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giovedì 8 maggio 2025

Tutti incollati al comignolo, come se la fumata avesse qualcosa di magico

Se le due votazioni del mattino saranno entrambe negative, si procederà a una sola fumata, che secondo alcuni calcoli potrebbe avvenire attorno alle 12. Nel caso fosse positiva la prima votazione del mattino, la fumata potrebbe avvenire tra le 10.30 e le 11. Stesso ragionamento per le due votazioni del pomeriggio: si dovrebbe iniziare a iniziare attorno alle 16. Se la prima votazione del pomeriggio fosse positiva la fumata bianca potrebbe arrivare attorno alle 17. Se entrambe fossero negative la fumata nera è prevista attorno alle 19.30. Ovviamente sono orari indicativi e quindi le dirette televisive terranno una finestra aperta sul comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina per coglierne i segnali.

Tutti incollati al comignolo, 
come se la fumata avesse qualcosa di magico

Con raccapriccio e dolore si scorge un mondo attratto in maniera morbosa da tutto ciò che accade entro le mura del Vaticano. Non per anelito di Fede, né per sete di Verità, ma per quella curiosità mondana che un tempo si riservava all’incoronazione dei re, al cambio delle guardie, ai cerimoniali da osservare come spettacoli. Del Vaticano — del suo cuore pulsante e sofferente — non importa nulla. Importano solo lo I.O.R., gli abusi sbattuti in prima pagina, i prelati che si pensa mangino a sbafo, i papi che scelgono stanze d’albergo, le presunte trame da romanzo.

Eccoli, tutti incollati al comignolo, a fissare il cielo come se la fumata avesse qualcosa di magico. Si mettono a discettare, a prevedere, a suggerire, senza sapere nulla, proprio nulla, del mistero che stanno sfiorando con la loro inscienza soprannaturale.

Sanno tutto del Conclave, e ignorano la Fede. Parlano con sicurezza da salotto, ma non saprebbero nemmeno come confessarsi bene. Hanno parole per ogni notizia sciorinata da telegiornali e programmi d’intrattenimento, ma non una stilla di timore per l’anima propria.

E, sotto la scorza dell’ironia e del disinteresse, covano un desiderio inconfessato: che arrivi un Papa disposto a contraddire Cristo. Un Papa che cancelli le parole scomode del Vangelo, addolcisca l’intransigenza della Croce, diluisca il senso del peccato. Perché quel Cristo, che tanto disattendono, lo temono nel midollo dell’anima: sanno che Egli ha parlato — e non ritratterà — e che ogni uomo dovrà renderGli conto delle proprie azioni. E allora sì, preferirebbero rendere conto, un giorno, a un uomo accomodante piuttosto che affrontare lo sguardo eterno e ineludibile del Giudice dei vivi e dei morti.

Nel frattempo la vita, donata per conoscere, amare, servire Dio e goderLo in Cielo, si consuma. E loro restano lì, davanti agli schermi, spettatori adoranti di un reality pseudo-spirituale che non ha alcun Cielo da offrire, se non quello finto, illuminato dai riflettori.

Ma il vero Cielo — il Cielo dei Troni, delle Dominazioni, del fuoco d’Amore che non si spegne — resta lì, in attesa. E quando le telecamere si spegneranno, e le voci si faranno silenzio, ogni anima dovrà attraversare l’ultima soglia. Lì non ci saranno più telecronache, né commenti, né cardinali da intervistare. Ci sarà soltanto un Volto, il Volto. E allora ogni ginocchio si piegherà, vale per i papi come per ogni essere umano che ha ricevuto la Grazia di nascere, ma al quale è affidata la possibilità di non trasformare questo dono irripetibile in un’eterna disgrazia.
Roberto Bonaventura

10 commenti:

  1. Altra conseguenza del concilio08 maggio, 2025 11:43

    Cercavo il senso della esclusione degli ultra ottantenni dal conclave. E non l'ho trovato. Perché non esiste. È una delle tante insensatezze e contraddizioni cattoliche. Un cardinale intorno ai novant'anni ha potuto sopportare il viaggio dalla Cina, ma non può scrivere un nome su una scheda perché la cosa a quell'età è considerata gravosa. Mentre un uomo della stessa età può fare tranquillamente il papa!
    Come già diversi commentatori hanno sottolineato, questa norma fu introdotta da Paolo VI per evitare che qualche buontempone potesse creare ostacolo alla nuova Pentecoste da lui stesso promossa in nome del concilio, soprattutto con la nuova messa. Ma siccome apertamente questo non lo voleva/poteva dire, ecco che il farisaismo clericale gli ha suggerito di giustificarla con il peso costituito dal conclave, il quale era certamente pesante, con brandine vecchie, celle ricavate con tramezzi provvisori, segregazione, bagni quasi inesistenti e comunque lontani, pitali per i bisogni immediati e bacili per lavarsi etc. Ma nessun cardinale in mille anni è mai morto per alcuni giorni di povertà assoluta vissuta in conclave. La norma quindi è figlia dell'ipocrisia tanto diffusa nel nostro ambiente clericale e dal bisogno di salvare la "primavera" inaugurata dal concilio.
    Da Lo Spigolatore Romano

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  2. Un necrologio estremamente interessante
    ElWanderer.com (5 maggio) ha pubblicato la lettera scritta da Teodoreto di Ciro (+466) al Vescovo Domno di Antiochia in occasione della morte di San Cirillo di Alessandria (+444). Teodoreto e Cirillo erano nemici teologici e personali. Cirillo sottolineava l'unità della natura divina e umana di Cristo nell'unica persona, mentre Teodoreto insisteva sul mantenimento della distinzione tra le due nature per salvaguardare la vera umanità di Cristo.
    "Finalmente, anche se in ritardo, l'uomo malvagio [= Cirillo di Alessandria] è morto. Perché gli uomini buoni e gentili lasciano questa vita prima del tempo, mentre i malvagi vivono per molti anni.
    Ma a lui - l'empio - il Governatore delle nostre anime non ha permesso, come fa con gli altri, di continuare a godere di ciò che sembra piacevole. Piuttosto, sapendo che la malvagità di quest'uomo cresceva ogni giorno e danneggiava il corpo della Chiesa, Egli lo eliminò come una specie di piaga e tolse il rimprovero ai figli di Israele (1 Cr 17:26).
    La sua partenza portò gioia ai vivi, ma forse tristezza ai morti - e dovremmo persino temere che lo rimandino da noi, troppo appesantiti dalla sua compagnia.
    Perciò piango e faccio lutto per il disgraziato, perché la notizia della sua morte non mi ha portato gioia pura, ma gioia mista a tristezza.
    Mi rallegro e sono felice di vedere la Chiesa liberata da una tale piaga, ma mi addoloro e piango quando penso che lui, povera anima, non ha trovato pace dai suoi mali, ma è morto mentre si sforzava di farne di più grandi e peggiori.
    Perciò è necessario prendere delle precauzioni, e Sua Santità dovrebbe essere particolarmente sollecito in questo senso, ordinando ai portatori della bara di collocare una pietra grande e molto pesante sulla tomba, per evitare che ritorni e ricominci ad affermare le sue opinioni folli.
    Che proclami i suoi nuovi dogmi a coloro che si trovano nell'Ade e che predichi lì giorno e notte per tutto il tempo che vuole.
    Non temiamo infatti che li divida, parlando apertamente contro la pietà e circondando la natura immortale con la morte. Perché sarà lapidato non solo da coloro che conoscono le cose divine, ma anche da Nimrod, Faraone, Sennacherib e da ogni altro nemico di Dio come loro".
    https://gloria.tv/post/6tv3mDk3Q7yK6ksJ7guxAryZ3

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  3. L'8 maggio e la prima domenica di ottobre, alle ore 12.00, si recita la Supplica alla Madonna del Santo Rosario di Pompei.

    Maria, Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis.

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  4. Inoltre oggi si vive più a lungo e con discreta salute. Un consacrato poi dovrebbe non aver ecceduto in nulla.

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  5. Fumata nera? Poco male! Fra un po' sarà bianca. Leggo titoli e articoletti dei quotidiani mondialisti: logge massoniche, politici, preti, suorine e atei da urlo vogliono tutti un papa "come Francesco". Saranno accontentati?

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  6. Non dimentichiamo il ruolo avuto dal cinema, americano eppoi anche europeo, dalla letteratura americana eppoi anche quella europea. Sempre più film e libri trattavano casi fuori dalla norma come fossero esemplari di una vita al passo dei tempi, casi di gente intelligente, che sperimentava tutto ed il contrario di tutto e ne usciva sempre in piedi. Eppoi anche la televisione che entrò nelle canoniche. Questa fu una tragedia e la televisione finì col sostituire lo studio e la preghiera di molti sacerdoti. Non si è valutato, né forse eravamo in grado di valutare adeguatamente, quello che sarebbe stato l'effetto dei persuasori occulti, della manipolazione delle masse.

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  7. Dopo il papa che non sapeva il greco i cardinali che non sanno il latino...
    C'è quest'aria da VII secolo diciamo...

    Riflettendo sulla maestà del latino ecclesiastico, non posso non ricordare con ammirazione la raffinata padronanza che Benedetto XVI mostrava di questa lingua millenaria. Con eleganza filologica e precisione teologica, Papa Ratzinger incarnava quella tradizione ininterrotta che dai Padri della Chiesa attraverso i secoli ha nutrito il pensiero, la liturgia e l'anima stessa del cattolicesimo.
    Il latino non è mero strumento comunicativo, ma veicolo di una sapienza che trascende le mode passeggere; è architettura sonora nelle volte delle cattedrali medievali risuonanti di gregoriano; è la lingua che ha dato voce ai capolavori di Tommaso d'Aquino e Agostino; è il ponte che collega la Chiesa di oggi con quella dei martiri e dei santi antichi.
    Ogni sillaba latina custodisce secoli di preghiere, meditazioni e dispute che hanno forgiato il pensiero occidentale. Quando questa lingua viene dimenticata, non perdiamo solo parole, ma un intero universo simbolico e spirituale.

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  8. Proclamare per l'ennesima volta una fedeltà inconcussa di Ratzinger alla tradizione della Chiesa, significa non averne compreso bene né lo spirito né gli scritti.

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    1. Brutta cosa il fideismo cieco e ostinato, impedisce di vedere la realtà e capirne origini, sviluppi e prospettive...ma per fortuna Dio vede e provvede,

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