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venerdì 20 novembre 2015

Parigi e la caduta di Roma

Propongo il testo che segue, segnalato da Rosa Roccaforte e tradotto al volo dalla Redazione. Si tratta di osservazioni da non ignorare per arricchire le nostre chiavi di lettura di quanto sta accadendo. Se non si riflette a fondo, non si possono affrontare con la dovuta consapevolezza e responsabilità gli eventi che incombono nella intricata e complessa correlazione dei molteplici elementi in campo. Autore dell'articolo : Niall Ferguson – 16 novembre 2015 sul Boston Globe [qui]. Ferguson è professore di Storia all’università di Harvard, membro anziano della Hoover Institution e autore del libro “Kissinger, 1923-1968: The Idealist.’’
Sto elaborando riflessioni anche in relazione ai mantra ricorrenti, dopo aver riscontrato sui media (stampa e TV) una informazione sbilanciata la cui problematicità si innesta in questo discorso.

Parigi e la caduta di Roma

Roma saccheggiata dai Goti - clicca per ingrandire
Non ripeterò quanto avete già letto o ascoltato in questi giorni. Non vi dirò che ciò che è successo a Parigi venerdì sera è di un orrore senza precedenti, perché non è vero. Non solleverò appelli perché il mondo si schieri al fianco della Francia, perché si tratterebbe di una frase vuota. Non applaudirò l’impegno del presidente Hollande a esercitare una vendetta “senza pietà”, perché non ci credo. Piuttosto, vi dirò che è proprio in questo modo che una civiltà crolla.

Così Edward Gibbon descrisse il saccheggio di Roma da parte dei Goti nel mese di agosto dell’anno 410 d.C.:
“Nell’ora della licenza selvaggia, in un’epoca in cui ogni passione era infiammata e ogni freno morale era rimosso … uno sterminatore crudele venne inflitto ai Romani; […] le strade della città erano piene di cadaveri. […] Ogni volta che si cercava di opporsi ai barbari, questi, sentendosi provocati, estendevano il massacro ai più deboli, agli innocenti, alle persone indifese [...]”
Ora, ciò non sembra forse la descrizione delle scene di Parigi di venerdì sera, di cui siamo stati spettatori?

È vero, la Storia del declino e della caduta dell’impero Romano di Gibbon rappresentava il decesso di Roma come un processo che si è sviluppato lentamente nel córso di più di un millennio. Ma una nuova generazione di storici, come Bryan Ward-Perkins e Peter Heather, ha sollevato l’ipotesi che il processo di declino dell’impero Romano sia stato in realtà improvviso – e sanguinoso – piuttosto che graduale: una “conquista violenta […] da parte di barbari invasori” che distrusse una civilizzazione complessa nell’arco di una singola generazione.

Processi misteriosamente simili stanno distruggendo oggi l’Unione Europea, anche se molti di noi non vogliono riconoscerli per quel che sono.

Dobbiamo essere chiari su ciò che sta accadendo. Come l’impero Romano nei primi anni del quinto secolo, l’Europa ha permesso che le sue difese si affloscino. Di pari passo con l’aumento della sua ricchezza, le sue capacità militari e la sua autostima si sono ridotte. È diventata una civiltà decadente rinchiusa in centri commerciali e stadi di calcio. Allo stesso tempo, ha aperto le sue porte a estranei che desiderano possedere la sua ricchezza senza rinunciare alla loro fede ancestrale.

Il colpo a distanza a questo edificio barcollante è stata la guerra civile siriana, che è stata il catalizzatore e una causa diretta della grande Völkerwanderung [esodo di popoli, NdT] del 2015. Come era successo precedentemente, sono arrivati in tanti da tutte le parti della periferia imperiale – dal Nordafrica, dal Levante, dall’Asia del Sud – ma questa volta ne sono arrivati milioni.

Certo, molti sono venuti solo perché speravano di trovare una vita migliore. La situazione economica nei loro paesi è diventata sufficientemente buona per permettergli di viaggiare all’estero, e quella politica è diventata sufficientemente negativa per spingerli a rischiare di lasciare la propria terra. Ma non è possibile che tutte queste persone sciamino in direzione settentrionale e occidentale senza recare con sé il proprio malessere politico. Come Gibbon aveva visto, i monoteisti convinti rappresentano una grave minaccia per un impero secolare.

È ormai diventata un’abitudine affermare che la gran maggioranza dei musulmani che vivono in Europa non sono violenti, e questo è senza dubbio vero. Ma è anche vero che la maggioranza dei musulmani in Europa nutrono dei punti di vista che non possono conciliarsi facilmente con i principi delle nostre democrazie liberali moderne, ivi compresi quelli recentemente raggiunti a proposito dell’uguaglianza dei sessi e della tolleranza non solo della diversità religiosa ma anche di quasi tutte le tendenze sessuali. Ed è incredibilmente facile, per un gruppo minoritario di queste comunità che presuntamente amano la pace, acquistare delle armi e preparare attentati contro una civiltà.

Non ho nozioni abbastanza approfondite del quinto secolo per poter citare le fonti Romane che descrivevano ogni nuovo atto di barbarie come un atto senza precedenti, anche se in realtà erano drammi che si erano già verificati molte volte in epoche anteriori; o che sollevavano pii inviti alla solidarietà dopo la caduta di Roma, persino quando rimanere in piedi l’uno a fianco dell’altro significava in pratica cadere insieme; o che emettevano sterili minacce di vendetta senza pietà, anche se in realtà l’unica cosa che volevano era di richiamare l’attenzione con le loro pose melodrammatiche.

Quel che so bene, invece, è che l’Europa del XXI secolo non solo deve biasimare se stessa per il pasticcio in cui si trova in questo momento, perché non c’è alcun altro luogo del mondo che abbia dedicato più risorse allo studio allo studio della storia che l’Europa moderna. Quando sono andato ad Oxford più di trent’anni fa, davo per scontato che già dai primi córsi del mio primo anno di studi avrei studiato Gibbon. Non è servito a nulla. Non abbiamo imparato nulla che avesse realmente a che vedere con la storia, ma un mucchio di sciocchezze che avevano come fondamento il presupposto che il nazionalismo fosse una realtà negativa, gli stati-nazione ancóra peggio, e gli imperi la cosa peggiore di tutte.

Nel suo libro La caduta di Roma, Ward-Perkins ha scritto: “Prima della caduta, i Romani erano tanto sicuri che il loro mondo sarebbe rimasto per sempre sostanzialmente immutato quanto lo siamo noi oggi. Si sbagliavano. Faremmo bene a non ripetere il loro atteggiamento di sufficienza”.

Povera Parigi. Uccisa da un atteggiamento di sufficienza.

38 commenti:

  1. Arrivati a questo punto,purtroppo, credo che si possa fare molto poco per evitare all'Europa occidentale una caduta disastrosa.Due guerre civili devastanti in pochi anni seguite da decenni di benessere diffuso hanno creato una massa di cittadini che crede ormai solo in cose che i loro nonni e bisnonni avrebbero considerato delle stupidaggini insulse.L'abbondanza ,per dirla col poeta,mi fece povero.Intanto anche in Francia , sull'immigrazione ,ricominciano a sentirsi le solite frasi ed i soliti distinguo che ci hanno portati a questa situazione senza vie d'uscita.bobo

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  2. Michel Houellebecq in “Sottomissione” ha avuto il coraggio di vedere e descrivere una realtà che in molti, troppi, anche fra i cattolici hanno colpevolmente voluto ignorare. Il genere del romanzo è solo apparentemente fantateologico: il clima psicologico e umano descritto appare corrispondere perfettamente al momento presente mentre si profila la minaccia di un futuro governo islamico nel cuore d’Europa.

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  3. in ordine storico – cronologico, l’evento scatenante causa dell’abbandono delle radici cristiane d’Europa non è l’islam, ma il laicismo militante nullificante che narcotizzando lo spirito gli inocula una voluttà di morte suicida . Il totalitarismo religioso allora non è altro che lo strumento scelto per porre in essere quel suicidio

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  4. dal post:
    "Non abbiamo imparato nulla che avesse realmente a che vedere con la storia, ma un mucchio di sciocchezze che avevano come fondamento il presupposto che il nazionalismo fosse una realtà negativa, gli stati-nazione ancóra peggio, e gli imperi la cosa peggiore di tutte."

    Molte lezioni di storia sono ormai così, e tanti convegni, da più di 20 anni. (in realtà, da molto di più, ma prima non ero testimone oculare)

    C'è la massoneria dietro a questo, come ci fu, per una fase, solo per una fase, per la realizzazione degli stati nazione: quella era solo una tappa, in vista della "repubblica" universale, per favorire la quale gli stati nazionali devono morire.

    Per quello insegnano che il patriottismo o il nazionalismo è l'eresia. Se ne servirono a suo tempo, per una tappa del loro servizietto. Ora l'identità e la nazionalità, la patria, sono un intoppo per la realizzazione de loro melting pot globale, telecomandato dall'elite.

    Stessa solfa alla conferenza di un paio d'anni fa della Nussbaum al Mulino. Chissà perchè. Arrivò a postulare "le emozioni cattive date dal patriottismo",
    "Il patriottismo - ha detto - non è una cosa buona in sé e per sé. Molto spesso è una cosa pessima. E’ bifronte come il volto di Giano, richiama l’individuo ai suoi doveri verso gli altri, al sacrificio per il bene comune, ma serve anche a definire la nazione contro i suoi nemici, incitando a sentimenti bellicosi”.
    eeh e non sia mai, bisogna lasciarsi invadere, per mantenere l'anima bella.

    http://svulazen.blogspot.it/2013/12/saccomanni-prodi-visco-nussbaum-e-le.html

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  5. segnalo anche i dubbi di Blondet

    http://www.maurizioblondet.it/parigi-qualche-kamikaze-era-radiocomandato/

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  6. Non c'è rimedio alla corruzione morale in cui è caduta l'europa. Siamo una civiltà corrotta e decadente destinata alla distruzione e all'oblio. Come l'impero romano non si rendeva conto che nel IV secolo la spinta propulsiva si era interrotta così noi oggi non ci rendiamo conto che la nostra forza è data solo dall'eco di un epoca finita. Siamo privi di carattere, senza ideali morali, abbiamo paura di soffrire e preferiamo piuttosto la sottomissione.
    Solo rievangelizzando l'Europa e affidandoci a nostro Signore Gesù Cristo avremmo una speranza.

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  7. Magdi Allam: "Vi spiego il Corano: ci conquisteranno
    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/giornale-libro-sacro-commentato-l-c-gi-scritto-tutto-1101013.html
    ...
    Verità e libertà. La serata si è aperta con l'attore Edoardo Sylos Labini che ha letto una sura del Corano sulle immagini della barbara distruzione delle statue di Mosul. Ed è proseguita con le profetiche parole di Oriana Fallaci, che morì tre giorni dopo il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI. «Il Papa disse la verità. E la voce di Oriana – ha detto Allam - scosse l'Italia e il mondo nella denuncia del terrorismo e anche della pavidità dell'Occidente». A giorni, col Giornale , uscirà un'edizione del Corano commentata da Allam. Nel Corano è la risposta di tutto. L'ha ricordato Sallusti: «Sei stato il primo a sostenere che quel che accade non accade per caso ma perché è scritto in un libro sacro, a cui noi portiamo rispetto, ma di cui non esiste interpretazione». «Nell'islam il Corano è della stessa sostanza di Dio - la risposta - Ecco perché non si interpreta». «E ogni volta che pregano, condannano ebrei e cristiani. Se le cose stanno così, che senso ha continuare a promuovere il dialogo all'insegna del relativismo?». Ecco il punto: «Non sono pazzi». Ed ecco il monito, che torna alla Fallaci e Winston Churchill, che col nazismo alle porte esortava gli inglesi: «Verseremo lacrime e sangue». «Anche noi verseremo lacrime e sangue. Siamo in guerra».

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  8. La storia si ripete, ma gli uomini non imparano mai, hanno memoria corta, Francia e Germania hanno sempre scatenato conflitti continentali, al tempo dei Romani colle invasioni barbariche, di recente con 2 guerre mondiali e conseguenti strascichi, adesso l'invasione islamica causata sempre da loro 2, per salvare le industrie auto nazionali, hanno importato massicciamente operai a basso costo dal Maghreb e Turchia e questi sono i risultati, non c'è bisogno che si scomodino, ne abbiamo già milioni in casa e pure con status di cittadinanza europea, che serve ancora, dopo la gloriosa rivoluzione del '68 che poi è stata una rivoluzione mutandara da bassi istinti sessuali, cui la cc si è uniformemente accodata, il pranzo è servito, purtroppo ci saranno fiumi di sangue, Parigi un tempo valeva una Messa, adesso non bastano Rogazioni ed esorcismi......che Dio abbia pietà di noi tutti.

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  9. Non esiste l’Islam moderato. Vi spiego perché abeva ragione la Fallaci.
    A chi vuole università islamiche sul nostro territorio chiedo: si potrà insegnare la sacralità della vita umana, la pari dignità delle persone, anzitutto quella tra uomo e donna, la libertà di scelta, compresa quella di abiurare la religione? La risposta la conoscete già, e non è un caso…

    di Magdi Cristiano Allam
    Che cosa potrebbe fare una Università islamica in Italia se non affermare la positività dell’islam come religione accreditandola come faro di conoscenza e di scienza accademica; promuovere la legittimazione dell’islam come fede universale su un piede di parità con l’ebraismo e ilcristianesimo corroborando la tesi delle tre grandi religioni monoteiste, rivelate abramitiche; favorire la conversione all’islam degli italiani sfruttando la crisi in cui versano la cristianità e più in generale la sfera valoriale nel nostro Paese? La proposta di investire 50 milioni di euro per trasformare la sede dell’ex Manifattura Tabacchi di Lecce nella prima università islamica d’Italia, su una superficie di 51.000 metri quadri di cui 8.500 al coperto, è un’offerta allettante e un ricatto inaccettabile. Sappiamo che questi 50 milioni transiterebbero tramite Giampiero Khaled Paladini, presidente del Consorzio Confime (Confederazione Imprese Mediterranee), da due anni convertito all’islam, ma non sappiamo chi c’è dietro questa cifra ragguardevole. Capisco che in tempi di crisi senza precedenti, in cui le amministrazioni comunali sono senza soldi e quasi tutte fortemente indebitate, 50 milioni di euro investiti sul proprio territorio farebbero gola a tutti.

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  10. Non vorrei che la visione fosse troppo unidirezionale come magari qualcuno dietro alle quinte vorrebbe. Alla fine i poveri cattolici le buscano su più fronti non ultimo dei quali quello del fanatismo laicista/illuminista/liberista o come accidenti si chiama. E' lo stesso fronte che li arresta se si mettono la maglietta con una scritta pro famiglia (Francia), che li licenzia se li vede con una croce al collo (UK), che rimuove crocefissi e dove si lasciano menare le sentinelle in piedi (Italia), che li incrimina se non sottopongono i figli all'indottrinamento gender (Germania), che li sputazza davanti alle cattedrali (Argentina), che gli nega il diritto all'obiezione di coscienza (USA). E che li fa crocifiggere per interposta persona in medio oriente senza che alcuno degli attuali indignati in servizio permanente abbia battuto ciglio. (Ah! A proposito gli stessi che non hanno battuto ciglio, anzi hanno sghignazzato compiaciuti sui loro giornaletti sui morti russi dell'aereo abbattuto). Come dicono a Roma dei suddetti il più pulito c'ha la rogna...
    Miles

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  11. @ Il parallelo con la caduta dell'impero romano

    L'interpretazione di Gibbon e' stata rimessa in discussione piu' volte, credo. I paralleli storici hanno sempre un valore relativo. Sono convinto che la nostra attuale decadenza sia nettamente peggiore di quella del mondo antico, dove non c'erano le aberrazioni del matrimonio gay e roba del genere. Circa la caduta dell'impero romano bisognerebbe precisare che intanto cadde l'impero in Occidente mentre l'Oriente resiste' all'assalto dei barbari e li respinse. L'oriente era la parte piu' cristianizzata e piu' ricca. La decadenza di Roma come citta' era cominciata con Costantino, quando aveva portato la capitale sul Bosforo. Poi, per ragioni militari Roma divenne una citta' di retrovia, le capitali erano a Milano, Ravenna.
    Nell'immaginario collettivo il sacco di Roma di Alarico ha luogo come punizione contro il paganesimo decadente. Si verifico' il 24 agosto 421. Ma l'impero romano era in realta' gia' cristiano. Prima cristianizzato, con l'Editto di Milano (313), poi formalmente solo cristiano sotto Teodosio (381, editto di Tessalonica). Tant'e' vero che gli autori pagani imprecavano al Dio dei cristiani: da quando si sono abbandonati gli dei, sono cominciate le sconfitte, dicevano (da qui la replica di S. Agostino). L'Occidente invaso dai barbari germani di stirpe era nei fatti una societa' ampiamente cristianizzata. Nello stesso esercito di Massenzio a Ponte Milvio sembra ci fossero soldati cristiani. Pero', in Occidente, questa societa' gia' largamente penetrata di Cristianesimo si portava dentro degli elementi di crisi che non riusciva a risolvere, a cominciare dalla denatalita'. Un altro fattore fu l'esclusione degli elementi locali (italici e galli, hispanici) dalle legioni, soprattutto per motivi politici. L'esercito era composto da tempo dai soli Germani cioe' da soli stranieri. Quando l'imperatore d'Occidente fece uccidere il vandalo Stilicone sospettandolo di tradimento, poiche' era il comandante dell'esercito romano composto di germani, tutti i germani lasciarono l'esercito. POco dopo apparve Alarico, battuto piu' volte dai germani "romanizzati" di Stilicone, davanti a Roma; la citta' era indifesa, non c'era esercito. Fu difesa da elementi cittadini raccogliticci. E resisteva ad Alarico, piu' capobanda che capo militare. Secondo una fonte i Goti entrarono perche' una nobildonna cristiana, impietosita, aveva fatto aprire un passaggio segreto nelle mura per consentire ai cittadini di andare a rifornirsi di acqua all'esterno. Forse e' solo una leggenda. [Segue] parvus

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  12. @ [CONTINUA-FINE] Nel 455 apparvero invece i vandali di Genserico, e il papa (S. Leone Magno) che di fatto esercitava la principale autorita' nella citta', non riusci' ad impedire che entrassero nella citta' indifesa. Ci furono negoziati ma i Vandali erano ladroni di fama internazionale. Fu una ruberia organizzata scientificamente e duro' diversi giorni. Sic transit gloria mundi. Una tempesta poi affondo' diverse delle navi che portavano il bottino in Africa. In ambedue i saccheggi ci furono incendi e uccisioni ma sembra in modo inferiore a quello che si potrebbe credere. Ora, goti e vandali erano cristiani (eretici, ariani) e a Roma c'era una parte considerevole di cristiani, oltre ai pagani ancora numerosi. E c'era il Papa, e che Papa.
    Non e' vero che l'impero in Occidente cadde all'improvviso. C'era gia' stata la grave crisi del III secolo, con invasioni da tutti i punti cardinali, seguite da massacri etc.. L'impero si era ripreso per miracolo, proprio con gli imperatori militari, di stipre illirica, dai quali era poi uscito Costantino. Aveva dimostrato ancora una insospettata vitalita', come la dimostro' poi la parte orientale nel V secolo, che caccio' i germani dall'esercito, sostituendoli con reclute locali, cominciando a costituirsi in quello che sarebbe stato il glorioso impero bizantino.
    Oggi, in Occidente, non si vede nessuna forza viva, almeno per il momento, capace di reagire. Questa e' la tragedia. E' giusto sottolineare che si tratta della crisi irreversibile dell'ideale laico della vita, dell'individualismo antropocentrico scivolato nel peggiore edonismo che si sia mai visto: un processo che e' in realta' incominciato ben prima della Rivoluzione Francese. Mi sembra tuttavia che nei commenti si trascuri un dato essenziale della crisi odierna e del tutto nuovo: il tradimento dei chierici ossia della Gerarchia della Chiesa cattolica attuale, da quando ha cominciato a praticare il noto "aggiornamento". Questo e' un fatto terrificante. Non siamo alla vigilia di aperture pastorali che in pratica porterebbero a riconoscere il peccato, con questa idea di dare la comunione ai divorziati risposati et similia? Qui siamo ben oltre le eresie teologico-metafisiche del passato. Bisogna pero' lottare sino alla fine, innanzitutto per la Gloria di Dio. parvus

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  13. 1) Latitanza della chiesa.
    2) Uccisione sistematica dei bambini nel grembo della madre.
    3)Corruzione indotta, a tutti i livelli ed in tutti i modi, della popolazione.
    Se questi tre punti potessero avere un'inversione di rotta...,ma l'inversione di rotta dipende ormai solo da ognuno di noi nella sua singola vita, in solitudine ed in compagnia dei santi, delle schiere angeliche intorno a NSGC, a Sua Madre e a San Giuseppe.

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  14. Josh, est-ce que Martha Craven Nussbaum, américaine convertie au judaïsme, oserait dire ce qu'elle dit du patriotisme à Jérusalem ou à Tel-Aviv ?

    On pourrait d'ailleurs poser la même question à propos du miliiardaire Bernard-Henri Lévy, grand pourfendeur du patriotisme français, de Jacques Attali, d'Alain Finkelkraut, de Jacques Derrida, d'Alain Minc, d'André Glucksmann, etc., etc., tous membres de la même peuplade, "restés — comme a si bien dit le général de Gaulle — ce qu'ils avaient été de tout temps, c'est-à-dire un peuple d'élite, sur de lui-même et dominateur".

    https://www.youtube.com/watch?v=JA9nFQyRTdw

    Le patriotisme, quand c'est celui les "goim", c'est toujours mauvais, très mauvais.
    Quand c'est celui des Juifs, par contre, c'est bon, très bon, il n'y en a même jamais assez.
    Bizarre, non ?

    Au fond, est-ce que la décadence de l'Europe (que certains assimilent á un suicide) n'est pas la conséquence directe de la continuelle montée en puissance des Juifs dans tous les secteurs de sa vie politique, économique, culturelle et même religieuse ?

    Autre question : toute l'actuelle tragédie du Proche-Orient n'est-elle pas la conséquence de la volonté des Juifs de recréer le Grand Israël, ce qui implique la destruction des nations arabes environnantes, se servant pour cela des Américains qu'ils manipulent désormais entièrement ?


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  15. Raoul,
    Martha est l'epitome, le symbol de ce que les Juifs( les intellectuels, les financiers, les editeurs and film makers) ont fait aux Americains ( ou, comme on dit che toi, les Ricaîs).
    Rr

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  16. Il testo pubblicato è notevole non tanto per il richiamo a Gibbon, o per l' affermazione che studiamo la Sstoria senza imparare nulla da essa, ma per altre due asserzioni: una, quella sulle critiche mosse al nazionalismo( osservare, nazionalismo, non patriottismo) , agli Stati-nazione ed agli Imperi, tutti concetti oggi anatema nel mondo accademic, politico, intellettuale in genere americano, e non solo. Due: la ripresa da parte della storiografia inglese dell' espressione di " invasioni barbariche", mentre da circa un decennio almeno si parlava di "movements of people, population migration", ecc., ripreso anche da storici tedeschi. Anche questa visione di masse di popolaziomi che si spostavano in Europa apparentemente non violentemente era "leftist" e politically correct, per rimuovere dalla nostra memoria collettiva "le orde asiatiche" e farci accettare senza batter ciglio le" mass migrations" gia' in arrivo.
    Ecco perché credo che l' articolo sia importante: per quel che dice, per chi lo dice, per dove lo dice.
    Forse qualcosa comincia a muoversi anche in USA.
    Rr

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  17. @Raoul
    "Le patriotisme, quand c'est celui les "goim", c'est toujours mauvais, très mauvais."

    E' proprio così. Arrivano a fare conferenze dicendo che il senso di nazione, e di appartenenza, agli "altri", "fa male".
    Tutte queste loro valutazioni riguardano tutti gli “altri” perché per quanto riguarda se stessi hanno sempre messo al primo posto la propria identità come “Popolo” e non si sono dati pace fino a quando non hanno ottenuto, con Israele, i propri territorio, patria, nazione, sangue, suolo, Stato (cioè ciò che vorrebbero annullare a tutti gli altri). Agli altri popoli questo è negato. L’Europa bollata per sempre come terra del nazismo, del fascismo, della persecuzione doveva pagare per sempre, non aveva diritto a sopravvivere se non cancellando completamente e azzerando la sua storia, la sua identità, i suoi sentimenti, i suoi valori, perfino la sua configurazione geografica, per abbracciare totalmente il loro modello. Così che è nata l’Unione Europea: eliminando la vecchia Europa, e ogni Tradizione.

    Certamente la Nussbaum a Tel Aviv dice qualcosa di ben differente.....

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  18. Così che è nata l’Unione Europea: eliminando la vecchia Europa, e ogni Tradizione.


    e prima era nata l'Unione Sovietica, non dimentichiamoci da chi voluta, da chi finanziata, da chi governata per almeno 30 anni
    RR

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  19. Grazie a Rosa e Mica per il pezzo postato, è molto interessante.
    È evidente, ormai, che la "purga" è arrivata. Ed è questa: con buona pace dei catastrofisti che temono l'impatto di un asteroide (che per carità, è sempre possibile) o la guerra termonucelare globale (anche quella sempre possibile).
    Non so cosa faranno i governanti, che ubbidiscono a tutto tranne che alla legge di Dio e al banale buonsenso.
    Noi, oltre a tenere occhi e orecchie aperte per capire, dobbiamo stringere il rosario in mano, stare attaccati a Cristo sulla croce e invocare l'Immacolata: aspettiamo il trionfo del suoCuore Immacolato
    humilitas

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  20. Segnalo:

    http://www.lastampa.it/2015/11/20/blogs/san-pietro-e-dintorni/nel-corano-non-c-perdono-tMdmX65neLjZbMaG0cmd2N/pagina.html

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  21. L’Armée Française ama Putin. E disprezza Hollande

    http://www.maurizioblondet.it/larmee-francaise-ama-putin-e-disprezza-hollande/

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  22. "e prima era nata l'Unione Sovietica, non dimentichiamoci da chi voluta, da chi finanziata, da chi governata per almeno 30 anni…"

    Très juste, Rosa. Ce que Poutine lui-même a confirmé :

    http://www.egaliteetreconciliation.fr/Au-Musee-juif-de-Moscou-Poutine-rappelle-la-composition-du-premier-gouvernement-bolchevique-33466.html

    https://bibliothequedecombat.wordpress.com/2015/11/09/poutine-80-a-85-des-bolcheviques-etaient-juifs-video/

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  23. "Le projet juif pour le Proche-Orient et au-delà", un texte remarquable de Gilad Atzmon à propos du lobby juif et de sa responsabilité dans la situation actuelle au Proche-Orient.

    http://www.egaliteetreconciliation.fr/Le-projet-juif-pour-le-Moyen-Orient-et-au-dela-34879.html

    A lire absolument.

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  24. Pourquoi les fous furieux de l'état islamique n'ont-ils jamais attaqué Israël ?
    Pourquoi leurs blessés sont-ils soignés dans las hôpitaux israéliens ?
    La réponse ici :

    http://www.egaliteetreconciliation.fr/Ken-O-Keefe-la-guerre-contre-Daech-est-un-tissu-de-mensonges-36210.html

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  25. Per chi osa paragonare il Terrore della Rivoluzione francese all'Inquisizione:

    L' Inquisizione nacque per dare un processo a persone che altrimenti sarebbero state direttamente linciate dal popolo o condannate dal potere civile senza la possibilità di difendersi. Su 125mila processi, 2500 condannati a morte. La rivoluzione francese, da tanti osannata, compì invece il primo genocidio della storia moderna (o contemporanea, volendo): quello della Vandea. Duecento o forse 300mila morti ammazzati in nome della libertà; ovvero «lo sterminio fisico di tutti gli abitanti dei territori insorti, principalmente donne e bambini, le prime in quanto "solchi riproduttori di mostri" e i secondi in quanto futuri briganti». Una popolazione sterminata, quella vandeana, perchè colpevole di difendere il proprio Dio e il legittimo sovrano. A ciò aggiungiamo le circa 35mila teste fatte rotolare sempre al grido di "Liberté, Égalité, Fraternité". Se la libertà è intesa come un fine, e non un mezzo, allora può diventare la più terribile e sanguinaria delle tirannidi.

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  26. En France, sur les façades de nombreux hôtels de ville comme à Troyes, on peut encore lire l'inscription "Liberté, Égalité, Fraternité ou la Mort", c'est-à-dire "Liberté, Égalité, Fraternité ou Dictature de la Maçonnerie", car la République et ses fameuses "valeurs" n'est rien d'autre que le règne de la Maçonnerie, et plus précisément, de la Judéo-Maçonnerie, dont l'objectif final a toujours été la mort de la France catholique. Et la France catholique ne sera vraiment morte — pensaient les judéo-maçons — que lorsque le Trône et l'Autel, qui s'aidaient mutuellement, auront été définitivement détruits.
    C'est pourquoi ils s'acharnèrent contre les Vendéens, qui eurent, les premiers, le courage de s'opposer à ce projet démoniaque et qui, pour cela, furent sauvagement et massivement massacrés.

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  27. La verità comincia a farsi strada anche su fronti impensabili:
    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-11-19/la-saudi-connection-che-frena-lotta-all-isis-073642.shtml?uuid=ACDLcDdB&refresh_ce=1

    In questi giorni appare folgorante una frase riportata dal Financial Times del defunto principe Saud Feisal al segretario di Stato Usa John Kerry: «Daesh è la nostra risposta sunnita al vostro appoggio in Iraq agli sciiti dopo la caduta di Saddam». Ecco in cosa consiste la Saudi Connection: una politica estera intossicata dalle involuzioni di Riad con i jihadisti mentre la sua campagna militare in Yemen, denominata “Decisive Storm”, è diventata un Vietnam del Golfo.
    La Saudi Connection è soprattutto il rapporto ombelicale che da 70 anni lega Washington a Riad. L’Arabia Saudita, il più oscurantista degli Stati islamici, è la roccaforte del sunnismo ma anche la nazione musulmana con il più antico patto con gli Stati Uniti, firmato tra Ibn Saud e Roosevelt nel 1945, pochi giorni dopo Yalta.
    I sauditi dopo l’accordo sul nucleare iraniano si sono sentiti traditi da Washington, perché considerano Teheran la minaccia numero uno. Ma le cose non stanno del tutto così. In termini pratici significa che mentre Obama e Re Salman si stringevano la mano al G-20 di Antalya veniva firmato l’ennesimo contratto militare: 1,2 miliardi di dollari per 10mila sofisticate bombe Usa da scaricare i Yemen sulla testa dei ribelli sciiti Houti.
    Negli ultimi cinque anni i sauditi hanno acquistato sistemi d’arma da Washington per 100 miliardi di dollari, di cui 12 negli ultimi mesi, nonostante il Congresso abbia sottolineato la persistente violazione dei diritti umani e i crimini di guerra in Yemen. Alla luce di queste cifre si spiega l’atteggiamento americano nei confronti del Califfato e dei jihadisti siriani sponsorizzati dalle monarchie del Golfo. E si comprende perché
    Washington esiti a mandare truppe a terra. Da una parte c’è l’ovvia considerazione che dopo l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia, gli Usa hanno mostrato segnali evidenti di disimpegno dal Medio Oriente. Ma dall’altra c’è questa connessione implacabile con i sauditi, che oltre ad essere leader dell’Opec, hanno finanziato i mujhaeddin afghani contro l’Urss negli Anni 80 e foraggiato Saddam nel conflitto contro l’Iran.
    I sauditi pagano e gli americani guidano coalizioni internazionali che ai loro occhi non devono abbattere il Califfato ma prima di tutto contenere l’Iran e un giorno magari liquidare Assad in Siria. La Saudi Connection condiziona la politica estera americana quanto l’alleanza con Israele. Ora questo patto leonino tra Riad e Washington, dopo la strage di Parigi, è entrato in collisione con la nuova “santa alleanza” tra la Russia di Putin e la Francia di Hollande. Il problema è capire quali obiettivi si pongono i belligeranti. Se assestare una punizione esemplare al Califfato oppure demolire l’Isis. Nel secondo caso la Francia si scontra con Riad. Se si limita a una spedizione punitiva Parigi conserva le lucrose relazioni con la monarchia saudita, principale cliente degli armamenti francesi che quest’anno, con l’acquisto di reattori nucleari per 12 miliardi di dollari, ha salvato l’Areva dal fallimento.
    Ecco cosa significa la Saudi Connection, una delle molteplici ragioni perché la guerra al Califfato finora è stata frenata da un mix di affari militari, petrolio e investimenti esteri di uno Stato dove si applica la sharia più duramente di qualunque altro posto al mondo, tranne naturalmente il Califfato di Al Baghdadi.

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  28. Ecco cosa significa la Saudi Connection, una delle molteplici ragioni perché la guerra al Califfato finora è stata frenata da un mix di affari militari, petrolio e investimenti esteri di uno Stato dove si applica la sharia più duramente di qualunque altro posto al mondo, tranne naturalmente il Califfato di Al Baghdadi.

    Una guerra frenata ma anche creata da affari e interessi nonché mire e strategie politiche che si intrecciano a partire dal MO.
    Ciò non sposta di una virgola il potenziale violento e pericoloso di un Islam in pieno espansionismo difficilmente arginabile si sui si innesta l'Isis e ogni possibile accendersi di ulteriori esche di violenza.

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  29. Sallusti su Il Giornale:
    ....
    Non parlo della mancanza di fede, che è fatto personale. Parlo della consapevolezza della storia che ci ha generato, che invece dovrebbe essere patrimonio collettivo e collante di civiltà. A un terrorista islamico che puntandoti il mitra ordina di recitare versetti coranici, chiunque di noi, laico o fedele che sia, dovrebbe rispondere con le parole del Padre Nostro, che è preghiera di libertà e carità. Se non altro per dimostrare a questa gentaglia «come muore un occidentale» o «come muore un cristiano», sulla scia della celebre frase pronunciata in faccia al boia da Fabrizio Quattrocchi durante la guerra in Irak. Ma forse è chiedere troppo. In un Paese dove Laura Boldrini è presidente della Camera non è tempo di eroi, è il tempo di coccole per i 200mila immigrati islamici «moderati» che in cuor loro tifano Isis. Che brutti tempi.
    http://www.ilgiornale.it/news/politica/altro-che-corano-citiamo-padre-nostro-1197028.html

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  30. Colpiscono i messaggi su Twitter di due giornalisti.
    Francesca Fagnani scrive:
    "Roma, manifestazione dei musulmani:molti giornalisti fotografi Fassina Fiom Sant'Egidio e pochi pochissimi musulmani.Perché?"
    Ed ecco il tweet di Stefano Rizzato:
    "A MILANO per ora stupisce in negativo il num di persone confluite a #Notinmyname. Saranno 150 e un terzo giornalisti".

    Risposta su http://www.quotidiano.net/attentato-parigi-1.1501737

    Secondo un sondaggio Ipr condotto su un campione dei due milioni di musulmani residenti in Italia (di cui 800mila ormai cittadini italiani), l'80 per cento condanna la strage di Parigi, il 12 per cento la giustifica e l'8 per cento si è celato dietro l'assenza di una opinione. Il 75 per cento degli intervistati dice che i terroristi si comportano male, il 15 per cento sostiene che sbagliano, ma li comprende e un 5 per cento dice che agiscono bene, perché bisogna combattere la cultura occidentale. Uno su quattro sostiene che la colpa di quanto accade è degli occidentali e meno della metà  dice che si tratta di singoli terroristi che non hanno niente a che fare con la religione islamica. Il 40 per cento sostiene che la Francia sbaglia a reagire perché così si fomenta il terrorismo. Solo il 70 per cento denuncerebbe persone che favoriscono il terrorismo islamico. Il 25 per cento non si sente integrato in Italia e la metà  non vuole integrarsi.
    Mettendo in campo tutte le nostre riserve abituali sui sondaggi, accresciute in questo caso dalle oggettive difficoltà di reperire un campione affidabile, possiamo calcolare che un minimo di 100/150mila persone residenti in Italia ha un atteggiamento fortemente ostile.
    Fortemente ostile e perfino combattivo nei confronti dell'Occidente e potrebbe costituire - “ mutuando una vecchia immagine del nostro terrorismo rosso l'acquario in cui nuotano indisturbati i pesci stragisti.

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  31. http://gloria.tv/media/9DAMo7JGjUD

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  32. http://ilsismografo.blogspot.it/2015/11/vaticano-password-svelate-minacce-e.html

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  33. Sec. un articolo di tempo fa di Blondet, la famiglia reale sauadita, fautori e propalatori ( loro proselitano e come!) sono dei dunmeh..
    Rr

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  34. Anonimo Rr ha detto...
    Sec. un articolo di tempo fa di Blondet, la famiglia reale sauadita, fautori e propalatori ( loro proselitano e come!) sono dei dunmeh..
    Rr
    Chi sono i "DUNMEH"?

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  35. dunmeh in Turco equivale a converso in Spagnolo= ebreo convertito. Quanto onestamente e fedelmente al nuovo credo non sta a me dirlo.
    Rr

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  36. Dunmeh deriva dal turco-urdu significa convertito, in questo senso convertito all'Islam di facente parte di un gruppo di persone cripto-giudee, mi pare basti,non aggiungerei altro.

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  37. I "DUNMEH", in senso largo, sono definibili secondo i criteri espressi dagli amici che già hanno risposto.
    In senso stretto, con il termine "DUNMEH" sono indicati i seguaci di una curiosa setta islamica, che pratica il sincretismo con un'altra forma peculiare di Ebraismo. Nella seconda metà del XVII Secolo,il mondo ebraico fu scosso dalla venuta di un personaggio,Shabbatai Zewi, che si dichiarava Messia. Dal Marocco alla Persia; dall'Olanda e dalle isole Britanniche alla Russia non la maggioranza degli Ebrei, ma folte schiere di loro, lo riconobbero come tale. Ripeto: raccolse seguaci in tutto il mondo, ma massimante in Grecia, Albania e nel Medio Oriente. Tutte o quasi terre dominate dagli imperatori ottomani. Pensò bene di presentarsi al Sultano. Mostrò i titoli che lo accreditavano come Messia, del tipo:"Sono nato in giorno di sabato. Ho pronunciato il Sacro Nome di D-o e la terra non si è aperta per inghiottirmi. Ho una fossetta in mezzo ai denti. Ho un neo a forma di stella. etc.". A questo punto fa il sultano:"Mi hai convinto. Ti debbo sottoporre solo ad un ultimo esame. Se lo superi mi faccio Ebreo, ti riconosco quale Messia e metto l'ìmpero al tuo servizio e nelle tue mani. Non mi posso fidare di nessuno, QUINDI TI AMMAZZO CON LE MIE MANI e mi metto a vegliare il tuo corpo. Se dopo tre giorni risusciti, affare fatto". Il nostro Messia non ebbe esitazioni:"ALLAH U AKBAR, Allah è grande. Non vi è altro Dio che Allah e Maometto è il suo profeta". I suoi seguaci, (quanto meno quelli che erano sudditi ottomani)in larga parte si convertirono all'islam, appreso a lui. I "DUNMEH",in senso stretto sono i discendenti di una piccola porzione di tali seguaci del nostro "messia" convertiti all'islam, che, pur essendosi convertiti all'islam, considera ancora Shabbatai il messia. Infatti, il suo compito, secondo i "DUNMEH" in senso stretto, è stato quello di venire ad insegnare ai Figli di Giacobbe, che la vera religione era l'islam.

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  38. turco-urdu?
    Quindi da quella versione del turco parlata dalle popolazioni, appunto, Turcofone dell'India che, secondo ERDOGAN, avrebbero non solo scoperto l'America prima d Colombo, ma vi avrebbero pure costruito moschee.
    Aggiungo che, mentre l'origine Dunmeh (penso in senso largo) della famiglia Saud è una tesi, l'origine Dunmeh in senso stretto (cioè i seguaci del messia del '600) di ATATURK è esplicitamente dichiarata anche nelle biografie ufficiali.

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