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mercoledì 7 maggio 2025

Oltre le etichette: La questione della Verità nella Chiesa e nel Conclave

Sintesi ben calibrate, non nuove per questo blog; ma efficaci da riproporre soprattutto per chi ci leggesse solo ora e anche come memento per noi tutti. Precedenti interessanti qui - qui - qui.
Oltre le etichette:
La questione della Verità nella Chiesa e nel Conclave


Nel dibattito ecclesiale contemporaneo, l’abuso di categorie di derivazione politico-sociologica, quali "conservatore", "progressista", "moderato", "tradizionalista", applicate alla vita della Chiesa e, ancor più impropriamente, ai conclavi, rivela un fraintendimento radicale dell’essenza stessa della realtà ecclesiale.
Tali etichette presuppongono la legittimità di una pluralità di opzioni teologiche, come se la fede potesse articolarsi secondo modelli dialettici propri dell’agorà secolare, dimenticando che la Chiesa non è un ordinamento umano, ma un mistero soprannaturale, fondato su una verità oggettiva rivelata da Dio e affidata alla custodia del Magistero.
La Chiesa, in altri termini, non è una società che si autoconserva mediante un compromesso fra forze antagoniste, bensì la società teandrica ordinata alla "salus animarum" e, pertanto, fondata sulla Verità, che è Cristo stesso (Ego sum Veritas). Come ha magistralmente affermato san Pio X (pontefice dal 1903 al 1914), nella Lettera Enciclica "Pascendi Dominici Gregis" del 1907, l’errore moderno consiste nell’assumere la coscienza individuale come criterio dell’esperienza religiosa, dissolvendo così il dogma nell’esperienza mutevole e rendendo la fede un fenomeno soggettivo, evolutivo e storico.
In tal modo, si attua una rivoluzione teologica che rompe il nesso analogico tra intelletto creato e Logos increato, negando implicitamente la possibilità di un’intelligenza oggettiva del dato rivelato.
In questa stessa prospettiva si colloca il successore, Benedetto XV (Papa dal 1914 al 1922), il quale, pur in un contesto storico segnato dal dramma della Prima Guerra Mondiale (1914-1918) e della dissoluzione morale dell’Europa cristiana, affermò nella "Ad Beatissimi Apostolorum" del 01 novembre 1914 che la fede cattolica non tollera graduazioni, perché ciò che è rivelato è integralmente vero e non può essere oggetto di negoziazione. É l'unanimità nella verità, più che la diversità riconciliata nella prassi (1), il principio costitutivo dell’unità ecclesiale. Ciò che egli intendeva contrastare, dunque, non era tanto la diversità di accenti, quanto la riduzione della verità a opinione ecclesiale, con la conseguente politicizzazione della fede.
La crisi della Chiesa contemporanea, soprattutto dopo il 1965, anno di chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II ad opera di Paolo VI (pontefice dal 1963 al 1978), altro non é che una crisi dello statuto della verità. L’errore più radicale del neomodernismo consiste nel sovvertire l’ordine dell’essere, dell’intendere e dell’agire: laddove la carità viene anteposta alla verità, si giunge alla dissoluzione del bene, poiché l’amore sganciato dal vero, osservava Romano Amerio (1905-1997), si trasforma in passione soggettiva, incapace di ordinare rettamente la volontà [vedi].
Alla luce di queste considerazioni, risulta evidente che, nel Conclave, non si confrontano opzioni pastorali in competizione, bensí si gioca, silenziosamente ma decisivamente, la fedeltà o l’infedeltà alla verità rivelata.
Il discernimento che i cardinali elettori sono chiamati a compiere non è un atto politico, né una selezione funzionale a gestire le tensioni ecclesiali: é, invece, un atto profondamente teologico, che deve porsi sotto il giudizio del Logos divino. Il Papa non è il garante di un equilibrio tra opposti, ma il vicario di Cristo, custode visibile dell’unità della fede. Per questo, la vera linea di divisione non corre tra "progressisti" e "tradizionalisti", ma tra chi conserva integralmente l’"ordo fidei" come "ordo essendi" e chi, in nome di una pastorale sganciata dal dogma, finisce per svuotare la missione della Chiesa del suo fine ultimo, che è la salvezza eterna delle anime.
Qualsiasi alterazione dell’"ordo veritatis", anche se motivata da buone intenzioni, costituisce una deviazione dal telos divino della Chiesa, che non è il consenso sociale, ma la gloria di Dio e la beatitudine eterna dell’uomo. Solo riconoscendo questo principio primo si può comprendere il significato reale del Conclave e, più in profondità, la natura stessa della Chiesa.
Daniele Trabucco
____________________
(1) Una chiosa sulla pastorale :
Affermare che la pastorale è variabile all’interno del "solido perimetro" della Verità è corretto solo se si intende che essa consiste nell’applicazione prudenziale dei principi immutabili della fede alle contingenze storiche, senza mai contraddirli né oscurarli. Tuttavia, nella prassi contemporanea, e questo io avevo in mente nella stesura del testo, il termine "pastorale" è stato spesso utilizzato per giustificare scelte che, pur non modificando formalmente il dogma, ne svuotano l’efficacia normativa, introducendo nei fatti un’opposizione tra verità e carità, tra dottrina e prassi, che risulta teologicamente e filosoficamente insostenibile. Da un punto di vista propriamente metafisico e tomista, infatti, la pastorale non può mai essere un campo separato o indipendente, bensì è l’estensione pratica della dottrina nella realtà: essa riceve forma e misura dalla verità e non il contrario. L’ordine delle priorità nella missione del Papa, pur lasciando margini di libertà prudenziale, deve sempre riflettere il fine ultimo della Chiesa, che è la salvezza delle anime mediante la proclamazione integra e fedele della Rivelazione, non l’adattamento alle attese del mondo.

17 commenti:

  1. Di Nicola Porro
    Il cardinal Ruini non parla mai a caso. Grande uomo di Chiesa, già capo della Cei, ascoltato porporato, in queste ore sta tratteggiando il profilo del prossimo Papa dopo la morte di Francesco. E nel farlo mette in evidenza i limiti del pontificato bergogliano, così attento ad aprirsi all’esterno da rischiare di perdere i fedeli. “Servirà un Papa buono, profondamente credente, dotato di attitudine nelle questioni di governo, capace di affrontare una fase internazionale delicatissima e molto pericolosa – dice il cardinale al Corsera – E servirà un Papa caritatevole. Caritatevole anche nella gestione della Chiesa”.

    E attenzione: non è questione di nazionalità. Il futuro Papa “può venire da qualunque parte del mondo”, l’importante sarà “restituire la Chiesa ai cattolici, mantenendo però l’apertura a tutti”. A preoccupare Ruini sono due elementi. Primo: “I funerali hanno dato l’impressione che si sia risolto il problema principale del pontificato, quello cioè della divisione della Chiesa, che in qualche modo coinvolgeva lo stesso Bergoglio. Purtroppo la divisione è rimasta, con il paradosso per cui favorevoli a Francesco sono per lo più i laici mentre contrari sono spesso i credenti”. Secondo: Bergoglio “con intenzione missionaria si era rivolto soprattutto a quanti erano distanti, con modalità che hanno irritato chi per anni si era speso a difendere le posizioni cattoliche. Francesco è sembrato cioè privilegiare i lontani a scapito dei vicini”. Terzo: “Purtroppo la popolazione ha percepito una scelta netta di Bergoglio verso l’apertura alle novità. E molti lo hanno rifiutato per rimanere fedeli alle loro convinzioni”.

    Si tratta di una critica neppure troppo velata al pontificato bergogliano. Certo: Ruini può essere inserito nel calderone dei conservatori, di sicuro non segue la linea che in queste ore sta dettando il cardinal Marx, ma è un esponente che – pur non votando – potrebbe indirizzare i porporati votanti verso un candidato che, pur mantenendo lo spirito di apertura di Francesco, recuperi anche l’adesione alla dottrina che fu propria di Ratzinger.

    A convincerlo a parlare è stato anche il funerale di Francesco, o meglio la rappresentazione che ne hanno dato i media. “Quello che non ha avuto abbastanza rilievo è che l’elemento centrale della Chiesa è Cristo, non il Papa. Altrimenti si apre un problema”, spiega Ruini. “Alla morte di Wojtyla la gente urlava ‘santo subito’, mentre alla morte di Bergoglio ha urlato ‘grazie Francesco’. Ecco, se viene messa in ombra la dimensione trascendente non si rende un buon servizio alla Chiesa“.

    Il problema insomma non è tanto il rischio di uno scisma, se non c’è stato con Bergoglio è difficile che accada, ma il pericolo arriva da “quei teologi che prendono posizioni contrarie all’ortodossia cattolica”. “Certe affermazioni di papa Francesco potevano dare l’impressione di una grande apertura, come il famoso ‘chi sono io per giudicare’, riferito alle persone omosessuali, che sembrava preludere a profonde modifiche dottrinali – aggiunge Ruini – Su altri aspetti è andato invece in senso opposto, riuscendo — e questo è uno dei suoi grandi meriti di cui nessuno parla — a neutralizzare la contestazione ecclesiale sui punti più acuti: dall’ipotesi del sacerdozio alle donne alla illiceità dell’aborto, per la quale ha usato parole assai forti, che nessuno aveva osato pronunciare prima di lui. Così negli ultimi anni è diminuita, nelle aree ecclesiali più radicali, la simpatia nei suoi confronti”.

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  2. Oggi inizia il Conclave

    2005 - 7 maggio - 2025

    Benedetto XVI prende possesso della Cattedra romana.

    «Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo».

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  3. 7 MAGGIO

    FESTA DEL PATROCINIO DI SAN GIUSEPPE SULLA CHIESA UNIVERSALE

    PROPRIO DELLA S.MESSA

    INTROITUS
    Ps 32:20-21.- Adjútor et protéctor noster est Dominus: in eo lætábitur cor nostrum, et in nómine sancto ejus sperávimus, allelúja, allelúja. ~~ Ps 79:2.- Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph. ~~ Glória ~~ Adjútor et protéctor noster est Dominus: in eo lætábitur cor nostrum, et in nómine sancto ejus sperávimus, allelúja, allelúja

    Ps 32:20-21.- Il Signore è il nostro aiuto e il nostro protettore: il nostro cuore si rallegrerà in lui; e nel suo santo nome abbiamo sperato, alleluia, alleluia. ~~ Ps 79:2.- Pastore d'Israele, ascolta: Tu che guidi Giuseppe come una pecora. ~~ Gloria ~~ Il Signore è il nostro aiuto e il nostro protettore: il nostro cuore si rallegrerà in lui; e nel suo santo nome abbiamo sperato, alleluia, alleluia.

    Gloria

    ORATIO

    Orémus.
    Deus, qui ineffabili providéntia beátum Joseph sanctíssimæ Genetrícis tuæ sponsum elígere dignátus es: præsta, quaesumus; ut, quem protectórem venerámur in terris, intercessórem habére mereámur in coelis:Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    Preghiamo.
    O Dio, che con ineffabile provvidenza ti sei degnato di eleggere il beato Giuseppe a sposo della tua Madre santissima; concedici, te ne preghiamo, che come lo veneriamo protettore in terra, così meritiamo di averlo intercessore in cielo: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    LECTIO

    Léctio libri Génesis
    Gen 49:22-26
    Fílius accréscens Joseph, fílius accréscens, et decórus aspéctu: fíliæ discurrérunt super murum. Sed exasperavérunt eum, et jurgáti sunt, inviderúntque illi habéntes jácula. Sedit in forti arcus ejus, et dissolúta sunt víncula brachiórum et mánuum illíus per manus poténtis Jacob: inde pastor egréssus est, lapis Israël. Deus patris tui erit adjútor tuus, et Omnípotens benedícet tibi benedictiónibus coeli désuper, benedictiónibus abýssi jacéntis deórsum, benedictiónibus úberum et vulvæ. Benedictiónes patris tui confortátæ sunt benedictiónibus patrum ejus, donec veníret Desidérium cóllium æternórum: fiant in cápite Joseph, et in vértice Nazaraei inter fratres suos.

    Figliuolo fecondo è Giuseppe, figliuolo fecondo, e bello di aspetto: le fanciulle corsero sulle mura. Ma lo amareggiarono, e contesero con lui, e gli portarono invidia i maestri di tirar frecce. L'arco di lui si appoggiò sul Dio forte, e i legami della braccia, e delle mani di lui furono disciolti per mano del possente Dio di Giacobbe: indi uscì egli pastore, e pietra d'Israele. Il Dio del padre tuo sarà tuo aiutatore, e l'Onnipotente ti benedirà colle benedizioni dall’alto del cielo, colle benedizioni dell'abisso, che giace giù basso, colle benedizioni delle mammelle, e dei seni. Le benedizioni del padre tuo sorpassano quelle de' padri di lui; fino al venire di lui, che è il desiderio dei colli eterni: posino esse sul capo di Giuseppe, sul capo di lui che è il Prescelto tra i suoi fratelli.

    ALLELUIA

    Allelúja, allelúja.
    De quacúmque tribulatióne clamáverint ad me, exáudiam eos, et ero protéctor eórum semper. Allelúja.

    Fac nos innócuam, Joseph, decúrrere vitam: sitque tuo semper tuta patrocínio. Allelúja.

    Alleluia, alleluia.
    In qualunque calamità mi invocheranno, io li esaudirò, e sarò il loro protettore in perpetuo. Alleluia.

    Facci trascorrere, o Giuseppe, una vita tranquilla: e sia sempre sicura con il tuo patrocinio. Alleluia.

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  4. Segue
    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Lucam.
    Luc 3:21-23

    In illo témpore: Factum est autem, cum baptizarétur omnis pópulus, et Jesu baptizáto et oránte, apértum est coelum: et descéndit Spíritus Sanctus corporáli spécie sicut colúmba in ipsum: et vox de coelo facta est: Tu es Fílius meus diléctus, in te complácui mihi. Et ipse Jesus erat incípiens quasi annórum trigínta, ut putabátur, fílius Joseph.

    In quel tempo: avvenne che nel battezzarsi tutto il popolo essendo stato battezzato anche Gesù, e stando egli in orazione, si spalancò il cielo e discese lo Spirito santo sopra di lui in forma corporale come una colomba : e dal cielo venne questa voce : Tu sei il mio Figliuolo diletto : in te mi sono compiaciuto. Ed Gesù, era di circa trent'anni quando cominciò il suo ministero ed era creduto figliuolo di Giuseppe.

    Credo

    OFFERTORIUM
    Ps 147:12; 147:13

    Lauda, Jerúsalem, Dóminum: quóniam confortávit seras portárum tuárum, benedíxit fíliis tuis in te, allelúja, allelúja.

    Loda, o Gerusalemme, il Signore: perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte: ha benedetto i tuoi figli dentro di te, alleluia, alleluia.

    SECRETA

    Sanctíssimæ Genetrícis tuæ sponsi patrocínio suffúlti, rogámus, Dómine, cleméntiam tuam: ut corda nostra fácias terréna cuncta despícere, ac te verum Deum perfécta caritáte dilígere: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    Confortati dal patrocinio dello Sposo della tua santissima Madre, noi imploriamo la tua clemenza, o Signore, affinché i nostri cuori, per tua grazia, disprezzino le cose terrene, e te, vero Dio, amino con perfetto amore: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    COMMUNIO
    Matt 1:16

    Jacob autem génuit Joseph, virum Maríæ, de qua natus est Jesus, qui vocátur Christus, allelúja, allelúja.

    Giacobbe generò Giuseppe sposo di Maria, dalla quale nacque Gesù chiamato il Cristo, alleluia, alleluia.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus.
    Divíni múneris fonte refécti, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, sicut nos facis beáti Joseph protectióne gaudére; ita, ejus méritis et intercessióne, coeléstis glóriæ fácias esse partícipes. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    Preghiamo.
    Ristorati alla sorgente dei doni celesti, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché, come ci hai fatto godere della protezione del beato Giuseppe, Così pure per i suoi meriti e la sua intercessione, ci faccia partecipi delta divina gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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  5. Eccellente articolo.

    Mercoledì della seconda settimana dopo la domenica di Quasimodo: solennità di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale

    Sancte Joseph, Patrone Sanctae Ecclesiae, ora pro nobis!

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  6. Andrea Gagliarducci:
    "Chi avrà la forza di entrare in Curia e smontare l'ospedale da campo per far ergere qualcosa di permanente al suo posto? Chi avrà il coraggio di tagliare i rami morti del potere perpetuandosi sotto il pontificato? Il conclave sembra essere un conclave di mediazione piuttosto che profezia, ma dovrebbe essere un conclave di coraggio. "

    https://www.mondayvatican.com/vatican/after-pope-francis-a-church-to-be-rebuilt?

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  7. Caritatevole si, ma che metta a Centro il Magistero di sempre la Dottrina perché la più Alta forma di Carità è la VERITÀ!!!

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  8. preghiamo san Giuseppe affinché venga eletto un papa possibile, non facciamoci illusioni! La situazione della chiesa è estremamente compromessa e grave che possiamo sperare soltanto in un papa meno peggio che riporti almeno ad una normalità postconciliare e di lì, pian piano, far risalire la barca...
    E' questa la sfida, non altra, se Dio vorrà usarci ancora clemenza per le preghiere della sua santa Madre.
    Che se poi il Cielo si è chiuso perché è questo che meritiamo per aver resistito allo Spirito Santo (pastori e fedeli a partire dal Concilio con strategie e politiche umane, soltanto umane seppur in buona fede) allora prepariamoci alla liquidazione definitiva di quella che abbiamo conosciuto come Chiesa Cattolica della quale resterà soltanto il nome appiccicato a delle strutture, mentre la Chiesa - un resto, sarà altrove. E sarà realizzazione piena del sogno modernista, con la complicità attiva delle mass ...rie con "amici fraterni in conclave", infiltrati in tutto l'apparato ecclesiastico da alcuni decenni.
    Non fu questo il timore di Paolo VI, una volta ravveduto, che confidò all'amico Guitton?
    Non lavorarono per arginare questo pericolo i papi postconciliari che tentarono di raddrizzare la rotta? Penso a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, di cui il primo subì un attentato e il secondo rinunciò al pontificato (mentre Giovanni Paolo I durò qualche settimana soltanto, "un soffio, apparve e scomparve", disse il card. Siri esperto di conclavi). Dice qualcosa tutto ciò?

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  9. Ho paura che le tragiche vicende internazionali sui fronti di guerra ora allargati a India e Pakistan indurranno a scegliere Parolin...

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  10. Lo riscrivo, in attesa dell'omelia del Card. Re per la messa pro eligendo.

    Molto utile rileggere a distanza di 12 anni quanto il blog Rorate scriveva l'11 marzo 2013, vigilia del conclave ​:

    Il Dr. Moynihan ha scritto oggi di una conversazione con un Cardinale e in un angolo di strada a Roma​, molto sobrio, quasi impaurito
    ​- "Eminenza," dissi, "ho dimenticato​, ha già più di 80 anni, o no?"
    ​- "Non ne ho ancora 80," mi ha detto.
    ​- "Così domani voterà."
    Lui annuì, e i suoi occhi sembravano pieni di ombre e preoccupazioni.
    Sono rimasto sorpreso dalla sua intensità. Sono rimasto sorpreso da tutta la conversazione.
    Mi ha stretto​ la mano.
    ​- "C'è qualcos'altro che posso fare?" Ho chiesto.
    ​- "Pregate per noi", ha detto​ - "Pregate per noi".
    Si è voltato come se avesse bisogno di andare.
    ​- "Devo andare."
    Ha fatto un passo, poi si è voltato di nuovo.
    "E' un momento pericoloso. Pregate per noi."
    Penso che dovremmo fare come ha chiesto.

    ​....e oggi?
    Non dimentichiamo nella messa pro eligendo del 2013 le poco felici espressioni del card. Sodano quando invocava un papa a servizio del Nuovo O rdine M ondiale.
    Sodano, Re, ...è la vecchia curia Woitiljana, i papi di fatto ieri, oggi e l'altro ieri.
    L'ora è grave, ma dal 1958

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    1. Personalmente credo che una promozione a piu' alto grado sia una opportunita' : o sara' l'ccasione per migliorarsi o sara' l'occasione per perdersi definitivamente.

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    2. Sodano, Re....Papi di fatto.....forse anche domani.
      L'omelia di stamattina, oltre al caloroso abbraccio di pace, è stato l'endorcement a parolin, papa gradito ai poteri forti. C'è già l'applauso compiaciuto dei media. Non si può fare diversamente. Vedremo domani sera se sarà fumo bianco...sarà lui, papa Giovanni XXIV o Paolo VII ....e sarà notte nera

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  11. La mia stima va a tutti coloro che pregano e trepidano nell’attesa di un Papa veramente cattolico.
    Così cattolico da non temere di riconoscersi tale; da affermare, senza esitazioni, che Gesù Cristo, vero Dio, ha fondato la fede cattolica e, dunque, la Chiesa.
    Tutto il resto è da battezzare. Tutto il resto è da convertire e da salvare.
    Con tutto il resto si può anche dialogare, sì, per ipotesi — posto che la parola dialogo nella Sacra Scrittura non esiste — ma unicamente per condurre alla verità, che è Cristo, e quindi al cattolicesimo.

    Ecco il punto.
    Un Papa che non si faccia benedire dagli anglicani. Che non baci i piedi agli uomini del mondo.
    Che ci faccia sentire, nel midollo dell’anima, che Cristo è il Re. Che ci confermi nella Fede per la quale ci impegniamo.
    Perché, vedete, la differenza è tutta qui: tra chi fa il tifo, cercando anestetici e giustificazioni risibili alle proprie pulsioni disordinate, e chi invece si dona con serietà, desiderando essere confermato nella verità.
    Quella verità che costa sangue, sudore e lacrime.

    Un abbraccio profondo, allora, a tutti quelli che stanno pregando per un Papa che sia davvero Papa.
    Che non esca dal seminato — e nemmeno dal seminario, già che ci siamo — ma che ci riporti proprio lì: in seminario, a formare sacerdoti cattolici, uomini di Dio, capaci di guidare anime, di difendere la verità, di inginocchiarsi davanti al Santissimo e non davanti al mondo.

    Che non si inventi nulla, che non scandalizzi, che non ci faccia soffrire.
    Che veneri con dolcezza la Madonna Santissima, e che di ella ci parli con ieratico affetto.

    Aggiungo: speriamo in un Papa che non “costringa” una pletora di zelanti scrivani facebucchiani a scrivere post su Facebook per difendere sperticatamente colui che siede sul soglio di Pietro.
    No! È lui a dover difendere noi.
    Chi si presta al gioco — sporco — dei giornalisti, non è un buon Papa: mettetevelo in testa!

    Vogliamo un Papa che non abbia bisogno di tifo da stadio, ma che riporti le anime nei confessionali.
    Dove incontrare sacerdoti autenticamente preparati che, se necessario, sappiano anche negare l’assoluzione per il bene delle anime.

    Desideriamo un Papa che si inginocchi, durante la celebrazione dell’Eucaristia, davanti al Santissimo Sacramento.
    Che non abbia problemi alle ginocchia soltanto quando si tratta di Gesù Cristo.

    D’altra parte, siamo noi cattolici ad esigere un Papa cattolico.
    Tutti quelli che sono filoprotestanti possono tranquillamente trovare la propria giusta collocazione nelle varie denominazioni dell’arcipelago delle pseudo-chiese: vadano, vadano pure.
    Gli altri vogliono restare atei? Restino atei.
    Ma i cattolici hanno diritto a un Papa cattolico. Riga!

    Alla fine, cosa chiediamo davvero?
    Che tutti coloro che tifano per la demolizione della Chiesa ricevano, da questo conclave, una sonora e salvifica clavata.
    Roberto Bonaventura

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  12. AD CONCLAVE CUM SPE IN CORDE
    Hodie incipit Conclave ad novi Pontificis electionem Ecclesiae Catholicae Apostolicae, unius et sanctae. Spes mea tendit ad virum, qui virtutes theologales fidei, spei et caritatis exprimat, qui in vita virtutes cardinales iustitiam, prudentiam, fortitudinem et temperantiam coluerit, qui sacram Scripturam ac Traditionem diligat, qui Ecclesiam amet sicut Christus nos dilexit, et qui sensum profundum sacri habeat, ita ut ille in praxis liturgica atque in digna Missae celebratione per orbem terrarum elucescat.

    Spero in viro, qui non loquatur ad gratiam captandam, sed ad Verbum Dei in sua integritate nuntiandum. Et spero ut incipiat, se statim fidelibus exhibens in lingua universali Ecclesiae, quae est Latina, salutatione simplicissima ac christiana: “Laudetur Iesus Christus”, ac deinde benedictionem more canonico tradito impertiat.

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  13. Sul potere assoluto del papa.
    Si ripette giustamente, citando anche Benedetto XVI, che il papa non ha un potere assoluto sulla Chiesa visibile, non potendo fare quello che vuole e governare la Chiesa da tiranno. In verità, l'appena scomparso papa Francesco ha dato proprio l'impressione di farre quello che voleva, anche in campo dottrinale. Non si è limitato alla prassi pastorale, ha anche ordinato che interpretazioni eterodosse dei suoi dicta (p.e. sulla Comunione ai divorziati risposati) venissero inserite negli Acta Apostolicae Sedis, acquistando così valore di magistero in senso formale.
    Inoltre, ha detto che il suo insegnamento sulla "Chiesa sinodale" doveva essere ritenuto magistero della Chiesa.
    Ora, non bisogna confondere il potere assoluto con quello tirannico. Il tiranno, secondo il pensiero classico e tradizionale, è colui che governa al di fuori di ogni legge, di qualsiasi tipo, seguendo solo gli impulsi della sua natura violenta e malvagia. Rappresenterebbe una forma del Male Assoluto in politica.
    Il potere assoluto, invece, è un potere legittimo non vincolato da alcuna istanza. L'unico limite è non scritto, deriva cioè dalla consuetudine, dalla tradizione. Il potere assoluto dei monarchi di diritto divino del passato era limitato dalle leggi dell'onore e da una tradizione "paternalistica" nel t rattare con i sudditi. Ma non c'erano limiti legali a questo potere. Così un re di Francia, come Luigi XIII, poteva ordinare a voce di uccidere il favorito della regina madre, inviso a molti: fu ucciso pubblicamente non dopo un processo ma dopo semplice intimazione verbale dall'alto funzionario regio incaricato della bisogna, assieme ad una squadra: gli spararono in faccia.
    il sovrano assoluto ha potere di vita e di morte sui suoi sudditi, che tuttavia può anche graziare o colmare unilateralmente di benefici.
    Il papa non ha attualmente potere di vita e di morte come in passato, ma il suo potere ha la struttura di quello assoluto. È un monarca di diritto divino, che non risponde a nessuno di ciò che fa. Infatti, assomma in sè tutti e tre i poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giuridiziario) e non può essere giudicato da nessuno. Può liberamente scomunicare un fedele, con una sua semplice dichiarazione di volontà (latae sententiae). E nessuno può impugnare questa sua decisione, che solo lui può eventualmente rimettere.
    Potrebbe esser giudicato solo se si ritenesse sempre valido il principio generale secondo il quale un papa "che deviasse dalla fede" può esser giudicato, p.e. dal concistoro dei cardinali che l'ha scelto come individuo ritenuto degno di ricevere dal Signore il potere (pertanto di origine divina) di governare la Chiesa universale.
    Ma su questo terreno nessuno si vuole avventurare, anche se bisogna dire che questo principio generale di tutto l'ordinamento della Chiesa non può ritenersi abrogato dalla norma del codice che proibisce di giudicare il papa.
    T.

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    1. La scomunica «latae sententiae» è una scomunica in cui si incorre automaticamente per il solo fatto di aver commesso un determinato delitto. La dichiarazione della volontà del papa non centra.

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  14. In un clima di guerra oggi, la candidatura di parolin potrebbe riemergere in conclave grazie ai buoni uffici di alcuni porporati "amici fraterni" oltre altri sostenitori,
    come nel 1939 l'altro Segretario di Stato, Pio XII, fu eletto al terzo scrutinio dopo due giorni... alla vigilia di una altro conflitto.

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