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giovedì 31 gennaio 2013

Mons. Fellay a Saint-Nicolas du Chardonnet e i media

Andrea Tornielli torna a puntare i riflettori sulla FSSPX in relazione al discorso del 27 gennaio scorso di Mons. Fellay a Saint-Nicolas du Chardonnet. E dunque ne parliamo anche noi per inquadrare la pur ingarbugliata vicenda in una visuale più equilibrata, dal momento che l'espressione «parlare di accordi o meno con Roma, è una sciocchezza» farà di sicuro il giro dei media. Riprendo la citazione di Tornielli
«Morire per salvaguardare la fede cattolica, tutto perdere per salvaguardare la fede, ecco quello che noi vogliamo ed ecco perché Roma ci condanna...». Lo ha detto domenica scorsa, alla fine della sua omelia, il vescovo Bernard Fellay, superiore della Fraternità San Pio X. Fellay ha celebrato l'ordinazione sacerdotale di don Bertrand Lundi nella chiesa parigina di Saint-Nicolas du Chardonnet.
Negli accenni dell'omelia dedicati ai rapporti con la Santa Sede, il vescovo lefebvriano ha anche dichiarato: «Questa è la nostra storia, quella della Fraternità, quella del nostro fondatore. E questa storia, miei carissimi fratelli, continua. Direi finanche che, davanti a questa realtà sublime, parlare di accordi o meno con Roma, è una sciocchezza» («est une bagatelle»). [Qui è leggibile l'intera omelia]
Per essere precisi Mons. Fellay riferisce la condanna di Roma alla denuncia dei veleni dannosi per la fede introdotti dal Concilio. Notare bene che egli non mette l'accento su « essere o no d'accordo » con Roma, ma su ciò che più conta: « Difendere a fede, custodire la fede, morire nella fede »; e ciò non può che   significare di esser d'accordo con la Chiesa. Mentre gli « accordi » definiti «bagatelle» appartengono alla sfera amministrativo-giurdisdizionale, non spirituale.

Se dal sermone sia o meno possibile trarre conclusioni e quali, forse è meglio saper attendere la maturazione dei tempi e delle cose.

Ha fatto scalpore la pianeta del sacerdote ordinato nell'occasione, che riporta un ricamo simile allo stemma di Benedetto XVI con la Tiara in luogo della Mitria.

13 commenti:

  1. Beh, una cosa è certa, Tornielli è un lettore attento dei siti tradizionalisti francesi, come il Forum Catholique!
    Un`attenzione la sua che non è nuova, probabilmente ha da tempo in Vaticano chi gli dà le soffiate su quel fronte.
    Peccato però che le sue sintesi siano molto orientate e incomplete.
    L`omelia di Mons. Fellay è stupenda, tutti i novelli sacerdoti dovrebbero ascoltarla o leggerla e meditarla.

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  2. Vorrei proprio sapere come si concilia questa omelia con la risposta alla lettera dei 3 vescovi. Forse Fellay è affetto da sindrome da personalità multipla. Ora mi aspetto il pronto e zelante intervento a difesa di Fellay da parte di Luisa.

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  3. "Défendre la foi, garder la foi, mourir dans la foi, voilà l'essentiel ! On a l'impression que les autorités romaines ne nous comprennent pas, parce qu'elles n'ont pas compris que, pour garder cette foi catholique, nous sommes prêts à tout perdre. "

    "Difendere la fede, conservare la fede, morire nella fede, ecco l`essenziale!
    Si ha l`impressione che le autorità romane non ci capiscono, perchè non hanno capito che per conservare questa fede cattolica noi siamo pronti a perdere tutto."

    Frasi dimenticate nella tastiera da Tornielli.

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  4. Si domandi piuttosto, Andrea, prima di fare diagnosi azzardate, che cosa ha portato Mons. Fellay a pronunciare quelle frasi, si domandi piuttosto che cosa si è tramato a Roma contro l`accordo, quell`accordo che in molti, vedi Tornielli...davano per quasi già fatto, quell`accordo in cui Monsignor Fellay era fiducioso, perchè segnali chiarissimi gli erano stati dati in quel senso.

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  5. C'è pure da dire che la risposta di Fellay ai vescovi è stata scritta in un periodo durante il quale lo stesso Fellay era molto più ottimista.

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  6. La tiritera ancora quanto dovrà durare?
    Il semplice fedele, derubricato a ''senza voce in capitolo'', è stanco di questo tira e molla e di questo susseguirsi di dichiarazioni da una parte e dall'altra.
    Roma per il cattolico è il faro guida, e fino a nuova rivelazione, non è stata sostituita da Econe. A meno che voi non mi dimostriate che Econe è la quarta Roma.

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  7. Quando il Faro, invece di illuminare l'orizzonte per consentire il giusto approdo ai naviganti, ha cambiato il suo 'focus' proiettato sulla "terra ferma", sorgono grasse difficoltà; ma Roma resta sempre Roma e non si sposta ad Econe.
    Del resto questo né Mons. Lefevbre, né mons. Fellay lo hanno mai detto. Hanno anzi sempre affermato il contrario, richiamandosi al primato petrino, che molti vescovi riconosciuti canonicamente non si può certo dire riconoscano e rispettino!

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  8. Ammiro Fellay per quello che è riuscito a fare, per l'amore che ha, ed è l'unico. Il difendere la Fede però non ha senso se non ci si mette in gioco in prima persona. Proprio Mons. Di Noia nella lettera ha chiesto esplicitamente alla Fraternità di entrare in campo e darsi da fare nel dimostrare gli errori, per il bene di tutti...mentre il defilarsi senza motivo, non fa bene a nessuno.

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  9. A questo punto entrambi le parti dovrebbero rendere pubbliche le loro conversazioni, atti e preamboli.
    In questo modo il quadro della situazione sarebbe più chiaro.

    E' vero che c'è il rischio della grancassa mediatica, però ormai documenti importanti sono già trapelati su Internet.

    La FSSPX ha ben precisato nel Capitolo quali siano le condizioni per un accordo con Roma.

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  10. Si pubblichino, almeno vedremo le "terribili" richieste che son state fatte alla SPX...firmare per un Concilio pastorale che, alla fine,
    ha ben poco valore e che seminando bene, potrebbe anche finire presto nel dimenticatoio...questa è stata la richiesta di Di noia. Seminare...

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  11. http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=703039

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  12. Uno strano paradosso:

    E' preferibile essere eretici e scismatici che colpevoli di leso-concilio Vaticano II.

    La Chiesa catto-riformata non brilla per coerenza.

    Alla fine, se la FSSPX si separasse da Roma, tutti i cardinali, monsignori e le sacre congregazioni si precipiterebbero a metterle a disposizione Chiese in nome dell'ecumenismo!

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  13. Non capisco perché, se vengono addotte ragioni pastorali per gli eretici, le stesse ragioni pastorali non possono valere per i cattolici "in non perfetta comunione".

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