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venerdì 16 maggio 2025

Mons. Schneider: il primo impegno del papa è il Vangelo, non il Vaticano II

Dopo il discorso di apertura di papa Leone XIV, il vescovo Athanasius Schneider ha messo in guardia dal basare un pontificato esclusivamente sul Vaticano II, affermando che il «primo impegno» di un papa è verso il Vangelo.

Mons. Schneider: il primo impegno
del papa è il Vangelo, non il Vaticano II


Nel suo discorso inaugurale al Collegio Cardinalizio, sabato mattina, papa Leone XIV ha sottolineato la priorità del Concilio Vaticano II per il suo pontificato. «Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II», aveva affermato lo scorso 10 maggio il nuovo Pontefice.

Un simile commento ha suscitato l’interesse di molti, soprattutto di coloro che si sono preoccupati degli aspetti predominanti del pontificato di Francesco, tra cui il vescovo Athanasius Schneider, ausiliare dell’arcidiocesi di Astana, in Kazakistan.

«Penso che un papa non dovrebbe parlare in questo modo perché il nostro primo impegno completo è verso il Vangelo di Gesù Cristo: questo è il primo impegno di ogni papa e vescovo», ha detto il vescovo durante un’intervista lunedì scorso.

«Un concilio è un atto del Magistero… che è l’ufficio di insegnamento della Chiesa», ha aggiunto Schneider. «L’ufficio di insegnamento della Chiesa è definito come non superiore alla tradizione, ma subordinato ad essa».

Proseguendo, ha respinto l’idea secondo cui i papi dovrebbero fare di un particolare concilio il fulcro del pontificato, attingendo a precedenti storici per sostenere la sua argomentazione: «non era comune per i papi nella storia presentare l’inizio del loro pontificato con un impegno pubblico a un concilio specifico. Nemmeno nel famoso concilio di Nicea… che fu più importante del Vaticano II, che fu solo pastorale».

Un concilio specifico «non può essere il nostro primo impegno», ha ribadito Schneider. «Il nostro primo impegno sono le parole e l’insegnamento chiari di Nostro Signore, il costante e chiaro insegnamento della tradizione e degli Apostoli, e tutto l’insegnamento solenne e definitivo del Magistero. Questo dovrebbe essere il nostro primo impegno».

Il monsignore ha aggiunto che, sebbene i cattolici dovrebbero «trarre una certa ispirazione positiva da ogni concilio», un concilio in particolare non dovrebbe essere «assolutizzato» in modo da costituire il centro dell’insegnamento magisteriale sotto un pontefice.

Sottolineando inoltre di non poter fare previsioni certe sul nuovo pontefice, Schneider ha accolto con favore il fatto che «almeno la sua apparizione» e il suo discorso di apertura dal balcone siano stati «positivi» e abbiano dato «speranza e incoraggiamento».

Il comportamento di Leone era «molto spirituale», ha aggiunto Schneider, che si è detto anche incoraggiato dall’evidente devozione del papa per Maria. «Aveva una sorta di radiosa calma», ha commentato Schneider.

I cattolici dovrebbero «ringraziare il Signore per la sua elezione» invece di altri candidati «che avrebbero davvero danneggiato la Chiesa», ha affermato Schneider a proposito di Leone, la cui elezione ha definito «un segno positivo».

Interrogato dall’intervistatore Matt Gaspers su quali «questioni urgenti» avrebbe raccomandato al Papa di affrontare, Schneider ha evidenziato questioni dottrinali e liturgiche, insieme alle nomine del personale.

«Primo: confermare, rafforzare tutti i fedeli nella fede come Gesù l’ha donata a Pietro e a lui anche in questo caso, di fronte all’evidente confusione in cui è sprofondata la Chiesa a livello dottrinale, morale, è davvero urgente rafforzare e confermare nella fede».

Approfondendo l’aspetto dottrinale della crisi della Chiesa, Schneider la suddivide in tre ulteriori punti che, a suo dire, necessitavano di essere affrontati:

«Per affrontare concretamente tre temi che nella vita della Chiesa sono più confusi: La verità sull’unicità di Gesù Cristo come unica via di salvezza e sul fatto che le altre religioni non sono mezzi di grazia o vie di salvezza. Deve essere affermata con chiarezza cristallina»

«L’ordine divino della sessualità umana deve essere affrontato con una formula estremamente chiara. I temi principali che riguardano questo tema, che ai nostri giorni sta evidentemente causando tanta confusione nella Chiesa, riguardano l’immoralità intrinseca e la malvagità degli atti e dello stile di vita omosessuali, e poi il divorzio. Questo va sottolineato. E l’indissolubilità del matrimonio».

«Fare una solenne e definitiva precisazione circa il sacramento dell’ordinazione, stabilendo che il sacramento dell’ordine – essendo un sacramento unico nei tre gradi dell’episcopato, presbiterato e diaconato – è per diritto divinamente stabilito riservato ai fedeli di sesso maschile».

Per quanto riguarda la liturgia, Schneider ha ampliato la sua precedente condanna della restrizione della Messa tradizionale imposta da Papa Francesco, come contenuto nella Traditionis Custodes, chiedendo che il documento venga revocato: «per quanto riguarda il culto, il papa dovrebbe abrogare completamente la Traditionis Custodes»

«Si tratta davvero di un’umiliazione, di una persecuzione di una parte dei fedeli e anche di un rifiuto dell’intera tradizione liturgica della Chiesa. Quindi questo deve essere sanato. Deve ripristinare la completa libertà d’uso della liturgia in tutte le epoche».

A parte eventuali piani particolari che Leone potrebbe già avere, la loro attuazione dipenderà fortemente dalla collaborazione della Curia Romana con i suoi desideri. In tali circostanze, il personale si rivelerà effettivamente una politica.

A tal fine, Schneider ha aggiunto che la selezione episcopale è fondamentale:
«Deve nominare i vescovi con molta attenzione, perché i vescovi devono essere veramente uomini di Dio, di fede cattolica. A questo dovrebbe prestare molta attenzione». 15 maggio 2025 -  Fonte

10 commenti:

  1. Purtroppo per molti viene prima un Concilio dai risultati catastrofici che il Vangelo!! Sarà forse perché anche il Vangelo ... è preconciliare?!?

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  2. Come dare torto a Sua Eccellenza?
    Parole prudenti ma estremamente chiare e condivisibili in toto.

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    1. A me il Vaticano II non piace per niente, e concordo con Schneider che Gesù Cristo venga prima dei concilii. Vorrei però ricordargli che dopo il Concilio di Trento fu primo impegno dei Papi e dei loro sottoposti (vescovi, preti, ordini religiosi ecc) implementare il Tridentino e le sue riforme.
      Un Concilio, se veramente tale e non un conciliabolo di eresiarchi, non è da contrapporsi a Gesù Cristo. Il dire "Viene prima questo o quello" è fallace, come quando qualche prete progressista dice: "Non si deve pregare la Madonna, ma Gesù Cristo" (Sic)...

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  3. "Pascere" significa anzitutto fornire buon nutrimento.

    E il buon nutrimento per gli agnelli e le pecorelle del Signore, è costituito dalla santa dottrina e dai sacramenti. Non saranno il Dialogo e la Sinodalità a consentire alle anime di guadagnarsi una seria opportunità in più per il paradiso.

    Dunque dobbiamo necessariamente dedurre che ne verrebbe un gran bene per tutta la Chiesa da un pontificato che si occupasse anche soltanto di correggere autorevolmente errori, ambiguità e svarioni dottrinali e liturgici.

    Tutto questo alla faccia dei cattolici normalisti che si raccontano a vicenda la favoletta del "ma sì, un contentino ai modernisti era pur necessario darlo". Come se i modernisti fossero così intontiti da accontentarsi della menzione di Bergoglio fin dal primo saluto e dell'attuare lo stranamente inattuato Concilio. Infatti il machiavellismo funziona solo quando il target è abbastanza ingenuo e stordito.

    Per cui ha fatto bene mons. Schneider a ricordare con garbo che si diventa pontefici per il Vangelo, non per il Concilio Pastorale.

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  4. Mons. Schneider ha commentato con grande puntualità e rispetto. A pensarci bene quanti hanno assimilato anche solo il Nuovo Testamento, senza inoltre piegarlo ai tempi o al loro transeunte stato di comprensione? Il Vangelo dovrebbe essere assimilato attraverso una umile ruminatio lungo tutta la vita. Questo vale sia per i consacrati sia per i semplici credenti. In questa nostra era impera l'enciclopedismo effimero che ha imposto una ignoranza nazional popolare diffusa. Noi e i nostri governanti, artisti, professori facciamo sfoggio del pressapochismo imperante. Qualche specialista tiene alta la bandiera del sapere, ma sono pochi pochi. Il discorso diventa ancor più grave per gli insegnamenti di Gesù Cristo. Gesù Cristo è spesso sconosciuto a molti bambini, adolescenti, giovani occidentali, dai quali spesso viene scambiato per un dio della antichità. Un mito anche poco conosciuto. Ma nei fatti la stessa Fede Cattolica è sconosciuta e non praticata seriamente dai genitori, dai nonni, dai parenti vari e dagli insegnanti di ogni ordine e grado. Quindi la trasmissione della Fede Cattolica, oggi la trasmettono solo i pochissimi santi e quei defunti che possono dare buone ispirazioni ai loro discendenti. Credo quindi che oggi un sacerdote, un vescovo, un Papa hanno come primo dovere di farsi banditori del Signore Gesù Cristo e del Suo insegnamento. Sia perché questo insegnamento non è stato adeguatamente trasmesso, sia perché è stato fatto di tutto per trasformare le nostre società in masse fatue, supponenti e corrotte. Cioè smidollate.

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  5. Oggi ha parlato di famiglia uomo donna

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  6. Ecco chi vedrei bene, anzi benissimo, alla CDF : Mons.Schneider.

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    1. Talmente bene che tremerebbe la Curia....quindi impossibile...Ma preghiamo!

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  7. Ahahah! Altro che ... bésame mucho..
    Oremus!

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  8. Papa Leone XIII sull'ecumenismo cattolico

    A questa unità cui mai venne meno la Chiesa cattolica, né mai per alcun motivo potrà venir meno, lasciate che Noi vi invitiamo e che con profondo amore vi porgiamo la destra. La Chiesa, madre comune, già da tempo vi chiama a sé; vi attendono con ansia fraterna tutti i cattolici, perché santamente con noi veneriate Iddio, congiunti in perfetta carità nella professione di un solo Vangelo, di una sola fede, di una sola speranza.

    - Leone XIII, Enciclica Praeclara gratulationis (1894)

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