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martedì 18 marzo 2025

Messa tradizionale, perché piace ai giovani?

Nella nostra traduzione da Le Conservateur
Messa tradizionale, perché piace ai giovani?

Mentre si potrebbe pensare che la messa latina, la messa di tutti i tempi, appartenga al passato, un numero crescente di giovani cattolici sta riscoprendo questa antica forma di culto. Questo fenomeno ha assunto dimensioni sempre maggiori negli ultimi due decenni, in particolare dopo il motu proprio Summorum Pontificum pubblicato nel 2007 da Papa Benedetto XVI, che ha facilitato l'accesso alla Messa tridentina. In diversi Paesi, in particolare in Francia, negli Stati Uniti e in Italia, le celebrazioni secondo il rito tridentino attirano sempre più fedeli, spesso di età inferiore ai 35 anni. Perché questo entusiasmo? Cosa spinge questi giovani a rivolgersi a una liturgia che sembrava sul punto di scomparire nello spirito della generazione dei baby boomer?

Un bisogno di sacro e tradizione
In un mondo moderno caratterizzato dall'immediatezza e dal cambiamento continuo, la messa in latino appare come una solida ancora spirituale. Molti giovani, alla ricerca di profondità e trascendenza, trovano in questa liturgia una bellezza e una solennità che a volte mancano nelle messe in lingua volgare. Il canto gregoriano, i gesti precisi del sacerdote, il silenzio contemplativo, tutto ciò offre loro un'esperienza del sacro che sentono più intensa.

Una risposta alla perdita di punti di riferimento
La società contemporanea è in continuo cambiamento e molti giovani avvertono una forma di disorientamento. Di fronte a ciò, la Messa tradizionale rappresenta una continuità, una radice spirituale che li collega a secoli di fede cristiana. Alcuni la vedono anche come una risposta al relativismo prevalente: La Messa tridentina appare loro come un'espressione chiara e inequivocabile della dottrina cattolica.

Vaticano II: una riforma meno attraente per i giovani?
Il Concilio Vaticano II (1962-1965) ha introdotto riforme volte a rendere la liturgia più accessibile, in particolare attraverso l'uso delle lingue vernacole e una maggiore partecipazione dei fedeli. Tuttavia, questi cambiamenti non piacciono più ai giovani, che si rivolgono alla Messa di sempre o a una celebrazione in lingua volgare più classica, con grande rispetto per la liturgia. Molti ritengono che la riforma liturgica abbia portato a una perdita di sacralità, con celebrazioni talvolta percepite come banali o troppo vicine alla cultura moderna, o addirittura al limite del protestantesimo a causa dell'influenza ideologica diffusa dall'ecumenismo. Inoltre, la volontà della Chiesa di adattarsi al mondo contemporaneo, pur guidata - apparentemente - da buone intenzioni, è un indebolimento della dottrina e della prassi, perché la Chiesa non deve rivolgersi al mondo, la Chiesa è senza tempo e universale nella sua fondazione e Cristo rimane esclusivo e non inclusivo. Sarà sempre l'uomo peccatore a convertirsi, non la Chiesa a convertirsi ai nostri peccati. Alla ricerca di un cattolicesimo più strutturato ed esigente, questi giovani preferiscono orientarsi verso una liturgia più autentica, radicata nella tradizione secolare della Chiesa.

Comunità carismatiche: un modello meno attraente
Mentre alcuni giovani cattolici sono attratti dalla vivacità delle comunità carismatiche, una gran parte di loro rimane lontana da questo modello. Lo criticano in particolare per un approccio alla fede eccessivamente emotivo, incentrato sui sentimenti personali piuttosto che sul rigore dottrinale e sulla contemplazione. La spontaneità delle celebrazioni, con preghiere libere, canti moderni e manifestazioni esteriori ( imposizione delle mani, glossolalia), contrasta nettamente con la solennità e il raccoglimento della Santa Messa. Molti giovani vedono in questo un rischio di soggettivismo, dove l'esperienza individuale di Dio prende il sopravvento sull'oggettività dei riti e dei dogmi, rendendo la loro fede fragile e assoggettabile ai movimenti delle tendenze mondane, quindi inconsapevolmente legata ai fiumi impetuosi del capitalismo e del liberalismo. Inoltre, percepiscono in queste pratiche un'influenza protestante, molto lontana dal patrimonio liturgico millenario della Chiesa cattolica. Nella ricerca del sacro e della continuità con la tradizione, privilegiano la Messa in latino, che offre loro un legame più profondo con la fede dei secoli passati.

Un fenomeno amplificato dai social network
A Internet è legata anche la diffusione della messa in latino tra i giovani. Su YouTube, Instagram o TikTok, account influenti trasmettono video di cerimonie, spiegazioni della liturgia tradizionale e testimonianze di convertiti. Si stanno formando delle comunità online che consentono a questi giovani di condividere il loro entusiasmo e di conoscere i luoghi in cui viene celebrata la Messa tridentina.

Un impegno più profondo
Questo ritorno al rito tradizionale procede spesso di pari passo con un accresciuto impegno nella fede. Molti di questi giovani partecipano attivamente alle attività della loro parrocchia, si interessano ai testi del Magistero e sviluppano una pratica più assidua dei sacramenti. Non si limitano a partecipare alla messa: vogliono comprenderne il significato e vivere il loro cattolicesimo in modo pieno e con fierezza.

Un dibattito all'interno della Chiesa
Questa tendenza crea però anche delle tensioni. Papa Francesco, con il suo motu proprio Traditionis Custodes (2021), ha limitato rigorosamente la celebrazione della Messa latina,  con la dichiarata convinzione che essa sia uno strumento di divisione nella Chiesa. I sostenitori di questa restrizione ritengono che la Messa tridentina rischi di frammentare l'unità liturgica e dottrinale, alimentando talvolta l'opposizione al Concilio Vaticano II. Essi sottolineano l'importanza della riforma liturgica per avvicinare la Chiesa ai fedeli ed evitare una percezione elitaria del culto.

Al contrario, i difensori della Messa tradizionale la vedono come una ricchezza spirituale che deve essere preservata. Essi ritengono che la diversità liturgica sia sempre esistita nella storia della Chiesa e che il progressivo divieto della messa latina sia visto come un'esclusione ingiustificata di coloro che trovano in questa forma un'espressione più profonda della propria fede. La situazione è diventata ancora più tesa quando Papa Francesco ha rivolto duri commenti ai tradizionalisti, accusandoli talvolta di rigidità o nostalgia del passato. Queste affermazioni hanno rafforzato il sentimento di incomprensione e di emarginazione tra i fedeli legati alla Messa tridentina. Nonostante queste divergenze, la domanda è in forte crescita e alcune parrocchie continuano ad attrarre sempre più persone e sempre più giovani, tutti fervorosi!

Conclusione: un ritorno sostenibile?
Lungi dall'essere una moda passeggera, l'interesse dei giovani per la Messa in latino riflette una profonda aspirazione a una spiritualità esigente e radicata. In un mondo alla ricerca di significato, la liturgia tradizionale sembra offrire un rifugio e una fonte di stabilità. Tuttavia, il futuro di questo movimento dipenderà da diversi fattori: l'atteggiamento delle autorità ecclesiastiche, la formazione di sacerdoti che celebrino secondo il rito tridentino, nonché l'evoluzione delle tendenze in ambito ecclesiale dovute a una generazione forgiata proprio dal Vaticano II.

Se persistono certe restrizioni, è possibile che questo fervore si trasformi in un movimento di resistenza o in una riscoperta clandestina della tradizione. Al contrario, se la Chiesa riconoscesse e sostenesse con benevolenza questa richiesta, la Messa latina potrebbe riacquistare un posto duraturo e ufficiale nella vita liturgica delle giovani generazioni. Resta da vedere come evolverà questa dinamica nei prossimi decenni.

5 commenti:

  1. 18 MARZO.
    Se soffri con rassegnazione al suo volere tu non lo offendi, ma lo ami. E il tuo cuore avrà grande conforto se pensi che nell'ora del dolore Gesù stesso soffre in te e per te.
    Egli non ti ha abbandonato quando fuggivi da lui; perché dovrebbe abbandonarti ora che nel martirio dell'anima tua gli dai prove d'amore? (GF, 174).

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  2. SLGC e buongiorno a tutti i Pellegrini!
    In occasione della Festa di S.Giuseppe,
    nell' Anno Giubilare 2025
    dal 16 al 19 Marzo
    dalle ore 7,00 alle ore 19,30
    Esposizione straordinaria delle Reliquie
    del Sacro Manto di San Giuseppe e del Velo della Madonna
    Martedì 18 Marzo ore 20,00 (Vigilia di S.Giuseppe)
    Incontro di Preghiera alla presenza delle Reliquie.

    Si trovano nella Chiesa di S.Giuseppe al Trionfale.
    Per raggiungerla, metro A fino a Cipro e poi 7' circa a piedi.


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  3. MEDITARE... MEDITARE...19 marzo, 2025 07:23

    GESÙ SPIEGA A PADRE PIO COS'È LA S. MESSA

    "Pensate che il sacerdote che mi chiama tra le Sue mani ha un potere che neanche a Mia Madre concessi; riflettete che se, invece di un sacrestano, servissero il sacerdote i più eccelsi serafini, non sarebbero abbastanza degni di stargli vicino;

    È degno allora starsene alla Messa pensando altro che a Me?... Considerate l’Altare non per quello che lo hanno fatto gli uomini, ma per quello che vale, dato dalla Mia presenza mistica, ma reale.

    Guardate l’Ostia, vedrete Me umiliato per voi; guardate il Calice in cui il Mio Sangue ritorna sulla terra ricco com’è di ogni benedizione. Offritemi, offritemi al Padre, per questo Io torno tra voi.
    Se vi dicessero: ‘Andiamo in Palestina a conoscere i luoghi santi dove Gesù ha vissuto e dove è morto’, il vostro cuore sussulterebbe, è vero?...
    Eppure l’Altare sul quale Io scendo ora è più della Palestina, perché da questa me ne sono partito venti secoli fa e sull’altare Io ritorno tutti i giorni vivo, vero, reale, sebbbene nascosto, ma sono Io, proprio Io che palpito tra le mani del Mio ministro, Io torno a voi, non simbolicamente, oh no, bensì veramente; ve lo dico ancora; veramente!
    .Getsemani, Calvario, Altare! Tre luoghi di cui l’ultimo, l’Altare, è la somma del primo e del secondo; sono tre luoghi, ma uno soltanto è Colui che vi troverete.
    Portate i vostri cuori sul corporale santo che sorregge il Mio Corpo; tuffatevi in quel Calice divino che contiene il Mio Sangue. È lì che l’Amore stringerà il Creatore, il Redentore, la vostra Vittima ai vostri spiriti; è lì che celebrerete la gloria Mia nell’umiliazione infinita di Me stesso.
    Venite all’Altare, guardate Me, pensate intensamente a Me!"

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  4. da ex studente di Giurisprudenza19 marzo, 2025 09:53

    Purtroppo ho un timore: che piaccia perchè fa spettacolo, non pensano che sia istituzione immutabile e divina.
    A me l'hanno detto fin troppi, specie dopo quando l'hanno usata "per regolare i conti con Lorenzo Vescovo", questa era la motivazione che davano a Trieste nella tarda primavera e nell'estate del 1992.
    Mi riferisco alla messa secondo il rito di S. Pio V tenuta alla chiesa della B. V. del Rosario a Trieste, di solito seguita da non più di trenta persone (l'avevo seguita nel marzo 1992, eravamo 32, contati), dopo la famosa messa di Giovanni Paolo II a Trieste nel maggio 1992, tenuta mezza in sloveno pare proprio per iniziativa del Vescovo di allora, Lorenzo Bellomi (su Il Giornale si beccò del "Vescovo filoslavo"), messa che qualcuno, anche di rilievo e non legato alla c.d. "estrema destra", aveva suggerito di fare in latino (sì, anche la messa N.O. si può celebrare in latino!).
    A seguito di quell'evento, a quella messa tridentina, celebrata una sola volta al mese, la chiesa era piena! Non so se fosse perchè vista come una provocazione, ma la celebrazione fu sospesa da novembre e per diversi mesi, per riprendere con il messale del 1962 non so quando esattamente: nell'agosto 1993 era celebrata così; ho letto che c'era di nuovo, con questo rito, ma non sono mai riuscito ad assistervi più. Oggi pare sia la sola celebrata regolarmente così in regione.

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  5. Tutto assolutamente corretto. Piace la liturgia ben fatta (anche la Novus ben fatta), il canto gregoriano (anche nella liturgia delle ore Novus), e poi la contemplazione, ci aggiugerei i silenzi ove necessari (personalmente trovo irritante un canto durante e dopo la Comunione: non favorisce l’intimità con Dio). L’emotività delle comunità carismatiche non è solo nelle comunità carismatiche, ma anche in altre meno carismatiche. Poi, ps: definirle “carismatiche” è un po' eccessivo, diciamo che sono più che altre comunità sorte da qualche figura prorompente e che, per fortuna, non sono diventate sette o confessioni a se stanti. I carismi dello Spirito Santo sono una buona cosa, ma non centrano nulla con l’emotività o le direttive di un singolo soggetto. Solo alcuni appunti. Meglio evitare di trovare Dio solo in un modo e non in un altro: poi si adora il modo e non Dio e quindi poco cambierà tra novus e vetus. La tradizione è come il diritto di voto dei nostri antenati che ora non ci sono più: il loro insegnamento è importante e vale per noi ora e per chi ci sarà nel futuro, Vaticano II compreso. Se in un futuro alcune cose passeranno non sarà certamente perché è passato di moda, ma solo perché tale cosa non ha portato frutto nel modo corretto. Qualunque cristiano saggio apprezza tutti i riti offerti dalla Chiesa, purchè degni di essere chiamati riti.

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