Continua, purtroppo, la disputa rigorosamente mediatica sulle recenti vicende della evoluzione (o involuzione?) del Papato, che non possono non suscitare interrogativi finanche nelle persone indifferenti distratte e lontane. Figuriamoci nei credenti più attenti, che passano dalla sorpresa allo sconcerto, allo sgomento.
Oggi leggiamo su Il Foglio, un articolo dal titolo Se il Papa regni o no, che riporta la risposta alle dichiarazioni di Roberto De Mattei: Il Sommo Pontefice prima di essere un uomo è un'istituzione, da parte del teologo Andrea Grillo, docente presso il Pontificio Ateneo Sant'Anselmo.
È un dato secondario l'iniziale confutazione ad uno storico di fare il teologo, perché De Mattei non ha parlato solo dalla sua autorevolezza di storico ma da credente. E la teologia non può non essere il linguaggio del credente che esprime concetti basati su una lettura sapienziale di eventi che toccano le fibre più profonde e più fondanti della Fede professata che lo anima e forgia la sua spiritualità e quindi anche il suo essere-nel-mondo (ma non del mondo).
L'affermazione davvero significativa, e francamente allarmante del "teologo" Grillo è, invece, la seguente, incastonata nella conclusione dell'articolo:
Grillo, che di mestiere [il 'mestiere' non garantisce l'infallibilità -ndR] studia ciò che è più vivo del mistero cristiano, la liturgia, sostiene che “quello che cambia oggi con Papa Francesco non è il personaggio ma l’istituzione”. Proprio questo spaventa De Mattei e i suoi amici che, dopo l’ipoteca lanciata sul pontificato di Ratzinger (il quale peraltro li ha spiazzati con la sua rinuncia), temono il peggio. “Invece questo è ciò che dobbiamo accogliere docilmente come novità dello Spirito, non irrigidendoci su modelli che nel passato hanno giocato un ruolo importante ma che da almeno un secolo meritano di essere adeguatamente e pacatamente riformati”.
Intanto cominciamo col distinguere tra teologo e teologo: non è scontato che un teologo, cioè colui che approfondisce lo studio sulla fede e sulle cose sacre e lo esprime, sia sempre inserito nell'alveo della teologia nutrita dal Magistero perenne e non corra il rischio di scadere in discorsi spuri e svianti.
Nell'affermazione citata noto che il termine "riforma", dagli echi infaustamente sinistri, appare ormai definitivamente sdoganato e intronizzato nella vulgata della cultura egemone in luogo dell'apparentemente innocuo roncalliano aggiornamento e degli altri eufemismi tipo ermeneutica della continuità, usati nell'ultimo cinquantennio per addormentare i cuori e le coscienze dei credenti. Salvo poi scoprire che si tratta della "riforma nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa..." (famoso discorso alla Curia del 22 dicembre 2005), di stampo prettamente storicista, che sostituisce l'oggetto-Rivelazione, che la Chiesa incarna e trasferisce in ogni epoca fino alla fine dei tempi.
A questo punto si impone una domanda, in seguito ad una riflessione già fatta qui: Il primato petrino e i segni dei tempi. Un papa che rifiuti consapevolmente e volutamente di fare il Papa, nel senso di non esercitare nella sua pienezza l'alta funzione assegnatagli dal Signore che contestualmente fonda la Sua Chiesa, dove la sta portando? La vera Chiesa può essere spogliata e snaturata in questo modo? Possibile che non ci sia un cardinale, un vescovo, un sacerdote che dia delle indicazioni cattoliche? È davvero così prematuro farlo?
Noi non ci fermiamo al sentimentalismo ed alla superficialità della demagogia o alla moda del tempo. Vogliamo una Chiesa docente da una cattedra perenne da parte di maestri reggitori e santificatori (il triplice munus sacerdotale, appunto) e non da guitti protagonisti di rappresentazioni sceniche di segno pauperistico e in definitiva profanatorio, così come rifuggiamo da ogni estetismo fine a se stesso.
La profanazione delle cose sacre potrà continuare senza avere effetti devastanti? La dissoluzione che riscontriamo nella politica e nel resto-del-mondo non ha forse le sue radici nei risvolti metafisici e corrispondenti ripercussioni sulla realtà di quanto accade nella Chiesa? A che prezzo dunque si potrà continuare su questa china di "fatti compiuti" senza spiegazioni - peraltro dovute ai credenti - da parte di chi li compie?
Se dei credenti hanno ravvisato una profanazione = trasferimento in luogo-non-consacrato di cose che appartengono al fanum = luogo consacrato, anzi al suo Sancta Sanctorum (mi riferisco alla Lavanda dei piedi - [vedi anche]), possono essi contentarsi delle giustificazioni demagogiche di un Ufficio-stampa tarato sulle aspettative del mondo nonché su alcune sbrigative parole apodittiche senza alcun supporto teologico da parte del Papa?
A questo punto si impone una domanda, in seguito ad una riflessione già fatta qui: Il primato petrino e i segni dei tempi. Un papa che rifiuti consapevolmente e volutamente di fare il Papa, nel senso di non esercitare nella sua pienezza l'alta funzione assegnatagli dal Signore che contestualmente fonda la Sua Chiesa, dove la sta portando? La vera Chiesa può essere spogliata e snaturata in questo modo? Possibile che non ci sia un cardinale, un vescovo, un sacerdote che dia delle indicazioni cattoliche? È davvero così prematuro farlo?
Noi non ci fermiamo al sentimentalismo ed alla superficialità della demagogia o alla moda del tempo. Vogliamo una Chiesa docente da una cattedra perenne da parte di maestri reggitori e santificatori (il triplice munus sacerdotale, appunto) e non da guitti protagonisti di rappresentazioni sceniche di segno pauperistico e in definitiva profanatorio, così come rifuggiamo da ogni estetismo fine a se stesso.
La profanazione delle cose sacre potrà continuare senza avere effetti devastanti? La dissoluzione che riscontriamo nella politica e nel resto-del-mondo non ha forse le sue radici nei risvolti metafisici e corrispondenti ripercussioni sulla realtà di quanto accade nella Chiesa? A che prezzo dunque si potrà continuare su questa china di "fatti compiuti" senza spiegazioni - peraltro dovute ai credenti - da parte di chi li compie?
Se dei credenti hanno ravvisato una profanazione = trasferimento in luogo-non-consacrato di cose che appartengono al fanum = luogo consacrato, anzi al suo Sancta Sanctorum (mi riferisco alla Lavanda dei piedi - [vedi anche]), possono essi contentarsi delle giustificazioni demagogiche di un Ufficio-stampa tarato sulle aspettative del mondo nonché su alcune sbrigative parole apodittiche senza alcun supporto teologico da parte del Papa?
Concludo col messaggio di un lettore che ritengo focalizzi il problema che ci si pone e che mette in questione un primo tentativo di riscontro alle perplessità qui espresse con le prediche che appaiono molto cattoliche del nuovo Papa.
Purtroppo non posso parlare con cognizione di causa, ma vi propongo, anche per verificarla, un'ipotesi che mi pare non venga considerata.Qualcuno, ha detto che la società sudamericana è meno secolarizzata di quella europea e che lì il problema del cattolicesimo sono piuttosto i famosi "lupi famelici", le denominazioni protestanti di stampo pentecostale che gli sottraggono fedeli - e nelle quali immagino che i concetti di peccato, diavolo ecc. siano piuttosto frequentati.Se è così, probabilmente in America latina parlare di queste cose è meno inusuale e "fuori moda" che da noi. Che Francesco lo faccia quindi potrebbe non essere indice di retta dottrina, ma, unito a tutto quello che sappiamo, potrebbe integrare un quadro di dottrina distorta in un modo diverso da come siamo abituati qui in Europa. Non è detto che non ci sia comunque qualcosa di positivo, ma forse non tanto positivo quanto può sembrare.
Occorre semplicemente una verifica che alle belle parole non seguano fatti e atti divergenti.
Nessun Vescovo alzerà la voce: chi l'ha fatto in passato - ad esempio S.E. Mons. Olivieri, a proposito dell'indegna farsa di Assisi sotto Giovanni Paolo II - è stato punito con il confinamento nella Diocesi, senza alcuna prospettiva di promozione.
RispondiEliminaNessun Cardinale alzerà la voce: chi l'ha fatto in passato - ad esempio S.Em. il Card. Ranjit a proposito della liturgia - è stato allontanato dalla Curia Romana.
Vi è ragione di credere che, paradossalmente, la retta Dottrina sarà insegnata e tenuta da un pusillus grex di sacerdoti e laici, a dispetto delle derive ereticali della Gerarchia.
Il Signore si è sempre degnato, nella storia della Chiesa, di suscitare paladini dell'ortodossia tra i piccoli, andandoli a scegliere in quelle periferie ecclesiali che oggi molti disprezzano a vantaggio di chi è nemico di Cristo.
Sarà il caso di prepararsi spiritualmente e psicologicamente a dover sopportare ben altre innovazioni, ben più sconcertanti cambiamenti. Bergoglio farà del suo, e al resto penseranno quelli che egli nominerà o che lascerà fare. L'apostasia della Chiesa ufficiale, almeno mediatica, è imminente e non crediamo che essa mancherà di manifestarsi prima della fine del 2013: non per cabale o rivelazioni private, ma per semplice ragionamento.
Se sapremo essere fedeli a quanto ci è stato insegnato, potremo meritare di sentirci dire Euge, serve bone dal Padrone della Messe, che in assenza di vignaiuoli sa ricorrere anche a semplici volonterosi animati dalla Sua Grazia.
Oggi alla S.Messa trasmessa in diretta da Rai Uno erano ben visibili delle donne che indossavano paramenti sacri sedute vicino all'altare.
RispondiEliminaPienamente d’accordo con Mic e Baronio. Circa poi l’ipotesi del lettore anonimo citata alla fine, è senz’altro molto seria (pur restando, per ora, pur sempre un’ipotesi). L’ho trovata espressa ieri anche su ‘Le Forum Catholique’ dal noto Yves Daoudal che spiegava ad un altro utente cosa fosse il protestantesimo degli ‘evangelici’, nei seguenti termini ( n.b.: ometto la traduzione della frase iniziale, decisamente ‘pesante’) :
RispondiElimina“… Il cristianesimo evangelico, è quello del ‘Padre Bergoglio’ (è così che voleva essere chiamato a Buenos Aires). Non avete che da guardare ed ascoltare il Papa, e saprete che cos’è. Almeno nella versione ‘cattolica’ (che sembra ancora riconoscere dei sacramenti, e venerare la Santa Vergine).
In breve, essere evangelico significa riferirsi all’evangelo ‘puro’, alla sorgente evangelica non inquinata da una tradizione che ha ricoperto la Scrittura con tutto un groviglio inestricabile, significa parlare di Gesù nel modo più semplice (o meglio semplicista) possibile, significa non parlare del dogma, ancor meno di teologia, significa abbattere le frontiere tra le Chiese perché non c’è che una sola Chiesa cristiana con delle varianti, significa uscire dalla Chiesa per andare verso le periferie, significa anche parlare spesso del diavolo…”.
http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=715681
Ne vedremo delle belle (o meglio, delle brutte)...
Giusto per ridere:
RispondiEliminaSi capiscono tante cose.
http://www.linkiesta.it/bergoglio-segreto
Aspettiamo a giudicarlo dai fatti. Ora tutti possono raccontare ciò che vogliono per un po' di celebrità. Di certo non gli mancheranno le occasioni per fare pulizia. Per esperienza so che una cosa è la chiesa del territorio, un'altra quella dei crocifissi d'oro da mezzo chilo di vescovi e cardinali, persone di certo di livello culturale e di intelligenza superiore a qualsiasi classe politica di altri 'Stati' ma che spesso abusa della propria posizione per gestire interessi e potere. Mi piacerebbe vedere Gesù tornare sulla terra a farsi un giro, chissà se si vergognerebbero almeno un po'...
RispondiEliminaAspettiamo a giudicarlo dai fatti.
RispondiEliminaMa perchè, quelli che succedono da un mese non sono fatti?
@Cesare Baronio
RispondiEliminaNo, mons. Olivieri, a quanto mi risulta, non ha mai accettato promozioni per le difficoltà gravi di salute di suo fratello.
Non condivido i toni apocalittici che emergono sempre più frequentemente in diversi blog tradizionalisti. Se ci sono interpretazioni faziose dei gesti del papa, la colpa non è sua, ma dei modernisti che rialzano la testa e credono di avere il papa dalla loro parte, esattamente come quando fu eletto Benedetto XVI e alcuni di noi dicevano: «la ricreazione è finita» e invece il papa tradizionalista ha lasciato buon gioco ai modernisti. Ora le parole e le prime scelte di papa Francesco mi sembrano in linea con la tradizione, parla di ritornare a Gesù per non fare della carità una filantropia, va a pregare la Madonna, dice che chi non si rivolge a Gesù si mette dalla parte del diavolo. Non entra nel palazzo apostolico e fa bene, con tutte le talpe e i corvi che vi circolano!!
Abbiamo fiducia nella Provvidenza, saremo sempre in tempo ad accorgerci di eventuali errori. Ma la nostra missione è di infondere speranza. O no?
Caro don gianluigi,
RispondiEliminasono d'accordo. Ci ho anche provato a tacere in prudente attesa. Ma quel che ho visto finora non ha fugato i miei timori.
Capisco che è presto per trarre conclusioni definitive e che non è neppure serio raccogliere né voci non verificabili né allarmismi apocalittici o altro.
Stiamo navigando a vista e mi capita di riflettere e condividere la riflessione su quel che ci viene incontro ogni giorno.
Purtroppo le voci mediatiche sono così assordanti che rischiano di oscurare la verità ancor più di quanto già non lo sia. Ed è per questo che personalmente non riesco a tacere.
Diciamo che non è un allarme rosso, ma almeno giallo mi pare che lo sia, visti anche gli effetti dell'infausto cinquantennio e sempre nella speranza di doversi ricredere.
Capisco anche che occorre discernimento per essere aperti ai cambiamenti che è giusto aspettarsi ed accogliere con apertura di cuore e di mente, purché non dirottino la Chiesa dalla Via che è la sua e non un'altra...
Forse sono stata eccessiva nel parlare di "profanazione" ma, se sbaglio, sono benvenute le correzioni ed altre letture di questi aspetti diverse dalla mia.
Se pure uno non volesse parlare di allarme rosso, don Gianluigi dica secondo lui di che "colore" sia il gesto di "abbassamento", riduzione e profanazione fatto dal papa regnante ai danni della Missa in Coena Domini del Giovedì Santo, celebrazione molto "istruttiva" per tutta la platea mondiale, fatta di cattolici, vario-credenti e non credenti. Un'inezia secondo lui ? non mi pare che Benedetto XVI nè alcun altro papa abbia mai fatto una cosa simile.
RispondiEliminaDunque, partendo da quella ed altre demolizioni, già in agenda, dell'"antico Edificio", come si fa a non visualizzare un "grafico" in discesa ?
"Ora le parole e le prime scelte di papa Francesco mi sembrano in linea con la tradizione,"
RispondiEliminaMa davvero?
Anche l`aver rifiutato i segni e i simboli della sua suprema potestà?
Anche, dopo aver deciso di non benedire i giornalisti perchè fra di loro c`arano dei non cattolici.... lavare e baciare i piedi di una ragazza musulmana durante la Messa in Coena Domini?
E poi la storia che a Santa Marta è più sicuro è piuttosto una barzelletta, lì come nel Palazzo Apostolico traditori, spie e corvi, se lo vogliono, possono agire, ancor più facilmente in quel luogo molto frequentato.
Il luogo di residenza del Papa è il Palazzo apostolico, se Jorge Bergoglio non ci va è perchè lo trova troppo lussuoso e grande...
Oggi Papa Bergoglio aveva l`occasione , per la sua presa di possesso della Cattedra di Vescovo di Roma, di parlare del suo Ministero.
RispondiEliminaMi domandavo se Papa Bergoglio avrebbe parlato, come lo fece Benedetto XVI il 7 maggio 2005, del significato della Cattedra , del suo essere simbolo della potestas docendi, mi domandavo se avrebbe descritto il suo ruolo di Successore di Pietro , di Papa e dunque del primato petrino, se avrebbe parlato del ministero del Papa che Benedetto XVI disse essere "garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo."
Ho avuto risposta alle mie domande, non lo ha fatto.
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20050507_san-giovanni-laterano_it.html
Luisa non concordo su alcune tue affermazioni.
RispondiEliminaSe riduciamo tutto alla residenza del papa, ai suoi abiti e segni esteriori non ci siamo.
Arrischiamo di perdere di vista l'essenza del suo ministero.
Con questo non voglio dire che non vi siano aspetti che non mi preoccupino, ma non sono primariamente questi!
Io mi chiedo, quanti di noi se fossimo vissuti al tempo di Gesù Cristo, ligi alla Legge, ai Profeti ed alla Tradizione del tempo, avremmo riconosciuto Cristo?
Avremmo saputo cogliere l'essenza del suo messaggio e la sua divinità al di là del fatto che come re nacque in una capanna e visse tra gente comune?
Guardate che il pericolo é sempre in agguato!
E un'ultima annotazione (poi per un po' mi ritirerrò nell'attesa di segni più chiari): la Chiesa cattolica apostolica romana, conosce anche altri riti oltre a quello romano. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la liturgia può esprimersi in modo dignitoso ed ortodosso anche in altri modi e che non dobbiamo assolutizzare questo nostro rito romano. Ma con questo non mi si faccia dire che tutto sia ammesso! Però forse é giusto meditare anche su questo fatto per andare oltre a certe nostre presunte certezze e per meglio cogliere l'essenza del nostro essere cattolici.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLuisa, non avevo visto il tuo secondo intervento. Quello che tu dici é vero, in quell'occasione non ha detto quello che tu ti aspettavi.
RispondiEliminaPerò qui ha detto qualcosa di simile:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-23853/
Ora vado anch'io in pausa.
Ed è ritornata la ferula di Paolo VI e Giovanni Paolo II, senza dubbio ancora un dettaglio insignificante.
RispondiElimina"Ora le parole e le prime scelte di papa Francesco mi sembrano in linea con la tradizione,"
RispondiEliminaIl Diavolo è certamente il principe della menzogna, ma alla menzogna mescola sempre la verità (dice Colafammina)
Le parole e le prime scelte di papa Francesco sono in realtà pienamente contradditorie.
Sono 50 anni che tanti continuano a far tacere la loro coscienza di cattolici, ripetendo rassicurandosi che "...si pero' qui ha detto bene, pero' qui e tutto giusto" Che si tratti del papa, del Concilio, di un'enciclica...
Quello che non si capisce é che non parlare sisinono su certe questioni fondamentali per la dottrina E' GIA' ERESIA perché é il modus operandi del demonio.
Il demonio non viene dicendo; adoratemi ora come la bestia. Si traveste da angelo di luce.
Sveglia gente ...
RispondiElimina"Se riduciamo tutto alla residenza del papa, ai suoi abiti e segni esteriori non ci siamo."
Una novità, più una novità, tutte che vanno nello stesso senso, finiscono per diventare significative, e il senso che stanno rivelando non mi tranquilizza per niente.
Non sono segni esteriori e banali, ma riflettono e trasmettono attraverso colui che li indossa, la dignità del suo Ministero, la sua somma potestà al servizio di Cristo.
Io sono una cattolica legata alla forma straordinaria del`unico RITO ROMANO, ma per tutti i cattolici vale quel che dice la "Redemptionis Sacramentum" di Giovanni Paolo II:
[12.] "Tutti i fedeli, invece, godono del diritto di avere una liturgia vera e in particolar modo una celebrazione della santa Messa che sia così come la Chiesa ha voluto e stabilito, come prescritto nei libri liturgici e dalle altre leggi e norme.
Allo stesso modo, il popolo cattolico ha il diritto che si celebri per esso in modo integro il sacrificio della santa Messa, in piena conformità con la dottrina del Magistero della Chiesa.
È, infine, diritto della comunità cattolica che per essa si compia la celebrazione della Santissima Eucaristia in modo tale che appaia come vero sacramento di unità, escludendo completamente ogni genere di difetti e gesti che possano generare divisioni e fazioni nella Chiesa."
Se non vado errata vale ancora il principio LEX ORANDI,LEX CREDENDI.
Quanto a quel che ha detto papa Bergoglio in quell`omelia messa in link, aspetto che alle parole seguano i fatti , perchè se dovessi fidarmi a quel che l`allora card. Bergoglio ha fatto a Buenos Aires, quando nella sua cattedrale si svolgevano celebrazioni con protestanti, ebrei e musulmani, o quando non temeva di farsi benedire, inginocchiato e profondamente inchinato, da un pastore pentecostale, qualche apprensione è normale, vedremo nei fatti se non cederà alla "tentazione di essere un po'come fanno tutti»,"di non essere tanto, tanto rigidi", di " tagliare la fede, a negoziare la fede".
A proposito dell'art. di Mic. del 2 aprile scorso ""IL PRIMATO PETRINO E I SEGNI DEI TEMPI""
RispondiEliminaOggi girando col telecomando sono finito su SAT 2000 - avrei voluto evitare di vedere quella scena - e ho visto resuscitare con Bergoglio la Croce Pastorale di Paolo VI.
Che possa esserci chi non vuole bene a B.XVI, posso anche capirlo, non tutti abbiamo la stessa idea.
Ma siamo arrivati al punto che una certa chiesa, c'e' chi vuole proprio bruciarla, distruggerla, come Nerone ha bruciato Roma.
Gettato via B.XVI, bisogna togliere qualsiasi cosa che possa far venire in mente una piccola parte della VERA TRADIZIONE.
Oggi a questa gente da' fastidio anche la Croce Pastorale di B.XVI.
Quest'uomo ci dice apertamente che si deve chiudere il cerchio del concilio vat.II - e' ora di chiudere definitivamente quello che e' cominciato nel 1962 e non ancora concluso.in 50 anni sono riusciti ad annacquare decine di milioni di cervelli, non piu' recuperabili, in quanto la maggior parte di quelli non hanno mai conosciuto la chiesa prima del 62.
Dunque la profezia della Emmerich e di Fatima nonche' le parole di Pio XII, non potranno che essere la pietra tombale di cio' che hanno fatto e continueranno a fare i modernisti/liberali postconciliari da G.XXIII ad oggi -no a domani -. I SEGNI DEI TEMPI CONTINUERANNO. Cara Mic. Facciamo in modi di far sapere con un raggio piu' largo possibile che a Roma ci sono ancora sacerdoti che celebrano la S.Messa Tridentina ed i Sacramenti di sempre. Tutti i sabati e domeniche nella Basilica S.Nicola in Carcere oppure alla SS.ma Trinita' ai Catinari. Dai piu' consigli e luoghi possibile. Non so' quanto tempo il Signore ci mette ancora a disposizione per lavorare per Lui, usiamolo al meglio, informiamo ... informiamo.
Dico, scusate, ma non vi basta ciò che sappiamo già di Bergoglio arcivescovo di Buenos Aires? Non voglio ripetermi per l'ennesima volta, ma mi sembra più che abbastanza, no?
RispondiEliminaMa vi pare che così, improvvisamente, una persona della sua età cambi idee ed atteggiamenti, solo perché è diventato Papa? Ammesso e non concesso che voglia esserlo, perché finora non ha dato segni in questo senso.
In più, tutti i segni deleteri che ha compiuto da quando è stato eletto Papa, ultimo il ritorno, oggi, all'orribile pastorale di Scorzelli: tanto per far capire a tutti dove vuol andare a parare. Ma vedo che alcuni su questo blog continuano ad illudersi pericolosamente. Cavete...
Papa Francesco è un grosso problema.
RispondiEliminaInfatti:
Due parole su tre sono di Misericordia, di confessione; Maria Stella a cui far riferimento, dice che chi non predica Gesù predica il demonio, S Giuseppe protettore della famiglia e della Chiesa, primato della preghiera, S Rosario recitato intero tutti i giorni, levataccia mattutina, indulgenze plenarie, Cristo unico Salvatore, Romano Guardini, ...
il problema a me sembra solo per il demonio!
Anonimo,
RispondiEliminale parole le abbiamo considerate anche noi e, poi, abbiamo visto dei fatti -problematici- che attendono risposte più precise.
Si legga l'ultima parte dell'articolo che prende in esame quello che lei dice, ma anche altro ancora, sempre da chiarire.
Inoltre, ricorda di aver mai sentito la parola "pentimento"? oppure di aver sentito parlare del dolore per il peccato?
Non crede che una vera conversione e il ritorno a Dio così frequentemente e giustamente ricordato insieme al perdono, richiedano anche il pentimento e la contrizione, che fanno parte del rapporto personale col Signore, insieme alla fiducia e a tutto il resto?
Quand'è che ci viene detto che Il Signore, oltre ad essere infinitamente Misericordioso è anche infinitamente Giusto e, dunque, insieme alla Misericordia dobbiamo aspettarci la sua Giustizia, sia nel senso di ristabilire un ordine infranto dal peccato (rimesso dal perdono) sia nel senso di ricevere dalla sua grazia la capacità di non peccare oltre, pur dovendoci continuamente correggere, ma non sempre delle stesse cose, a meno che non si tratti di nostri limiti, che il Signore conosce e ci aiuta ad accettare se non dipendono dalla nostra volontà ribelle?
Caro anonimo delle 22.23, vedo che sei entusiasta del 'vescovo di Roma' Bergoglio. Visto che gli argomenti logici ed i fatti concreti non riescono a farti riflettere, forse ci riuscirà il buon esempio dei primi della classe: infatti anche Gustavo Raffi (Gran maestro del GOI), Hans Kung, Leonardo Boff, Enzo Bianchi, gli 'amici' di Repubblica e compagni di merende sono entusiasti di Francesco I, e non mi sembra che le sue omelie ed i suoi discorsi li preoccupino un granché. Come te lo spieghi?
RispondiElimina@Amicus
RispondiEliminaMe lo spiego con il fatto che Benedetto XVI ha tolto argomenti a questi eretici ai quali era rimasto come punto di riferimento solo il card Bergoglio, spinto in avanti dall'enigmatico card Martini.
A questi ormai non rimane altro che fare buon viso, anche se, sotto sotto, frecciate velenose e propedeutiche a stilettate si comprende che si stanno orientando verso il nuovo pontefice.
Papa Francesco predica da buon pastore, da curato di campagna e invita a onfessione, preghiera e buone opere.
Io, da cattolica seguo sacramenti, Gesù, Maria SS, S Giuseppe e ascolto il papa che mi dà indicazioni per il momento attuale.
Non ho capacità tali da criticare un papa!
Benedetto XVI e' stata una giornata di tiepido sole in un lungo inverno che dura da cinquant'anni. In realta' pero' si e' trattato di una primavera solo apparente. Non si sono curate le cause del male, non si sono affrontati autoritativamente i problemi lasciati aperti dagli ambigui documenti conciliari. Le sue splendide liturgie ricordavano la parte iniziale del film "L'Ultimo Imperatore" di Bertolucci, con il piccolo sovrano chiuso nella Citta' Proibita, dove si ripetevano riti antichi, ma il potere reale gestito da altri..... Felice
RispondiElimina@hpoirot
RispondiEliminaÈ vero, gli eretici, come i modernisti, scrivono una pagina di sana dottrina e una di falsità. Ma questa strategia è volta a pervertire la fede. C'è un elemento materiale che può essere lo scritto o l'insegnamento erroneo e un elemento formale che è la pertinacia, cioè la volontà di uscire dalla retta dottrina. Mentre, quando un Papa facesse seguire decisioni erronee nel corso di un magistero impeccabile, sicuramente non potrebbe essere accusato di pertinacia nell'errore. Ad esempio Pio XII, che penso tutti riconoscano più che ortodosso nei suoi insegnamenti, propose riforme liturgiche assai discutibili, come quella della Settimana santa o del breviario. Riforme talmente di rottura con la Tradizione più santa che addirittura la riforma liturgica post conciliare si premurò di correggere in senso più tradizionale. Credo che ogni Papa al di fuori dei momenti più impegnativi del suo magistero sia soggetto ad imprecisioni ed errori. Anche Papa Benedetto, così preciso nelle sue udienze, a volte, parlando a braccio mi è sembrato meno rigoroso, come nell'ultimo incontro con i parroci di Roma, per me una rivelazione inconcepibile di rottura con tutto il suo pontificato. Quindi i primi gesti di Papa Francesco possono non piacerci o farci sorgere dubbi, anche fondati, ma bisogna aspettare gli atti magisteriali e di governo per trarne conclusioni congrue. Conclusioni che non possono mai essere un giudizio del suo magistero, perché non abbiamo alcun titolo per farlo. Solamente non potremmo aderire ad un magistero che contraddicesse gli insegnamenti del precedente magistero pontificio, perché ripugnerebbe alla retta ragione accogliere un'affermazione e il suo contrario.
Le parole di un sacerdote sono sempre le più adeguate.
RispondiElimina@ don Gianluigi
RispondiElimina...bisogna aspettare gli atti magisteriali e di governo...
Verranno? O si continuerà con parole e gesti che valgono più degli atti?
Penso si continuerà come da 50 anni....una demolizione indolore senza che nessuno se ne accorga. Non richiede infatti atti....etc...sarebbe troppo palese.
...non potremmo aderire ad un magistero che contraddicesse gli insegnamenti del precedente magistero pontificio...
Chiedo: dal VatII ci sono atti di magistero che contraddicono il precedente...etc...?
Tutto è in continuità ma in riforma, in senso storicistico. Solo ambiguità che nella pratica finiscono per essere in contraddizione col magistero precedente.
Nel magistero postconciliare nessun dogma è stato rinnegato, ma nella pratica si.
Quindi si continuerà così...ma vedremo sempre più (questi 20 giorni di episcopato romano del papa ci danno motivi sufficienti almeno per temerlo)un papato e una chiesa "altri". E tutti - vescovi, clero, popolo - vivranno felici e contenti di una chiesa che si rinnova, cammina nel tempo, cresce di numeri (sulla terra....).
http://traditiocatholica.blogspot.it/2013/04/papa-francesco-e-gli-dei-demagogia-e.html
RispondiEliminaMic come si fa a distinguere tra tutti questi anonimi? Uno dice che dopo il Vat.II c'è stato un continuo decadimento senza mai atti contro la tradizione. No, ci sono stati atti contro la tradizione, ma non hanno mai avuto il suggello del più alto magistero. C'è stato un sovvertimento liturgico ed il fatto è grave, ma non è arrivato a cancellare la Tradizione. Oggi viviamo in un'estrema confusione e speriamo nel ripareggiamento del dogma. Fintanto che non viene dogmatizzato l'errore c'è speranza.
RispondiEliminal'errore non verrà mai "dogmatizzato" caro don!
RispondiEliminaLa strategia che sta sotto tutta questa confusione è molto sottile. Atti del magistero sono differenti dagli atti che ogni papa può fare quali visite, incontri...etc...ma questi ultimi hanno più peso. E' questo il motivo per cui tanti veri cattolici "ortodossi" (preti, comunità religiose...) fanno fatica a mettere in discussione il concilio e il post concilio. Guardando gli atti ufficiali e solenni (encicliche e quant'altro) vi trovano continuità e si sforzano di vedere solo "il buono". Questa attitudine è molto cattolica (la fiducia del papa/autorità)....ma siamo in tempi strani, anormali, di crisi.
Don Gianluigi, il modernismo, anche quello 'nuovo', agisce privilegiando l'azione, la prassi, piuttosto che gli atti magisteriali in senso stretto. Pensiamo, tanto per fare un esempio, ai danni spaventosi causati dall'incontro di Assisi nel 1986.
RispondiEliminaFrancesco I farà lo stesso: sovvertirà tutto (ha già cominciato a farlo) per via di atti pratici e gesti autoritari, più che tramite insegnamenti e documenti ufficiali. E purtroppo è un metodo efficace, anzi micidiale...
Caro don gianluigi,
RispondiEliminaè il problema della "pastorale" che da 50 anni agisce de facto senza sancire de iure o, quando non può farne a meno, lo fa in termini ambigui (vedi formula della presa di possesso della cattedra e alcuni errori disseminati in varie encicliche partendo anche da alcuni documenti conciliari).
E' il problema che nasce quando i documenti usano un linguaggio equivoco, variamente interpretabile, perché non normativo-definitorio ma discorsivo. Un linguaggio che, di conseguenza, rende ambigui e variamente interpretabili i punti dottrinali toccati [il soggetto-Chiesa in evoluzione che ha sostituito l'oggetto-Rivelazione]. Questo succede soprattutto quando i documenti delineano dottrine o formulano anche singole affermazioni (che però gettano la loro ombra sull'intero impianto del documento), che sono o appaiono non incanalabili nell'insegnamento costante della Chiesa. Oppure, come nelle omelie del nuovo Papa, toccano verità luminosissime, ma ne lasciano inespressi alcuni punti salienti.
Alla fine, le generazioni nuove che hanno perso il contatto con le "essenze", prima diluite e poi oltrepassate, non hanno più la capacità di accorgersene e sono di fatto sviate.
È questa la nostra grande responsabilità di lasciare il 'testimone'.
Ma occorre l'autorevolezza e l'Autorità di sacerdoti e vescovi, perché noi, più che denunciare e testimoniare, altro non possiamo.
Sono anni che ci autocensuriamo col dire "finché non vengono intaccati i dogmi"...
Ma ho già espresso questa convinzione e la ribadisco. Penso sia tempo di uscire dalle secche di analisi e sintesi che ormai hanno messo sul tappeto sufficienti elementi di discernimento al fine, per dirla con Romano Amerio, di ripareggiare la verità. Il grande filosofo in "Iota unum" ci dà "la legge stessa della conservazione storica della Chiesa", e cioè: "la Chiesa non va perduta nel caso non pareggiasse la verità, ma nel caso perdesse la verità" e ciò potrebbe accadere solo per effetto di negazione della verità da parte del Papa; il che è assolutamente impensabile. Ed è arrivato il momento in cui occorre ripareggiarla la verità con alcune decisive definizioni dogmatiche.
Solo un Papa potrebbe farlo. Ma al punto in cui siamo, chi è che lo farà?
E, siamo proprio sicuri che di fatto se non de iure non sia già stato intaccato il dogma del primato petrino che, guarda caso, è quello di fondazione della Chiesa e che non ne costituisce solo l'identità ma ne stabilisce anche la funzione che rende efficace l'Azione e la Presenza del Signore Risorto?
Mi vengono i brividi di raccapriccio solo a pensarlo!
Visto che c'è un sacerdote che commenta, vorrei il suo parere circa la mancata genuflessione alla consacrazione. Mi sono letto il cerimoniale di tutte le preghiere eucaristiche del messale romano, e la genuflessione in adorazione è SEMPRE indicata da farsi. Ora chiedo: la genuflessione è obbligatoria o si può sostituire con un inchino come fa il Papa? E se è "per caso" obbligatoria, il non farla costituisce un abuso?
RispondiEliminaGrazie della risposta.
La riforma della Chiesa si fa, ci insegnano i Santi, riformando me e voi.
RispondiEliminaInutile mettersi seduti in attesa che il papa dica parole volute da noi.
Abbiamo il Credo, i Testi Sacri e la parola del Papa che ci dice cosa fare.
Per il momento ci ha detto alcune cose: facciamole!
Il papato crolla perchè tutti picconano, da una parte e dall'altra e vogliono dar lezione al papa, tutti fermi in attesa di bollarlo!
Ci crediamo nella Promessa di Cristo? Anche Benedetto XVI ci ha ricordato che la Chiesa è di Cristo e, perciò, Lui non l'abbandona.
Siamo sicuri di non essere, io e voi, gli eretici?
Anonimo delle 22,23 che adesso si firma, per non dar origine a confusione.
Grazie Michela,
RispondiEliminaalmeno potremo riconoscerti :)
vorrei invitare tutti gli anonimi a fare altrettanto (basta inserire il nick prescelto nella casella Nome/Url invece di cliccare su Anonimo). Sarà più facile comunicare e rendere leggibili i percorsi delle varie discussioni.
Il papato crolla perchè tutti picconano, da una parte e dall'altra e vogliono dar lezione al papa, tutti fermi in attesa di bollarlo!
vedi, Michela, ti assicuro che quello delle picconate (soprattutto al Papa) non è il mio sport preferito. Anzi, quel che esprimo (dopo aver riflettuto e pregato ed essermi confrontata con un sacerdote) mi causa dolore e spesso segue momenti di grande scrupolo. Ma, se e quando esprimo qualcosa è perché non si tratta di opinioni personali ma di 'letture' di fatti e parole sulla base del mio sensus fidei ed Ecclesiae ricevuto nella e dalla Chiesa. E che questo che la Chiesa sta attraversando sia un momento di crisi epocale non possiamo nascondercelo.
Ci crediamo nella Promessa di Cristo? Anche Benedetto XVI ci ha ricordato che la Chiesa è di Cristo e, perciò, Lui non l'abbandona.
E' vero e ci credo. Ma credo che il Signore voglia servirsi di noi, anche nel nostro piccolo e hai perfettamente ragione nel dire che la Chiesa va riformata a partire da noi stessi. Ma ho imparato che neppure ci si salva da soli e che ci sono situazioni e possibilità che ci sono date o ci vengono incontro nelle quali possiamo e dobbiamo fare del nostro meglio.
Siamo sicuri di non essere, io e voi, gli eretici?
Beh, se non ci allontaniamo dall'insegnamento costante della Chiesa, è difficile che possiamo essere eretici.
Però possiamo sempre sbagliare e io sarei felicissima se qualcuno mi dimostrasse che ho sbagliato riguardo alle ultime cose che ho scritto.
Tu hai dato indicazioni condivisibilissime che, devi credermi, sono già state da me soppesate prima di scrivere quel che ho scritto.
In ogni caso, ci resta ancora da attendere e vedere, pregando e offrendo...
Ovvio che sono convinta che quel che ho detto per me, riguarda anche chiunque scrive qui.
RispondiEliminaOgnuno, poi, in coscienza sa cos'è che lo muove.
Ci sono due modi per inoculare l'eresia tra i Cristiani: corrompendo la dottrina, come fece Lutero (lex credendi) o corrompendo la liturgia, come fece Cranmer in Gran Bretagna (lex orandi). Dobbiamo essere onesti, la fede è obnubilata, ma non cambiata. Mentre Lutero negò una serie di dogmi e cambiò i fondamenti dottrinali, nessun Papa è arrivato a tal segno. Cranmer effettivamente introdusse riforme simili alle attuali, ma con l'aggravante del sovvertimento radicale della Messa, espungendo dal rito ogni accenno al sacrificio e con il divieto assoluto di mantenere il rito precedente. Ciò portò evidentemente al mutamento della stessa fede. Ma noi, grazie a Dio abbiamo i fondamenti saldi e al Papa dobbiamo guardare con fede.
RispondiEliminaMi par di ricordare che a un giornalista che le chiedeva cosa non funzionasse nella Chiesa oggi, Madre Teresa di Calcutta rispose: «Io e lei» Cominciamo la riforma da noi stessi rinsaldando la nostra fede con il nutrimento della Parola di Dio e con la Grazia dei Sacramenti. Il resto lasciamolo nelle mani di Dio.
A suggello di ciò che hanno scritto mic e don gianluigi,
RispondiEliminaricordo che papa Francesco va chiedendo a destra e a manca di pregar per lui, sembra che sia la prima cosa che dica incontrando le persone: facciamolo!
Cara Mic, hai ragione, tuttavia, a dire il vero, il primato petrino è già stato intaccato de facto da Paolo VI, quando, pur condannando gli eccessi di certa teologia, non si è mai imposto nei confronti degli erranti. Come nel caso clamoroso dei vescovi olandesi, a cui chiese lui stesso, il Papa, quali provvedimenti avrebbe potuto prendere contro le loro deviazioni. In pratica si è instaurata una prassi di desistenza dell'autorità, tranne che per i tradizionalisti. Pressoché l'unico vescovo sanzionato in quegli anni fu mons. Lefebvre e l'unica proibizione liturgica in una esplosione di sperimentazioni fu quella della Messa tradizionale. Le conseguenze di una tale gestione così distorta del primato è la confusione attuale. È giusto alzare la voce per difendere la fede, ma sempre nel rispetto di coloro che il Signore ha posto sopra di noi. A lui dovranno rispondere e, nel caso di tradimenti, certo Egli non ci abbandonerà.
RispondiEliminaIn pratica si è instaurata una prassi di desistenza dell'autorità, tranne che per i tradizionalisti.
RispondiElimina----------------
La desistenza dall'autorità, sempre de facto, non è l'annichilimento del Papato?
Visto che lo chiedi, Mic, provo a obiettare sommariamente a qualche punto di quest’articolo. Ma non per dirti, come chiedi, dove hai sbagliato, ma solo per mostrarti un’altra faccia della medaglia, che un po’ spiega la mia delusione dal mondo tradizionalista che un tempo tanto mi aveva affascinato.
RispondiEliminaScrivi: altri eufemismi tipo ermeneutica della continuità, usati nell'ultimo cinquantennio per addormentare i cuori e le coscienze dei credenti.. Cosa questa opinabile, primo perché quell’espressione mi pare sia da riferirsi agli ultimi 8 anni, non 50; e poi e soprattutto perché quel criterio di lettura proposto da Benedetto non aveva certo lo scopo di addormentare ma caso mai scuotere e risvegliare le coscienze. Cosa in parte riuscita, anche a vostro favore, visto che il CVII è stato rivoltato come un calzino, la Messa Antica diffusa, la riflessione teologica riaccesa…
Scrivi: Se dei credenti hanno ravvisato una profanazione… Anch’io, peraltro legata e abituata a Benedetto, ho trovato discutibile la scelta di celebrare il Rito del Giovedì Santo lì, ma da qui a parlare di profanazione ce ne passa, se le parole contano ancora. Anche, ma non solo, perché il profanatore, dunque eretico impostore, sarebbe il papa in persona. Che ci fossero donne e musulmani invece che giovani già ‘mondi’ mi sorprende ma non mi scandalizza. E si potrebbe argomentare a lungo.
Parli di guitti protagonisti di rappresentazioni sceniche di segno pauperistico e in definitiva profanatorio. E va bene la foga espressiva, ma parlare, come da più parti si fa, di pauperismo è voler a tutti i costi recintare i fatti nuovi dentro un’etichetta, un qualche ismo che codifichi il problema e lo metta subito all’angolo. Lo stesso sistema è stato usato con Benedetto, che oggi risorge nel rimpianto di alcuni che l’hanno fatto a pezzi in passato, lo stesso sistema di definire, etichettare. Per carità, liberi di far così se vi pare necessario Ma se non si limitasse alla croce di ferro e roba del genere? E se invece volesse far davvero i conti in tasca alla chiesa e far fuori un po’ di schifezze? E non parlo solo di IOR, ma anche di privilegi vari poco pastorali. Si comincia dall’inizio, dicevamo in illo tempore…Papa Francesco, forse, ha cominciato da sé.
Infine leggo: perplessità qui espresse con le prediche che appaiono molto cattoliche del nuovo Papa… . Che vuol dire ‘appaiono molto cattoliche’: o lo sono o non lo sono. Che poi provengano da peculiari esperienze della sua terra d’origine, e allora? Che cambia? Non è vero, per es., che non coniuga la misericordia con la giustizia: lo fa quando parla di ritorno a Cristo, nel cui Nome soltanto c’è salvezza. Forse non ha ancora usato la parola pentimento, ma ne ha dato le ragioni e questo conta.
Mi scuso per la lunga incursione. E che il Signore ci aiuti tutti.
Scusi Giovanna, ma se, come giustamente scrive, le parole hanno un senso, puo' spiegarmi quando e in quale occasione il Concilio Vaticano II sarebbe stato rivoltato come un calzino? A me pare invece che, per dirla con Brunero Gherardini, questo sia proprio IL discorso mancato, anche e soprattutto, mi duole dirlo, da parte di Benedetto XVI: non ho mai sentito sottoporre a vaglio critico, ancorche' costruttivo, un singolo documento o un qualsiasi passaggio del Concilio. Se a lei risulta me lo segnali: sarei ben lieto di essere smentito. Felice
EliminaCara Giovanna,
RispondiEliminati ringrazio perché la tua critica sincera e sensata mi aiuta ad approfondire e motivare le mie affermazioni, delle quali riconosco la 'scomoda' oltre che dolorosa e addolorata portata.
Parto dalla tua prima considerazione:
Scrivi: altri eufemismi tipo ermeneutica della continuità, usati nell'ultimo cinquantennio per addormentare i cuori e le coscienze dei credenti... Cosa questa opinabile, primo perché quell’espressione mi pare sia da riferirsi agli ultimi 8 anni, non 50; e poi e soprattutto perché quel criterio di lettura proposto da Benedetto non aveva certo lo scopo di addormentare ma caso mai scuotere e risvegliare le coscienze. Cosa in parte riuscita, anche a vostro favore, visto che il CVII è stato rivoltato come un calzino, la Messa Antica diffusa, la riflessione teologica riaccesa…
.....................
Vedi, se non ci fossero state le ambiguità -e conseguenti applicazioni distorte e distorcenti- degli ultimi 50 anni, non ci sarebbe stato neppure bisogno di tirar fuori la cosiddetta "ermeneutica della continuità" in contrapposizione all'"ermeneutica di rottura", sulla quale mi sono illusa finché non ho scoperto (leggendo attentamente il famoso discorso del 22 dicembre 2005) che si trattava della "riforma nella continuità dell'unico soggetto Chiesa..." che, come ho scritto nell'articolo, è di stampo prettamente storicista e che sostituisce l'oggetto-Rivelazione, che invece la Chiesa incarna e trasferisce in ogni epoca fino alla fine dei tempi. Il risultato è l'evidente allontanamento dall'alveo della Tradizione costante della Chiesa del quale stiamo vedendo alcune nefaste conseguenze.
E' proprio questo infatti che rende ragione dei cambiamenti operati dall'unico-soggetto Chiesa senza più legiferare, ma direttamente agendo ('pastorale' e 'dialogo' che sostituiscono l'insegnamento); il che appare particolarmente accentuato ed accelerato nel nuovo papa (vedi soprattutto il cambiamento non innocuo nella formula di insediamento della cattedra e sue dirette conseguenze sul "primato petrino", per non parlare del resto, su cui sarà necessario tornare).
Infine, se è vero che il CV2 è stato rivoltato come un calzino nel senso che sono state sviluppate argomentate le ambiguità di alcuni punti controversi e le conseguenti distorsioni 'pastorali" (rilevando che la pastorale non è mai asettica ma è portatrice di una dottrina sia pure implicita), è altrettanto vero che tutte queste puntualizzazioni sono rimaste lettera morta, richiedendo il riallineamento con la tradizione o le motivate ragioni definitorie e non fumose della teologia che sottende le varie innovazioni che hanno concretizzato una vera "riforma" travestita da "aggiornamento".
Quanto al Summorum Pontificum (che appare pur sempre come un miracolo) e alla sua applicazione, purtroppo è a tutti dolorosamente nota la strenua opposizione di quasi tutti i vescovi, da cui discendono le conseguenti grandi difficoltà di poter vivere e diffondere il Rito Latino-gregoriano e la sua dottrina.
... E va bene la foga espressiva, ma parlare, come da più parti si fa, di pauperismo è voler a tutti i costi recintare i fatti nuovi dentro un’etichetta, un qualche ismo che codifichi il problema e lo metta subito all’angolo. Lo stesso sistema è stato usato con Benedetto, che oggi risorge nel rimpianto di alcuni che l’hanno fatto a pezzi in passato, lo stesso sistema di definire, etichettare.
RispondiEliminaBeh, penso che dobbiamo fare dei 'distinguo'.
Contro Papa Benedetto purtroppo c'è stato un linciaggio mediatico riferito ai noti drammi ecclesiali, unito al rifiuto viscerale per il suo stile, la sua profondità, la sua delicatezza, il suo amore per la Bellezza e il tentativo di recupero della sacralità perduta.
Ma tutto questo (con il contestuale e anche clamoroso cambiamento di segno nei confronti del nuovo papa, che ci mette ancor di più all'angolo) non ha niente a che vedere con le nostre sentite, filiali critiche che hanno espresso e continuano ad esprimere interrogativi seri e preoccupati su dove sta andando la nostra Chiesa, che è vero che è di Cristo Signore, ma è anche affidata ad uomini-di-Chiesa.
Per carità, liberi di far così se vi pare necessario Ma se non si limitasse alla croce di ferro e roba del genere? E se invece volesse far davvero i conti in tasca alla chiesa e far fuori un po’ di schifezze? E non parlo solo di IOR, ma anche di privilegi vari poco pastorali. Si comincia dall’inizio, dicevamo in illo tempore…Papa Francesco, forse, ha cominciato da sé.
In effetti è quello che ci dovremo attendere e che vedremo.
E ancora:
RispondiEliminaScrivi: Se dei credenti hanno ravvisato una profanazione… Anch’io, peraltro legata e abituata a Benedetto, ho trovato discutibile la scelta di celebrare il Rito del Giovedì Santo lì, ma da qui a parlare di profanazione ce ne passa, se le parole contano ancora. Anche, ma non solo, perché il profanatore, dunque eretico impostore, sarebbe il papa in persona. Che ci fossero donne e musulmani invece che giovani già ‘mondi’ mi sorprende ma non mi scandalizza. E si potrebbe argomentare a lungo.
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Il problema è che rischiamo di abituarci (e quindi non più scandalizzarci) a troppe sorprendenti "sorprese" che, come in questo caso, hanno toccato corde profonde del mio sensus fidei...
Ora, chi di dovere dovrà stabilire e noi dovremo imparare a discernere fino a che punto certe "sorprese" siano davvero corrispondenti all'essenziale e non dei sovvertimenti delle "essenze".
Infine:
RispondiEliminaInfine leggo: perplessità qui espresse con le prediche che appaiono molto cattoliche del nuovo Papa… . Che vuol dire ‘appaiono molto cattoliche’: o lo sono o non lo sono. Che poi provengano da peculiari esperienze della sua terra d’origine, e allora? Che cambia? Non è vero, per es., che non coniuga la misericordia con la giustizia: lo fa quando parla di ritorno a Cristo, nel cui Nome soltanto c’è salvezza. Forse non ha ancora usato la parola pentimento, ma ne ha dato le ragioni e questo conta.
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Se ho detto 'appaiono' è perché esprimono verità luminosissime, ma ne tacciono alcuni aspetti non oltrepassabili. Anche quando si spinge alla richiesta del perdono, non si può sistematicamente ignorare l'atteggiamento del cuore e l'impostazione della vita, che non è solo il tuffo nella misericordia avvolgente, ma è anche la presa di coscienza della propria responsabilità (e conseguente mancanza che definiamo peccato) innanzitutto di fronte a Dio e poi di fronte agli uomini, nella consapevolezza di aver infranto un ordine mirabile, un disegno d'amore, di aver provocato dei guasti... Il tutto ovviamente nella fiducia e nell'affidamento alla misericordia e nella contestuale sete di ricevere la giustificazione (esser "resi giusti" dal perdono -ricevuto a dato a nostra volta- e dalla grazia).
In nessuna di queste prediche ho trovato parole (e quindi la realtà corrispondente) come: responsabilità, dolore, contrizione, propositi di emendamento che la grazia opera, riparazione...
Ecco perché, oltre agli echi pentecostalisti, è venuta fuori anche l'ipotesi del buonismo conciliarista al quale purtroppo anche molti sacerdoti ci vanno abituando...
Il Papa non deve necessariamente, parlando di misericordia, ripercorrere tutto il pensiero teologico sul pentimento, perdono, contrizione, penitenza ecc. Non l'ha fatto Gesù Cristo con l'adultera non vedo perchè il Suo vicario debba farlo.
RispondiEliminaMa riflettendo è proprio vero che chi non conosce la leggerezza, purtroppo, è difficile che abbia mai conosciuto il cristianesimo.
Veramente Nostro Signore all'adultera "Vai e non peccare piu'" l'ha detto..... Felice
EliminaVa bene, mic, ti ringrazio per la replica, ma conosco i vostri argomenti che non sono per me utili lanterne per vederci meglio, nonostante che la mia fede e il mio cervello siano ben desti.
RispondiEliminaE allora il Signore ci aiuti tutti a restare in Lui, e magari un giorno in Lui ritrovarci.
Va bene, mic, ti ringrazio per la replica, ma conosco i vostri argomenti che non sono per me utili lanterne per vederci meglio, nonostante che la mia fede e il mio cervello siano ben desti.
RispondiEliminaE' proprio conoscendo la tua fede e il tuo sentire che mi fa problema che i miei (nostri) argomenti non siano utili lanterne per vederci meglio.
A prescindere dalle ulteriori verifiche che ritengo comunque necessarie, dovrò molto pregarci su e 'semplificare' e magari 'purificare' la mia lanterna.
Nella certezza che, se "rimaniamo" comunque nel Signore, non avremo bisogno di ritrovarci perché non ci saremo mai allontanate...
Il Papa non deve necessariamente, parlando di misericordia, ripercorrere tutto il pensiero teologico sul pentimento, perdono, contrizione, penitenza ecc.
RispondiEliminaNon ho detto che debba farlo ogni volta. Ho notato che "finora" non lo ha mai fatto. Non diventa un problema se lo farà e non si tratta del buonismo conciliarista presente nella maggior parte dei sacerdoti di oggi.
Non l'ha fatto Gesù Cristo con l'adultera non vedo perchè il Suo vicario debba farlo.
Gesù, all'adultera ha detto anche: "Va e non peccare più"... Ed è questo che il Suo vicario deve aggiungere.
Per Felice
RispondiEliminaBenedetto XVI ha avuto l’audacia di porre i problemi sul tappeto, tutti, quelli morali, dottrinali e liturgici, nel fil rouge del CVII che è stato letto, studiato, criticato o osannato, senza risolverne le ambiguità, certo, ma è rimasto all’ordine del giorno per 8 anni. Ha acceso l’intelligenza dei credenti sulle questioni più scottanti, ha determinato il ritorno alla Tradizione anche col riemergere di studi teologici sepolti, tipo Amerio. Ha seminato insomma, contro vento purtroppo. Questo intendevo col ‘rivoltato come un calzino’. Mi scuso, ma non so dare i link ai discorsi e cose varie, ma tanto non serve.
Per Mic
RispondiEliminaRimanere nel Signore, come sai bene, non è una vaghezza poetica, ma una necessità per chi crede in Cristo. Necessità impraticabile fuori o a prescindere dalla chiesa e da chi la guida. Questo è il punto, detto con chiarezza: se questo papa è quel personaggio ambiguo, inquietante (come uno dei vostri blogger lo definisce), della cui cattolicità già si dubita, programmato per distruggere quanto è stato costruito fin qui (così mi pare Colafemmina), e via dicendo, allora siamo al liberi tutti e non è così scontato che ci si incontri e ritrovi nella stessa fede, un cuor solo e un’anima sola. Ecco perché per me l’urgenza irrinunciabile è riconoscere e raccogliere come mia la volontà del Signore in questo sempre nuovo inizio di pontificato. Lascio cioè alla mia coscienza, che s’è fatta le ossa ai piedi di Gesù, di farsi interpellare dalle cose che stanno accadendo, parole, gesti e novità anche sconcertanti, non per giudicarle ma per accoglierle. Una posizione la mia diversa dalla vostra. Ne prendo atto e deve andar bene così. E con questo finisco davvero.
Mic,
RispondiEliminaquesto è solo l'inizio. Sarà dura. Non scoraggiarti.
Cara Mic, sapessi quante volte, in quasi trent'anni di combattimento, discutendo con sacerdoti riguardo alla presente crisi nella Chiesa li ho visti alzar le spalle, o svicolare, o rispondere in modo confuso ed illogico. E se fanno così loro, figuriamoci i semplici fedeli. Come scriveva sopra 'cristero', non bisogna cedere alla tentazione di scoraggiarsi: anche se non comprendono, noi la nostra testimonianza alla Verità dobbiamo darla, opportune, importune. D'altronde da cinquant'anni la situazione è di per sé abnorme e caotica, del tutto straordinaria (ed oggi stiamo alle sue fasi finali), e non meraviglia che molti non riescano a vederci chiaro. Oremus.
RispondiElimina"Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me"(Matteo 10, 37).
RispondiEliminaBisogna amare il Papa e i legittimi pastori, ma non si può amarli più del buon Gesù.
La questione della Tradizione è tutta qui, nella sua assoluta e drammatica semplicità.
Ricordo che erano 5 le condizioni richieste per una buona confessione:
RispondiElimina1. l'esame di coscienza;
2. il dolore dei peccati;
3. il proponimento di non commetterne più;
4. l'accusa dei peccati;
5. la soddisfazione o penitenza.
Se uno volesse guardare la realtà ( non le illusioni di revival di cui ci bombardano) si accorgerebbe che sono sparite quasi tutte, iniziando dalla Prima elencata.
Bisogna amare il Papa e i legittimi pastori, ma non si può amarli più del buon Gesù....
RispondiElimina...........................
eh già, sembra ovvio, ma per milioni di persone non lo sarà più.
Ci costringeranno tra poco ad amare il papa (e il suo successore di più) al di sopra di Nostro Signore, con toni intimidatori ci diranno: "se non obbedite ed acclamate a TUTTO ciò che egli dice e fa, voi siete FUORI DELLA CHIESA, siete nemici di Cristo! e questa è la tragedia d'INGANNO colossale in atto, di cui ben pochi si accorgono...mentre molti dicono "stiamo a vedere", per ora nulla di grave, tutto è a posto, l'edificio regge, le lesioni non sono strutturali....(=dormite tranquilli "dentro la casa"....)
don Camillo don Camillo, non le riesce di non disprezzare le anime, come insegnava mons. Lefebvre?
RispondiEliminaLascio cioè alla mia coscienza, che s’è fatta le ossa ai piedi di Gesù, di farsi interpellare dalle cose che stanno accadendo, parole, gesti e novità anche sconcertanti, non per giudicarle ma per accoglierle. Una posizione la mia diversa dalla vostra. Ne prendo atto e deve andar bene così. E con questo finisco davvero.
RispondiEliminaCara Gio,
conosco la tua sensibilità e la tua Fede per cui so cosa c'è dietro le tue parole.
Non è una "posizione diversa dalla nostra", la tua, che significherebbe divisione.
So che non è così.
Semplicemente, trovo sia giusto che ognuno si fermi al suo "spartiacque". C'è un punto oltre il quale forse si supererebbe il proprio limite e, pur applicando il discernimento per quanto possibile (il che non è mai resa incondizionata e dunque astensione da ogni giudizio), ci si ferma e si affida tutto al Signore.
Io credo di esser vicina al mio "spartiacque", anche se mi pare di non averlo ancora raggiunto.
Prego il Signore e a Lui tutto affido, ringraziandoLo per le guide che mi ha dato e che mi dà e/o mi darà...