procreazione la natura di fine primario, sono derivati i mali che conosciamo: era ifnatti facilissimo intender il "coronamento" in senso ampio, premettendo la comunità d'amore (spirituale-carnale) tra i coniugi al fine della procreazione, cosa facilitata anche dall'uso dei contraccettivi (e sai a noi cosa importa che il papa li abbia condannati, tra l'altro tardi..).
T.

Anonimo ha detto...

Interviste demolitrici
Lo scopo può essere solo quello di creare una chiesa unica con tutti dentro, a discapito di quella cattolica.
Aloisius

Tenerli vivi per poi massacrarli? Se non e' luciferino.. ha detto...

Il Parlamento europeo ha più volte richiamato l’importanza della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Non si contano poi il numero di risoluzioni e di direttive da esso adottate per la tutela dell’infanzia. Da ultimo esiste anche un Intergruppo per i diritti dell’infanzia in seno al Parlamento europeo.
https://lanuovabq.it/it/dipinti-shock-alleuroparlamento-segni-dellodio-verso-i-bambini