Di seguito condivido un passaggio di un discorso di Prevost nel 2012. Lo trovo scritto benissimo e ovviamente frutto di una profonda riflessione. In particolare, gioisco nel vedere l'evidenza di una mente che non viene data alla facile adulazione o adozione di modi moderni di pensare/parlare, ma piuttosto disposta a confrontarli con una critica teologica che si estende alla guerra spirituale. Spero che possa portare una simile profondità di pensiero sui tanti problemi lampanti dove la Chiesa Cattolica sembra aver perso la strada grazie a diverse generazioni di influssi mondani e ingenui "aggiornamenti". Sarà una sfida per un Papa Boomer, ma come tutti sappiamo per esperienza diretta, non tutti i Boomer sono boomer.
L'idea finale di Prevost, che dobbiamo voltare le spalle dallo spettacolo al mistero, è una spada a doppio taglio. Un tradizionalista direbbe che lo spettacolo di rito romano classico è una finestra sul mistero, ma Papa Francesco nella sua lettera 'Desiderio Desideravi' ha condannato lo splendore liturgico come inimico al mistero. È il vecchio dilemma sul rapporto tra esterni e "interni": i primi sono un invito e una comunicazione dei secondi -- o un impedimento per loro? Sarà interessante vedere come Papa Leone XIV affronterà questo tema: vedrà i tradizionalisti bloccati al passato, alle mere mode, o li riconoscerà come parte di un movimento più diffuso lontano dalla vaghezza della modernità verso una religione "di spessore e ricca" di simbolismi e opportunità trasformative?
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Estratto dall'indirizzo dell'allora Priore Generale, don Robert F. Prevost, O.S.A.,
al Sinodo dei Vescovi tenutosi a Roma, 7-28 ottobre 2012
Almeno nel mondo occidentale contemporaneo, se non in tutto il mondo, l'immaginazione umana riguardante sia la fede religiosa che l'etica è ampiamente plasmata dai mass media, specialmente dalla televisione e dal cinema. I mass media occidentali sono straordinariamente efficaci nel promuovere all'interno del grande pubblico un'enorme simpatia per le credenze e le pratiche che sono in contrasto con il Vangelo.
La religione è nel migliore dei casi tollerata dai mass media come "domestica" e "pittolica" quando non si oppone attivamente alle posizioni su questioni etiche che i media hanno abbracciato come proprie. Tuttavia, quando le voci religiose vengono alzate in opposizione a queste posizioni, i mass media possono prendere di mira la religione, etichettandola come ideologica e insensibile rispetto ai cosiddetti bisogni vitali delle persone nel mondo contemporaneo.
In un mondo dominato dai mass media, l'insegnamento della Chiesa magistrale può essere utile. Eppure c'è un grande bisogno di ulteriori sviluppi in questo settore. Degno di nota per la sua percezione del contesto mass mediatico per l'evangelizzazione è il documento post-conciliare Aetatis Novae (1992). Questo documento ha osservato che i media moderni non solo distorcono la realtà dicendoci cosa pensare, ma ci dicono a cosa pensare.
I Padri della Chiesa possono fornire una guida eminente alla Chiesa in questo aspetto della nuova evangelizzazione, proprio perché maestri dell'arte della retorica. Con la loro formazione retorica - che per molti di loro costituiva la migliore formazione disponibile nel tardo mondo antico - i Padri della Chiesa hanno offerto una risposta formidabile a quelle forze letterarie e retoriche non cristiane e anticristiane che lavoravano in tutto l'Impero romano nel plasmare l'immaginazione religiosa ed etica del giorno. Capirono con enorme precisione le tecniche attraverso le quali le immaginazioni religiose ed etiche popolari del loro tempo venivano manipolate dai centri del potere secolare di quel mondo.
Inoltre, l'opposizione palese al cristianesimo da parte dei mass media è solo una parte del problema. La simpatia per le scelte di vita anti-cristiane che i mass media promuovono è così brillantemente ed artisticamente impressa nel pubblico che, quando si sente il messaggio cristiano, spesso appare inevitabilmente ideologico ed emotivamente crudele in contrasto con l'apparente umanità della prospettiva anticristiana.
Non è sufficiente che la Chiesa possegga i propri media televisivi o sponsorizzi film religiosi. I media laici saranno sempre più forti in questo campo. E sebbene sia vitale che la Chiesa sia attivamente impegnata snche con i media, non possiamo competere con i media laici.
Nella sua Città di Dio, Agostino insegna che il mistero concentra l'immaginazione sulle tenebre che circonda la morte, in particolare sulle tenebre della crocifissione di Cristo, che Sant'Agostino vide riecheggiare nella morte dei martiri cristiani. Lo spettacolo, invece, con i suoi tratti di compagnia: celebrità ed eroismo, offre alle persone un falso conforto distraendo la mente dalla sua paura istintiva della morte. Agostino vide questo falso conforto presente nel teatro romano, negli eventi sportivi, nei festival laici e nelle onorificenze militari.
Se la "nuova evangelizzazione" andrà a contrastare con successo queste distorsioni della realtà religiosa ed etica prodotte dai mass media, pastori, predicatori, insegnanti e catechisti dovranno essere molto più informati sul contesto di evangelizzazione. L'argomentazione di Agostino ha rilevanza per la cultura moderna, dove queste stesse antiche caratteristiche dello spettacolo vengono amplificate dai media moderni in false forme di celebrità ed eroismo. La laicità, in quanto forza anticristiana, dipende dalla comprensione che i media hanno sulla cultura contemporanea e, di conseguenza, dall'immaginazione religiosa ed etica.
Di conseguenza, l'evangelizzazione nel mondo moderno deve trovare i mezzi appropriati per riorientare l'attenzione pubblica lontano dallo spettacolo e nel mistero.
« Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II” (Leone XIV, discorso ai cardinali, 10 maggio 2025).
RispondiElimina« In questa frase c’è tutto, o quasi, quello che c’è da capire, per chi voglia capirlo. La direzione non cambia.
« Questa è la frase veramente importante, anzi decisiva, detta dal nuovo papa. Il resto è chiacchiera. »
Voir : https://www.aldomariavalli.it/2025/05/12/opinione-mora-la-direzione-non-cambia/
Ottimo articolo. Gli amanti della marcia lenta sono.stregati dall'eletto e stanno vivendo momenti di euforia per l'inaspettato ma sospirato ritorno degli anni Woytila-Ratzinger. La freddezza con la quale i lettori accoglievano gli interventi di Mons. C. M. Viganò - due o tre commenti, fra i quali il mio di ringraziamento - sempre l'ho notata. Rari sono i cattolici dei quali conviene fidarsi. A Dio, però, non piacciono i maneggioni.
EliminaPersolmente non ho elementi che mi diano certezze assolute. Ho molti dubbi e resto in guardia. Sto ancora vagliando pro e contro, cercando anche di valutare l'attendibilità delle fonti e, soprattutto attendendo fatti concreti.
EliminaFoto di famiglia di Robert Prevost
RispondiElimina(La mamma Mildred Martinez e i figli John,Louis e Robert)
https://gloria.tv/post/eFKk6Zeer9WS1T7vtA3mLLWXc
Altissimo Onnipotente e Bon Signore,
RispondiEliminaChe ci desti papa Francesco a nostra correzione,
Condotti dall'ambigua Chiesa Conciliare,
All'ancor più eretica Chiesa Sinodale,
Purifica, proteggi e non si appigli
Papa Leone a tutti quei perigli...
Ricordagli che il Vero è solo Uno,
E tutti gli altri son dei signor nessuno.
Fede, Ragione e sana Dottrina,
Sia la sua 'schola' di Magistero una e trina.
Proteggilo dai Parolin e dai parolon,
Perché insegni il Cristo senza commistion.
Proteggilo da chi gli tira la giacchetta
Perché dello Spirito non ci sia fiammetta,
Ma fiamma ardente viva e vivificante
A stender sulle piaghe rugiada sanante
Così diversa dalla "rugiada" spuria,
Che di Effusion di Spirito sta provocan' penuria.
Papa Leone si dimostri magno,
nel Tevere della Tradizione faccia un bel bagno,
Bagno non solo nella folla riverente
Ma nella Lex Orans ancora più credente.
L'odor di Gesù Cristo così acquisterà
Che il tanfo delle pecore veloce scaccerà.
Il fantasma di Bergoglio veloce seppellisca,
Gesù Cristo Nostro Signore solo riverisca.
Con gaudio allora a lui andremo dietro,
Senza temere scherzi da prete nel didietro.
Stretta la strada e impervia la via.
Viva il Papa Re... E così sia.
(Giuseppe Gioachino Belli)
Sto cercando di ricordare il titolo o l'autore di un dramma inglese in cui xy diventa forse vescovo per finta per volere del re, ma poi il vescovo per finta diventa vescovo per davvero e si contrappone al re che lo fa uccidere. Il re piange sulla sua tomba sul serio, i due infatti erano amici fin da ragazzi. È un dramma famosissimo che si studia sempre. Ebbene questo è un esempio vero di Grazia di stato. Ora noi sappiamo di certo che R.F.P. è bergoglioso, ma serio, coerente e il suo essere con gli ultimi non è ideologico, ma vera carità cristiana. Forse anche la sua stessa nomina è stata manovrata, ma noi non sappiamo se la Grazia di stato l'ha ricevuta e lo guida. Personalmente, pur tra alti e bassi, io credo che l'abbia ricevuta, aldilà delle voragini morali che infestano la chiesa modernista vaticansecondista. Quindi pur sapendo del marcio che c'è in Vaticano ritengo che la Grazia di stato sia su di lui e lo forgerà quanto lui si lascerà forgiare verso la vera Santità di cui la chiesa cattolica ora necessita grandemente.
RispondiEliminaEcco mi è tornato in mente il titolo e il resto:
Elimina(ingl. Murder in the cathedral)
Dramma (1935) in versi del poeta e critico statunitense, naturalizzato cittadino britannico, T.S. Eliot (1888-1965), che mette in scena l'uccisione, voluta dal re Enrico II e avvenuta nella cattedrale di Canterbury, dell'arcivescovo s. Tommaso Becket.
Leone XIV e la sfida della verità: un nuovo stile per la comunicazione ecclesiale
RispondiEliminahttps://silerenonpossum.com/it/incontrostampaint12maggio2025-papaleonexiv/
La continuità del cuore: Agostino tra Benedetto XVI e Leone XIV
https://silerenonpossum.com/it/editoriale-leonexivebenedettoxvi
Dall'ultima newsletter di Robert Moynihan (via email).
RispondiElimina"Si prevede ora che il Papa si trasferisca presto al Palazzo Apostolico e vi abiti, e non alla Domus Santa Marta, dove Papa Francesco ha scelto di vivere per i 12 anni del suo pontificato. Papa Leone XIV risiede attualmente nell'appartamento che è stato la sua residenza cardinale a Roma, nel Palazzo del Sant'Uffizio. "
Una per una, le anomalie vengono corrette.
I love this. Here's what Pope Leo XIV, then Cardinal Prevost, wrote to the German bishops as Prefect of the Congregation for Bishops in 2024:
RispondiElimina"A synodal council is not provided for in canon law. The corresponding decision of the Bishops’ Conference is invalid. The DBK [German Bishops' Conference] may not approve such a statute. It was not given a mandate by the Holy See."
Secondo me, il papa non dovrebbe preoccuparsi tanto del linguaggio e del metodo da tenere per evangelizzare con successo in un mondo dominato dai Media televisivi e on line. Che mezzi avevano gli Apostoli quando si addentravano soli e disarmati per le provincie dell'Impero romano?
RispondiEliminaFossi il papa abolirei completamente la televisione del Vaticano e in tutta la Gerarchia cattollica, conventi e seminari inclusi, suore incluse. Per le notizie del giorno bastano le radioline portatili, a disposizione di un rettore. Mi sottrarrei del tutto ai Media dominati dallo spirito del mondo e mi preoccuperei invece della qualità del messaggio da diffondere; in altre parole, veglierei a che la predicazione e lo stile di vita fossero del tutto conformi al Vangelo e all'insegnamento tradizionale della Chiesa. Per il resto lascerei fare allo Spirito Santo.
pp
https://youtu.be/pwSZ13szHu4?si=bUlhqsRBhNjgzO_l
RispondiEliminaVien da ridere per il personaggio completamente fuori dal tempo, non sono per com'è vestita
Vien da chiedersi perchè riesce ad appellarsi al defunto pontefice, tanto pesa l'ambiguità voluta
Ci si interroga come ruggirà Leone XIV quando le questioni arriverranno a lui.
Dio voglia che anche allora saremo entusiasti.....
Ascoltando e leggendo interviste di porporati è lecito dubitarne
Questo discorso mi rende moderatamente e realisticamente fiducioso nella capacità di Papa Leone, da quel poco che abbiamo potuto vedere (quindi una pura impressione) di correggere la rotta verso quello che doveva essere lo scopo buono e veramente pastorale del Concilio Vaticano II, che emerge nelle parti buone dei suoi atti, ben riassunto alla fine del discorso:
RispondiElimina"... Di conseguenza, l'evangelizzazione nel mondo moderno deve trovare i mezzi appropriati per riorientare l'attenzione pubblica lontano dallo spettacolo e nel mistero"
Quel mistero che Bergoglio non capiva e disprezzava, rappresentando l' aspetto che più lo infastidiva del Rito antico.
Disse che non capiva come certe persone, persino giovani, fossero attratte proprio da quel mistero.
Essendo preparato anche in diritto canonico (è una mente eccellente), ed essendo equilibrato di carattere, possiamo ragionevolmente sperare che attui una pacifica convivenza del Rito antico con quello nuovo.
Affido al Signore questa speranza.
Aloisius
E adesso, come da copione, tocca assistere allo scatenarsi selvaggio di tutti coloro che non riescono a scorgere il bene in nessuna sua forma, in nessuna manifestazione, neppure nel più fievole barlume. Non sanno cosa sia la Speranza. Non ne hanno mai fatto esperienza. Ignorano – forse per colpa, forse per abbandono – cosa significhi il cammino dell’uomo illuminato dal lento e paziente addestramento di Dio, per mezzo della luce dello Spirito Santo. E allora giù, a valutare ogni dettaglio, ogni sospiro, ogni respiro, persino uno starnuto del nuovo Papa, come se da lì dovesse scaturire il segnale della fine dei tempi.
RispondiEliminaSi legge tutto, subito, attraverso la lente deformante della tragedia imminente, dell’irreparabile sciagura, dell’ineluttabile trionfo del demonio, che avrebbe – secondo questi profeti di sventura – già inquinato ogni cosa con l’aiuto dei suoi complici modernisti. Niente da salvare. Niente da attendere. Niente da costruire. Solo crollo, solo rovina.
Ecco, questo è il quadro apocalittico che si affannano a dipingere coloro che cercano il male ovunque, anche dove non c’è, anche dove, silenzioso, Dio comincia invece a restaurare ed edificare. Ma io dico: vogliamo forse impedire al Signore di agire nel tempo, nel mistero, nell’umiltà dei processi? Vogliamo – per una volta – dare tempo al tempo, e tempo agli uomini, perché nel tempo, Dio, che è Signore della storia, sistema le cose?
Ricordo sommessamente che da almeno sessant’anni – forse settanta – il tipo di sacerdote tradizionale che molti sognano, preparato, ardente, limpido, radicato, spiritualmente profondo e teologicamente saldo, difficilmente riesce a emergere nel corpo ecclesiale fino a divenire Vescovo, poi Cardinale, e infine Papa. È una figura che non nasce dal nulla, né può spuntare come un fiore di serra in un clima ostile. Per cui è semplicemente irrealistico aspettarsi che un tale profilo venga oggi issato sulla Cattedra di Pietro come per magia.
Allora, invece di sbraitare giudizi e anatemi, vogliamo forse accettare l’invito a pregare? A sostenere, con Carità vera, colui che è stato scelto? Vogliamo accompagnarlo, come si accompagna un seme nel grembo della terra, affinché maturi in ciò che il Signore vorrà trarne?
Se avessero fatto Papa me – ipotesi assurda, lo so – e nel mio cuore avessi voluto ripristinare tutto ciò che è stato bandito: la tiara, la sedia gestatoria, i segni solenni, gli orpelli carichi di significato teologico e spirituale… non avrei potuto farlo subito. Non il primo giorno. Né il primo anno. Forse nemmeno il terzo. Perché ogni cosa, anche la più santa, ha bisogno di essere compresa, metabolizzata, incarnata. E i simboli – che sono ponti tra la terra e il cielo – vanno offerti con amore, non sbattuti in faccia a un mondo che non li capisce più.
Una cosa, infatti, è demolire il cattolicesimo con cinismo; un’altra è ricostruirlo con pazienza, pietra su pietra, come fece Neemia davanti alle rovine di Gerusalemme. E ricostruire, oggi, significa anche saper attendere.
Per questo vi supplico: non ascoltate le Cassandre. Non date retta ai mercanti di veleno. Siamo già abbastanza intossicati. Abbiamo bisogno di aria buona, di silenzi fecondi, di preghiera vera. Abbiamo bisogno di Speranza, che è sorella della Fede e madre della Carità.
Roberto Bonaventura
92 minuti di applausi! Grazie.
EliminaIn questo intervento di Roberto ci sono alcune buone idee, sicuramente condivisibili. Mi sembra però un po' troppo sbilanciato verso la speranza, data la situazione attuale, e là dove parla di "profeti di sventura" riecheggia ahimè - sia nella terminogia che nella sostanza - il discorso del Papa "buono" si-fa-per-dire Giovanni XXIII contro chi non condivideva le sue aperture.
EliminaIo ho apprezzato cio' che di buono ci ha fatto vedere Leone finora, ma rimango prudente, conscio che a meno di non cadere nella papolatria non esistono salvatori della Chiesa a cui affidare un assegno in bianco, ma uomini di buona volontà più o meno santi, con pregi difetti e a volte anche peccati, che tanto più ottengono quanto meno fanno conto sulle loro capacità, e quanto più sanno affidarsi a Gesù Cristo. Questo vale per i papi ma ovviamente anche per noi.
Ritengo inoltre che la papolatria, gonfiata a volte o quasi sempre da dei mass media laici che nulla hanno di cristiano ma perseguono i loro interessi (prima ti esaltano, poi ti distruggono, a seconda dei casi; oppure ti presentano al pubblico in un modo del tutto difforme dalla realtà) sia nella sostanza l'espressione di quell'ultramontanismo condannato dalla Chiesa nell'800.
Inoltre, applaudire il papa supereroe o superstar ci pone mentalmente nella posizione di chi delega tutto all'Autorità. Nei fatti invece la Chiesa si potrà risollevare se ciascuno farà la sua parte, la Gerarchia in primo luogo ma anche i religiosi e i laici.
Blondet: R.F.P. ha telefonato a Zelensky.
RispondiElimina92 minuti di applausi! Grazie.
RispondiEliminaRoberto Bonaventura,verissimo. Ci salveremo con la Caritá, non perché perfetti. Un richiamo pressante per le nostre anime.
RispondiEliminaIl richiamo ai Padri della chiesa mi trova sinceramente e felicemente consenziente.
RispondiEliminaPer chi non avesse fatto studi matematici mi trovo in dovere di comunicare che esiste una teoria matematica piuttosto recente ovvero risalente agli anni della seconda guerra mondiale o immediatamente successivi che afferma che un messaggio e' tanto piu' autentico quanto piu' e' vicino alla sorgente. Quindi per riuscire a capire come avvenne la grande svolta cioe' come si affermo' il cristianesimo nel mondo antico dobbiamo concentrarci sul Nuovo Testamento tutto intero e sui Padri della Chiesa.
Ma ñon dobbiamo dimenticare quale fu il punto di partenza : ovvero dodici pescatori e lo Spirito Santo. Non credo che l'arte retorica sia stata indispensabile all' inizio anche se i grandi cappadoci che mi sembrano anteriori ad Agostino di Ippona èffettivamente fecero ottimi studi di retorica.
Ritorno quindi alla Patristica per ritornare al messaggio originario çhe da solo puo' ricondurre all'unita' nella Verita'.
Bravo prof. Pasqualucci, ha detto una verità sacrosanta. Questo mi sembra davvero un problema grandissimo da risolvere e, in primis, spetterebbe proprio al Papa...
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