Il 29 novembre 1905 nasceva in Francia Monsignor Marcel Lefebvre
"Certo la questione della liturgia e dei sacramenti è molto importante, ma non è la più importante. La più importante è la questione della fede. Per noi è risolta. Noi abbiamo la fede di sempre, quella del Concilio di Trento, del catechismo di San Pio X, di tutti i Concilii e di tutti i Papi di prima del Vaticano II.
Per anni, a Roma, si sono sforzati di dimostrare che tutto quello che c’era nel Concilio era perfettamente conforme alla Tradizione. Oggi si rivelano. Il cardinale Ratzinger non s’era mai espresso con tanta chiarezza. Non c’è Tradizione. Non c’è più deposito da trasmettere. La Tradizione nella Chiesa è ciò che dice oggi il Papa. Dovete sottomettervi a ciò che il Papa e i vescovi dicono oggi. Ecco cos’è per loro la Tradizione, la famosa tradizione vivente, solo motivo della nostra condanna.
Oggi non cercano più di provare che ciò che dicono è conforme a ciò che ha scritto Pio IX, a ciò che ha promulgato il Concilio di Trento. Tutto questo è finito, superato, come dice il cardinale Ratzinger.
È chiaro, e avrebbero potuto dirlo prima.
Non ci saremmo presi la pena di parlare, di discutere. Adesso c’è la tirannide dell’autorità, perché non ci sono più regole. Non ci si può più riferire al passato.
In un certo senso, oggi le cose diventano più chiare; e ci danno sempre più ragione. Noi abbiamo a che fare con della gente che ha una filosofia diversa dalla nostra, un altro modo di vedere, influenzato da tutti i filosofi moderni e soggettivisti. Per loro non c’è una verità fissa, non ci sono dogmi. Tutto è evoluzione. Si tratta di una concezione del tutto massonica. È veramente la distruzione della fede. Fortunatamente, noi continuiamo ad appoggiarci alla Tradizione."

Onore a Mons. Marcel Lefebvre.
RispondiEliminaChe egli ci ottenga dal Signore le più elette celesti grazie.
Pie Jesu Domine, dona ei requiem sempiternam.
Le bon sens et la clairvoyance. Deux qualités qui, aujourd'hui, ne courent pas les curies épiscopales.
RispondiEliminaMons.Lefebvre ha capito questo dopo il CVII. Era un mago ? Ha avuto locuzioni ? O era un vescovo cattolico, come tanti altri? Un vescovo come tanti altri! Ma i tanti altri dove erano? Dove erano andati? Nessuno di loro si era accorto di qualcosa di storto? Il vero problema fu ed è proprio questo, pochissimi furono quelli che compresero gli ingani ed ancor meno furono quelli che fecero un passo avanti per chiedere ragione di quanto era accaduto. Quindi già 70 anni or sono la malattia della chiesa fu diagnosticata giustamente solo da una manciata di Vescovi. Il che vuol dire che il ribaltamento era avvenuto nei cuori molto prima del CVII. Il CVII si può ora dire serenamente che fu indetto dal vasto gruppo dei ribaltanti. Giovanni XXIII fu l'agente iniziatore del ribaltamento, del sottosopra, della rivoluzone. Il CVII fu un "combino" di quasi tutti i vescovi contro Roma quale era sempre stata ed era sempre stata capace di combattere le eresie a viso aperto. Invece questo non fu possibile nel CVII non fu possibile perché la maggior parte dei vescovi era composta di cripto modernisti o cripto massoni o cripto omosessuali o cripto americanisti o cripto erotisti o cripto comunisti o semplicemente vescovi per finta. Solo una man dal Cielo può risanare il presente caos perché oggi non abbiamo solo la gerarchia eretica, ma quasi tutto il popolo è stato contaminato da tutte le eresie o semplicemente si è allontanato da una chiesa falsa e bugiarda.
RispondiEliminaSì, caro Anonimo 19:06, molti si sono allontanati " da una chiesa falsa e bugiarda" ( minuscolo d'obbligo), lo so per esperienza, lo constato quadi tutti i giorni, così come molti hanno capito che tutti i mezzi d'informazione sono anch'essi bugiardi, venduti, complici dei delinquenti padroni dellOccidente euroatlantico ( gli illuminati dal principe delle tenebre, i burattinai dei governi dell'Occidente e degli organismi sovranazionali, Onu, Ue, ecc). Il disamore per le autorità si sta allargando a macchia d'olio, sia in ambito civile, politico, che ecclesiastico. In questultimo Papa Leone si sta impegnando molto nella collaborazione con i potentati anticristici. Il calo delle vendite dei giornali ( Avvenire incluso) e i giovani che non guardano più la TV, i TG ( i miei nipoti l'hanno messa in soffitta) ne sono la prova provata...LJC Catholicus
Eliminameno male che c'è stato monsignor Lefebvre. Spero che in ogni provincia d'Italia, ma anche a distanze di pochi chilometri la Fraternità riesca a creare cappelle per celebrare la messa di sempre, in modo che tutti possano usufruirne
RispondiEliminaAnniversario del vescovo che nettamente più di tutti ha contribuito a salvare la Santa Messa Romana, il Sacerdozio Cattolico ed in ultimo la Chiesa stessa.
RispondiElimina1905- 29 NOVEMBRE- 2025
RispondiEliminaEcce sacerdos magnus, qui in diebus suis placuit Deo, et inventus est iustus ideo iurejurando fecit Dominus illum crescere in plebem suam. Benedictiónem omnium gentium dedit illi, et Testamentum suum confirmávit super caput ejus.
Mons. Lefebvre, un monumento di inscalfibile fedeltà. Non si è mai piegato, non lo hanno mai addomesticato. Di fronte al Signore si è presentato come un antico guerriero, un vero soldato di Cristo!
RispondiEliminaCome ha fatto mons. Lefebvre a capire la natura della grave crisi che si era aperta nella Chiesa col Concilio? Era forse un mago? Vedi commento qui sopra.
RispondiEliminaIn verità, Amerio in Iota Unum ricorda che subito dopo il Concilio si diffuse tra il popolo fedele la sensazione angosciosa della crisi : "Ci hanno cambiato la religione!", si sentiva ripetere. Però il popolo dei fedeli non riesce ad andare al di là di una conoscenza intuitiva e non per colpa sua. La minoranza organizzata, sostenuta dal Papa, prevalse nel senso di riuscire ad imporre le riforme ed installarsi nelle posizioni di potere. Ci fu anche l'episodio di centinaia (o migliaia) di sacerdoti spagnoli che, quando apparve la Nuova Messa, inviarono a Paolo VI una rispettosa supplica, chiedendo di poter continuare a celebrare nell'Ordo Vetus. Ma Paolo VI oppose un netto rifiuto e chiese obbedienza in nome del principio d'autorità, poiché questa era la volontà sua, del successore di Pietro (Stat pro ratione voluntas, sic volo sic iubeo...).
In Concilio si era formato un consistente gruppo di alcune centinaia di vescovi, che combattè strenuamente contro la deriva dominante (il Coetus Internationalis Patrum). Non è che non avessero capito quello che stava succedendo. Ma dopo il Concilio, com'era inevitabile, il gruppo si sfaldò, mancando di una guida costiuita da una personalità di alto livello. Restarono a continuare la battaglia solo mons. Lefebvre e mons. Castro Mayer: in due. E tuttavia il fatto che siano riusciti a salvare la vera Messa cattolica dalla sparizione e il Seminario tradizionale, pur essendo solo in due e senza mezzi, dimostra che la loro opera è stata gradita dal Signore.
Forse il Sant'Uffizio, all'epoca del Concilo, riteneva di poter in qualche modo controllare la situazione, nel postconcilio. Ma Paolo VI, per natura un politico e non un teologo, depotenziò subito il Sant'Uffizio, trasferendo il centro di gravità del potere curiale nella Segreteria di Stato, che tuttora lo mantiene. Una evidente stortura, e non di piccola portata. Il carattere sovrannaturale e quindi teologico della missione della Chiesa veniva oscurato a vantaggio di quello politico, costituito dal dialogo interreligioso globale, non per la salvezza delle anime ma per fini terreni, peraltro chimerici, quali la pace universale tra i popoli e l'unità del genere umano.
pp