Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 7 marzo 2023

Roberto Spataro: Latino: una lingua immortale

Nel LX anniversario della pubblicazione della Costituzione Apostolica Veterum Sapientia (1962). Qui l'indice degli articoli sul Latino.

Roberto Spataro: Latino: una lingua immortale – editrice LAS

Il latino è una lingua nobile e concisa, ricca e armoniosa, piena di maestà e dignità, chiara e sempre pregna di significati. Con queste parole San Giovanni XXIII nel 1962, all’interno della Costituzione Apostolica “Veterum Sapientia”, lodava le proprietà del latino e ne raccomandava la promozione all’interno della Chiesa. I professori del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, preconizzato in quella costituzione, ne ricordano l’attualità, attraverso i brevi saggi che compongono il libro, per mostrare come il latino sia una lingua immortale, incessantemente usata nel corso dei secoli, veicolo di cultura e di fede, strumento di unità tra gli intellettuali di ogni popolo. [Ma purtroppo non più lingua ufficiale della Chiesa -ndr]. Fonte

* * *
Si dà il caso che:
Dies nigro signanda lapillo, il 7 marzo 1965 Paolo VI celebrava la prima messa in italiano, su un tavolino ed in faccia al popolo [qui - qui]. All'Angelus dichiarò con estrema lucidità e senza mezzi termini (tanto cari alle distrazioni di certo mondo "conservatore"): "La Chiesa ha ritenuto doveroso questo provvedimento - il Concilio lo ha suggerito e deliberato - e questo per rendere intelligibile e far capire la sua preghiera. Il bene del popolo esige questa premura, sì da rendere possibile la partecipazione attiva dei fedeli al culto pubblico della Chiesa. È un sacrificio che la Chiesa ha compiuto della propria lingua, il latino; lingua sacra, grave, bella, estremamente espressiva ed elegante. Ha sacrificato tradizioni di secoli e soprattutto sacrifica l'unità di linguaggio nei vari popoli, in omaggio a questa maggiore universalità, per arrivare a tutti".

18 commenti:

Bollettino del monastero benedettino antimodernista ha detto...

Conservare l'ortodossia cattolica e le vere tradizioni è praticamente diventato impossibile con le attuali gerarchie avvelenate dal modernismo. La ferrea, quasi granitica resistenza a tanto abominio è un sacro dovere. Costi quel che costi. Ed è alla base di questa povera fondazione monastica. Ed è ciò che il fondatore di questo monastero fa, a viso aperto. Da quasi venticinque anni. Ortodossia e tradizioni dei padri o morte!

Anonimo ha detto...

“Straordinaria è l’odierna nuova maniera di pregare, di celebrare la Santa Messa. Si inaugura, oggi, la nuova forma della Liturgia in tutte le parrocchie e chiese del mondo, per tutte le Messe seguite dal popolo. È un grande avvenimento, che si dovrà ricordare come principio di rigogliosa vita spirituale, come un impegno nuovo nel corrispondere al grande dialogo tra Dio e l’uomo”.

Dall'omelia di Paolo VI il 7 marzo 1965, durante bla prima "Messa" in volgare, celebrata nella chiesa di Ognissanti, sull'Appia Nuova.

Anonimo ha detto...

Principio di rigogliosa vita spirituale". "La Chiesa sacrifica la sua lingua sacra perché i fedeli non siano puù spettatori".
Ma chi l'ha detto che nella Messa tradizionale i fedeli fossero SPETTATORI!

Anonimo ha detto...

Io nato nel 1935, ricordo che anche i poveri semianalabeti comprendevano la Fede in modo più integro, tenevano conto del fine ultimo di questa vita che é solo un passaggio e cercavano ripetutatemente di non peccare più senza camcellare l'esistenza di nessun peccato.

Some beauty of the Catholic Church. This African old lady singing in Latin perfectly. ha detto...

07 marzo, 2023 12:10
Infatti!
Ma per favore, in quel breve tempo della Santa Messa, lasciateci in pace adorare Nostro Signore mediante la lingua della Chiesa con la quale distinguiamo chiaramente *Chi E' Lui* e chi siamo noi . Ancorche' tanto amati ma.. polvere!
Santa Maria Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen!

Alcune bellezze della Chiesa cattolica. Questa anziana signora africana canta perfettamente in latino. Questa signora avra' studiato il latino all'Universita'?
Tanto, a dimostrazione che la lode a Dio prima della ragione (o insieme alla ragione)la da' il cuore.
https://gloria.tv/share/o4HZs7Yb7nUk3quX2qWwYUq2L

Anonimo ha detto...

Don Roberto, che conosco personalmente, è un vero e santo sacerdote. Una decina come lui e non saremmo in questo stato.
Antonio

Anonimo ha detto...

Dopo quasi sessanta anni dal quel triste 7 marzo 1965 altro che pretesa partecipazione!! Altro che nuova primavera della Chiesa!!I fedeli dalla Messa sono scappati e i preti in via di estinzione!! e se si guarda alle nuove generazioni il quadro è ancora più nero!! Bisognerebbe avere almeno l'umiltà di dire: ci siamo sbagliati, e pure alla grande, nel distruggere il patrimonio plurisecolare di fede dei nostri padri!!

Anonimo ha detto...


"È un sacrificio che la Chiesa ha compiuto della propria lingua, il latino; lingua sacra, grave, bella, estremamente espressiva ed elegante. Ha sacrificato tradizioni di secoli e soprattutto sacrifica l'unità di linguaggio nei vari popoli, in omaggio a questa maggiore universalità, per arrivare a tutti…"

En réalité, la suppression du latin obéissait à deux impératifs :

- Séparer l'Église de son passé ;
- Disperser le troupeau.

C'est aujourd'hui chose faite. Et ce sont des papes qui ont réalisé ce travail, planifié par les ennemis de l'Église depuis quatre siècles ! Quel masochisme ! Pour ne pas dire : quelle trahison !

Anonimo ha detto...

Don Cesare Toscano
Conferenza del Prof. Roberto Spataro, SDB alla conferenza CIEL 2023
https://gloria.tv/post/nZe2M4LXcJJw2swxZWMxtFcRp

Don Cesare Toscano
Intervento del cardinale Raymond Leo Burke alla conferenza CIEL 2023
https://gloria.tv/post/8gJckreArutMB7zVEee1ztxjC

Anonimo ha detto...

DA DOVE ARRIVA IL LATINO? LO SAPEVATE?

Il latino è una lingua indoeuropea la cui storia è radicata nell'antica lingua osca parlata nell'Italia centrale prima del VI secolo a.C.

La lingua latina si è evoluta attraverso diverse fasi storiche, tra cui il latino arcaico (dal VI secolo a.C. alla fine del III secolo a.C.), il latino classico (dal III secolo a.C. al II secolo d.C.) e il latino volgare (dalla fine del II secolo d.C. fino all'inizio del III secolo d.C.).

Il latino arcaico, che si sviluppò dal VI secolo a.C. fino alla fine del III secolo a.C., era la forma originaria della lingua latina parlata dai Latini, caratterizzata dalla presenza di suoni non presenti nel latino classico, come la "k" e la "z".

Questa fase storica della lingua latina si caratterizzava per l'uso di una sintassi molto semplice, la mancanza di congiunzioni e preposizioni, e la presenza di molte parole arcaiche, spesso di origine etrusca o osca.

Secondo Sesto Pompeo Festo, un noto lessicografo e grammatico romano del II sec. d.C., il latino nel senso di ‘lingua laziale’ primigenia, era un idioma ai suoi tempi ormai quasi del tutto scomparso.

Il latino classico, invece, è la forma più nota della lingua latina, utilizzata dai grandi scrittori come Cicerone, Virgilio e Orazio. Questa fase della lingua latina si sviluppò tra il III secolo a.C. e il II secolo d.C. ed è caratterizzata dall'uso di una sintassi molto elaborata e articolata, dalla presenza di molte congiunzioni e preposizioni, e dalla chiarezza e precisione dell'espressione.

Due grandi esempi di opere in latino classico sono Le "Metamorfosi" di Publio Ovidio Nasone, un'opera epica che racconta le storie di personaggi mitologici e di figure leggendarie e le "Lettere a Lucilio" di Lucio Anneo Seneca, una raccolta di 124 lettere scritte da Seneca tra il 63 e il 65 d.C, considerata uno dei massimi esempi di epistolario latino.

Il latino volgare, infine, è la forma parlata del latino che si è sviluppata durante la tarda antichità e il medioevo, che alla fine ha portato alla formazione delle lingue romanze, come l'italiano, il francese, lo spagnolo e il portoghese.

Questa forma della lingua latina si caratterizzava per l'uso di una sintassi più semplice, l'eliminazione di molte congiunzioni e preposizioni, e l'adozione di molte parole nuove di origine germanica e celtica.

Qualche esempio:

- "Cervisia" - dal germanico "cervesa" (birra)
- "Flandrica" - dal germanico "Flandriska" (fiamminga)
- "Panna" - dal celtico "panna" (crema)
- "Piscis" - dal celtico "piscis" (pesce)
- "Bucca" - dal germanico "bucca" (bocca)
- "Lacta" - dal germanico "lact" (latte)

La Messa del futuro - Don Roberto Spataro ha detto...

Perché le donne usano la veletta in chiesa?
https://www.youtube.com/watch?v=jNAw1fePSEc
Fede & Cultura Universitas
3 mag 2022 FEDE & CULTURA

http://www.fedecultura.com/perche-le-...
La veletta che molte donne ancora oggi indossano per andare a Messa, lungi dall'essere un segno di sottomissione, è il deposito di una tradizione ricca che affonda le proprie radici nell'età apostolica.
Scopri di più con il libro di don Roberto Spataro, "La Messa del futuro".
https://www.fedecultura.com/?store-pa...

Dal sito Totus Tuus Maria . ha detto...

23 feb 2022
Sua Eminenza, il Cardinale Raymond Leo Burke, ha pregato il Santissimo Rosario della Beata Vergine Maria in latino (Sanctissimum Rosarium Beatae Virginis Mariae) nella chiesa del Santuario di Nostra Signora di Guadalupe

Rosario Misteri Gaudiosi
https://www.youtube.com/watch?v=IwpBpeN8FTQ&t=61s

Rosario mistero Dolorosi
https://www.youtube.com/watch?v=hrURG5j3TrU

Rosario Misteri gloriosi
https://www.youtube.com/watch?v=kcuohc8tAUI

Rosario misteri luminosi
https://www.youtube.com/watch?v=9C1YDIAmsqk&t=24s

Anonimo ha detto...


I c.d. "misteri luminosi" non fanno parte del vero Rosario.
Sono un'aggiunta personale di GP II, papa del "dialogo", delle
"aperture ecumeniche", della "libertà religiosa", del bacio al
Corano, del "Dio protegga l'Islam!"gridato in Marocco o in Giordania,
del "Cristo con l'Incarnazione si è unito da ogni uomo", eresia già censurata da Padri della Chiesa e da san Tommaso etc

https://gloria.tv/post/MPCY8jWDhDjp4q4uv7vfBd1NC ha detto...

Perche' storcere sempre il naso..cosa c'e' di male a pregare altre cinque poste del S.Rosario.. (!).Per Colui che ci amo' e che siede alla destra di Dio e per la SS.Madre Corredentrice che intercede in nostro favore l'Eterno Padre ci condannera'?

SE NOI SAPPIAMO PENTIRCI PER PRIMI DEI NOSTRI PECCATI, POSSIAMO AIUTARE ANCHE GLI ALTRI A PENTIRSI DEI LORO.

LA CORONA DEI SETTE DOLORI DELLA BEATA VERGINE MARIA

Nell'apparizione del 31 maggio 1982 a Marie-Claire la Madonna disse che la sua preghiera preferita accanto al Rosario era il Rosario dei Sette Dolori, poiché con esso, contemplando i dolori della Madonna e contemplando così con Lei la Passione di Gesù, era più facile pentirsi dei peccati: "Ciò che vi domando è di pentirvi. Se voi recitate questo Rosario meditandolo, voi avrete la forza di pentirvi. Oggi molti uomini non sanno più chiedere perdono. Mettono di nuovo il Figlio di Dio in croce. Il mondo va male, figli miei: bisogna che vi mortifichiate per aiutare Gesù a salvare il mondo”. Questo sono venuta a ricordarvi, soprattutto qui in Rwanda, perché vi ho trovato ancora gente umile che non è attaccata alla ricchezza e ai soldi".

La Madonna, il 15.8.1982, disse a Marie Claire
“ Ti chiedo di insegnarla al mondo intero..., pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente”.
La Corona dei Sette Dolori non sostituisce i misteri dolorosi del S. Rosario. La Madonna ha chiesto che questa preghiera venga recitata almeno due volte alla settimana, precisamente il martedì (giorno della rivelazione di questa preghiera a Marie-Claire) e il venerdì (giorno della memoria della morte di Gesù).

Corona dei 7 dolori della Beata Vergine Maria
https://www.preghiereperlafamiglia.it/corona-dei-sette-dolori-della-beata-vergine-maria.htm

Anonimo ha detto...

Quell'azione ci avvicina o ci allontana dal fine ultimo?

Anonimo ha detto...


# 11:11 Errore di stampa.

Volevo dire:
"Cristo con l'incarnazione si è unito ad ogni uomo".
Questa frase si trova nella Gaudium et spes, art. 22, 2 :
"Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo".
È ripetuta due volte nel Nuovo Catechismo, una volta con lo "in certo modo" (quodammodo) e una volta senza (art. 618 e art. 432).
GP II l'ha ripetuta anche lui con il quodammodo e anche senza, p.e. nel par. 13 della sua prima Enciclica, la Redemptor hominis.
Il "quodammodo" sembra attenuare la carica eretica della frase, ma solo fino ad un certo punto.
Questo errore fu combattuto da san Giovanni Damasceno e da san Tommaso
ST III q. 4, a. 5.

mic ha detto...

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2010/09/semi-di-discontinuita-in-gaudium-et.html

mic ha detto...

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2012/04/in-certo-modo-il-vaticano-ii-ha.html