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martedì 18 agosto 2015

FdS ==> Fede di Sempre. “Che peccati volete che abbia, non ho ucciso e non ho fatto del male a nessuno!”

Continuiamo a condividere i frutti dell'iniziativa di un lettore del blog, che sta prendendo piede nel suo contesto, nell'intento di riaffermare e diffondere le verità omesse o rinnegate delle nostra Fede. Rimaniamo in attesa dei 'frutti' di ritorno, che spero riusciremo, pure, a condividere.... 
Si tratta di riflessioni che riprendo con continuità perché giovano a tutti noi e introducono ad un percorso luminoso chi legge il blog per la prima volta.
Presentazione e notiziari precedenti: qui - qui e qui.

FdS - NEWSLETTER 2015 – 16
“Che peccati volete che abbia, non ho ucciso e non ho fatto del male a nessuno!”

Eh sì, la via della santità non è così semplice come sembra e colui che, per grazia ricevuta, inizia a santificarsi non farà mai certe battute.
La santità è come un raggio di luce che penetrando dentro di noi permette all’anima di vedere la sporcizia, le mancanze, i peccati che sono in noi e che prima non vedeva. Proprio come quel raggio di luce dentro una camera buia che ci mostra tutta la polvere che ci circonda e che prima ci era invisibile.
Quella dei grandi santi, che si rivolgono al Signore per chiedere in continuazione perdono per i loro peccati, non è ipocrisia. No, molto più semplicemente essi riescono a vedere meglio, grazie alla luce della loro santità, i limiti e le miserie della nostra natura umana e la malvagità di molti nostri pensieri, parole, opere ed omissioni.

Se il nostro compito è quello di santificarci, la lotta contro il peccato è quindi inevitabile. Ma non perdiamoci d’animo: Gesù Cristo non solo ci ha riscattati dal peccato offrendosi vittima in croce per noi, ma ci ha pure donato i mezzi per santificarci e divinizzarci nonostante la nostra natura umana sia corrotta dal peccato originale. Questi mezzi di santificazione sono anzitutto i sacramenti, che ci donano la grazia, e i doni dello Spirito Santo.

Certo la via della santificazione è lunga, a volte faticosa ed esigente, ma è l’unica che ci conduce in Paradiso. Il Signore non ama il peccato! Proprio per questo Egli ha voluto una madre Immacolata per Suo Figlio. Figuriamoci se accetterà di vedere comparire davanti a sé uomini e donne ancora macchiati di peccato!

Ma a chi è possibile essere senza peccato, se addirittura i santi si sentivano peccatori indegni? Ebbene, la via indicataci da Gesù è quella della perfezione, ma Egli conosce anche le nostre difficoltà e per questo, a coloro che avranno dimostrato con impegno, serietà e fatica, di aver intrapreso questa via di perfezione, Egli concederà del tempo supplementare per completare la loro purificazione dopo la morte: è il Purgatorio.

Noi potremo così portare a termine questa opera di purificazione, di santificazione e di divinizzazione per poter poi accedere al Paradiso ed alla visione beatifica di Dio.

Ma c’è una condizione per poter usufruire di questi tempi supplementari: dobbiamo già iniziare qui sulla terra questa opera di santificazione allontanandoci dal peccato e ricusando almeno i nostri peccati più gravi, quelli che proprio per le loro conseguenze sulla nostra anima sono detti peccati mortali. Questi peccati, per la loro gravità ci tolgono l’amicizia di Dio e la vita soprannaturale. Coi peccati mortali rimaniamo senza grazia e senza la possibilità di una vita eternamente felice. Ma fin che siamo in vita, siamo ancora in tempo per riacquistare l’amicizia del Signore pentendoci profondamente dei nostri peccati e accostandoci alla confessione, oppure facendoci battezzare se ancora non lo siamo. Questa è la via ordinaria che la Chiesa insegna per avere la vita soprannaturale. Certo allo Spirito Santo non si possono mettere limiti, ma Gesù stesso ci ha indicato che questa è la via più semplice e sicura per noi.

Se ne deduce che è importante riconoscere ciò che è peccato. Il peccato, anche quello che ha come oggetto noi stessi o il nostro prossimo, è anzitutto un’offesa grave fatta a Dio e se noi desideriamo essere perdonati, dobbiamo provare dolore per l’offesa arrecata a Dio. Un dolore perfetto (contrizione perfetta) è già sufficiente per essere perdonati (giustificati), ancor prima di essersi confessati, purché sia unito al desiderio di confessarsi sacramentalmente appena possibile. Quindi in ultima analisi la confessione è necessaria, ma per il peccatore è inderogabile pentirsi quanto prima e ben prima di andare dal confessore. Sì, perché se noi ci trovassimo in grave pericolo di vita senza aver provato un dolore profondo per i nostri peccati, la nostra anima potrebbe trovarsi in situazione ancor peggiore! Questo ci fa capire che la confessione non è una magia che si compie con le semplici e sole parole del sacerdote. No, necessita anzitutto del nostro pentimento, del nostro dolore, del nostro proponimento a non più voler peccare e della volontà a sottomettersi alla penitenza impostaci per soddisfare all’offesa fatta a Dio.

E se il dolore dei nostri peccati non fosse perfetto e magari più legato alla paura del castigo che al dolore per aver offeso Dio? Ebbene in questo caso la confessione sacramentale è sufficiente per ottenere l’assoluzione e quindi la salvezza, ma chiaramente la via verso la perfezione esige che ci rendiamo conto che la bontà del Signore desidera la nostra riconciliazione, non tanto per paura ma soprattutto per amore.

Concludendo, non scoraggiamoci se il cammino verso la perfezione su questa terra ci appare ostico: se noi ci faremo trovare senza peccati gravi (mortali) avremo tempo per terminare la nostra purificazione in Purgatorio. Ma in ogni caso per essere trovati degni di comparire davanti a Dio, non è sufficiente non aver ucciso nessuno!
FdS

5 commenti:

  1. Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico. Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole “lasciar correre”.Il perdono è esigente e chiede ad entrambi – a chi lo riceve ed a chi lo dona – una presa di posizione che concerne l’intero loro essere (Benedetto XVI)

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  2. Oramai il tempo stringe, il Sinodo si avvicina, allora ancha la Festività dell`Assunta può essere occasione per far passare il messaggio del cosidetto "Vangelo della Misericordia", ma il Vangelo non bastava anche Maria viene strumentalizzata e piegata all`ideologia progressista di chi, dopo aver detto che la chiesa non ha assolutamente l`intenzione di cambiare la dottrina, spalanca la porta che fatalmente la sovvertirà, mentono sapendo di mentire e non si vergognano.

    È quel che ha fatto mons. Mario Grech, vescovo di Gozo, sull’isola di Malta, che in occasione della Solennità dell’Assunzione di Maria ha diffuso una lunga lettera pastorale intitolata: " Un balsamo di misericordia per la famiglia".
    Dove vuole arrivare quel vescovo non può essere più chiaro, leggo:


    “Chi propone la caduta di certe barriere tra coloro che sono in una relazione irregolare ma credono in Cristo Salvatore, ed il resto della comunità, non sta mettendo a rischio la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio, bensì desidera rendere possibile l’esperienza del balsamo della misericordia di Dio, secondo la così detta ‘via penitenziale’”.

    L’auspicio, allora, è che al prossimo Sinodo la Chiesa, “rimanendo fedele al Vangelo della famiglia e sostenendo quelle famiglie che restano salde, cerchi, allo stesso tempo, di essere fedele al Vangelo della misericordia e di far sì che quanti hanno fallito nel loro primo matrimonio, possano sperare nella misericordia di Dio e gustare la gioia del Suo amore”.


    http://it.radiovaticana.va/news/2015/08/17/chiesa_di_malta_per_la_famiglia_balsamo_della_misericordia/1165485

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  3. Ci sarà di ridere, Luisa, quando si accorgeranno che alla "via penitenziale" (che cavolo significherà poi? sempre a creare nuove locuzioni, nuove parole, sono proprio talmudici i progressisti sinistri) si accosteranno in pochi, molto pochi, almeno in Europa. In Sudamerica, chissà, è un tale bordello...
    Finirà come per i "matrimoni omo": passata l'euforia iniziale, in Francia e UK, come prima in Spagna o USA, dopo i primi pseudomatrimoni, ora non si sposa più nessuno tra gli omo, notoriamente promiscui...
    In realtà sempre meno gente si sposa.
    E gli Stati ci guadagnano (pensa solo alle pensioni di reversibilità che risparmiano, almeno qui in Italia)
    RR

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  4. E perchè, Rosa, farebbero quel cammino penitenziale visto che la Comunione la ricevono già "gratis"?
    Che sia "grazie" ad un parroco compiacente o che, in virtù della loro sovrana coscienza, decidono che non solo possono ma hanno il diritto di comunicarsi visto che le leggi della Chiesa non sono quelle di Dio che lui non è rigido e duro ma è buono, misercordioso e perdona tutti e tutto senza nulla chiedere in cambio.
    Basta vedere i banchi che si svuotono tutti al momento della Comunione, possibile che tutti siano "in regola", che non ci sia nessuno che non dovrebbe e non potrebbe comunicarsi?

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  5. Davvero Luisa, anche da noi alla Comunione il 98% delle persone presenti si comunica, sapessi quante volte pure io mi domando: ma sono tutti cosi' buoni e perfetti? Io, dico la verità, mi sento un pesce fuor d'acqua quando non mi accosto alla Comunione. Faccio notare che nella nostra chiesa (dopo una ristrutturazione), non c'è piu' il confessionale..... Teresa

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