Pagine fisse in evidenza

sabato 21 settembre 2013

Jean Mercier. Il papa è demagogo?

La stampa francese non è tutta affetta da bergoglite allo stato acuto, come molti media nostrani. Quello che segue è un articolo apparso nei giorni scorsi su La Vie, nella traduzione di finesettimana.org (con piccole pennellate mie) che riporta molte considerazioni che andiamo facendo da tempo. E, comunque, non può non risentire nelle conclusioni dell'ambiente progressista da cui proviene.

Carismatico e popolare, Francesco non esita a compiere gesti che fanno centro e a lanciare formule che attirano l'attenzione. Non esagera un po' troppo?

La strategia mediatica ha la soluzione. Papa Francesco è un tipo come si deve. A sei mesi dalla sua elezione, il profluvio di critiche che si sono riversate su Benedetto XVI sono un lontano ricordo. Infine, i cattolici hanno un papa accettabile, Cosa che non si vedeva da più di 30 anni ...[affermazione ingenerosa nei confronti degli ultimi Papi]

E se Francesco fosse un po' demagogo, almeno in base ai nostri parametri culturali? L'idea mi solletica da alcune settimane... Mentre mi meraviglia la capacità di questo papa di parlarci con piena umanità, del suo contatto fisico con la "carne di Cristo" che sono poveri [vedi nostre precisazioni], sono a volte imbarazzato dalla sua capacità di seduzione che non è priva di una certa forma di manipolazione, che lui ne sia cosciente o meno.

Penso al suo modo di chiedere a quel giovane sconosciuto che chiama al telefono, di dargli del tu. Non c'è dubbio, è il genere di aneddoto che piace nelle redazioni francesi e del mondo intero!

Il colmo del genere è la conferenza stampa improvvisata sull'aereo al ritorno dalla GMG. Alcune parole hanno scatenato un'eccitazione senza precedenti. Quando si chiede al papa di posizionarsi sull'omosessualità, risponde: “Chi sono io per giudicare...?”
Tutto sta nel “Chi sono io?”. Ebbene, molto semplicemente: il papa... Ed è per questo che gli viene posta la domanda. E per questo la sua risposta fa discutere.
Anche se sono pienamente d'accordo con ciò che Francesco ha detto sull'atteggiamento della Chiesa nei confronti dei gay, non posso far a meno di storcere il naso. La sua risposta è o un modo di non assumere il suo stato, o una piroetta destinata a sedurre la totalità del pianeta mediatico per la sua umiltà – e fare pensare ad una “rivoluzione” sull'atteggiamento della Chiesa.

Il massimo è stato raggiunto nella famosa lettera ai non-credenti pubblicata su la Repubblica, destinata a Eugenio Scalfari. Magnifico colpo mediatico. Tuttavia, quando il papa spiega che il non credente può trovarsi libero da debiti davanti a Dio perché è stato fedele alla sua coscienza, non posso fare a meno di trovare l'argomentazione molto debole da tutti i punti di vista. Perché l'inferno è lastricato di buone intenzioni. I torturatori senza fede né legge vi dicono di avere la coscienza tranquilla. Senza dubbio sarebbe stato necessario che il papa entrasse un po' più addentro alla complessità dell'argomento...

Penso anche alla sua retorica contro il clericalismo, la ricchezza, i cristiani che tengono il broncio, l'ipocrisia dei cattolici, la banca del Vaticano (“San Pietro non aveva un conto in banca”, ecc...).
Tutto ciò che dice è vero, ma accarezza il lato “anti-istituzione” di diversi cattolici e non-credenti.
Lungi da me l'idea di ridurre il papa ad una sorta di saltimbanco che ci dice solo quello che vogliamo sentire. Ha parole esigenti, del genere che impedisce di dormire, come a Lampedusa, sul nostro egoismo. Lo chiamo addirittura il “defibrillatore”.[vedi diversa analisi su Lampedusa]

Sì, il papa è demagogo. Può essere davvero diversamente? I cardinali, il 13 marzo 2013, hanno scelto una personalità forte, su un programma di riconquista di fiducia nella Chiesa, sia della base cattolica che dell'opinione pubblica internazionale. Un papa capace di attirare l'attenzione in maniera positiva. Partendo da questa realtà, è normale e legittimo che Francesco stia al gioco esercitando una seduzione a 360 gradi.

Stare al gioco, disposto a giocare con i suoi interlocutori... Sull'aereo dell'andata a Rio, Francesco spiega che ha paura dei giornalisti e non concederà loro interviste. Al ritorno, si offre loro come nessun papa aveva mai osato fare, per 1h20, rispondendo a tutte le loro sollecitazioni. Manovra calcolata? Impossibile saperlo. In ogni caso, il successo di comunicazione è stato totale: la Chiesa, sembra, non è più omofoba. Bravo Francesco! E pazienza per la manipolazione del “Chi sono io?”

Allo stesso modo non servirebbe a niente voler ritrovare la stima degli atei, degli agnostici, delle persone “del dubbio” senza dir loro subito che sono brave persone e che Dio li benedice se sono fedeli alla loro coscienza. Perché se dovesse spiegar loro che devono illuminarla con la Rivelazione cristiana, cioè introdurre dei bemolle ed una batteria di condizioni, il potenziale di simpatia sarebbe intaccato, e l'operazione sarebbe annullata.

Il papa è quindi di una coerenza temibile. Bisogna pur mettere dalla propria parte le persone – in particolare quelli che costituiscono la doxa mediatica – prima di sollecitare la loro apertura del cuore su questioni cruciali. Ecco perché sono a favore della demagogia papale. Almeno all'inizio del pontificato.
Ricordiamoci che Bergoglio viene “dall'altro capo del mondo”, e più particolarmente dall'Argentina, un paese la cui cultura è caratterizzata dal populismo. Senza sorpresa, è normale che il papa approfitti della riconquista delle periferie esistenziali basandosi su quella cultura. Tanto più che quella strategia populista si basa su qualcosa di vero, di tangibile. Non si tratta di una “comunicazione pura”. Il papa non seduce solamente con discorsi choc, ma con gesti concreti e rotture reali (nella semplicità della vita). [semplicità e povertà, sono altra cosa dal populismo e dal pauperismo, inclusa la sciatteria liturgica]

Come si dice in Inghilterra: “He can talk the talk, but also walk the walk”. Cioè: il papa non è una persona che si accontenta di parlar bene, traccia la strada e la percorre fino in fondo, riconquistando una credibilità che l'uomo della strada non riconosceva al suo predecessore. [Ammesso che l'affermazione corrisponda al vero, diciamo che l'uomo della strada era clamorosamente sviato dalla doxa mediatica precedente, di segno completamente opposto!]

Un'altra cosa che rafforza il profilo di leader populista di Francesco: il suo lato leggermente autocratico. Nessuno si è agitato oltremisura quando il papa ha deciso di sopprimere il premio generalmente devoluto ai dipendenti del Vaticano in seguito alla sua elezione, né al modo con il quale ha deciso di canonizzare Giovanni XXIII senza il miracolo che sarebbe stato necessario, trascurando le regole vigenti.

Si potrebbe anche disquisire sul modo in cui ha deciso di rompere con la tradizione della lavanda dei piedi liturgica a San Pietro a Roma, con 12 preti che simboleggiano gli apostoli, ossia il memoriale dell'istituzione del sacerdozio da parte di Cristo, per trasferirlo alla prigione (includendo della donne). È molto forte, perché il papa “riapre” il gesto di Cristo sotto l'angolatura profetica, il che mi ha molto colpito personalmente. Ma sarebbe stato normale che un papa appena eletto (solo da 15 giorni) spiegasse questa rottura. Dei commentatori hanno allora sottolineato il rischio dell'arbitrario in materia liturgica... (A partire da questo, tutti i nostri preti hanno sufficiente possibilità di interpretare a loro modo il messale romano).

Bergoglio, nonostante la sua reputazione di “papa aperto” - per opposizione all' “oscurantista” Benedetto XVI! [Ci risiamo! Tornano i mantra dissepolti per l'occasione] - era conosciuto, come vescovo di Buenos Aires, per fare sempre di testa sua.

Come fa notare Andrea Gagliarducci in un articolo, gestisce ormai le cose in maniera diretta, poco collegiale, avendo la tendenza a evitare le mediazione...
Alcuni esempi. I cardinali che si ritroveranno per discutere del futuro della Chiesa all'inizio di ottobre a Roma sono stati scelti da lui e riferiranno solo a lui. Stessa cosa per la “pulizia” della Banca del Vaticano o l'audit finnziario e amministrativo. Si può capire che il papa non desideri che dei collaboratori “ben intenzionati” soffochino gli scandali scoperti man mano. Ma la verità è che impone un potere regale scomparso dalla fine del regno di Giovanni Paolo II, e sotto Benedetto XVI. [Effettivamente, si tratta della innegabile desistenza dal governo riscontrata dopo Paolo VI]

Nel suo articolo, Gagliarducci considera le recenti nomine del papa. Sottolinea che è andato al di là della legge scritta secondo la quale un segretario di Stato deve essere un cardinale, e il segretario generale dello Stato del Vaticano un arcivescovo. Il problema non è sapere se il papa ha torto o ragione, ma constatare che si prende delle libertà con il codice. “La riforma si fa per gradi, ma Francesco occupa la torre di controllo, e tutti seguono. Questo mostrerebbe che ascoltare le persone non implica un modo decisionale collegiale”. Così succede che la segreteria di Stato si trovi scaricata di un certo numero di dossier che andrebbero sulla scrivania del papa. E che incentri il suo lavoro sulla sua missione diplomatico-statale, perdendo una grande parte del potere acquisito sotto Benedetto XVI.

Autocrate, in maniera gentile ma certa, Francesco tiene fermamente le leve del comando. Chi mai se ne lamenterebbe? Nelle speculazioni prima del conclave, numerosi osservatori confidavano che la Chiesa aveva bisogno di un papa energico. “Il Panzer Kardinal” Ratzinger era stato troppo gentile con i cattivi, e il caos aveva avuto il sopravvento. Avevamo bisogno di un nuovo Pio XI, capace di far “paura” a coloro che, in Vaticano, volevano che niente cambiasse. Ma ce l'abbiamo, anche se con caratteristiche di Francesco d'Assisi. Lo Spirito Santo farà il resto. [Ci speriamo tutti. Ma resta tutto da vedere. Attendiamo atti più positivi dei segnali ricevuti finora]

32 commenti:

  1. Tutto sta in quel "E chi sono io?" Bergoglio non volle e non vuole ESSERE il Vicario di Cristo ma solo un suo Vescovo. ("non ho voluto essere Papa") Allora bene la demagogia, bene la finfzione, bene la furberia, bene il decisionismo, bene anche la bugia. Tutto questo è utile al Popolo di Dio ma velenoso per il Corpo di Cristo. Come capopopolo moderno è più adatto un presidente di un pontefice. E lui questo ha voluto essere ed è. La porcheria è che non ce lo dice apertamente, perchè poi gli serve e pretende obbedienza. Ma l'obbedienza ad un presidente può scordarsela. Il nostro dovere è seguire Cristo e i suoi insegnamenti non un leader che trae dal consenso del mondo la sua legittimazione.

    RispondiElimina
  2. Cosa che non si vedeva da più di 30 anni ...[affermazione ingenerosa nei confronti degli ultimi Papi]
    No!
    Conferma, se mai ce fosse stato bisogno, che, come scrivo altrove, la Rivoluzione Conciliare (o post-, se vi fa più piacere) dopo 35 anni di marcia (più o meno) lenta, ha reinnestato la marcia veloce.

    RispondiElimina
  3. Mazzarino ma lei si rende conto della gravità delle sue affermazioni? Lei gioca su alcune affermazioni del Papa il cui significato è chiaro a tutti trane che a lei ed ad altri in cattiva fede. Quanti Papi hanno detto che non si sentivano degni? La Chiesa è in continuo cambiamento e non possiamo accettarla o meno a seconda che a noi piaccia o meno la direzione intrapresa.

    RispondiElimina
  4. un presidente di un pontefice. E lui questo ha voluto essere ed è.
    Diciamo pure un "Caudillo" sudamericano. Secondo lo stile dei suoi connazionali Guevara e Peron.
    Figure non necessariamente negative in sè, almeno riguardo le necessità materiali dei loro popoli ed il prestigio internazionale dei loro paesi. In ciò i nostri governanti sono lontani anni-luce. MA SOLO QUESTO. E per tali scopi disposti a tutto, nonchè legati alla massoneria. E PER QUESTO CONDANNATI Dai vescovi di allora.

    RispondiElimina

  5. Penso si possa togliere il punto interrogativo, per Mercier papa Bergoglio è demagogo, come è populista e autocratico, ma sono come dei "mali"necessari perchè "Bisogna pur mettere dalla propria parte le persone – in particolare quelli che costituiscono la doxa mediatica – prima di sollecitare la loro apertura del cuore su questioni cruciali."...punti cruciali, eh sì, ma quali sono questi punti detti "cruciali"?
    I media, papa Bergoglio se li è messi in tasca, sono tutti ai suoi piedi, lo ha fatto consapevolmente perchè li conosce perfettamente, sa come manipolarli e usarli, per sapere che cosa il Papa pensa dei media basta leggere la pagina 144 del libro "Sur la terre comme au ciel" dove dialoga con il rabbino Skorka, non conosco il titolo in italiano.
    Purtroppo, o in modo prevedibile, Mercier non può evitare di infilare nel suo articolo dei ridicoli e stantii e, sopratutto, falsi clichès, veicolati da quel mondo progressista che tanto ha lottato contro Papa Benedetto.
    Sorvolo sul "papa oscurantista" per fortuna tra virgolette, è totalmente falso dire che "l'uomo della strada non riconosceva credibilità al suo predecessore", è vero tutto il contrario, il popolo semplice ha amato Papa Benedetto, ha visto in lui l`uomo di Dio umile, servo dei servi, è una certa élite che ha seminato odio e livore contro di lui.
    Sono gli stessi media che oggi adulano Jorge Bergoglio e fanno silenzio su tutto quel che li ha riempiti di livore e ha scatennto il loro accanimento contro Benedetto XVI.

    Sorrido, e sì è meglio riderci sopra, fino a quando non lo so, leggere che l`OR ha dedica un articolo che fa il sunto dei commenti positivi e ditirambici dopo l`intervista del Papa, c`è perfino il mitico Politi, che dopo aver sputato ettolitri di veleno contro Benedetto XVI oggi scrive:
    "L’intervista con il Papa dolce» — cioè che la Chiesa deve occuparsi delle persone che stanno male, senza lasciarsi impigliare da preoccupazioni dottrinarie e senza trasformare la fede in ideologia. Indubbiamente con queste ultime sue uscite si è imposto come personaggio di livello internazionale, sia sul piano della fede che su quello sociale e della politica estera. Non si vedono leader in Europa capaci di tale statura».
    Capito amici? Basta un papa che dice che la dottrina viene dopo il Vangelo, che spara su quei poveretti che cercano ancora sicurezza nella Dottrina, nella Tradizione, per vedere certi anziani e fielosi commentatori di cose vaticane partire in estasi.
    Se qui non siamo nella più sfegatata papolatria!




    RispondiElimina
  6. la Rivoluzione Conciliare dopo 35 anni di marcia lenta, ha reinnestato la marcia veloce

    L'impressione di un improvviso cambio di passo è netta. Il pontificato di Benedetto XVI ha fatto sperare, anzitutto sul fronte liturgico (che è il più importante, e non solo perché sussume in sé ogni altro aspetto), in un ritorno dell'antico del senno. Ma il pontificato di Benedetto XVI si è tolto da sé, e appena papa Ratzinger ha tolto il dito dal buco nella diga, si e aperta un'enorme falla e ora l'acqua sta invadendo l'abitato.

    RispondiElimina
  7. Più questo Vescovo di Roma prende a picconate l'Istituzione della Chiesa fondata da Cristo, più si leva il plauso degli agnostici, degli atei e compagnia cantando. Tutta gente che vuole una chiesa senza Cristo, che prescinda dalla Sacra Scrittura, tutta a servizio dell'uomo e dei suoi desideri "secondo coscienza".
    E' innegabile che la "macchina" dell'Istituzione abbia bisogno di una taratura, ma è questo il modo di compierla?
    Picconata dopo picconata, rimarranno solo macerie. Ma rimarrà anche un "piccolo gregge" di riottosi alla normalizzazione che procederà a ricostruire sulle macerie. Questo è certo, ce l'ha promesso Lui.

    RispondiElimina
  8. La "bergoglite ha ormai oltrepassato lo stato acuto per diventare cronica!
    Se per caso non sei stato contagiato ti becchi strali e picche avvelenate, ultima vittima prima della prossima, Sandro Magister definito da un certo Faggioli(non lo conosco) su "Europa"( vedi Sismografo)"para lefebvriano!!!
    Leggo:
    " Il Foglio e i para-lefebvriani qui in Italia come il vaticanista de L’Espresso (sic!) Sandro Magister; i latinizzanti nel vasto universo cattolico; gli apologeti dell’americanismo cattolico negli Usa (il filosofo Robert George, i vescovi Tobin e Chaput, ideologi come George Weigel)."
    Capito?
    Ormai, grazie a papa Bergoglio, chi ricorderà la Tradizione, la Dottrina della Chiesa è diventato un "ideologo" agli occhi di chi dell`ideologia postconciliare ha fatto il suo fondo di comemrcio!

    RispondiElimina
  9. Certo è che l'80 percento dei Cattolici nel mondo sono molto confusi perchè il Papa NON E' CHIARO. C'è chi ascolta i media e c'è chi ascolta le varie interpretazioni dei loro preti o dei blog.
    CHE CONFUSIONE!
    In questo caos ricordiamoci tutti "Mettete in pratica quel che avete imparato, ricevuto, udito e visto in me (Fil 4,9).
    Ciò che io ho detto alla presenza di molti testimoni, affidalo a persone fidate che siano in grado a loro volta di insegnarlo anche ad altre persone (2Tm 2,2).
    Per salvarsi, bisogna tener presente la Bibbia e la Tradizione.
    "Fratelli, state saldi e attenetevi alle tradizioni che avete ricevuto da noi a viva voce" ...

    RispondiElimina
  10. Bergoglio non è nè demagogo nè superficiale, nè sprovveduto. E' invece un politico finissimo che attua una strategia con fini molto precisi purtroppo.
    E lo fa in perfetta sincronia con i centri del potere globale (materiale ed etico). La prova tangibile di ciò è l'immediata cessazione degli attacchi alla Chiesa e al papato portati su scala ed insistenza mondiale dai potentissimi e ricchissimi mezzi di informazione dei suddetti centri.
    La cessazione degli attacchi è avvenuta all'istante la sera stessa dell'elezione. E' come se il sistema del Vero Potere avesse riconosciuto che ora il Papa è dei loro.
    Così prima la Chiesa cattolica poteva essere l'ultimo anche se mal ridotto baluardo contro la devastazione spirituale e materiale adesso ne è parte attiva.
    Miles

    RispondiElimina
  11. Condivido il tuo commento Maurizio.
    In questa confusione meglio rimanere sulla rotta da sempre indicata.
    Quel che dice il papa, se proprio vogliamo sempre inseguirlo nella sua agenda, si prenda come tutto andrebbe preso e cioé vagliandolo. Dal momento che di magistero infallibile non si tratta, si accettino le sue esortazioni cattoliche e si dia il peso che meritano alle sue esternazioni che che altro non sono che opinioni pur sempre personali. Ma senza fare, a sinistra come a destra, di ogni erba un fascio.
    Per criticabile che possa essere é quello che il cielo ci ha donato.
    Il Signore abbi misericordia di noi e ci aiuti nel non facile discernimento.

    RispondiElimina
  12. Intanto la purga tradizionale è iniziata:

    Spostato pure il Card Piacenza e spedito a penitenziere maggiore, dopo che sia Mons Sciacca, sia Mons Pozzo erano già stati degradati.

    RispondiElimina
  13. Miles ha Centrato in toto....

    RispondiElimina
  14. Chiedo scusa per il fuori argomento, ma vi sono notizie che squarciano il buio della notte come lampi. E poi se ne era parlato giusto una settimana fa. Infine, sono convinto che "tout se tient".
    Il bravo giornalista Fausto Biloslavo, sull'ultimo numero di Panorama, riporta che i cristiani siriani si stanno armando e hanno incominciato a difendersi contro le violenze dei "ribelli" anti-Assad, appoggiati da Obama e da Hollande. Lo hanno fatto a Maalula, villaggio cristiano dove si parla ancora l'aramaico e che era stato obiettivo di un violento attacco dei "ribelli" islamisti il 5 settembre, seguito con il massacro di un numero indefinito di cristiani, la distruzione di un antico monastero e la minaccia di pulizia etnica. Testimonia Biloslavo: "Dice di chiamarsi Fouad S., ha il kalashnikov a tracolla e un rosario di perline bianche attorno al collo. "Siamo cristiani, giovani di Maalula. Quando ci hanno attaccato, abbiamo deciso di imbracciare le armi" spiega tirando fuori dalla maglietta la croce appesa al rosario per baciarla".
    Ma milizie cristiane si stanno formando anche ad Aleppo, a Saidnaya, a Jaramana, nella stessa Damasco.
    Esattamente quello che fecero, decenni or sono, i cattolici libanesi della Falange guidati da Bashir Gemayel.
    Nel vile silenzio di un Occidente che fu cristiano e che ora finanzia, arma e appoggia i persecutori, nell'osceno sventolio di bandiere arcobaleno nelle chiese, nel blaterare insensato di una Chiesa post-conciliare che si adagia in un vigliacco, rinunciatario e accomodante ma impossibile pacifismo, perché incompatibile con la sua storia e la sua dottrina, là, lontano, sul limes della civiltà cristiana e delle sue rovine, qualcuno veglia e resiste. Che Dio li benedica e li protegga. Combattono anche per noi.

    RispondiElimina
  15. Passando oltre al suo firmarsi Franciscus e basta, alla sua iscrizione negli Annales etc. etc. (tutti atti peraltro giuridicamente rilevanti nel riconoscimento dell'intenzione) guardiamo questi altri due: Atto pubblico - 13 marzo 2013 ore 20.30 : «Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo ma siamo qui»
    Atto pubblico - 7 giugno 2013 risposta di Mons. Jorge Mario Bergoglio ad una bambina che gli aveva domandato se avesse desiderato essere eletto Papa: “Se una persona non vuole tanto bene a se stesso, Dio non lo benedice. E uno che vuole bene a se stesso non vuole fare il Papa. Per questo io non ho voluto fare il Papa.“
    Caro Aldo ci illumini lei! Possibilmente conservando logica e significato delle parole.

    RispondiElimina
  16. C'è un detto,acuni papi Dio ce li dona,alcuni li tollera,altri li infligge.....penso che bergoglio non solo sia un abilissimo e finissimo politico,ma abbia già da tempo predisposto una ben precisa linea di condotta di cerchiobottismo,un tocco qua,una botterella là,senza scontentare nessuno,insomma un caudillo meno rozzo e molto più scaltro di quelli cui si è abituati,e capacissimo di volgere a suo favore qualsiasi situazione,ora questo può andar bene per radical chic e snob di ogni genìa,per cattotrasformisti di ogni tipo e per turisti religiosi che si fanno un giretto a Roma con in più un Angelus o udienza tutto compreso,gadgets inclusi(a proposito,spero non sia vero,ma pare che nelle gelaterie limitrofe al Vaticano si vendano cialde per gelati con l'immagine di PF e la scritta'io non ho paura della tenerezza')ma quelli che ancora fanno funzionare non ad accensione predeterminata i propri neuroni,come si devono rapprocciare con questo tipo di messaggi?Non so più cosa pensare e mi tocca pure stare zitto,perchè dappertutto sono attorniato da sue gigantografie 'tipo Blasco' appese in ogni dove da gente che in chiesa non ci va neppure sotto minaccia,parafrasando un titolo di romanzo'E adesso,pover'uomo?'GR2

    RispondiElimina
  17. Le interpreto così: nella prima frase usa il termine Vescovo di Roma che è equivalente a quello di Papa e nella seconda, così io lo intendo, dice che nessuna persona che si vuol bene non vorrebbe caricarsi l'onere di essere Papa e de per questo che lui non lo ha chiesto. A me sembra che il Papa abbia un po' di difficoltà con l'italiano ma questo è tutto, altre interpretazione spesso le trovo capziose.

    RispondiElimina
  18. Solidarietà e vicinanza nella preghiera al primate del Belgio:
    http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=49014&typeb=0&Femen-gavettoni-a-seno-nudo-contro-l-arcivescovo-del-Belgio

    Micus

    RispondiElimina
  19. Aldo.

    Anche se non è di lingua madre italiana, le parole del papa NON si DEVONO INTERPRETARE ma si devono subito capire.

    Benedetto XVI era straniero, ma mai ha detto simili corbellerie.

    Inoltre non gli costa nulla farsi un corso di italiano, anzi E' SUO DOVERE, visto il ruolo che rappresenta e dove lo rappresenta e in che stato lo rappresenta.

    Roma capitale d'Italia....e in Italia si parla l'Italiano.

    Faccia lei.

    Quanti ridicoli tentativi di interpretazioni, sulle parole del papa ho letto in questi giorni.

    Tutti della serie bravo bravo, viva il papa, della serie il papa non sbaglia mai, anche quando fa uno starnuto, perchè il suo starnuto diventa subito santo benedetto da Dio....

    Sciocchi quei tentativi dei soliti papa boys o papa girls, sulla reinterpretazione della lettera inviata all' anticlericale Scalfari.

    Sciocchi, da persone altrettanto sciocche, cercare di reinterpretare in modo corretto ciò che corretto e ortodosso non è!!

    Queste persone non sono diverse dai lupi travestiti d'agnello.

    Pensi il papa ai figli della Chiesa Cattolica Apostolica Romana innanzitutto, pensi di scrivere in prima pagina dei giornali (visto che a lui piace tanto) pensieri ai Cattolici e Cristiani Siriani che vengono uccisi e massacrati dai seguaci della religione, di quei che ha baciato i piedi, il Giovedì Santo.

    Un vero abuso e sacrilegio al Sacerdozio. Giovedì Santo il giorno per eccellenza del Sacerdozio e lui che fa? lava e bacia i piedi a galeotti islamici disertando la Basilica.

    Su coraggio interpreti anche questo...grazie.

    RispondiElimina
  20. E' stato un grande atto quello di baciare i piedi a dei non cristiani ed inoltre lei confonde i mussulmani con gli estremisti.

    RispondiElimina
  21. Caro Aldo Il "suggeritore" Kasper ha idee ben diverse dalle sue. Essere Vescovo di Roma non equivale affatto ad essere Papa. PIO XII è chiarissimo in ciò infatti il Papa è eletto dai cardinali in conclave e riceve (se lo accetta) il mandato da Cristo. Un vescovo lo ordina un altro vescovo col permesso della Chiesa. Infatti esistono Papi che all'elezione non erano vescovi. Direbbe lei che S. Pietro non era vicario di Cristo prima di giungere a Roma? E che dunque la Chiesa di Cristo dall'Ascensione fino all'arrivo di Pietro a Roma fosse sedevacante?

    RispondiElimina
  22. Aldo 7:29

    Non facciamo confusione tra un atto di misericordia e un rito di iniziazione al sacerdozio snaturato ed estromesso dal suo contesto liturgico, per di più nel Giovedì Santo !

    E' questa ignoranza e questo pressappochismo (e uso eufemismi per non essere più drammatica) che non possono essere ratificati dal sensus fidei dei veri credenti.
    Ciò che preoccupa non è che non se ne accorga un fedele qualunque, come possiamo essere io e lei, ma che restino indifferenti e inerti sacerdoti e vescovi e cardinali...

    RispondiElimina
  23. >Agamennone: assolutamente d'accordo sui disperati tentativi di reinterpretazione cercando di non vedere quello che è evidente.
    Questa mattina il sacerdote dei salotti mediatici Don Mazzi era raggiante perchè il Papa in pochi mesi ha recuperato i famosi 200 anni di arretratezza del Card. Martini aprendo completamente sui temi etici. Come sovrapprezzo ha aggiunto che si immaginava la contezza di Martini in paradiso e la faccia dei "pretoni" (ha proprio usato questo termine) e vescovi di fronte a questa rivoluzione che cambia ogni cosa.
    Questa è l'interpretazione autentica data dai suoi più stretti seguaci.
    2000 anni di cristianesimo e 2000 anni di martiri per arrivare al più piatto conformismo col mondo.
    Miles

    RispondiElimina
  24. Iniziamo ad aver in molti la stessa impressione, a quanto pare... quella di un Papa che calibra le parole in funzione del consenso, dicendo a ciascuno quel che ciascuno vuol sentirsi dire.
    A tale proposito riporto quanto avevo scritto da Raffaella:

    Benedetto parlava di Cristo, della misericordia, del peccato, della giustizi, insomma di tutta la dottrina cattolica occorrente, con messaggi inequivocabili e completi sempre. I giornalisti estrapolavano quanto era funzionale alla caricatura che avevano fatto del nostro amato Papa.
    Francesco cambia contenuto come un politico (peronista) navigato, dicendo a ciascuno quello che ha voglia (non più bisogno) di sentirsi dire.... parla di difesa della vita e di aborto ai ginecologi cattolici da sempre in prima fila su queste battaglie, di quanto sono e sono sempre stati buoni bravi e belli i Gesuiti e il Padre Arrupe su Civiltà Cattolica, di come agli atei basti seguire la propria coscienza rispondendo a Scalfari....
    Sembra che la missionarietà di Papa Francesco coincida con la ricerca del consenso, col rendere la Chiesa o, meglio, se stesso un interlocutore simpatico a tutti. E la cosa pare riuscirgli bene, tant'è vero che dai neo-con ai neo-pro sono tutti entusiasti, ciascuno trova e tiene tra i messaggi del Papa quelli più consonanti alla propria sensibilità. 
    Siamo al cattolicesimo fai da te con l'avallo petrino e mondano, in cui pare esservi posto per tutti tranne per i cattolici tradizionalisti, gruppo a cui sembra si possa non riservare alcuna misericordia, proprio come scrisse Benedetto a tutti i Vescovi, Bergoglio compreso.
    A parte quindi per i tradizionalisti e per noi pochi nostalgici sembrerebbe dunque che questa Chiesa stia benissimo, un vero splendore come la vede e la descrive Papa Peron.
    "Peccato" che Gesù abbia passato la vita a dire la Verità tutta intera e non a rendersi simpatico a tutti... non avremmo avuto una Croce e un Sepolcro vuoto a cui pellegrinare sulla via dei martiri, ma una tomba monumentale per portare i fiori al fondatore di una Chiesa sempre amata e festante...

    Più brobabilmente non ci sarebbe mai stata la Chiesa...

    RispondiElimina


  25. Ma ora mi chiedo: è davvero solo istintiva demagogia peronista, o si tratta di un'adesione teorica alla filosofia relativista?
    Su Civiltà Cattolica l'uomo ha rivelato la sua cultura e sensibilità intellettuale, certo non teologica... difficile pensare che la prassi non corrisponda ad un impianto teorico.
    Mi sono venute in mente così alcune letture dei miei studi...
    Dei LOGOI che devono sostituire il LOGOS ne parlava la Arendt, ebrea amante del nazista Heidegger, tessendo l'elogio dell'illuminista Lessing, in favore di "un pensiero completamente libero, che non utilizza come sostegno nè la storia né il rigore logico", vale a dire "una presa di partito per il mondo" che può "spingersi fino al punto di sacrificare il principio di non contraddizione".
    Diceva Lessing: "Non ho il dovere di risolvere le difficoltà che creo. Le mie idee possono anche essere sempre un po' sconnesse, o sembrare anche contraddirsi: conta solo che siano idee in cui i lettori possano trovare materia per pensare da sè".
    Dice ancora la Arendt di lui: "Considerava la tirannia di doloro che cercano di dominare il pensiero con il ragionamento...molto più pericolosa dell'ortodossia per la libertà... invece di affermare la sua identità nella storia con un sistema perfettamente coerente, non fece altro, come sapeva bene, che seminare nel mondo fermenta cognitionis.."
    Perchè più mi rileggo "L'umanità in tempi bui" della Arendt, da cui ho tratto le citazioni, e più mi pare che questo Papa gesuita rappresenti perfettamente la proiezione di questo illuminismo relativista?
    Di fatto questo Papa sembra far propria l'antinomia lessinghiana tra verità e umanità, ove per umanità si intende la "filantropia, questa umanità che si realizza nel dialogo dell'amicizia", "comprenendo e giudicando ogni cosa in base alla sua posizione nel mondo in un momento dato" (il protorelativista Gorgia parlava di "Etica della situazione"), una visione in cui la saggezza consiste "unicamente nell'essere disposto a sacrificare la verità all'amicizia" e in cui "la verità se esistesse, potrebbe essere sacrificata all'umanità senza esitazione, alla possibilità dell'amicizia e del dialogo tra gli uomini"...
    Però questo è umanitarismo massonico non cattolicesimo.
    Vale la pena di rileggersi tutti gli scritti profetici di Benedetto XVI sulla dittatura del relativismo e anche "Memoria e Identità" di Giovanni Paolo II.

    RispondiElimina
  26. Sam,mi sembra di sentire le lezioni di esegesi biblica tenute da don Ravasi sul finire degli anni '80,stessi idoli,Heidegger e Arendt,spruzzatine si Sartre,Baudelaire,Novalis etc,le trasmettono ancora su una certa radio,all'inizio non capivo che cosa stesse spiegando,poi,andando a vedere e a leggere i riferimenti,ero sempre più sconcertato,era più ortodosso il pensiero di Lutero nei suoi commenti biblici,ora questo è colui che porterà avanti il cortile dei gentili,come,è facile prevederlo,ma lo sconcerto e lo scoramento avanzano di pari passo ....bergoglio non ha l'immensa cultura teologica,patristica,dottrinale, liturgica e musicale del mai troppo rimpianto Ratzinger,sì,farà fare alla CC il 'balzo della tigre' di Mao,ma finiremo come il Giappone dopo la II guerra mondiale ,ha perso l'anima,è questo il prezzo da pagare?Se sì,io non ci sto.GR2

    RispondiElimina
  27. Carissima sam,

    le tue citazioni sono coerenti e spiegano molte cose.
    E tu, GR2 non fai che confermare.

    Altri elementi li abbiamo già decifrati strada facendo, a partire dalla memorabile sera in cui sono state rifiutate le insegne della sua Alta funzione, cui è seguito quel terribile Giovedì Santo in cui la dissacrazione ha continuato a farla da padrona, insieme al disorientamento creato da gesti e parole:
    - un'opera di misericordia al posto del rito iniziatico del Sacerdozio estromesso dal 'Luogo' del culto: la Chiesa Madre della cristianità;
    - l'odore delle pecore che sembra aver sostituito il profumo di Cristo
    - gli unti di Israele messi sullo stesso piano dell'Unto, cioè il Messia e Signore nostro,
    - con l'enfasi sul sacerdozio di Aronne, dal Suo superato e anche sostituito...

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/04/lodore-delle-pecore-e-il-profumo-di.html

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/03/giovedi-santo-la-messa-in-coena-domini.html

    Cos'altro c'era da capire?
    Il resto è tutto sulla stessa falsariga, qualunque ne sia la matrice!

    RispondiElimina
  28. La Chiesa, per me e per milioni di cattolici, sta finalmente intraprendendo un nuovo cammino che stacca con tutta una serie di quelle che qui sono state definite "sovrastrutture". Purtroppo noto che una parte del mondo tradizionalista si è arroccato su posizioni che trovo estreme e che hanno prodotto querelle come quella dei FI: si è dichiarata guerra e si sono lanciati strali per poi rimanere assolutamente isolati e sconfessati dagli stessi frati. Ogni atto del Papa viene giudicato con estremo rigore e ciò sta rendendo invisa la Tradizione a molti cattolici. Una via tendente al dialogo, sono certo, darebbe frutti migliori.

    RispondiElimina
  29. Elio,
    Le rispondo con una domanda:
    lei crede che se si trattasse davvero solo di 'sovrastrutture' saremmo arrivati a questo punto?
    Ha letto qualcuna delle nostre critiche cercando di soppesarne obbiettivamente le motivazioni?
    Se poi mi indica gentilmente un interlocutore possibilmente immune da disprezzo e pregiudizi, saremmo ben felici di intavolare un dialogo.

    Mi piacerebbe poi sapere chi sarebbero quei cattolici che vengono danneggiati e in cosa: forse quelli che nemmeno si accorgono più dei cambiamenti che rischiano di intaccare le essenze? Si rende conto di cosa significa? Non tanto il fatto che ci sia chi non ha occhi per vedere, quanto i sovvertimenti che ormai hanno raggiunto livelli inaccettabili che vorrebbero farci digerire.

    RispondiElimina
  30. Quanto ai FI, mi pare che lei citi il caso a sproposito. Perché mi risulta che i cosiddetti 'disssenzienti' che hanno acquistato credito presso una curia loro affine siano una minoranza.
    È ormai palese che si è voluto cogliere il pretesto per colpire la Messa (e non mi pare poco sapendo cosa significa), violando palesemente un diritto già acquisito da sacerdoti e fedeli.
    E dunque? Non stiamo forse parlando di prevaricazione e di mancanza di misericordia?

    RispondiElimina
  31. Le faccio infine notare che la guerra non è stata dichiarata dall'ala tradizionale dei FI, peraltro sempre più che rispettosi ed equilibrati nei loro studi e affermazioni. Sono loro che sono stati coartati e messi a tacere in nome di un non meglio identificato 'sentire cum ecclesia' !

    RispondiElimina
  32. E quali mai sarebbero le sovrastrutture finalmente abbattute? Quando si affermano con tanta forza "verità" (in realtà mantra rifischiati), si argomenti in modo serio e responsabile.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.