tag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post2816085237990184877..comments2024-03-29T08:35:03.887+01:00Comments on Chiesa e post concilio: Dominica VII. post Pentecosten ("Omnes gentes")michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-72774918586832021342022-07-25T10:08:09.773+02:002022-07-25T10:08:09.773+02:00Mese del Preziosissimo Sangue: i Santi, al Sangue ...Mese del Preziosissimo Sangue: i Santi, al Sangue di Cristo, uniscono il loro sangue (venticinquesimo giorno)<br /><br />Esempio<br /><br />San Gaspare del Bufalo stava predicando una Missione e gli fu riferito che un gran peccatore, ormai in punto di morte, rifiutava i Sacramenti.<br /><br />Immediatamente si recò al suo capezzale e, col crocifisso fra le mani, gli parlò del Sangue che Gesù aveva versato anche per lui. La sua parola era così accesa che ogni anima, benché ostinata, si sarebbe commossa. Ma il moribondo restò indifferente.<br /><br />Allora san Gaspare si denudò le spalle e, inginocchiatosi presso il letto, cominciò a disciplinarsi a sangue. Neppure questo valse a smuovere quell’ostinato.<br /><br />Il Santo non si scoraggiò e gli disse: “Fratello, non voglio che tu ti danni; non smetterò finché non avrò salvata l’anima tua“; e ai colpi dei flagelli unì la preghiera a Gesù Crocifisso.<br /><br />Allora il moribondo, toccato dalla Grazia, scoppiò in pianto, si confessò e morì fra le sue braccia.<br /><br />Riflessione<br /><br />I peccati non sono una sciocchezza.<br /><br />Oggi li abbiamo ridotti a “burletta” con il nostro cristianesimo “ateo”, dove al posto di Dio abbiamo messo l’uomo.<br /><br />I Santi, invece, ragionano in modo diverso. Ragionano secondo il Cuore di Dio; e, per pagare i peccati, al Sangue di Cristo uniscono il loro sangue.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-85030006119763481162022-07-24T23:30:26.262+02:002022-07-24T23:30:26.262+02:00Omnes gentes
https://m.youtube.com/watch?v=tvVluW...Omnes gentes<br /><br />https://m.youtube.com/watch?v=tvVluWTwpwM&feature=youtu.beAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-12709029562426153452022-07-24T22:50:27.318+02:002022-07-24T22:50:27.318+02:00La più antica prassi di distribuzione della Comuni...La più antica prassi di distribuzione della Comunione è stata, con tutta probabilità, quella di dare la Comunione ai fedeli sul palmo della mano. <br />La storia della liturgia evidenzia, tuttavia, anche il processo, iniziato abbastanza presto, di trasformazione di tale prassi. <br />Sin dall’epoca dei Padri, nasce e si consolida una tendenza a restringere sempre più la distribuzione della Comunione sulla mano e a favorire quella sulla lingua.<br />Il motivo di questa preferenza è duplice: da una parte, evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici; dall’altra, favorire la crescita della devozione dei fedeli verso la presenza reale di Cristo nel sacramento. <br />All’uso di ricevere la Comunione solo sulla lingua fa riferimento anche san Tommaso d’Aquino, il quale afferma che la distribuzione del Corpo del Signore appartiene al solo sacerdote ordinato. <br />Ciò per diversi motivi, tra i quali l’Angelico cita anche il rispetto verso il sacramento, che «non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. <br />A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di caso di necessità: se per esempio stesse per cadere per terra, o in altre contingenze simili» (Summa Theologiae, III, 82, 3). Lungo i secoli, la Chiesa ha sempre cercato di caratterizzare il momento della Comunione con sacralità e somma dignità, sforzandosi costantemente di sviluppare nel modo migliore gesti esterni che favorissero la comprensione del grande mistero sacramentale. Nel suo premuroso amore pastorale, la Chiesa contribuisce a che i fedeli possano ricevere l’Eucaristia con le dovute disposizioni, tra le quali figura il comprendere e considerare interiormente la presenza reale di Colui che si va a ricevere (cf. Catechismo di san Pio X, nn. 628 e 636). <br />Tra i segni di devozione propri ai comunicandi, la Chiesa d’Occidente ha stabilito anche lo stare in ginocchio. <br />Una celebre espressione di sant’Agostino, ripresa al n. 66 della Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI, insegna: «Nessuno mangi quella carne [il Corpo eucaristico], se prima non l’ha adorata. Peccheremmo se non l’adorassimo» (Enarrationes in Psalmos, 98,9). Stare in ginocchio indica e favorisce questa necessaria adorazione previa alla ricezione di Cristo eucaristico. <br />In questa prospettiva, l’allora cardinale Ratzinger aveva assicurato che «la Comunione raggiunge la sua profondità solo quando è sostenuta e compresa dall’adorazione» (Introduzione allo spirito della liturgia, Cinisello Balsamo, San Paolo 2001, p. 86). <br />Per questo, egli riteneva che «la pratica di inginocchiarsi per la santa Comunione ha a suo favore secoli di tradizione ed è un segno di adorazione particolarmente espressivo, del tutto appropriato alla luce della vera, reale e sostanziale presenza di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie consacrate» (cit. nella Lettera This Congregation della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, del 1° luglio 2002: EV 21, n. 666).<br />Giovanni Paolo II nella sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia, ha scritto al n. 61: «Dando all’Eucaristia tutto il rilievo che essa merita, e badando con ogni premura a non attenuarne alcuna dimensione o esigenza, ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Ci invita a questo una tradizione ininterrotta, che fin dai primi secoli ha visto la comunità cristiana vigile nella custodia di questo “tesoro”. [...] Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero, perché “in questo Sacramento si riassume tutto il mistero della nostra salvezza”».Ricevere degnamente la santa Comunionenoreply@blogger.com