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martedì 6 ottobre 2015

Carlo Caffarra. Famiglia: solo la proposta cristiana integrale può rispondere alla sfida del post-moderno

Pubblichiamo l'intervento del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, in occasione del Convegno internazionale "Permanere nella verità di Cristo", svoltosi lo scorso 30 settembre all'Angelicum di Roma (qui e qui i video)

Mentre si possono ascoltare:
  • il saluto del Rettore, l'introduzione di Cascioli e il card. Caffarra [qui]
  • l'intervento del cardinale Burke [qui]

Famiglia, solo la proposta cristiana integrale
può rispondere alla sfida del post-moderno 
Card. Carlo Caffarra *

Desidero fare alcune riflessioni di carattere teologico-morale, ispiratemi dall’Instrumentum laboris per la XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

1. LA POST-MODERNITÀ SFIDA LA CHIESA

Parto da una domanda: qual è la principale sfida che oggi il mondo occidentale lancia alla Chiesa cattolica riguardo al matrimonio e alla famiglia? Mi sembra di poterla esprimere nei seguenti termini: il matrimonio e la famiglia sono costruzioni puramente convenzionali, delle quali si può anche fare senza.

Questa sfida è il risultato di un lungo processo di de-costruzione, alla fine del quale troviamo ancora tutti i pezzi dell’edificio, ma senza l’edificio. Mi spiego. Se voglio distruggere un edificio, ho due modi di farlo: metto una mina; lo smonto pezzo per pezzo. La via seguita per il matrimonio è stata la seconda. Abbiamo tutte le categorie che lo definiscono [paternità-maternità; bi-morfismo sessuale…], ma esse sono usate per costruire matrimoni e famiglie, le quali sono alternative alla concezione cattolica dei medesimi.

Il sedicente matrimonio omosessuale è l’espressione più chiara della sfida di cui sto parlando, avendo esso preso forma istituzionale [cfr. sentenza della Suprema Corte Federale USA del 26 giugno u.s.]. È come se il mondo occidentale sfidasse la Chiesa dicendole: “vedi? Ho costruito un matrimonio che non ha nulla in comune col «tuo» matrimonio”.

Altre sfide erano state rivolte alla Chiesa. Per esempio, l’impraticabilità della proposta cristiana del matrimonio; la secolarizzazione del medesimo colla introduzione negli ordinamenti civili del matrimonio civile, il quale è ben diverso dal matrimonio naturale. Ma una sfida così radicale non le era mai stata rivolta.

È assolutamente necessario quindi che i pastori si interroghino sulle cause di questo evento epocale. Non è questo il momento di fare da parte mia un’analisi accurata del processo causale, che ha portato la cultura Occidentale a questo traguardo. È di un processo che si tratta, non di singoli fatti slegati fra loro. Vorrei però presentarvi un’ipotesi circa il fatto spirituale che ha dato origine al processo: la persona umana ha rotto il rapporto, il contatto col «Principio», 1a «Origene».

La parabola del figlio prodigo ci aiuta a capire. Egli lascia la casa paterna, e si ritrova progressivamente in una condizione opposta a quella goduta prima di rompere la relazione col padre: rubare il cibo ai porci. È la più chiara narrazione di ciò che ho chiamato “la rottura del rapporto coll’Origene, col Principio”. Quando Gesù venne interrogato sulle cause che legittimano il divorzio, Egli rimanda gli interroganti al Principio. A guardare quale matrimonio è nel pensiero di Dio creatore, ed inscritto nella natura della persona umana.

Staccandosi dall’Origene, l’uomo e la donna si sono trovati di fronte al matrimonio, ma incapaci di vedervi una verità e una bontà donate, e non suddite della loro libertà. La conseguenza logica di questa incapacità, è stato pensare che l’istituzione del matrimonio poteva essere “manipolata” secondo la propria misura. Mi spiego.

Nella S. Scrittura si parla almeno tre volte del “principio”. All’inizio del sacro Libro: “In principio Dio creò il cielo e la terra” [Gen 1, 1]. Esiste poi una pagina stupenda del Libro dei Proverbi dove si dice [è la Sapienza che parla]: “il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d’allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra” [8, 22-23]. Il quarto vangelo inizia poi nel modo seguente: “In principio era il Verbo”.

Dal confronto di questi tre testi noi giungiamo ad una conclusione: tutto ciò che esiste possiede una sua intrinseca intellegibilità essendo stato misurato sul Verbo che è la Sapienza. Ora ciò che costituisce l’originalità dell’uomo, la sua preziosità unica nell’universo dell’essere, è che egli è partecipe della Luce del Verbo. La partecipazione alla luce divina del Verbo è chiamata dai Padri la mente, l’intelletto [che non è la ragione], la scintilla di Dio nell’uomo. Questi è radicato nella sua dimora, nella patria della sua identità attraverso la partecipazione alla Luce del Verbo. Non c’è dunque nell’uomo qualcosa di più prezioso del suo intelletto.

Staccandosi da questo rapporto originario ed originante col Verbo, non può più esistere una verità che non sia riducibile alle opinioni e prospettive individuali, le quali non possono più essere giudicate da un qualche criterio comune. Nietzsche ha visto chiaramente che negato Dio, il concetto di verità diventa obsoleto. Il concetto di una verità del matrimonio; la distinzione tra matrimonio vero [fra l’uomo e la donna] e matrimonio falso [quello omosessuale], diventa impensabile.

Il distacco dalla Origine, dal Principio è la “menzogna primordiale” [St. Grygiel], dalla quale scaturisce la menzogna sul matrimonio e la famiglia, che impedisce di vedere la loro verità e bontà propria.

Concludo questo primo punto della mia riflessione. Sono partito da una domanda: su che cosa la Chiesa oggi è sfidata nell’ambito del matrimonio e della famiglia? La mia risposta è stata: è sfidata dal fatto che l’uomo ha prodotto alternative radicali alla proposta matrimoniale-famigliare fatta dalla Chiesa, perché si è staccato dal Principio [abiit in regionem longiquam: Lc 15, 13]. Un distacco che ho chiamato menzogna primordiale, perché impedisce di distinguere la vera coniugalità dalla falsa coniugalità, la vera paternità/maternità dalla falsa paternità/maternità.

2. FATTORI DI ALLONTANAMENTO: ABIIT IN REGIONEM LONGIQUAM.

I fattori che hanno costruito questa sfida sono molti, intra-ecclesiali ed extra-ecclesiali. Trattandosi non di evento culturale singolo, ma di un processo storico, non è possibile farne ora una descrizione completa. Mi limiterò a due fattori intra-ecclesiali che hanno indubbiamente favorito il formarsi della situazione attuale.

Il primo fattore sul quale richiamo l’attenzione è la progressiva separazione dalla sacramentalità del matrimonio dalla sua costituzione naturale. Spero di spiegarmi bene, poiché è un punto di fondamentale importanza.

Nonostante alcuni teologi [S. Roberto Bellamino e S. Lorenzo da Brindisi, per es.] e canonisti pensassero il contrario, alla fine la teologia del matrimonio elaborata da G. Vasquez [1548-1604] finì con imporsi, anche a livello di manuali di teologia morale.

Secondo Vasquez, la sacramentalità del matrimonio consiste esclusivamente nella sua capacità di causare la grazia, perché i coniugi possano osservare le obbligazioni matrimoniali. Qualsiasi altro aspetto del segno sacramentale, specialmente in ordine al mistero Cristo-Chiesa e alla trasformazione operata da esso dell’indissolubilità matrimoniale, non solo è ignorato, ma negato con grande decisione. Sarebbe il caso di dire: è demolito. Il mistero Cristo-Chiesa non ha alcuna rilevanza in ordine alla configurazione ontologica-teologica e giuridica del matrimonio dei battezzati. Non è più il principio architettonico ed ermeneutico.

Per notare la forza dirompente di questa visione, faccio un breve confronto con Tommaso e Bonaventura. Mentre per i due grandi dottori, il matrimonio naturale è già pre-figurativo della unione, del mistero Cristo-Chiesa, è già res sacra che trova la sua pienezza nel sacramento del matrimonio, secondo la dialettica cara, da Origene in poi, ai Padri: umbrasacramentumveritas. Per il teologo di Alcalà, e dopo di lui molti teologi e canonisti, non c’è alcuna diversità fra matrimonio naturale e matrimonio sacramento quoad substantiam. La sacramentalità è una qualità super-addita: il dono della grazia per vivere ciò che il matrimonio è jure natarae. Dovremo aspettare S. Giovanni Paolo II perché nella Chiesa ritornasse il grande insegnamento tradizionale, quando egli parla del matrimonio come del “sacramento primordiale”.

L’indissolubilità del matrimonio per Vasquez è un fatto di diritto naturale esclusivamente. L’esegesi di Ef 5 è assai interessante per comprendere il suo pensiero. Staccandosi da un’interpretazione condivisa unanimemente dagli esegeti del suo tempo, pensa che la dottrina di S. Paolo non implica che il vincolo coniugale sia di ordine soprannaturale. Sebbene esso significhi l’unione Cristo-Chiesa, non partecipa all’essere soprannaturale della medesima. Il teologo di Alcalà ammette dunque che ci sia una somiglianza tra vincolo matrimoniale e unione Cristo-Chiesa, ma nega che questa abbia una forza trasfigurante del vincolo medesimo: lo lascia nel suo proprio essere senza che partecipi del mistero.

Viene negata l’esistenza di una res et sacramentum. Questa conseguenza è assai importante, anche per le questioni attuali. Se infatti si riduce il matrimonio sacramento al dono della grazia data per osservare una promessa; se si nega che esista una realtà sacramentale che permanga oltre il matrimonio in fieri, il problema della legittimazione del matrimonio dei divorziati risposati è di facile soluzione. Si è mancato ad una promessa; ora ci si pente di averlo fatto. Del primo matrimonio non resta nulla.

Non si ammette o non si pensa che si ha a che fare con una realtà – il vincolo coniugale – che ontologicamente permane. L’ammissione del divorziato risposato all’Eucarestia nega di fatto l’ontologia sacramentale del matrimonio, e logicamente riduce l’indissolubilità ad una legge morale.

Il matrimonio è stato sradicato dal mistero Cristo-Chiesa, il quale non è più il principio costruttivo del matrimonio medesimo. Esso è stato staccato dall’Origine; è negozio puramente umano - juris naturalis, si diceva – al quale, nel caso dei cristiani, si aggiunge la grazia. La strada è già aperta per esiliare il Mistero dal matrimonio.

Vorrei ora dire qualcosa sul secondo fattore catalizzatore di quel processo che ha portato alla sfida che oggi la cultura occidentale lancia alla Chiesa. È un fattore che si intreccia storicamente e teoreticamente al primo. Come ho già detto, se il Mistero dell’unione Cristo-Chiesa non struttura il matrimonio, è inevitabile che l’indissolubilità sia pensata prevalentemente come una legge. Ed è proprio a questo livello che entra in azione il secondo fattore. Lo descriverei sinteticamente nel modo seguente: la progressiva separazione della legge dalla verità circa il bene. È un processo che gli storici della teologia morale e del diritto hanno lungamente studiato. Posso beneficiare ora dei guadagni acquisiti da queste ricerche storiche.

Vi è stato una progressiva trasformazione semantica dello jus nel senso di “quod instum est” [=la verità circa il bene] alla jus nel senso di “quod iussum est” [=il diritto/la legge come esercizio della potenza di Dio, o del Principe, o della sovranità popolare].

Ma una tale trasformazione semantica ebbe a che fare subito e lungo tutto il suo percorso con un dato originario che sembrava/sembra opporvisi: la libertà. Mentre nella grande speculazione cristiana, alla luce di S. Paolo, il conflitto fra libertà e legge era congiunturale, dovuto alla concupiscenza [Agostino, Tommaso, Gregorio di Nissa], all’interno del processo che stiamo studiando era strutturale: libertà e legge sono due grandezze inversamente proporzionali. La legge è un dato exterins data. Si è pensato che il paradigma più adeguato a pensare questa struttura antropologica fosse quello giudiziale. Ci sono due contendenti: legge e libertà. Chi giudica quale dei due ha diritto di guidare il mettersi in azione della persona? La coscienza del singolo. È la coscienza che ultimamente giudica se, in che misura, in quali circostanze la legge deve essere applicata.

Un segno di questa mutazione nella teologia: S. Alfonso inizia il tuo trattato sulla coscienza dicendo che esso è il più importante; S. Tommaso nella Somma dedica a questo tema solo tre articoli.

Proviamo ora ad inserire l’istituto matrimoniale dentro al congiungersi dei due fattori. Che cosa accade? L’indissolubilità non è primariamente un dono sacramentale, un dato ontologico [res et sacramentum], ma è primariamente una legge priva di radicazione sacramentale. E subisce quindi… il trattamento giudiziario di cui parlavo: in certe condizioni, in circostanze ben delimitate, può essere eccepita dalla coscienza.

Altra conseguenza. Si entra nella regione dell’incertezza sempre più radicale: se il matrimonio è [sentito come] un evento puramente umano, chi decide che cosa esso è o non è? E si giunge a teorizzare la presenza di “tracce di matrimonio” in vissuti umani alieni all’istituzione matrimoniale.

Ma sommamente rivelatore di ciò che è accaduto e accade, è il n° 137 nell’Instrumentum laboris: un testo errato da ogni punto di vista. Esso infatti parte dal presupposto che la coscienza sia “da una parte”; e “dall’altra” la legge morale.

Sintetizzo questo secondo punto. La “sfida” che la post-modernità lancia alla Chiesa circa il matrimonio e la famiglia ha le sue radici anche all’interno teologico della Chiesa: a) nell’oscurarsi della natura sacramentale permanente dello stato matrimoniale [sacramentum permanens: S. Roberto Bellarmino (De controversis III, De matr. Controv. II, cap. VI) - Pio XI (Enc. Casti Connubii, AAS 22 (1930), 583)], che ha consegnato l’istituzione matrimoniale alle mani dell’uomo; b) nel distacco del bene dal vero, erigendo la coscienza a giudice supremo.

3. LA CHIESA SFIDA LA POST-MODERNITÀ

Prima di iniziare questo terzo e ultimo capitolo, desidero fare una precisazione. Nel punto precedente non ho sostenuto che i due fattori di cui ho parlato sono le cause della situazione attuale.

Si potrebbe pensare a questo, non avendo parlato della grande rivoluzione antropologica, che è il vero terreno da cui è germinata la sfida della post-modernità alla Chiesa in tema di matrimonio. Ma non volevo ripetere quanto sono andato scrivendo in questi anni, ed anche ultimamente. Ho voluto solo dire che nell’ambito del pensiero circa il matrimonio, la modernità non ha trovato una teologia, un soggetto con cui confrontarsi, ma un catalizzatore che aiutava, [contra intentionem], la modernità a dare i suoi frutti… matrimoniali. Dall’altra parte i processi storici sono sempre assai complessi, ed è assai difficile farne…l’anatomia.

Ora il Sinodo è una grande occasione per un confronto serio, robusto con la post-modernità – non in genere, ma su una fondamentale esperienza umana: il matrimonio – o resterà una grande occasione persa. Ora mi permetto di presentare alcune riflessioni perché questa ultima possibilità non si avveri.

3.1 La Chiesa non dialoga in primo luogo con le ideologie ma con le persone in carne ed ossa. Esiste, direbbe il S. Padre, un primato della realtà sull’idea [cfr. Es Ap. Evangelii gaudium 231-233]. Ora la Chiesa, postasi in questo giusto atteggiamento – si dialoga colle persone non con l’ideologia -, nel prossimo Sinodo ha scelto di porre il suo sguardo preferibilmente sulle persone ferite. Non poteva non essere così, visto l’insegnamento e la condotta di Gesù. Il S. Padre ha paragonato la Chiesa ad un ospedale da campo.

Ma individuata questa scelta e ciò che la deve accompagnare: accoglienza, benevolenza, tenerezza, pazienza… non è detto tutto. Anzi non sono dette le cose più importanti, poiché la domanda fondamentale è: come guarire quelle ferite? Gesù sentiva compassione per gli infermi; ma non si limitava a questo: li guariva.

E qui si pongono alcune domande alle quali è necessario rispondere con consapevole chiarezza.

Quali sono i criteri di giudizio in base ai quali discernere la condizione della persona? Non certamente posso desumerli dalla sociologia. Poiché esiste un grande iato fra i costumi sociali e la dottrina della Chiesa – pensa chi afferma il primato della sociologia sulla teologia – la guarigione delle ferite degli sposi deriva dall’adeguamento ai costumi. La Chiesa elabori criteri di discernimento desunti dalla sociologia.

Ma il trionfo della sociologia sulla teologia segna la sconfitta anche disonorevole della proposta cristiana.

Dire poi che i criteri del discernimento devono essere desunti dalla misericordia, è falso e pericoloso. La misericordia infatti denota un’attitudine generale, che muove i vari gesti di guarigione, i quali tuttavia hanno una loro consistenza propria a seconda della malattia. Mi spiego meglio. La carità, di cui la misericordia è una dimensione essenziale, è “forma” di ogni virtù non essentialiter [la giustizia non è la carità; la fede non è la carità] ma effective in quanto intenziona, dirige e nutre l’esercizio di ogni virtù [cfr. 2,2, q.23, a.8, ad 1um]. È pericoloso, poiché la misericordia male intesa può evitare di ricorrere a necessarie medicine amare.

I criteri dunque del discernimento devono essere cercati nella proposta cristiana del matrimonio.

Pertanto il primo, più urgente dovere della Chiesa oggi è di annunciare il Vangelo del matrimonio sine glossa, sine glossa, sine glossa; di ripensare la catechesi del matrimonio e della famiglia e dare ad essa nuovo impulso: vedrei buona cosa, come frutto del Sinodo, la promulgazione pontificia di un Catechismo del matrimonio e della famiglia, per tutta la Chiesa.

Ma quale è la vera natura della proposta cristiana? Non è un ideale, ma è la verità circa il matrimonio e la famiglia. Non è una legge, ma è  grazia che viene donata. Non ho più tempo di approfondire questo punto assai importante.

3.2 L’ideologia, il “pensiero del tempo” non può essere ignorato, poiché è esso che trasmette il virus. Dispone di molti e potenti mezzi di comunicazione; non raramente si trasforma in “angelo di luce”.

L’apostolo Paolo è molto chiaro: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente» [Rom 12, 7]. La prima trasformazione in Cristo, il primo passo verso l’appropriazione vitale del mistero di Cristo è il “rinnovamento della mente”. Esso non è possibile senza un abbandono totale della “mentalità di questo secolo”. E Paolo sapeva bene quale era la mentalità circa il matrimonio al suo tempo!

L’apostolo insegna poi che solo se è intervenuta questa conversione-rinnovamento della mente, siamo in grado di discernere. L’ideologia va combattuta sul piano del pensiero. La delegittimazione di un forte impegno culturale nell’ambito dei temi della famiglia e del matrimonio sarebbe devastante per la pastorale della Chiesa.

3.3 Desidero infine richiamare la vostra attenzione su un altro punto assai importante. La “strategia” di cercare ciò che di bene c’è nelle alternative al matrimonio, che la post-modernità ci propone è teoreticamente sbagliata e pastoralmente perdente.

Premetto che non sto parlando di persone, ma di stati di vita [unioni di fatto; matrimonio civile (da distinguere accuratamente dal matrimonio naturale); convivenze omosessuali]. Possono essere persone ottime, ma non lo sono in quanto uniti di fatto, sposati solo civilmente, omosessuali conviventi. La strategia suddetta avrebbe un fondamento nella realtà se nei suddetti stati di vita ci fosse un’analogia di partecipazione con il matrimonio vero e proprio. Che cioè l’essenza, la forma del matrimonio fosse partecipata, anche se imperfettamente da essi. Ma le cose non stanno così: ciascuna di quelle forme di vita nega la natura stessa del matrimonio. Parlare dunque di “germi del Verbo” presenti in questi stati di vita; presentarli [ Instrumentum laboris 99] cioè come matrimoni in germe da far maturare, è errato.

Non solo. Ma una simile strategia è anche perdente, poiché viene a patti con una ideologia la quale per sua natura è totalizzante, come ogni ideologia. Se ne accetti un frammento, introduci nella mentalità dei fedeli il tutto. Quelle condizioni di vita sono oggi infatti in tutto e per tutto pensate secondo l’ideologia post-moderna: la verità come opinione; l’amore come emozione; la libertà come semplice possibilità. La Chiesa è chiamata ad accogliere con misericordia le persone, non l’ideologia né a dialogare con essa.

Concludo. La Chiesa lancia al mondo post-moderno la sua sfida: Dio dona alla persona umana la capacità di amare, con un amore che si costruisce nella reciproca auto-donazione definitiva. La sfida è: “Vedete? L’uomo e la donna hanno ricevuto da Dio in Cristo il dono della coniugalità, la quale risponde adeguatamente al desiderio del cuore”.
Come lancia questa sfida? Nella e colla vita degli sposi che vivono santamente non l’ideale che non esiste, ma la semplice verità dello stato coniugale. Prius vita quam doctrina: vita enim ducit ad scientiam veritatis [S. Tommaso d’A., Super evangelium sancti Matthaei Lectura, ed. Marietti, n° 458].

* Cardinale, arcivescovo di Bologna

33 commenti:

  1. OT. Tra i cattolici dilaga la misericordia.

    http://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2015/10/05/-usa-in-california-il-suicidio-assistito-e-legge-_015a3052-cbc2-4353-ae56-39286ee6857b.html

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Evidentemente il viaggio negli States di Bergoglio non ha dissuaso i promotori del suicidio, mentre curiosamente ha fatto sì che dei magistrati sospendessero la pena di morte per dei pluriassassini.

    Strano concetto di misericordia: al malato si impedisce di offrire le sue sofferenze per espiare i propri peccati e quelli del prossimo e si affrettano i giorni che lo separano dal Giudizio particolare; al reo si impedisce di scontare con la morte la colpa e la pena per i suoi crimini, e lo si lascia vivere.

    Ad entrambi, sotto pretesto di usar misericordia, si chiudono le porte del Cielo e si aprono quelle dell'inferno. E tutto questo trova nella chiesa conciliare non solo il silenzio colpevole, ma spesso l'incoraggiamento.

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  4. ANSA CITTA' DEL VATICANO, 6 OTT - Il Papa chiede ai 'ministri' del Signore di superare le rigidità. "Dove c'è il Signore c'è la misericordia. E Sant'Ambrogio aggiungeva: 'E dove c'è la rigidità ci sono i suoi ministri'. La testardaggine che sfida la missione, che sfida la misericordia". Lo ha detto alla Messa a Santa Marta prima di recarsi al Sinodo. Per il Papa bisogna cambiare l'atteggiamento per il quale "è più importante la mia predica, è più importante l'elenco di comandamenti, tutto", della misericordia.

    Evidentemente il "Nostro" è quasi ossessionato dalla lettura del libro di Kasper.
    Pare che non vi sia un minimo dubbio che dal 33 al 2013 tutto sommato la Chiesa, prima di questo pontificato, la misericordia (ieri era Santa Faustina) la conoscesse benissimo.

    Giova ricordarlo: la misericordia c'è nel Magnificat, c'è nella Salve Regina, c'è nel Benedictus... C'è nel Padre Nostro. Legata a due condizioni: conversione e timor di Dio. La misericordia "senza se e senza ma" è da centri sociali...

    Dio è misericordia, nel senso che Lui perdona sempre chi torna a casa, pentito.
    Dio è misericordia in quanto vuole curare il malato: non è un giudice che ti fa pagare il passato, ma un medico che ti prende come sei, in ospedale, e ti cura. Non ti prende per lasciarti com'eri, ma per "trasformarti" da malato a sano.

    Chi intendesse la misericordia come un certificato di malattia perenne autorizzata, poco o nulla ha capito del Medico e della medicina. La medicina è la giustizia, quella che -grazie allo Spirito santo- "convince".

    "E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato".

    Se c'è qualcuno "rigido" (di comprendonio" è chi non vuole proprio convincersi: non è che per 1900 anni sono stati tutti degli imbecilli, dei maniaci della regola, degli aguzzini di un campo di prigionia...

    Non bisogna essere rigidi, bisogna cambiare atteggiamento...

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  5. Segnalo una lettura che andrebbe proposta ai "padri sinodali":
    http://www.iltimone.org/33737,News.html

    Più chiaro di così! E sono passati vent'anni suonati. GP2 vedeva lungo (e probabilmente conosceva i suoi polli: ragione per cui, con tutto il rispetto, non capirò mai perché lui e B16 abbiano elevato certa gentaglia alla popora).
    Bha.
    Preghiamo e digiuniamo, è l'unica.
    humilitas

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  6. Ah, e anche questo, segnalo, sulla "lavender mafia"...
    http://www.iltimone.org/33738,News.html
    humilitas

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  7. Grazie tralcio!
    Si direbbe che la misericordia l`ha inventata Bergoglio!
    Che prima di lui la misericordia fosse assente dalla Chiesa, che la chiesa sia popolata solo da rigidi egoisti con lo sguardo fisso sul retrovisore, una banda di cuori duri impermeabili alla Misericordia divina, capaci solo di parlare di Dottrina, fare condanne e via dicendo.
    Un discorso stucchevole e che per di più serve a chi vuole dare un calcio alla dottrina.
    Oggi si contrappone Dottrina e pastorale, pastorale che deve essere misericordiosa nel senso che deve lasciare la gente là dove si trova, accettare tutto e nulla chiedere in ritorno, nè pentimento ne impegno a non più peccare, la Dottrina e chi la difende e rispetta sono ormai come una pietra di inciampo sulla via della Misericordia.
    Non solo, oggi si contrappone Giustizia e Misericordia.

    Ma tutto è confuso, ambiguo, abbiamo un papa che dichiara che il matrimonio è fra un uomo e una donna e il loro legame indissolubile e lo fa dopo aver pubblicato un Motu Proprio che accelera e facilita la nullità di quel matrimonio.
    Un papa che dice che « Sinodo non è un parlamento, dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi, l' unico metodo è quello di aprirsi allo Spirito Santo», salvo che sa perfettamente che è lui e lui solo a decidere e che in realtà sta dicendo a tutti convertitevi alla mia idea di pastorale, di misercordia e di giustizia.
    Fate tutti una conversione pastorale!



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  8. ....
    Ma a livello di parole non siamo già stati spostati avanti dai media? Sul Catechismo si parla di "atti disordinati" ora di come accogliere gli omosessuali, aspetto tra l'altro sempre trattato...

    "Siamo stati spostati in avanti certo, e se per accoglienza si ritiene che devono essere trattati senza discriminazioni bene, ma se il profilo diventa quello della rivendicazione ai diritti omosessuali, tra l'altro escludendo gli eterosessuali dalla pratica di emancipazione... Beh, direi che tutto questo è molto ambiguo".

    http://www.intelligonews.it/articoli/5-ottobre-2015/31313/il-filosofo-fusaro-ormai-nichilisti-anche-i-preti-dopo-charamsa-orwell-un-dilettante

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  9. Dallo stesso link sopra:

    Fusaro, ma c'entra qualcosa quella battaglia contro il relativismo etico, che Ratzinger aveva intrapreso? Forse era proprio dentro le mura della Chiesa...

    "Beh certamente. Ma prima ancora parlerei di nichilismo, il vero problema del nostro tempo, come giustamente fu preconizzato da Nietzsche e questo nichilismo emerge molto bene da questi atteggiamenti surreali (di un prete questa volta). Non c'è più un alto e basso, una trascendenza e un'immanenza, c'è un indistinto proliferare di valori che stanno sullo stesso piano".

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  10. Osservo con amarezza e con scetticismo crescente, che i cardinali rimasti fedeli al Vangelo fanno convegni e scrivono libri, mentre la parte avversa agisce nell'ombra e in modo preventivo. Ma certamente, voglio credere, debbono ancora venire allo scoperto i coraggiosi cardinali, quelli veri, i quali, coadiuvati da valorosi e titolati collaboratori del blog, chiederanno il ritiro dei motu proprio e le dimissioni di Bergoglio.
    Preghiamo Iddio affinché la loro opera dia i buoni frutti che merita.

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  11. Mamma ieri è tornata alla casa del Padre.
    Grazie per i tanti consigli in passato su queste pagine.
    Stasera, se potete, non scordatevela nelle vostre preghiere!

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  12. Caro AICI,
    Ricordo le tue preoccupazioni su tua mamma e le sue grandi sofferenze, che ora nel Signore han trovato riposo e che, in Lui, daranno frutti secondo il Suo cuore.
    Requiescat in pace.
    Ti siamo vicini e ti portiamo nel cuore e nella preghiera.

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  13. Guardate che ha detto Bergoglio sul Sinodo:

    "Vorrei ricordare che il Sinodo non è un convegno o un “parlatorio”, non è un parlamento o un senato, dove ci si mette d’accordo. Il Sinodo, invece, è un’espressione ecclesiale, cioè è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio; è la Chiesa che si interroga sulla sua fedeltà al deposito della fede, che per essa non rappresenta un museo da guardare e nemmeno solo da salvaguardare, ma è una fonte viva alla quale la Chiesa si disseta per dissetare e illuminare il deposito della vita."

    E:

    "...come ho detto, il Sinodo non è un parlamento, dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si occorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi, ma l’unico metodo del Sinodo è quello di aprirsi allo Spirito Santo, con coraggio apostolico, con umiltà evangelica e con orazione fiduciosa; affinché sia Lui a guidarci, a illuminarci e a farci mettere davanti agli occhi non i nostri pareri personali, ma la fede in Dio, la fedeltà al magistero, il bene della Chiesa e la salus animarum".INTRODUZIONE DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL SINODO 2015 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/october/documents/papa-francesco_20151005_padri-sinodali.html

    Prima di dire questo, ha detto nel Moto Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus:

    "In questo senso sono anche andati i voti della maggioranza dei miei Fratelli nell’Episcopato, riuniti nel recente Sinodo straordinario, che ha sollecitato processi più rapidi ed accessibili.[4] In totale sintonia con tali desideri, ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché, a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio." https://w2.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio_20150815_mitis-iudex-dominus-iesus.html

    Anche Bergoglio ha perso il contato con il principio, l'origine. È impossibile il sinodo essere solo un'espressione ecclesiale allo stesso tempo che ha usato la sua prima sessione per basare il documento del "divorzio Cattolico" contro il desiderio di altri padri sinodali. Difficile trovare parole per definire gli atti di Bergoglio.

    Il comico è che soppra lui parla di fedeltà al magistero e in un'altro branno parla di zelo pastorale e dottrinale. Fuora del sinodo sta sempre ha ataccare la dottrina, ma nel sinodo è il suo "diffensori... È un luppo!

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  14. In suffragio di TUTTI i nostri defunti06 ottobre, 2015 15:39

    Requiescant in pace!!!! De profùndis clamàvi ad te, Dòmine;
    Dòmine, exàudi vocem meam.
    Fiant àures tuæ intendèntes
    in vocem deprecatiònis meæ.
    Si iniquitàtes observàveris, Dòmine,
    Dòmine, quis sustinèbit?
    Quia apud te propitiàtio est
    et propter legem tuam sustìnui te, Dòmine.
    Sustìnuit ànima mea in verbo ejus,
    speràvit ànima mea in Dòmino.
    A custòdia matutìna usque ad noctem,
    speret Ìsraël in Dòmino,
    quia apud Dòminum misericòrdia,
    et copiòsa apud eum redèmptio.
    Et ipse rèdimet Ìsraël ex òmnibus iniquitàtibus ejus. *** Requiescant in pace!!!!

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  15. L'ossessione è una delle specialità del principe di questo mondo.

    Egli mette tanta ombra nei pensieri del cuore dell'uomo, al punto che il Signore per ovviare al disastro è costretto a disperderli, per cercare di far filtrare un po' di luce.
    Il cuore di chi è pieno di "pensieri buoni", "per fare il bene", spesso lastrica la strada per camminare con maggior celerità dove abita colui che ossessiona...

    Ed ecco che l'ossessionante martellamento con cui viene ripetuto il mantra della "misericordia", brandendola come una clava, rivela una mente ormai satura dei fumi del mondo, che salgono densi a competere con ben altre ispirazioni.

    E' questo il cuore malato, psichicamente malato, che non è spiritualmente sano.
    L'ossessione è una patologia.

    Ho immaginato un dialogo con queste menti così ossessionate (Chiesa 2.0, che indicherò come C20), impersonando la parte dell'interlocutore (2il rigido"):

    C20-Devi essere misericordioso, devi essere misericordioso, mi-se-ri-cor-dio-so! Capito?

    Il rigido-ma a me sembra di esserlo già, nella verità, come è sempre stato...

    C20-Macchè "verità". Chi sei tu per parlare di verità? Bisogna accettare tutti...

    Il rigido-Rispetto tutti, nella verità: quello che è malato va guarito!

    C20-Chi siamo noi per dire che uno è malato? Ci vuole rispetto! Sei rigido!

    Il rigido-Scusi, ma è lei che mi sta giudicando. Non si irrigidisca, la prego!

    C20-Sei vecchio! Sei imputridito! Sai solo parlare di regole...

    Il rigido-Ma in realtà io sto solo dicendo quello che lei ha detto che non si tocca, la dottrina...

    C20-La dottrina, i dogmi... Parole, parole, parole... Non siamo un parlamento!

    Il rigido-Ma in realtà il Sinodo a che cosa dovrebbe servire se non a cambiare le cose?

    C20-Ma senza discutere, senza compromessi. O tutto o niente!

    Il rigido-Beh, allora proviamo a fare niente!

    C20-Ma scherziamo? Siamo l'ospedale da campo... Non si può non fare niente.

    Il rigido-Beh, allora TUTTO!

    C20-Però senza cambiare niente, ma nella novità, in uscita, con misericordia.

    Il rigido-A me pare un'ossessione... L'ospedale da campo cura gli ossessionati?

    C20-Sei tu l'ossessionato, tu che guardi sempre indietro, tu attaccato ai paramenti...

    Il rigido-Ma... la misericordia?

    C20-La misericordia è quella necessaria a dare ragione a chi tu dici che sbaglia, non a te!

    Il rigido-Io non dico niente: lo dice il vangelo!

    C20-Il vangelo è gioia, è gaio: tu sei triste, rigido, chiuso, buio...

    Il rigido-Caspita, quanta gioia in queste parole... Forse è un'ossessione.

    C20-Mi-se-ri-cor-dia! Chiaroooo? El pueblo unido jamas serà vencido! Siete una moda. Passerete.

    Il rigido-In cauda venenum: hasta la vista, Caudillo! Come è buono lei...




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  16. Tralcio,
    ma te le pensi la notte ?
    Rr

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  17. @tralcio

    "Il vangelo è gaio"

    al di là dell'ambiguità involontaria di questa asserzione,
    chi frequenta la teologia (quella che non è più tale) sa, purtroppo, che da anni sono pronte tesi tendenziose (ovviamente indimostrate e false) su Davide e Gionata, Gesù e Lazzaro, Gesù e S. Giovanni, etc......

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  18. "Invece il Papa nel discorso d’apertura del Sinodo dice che bisogna “valutare e riflettere insieme”. Mettere sul tavolo carte, pensieri ed esperienze sapendo che vuol dire aprire cuore e anima e tirare fuori il meglio di noi stessi: coraggio, parresia – sarebbe “dirsi tutto” – zelo, saggezza, franchezza. Lo scopo non è la definizione della famiglia, del matrimonio, dell’amore, di chi sta dentro o fuori, no. Lo scopo è la salvezza delle anime. Finché c’è vita c’è speranza, dice un proverbio: qui vale “finché c’è vita c’è salus animarum”. Finché c’è vita, cioè, ci sono fede speranza e carità. Le definizioni verranno dopo. Se partissimo dalle definizioni sarebbero decorazioni, così le definisce il Papa".Sinodo sulla famiglia – Francesco: prima la “vita”, poi le definizioni - http://www.papaboys.org/sinodo-sulla-famiglia-francesco-prima-la-vita-poi-le-definizioni/

    Se lo scopo è la salvezza delle anime, esistono anime condannate o in via di condannazione. Quindi, se deve sapere dove sono queste anime per portagli alla salvezza. E questo non se fa senza sapere la definizione del matrimonio, della famiglia, dell'amore di chi sta dentro o fuori.

    Quello che sappiamo sul matrimonio, famiglia, amore e sul chi è dentro e fuori, è insegnato per Gesù e per la Chiesa in più di 2000 anni, come se può ridurre queste definizioni a decorazioni? Chi aspetta il Papa? Se le definizioni verrano dopo, il sinodo aspetta una nuova rivelazione. Non se prende più le definizioni per applicare al caso concreto, come comanda la virtù della prudenza, se parte della mancanza di definizione per arrivare alla definizione. Questo non è totalmente vero, perché se vuole dare misericordia, quindi, esiste una definizione da dove se parte, ma qui sta il punto: non esiste relazione tra la misericordia di Bergoglio e le definizioni della Chiesa, questa verranno dopo. Qualcuno può capire questo discorso?

    Don Divo Barsotti ha guardaro nel concilio uma tentazione a Dio, questo continua nel sinodo...

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  19. Spadaro al Sinodo:

    «Francesco ha chiesto di non cedere all'ermeneutica cospirativa che è sociologicamente debole e spiritualmente non aiuta», riferisce padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e Padre sinodale, «Bisogna stare attenti a che, con la scusa di difendere la fede, non si difendano solamente le proprie idee: è importante che la Chiesa non cada nel complesso dell'accerchiamento di pochi puri da parte di un mondo ostile. È necessario che la Chiesa madre e maestra accolga i figli che alleva con la loro esistenza concreta. La Chiesa è maestra quando insegna e parla la lingua madre comprensibile dalle persone alle quali si rivolge».

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  20. "chi frequenta la teologia (quella che non è più tale) sa, purtroppo, che da anni sono pronte tesi tendenziose (ovviamente indimostrate e false) su Davide e Gionata, Gesù e Lazzaro, Gesù e S. Giovanni, etc......

    Vi ricordate la Santa Cena vista come un`orgia omossessuale dipinta da Hrdlicka e esposta nel museo del duomo di Vienna con altre opere pornografiche e blasfematorie ?
    Visto il clamore suscitato il dipinto orgiaco fu tolto ma solo dopo otto giorni (e solo quello) e non senza che,in una lettera scritta a Tornielli, Schönborn dicesse tutta la sus stima per il pittore:

    "ritengo un fatto positivo che artisti che non credono oppure che cercano ancora la risposta della fede si occupino di tematiche bibliche”. "

    http://www.andreatornielli.it/?p=179

    L`omosessualità si è infiltrata nella chiesa e ha progressivamente ma sicuramente occupato lo spazio partendo dalla base e arrivando fino alle alte sfere, solidarietà, promozioni, mutua protezione, cooptazioni.
    Vi ricordate di quel "monsignore" fra i più noti della curia, teologo e psicologo, capo ufficio della Congregazione per il Clero, preso in flagrante in Vaticano dopo aver adescato dei giovani su internet?
    In realtà era caduto in un tranello tesogli dalla 7( Exit), dopo aver affermato come sua difesa che stava facendo un`inchiesta sull`omosessualità nella Chiesa, è sparito nel nulla e tutto è stato messo a tacere.

    RispondiElimina
  21. Ancora su dottrina versus misericordia.
    Leggo sul Cosera:

    -Si tende a opporre dottrina e misericordia. Anche questa è una alternativa?

    «No. A volte si presenta così perché la dottrina non ha incorporato la misericordia.
    >Bisogna avere una legge, anche nella Chiesa, che sia aggiornata alla misericordia, al Vangelo».


    -In che senso, aggiornata?

    «La legge cerca sempre un ordine ecclesiale fondamentale, però il Vangelo va sempre al di là, sempre ci lascia inermi».
    Si tratta di ricavare uno spazio di misericordia nel diritto. Perché il diritto come lo abbiamo oggi, nella Chiesa, non sempre è anche misericordia. Ha dei principi, il diritto, dev' essere chiaro. La misericordia però non è chiara, ha sempre una ambiguità, poiché non possibile conoscere a fondo il cuore umano, le sue debolezze. La carità non si può normare».


    Chi lo ha detto?
    Il "papa nero"

    http://ilsismografo.blogspot.ch/2015/10/vaticano-padre-a.html

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  22. Luisa...mamma mia

    ma mi fermo solo su questo assunto FALSISSIMO:

    "La carità non si può normare."

    E' falso, perchè la carità è già "normata".

    La carità altro non è che amore a Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente e con tutto se stessi, che presuppone naturalmente obbedienza alla Sua Legge, norme incluse, quelle che Gesù afferma che non cadrà nemmeno uno iota o un apice.
    Se ami Dio, osservi i Suoi Comandi (è ripetuto molte volte in tutto il NT)

    Di conseguenza la carità è anche amore al prossimo.
    ma non "amore" come viene, nè fatto di peccato, nè "amore" involto nel vecchio, nè nell'io, nè nel "come pare a me", ma amore al prossimo in senso strettamente cristiano, amare in Dio.

    L'idea che l'amore cristiano prescinda, quindi escluda, i Comandamenti è un'eresia grave.

    L'amore non ha liquidato i Comandamenti: li supera, perchè li comprende, e dà di più, ma comprendendoli continua ad obbedirli, non se ne fa certo beffe.

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  23. E figuriamoci se qualche p...a non tirava fuori la solita balla delle donne diacone.
    Riprendo dal link che fornisce Rorate:
    https://www.washingtonpost.com/news/acts-of-faith/wp/2015/10/06/archbishop-urges-pope-franciss-synod-on-the-family-consider-allowing-women-deacons/
    Stamane nella liturgia ambrosiana c'era la lettera a Timoteo, 2:8-15. Cosa ci vuole a capire che non è maschilismo, bensì riconoscimento delle differenze? Basta guardare alla Santa Vergine!
    Comunque è inutile (ma sempre giusto) stupirsi: perfino molti preti sani alla fine cedono e piazzano attorno al tavolino da campeggio, pardon, altare, le bambine travestite da chierichetto. Quello è solo l'inizio.
    humilitas

    RispondiElimina
  24. altra falsità, in sè:

    "La misericordia però non è chiara, ha sempre una ambiguità, poiché non possibile conoscere a fondo il cuore umano, le sue debolezze."

    la misericordia di Dio. Dio ha misericordia perchè è una Sua qualità, senza la quale non sussisteremmo.
    In più Gesù, Figlio di Dio, è già venuto, si è incarnato, ha patito, ha espiato, e morto e risorto.

    In virtù del Suo Santo Sacrficio, Lui che ha espiato in Croce al posto nostro, Giusto per gli ingiusti, c'è misercordia per noi.
    Ma in che senso?
    Che quando Lo riconosciamo come Nostro Salvatore, ci pentiamo, smettiamo cioè di offenderLo, e ci incammniniamo in una vita nuova e santa.
    La Misericordia presuppone da parte nostra pentimento e vita rinnovata e santificata, con l'aiuto di Grazia, Spirito Santo.

    Quindi la misericordia è molto chiara, e non ha nessuna ambiguità. Ma se si persiste nell'errore, saremo condannati.

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  25. Perfettamente d'accordo, Josh.
    Questa gesuitata della misericordia ambigua è allucinante.
    In fondo però ha ragione. Non ha mica specificato quale misericordia. Se parla di quella divina sta sparando eresie a nastro, ma lui deve averla soppiantata con quella umana, che non è sempre chiara e spesso è ambigua. Solo Dio può "conoscere a fondo il cuore umano e le sue debolezze". Ma lui, evidentemente, sta parlando in termini solo umani perché Dio lo ha relegato in qualche irraggiungibile empireo. Poveraccio.
    humilitas

    RispondiElimina
  26. "E poi ha chiarito che "la dottrina cattolica sul matrimonio non è stata toccata, non è stata messa in questione dal Sinodo precedente". Sinodo, il richiamo di papa Francesco: dottrina sul matrimonio non è stata toccata http://www.repubblica.it/vaticano/2015/10/06/news/papa_no_alla_rigidita_dio_vuole_misericordia_-124441125/

    La dottrina del matrimonio sarà toccata dopo,quando arrivare le definizioni. È ovvio che se non se parte delle definizioni non se parte della dottrina. Bergoglio dimentica che la porta che conduce alla salvezza è stretta. Quello che sta facendo è un libero esame della Rivelazione, come fanno i protestanti...

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  27. Quando uno non sa, perchè non ha studiato, cos'è il diritto, anzi il Diritto, può solo esprimersi cos'. Naturalmente non sa, perchè non ha studiato, neanche cos' è la Misericordia, la Charitas, ecc. ecc.
    Oh, il buon e vecchio Catechismo di S.Pio X per i bambini ! Evidentemente a Baires l'avevano già abolito negli anni '50.
    Oppure a forza di matè e foglia di coca, se l'è dimenticato. Ecco perchè ha problemi a definire le cose.

    ( -Dottoressa, ma ho un infarto? -
    - Eh, un infarto...Cos'è un infarto ? sempre con le definizioni...anche a scuola dai Tedeschi, sempre fissati con le definizioni,meno male me ne sono andata...adesso vediamo, io certo non posso conoscere quello che ora sta passando nel suo cuore, chi può conoscere il cuore umano, ma guardi, intanto dialoghiamo su come si sente, poi vedremo...Chiamiamo anche per un consulto il mio collega ebreo...sa, loro hanno un Patto più antico con al medicina...e poi anche quello musulmano, che oggi va tanto di moda, e poi, sa, in fondo, siamo tutti figli della stessa Medicina...-
    -Ma dottoressa, a me manca sempre di più il fiato, mi sembra di svenire ...-
    - Eh, chi sono io per giudicare se sta svenendo o no ? se cerca di farlo in buona fede, con buona volontà, allora magari...-
    BEEEEEEEPPPP (allarme rosso in tutta l'Unità coronarica)
    - Dottoressa, il paziente è deceduto -
    - Eh, anche voi con queste definizioni. Chi siete voi per definire che il paziente è morto ? magari è solo addormenatato. Come si fa a conoscere ciò che passa nel cuore di un uomo ?-
    - Ma allora non stila il certificato di morte ? Sa, è la legge. -
    - Oh, la legge è rigida, ci vuol misericordia, misericordia !- )

    Rr

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  28. Vedi rr, nell'ospedale da campo evidentemente si pensa di operare in modo "terra-terra"...
    Ma in modo non genuino, come il buon contadino, bensì intrallazzando "sotto-sotto"!
    In fondo questo "dotto" non può limitarsi al sì-sì e no-no, come da evangelico comando.
    Lui non è più per il papale-papale, perchè deve soccorrere il bunga-bunga...

    A proposito: ricordate sicuramente l'archetipo negativo di tutti i conflitti di interessi.

    Meditiamo su questo fatto:

    Gesù è misericordioso perchè non avendo fatto lui nulla di male è disposto a dare se stesso per soccorrere chi è responsabile del proprio peccato: paga Lui per colpe non sue, per dare una possibilità di smettere. Dicesi misericordia. Non ha alcun vantaggio, ma vive il proprio essere amorevole misericordia che trasforma il peccatore guarendolo.

    Se invece il peccatore incallito prende il potere, votato e voluto da peccatori altrettanto incalliti, per farsi una legge per dire che non è più illegale ciò che lo era, permettendo a chi stava peccando di poter "peccare in pace", ebbene questo non è disinteressato, ma conflitto di interessi. Mica ce l'ha solo il povero silviuccio, vituperato dalla CEI...
    La misericordia è un'altra cosa. Questo è voto di scambio.

    No non è il Parlamento. E' la sua parodia nella la repubblica delle banane (ogni riferimento ortofrutticolo è casuale...)


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  29. Rosa, "BEEEEEEEPPPP (allarme rosso in tutta l'Unità coronarica)"
    sta andando esattamente così.....

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  30. Tralcio,
    appunto, conflitto di interessi, io è dall' anno scorso, che sospetto che tutta ' sta misericrdia sia un Cicero pro domo sua. Ammettiamo alla Comunione divorziati risposati, faccaimo un motu proprio per abbreviare i processi di annullamento, mostriamoci rispettosi verso chi convive more uxorio, verso gli omosessuali in " coppia stabile" ( rara avis, cosi poi, quando annunceremo l'abolizione del celibato e la possonilita di sposarsi con donne/uomini anche per noi gerarchi, nessuno potrà più criticqrci e comdannarci.

    Qualxuno, qui o su un alto thread, ha scritto che l'o osessualita è entrata nella Chiesa dal basso, e si è poi propagata ai vertici. No, io credo che sia il contrario, come sospetto che in generale sia un fenomwno più ffequente nelle classi medio-alte che non in quelle medio-basse ( che eventualmente si vendono alle prime).

    Rr

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  31. Il VdR, tre le altre cose che ignora, ignora come funzionano i veri ospedali da campo. In un ospedale da campo, se un arto è gravemente ferito,e non ci sono molti antibiotici (a meno che non sia uno dei super ospedali da campo dell' esercito americano) , l' arto sia amputa, senza pietà e misericordia, senza se e senza ma ( meglio entrare nel Regno dei Ccieli senza un piede, che finire alla Gehenna con tutti e due piedi).In un ospedale di città, imvece, l' arto ai cura e si salva. In un ospedale da campo, sempre che non sia americano, se un pz agonizzante chiede la morfina, non gliela si da', tanto sta morendo, e lo si lascia morire tra lo strazio in part alleviato da antidolorifiic meno potenti, ma meno dificili da trovare. La morfina la si riserva ad un altro, ferito gravemente si, ma che ha buone possibilità di salvarsi. Potrei continuare, ma se c'e' un posto dove la misericordia non esiste, se non sotto forma di una pallottola che porta via subito la sofferenza, è proprio l' ospedale da campo. Sempre che non sia americano...
    Rr
    PS: ovviamente l'ospedale americano è fornito di ogni ben di Dio, perché gli Americani sono degli sporchi capitalisti, che per produrre quel ben di Dio inquinano le falde acquifere, aumentano la CO2 dell'atmosfera, testano i farmaci sui poveri peones del Sudamerica e sui Negri discendenti degli schiavi, ecc.ecc.

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  32. Sì, Rr, siamo da parecchio in unità coronarica, il paziente sta andando e non c'è né uno straccio di cardiologo che abbia studiato wualcosa, né un sacerdote per il Viatico.
    Bello il siparietto... riderei, se non fosse una fotografia così realistica.
    D'accordo con la teoria che il culattonesimo servirà a qualcuno a poter fare quello che gli pare. Temo siano parecchi e abbiano molto potere di fare pressioni su chiunque.
    humilitas

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  33. Grazie della vicinanza.
    Spero presto di riavere l'umore per ritornar in pista anche in queste piazze se fa piacere.

    RispondiElimina

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