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giovedì 8 maggio 2025

Leone XIV: Un papato di "riequilibrio"? Le sfide del nuovo Pontefice

Come esordio ho scelto la seguente analisi efficace, realisticamente consapevole senza essere disfattista, in attesa dell'evolversi della situazione.

Leone XIV: Un papato di "riequilibrio"?
Le sfide del nuovo Pontefice


L’elezione del Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, avvenuta l’8 maggio 2025, nel giorno liturgicamente segnato dalla memoria della Beata Vergine del Rosario di Pompei e dall’apparizione di san Michele Arcangelo, non può essere letta come un evento semplicemente ecclesiastico o canonico. Essa dovrebbe rappresentare un "punctum metaphysicum" nella storia della Chiesa: un’irruzione del principio ordinatore in una fase storica in cui la crisi della forma e della sostanza ha minato le fondamenta stesse dell’ecclesialità.
L’apparizione del nuovo Pontefice sulla loggia di San Pietro, nell' "habitus formae" del Successore di Pietro, ha avuto il valore di una teofania istituzionale: ciò che si è voluto restituire alla Chiesa non è stata un’esteriorità ornamentale, bensì la visibilità del sacro, il simbolo reso reale, il rimando immediato alla trascendenza come struttura dell’istituzione che il pontificato di Francesco (2013-2025) aveva di molto ridimensionato. 
La Chiesa, nella sua essenza, non è una società religiosa tra le altre, né un organismo in perenne ridefinizione sinodale, ma "Corpus Christi", struttura sacramentale e ontologicamente derivata dalla seconda Persona della Trinità incarnata.
Leone XIV, religioso agostiniano, formatosi nella profondità missionaria del Perù e nella severa architettura speculativa del diritto canonico romano presso l’Angelicum a Roma, si presenta come il pontefice che potrebbe ricondurre l’ecclesiologia alla teologia e quest’ultima alla metafisica.
La sua figura, nutrita dall’interiorità agostiniana e dalla grammatica dell' "ordo iuris", dovrebbe essere risposta silenziosa alla dispersione orizzontale e processuale che ha segnato una parte significativa dell’ultimo pontificato.
Il nome scelto, Leone, evoca non una continuità semplicemente affettiva o commemorativa, quanto un’analogia di ordine e di spirito. Leone XIII, pontefice dal 1878 al 1903, fu il Papa del "reductio ad principia", del ritorno al tomismo come "metaphysica ecclesiae", del realismo dell’intelligenza contro l’ideologia della volontà, del riconoscimento della legge naturale come partecipazione razionale alla legge eterna.
Se Leone XIV, non iper-progressista ma neppure totalmente conservatore (non certamente tradizionalista), intende raccogliere tale eredità, la sua missione non potrà che consistere nella restaurazione dell’intellegibile, nella ricostruzione dell’essere come fondamento della norma e della prassi. In questo senso, il suo pontificato é chiamato ad essere "actus metaphysicus", ovvero a restituire alla Chiesa la sua intelligibilità ontologica e il suo fondamento nella verità increata. Una sfida certamente non facile.
Le parole pronunciate nel primo discorso alla Chiesa universale si sono aperte con il saluto evangelico: "La pace sia con voi". Si è trattato, almeno ad avviso di chi scrive, di una parola performativa, non di un convenevole retorico. La "pax Christi", come Leone XIV ha lasciato intendere, non è conciliatoria nel senso politico del termine, né frutto di un processo dialogico indefinito: è la quiete dell’ordine, è l’unità del molteplice sotto la regola della verità. In un mondo ecclesiale spesso disorientato da una logica discorsiva priva di principio e fine, questa affermazione della pace come esito teologico e ontologico ha il valore di una rifondazione, soprattutto nel contesto geopolitico multipolare attuale.
Questa dovrebbe essere la linea da seguire in relazione al tema, solo accennato ma teoreticamente denso, della sinodalità. Pur richiamando la linea tracciata dal suo predecessore, Leone XIV ha il compito non semplice di riequilibrarne le premesse. La sinodalità, se intesa in senso sacramentale e gerarchico, può esprimere il mistero della Chiesa come unità nella distinzione; ma quando essa diventa categoria autoreferenziale, senza il vincolo di una forma sostanziale, rischia di dissolversi in prassi assembleare. La filosofia classica insegna che il molteplice, per essere intelligibile, deve essere ordinato all’uno. Analogamente, la Chiesa può camminare solo se è ancorata, per partecipazione, alla stabilità dell’Essere che la fonda. Il dialogo, in questa prospettiva, non è luogo della verità, ma via verso di essa, condizione subordinata al possesso di un principio. Ogni ecclesiologia che prescinda dalla metafisica è destinata a diventare antropologia religiosa.
Questo appare con particolare urgenza nei temi etici, su cui Leone XIV non si è ancora espresso, ma che rappresentano oggi il banco di prova della fedeltà della Chiesa alla verità naturale e rivelata.
La bioetica, l’antropologia della sessualità, la famiglia, il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale, la giustizia sociale non ridotta a redistribuzione orizzontale: tutte queste questioni esigono una risposta non meramente pastorale, come ha fatto Francesco, ma ontologicamente fondata. In un contesto in cui domina il nominalismo morale, il Papa è chiamato a riaffermare la "lex aeterna" come principio normativo dell’agire umano. L’etica, se separata dalla metafisica, diventa prassi soggettiva e la dottrina morale della Chiesa, ridotta a "orientamenti", perde la sua forza normativa e salvifica.
Non minore è la posta in gioco rappresentata dalla crisi degli abusi (vanno chiarite alcune ombre che circolano su sue presunte coperture di sacerdoti accusati di pedofilia): non solo scandalo morale, ma frattura teologica. Qui la giustizia, per essere autentica, dovrà fondarsi su una "recta ratio iuris", che non opponga misericordia e verità, ma ne mostri la coappartenenza nella luce della santità.
Leone XIV sembra consapevole che non basteranno riforme procedurali, né operazioni di immagine: occorre un nuovo inizio spirituale, un’ascesi della struttura ecclesiale, che riporti la santità al centro della forma istituzionale. Se il pontificato di Leone XIV saprà procedere lungo questa via, recuperando la centralità del "Logos", la struttura ontologica della Chiesa e l’unità del vero e del bene, allora la sua elezione segnerà non semplicemente un cambio di stagione, ma una "conversio ad principium".
In una modernità ecclesi7ale che ha smarrito il senso dell’essere, egli potrebbe ridare alla Chiesa ciò che le è essenziale: non la mera rilevanza storica, bensí la testimonianza dell’eterno nel tempo. La pace di Cristo, che è ordine, verità e giustizia, sarà allora non un’utopia pastorale, ma il sigillo teologico di un pontificato ordinato all’essere e aperto all’eternità. Lo valuteremo e lo giudicheremo con amore e rispetto filiale. Daniele Trabucco

28 commenti:

  1. Kyrie Eleison. Il suo passato non è edificante.

    Possa la grazia dell'ufficio rinnovarlo potentemente e renderlo servo del Dio vivente.

    La fede rimane. Teniamo duro, accada quel che accada.

    (Finora il nome Leone XIV e i paramenti sono lodevoli! )

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  2. Lo sguardo sul tempo

    San Leone Magno nacque nel 390, quando Sant'Agostino aveva trentasei anni. Sant'Agostino morì nel 430, quando San Leone Magno aveva quarant'anni. Dunque i due furono contemporanei su questa terra per quarant'anni. Leone, nato in Toscana, divenne Papa nel 440, quando l'opera di Agostino, in particolare il De civitate Dei che è il vero progetto dei secoli successivi che oggi chiamiamo retrospettivamente "Medioevo", doveva già essersi diffusa nell'orbe cristiano. Non sono un medievalista, ma credo che si possa affermare che lo sguardo di Leone sul tempo fosse quello di Agostino, e mi auguro che Leone XIV, agostiniano ed esperto di Agostino, possa contemplare il nostro tempo con gli stessi occhi. Anzi, è la mia preghiera per lui al buon Dio.
    Cit Andrea Sandri

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  3. LA SCELTA DEL NOME
    Un uomo che assume la carica più pesante del mondo - a prescindere da come la si pensi - non sceglie il nome a caso. Robert Francis Prevost ha scelto LEONE.
    Leone I "Magno" (papato 440 - 461) fermò i barbari di Attila, confermò Roma come centro del cristianesimo, presiedette tramite i suoi legati il fondamentale Concilio di Calcedonia che definì in modo chiaro alcune caratteristiche della verità eterna della fede cristiana cattolica apostolica.
    Leone X (papato 1513 - 1521) scomunicò Martin Lutero e ribadì la verità della fede apostolica di fronte alle derive che originarono l'eresia detta comunemente "protestantesimo".
    Leone XIII (papato 1878 - 1903) fu il primo papa non più Re, successore dell'ultimo papa Re Pio IX, e fu strenuo difensore della verità della fede contro il modernismo, fu iniziatore della Dottrina Sociale della Chiesa con la "Rerum Novarum" e zelantissimo nemico della Massoneria con diverse encicliche, su tutte la "Humanum Genus".
    Un uomo dal curriculum studiorum che presenta Sua Santità Leone XIV non può aver scelto il nome senza aver apprezzato queste cose che quel nome reca con sè.
    Cit. Davide Lovat

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  4. Ha esordito con il saluto di Cristo risorto, che il mondo ha inteso come “ preghiera per la pace”. No: al centro c’è Gesù Cristo e Leone XIV lo ha ricordato nominandolo una decina di volte nel primo minuto del suo breve discorso.

    La regola agostiniana è basata sull’essere concordemente rivolti al Signore Gesù. L’unità viene da quella direzione dello sguardo, che ama anche il peccatore, ma lo corregge e lo riconduce a casa: l’immagine della parabola del figlio dissipatore.

    La sinodalita’ ecclesiale è un accompagnarci tra noi per arrendersi all’amore di Dio: per scoprire di averlo amato tardi, perché mentre Lui è in noi noi eravamo fuori!

    La chiesa in uscita torna a casa?

    Leone è il Papa che fermò Attila alle porte di Roma in rovina, al declino dell’impero. E’ il Papa che nel 1884 ebbe la visione terrificante del disastro ecclesiale. Voglia il Cielo che sulle attuali macerie si torni alla bellezza infinita!

    Umanamente l’esordio di Papa Leone XIV mi ha rasserenato: lo prendo come un segno in antitesi al brivido presago che mi percorse la schiena alla comparsa di Bergoglio.

    Il mondo intriso di peccato ha bisogno di Cristo è un papà agostiniano ha la visuale migliore per capire lo schifo, confessarlo e puntare misticamente alla città di Dio, consapevole di camminare sulle rovine della città dell’uomo.

    Ringrazio anche io questi dodici anni di croce: i barbari furono decisivi per ripartire dal monachesimo e i vescovi decisivi per convertire (Ambrogio per Agostino, Agostino con i Vandali, Leone con gli Unni, Benedetto nelle grotte).

    Si può morire martiri, ma si vive rivolti a Cristo. Dio ama tutti, ma pochi paiono riconoscere l’Amore: torna il tempo della missione. La verità di Dio e’ solo in Cristo.

    E’ tempo di Madri: Maria per la Chiesa, Monica per Agostino, Rita contro le vendette… nulla è impossibile a Dio.

    San Michele Arcangelo combatte per noi le potenze malefiche, le più scornate ieri sera e lo si percepisce bene.



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  5. In Illo unum uno.

    Dopo il divisivo falsamente unitivo nella fratellanza orizzontale, il veramente indispensabile per riunirsi fraternamente perché rivolti al Cielo disceso in terra.

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  6. Leone decimoquarto: perché? È probabile che la sua intenzione, nello scegliere il nome, fosse anche quella di presentarsi come un papa per dir così sociale: avrà pensato alla "Rerum novarum". E questo va benissimo. Ma c'è, senza dubbio, anche qualcosa di più: importante non è tanto che abbia scelto questo particolare nome, ma che abbia scelto, come prima Benedetto, il nome d'un papa preconciliare. Questo implica il riferimento all'ermeneutica della continuità. Anzi, ricordate, prim'ancora, il Ratzinger del libro-intervista al Messori, negli anni ottanta? Già allora il discorso era chiaro: ci dobbiamo riconnettere a una tradizione bimillenaria; la Chiesa non è nata nel 1962. Questo per me vuol dire, prima di tutto, il nome Leone.

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  7. Poiché il nome è un programma, rallegriamoci
    Maurizio Blondet 8 Maggio 2025

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  8. Abbiamo avuto 266 papi, più o meno alcune domande storiche (ad esempio Stefano II, nel 752, morto tre giorni dopo essere stato eletto e prima di essere incoronato, conta o no? Gli storici dibattono... ). Alcuni sono stati grandi santi, altri orribili canaglie, la maggior parte mediocri.

    La nostra fede non è costruita sui papi. A Pietro fu affidato il compito di confermare la fede dei fratelli. Non reinterpretarla, non cambiarla in base ai tempi, non piegarsi in una direzione o nell'altra. Confermare la fede dei fratelli - aiutare tutti noi a vedere Gesù di più. Per fidarmi di più di Gesù. Per amare di più Gesù.

    Se lo fanno, urrà! Sono buoni papi. Se non lo fanno, boo! Sono papi orribili. Questo è tutto.

    Ma Padre, che ne pensi TU del nuovo Papa? È liberale, o conservatore, ha mai fatto qualcosa di male in passato, o è innocente e puro come la neve? Mette il ketchup sul suo hot dog?

    A) Non lo so
    B), a questo punto, non mi interessa molto.

    Voglio un papa buono e non un papa cattivo? Ma certo.

    Ma, alla fine (e l'inizio, e il mezzo, e tutti gli angoli e le fessure difficili da raggiungere) si tratta di Gesù. Non fissarti così tanto sul Papa da perdere di vista Gesù.

    Gesù ci ha dato la fede. Gesù ci ha dato la Chiesa per insegnare quella fede. Gesù ci ha dato Pietro per confermare quella fede. I papi vanno e vengono. Alcuni faranno bene il loro lavoro, altri male.

    Questo non fa alcuna differenza. Come stai vivendo la tua vita? Come fai ad innamorarti sempre di più di Gesù? In che modo le tue parole e le tue azioni portano più persone a Lui?

    Se Papa Leone XIV ci aiuta a farlo, evviva! Altrimenti, boo. Se ci rende più difficile farlo, vergognatevi, ma dobbiamo ancora fare quello che dobbiamo fare. Pregate per lui, ma guardate Gesù.
    Cit. Timoty T Ferguson

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  9. Ho letto anch'io di questa donazione di Trump.
    Non credo assolutamente che un nuovo Papa costi ( appena ) 14 milioni ma certo quella immagine di lui vestito da Papa, serio e con il dito ammonitore, assume un aspetto diverso.
    Poi sarà anche stato scelto da Bergoglio ma ho letto che nell'Illinois votava repubblicano e non ne faceva mistero.
    Questo di per sé non vuol dire niente perché innanzitutto bisogna vedere se queste cose sono vere, poi certi disvalori sono purtroppo ormai bipartisan; ma è anche possibile che Prevost si riveli abbastanza diverso da Bergoglio.
    Ha una espressione gentile.
    Vedremo.

    PREVOST SUCCEDE A BERGOGLIO COL NOME DI LEONE XIV
    ( di Matteo Castagna )

    "Stamattina Il Quotidiano Nazionale ha pubblicato un articolo in cui evidenziava la donazione di 14 milioni da parte di Donald Trump per il funerale di Bergoglio a fronte di una Istituzione in deficit di 70 milioni.

    Il Quotidiano Nazionale continuava:
    "In questi giorni il card. Dolan, nelle sue stanze del Pontificio collegio americano, vista Cupolone di San Pietro, ha avuto diversi incontri, colloqui. Probabilmente a favore del cardinale statunitense ma spendibile anche nel Sudamerica, Francis Prevost. Su di lui ci sarebbe stata in queste ultime ore una convergenza degli americani. Tra Nord, Sud e Centro America, un bel pacchetto di voti".

    Questo pronostico si è dimostrato esatto. Tanto che nel discorso ha parlato anche in spagnolo rivolto al "suo" Perù.

    Il discorso basato sulla Pace di Cristo Risorto dimostra quanto prevedevamo in merito alla sua missione politica diplomatica, che sia credibile nel mondo, in questo particolare momento storico.

    Il nome Leone XIV è impegnativo. San Leone Magno fu un esempio di ortodossia tradizionale cattolica.

    Leone XIII fu il Papa delle grandi Encicliche sociali di condanna del Comunismo, del Socialismo, del Liberalismo, ma anche del Modernismo, della Massoneria e dei suoi principi. Andrà in continuità con la Rerum Novarum?

    Si è vestito da Papa, con mozzetta e stola, Ha parlato di Cristo, Dio e Chiesa. Oggi, fa notizia...

    Non mi pare di sentire gli ultraprogressisti particolarmente entusiasti.

    Ha 67 anni, è giovane e con personalità. Agostiniano, quindi tomista di formazione.

    Rimane un eletto da tutti modernisti, perciò dovremo ascoltare e vedere cosa succederà e cosa farà.
    La parola d'ordine, per me, è una sola: Prudenza!

    P.s.: Il primo a inviare le felicitazioni è Donald Trump".

    Matteo Castagna,
    Responsabile Nazionale del Circolo Christus Rex-Traditio

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    1. "Agostiniano, quindi tomista per formazione..."

      Questa è bella. Non ci potrebbe essere più distanza tra Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino. Ambiguo su tante cose il primo (formatosi in varie eresie prima di diventare cristiano); preciso, esatto, puntuale il secondo al punto che l'iconografia lo mostra sormontato da una stella, a significare l'ispirazione costante dello Spirito Santo.
      C'è anche da aggiungere che negli anni in cui Prevost studio' in seminario, il Tomismo era ormai stato gettato alle ortiche come dottrina di riferimento della Chiesa, soppiantato dalla Nouvelle Theologie e da altre dottrine ancora più fantasiose.

      Anche papa Benedetto, pur con la sua precisione teutonica, è stato fondamentalmente un agostinista, possibilista su tanti punti (anche se non eretico).

      Infine un pensiero sulla Regola di Sant'Agostino, a cui il nuovo Papa si è votato. È una regola che trova il suo fascino, e nei secoli è stata scelta da numerosi ordini religiosi dal carisma proprio "deboluccio", esattamente per la sua inconsistenza e stringatezza: scritta dal santo per i suoi amici canonici, è improntata al "volemose bene", ma poco altro. Manca di "virilità", per cosi dire, ben lontana dalle regole monastiche che impongono penitenza e conversione a go go.
      Attualmente oltre agli Agostiniani e Agostiniane (ordini religiosi che nascono nel Medioevo e contrariamente alla credenza comune non hanno come fondatore Sant'Agostino neppure loro), hanno la regola agostiniana vari ordini di Canonici nati sempre nel medioevo, i Servi di Maria, le recenti Monache dell'Adorazione Eucaristica di Suor Gloria Riva, e cosi via.

      Questo dunque il retroterra del nuovo Papa.

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  10. Al momento mi ha fatta una buona impressione anche se ha una storia “delicata” alle spalle .
    Verificheremo gli atti !

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  11. Speriamo, con cuore filiale e sincero affetto, che voglia onorare il suo glorioso predecessore Leone XIII non solo nel nome, ma anche nell’opera spirituale.

    Una delle più urgenti: la restituzione della Preghiera a San Michele Arcangelo al termine della Santa Messa.

    Tolta negli anni del disincanto e delle illusioni, rimossa dai nuovi progressisti come se il demonio avesse cessato di esistere, quella preghiera fu voluta da Leone XIII dopo una visione terribile.

    Esorcisti autorevoli come Don Gabriele Amorth l’hanno sempre ritenuta un baluardo indispensabile, un sigillo contro le tenebre che si accaniscono contro la Chiesa.

    Molti fedeli, ancora oggi, la recitano dopo la Messa, soprattutto nel Rito Romano Antico.

    Che il nuovo Pontefice, Leone XIV, ascolti il grido mite di chi chiede solo più preghiera, più protezione, più fede.

    San Michele, difendici nella battaglia.

    RB

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  12. Le tracce di cattolicesimo ci fanno ben sperare.
    E" presto per valutare, sono impressioni ' a caldo', ma a mio modestissimo parere, esistono maggiori probabilità che i sinceri e voluti richiami di Leone XIV al cattolicesimo tradizionale, sempre disprezzato da Bergoglio, sia subordinato a dare una veste più rassicurante alle riforme e ai "processi" avviati dal pessimo predecessore.
    Non dimentichiamo la dichiarata continuità con Bergoglio, di cui era sostenitore sincero, non solo perché lo creò Cardinale.
    Quindi è molto probabile, ma spero di essere smentito dai fatti, che la rivoluzione modernista - perché la maggioranza del conclave era modernista, anche se con varie sfumature - voglia mantenere ferma la temperatura dell' acqua in cui ci sta lessando, aumentata troppo dal cattivo predecessore.
    Aloisius

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  13. Quindi mi accontento di poco e chiedo poco al Signore: che Leone XIV crei un "ponte" non solo per l' immigrazione clandestina senza limiti, ma anche con la Tradizione e i cattolici che la vivono, e che almeno "tolleri" il Rito antico e lo sparuto clero che lo custodisce. Lo faccia anche in nome dell' "ermeneutica della continuità" o di quello che preferirà, non mi interessa: l' importante e è che abbandoni quel livore velenoso e tirannico dei gesuiti odierni contro il Rito antico e la Tradizione attuato e del Papa che quell' ordine degradato e deviato ha partorito.
    A Dio nulla è impossibile,a non devono mai mancare le nostre preghiere preghiere.
    Aloisius

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  14. Da quello che ho letto, non è a favore dell'immigrazione clandestina indiscriminata ma vorrebbe che i poveri fossero aiutati nelle loro nazioni, senza dovere emigrare. Però per verificare, lo aspettiamo al varco!

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  15. Il primo discorso del neo eletto è stato di confermare il "magistero" eretico e apostatico di Bergoglio, con molta veemenza e convinzione. Sembra il manifesto programmatico di quello che vorrebbe essere il suo pontificato. Questo è la sostanza, poi gli accidenti sono diversi sicuramente per rendere più digeribile il processo di demolizione iniziato da altri, ma con Bergoglio portato alle estreme conseguenze. Alessandro da Roma.

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  16. Mi sembra che, al di là di nomi, curriculum e retroterra, la questione più spinosa e fondamentale per la Chiesa Cattolica moderna e contemporanea sia la sua capacità di RESISTERE al mondo, di essere quel che è e deve essere senza maschere e compromessi. Una Chiesa non ricattabile, orgogliosa della sua unicità e convinta della sua missione. Gli ultimi decenni, tra scandali finanziari, sessuali e ammiccamenti corrosivi di morale e dottrina hanno dimostrato la debolezza della Gerarchia e l'insicurezza del clero. Se si vuole avere un futuro bisogna tornare vertiginosamente al passato, ridando priorità all'essenza e non all'esperienza. Camminare non serve se non si sa dove si va.
    ¥¥¥

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  17. https://www.laveritarendeliberi.it/leone-xiv/

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    1. Riporto di sotto l'ottavo punto dell'articolo citato. Mi basta.

      8. Bioetica, pandemia e la memoria degli anni oscuri
      Un ulteriore nodo critico, che pesa sulla figura di Leone XIV, riguarda la sua posizione durante la farsa pandemica di COVID-19. All’epoca prefetto del Dicastero per i Vescovi, Prevost sostenne con coerenza la linea sanitaria di Bergoglio, promuovendo la “vaccinazione come atto di carità” e utilizzando i social per incoraggiare l’adesione alle misure imposte dai governi. La sua posizione, saldamente allineata a quella di Bergoglio, culminò nel sostegno alla rimozione del vescovo Joseph Strickland nel 2023, perché contrario al siero sperimentale.

      Tale conformità solleva interrogativi in merito al suo posizionamento rispetto alla biopolitica emergente: in un tempo in cui la libertà dell’uomo è ridefinita secondo parametri sanitari, digitali e algoritmici, la Chiesa Cattolica non può più permettersi di ignorare le derive escatologiche di una medicina trasformata in religione di Stato.

      Sebbene Leone XIV non abbia mai promosso la coercizione, la sua mancanza di una voce critica verso Big Pharma, il green pass ecclesiale o la tracciabilità sanitaria sacramentale lo colloca in quella zona grigia della governance spirituale in cui la prudenza si avvicina pericolosamente al conformismo alle élite.

      La questione non è più solo morale, ma profetica: in un mondo in cui l’uomo è già in fase di riformattazione biologica e identitaria, chi guiderà la Chiesa? Un pastore escatologico, o un funzionario del nuovo ordine sanitario globale?

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  18. Con l'elezione di Sua Santità Papa Leone XIV, la Chiesa entra in un nuovo capitolo del suo pellegrinaggio attraverso la storia.
    Affidiamo il Santo Padre alla guida dello Spirito Santo e alla protezione della Beata Vergine Maria, pregando affinché custodisca fedelmente il Deposito della Fede e confermi i suoi fratelli nella Verità.
    In questi tempi difficili, possiamo tutti noi – clero e laici – rimanere saldi nel nostro amore per Cristo, la Sua Chiesa e le Sacre Tradizioni tramandate attraverso i secoli.
    Monsignor Strickland, Vescovo emerito
    9 maggio a.D. 2025
    https://www.alleatieucarestiaevangelo.it/2025/05/sullelezione-di-leone-xiv-monsignor.html

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  19. “ …La roccia di Pietro è roccia perché egli proclama la verità di Cristo e la difende dall’errore.
    Finché parla e la proclama, è anche una pietra d’inciampo. Non c’è modo di evitarlo, perché il servo non è al di sopra del Signore.
    Guai a una Chiesa che vuole piacere a tutti, che accoglie ogni sensibilità nei suoi insegnamenti, che si adatta ai gusti e ai desideri dei tempi facendo concessioni ai comandamenti di Cristo, che cerca l’amicizia con il mondo e vuole essere accettata da esso.
    Ciò avviene sempre a scapito del Vangelo di Gesù Cristo.
    Guai a una Chiesa inclusiva che non chiama il peccato con il suo nome, non condanna gli errori, non testimonia Cristo come l’unica via giusta, la verità (rivelata) per eccellenza e come la vera vita eterna.
    Guai a una Chiesa che accetta tutto per essere amata e accettata da tutti.
    Speriamo che il prossimo pontificato vada in questa direzione.” (Cit. Marian Eleganti, Vescovo Emerito)

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  20. Scusa Tralcio, tu hai sempre sostenuto che Bergoglio non fosse Papa, se hai ragione non può esserlo nemmeno Prevost, giacché non sarebbero valide le sue nomine. Questo indipendentemente se Prevost é pio, buono ,santo e in buonissima fede.
    Se Bergoglio, invece, è stato solo un cattivissimo Papa allora la questione cambia.
    Un Papa non è tale perché fedele alla retta dottrina e antipapa se eretico, ma solo se non è validamente eletto oppure no.
    Noi non possiamo saperlo con certezza né abbiamo l' autorità per redimere tale questione ma, almeno, dovremmo essere coerenti con le nostre convinzioni, giuste o sbagliate che siano e, questo, ce lo dirà il tempo.
    Premesso che non seguo Cionci, ieri mi è parso propenso a pensare che questo Papa potrebbe ripristinare, poco alla volta, la legalità nella Chiesa.
    Molto contraddittorio, evidentemente.
    Se Prevost non fosse legittimamente Papa, e sottolineo se, non potrebbe ripristinare un bel niente.
    Sul fatto,poi, che non c'è ne dovrebbe fregare nulla se è buono o cattivo o se se è vero Papa oppure no, mi permetto di dissentire, anche perché non ci siamo solo noi.
    Ci sono quelli con un piede dentro ed uno fuori e ci sono i lontani.
    La questione non mi sembra così indifferente.
    Antonio

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  21. LIBRO PROFETICO?09 maggio, 2025 16:50

    Proprio poco fa mi sono accorto che lo scorso 4 maggio è uscito su Amazon un libro di Matteo Orlando dal titolo "Il sigillo del Leone". E' un libro di fantasia in cui ci si immagina che il 13 maggio viene eletto un papa che sceglie di chiamarsi Leone XIV. Non solo il nome ma anche il profilo del Leone XIV del libro potrebbe somigliare molto a quello del vero nuovo papa (invece, per fortuna, il volto del vero Leone XIV è molto più simpatico di questo che compare nella copertina). A seguire pubblico uno stralcio della prefazione contenuta nel libro, scritta da Paolo Gulisano:
    Leone XIV, come scopriranno i lettori, è un pontefice coraggioso, fermo nella dottrina, ma amabile nello stile. Avremo un papa così? Sognare non è proibito, e così possiamo porre le nostre speranze in un papa che si ponga al di sopra della suddivisione conservatori/modernisti. Vorrei proprio un papa così: un contemplativo, un papa che non fa gesti spettacolari, che si esprime solo attraverso il magistero ufficiale e relativi documenti ufficiali. Un papa che non fa conferenze stampa a braccio né sugli aerei né altrove. Un papa che non va alle trasmissioni televisive, un papa che non cerca l’applauso facile della gente. Un papa, che tenga sotto controllo la situazione della Chiesa e intervenga a correggere stranezze, esibizionismi, errori. Sogno un papa coraggioso, che non ha paura di giudicare il mondo, di denunciare il peccato, di chiamare il male con il suo nome. Perché silenzioso? Perché siamo stanchi di una Chiesa sbracata e chiassosa, di un chiasso che non porta nulla, che suscita solo il sorriso di compatimento del mondo. Quindi una Chiesa seria, austera, e di conseguenza affascinante, perché non metterebbe in mostra se stessa, ma il Mistero della Salvezza di Cristo di cui da duemila anni è portatrice. Un papa che rifugga dai modelli di vita secolarizzati, e dalle teologie all’ultima moda, e che invece si rifaccia ad Agostino e a Tommaso d’Aquino. Un papa che abbia ben presente le parole di Cristo: "siete nel mondo, ma non siete del mondo". Un papa che vorrei è un uomo profondamente appassionato alla Verità, che la testimoni, che la ami, che la proclami, che faccia in modo che il Cattolicesimo sia ancora rilevante e non venga assorbito nella società liquida post moderna. Un papa che non rinunci alla Fede sul modello dei santi e dei martiri. Matteo Orlando, docente, giornalista, penna vivace e interessante, che con questo romanzo fa il suo esordio nella narrativa, ci regala uno spaccato appassionante della Chiesa di oggi e di quale potrebbe essere l’uomo chiamato a raddrizzare la barca di Pietro.

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  22. Per prudenza conviene valutare il suo operato strada facendo, chi è di Cristo non sarà ingannato: le mie pecore conoscono la mia voce

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  23. Mieli: "Finalmente un Papa colto che non parla a vanvera come Bergoglio"
    https://blog.messainlatino.it/2025/05/mieli-finalmente-un-papa-colto-che-non.html
    Ha avuto il coraggio di esternare a Papa Francesco vivente cio' che pensava di
    Bergoglio vivente ?
    Da wikipedia:
    Mieli, nonostante non sia ebreo di nascita (in quanto la madre non era ebrea), non abbia frequentato la comunità ebraica e non sia neppure religioso praticante, si dichiara «ebreo al 110%, orgoglioso di questa identità», soprattutto nei momenti in cui si hanno manifestazioni di antisemitismo.
    Vita privata
    Mieli ha tre figli, avuti con tre diverse mogli: Lorenzo (1973) con la docente e scrittrice Francesca Socrate, Andrea (1979) con Federica Alatri e la figlia Oleandra (1997) con la giornalista Barbara Parodi Delfino[55]. Attualmente la compagna di Mieli è la nota gallerista Camilla Grimaldi.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Mieli#:~:text=Mieli%2C%20nonostante%20non%20sia%20ebreo,si%20hanno%20manifestazioni%20di%20antisemitismo.

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  24. La critica "illogica" di Mancuso a papa Leone XIV
    Il Cammino dei Tre Sentieri
    https://www.youtube.com/live/VozR0veESi0

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