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sabato 22 novembre 2014

Un consuntivo delle reazioni alle rivoluzionarie aperture sinodali

Nel recente Sinodo sulla famiglia, a seguito della rivoluzione innescata da Bergoglio e dai "suoi", molti sono stati i vescovi e cardinali che hanno difeso con audace e chiara fermezza la dottrina perenne sul matrimonio e sull'omosessualità.

Tra le diverse aree geografiche, si sono distinti i rappresentanti di: Africa, Stati Uniti, e Polonia che, anche in questo periodo intermedio prima della ripresa nel 2015, stanno mostrando a tutto l'Orbe cattolico di essere pastori ben orientati. Da rimarcare il fatto che essi reagiscono con vigore ai gravi cedimenti del clero tedesco e latino americano  e non lo fanno da Chiese messe ai margini. Rorate caeli parla di tre divisioni che generano fiducia e con le quali tutti si dovranno misurare nelle prossime tornate del Sinodo.

I vescovi del Ghana
Per quanto riguarda l’Africa, la recente Assemblea della Conferenza episcopale del Ghana, ha reso nota una dichiarazione [qui] dalla quale stralcio:

«L’insegnamento perenne e immutabile della Chiesa sulla famiglia è basato sulla natura umana ma specialmente sulla Scrittura e sulla Sacra Tradizione, secondo cui Dio ha ordinato che il matrimonio sia tra un uomo e una donna, quando “Dio li fece uomo e donna e li benedì”. Dio ha voluto il matrimonio aperto alla vita  “quando li benedì e disse crescete e moltiplicatevi” (Gen. 1,27-28). Inoltre, Dio ha voluto che il matrimonio sia indissolubile, con le parole di Gesù: “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito (Mt 19,6)». Amen.

Per gli Stati Uniti, oltre a interviste e commenti di prelati e studiosi di rango, c'è da considerare che proprio nei giorni scorsi sono stati eletti i vescovi che parteciperanno alla  prossima Assise Sinodale prevista appunto per 2015. I nomi: Joseph Kurtz, arcivescovo di Louisville, card. Daniel Dinardo, arcivescovo di Galveston Houston, Charles Chaput, arcivescovo di Filadelfia, e José Gomez, arcivescovo di Los Angeles, notoriamente schierati a difesa della dottrina rispetto alla prassi sovvertitrice. Nelle riserve, l'arcivescovo di Chicago, Blaise Cupich e l'arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, fra i più determinati a “rimanere nella verità di Cristo” come ricordiamo dal famoso libro dei cinque cardinali.

Quanto alla Polonia, il presidente di quella Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Poznan Stanisław Gądecki, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi [qui], (attingo dalla traduzione fattami pervenire da una lettrice, che ringrazio), ha ribadito l’inammissibilità del “teorema Kasper”, sottolineando come questo non solo minaccia l’indissolubilità del matrimonio, ma anche la comprensione dei sacramenti dell’Eucaristia e della Confessione; ha sottolineato come il tema dei divorziati risposati sia stato sollevato dai vescovi tedeschi insieme a quelli latinoamericani: in Germania ormai nessuno si confessa più, mentre tutti vanno a fare la Comunione, in America Latina il dilagare di situazioni irregolari fa sì che molti siano ancor più facilmente attratti dai movimenti pentecostali o dalle sette, dove ricevono comunione e benedizione. Problemi reali, che creano forti pressioni sui vescovi locali, ma la cui soluzione non può essere il lassismo: anche Gesù ha predicato una verità controcorrente per quanto riguarda il matrimonio e generazioni di missionari, di fronte a popolazioni che faticavano a vivere la dottrina cattolica, hanno intensificato i propri sforzi, non hanno annacquato la verità.
L'Arcivescovo di Poznań ha inoltre fatto presente che agli occhi di vescovi provenienti da molte regioni del mondo, per esempio dell'Europa centrale e orientale, i cambiamenti proposti sarebbero assolutamente impensabili.

Egli ha anche stigmatizzato la confusione creata dalla pubblicazione della relazione unilaterale dopo la prima settimana del Sinodo, identificandola come un tentativo di forzare in una certa direzione, attraverso la pubblicazione di un documento redatto in una certa forma. Ma le discussioni della seconda settimana hanno mostrato una direzione opposta e le cose sono state messe nelle giuste proporzioni.
Ha anche espresso critiche all’idea, avanzata da alcuni padri sinodali, di cambiare la procedura di annullamento del matrimonio, trasferendolo dal dominio giudiziario a quello amministrativo. La decisione in materia sarebbe stata presa dal vescovo della diocesi, dopo aver ascoltato il parere di un consiglio di chierici o laici, che hanno studiato il caso. Ed ha spiegato che questa idea non ha guadagnato applausi, perché "questo sarebbe una banalizzazione del processo e banalizzazione della responsabilità di coloro che si sono separati".

Inoltre ha dichiarato che "troppa pietà in questo settore, se staccata dalla verità, può causare un sacco di danni", aggiungendo che i tribunali ecclesiastici, che sono abbastanza liberali in questo senso, hanno più volte ricevuto un rimprovero della Santa Sede. "Bisogna ricordare che Gesù era misericordioso verso coloro che si pentivano, ma ha duramente ammonito coloro che non avevano intenzione di pentirsi".

Da rilevare la notazione conclusiva dell'Arcivescovo Gądecki, considerato “progressista” secondo i canoni polacchi che ha affermato come oggi non abbia più senso la differenza tra progressisti e conservatori. Oggi la differenza è tra ciò che è vero e ciò che è falso, tra chi è fedele al Magistero e chi no.

29 commenti:

  1. SOLDI E SACRAMENTI? CARO PAPA BERGOGLIO, CONTESTI LE SCONCERTANTI DECISIONI DEI VESCOVI TEDESCHI (COME FECE RATZINGER) INVECE DI DENIGRARE I NOSTRI PARROCI. QUELLE SI CHE SONO UNA VERGOGNA!
    http://www.antoniosocci.com/2014/11/soldi-e-sacramenti-caro-papa-bergoglio-contesti-le-sconcertanti-decisioni-dei-vescovi-tedeschi-come-fece-ratzinger-invece-di-denigrare-i-nostri-parroci-quelle-si-che-sono-una-vergogna/

    la Chiesa "povera"...
    http://www.fidesetforma.com/2014/10/23/la-chiesa-povera/

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  2. Commento fuori tema:

    Terza parte dell'articolo su come si riesce a mutare una teologia tradizionale. Fate attenzione alle straordinarie somiglianze con quella dei teologi cattolici neoterici.

    http://traditioliturgica.blogspot.it/2014/11/una-teologia-di-parte-ossia-come-la_22.html

    Grazie per l'attenzione.

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  3. Su Rorate Caeli un bell'articolo del misterioso don Pio Pace

    http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/11/op-ed-obedience-respect-we-tolerate-no.html#more

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  4. Intervista a Francesco Colafemmina

    http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1046

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  5. D'accordo in tutto, però occorre sempre ribadire il concetto che la Relatyo Sinodi finale, pur avendo mitigato la Relatio post disceptationem fortemente eretica, rimane assolutamente ambigua e piena di crepe dottrinali. Non si riesce proprio a capire come questi due documenti possano essere usciti da un'assemblea di vescovi riuniti sotto la guida del Papa. E' molto difficile da capire e non si contano le persone confuse e scandalizzate da tutto questo.

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  6. Mica male "don Pio Pace".
    Illustra una sacrosanta evidenza: i "criticoni" di un cattolicesimo che stava loro stretto e indigesto, persino offensivi e non solo ostili con i Pontefici che, a loro avviso, ne incarnavano "il potere" (cianciando a sproposito di persecuzioni a loro danno mai esistite), adesso pretendono silenzio e obbedienza, non rinunciando ad imporla manu militari. E danno "lezioni", supportati non già dalle discrete e rispettose burocrazie ecclesiali, ma dalle bocche da fuoco mass mediatiche, alle quali viene messo in canna ogni giorno un proiettile di grosso calibro, per bombardare "intelligentemente" i cervelli della ggggente.

    Quasi nulla di documento magisteriale, ma magistrali chiacchiere e veline dal potere detonante, relatio e lettere informali, costituiscono l'ufficialità alla quale il colto e l'inclita debbono misurarsi.
    Loro, i senza macchia, ci chiedono non solo di non ostacolarli, non solo di sopportarli e supportarli, ma soprattutto di gioire con loro, ringraziandoli per la loro opera meritoria agli occhi dell'umanità e del mondo.

    Proprio loro, parlano di "obbedienza" dopo aver sempre (stra)parlato di coscienza, equivocando l'una e mistificando l'altra. Loro, proprio loro, chiedono "rispetto per Pietro", dopo aver vilipeso, deriso e deluso, oltre ogni giustificazione, il Papa emerito Benedetto XVI. Loro, proprio loro, "maestri di ecumenismo", esaltano e idolatrano un vescovo (un uomo) facendolo icona di una infallibilità (irricevibile da ortodossi e protestanti, ma gradita da atei e ignoranti, per i quali un Papa che non ha troppo a cuore la verità è più che una garanzia di affidabilità).

    Adesso questi paladini a intermittenza dell'obbedienza, del rispetto e dell'infallibilità papale in salsa e tango hanno paura.
    I cattolici "tradizionali" (non solo i tradizionalisti, ma tutti quelli "normalmente cattolici") sono meno pecoroni di quanto il loro enfatico feticismo per la puzza di pecora li vorrebbe. Sanno di che cosa parlano, in coscienza, con coraggio e fedeltà, convintamente. Sanno portare la croce e non sono così sciocchi, pochi e incompetenti come li ha dipinti il mainstream, come dei decererebrati.
    Soprattutto però hanno una carattreristica invincibile: la presenza reale del Signore, pregato e adorato, ricevuto nei sacramenti, chiesto spiritualmente anche da chi sa di non poterli ricevere. Hanno davvero a cuore lo studio delle Scritture, sono di solida devozione mariana, non mancano di rivolgersi ai santi, all'angelo custode e a San Michele. C'è Dio al centro! Non l'uomo, non le "mode".

    E questo è giovane, vitale, tanto quanto è intellettuale, morente, vecchio e sorpassato l'hegelismo con il suo kaos organizzato a beneficio dei burattinai che ne elaborano la sceneggiatura per consolidare il proprio avido potere con altri vecchi come loro.

    Infatti è "minoritario", ma prolificamente in espansione, malgrado i tentativi di normalizzazione, mentre il "vecchio" scompare, malgrado si faccia continui liftings nelle cliniche di chirurgia plastica per sembrare giovane. Perchè è Dio a condurre la storia e le vocazioni abbondano dove la pianta è buona: dai frutti è riconoscibile la pianta e non saranno viti OGM a dare un vino buono per la Santa Messa. In ogni "organizzazione ecclesiale" modernista troveremo sempre chi dall'establishment raccomanda che bisogna (adesso, con questo Papa) essere "legati alla Chiesa rinnovata", proprio perchè si accorgono che nessuno ne è più convinto.

    continua

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  7. e termino

    Nessuno è più conservatore di certi progressisti (non per un senso di colpa che giustamente rimorde, ma per la disonestà culturale che li contraddistingue, essendo tipicamente mondano), e nessuno come loro è turbato da obiezione di coscienza, petizioni e voci fuori dal coro, spezie in piazza, capaci di vivere le beatitudini, di essere rivoluzionari per davvero verso i mercanti del tempio.

    Come spiega bene Francesco Colafemmina nell'altro articolo citato dagli altri interventi, "credo che il pontificato di Bergoglio coincida con un progetto chiarissimo: introdurre la Chiesa nella realtà del cosiddetto nuovo ordine mondiale, una necessità politica o geopolitica... Contraddizione, provvisorietà, astoricità, entropia: in particolare quest’ultima che a dire di un grande sociologo quale Zygmut Bauman è la chiave di volta della “cultura” delle élite finanziarie. L’entropia, il caos, l’imprevedibilità sono il sale dei mercati azionari, il sale della politica, il sale degli speculatori. Ecco, il discorso va ormai ben oltre l’annosa querelle fra tradizionalisti e progressisti in seno alla Chiesa. La Chiesa viene perseguitata quando continua a proporre l’etica e la logica del “vecchio ordine mondiale”, ma improvvisamente riceve solo applausi quando si piega alla logica hegeliana, quando mette in discussione se stessa, aprendo l’abisso sulla sua storia, sulla verità oggettiva e immutabile, sulla stessa natura del bene e del male. Bergoglio non è che l’espressione di un’ampia fetta di cardinali, vescovi e soprattutto diplomatici che hanno compreso al termine del pontificato di Giovanni Paolo II che per sopravvivere la Chiesa non aveva altre opzioni se non quella di definire un “decente compromesso” col mondo.

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  8. Texor,

    La spiegazione è semplice...


    Il Papa e tanti vescovo sono eretici...hanno la voglia di cambiare la religione Cattolica...


    Romano

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  9. Ringrazio tralcio per il suo efficace e centrato intervento.

    Sulle dichiarazioni di Colafemmina sono d'accordo, tranne su un paio di punti.
    Lui è dei nostri; ma se si viene da esperienze ecclesiali diverse (purtroppo è oltre 50 anni che la Chiesa è imbastardita) si possono non conoscere alcune realtà se non per quel che "mostrano" e non per quel che sono davvero.
    Inoltre il discorso del "distacco" è una scelta personale che può avere le sue motivazioni; ma non la ritengo la soluzione ottimale, se l'impegno è un'autentica testimonianza che, certo, se non parte dal vivere in prima persona i principi e le verità che si vogliono riaffermare, non ha alcun senso e rischia di portare fuori strada.

    E il suo, di "distacco", mi pare sia a fasi alterne, perché ogni tanto spara qualche bordata di non piccolo calibro.

    Credo scriverò un prossimo articolo.

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  10. Segnalo su argomento "soldi e preti" il chiarissimo approfondimento di P. Ariel Levi su Isola di Patmos.

    Una commovente argomentazione di quanto sia stato perlomeno ingeneroso Papa Francesco.
    Un abbraccio fraterno

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  11. https://it.notizie.yahoo.com/roma-musei-vaticani-gay-friendly-092826076.html

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  12. Angelo,
    nonostante alcune allusioni dell'articolo, direi che le recenti aperture sinodali non sono cause dirette, ma gravi sintomi e concause del degrado ingravescente della situazione spirituale e quindi morale della nostra epoca.

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  13. Angelo,
    nonostante alcune allusioni dell'articolo, direi che le recenti aperture sinodali non sono cause dirette, ma gravi sintomi e concause del degrado ingravescente della situazione spirituale e quindi morale della nostra epoca.

    Proprio per questo è impossibile, oggi, essere coerentemente cattolici, a mio parere. Questo non è un giudizio morale, ma una constatazione di fatto. Le alternative, entrambe problematiche, consistono nel seguire ciò che dice il papa e la sua religione comodamente ipocrita, oppure farsi una chiesa parallela, molto più rispettabile ma contradditoria in relazione alla dottrina cattolica. E' impensabile che l'autorità non impegni mai l'infallibilità, ed ancor di più che il suo magistero ordinario sia costantemente eretico. Vi è quindi una aporia teoretica di fondo, che secondo me si risolve solo uscendo dalla supposta chiesa cattolica (o meglio, recuperandone il venerabile insegnamento per altre vie, che hanno dimostrato, alla prova dei fatti, di esser più solide). Buona domenica a tutti.

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  14. Secondo le solerti e puntuali chiose del gosparo, pare che l'uso dei tariffari sia di uso comune in Argentina......ora la mia domanda è :"Perchè diavolo non faceva lo stesso casino, perdoname,lìo quando era là?" Qua non usa, a volte se l'offerta è troppo elevata, la rifiutano e consigliano altra destinazione dei soldi, penso che o non si è ancora accorto di essere a Roma ( ma dubito data l'astuzia proverbialmente serpentina dei gesuiti) o vuole sempre stare a galla come l'olio, si dice dalle parti mie.....un ultimo appunto, marginale volendo, se BXVI non avesse consegnato personalmente un premio intitolato al predecessore, l'avrebbero messo sulla graticola, soprattutto se avesse delegato un sottoposto.D.Pio Pace parla chiaramente di assassinio morale di Ratzinger, non posso che essere d'accordo al 1000%....aspettiamo martedì, intanto a Strasburgo si attendono messianici discorsi sull'unità europea, mutismo assoluto sul supermarco,pardon, euro che ci sta strangolando e da cui non usciremo mai se non vendendoci come schiavi alla Germania. Lupus et Agnus.

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  15. Il nucleo del discorso è che non seguire il papa in quel che dice e fa di non cattolico non significa "farsi un'altra chiesa" ma rimanere dove si è sempre stati e dove di vuol restare. Cercare altrove (ad esempio nell'ortodossia degli orientali) alcune verità non tradite, ignorando che se ne sono rifiutate alcune mi pare una situazione di compromesso come tante, ma non è secondo me LA soluzione ottimale.

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  16. No, non è la soluzione. Hai ragione mic.
    Non condivido l'affermazione che la teologia scolastica latina abbia voltato le spalle alla patristica. Penso invece che l'abbia sviluppata e fatta maturare, dando alla teologia quel rigore razionale e logico che oggi purtroppo manca.
    Assurda l'accusa di razionalismo alla scolastica, portata avanti dai teologi "ortodossi" che non sanno in realtà come rispondere al rigore logico e razionale di un San Tommaso D'Aquino se non ricorrendo a vaghe espressioni poetiche. Questa è stata la mia impressioni leggendo testi di teologi "ortodossi".
    POsso comprendere le antipatie politiche rivole ai franchi, ma non le critiche alla teologia latina e alla scolastica medievale di un San Tommaso.

    Con scolastica lascio volutamente fuori gli autori della tarda scolastica decadente. L'ultimo autore accettabile è Scoto, sempre secondo a San Tommaso.
    L'occidente tradizionale latino non ha rifiutato la mistica ed il monachesimo. E' il modernismo attuale figlio della filosofia moderna che ha fatto questo.

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  17. E' paradossale che la soluzione richiesta da un apparente "vicolo cieco logico" sia l'uscita da quella Chiesa che sta idolatrando l'uscire...

    L'uscire è per l'uomo un fatto esistenziale e antropologico. Come il seme, che deve germogliare per riuscire pianta e fruttificare, l'uomo esce per venire alla luce e poi tutte le tappe educative sono "uscite": la scuola, una volta il servizio militare, il lavoro, il matrimonio... L'ultima uscita di scena (da questo mondo) è la morte.
    L'uomo -materialmente- vive una serie di "uscite".

    Eppure l'uscita non può essere un idolo, ma solo un movimento di un ritmo, come l'altra faccia di una stessa medaglia. Come la diastole per la sistole, o l'espirazione per l'inspirazione.

    Infatti per l'uomo -spiritualmente- è essenziale l'entrare dentro di sè! Entrare là dove S. Agostino constatò di essere arrivato tardi, perchè Dio è già dentro di noi, in attesa, mentre noi siamo "fuori".

    E' questo, in sostanza, che la Chiesa modernista e bergogliana sembra persino ignorare o almeno certamente sottovalutare.

    L'uomo è "tempio dello Spirito santo", ma questo tempio è interiore, accessibile a chi si rivolge al "sancta sanctorum" e non al "cortile del tempio": il primo è luogo di Dio, il secondo luogo per tutti. L'anima è l'area sacra dalla quale i sacerdoti possono guardare al centro oppure alla periferia. Gesù ha squarciato il velo di separazione e per i cristiani l'interiorità è luogo dell'incontro con Dio, mentre la periferia viene abitata da quello Spirito solo se prima ce ne siamo nutriti, oppure lo dimenticherà, nutrendosi di mondo!

    Il movimento richiesto, entrare nello vita spirituale per portare all'esterno la missione, non è facile e abbisogna di adeguata "attrezzatura" alla quale provvede Dio, proprio dalla vita spirituale, alimentata di sacralità amata e vissuta: questo solo io cerco, abitare nella Casa del Signore tutti i giorni della mia vita".

    Solo questa familiarità ci farà uscire nel modo dovuto, da pellegrini e non da vagabondi. Con un ordine e non nel caos. Con la saldezza della casa sulla roccia e non con la "flessibilità dialogica" di banderuole al vento.

    Si esce per un Esodo che è il dono di un'intimità spirituale pellegrinante, non per una fuga dai doveri o per l'uscita di casa del figlio ribelle che invidiò le ghiande che dava da mangiare ai porci.

    La "stima" che muove l'uscita è quella per Dio, presente nel cuore, e non già quella per il mondo. Se è "fondamentalista" e "integralista" chi riconosce e segnala le idolatrie del mondo in spregio al Signore, non capiremo che la méta la stabilisce Dio e non la stabilisco io.

    Chi idolatra questo "uscire" come valore in sé, finirà con il tendere non al mistero, ma al ministero, interpretato come puro movimento, soggettivo e psichico, in divenire, e non come missione assegnata, nello spirito, eterno e infinito come Chi ce lo dà, con una dottrina e una morale che ammettono "diserzioni" temporanee (siamo fragili), ma non assoluzioni teoretiche (l'apostasia).

    Usciremo, ma come "agnelli in mezzo ai lupi" e non come anime belle che idolatrano l'uomo: maledetto l'uomo che confida nell'uomo... Non avremo in spregio "il ripiegarci su noi stessi", quasi fosse una brutta malattia, perchè è proprio ciò che serve per volgerci a Dio nel nostro spirito facendo tacere il mondo, persino nel massimo di impegno caritativo!

    Quindi sì, usciremo, ma da questo sabba mondano e immanentistico, per entrare nella trascendenza dello spirito del quale siamo tempio, mentre calchiamo questa terra che è corpo e, troppo spesso, psiche senz'anima.

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  18. Gentili lettori e gentilissima Mic,

    non è mia intenzione aprire contrasti, soprattutto perché ce ne sono fin troppi!
    Tuttavia non sono d'accordo con chi pensa che la scolastica ha portato "a maturazione" la teologia patristica.
    La scolastica risponde ad esigenze particolari e lo fa con il suo genio (almeno nei grandi scolastici e non negli epigoni). Ma chi pensa che la critica al metodo razionale sia necessariamente una stupidaggine, non ha capito il campo di fondo in cui si muove la teologia patritica che, almeno nel campo greco, è esclusivamente apofatico.
    La via occidentale (nel male e nel bene) è catafatica. Non si tratta, dunque, di una maturazione della patristica ma di un altro campo nel quale, certo, sono state prese ispirazioni dalla patristica, ma che ha cambiato tono e colore al cristianesimo occidentale (n.b. con questo non ho fatto una valutazione di male e bene ma una constatazione). Non è un caso che l'intellettualità (all'inizio unita alla pietà) abbia preso sempre più piede come non è caso che, per una eterogenesi dei fini, la pietà sia stata ultimamante ammazzata per una teologia intellettualista ed astratta.
    Se si inizia ad approfondire meglio i concetti e li si vede un po' meno con mentalità campanilista forse si capisce qualcosa di più. Grazie per l'attenzione!

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  19. Altro appunto su l'occidente non rifiuta il monachesimo.

    Sì, in teoria è così ma in pratica?
    In pratica i monasteri sono ridotti ad essere delle "riserve indiane"!
    La gente non dice "vado nei monasteri per orientare la mia vita" quanto, molto più spesso, "vado a sentire che ne dice il prete". Il modulo e identità del nostro cattolicesimo è clericale certo non monastico. Il modulo monastico ha finito di esistere nel XII-XIII secolo con la decadenza dei monasteri e con l'affermarsi del mondo clericale. Ci sono fior fior di studi storici che lo dimostrano.
    Quindi è un dato di fatto che da noi il monachesimo vive in sordina e questo è foriero dei peggiori risultati. Il vivere in sordina, si noti, non è cosa di oggi né degli ultimi 70 anni.
    Chi, oggi, consiglia al clero, come faceva Pio X, un'opera di un abate benedettino per la formazione spirituale? Cerchiamo di vedere la realtà per favore!

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  20. “Le recenti aperture sinodali non sono cause dirette, ma gravi sintomi e concause del degrado ingravescente della situazione spirituale e quindi morale della nostra epoca” (Angelo).

    Mais PAR QUI ont-elles été faites, ces "aperture sinodali" ? Par l'Église catholique ? Non ! Par la secte conciliaire, actuellement au pouvoir.

    Or la secte conciliaire N'EST PAS l'Église catholique ; elle en a quelques apparences, elle en a usurpé quelques pouvoirs, mais elle N'EST PAS l'Église catholique.

    Cette secte n’est, quant à ses chefs, qu’un ramassis de vieux crabes octogénaires qui veulent à tout prix répandre autour d'eux leurs idées rances, la mauvaise odeur de leurs mauvaises actions, leur saleté.

    Regardez d'un peu près la tête d'un Kasper, d'un Volpi, d'un Bergoglio, d’un Bianchi et de ceux qui les applaudissent… Tous vieux danseurs de tango, pour ne pas dire plus…

    Dans dix ans, qui se souviendra encore de l'"Ère Bergoglio" et de tous ces pitoyables farceurs ? Personne ! Absolument personne !

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  21. Altro che compromesso! Non mi pare gli orientali lo applichino.
    Per Mic: come diamine è possibile che il papa, capo della Chiesa, dica continuamente cose non cattoliche? Il problema centrale sta proprio nel magistero ordinario, visto che quello straordinario è inutilizzato da decenni, a parte le canonizzazioni (altro problema).
    Il "razionalismo" scolastico è eccellente, ma meno "cristico" della patristica. E' una questione di spirito, di risistematizzazione che ha le sue ragioni, ma forse non una ragione assolutamente condivisibile.
    Per Marco Marchesimi: e, di grazia, da dove diavolo sarebbe uscito questo benedetto modernismo? "Dai frutti li riconoscerete" non si può forse applicare qui? Secondo lei è necessario far maturare i Cappadoci, o S. Massimo il Confessore? Fermo restando che la rettitudine dei sacerdoti della SPX da me incontrati è semplicemente ammirevole. Sono certo che essi sono uomini di Dio. Ma la questione è teoretica, non morale.

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  22. E adesso anche i semplici parroci affermano che le parole del vdr creano confusione

    http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/sacramenti-sacraments-sacramentos-37683/

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  23. Scrive Angelo: "Per Marco Marchesimi: e, di grazia, da dove diavolo sarebbe uscito questo benedetto modernismo?"


    Il Modernismo sarebbe frutto della scolastica? Se é una battuta, non fa ridere. Il modernismo é quasi sempre legato al rifiuto della scolastica (Vedi anche Pio X nella Pascendi).
    Non si dimentichi poi che se ci fu un aspetto su cui si concentró la parte progressista al Vaticano II fu proprio il rifiuto di un linguaggio scolastico (tra l'altro per venire incontro ai fratelli separati). Il modernismo si fonda e vive di ambiguitá.
    Per concludere un'osservazione di carattere generale:
    La sistematicirá non é elmento accessorio alla veritá. Per usare un termine della filosofia contemporanea: non si dá veritá al di fuori della pratica o gioco del dare e chiedere ragioni (alla veitá appartiene un caraterre inferenziale e dunque anche sistematico).

    Il problema del nostra epoca (a mio sommesso ma fermo parere) é dato proprio dal fatto che l'argomentazione é relegata ai settori specialistici, mentre quando si tratta dell'"intero" regna un linguaggio non argomentativo e impreciso.
    In ultima analisi: il problema é proprio la mancanza di scolasticismo nel senso migliore del termine.

    Roberto


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  24. Sono completamente d'accordo con Roberto. Osservate, per esempio, tutte le volte che in TV c'è un esperto. Gli chiedono una cosa, lui comincia a parlare cercando di essere chiaro, ma comunque corretto nella terminologia. Viene quasi subito interrotto: - Eh, ma lei parla difficile, Non può essere più semplice, più terra terra -.
    Se capitasse a me, risponderei : "e perché allora avete voluto l'esperto ? per discorsi terra terra bastate voi giornalisti. -
    Questo ormai avviene anche in ambiti non scientifici o dottrinali, ma anche in politica, economia, persino nello sport. Il giornalista pseudosportivo parla di tutto fuorché dell'avvenimento in questione ed l'esperto non riesce a fare un commento sensato ed usando termini corretti.
    Vaghezza, ambiguità, imprecisione...persino nello sport !
    RR

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  25. Condivido ciò che dice Mic 11:29 su Colafemmina.

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  26. Il modulo e identità del nostro cattolicesimo è clericale certo non monastico. Il modulo monastico ha finito di esistere nel XII-XIII secolo con la decadenza dei monasteri e con l'affermarsi del mondo clericale.

    Pietro C., la spiritualità di tanti Santi successivi al periodo da lei posto come spartiacque dimostra che, il problema non è nel clericalismo o in altri -ismi ma nell'autenticità della fede. Ed è questa che ogni generazione ha strumenti e grazie per recuperare e incarnare, in un cammino di sempre ulteriore purificazione...
    Mi spiace non aver tempo per un discorso più approfondito.

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  27. Ringrazio Fabio (nuovo lettore?) per la condivisione. E' un discorso che svilupperò appena possibile.

    Concordo con Rosa e Roberto.

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  28. Ratzinger era odiato, letteralmente odiato, A) perché...

    ... ha firmato l'ultima condanna della massoneria da parte della Chiesa.

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  29. Vero, Luis, l' avevo scordato.
    Rr

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