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domenica 4 ottobre 2015

don Elia. Che cosa dobbiamo fare, fratelli?

Nulla è mai del tutto perduto, quando c’è di mezzo la grazia. Se i cittadini di Gerusalemme, dopo aver ascoltato san Pietro imputare loro la morte di Gesù, con il cuore trafitto dal pentimento ebbero speranza sufficiente per porgli questa domanda (cf. At 2, 36-37), quanto più coloro che Lo servono fedelmente e desiderano ardentemente conoscere la Sua volontà hanno il diritto di porgerla! La situazione surreale in cui, loro malgrado, si trovano rende tale questione quanto mai pressante, ma costituisce altresì un argomento stringente per reclamare un rapido esaudimento. Quando tutto sembra crollare, il Signore della storia non può abbandonare i Suoi fedeli allo smarrimento e all’incertezza; è Lui, l’unico in grado di aprirlo, che in virtù della Sua morte redentrice e della Sua risurrezione ha preso dalla destra del Padre il rotolo sette volte sigillato che contiene i Suoi insondabili decreti circa la sorte dell’umanità (cf. Ap 5, 6-7).

Se, nella storia della Chiesa, si è colpito il clero simoniaco e concubinario negandogli ogni forma di sostentamento e disertandone le celebrazioni, tanto più è doveroso farlo nei confronti di quei chierici che demoliscono la fede dei semplici con il loro insegnamento eterodosso e con la loro condotta immorale. Non frequentate più le parrocchie in cui si predicano eresie o si dà scandalo con comportamenti indegni; non fate più offerte e non chiedete più i Sacramenti in quei luoghi, ma rivolgetevi soltanto a sacerdoti affidabili, anche se fosse necessario spostarsi. È pur vero che, a norma di diritto, bisogna far riferimento alla parrocchia nel cui territorio si ha il domicilio; ma, visto che già tanti ministri e fedeli si esimono da sé dal rispetto dei canoni per motivi di preferenza o di amicizia, perché mai dovrebbero sentirsi vincolati in coscienza quelli che vogliono preservare la propria fede ed essere certi di ricevere la grazia?

Ciò che in tempi normali è reprensibile, in circostanze eccezionali può diventare doveroso, purché si tratti, ovviamente, di questioni attinenti al diritto meramente ecclesiastico. I sacerdoti refrattari, durante il Terrore, non chiedevano certo il certificato di residenza ai fedeli che si rivolgevano a loro. Noi non siamo ancora costretti a darci alla macchia per esercitare il sacro ministero, ma a celebrare la Messa antica quasi di nascosto, sì – e per sfuggire alla mannaia non di tribunali rivoluzionari, ma di vescovi “cattolici”. La nostra coscienza può quindi rimanere in pace, quand’anche non osserviamo norme del codice del tutto relative: la salus animarum non è forse la suprema legge della Chiesa, come ci hanno ripetuto in modo martellante nella nostra “formazione”? Solo che, da quanto è dato arguire, secondo loro noi dovremmo salvare le anime autorizzando ciascuno a fare tranquillamente quello che gli pare in base alla sua nozione personale di bene e di male…

Se i vostri Pastori vi chiedono conto di ciò che fate, rispondete spiegando loro apertamente le vostre motivazioni, anche a costo di irritarli o di farvi giudicare integralisti, ma guardatevi bene dal farvi trascinare in una discussione dalla quale uscireste offesi e malconci, dato che non maneggiate quella dialettica perversa che si insegna nei seminari per sfornare preti capaci di aver ragione anche quando hanno torto in modo evidente. Dite quel che dovete dire e scappate via, lasciandoli cuocere nel loro brodo; in ogni caso, avrete compiuto nei loro confronti un atto di carità intellettuale, e chi non è completamente accecato dall’orgoglio si porrà qualche salutare domanda. In un’epoca in cui tutto è capovolto, può pure capitare che tocchi alle pecore salvare il pastore.

È ora di far sentire la propria voce dal basso, dato che quanti erano pronti a farlo dall’alto sono stati bellamente imbavagliati. L’atteso Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, che si aprirà domattina, è già stato preventivamente blindato dalla suprema autorità, visto che in quello preparatorio dell’anno scorso ha trovato una resistenza molto più consistente e agguerrita del previsto. Secondo il nuovo regolamento, appositamente promulgato per l’occasione, i Padri sinodali non voteranno mai in assemblea generale, ma lavoreranno soprattutto in circoli linguistici e sotto stretto segreto. A quanto pare non ci sarà la consueta relazione intermedia, ma alla fine il Sommo Pontefice emanerà subito – presumibilmente senza nemmeno aver avuto il tempo di dare un’occhiata alle posizioni emerse durante il sinodo – un documento conclusivo che non potrà essere, come negli altri casi, una sintesi dei diversi contributi (cosa che richiede di solito da un anno a due di lavoro), ma sarà con ogni probabilità un testo preparato in anticipo; i bene informati sostengono in effetti che un gruppo di “esperti” sarebbe già all’opera. Una solenne perdita di tempo, insomma; una pagliacciata di regime in cui le posizioni contrarie non avranno voce – a meno che qualcuno dei buoni non infranga il regolamento…

Manco a dirlo, si fa tutto per il pueblo… che in questo caso è composto – parola di prefetto della Rota romana – di turbe di infelici che la Chiesa avrebbe condannato ingiustamente e senza appello. Se c’è qualcuno che ha il diritto di protestare, sono gli avvocati rotali, che vedranno precipitare i loro favolosi guadagni… a meno che non si crei una procedura per l’annullamento dei matrimoni omosessuali. Ebbene sì, anche di questo dovrà occuparsi il sinodo sulla famiglia – visto che non è più ben chiaro che cosa si intenda con il termine. Se il vostro Vescovo è “aperto” al riconoscimento (senza però usare la parola matrimonio!) di diritti civili per le cosiddette coppie dello stesso sesso, prendete la decisione di non firmare più per la Chiesa Cattolica nella prossima dichiarazione dei redditi e scrivetegli una lettera per esporgliene il motivo. Anche in questo caso, chissà che non si ravveda – se non altro per questioni di bilancio.

Per concludere, raccomando a tutti (anche se mi do la zappa sui piedi) di passare meno tempo a navigare sulla Rete alla ricerca di fatti e misfatti ecclesiastici su cui riversare il proprio sdegno o con cui rinfocolarlo, e un po’ più in ginocchio davanti al crocifisso o al tabernacolo. Qualsiasi cosa possiamo fare, non servirà a nulla senza la preghiera, dato che tutto dipende dalla grazia di Dio. Il nostro non è un combattimento contro le forze della carne, ma contro le potenze demoniache che manovrano il mondo incredulo e i falsi cristiani suoi alleati. Recitate l’esorcismo di Leone XIII – ma solo, ovviamente, se siete incontestabilmente in stato di grazia – e riprendete la Preghiera infuocata del Montfort, qualora l’abbiate tralasciata. Urlate al Cielo come lui, con lo stesso ardore e la stessa incrollabile fede. Presto o tardi dovrà pur esaudirci. 

32 commenti:

  1. VOLONTA' DI DIO
    Famiglia: una donna + un uomo (e i figli che Dio donerà, da crescere ed educare)
    Matrimonio sacramento: un sì a Dio, di una donna + un uomo, per sempre, donando la vita

    A CAUSA DEL PECCATO
    Famiglia:
    a) una donna + un uomo (e i figli che "vogliono" e "decidono/si permettono di fare")
    b) due persone (uomo o donna che sia) legate da un sentimento
    Matrimonio sacramento: un sì a Dio, di una donna + un uomo, MA solo "se c'era fede" e "finchè c'è amore".
    Contraccezione: salute riproduttiva
    Aborto: salute riproduttiva e diritto dell'uomo
    Verginità: parolaccia da non nominare mai
    Convivenza: test necessario "per non sbagliare".
    Divorzio: diritto legalmente riconosciuto
    Figli con 4 genitori e 8 nonni (ma nessun fratellino o sorellina): sempre più frequenti
    Eutanasia: ottima soluzione per non far soffrire nessuno...
    Croce e sofferenza: sempre meno sensati, tanto più quanto si è smesso di essere cristiani

    IL SINODO NELLE PREMESSE
    Parla di "famiglia" senza specificare "quale". Perchè in fondo lo sono "tutte".
    Parla di sacramento solo per aggirarlo: aggirare l'indissolubilità del matrimonio e favorire l'accesso alla confessione (ma senza troppa enfasi, perchè bisognerebbe parlare del peccato e quindi della legge che lo smaschera) e all'eucaristia (come gesto simbolico di appartenenza a un "popolo" e non come unione al sacrificio del Cristo crocifisso per redimerci dai peccati). Il battesimo "svapora", dato che una religione vale l'altra e anche la cresima, dato che lo Spirito santo parla a tutti...

    Dice don Elia:
    "L’atteso Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, che si aprirà domattina, è già stato preventivamente blindato dalla suprema autorità, visto che in quello preparatorio dell’anno scorso ha trovato una resistenza molto più consistente e agguerrita del previsto. Secondo il nuovo regolamento, appositamente promulgato per l’occasione, i Padri sinodali non si riuniranno mai in assemblea generale, ma lavoreranno unicamente in circoli tematici e sotto stretto segreto. Alla fine il Sommo Pontefice emanerà subito – presumibilmente senza nemmeno avere il tempo di dare un’occhiata alle posizioni emerse durante il sinodo – un documento conclusivo che non potrà essere, come negli altri casi, una sintesi dei diversi contributi (cosa che richiede di solito da un anno a due di lavoro), ma sarà con ogni probabilità un testo preparato in anticipo; i bene informati sostengono in effetti che un gruppo di “esperti” sarebbe già all’opera. Una solenne perdita di tempo, insomma; una pagliacciata di regime in cui le posizioni contrarie non avranno voce – a meno che qualcuno dei buoni non infranga il regolamento…

    IL SINODO rischia di essere una "pagliacciata di regime" blindato dalla "suprema autorità".
    La lobby gay intra-ecclesiale ha già smesso di ritenersi "sporcizia", ma denuncia l'omofobia e scampana chiamando a raccolta "il mondo" per pilotare verso il riconoscimento delle "famiglie" e un ripensamento del sacramento dell'ordine.

    E' avanzato -significativamente- solo un sacramento: l'unzione egli infermi.
    Extrema ratio...

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  2. Il parroco di Mello, in diretta televisiva, alla messa, in notevole difficoltà oltre che con la grammatica stentata, soprattutto continua a girare intorno al problema.....Il Vangelo di questa domenica assolutamente chiaro circa la indissolubilità del sacramento del matrimonio, continua a buttarla con gli atteggiamenti d'amore che non possono essere che liberi e non vincolanti e continua ad elogiare" mediaset per il servizio espressione massima che il signore ha realizzato nella creazione" e finalmente tace e lascia l'ambone. Un vero calvario per lui e un'aridità tale da far spavento. Davvero una tragedia, una pavidità e tradimento della dottrina con un vuoto di insegnamento e tutto in diretta televisiva, occasione questa di insegnamento assoluto della verità. In compenso un Altar Maggiore che rappresenta il Calvario in modo mirabile. Il Signore perdoni!

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  3. vale la pena leggere interamente:
    Santa Messa in occasione dell’apertura della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4 - 25 ottobre). Omelia di Papa Francesco: "Per Dio il matrimonio non è utopia adolescenziale, ma un sogno senza il quale la sua creatura sarà destinata alla solitudine! Infatti la paura di aderire a questo progetto paralizza il cuore umano"
    "Una Chiesa che insegna e difende i valori fondamentali, senza dimenticare che «il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,27); e che Gesù ha detto anche: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17). Una Chiesa che educa all’amore autentico, capace di togliere dalla solitudine, senza dimenticare la sua missione di buon samaritano dell’umanità ferita"
    Omelia del Santo Padre
    «Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi» (1 Gv 4,12).
    Le Letture bibliche di questa domenica sembrano scelte appositamente per l’evento di grazia che la Chiesa sta vivendo, ossia L’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema della famiglia che con questa celebrazione eucaristica viene inaugurata.
    Esse sono incentrate su tre argomenti: il dramma della solitudine, l’amore tra uomo-donna e la famiglia.
    La solitudine
    Adamo, come leggiamo nella prima Lettura, viveva nel Paradiso, imponeva i nomi alle altre creature esercitando un dominio che dimostra la sua indiscutibile e incomparabile superiorità, ma nonostante ciò si sentiva solo, perché «non trovò un aiuto che gli corrispondesse» (Gen 2,20) e sperimentò la solitudine.
    La solitudine, il dramma che ancora oggi affligge tanti uomini e donne. Penso agli anziani abbandonati perfino dai loro cari e dai propri figli; ai vedovi e alle vedove; ai tanti uomini e donne lasciati dalla propria moglie e dal proprio marito; a tante persone che di fatto si sentono sole, non capite e non ascoltate; ai migranti e ai profughi che scappano da guerre e persecuzioni; e ai tanti giovani vittime della cultura del consumismo, dell’usa e getta e della cultura dello scarto.
    Oggi si vive il paradosso di un mondo globalizzato dove vediamo tante abitazioni lussuose e grattacieli, ma sempre meno il calore della casa e della famiglia; tanti progetti ambiziosi, ma poco tempo per vivere ciò che è stato realizzato; tanti mezzi sofisticati di divertimento, ma sempre di più un vuoto profondo nel cuore; tanti piaceri, ma poco amore; tanta libertà, ma poca autonomia… Sono sempre più in aumento le persone che si sentono sole, ma anche quelle che si chiudono nell’egoismo, nella malinconia, nella violenza distruttiva e nello schiavismo del piacere e del dio denaro.
    Oggi viviamo, in un certo senso, la stessa esperienza di Adamo: tanta potenza accompagnata da tanta solitudine e vulnerabilità; e la famiglia ne è l’icona. Sempre meno serietà nel portare avanti un rapporto solido e fecondo di amore: nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà, nella buona e nella cattiva sorte. L’amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell’antichità. Sembrerebbe che le società più avanzate siano proprio quelle che hanno la percentuale più bassa di natalità e la percentuale più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamento ambientale e sociale.

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  4. L’amore tra uomo e donna
    Leggiamo ancora nella prima Lettura che il cuore di Dio rimase come addolorato nel vedere la solitudine di Adamo e disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gen 2,18). Queste parole dimostrano che nulla rende felice il cuore dell’uomo come un cuore che gli assomiglia, che gli corrisponde, che lo ama e che lo toglie dalla solitudine e dal sentirsi solo. Dimostrano anche che Dio non ha creato l’essere umano per vivere in tristezza o per stare solo, ma per la felicità, per condividere il suo cammino con un’altra persona che gli sia complementare; per vivere la stupenda esperienza dell’amore: cioè amare ed essere amato; e per vedere il suo amore fecondo nei figli, come dice il salmo di oggi (cfr Sal 128).
    Ecco il sogno di Dio per la sua creatura diletta: vederla realizzata nell’unione di amore tra uomo e donna; felice nel cammino comune, feconda nella donazione reciproca. È lo stesso disegno che Gesù nel Vangelo di oggi riassume con queste parole: «Dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne» (Mc 10,6-8; cfr Gen 1,27; 2,24).
    Gesù, di fronte alla domanda retorica che Gli è stata fatta – probabilmente come un tranello, per farLo diventare all’improvviso antipatico alla folla che lo seguiva e che praticava il divorzio come realtà consolidata e intangibile –, risponde in maniera schietta e inaspettata: riporta tutto all’origine della creazione, per insegnarci che Dio benedice l’amore umano, è Lui che unisce i cuori di un uomo e una donna che si amano e li unisce nell’unità e nell’indissolubilità. Ciò significa che l’obiettivo della vita coniugale non è solamente vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Gesù ristabilisce così l’ordine originario ed originante.
    La famiglia
    «Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (Mc 10,9). E’ una esortazione ai credenti a superare ogni forma di individualismo e di legalismo, che nascondono un gretto egoismo e una paura di aderire all’autentico significato della coppia e della sessualità umana nel progetto di Dio.
    Infatti, solo alla luce della follia della gratuità dell’amore pasquale di Gesù apparirà comprensibile la follia della gratuità di un amore coniugale unico e usque ad mortem.
    Per Dio il matrimonio non è utopia adolescenziale, ma un sogno senza il quale la sua creatura sarà destinata alla solitudine! Infatti la paura di aderire a questo progetto paralizza il cuore umano.
    Paradossalmente anche l’uomo di oggi – che spesso ridicolizza questo disegno – rimane attirato e affascinato da ogni amore autentico, da ogni amore solido, da ogni amore fecondo, da ogni amore fedele e perpetuo. Lo vediamo andare dietro agli amori temporanei ma sogna l’amore autentico; corre dietro ai piaceri carnali ma desidera la donazione totale.
    Infatti, «ora che abbiamo pienamente assaporato le promesse della libertà illimitata, cominciamo a capire di nuovo l’espressione “tristezza di questo mondo”. I piaceri proibiti hanno perso la loro attrattiva appena han cessato di essere proibiti. Anche se vengono spinti all’estremo e vengono rinnovati all’infinito, risultano insipidi perché sono cose finite, e noi, invece, abbiamo sete di infinito» (Joseph Ratzinger, Auf Christus schauen. Einübung in Glaube, Hoffnung, Liebe, Freiburg 1989, p. 73).

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  5. In questo contesto sociale e matrimoniale assai difficile, la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella fedeltà, nella verità e nella carità.
    Vivere la sua missione nella fedeltà al suo Maestro come voce che grida nel deserto, per difendere l’amore fedele e incoraggiare le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l’amore divino; per difendere la sacralità della vita, di ogni vita; per difendere l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell’uomo di amare seriamente.
    Vivere la sua missione nella verità che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti. La verità che protegge l’uomo e l’umanità dalle tentazioni dell’autoreferenzialità e dal trasformare l’amore fecondo in egoismo sterile, l’unione fedele in legami temporanei. «Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità» (Benedetto XVI, Enc. Caritas in veritate, 3).
    Vivere la sua missione nella carità che non punta il dito per giudicare gli altri, ma – fedele alla sua natura di madre – si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l’olio dell’accoglienza e della misericordia; di essere “ospedale da campo”, con le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno; di più, di uscire dal proprio recinto verso gli altri con amore vero, per camminare con l’umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente della salvezza.
    Una Chiesa che insegna e difende i valori fondamentali, senza dimenticare che «il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,27); e che Gesù ha detto anche: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17). Una Chiesa che educa all’amore autentico, capace di togliere dalla solitudine, senza dimenticare la sua missione di buon samaritano dell’umanità ferita.
    Ricordo san Giovanni Paolo II quando diceva: «L’errore e il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l’uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato […] Noi dobbiamo amare il nostro tempo e aiutare l’uomo del nostro tempo» (Discorso all’Azione Cattolica Italiana, 30 dicembre 1978: Insegnamenti I [1978], 450). E la Chiesa deve cercarlo, accoglierlo e accompagnarlo, perché una Chiesa con le porte chiuse tradisce sé stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera: «Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli» (Eb 2,11).
    Con questo spirito chiediamo al Signore di accompagnarci nel Sinodo e di guidare la sua Chiesa per l’intercessione della Beata Vergine Maria e di san Giuseppe, suo castissimo sposo.

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  6. Se le regole sono quelle direi che "pagliacciata di regime" è una definizione più che appropriata. Ciò farebbe pensare che tentino la spallata e in effetti MAI sono stati forti come ora.
    Sul cosa fare viste le forze che stanno dietro a tutto questo l'unica è pregare e poi condividere come si fa qui.
    Miles

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  7. Hr:

    grazie per averci riferito l'omelia del VdR, che io, e forse molti altri qui, non ascoltiamo più, perchè io e altri qui siamo stufi delle belle parole, da vero politico, parole chiaramente NON SUE, a fronte degli atti, alcuni dei quali palesemente eterodossi.
    Siamo stanchi di pagliacciate fatte e smentite, fatte ed riaffermate, di crocefissi comunisti e di visite a Castro, di Lampeduse ed uso spregiudicato dei finti profughi, veri invasori, di abbracci "ecumenici" e di baci alla mano e pantofola di ogni nemico storico della Chiesa (ho visto una foto, non ricordo dove, del recente viaggio a New York: in presenza di un sorridente Rockfeller (!!) e Kissinger (!!), il VdR si china e bacia la mano ad un rabbino,credo quello capo degli USA, una cosa rivoltante).
    Quindi, per favore, come già scritto da Luisa, ponga un link all'Osservatore romano o a Radio vaticana. Chi di noi è ansioso di sentire le ultime dal VdR (ripeto, in realtà non sue, legge ciò he altri han scritto prima di lui, senza ricordarne gli autori: dicesi plagio), e ci risparmi il testo scritto.
    RR

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  8. Sul monsignore omo: è il più bello "spot" per coloro che sostengono che gli omo sono malati, psichicamente e moralmente. Un Goebbels o un Ehrenburg ci sarebbero andati a nozze con uno così, che dà orribile spettacolo di sè.
    Infatti i modernisti ed i marxisti (cfr Melloni e Forte e Bianchi) hanno subito preso le distanze. E' stato talmente "out" che non c'è commento sui gornali o sui blogs o su FB che non esprima lo sdegno, anche di chi chi non è particolarmente cattolico. In sintesi: la Chiesa ha le sue regole, e tutti le conosciamo. Se non ti stavano bene, invece di entrarci, restarci e goderne i benefici, te ne uscivi, e vivevi al tua vita come più ti pare e piace. O anche: la Chiesa chiede ai suoi preti la castità. Se non devono andare a donne, manco a uomini possono andare. E perchè se sei omo sì, se sei etero NO?
    Commento di 17enne: - Non sono più credibili -

    RR

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  9. Sul Sinodo, segnalo l'ultimo articolo di Rorate coeli.
    Rr

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  10. Gentile hr, non le nascondo che l'omelia odierna è bella...

    Tuttavia, visto che la Chiesa deve:

    -Vivere la sua missione nella verità che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti... «Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità» (Benedetto XVI, Enc. Caritas in veritate, 3).

    -Vivere la sua missione nella carità che non punta il dito per giudicare gli altri, ma – fedele alla sua natura di madre – si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l’olio dell’accoglienza e della misericordia; di essere “ospedale da campo”... per camminare con l’umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente della salvezza.

    All'atto pratico, che c'è di "nuovo"? Non è quel che si è SEMPRE detto e sempre fatto?
    E se, malgrado ciò, la situazione è quella che vediamo/sappiamo, dov'è il "baco"?

    Forse il baco è questo: Una Chiesa che insegna e difende i valori fondamentali, senza dimenticare che «il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,27); e che Gesù ha detto anche: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17). Una Chiesa che educa all’amore autentico, capace di togliere dalla solitudine, senza dimenticare la sua missione di buon samaritano dell’umanità ferita.

    La Chiesa non "insegna e difende" VALORI, ma è annunciatrice di un Medico capace di guarire la malattia! E' lei stessa malata in tanti suoi membri, gerarchia inclusa. Qui invece si parla "da sani" che dispensano medicine a "malati" in un'ottica tutta psichica e materiale.
    Quello che manca è la esplicita consapevolezza che c'è un Maligno, e c'è un Medico divino.
    Manca il dramma dei due possibili esiti, dannazione o salvezza. Si dà per scontato che ce ne sia uno e la Chiesa è solo una pietosa infermiera, che agisce mescolando un po' di Freud, un po' di Pasteur, un po' di Darwin e un po' di Rousseau, un po' di Hegel e un po' di Marx...

    La Chiesa non è "popolo", ma innanzitutto sposa! Il legame è con Cristo (Dio) prima che con l'uomo. Coloro che sono santificati lo sono "dopo purificazione", non "comunque". Colui che santifica è Verbo incarnato. C'è il peccato originale i mezzo. L'uomo peccatore ha perso la somiglianza con Dio. E' morto spiritualmente. E per guarire deve "rientrare", non "uscire".
    Deve rientrare in casa secondo la Volontà del Padre, non secondo le voglie di Scalfari, Enzo Bianchi e il teologo polacco di ieri...
    Ecco il "baco". Che resta tutto. Anche dopo una "bella omelia". Letta per intero. Appunto.

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  11. Il monsignore omo in questione è anche un grandioso esempio della nuova Polonia post comunista ed ex cattolica ( una vera avanguardia del nuovo mondo...) felicemente passata corpo e mente al servizio dell'Occidente e dei suoi dogmi.
    Tra l'altro l'ambigua presa di distanza della sala stampa vaticana sembra più essere rivolta alla platealità del gesto che alla sostanza. Come dire: siamo d'accordo con te ma non dovevi farlo in quei termini (...tanto più che ci penserà il Sinodo aggiungo io).
    Miles

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  12. Dunque dunque, al caro, solerte, ed ingenuo(?) hr, al terzo capolinea avevo capito di chi era l' omelia, se vuole posso anche trarne le fonti, è un copia incolla di Angelus, omelie per la festa dei nonni, per i giovani sposi ed altre, insomma anche bendato e coi tappi alle orecchie l' avrei riconosciuto, perché volenti o nolenti la classe cristallina di Ratzinger non è acqua; glielo hanno già detto gentilmente, glielo ripeto anch'io, metta il link e chi vuole se lo legge. I 3 punti di Tralcio, sempre straordinariamente puntuto e conciso, a me paiono più che plausibili tutti e 3, senza preclusioni, del pretonzolo gay preferirei non parlarne, mi danno il voltastomaco certe cose e io soffro di disturbi gastrointestinali, in sottofondo sento dell'alluvione in Costa Azzurra...... Liguria, Sardegna, Cile, California, Cina, Isole del Sud ed altri luoghi con scosse tremende di terremoto, e mi si dice situazione seria ma non grave? Non sono mai stato millenarista, ma azzz.... qualche pulce nell'orecchio no? Io l'ho già fatto il mio coming out, questo vescovo è una rovina, per tutti, se anche mia cugina atea, che manco ha battezzato i figli, dice 'Questo è un papa sbagliato, non va bene per la chiesa', vuol dire tanto, se l'esorcismo di Leone XIII non si può recitare da soli, preghiamo per quel che possiamo ed affidiamoci al Signore, lui sa sempre cosa fare. Lupus et Agnus.

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  13. è anche un grandioso esempio della nuova Polonia post comunista ed ex cattolica

    Si dà il caso che la Conferenza Episcopale polacca sia una di quelle che resistono alla proposta-Kasper...
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/09/la-posizione-dei-vescovi-polacchi-in.html

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  14. DELLA OMELIA ODIERNA I TG HANNO CELEBRATO LA SOLENNE ED EVIDENTISSIMA APERTURA AI GAY

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  15. >Mic: in qualsiasi paese che ha scelto di diventare una colonia c'è sempre qualche sacca di resistenza. Posto che tale sia. Vedremo al momento della prova quali saranno i loro referenti. Non sto a dilungarmi ma in altri frangenti hanno scelto senza se e senza ma quelli molto terreni di Oltreoceano.
    Miles

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  16. Lupus, TU andresti citato un giorno sì ed uno pure. Non ho il tuo orecchio ed occhio, ma solo per il fatto che c'è un soggetto, un verbo, un c. oggetto ed altri, una frase principale, e delle subordinate sec. un ordine logico, che è innanzitutto mentale e poi grammaticale, si capisce lontano un miglio che non sono cose sue, ma di chi lo ha preceduto ( o di quelli che lo hanno preceduto) "Non è farina del tuo sacco", diceva la mia maestra di fronte a certi temi di noi scolare. Un pontefice può dettare appunti, considerazioni, riflessioni, ed altri le "mettono in bella ". Se sono sue, si sentono, si vedono. Non ho mai pensato che GPII non se le scrivesse da sè, si riconosceva il suo stile, quando parlava e quando leggeva ciò che aveva scritto. Ma anche Paolo VI si riconosceva in quel che diceva a braccio e ciò che metteva per iscritto.
    Qui basta osservare le conferenze stampa in aereo ed Angelus od omelie. Non dico che non sappia o non voglia scrivere di suo, basta leggere i motu proprio o i discorsi al Congresso e Senato USA o alle Nazioni Unite. O la "Laudato si''. Quelli sono, purtroppo, SUOI.
    Poi si possono anche usare testi già di altri, basta dire: - Come dicefa il mio fenerato predeceszo"r"e , il beato .. - e giù applausi.

    Sul millenarismo: la California, la patria dei LGBT, e dell'AIDS, sta bruciando da MESI ed è senz'acqua da almeno tre anni (troppa gente arrivata in troppo poco tempo, gente che dell'ambiente se n'è sempre infischiata, basta farsi un giro a Baja California). Loro sono protestanti o atei o ebrei, ma noi vecchi cattolici non riusciamo proprio più ad unire tutte le tessere del puzzle ?
    RR

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  17. Si, Mic, è anche un bel siluro alla Polonia cattolica di GPII.
    Rr

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  18. peridistadigital.com/jorge-costado-at.php/2015/09/30/cisma-blanco-cisma-rojo.

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  19. Ieri dicevo che la messa in scena del coming out del "monsignore polacco, che a mio avviso è stata indecente e indegna nel senso che mancava di decenza e dignità e coerenza, una provocazione che gli porterà forse qualche soldino per il libro che non mancherà di uscire fra poco, era come un albero che nasconde la foresta, quanti sono in effetti i monsignori che vivono giorno dopo giorno mentendo e tradendo i loro voti e la Chiesa?
    Non faccio nomi, anche se penso in particolare a qualcuno molto vicino a Bergoglio, scrive Magister:

    "Un coming out che ci si potrebbe aspettare anche dai tanti prelati omosessuali che popolano l'entourage di papa Francesco, in ruoli di rilievo e in numero senza precedenti.

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/10/03/kim-davis-chi-la-conosce-la-vera-udienza-e-stata-alla-coppia-gay/

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  20. se l'esorcismo di Leone XIII non si può recitare da soli, preghiamo per quel che possiamo ed affidiamoci al Signore, lui sa sempre cosa fare.

    Perché non si può?

    Cesare

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  21. Vero, Luisa.
    Ribadisco: durante il Sinodo mi auguro un outing di vescovi e cardinali, con conseguente estromissione dal medesimo Sinodo e anche dalla Chiesa Cattolica.
    humilitas

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  22. Ho appena inserito la traduzione dell'articolo di oggi di Rorate Caeli:
    Sinodo, primo giorno: "Inaccettabile" - il pericolo della grande divisione è arrivato

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  23. Quelli sono purtroppo Suoi.

    Ben detto, li ho letti per autopunizione perché mi irrita anche l'accento......mi sono fatto persuaso, come dice Montalbano, che ci sia un collegamento coll'improvvisa/ida morte di Wesolowski, che aveva di fatto annunciato di fare i NOMI, invece il gaiuccio 'irresponsabile' marionettato da sapienti mani di puparo, si espone solo col suo Antinoo di Adrianesca memoria, che c'impiccia? Sono 2 pretonzoli gay in una università covo di ogni consorteria ofidica, da cui sono usciti fior fiore di teologi (?) ortomoformati a quel che pare, non ne sgarra uno.....leggo da qualche parte che si dovrebbero frustare pubblicamente tutti i gay, di alto e baso lignaggio in Vaticano, LOL LOL LOL, non basterebbe la piazza, tra l'altro, occhiata alla TGV, ieri era semivuota, nonostante la presenza di mr.milioni in piazza, chissà perché. Grazie per l'apprezzamento, RR , che ricambio volentieri poi, quando tira il garbino diventi una diga tipo Vajont.....qua fa caldo e pioviggina, ma noi abbiamo avuto il terremoto solo 2 anni fa, insomma, un po' per uno, vero che noi qua siano particolarmente refrattari al cattolicesimo, ma......il Signore è buono e misericordioso, forse fin troppo, quousque tandem abutere patientia sua? Lupus et Agnus.

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  24. Sai, Lupus, io non so parlare il mio dialetto, anche se lo capisco, perche' mia madre, maestra, voleva che i figli si esprimessero in corretto Italiano. La mia maestra riconosceva la "farina" altrui dopo due righe, alle Medie ho avuto un prof. fissato persino con la punteggiatura. Anche all' Università, la prima cosa che era controllata, era la lingua con cui si scriveva un testo, idem quando ho preso il Master in Canada. E quindi mi devo sorbire uno, che sarebbe il Pontefice di S.Madre Chiesa, Mater et Magistra, che non sa dire due parole in croce, appunto? Mi irrita tutto il sistema nervoso ed esondo ome una diga ( nel Vajont comunque il problema non fu la diga per se', ma il monte che non
    andava violato).
    Ormai da tempo ho deciso che se una cosa non mi va, la boicotto. Sarò l' unica a non ascoltare, non comprare, non pagare, ecc., ma ho la coscienza tranquilla: la mia intelligenza, il mio cuore, la mia anima, ma anche il mio portafoglio, al servizo di certa gente non li metto più.
    Rr

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  25. Visto che si parla di famiglia, propongo anche questo spunto:

    La Chiesa come "sposa" è ben altra cosa rispetto alla Chiesa come "popolo". L'accento cambia.

    L'essere sposa è rivolta allo Sposo divino, quindi in ordine a Dio.
    L'essere "pueblo" è rivolta all'umanità, quindi in ordine all'uomo.

    La sposa esiste intrinsecamente per lo sposo,
    Il popolo esiste da sè: può vivere di ideali, si fa le leggi e stringe alleanze con altri.

    La sposa è interiorità.
    Il popolo esteriorità.

    L'essere sposa rimanda essenzialmente a un corpo personale/mistico.
    L'essere popolo rimanda soprattutto a un corpo sociale/storico.

    La sposa soprattutto ama, genera e custodisce la vita, tendendo ad unire.
    Il popolo soprattutto organizza, legifera, si riunisce, persino combatte e si divide.

    La sposa è casa/Km zero.
    Il pueblo è piazza/uscita.

    L'accento postconciliare è sbilanciato e si vorrebbe che il matrimonio, il luogo per eccellenza della sposa, divenisse una faccenda di popolo. Nel matrimonio la sposa è regina. Nel popolo la sposa conta come un qualunque amorazzo, anche l'amichetto di un lui...

    Spero che i padri sinodali sappiano, in 750 parole, costringere a rendersene conto!

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  26. Se Magister può scrivere:

    "Un coming out che ci si potrebbe aspettare anche dai tanti prelati omosessuali che popolano l'entourage di papa Francesco, in ruoli di rilievo e in numero senza precedenti.",

    vuol dire che l`omosessualità di certi prelati è un segreto di pulcinella per gli addetti al lavoro, loro ne conoscono il nome e l`incarico, li vedono agire, mentire, tradire la Chiesa, assumere responsabilità presso il papa e forse, anzi, certamente, in seno al Sinodo, non so come facciano per continuare il loro lavoro o, piuttosto, lo so fin troppo bene.
    Magister semina segni sempre più chiari chiari, ma altri si rendono complici di un sistema marcio fino al midollo.
    È evidente che non possono dire : monsignor x è gay, vive e va in vacanza con il suo amico, ma se hanno una coscienza, se non l`hanno zittita, dovrebbero interrogarla prima di scrivere certi articoli elogiosi , o fare certe interviste, quei monsignori, eminenze e eccellenze omosessuali e non casti, si sentono al sicuro, manovrano dall`interno, e forse non tutti hanno apprezzato il coming out spettacolo del loro collega polacco.

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  27. Luisa, certo che non l' hanno apprezzato. I gruppi di potere, che sono sempre un'emanazione di Satana, il Principe di questo mondo, agiscono nell' ombra, nelle tenebre, e non vogliono che la Luce, anche qualla materiale dei riflettori delle TV, si accenda su di loro, perché cosi sono scoperti. Quindi, oportet ut scandala eveniamt. Molti fedeli e semplici uomini della strada non ne possono più, e vogliono sia fatta chiarezza una volta per tutte. Se gli uomini di Chiesa vogliono cambiare dottrina e morale, lo facciano, ma non proseguano piu nell' ambiguità, nel dire e non dire e nell' ipocrisia dei due pesi e due misure.
    Se continueranno, perderanno, oltre che la faccia, anche i soldi che i fedeli continuano ad elargire loro. La Kirchensteuer, le cospicue donazioni dei Cattolici americani, l' otto x mille...Se non vogliono tornare alla santa dottrina per Fede, che ci tornino almeno per denaro.
    Rr

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  28. Tralcio, ieri ho inviato un commento di ringraziammeto a te, per come sai rendere semplici e chiari pensieri e riflessioni che condivido pienamente, ma non so esprimere altrettanto bene.
    Consideravo inoltre che se la Chiesa è "Sposa" di Cristo, ancora più colpevoli sono quei religiosi che, omosessuali, si fanno e rimangono consacrati. Come puoi "sposare" la Chiesa, in quanto "Alter Christus" se hai rifiutato la tua virilità, nel senso di " vir", se hai rifiutato la donna?
    Rr

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  29. Cara Rr
    ringraziamo il Cielo se in questo caos riusciamo a vedere qualcosa...
    e preghiamo perchè superbia e orgoglio, rabbia e disperazione, non possano mai apportare ombra.
    La tua riflessione è davvero molto appropriata.
    Due volte: il vir deve tendere alla sposa, la sposa al vir...
    Il sacerdote è Alter Christus, la chiesa è sposa.
    In tutti i casi l'omo è disordine.
    Ci vuole tanta pietà per i disordinati, ma la pietà non può consistere nell'alimentare il disordine.
    E' sotto questa forca caudina che deve passare la gerarchia: se acconsente alla lobby, il gregge non riconoscerà più il pastore.

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  30. Rr, Tralcio, sempre illuminanti, tutti e due.
    Anche io trovo appropriatissima la riflessione sul vir, laicus in riferimento alla sposa e alter Christus in riferimento alla Sposa.
    Si naviga a vista, ragazzi, tutti quanti, ed è prezioso aiutarsi a capire.
    Sto leggendo Dio o niente del buon Sarah. Avercene...
    humilitas

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  31. Confesso che infatti, in quanto foemina, mulier e domina, tutto le volte che vedo, sento, leggo, di una coppia omo e delle loro smancerie, ultimo in ordine di tempo la " monsignora" ed il suo drudo, mi sento fisicamente colpita, intimamente ferita nella mia femminilità, sempre nel senso latino (" vir", " mulier").
    Devo assolutamente ritrovare quell' articolo di Padre Cipolla, nel quale queste cose erano dette bwnissimo.
    Rr

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  32. Credo Mariano

    “Credo che voi siate la Madre di tutti gli uomini. Credo che voi siate
    la nostra vita e dopo Dio l’unica speranza dei peccatori.
    Seguendo voi non devierò, pregandovi non dispererò, se voi mi mantenete non cadrò,
    se mi proteggete non avrò paura, con la vostra guida non mi affaticherò,
    voi propizia arriverò fino a voi. Credo che voi siate il respiro dei cristiani e il loro
    massimo aiuto in morte. Credo che tutte le grazie che Dio ci dispensa passino
    per le vostre mani e che nessuno entri in Cielo se non passa per voi come
    per la porta. Credo che la vostra devozione sia segno infallibile per conseguire
    la salvezza eterna. Credo che siate quell’Avvocata che non ricusa di difendere le cause
    dei più miserabili. Credo che la vostra altezza sia superiore a tutti i Santi e gli Angeli.
    Credo che Iddio vi abbia dotata in sommo grado di tutte le grazie e doni generali e
    particolari conferiti a tutte le creature e che la vostra bellezza superi
    la bellezza di tutti gli uomini e degli angeli. Credo che voi sola perfettamente adempiste
    il precetto ‘Ama il Signore ...’ e che i beati serafini potevano scendere ad imparare dal
    vostro Cuore il modo di amare Dio”

    S.Gabriele dell'Addolorata
    Alcune delle espressioni più belle del Credo Mariano
    Accogliendo l'invito di Don Elìa

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