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giovedì 1 dicembre 2016

Un'altra voce: quella del Cardinale Sarah preoccupato per la confusione sulla dottrina della Chiesa

Sarah: «Neanche un Papa può sciogliere una legge divina»
Se quello ripreso [qui] è un testo attuale, come sembra, è un'altra voce autorevole che si aggiunge a quella dei Dubia dei 4 Cardinali. Sull'impossibilità di separare la pastorale dalla dottrina il card. Sarah si era espresso in termini molto chiari in una precedente intervista (aprile 2015) da noi tradotta qui. Ne riproduciamo l'estratto, a seguire.

Come riporta il portale web in lingua tedesca kath.net, in un’intervista concessa al settimanale francese Homme Nouveau, il cardinale Robert Sarah esterna la propria preoccupazione per la grande confusione che regna nel mondo cattolico, persino tra i Vescovi, riguardo alla dottrina della Chiesa.
Il cardinale si sente chiamato in causa in qualità di Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, poiché l’attuale disorientamento coinvolge tre sacramenti: il Matrimonio, la Penitenza e l’Eucaristia. Secondo il cardinale, la confusione che viviamo attinge la sua linfa nella mancanza di formazione che riguarda purtroppo i suoi stessi confratelli nell’episcopato.
Sarah tiene a sottolineare che ogni Vescovo, se stesso in primis, è legato alla dottrina del matrimonio monogamico indissolubile, che Cristo ha riportato alla sua forma originaria e nel quale risiede il bene dell’uomo, della donna e dei figli.
Questa verità non può che avere delle conseguenze riguardo alla possibilità di accostarsi alla Santa Comunione: «La Chiesa intera ha sempre tenuto fermo sul fatto che non si può ricevere la Comunione quando si è consapevoli di aver commesso un peccato grave, principio che è stato confermato definitivamente dall’enciclica Ecclesia de Eucharistia di San Giovanni Paolo II». Ed il Cardinale Prefetto aggiunge: «Neanche un Papa può sciogliere da questa legge divina».
* * *
Estratto dall'intervista del 2015

Lei sottolinea la necessaria perennità dell'insegnamento morale della Chiesa, nonostante le pressioni delle correnti relativistiche. È qui tutta la problematica del magistero. Come considerare, per il futuro, la funzione di questo Magistero?

Bisogna assolutamente conservare fedelmente e accuratamente i dati essenziali della fede cristiana in una intelligenza che cerca di esplorarli in profondità e comprenderli in maniera attiva e sempre nuova. Ma dobbiamo mantenere intatto il deposito della fede e tenerlo al riparo da qualsiasi violazione e da qualsiasi alterazione. Se la Chiesa comincia a parlare come il mondo e ad adottare il linguaggio del mondo, dovrà accettar di cambiare il suo modo di giudizio morale, e, quindi, dovrà abbandonare la sua pretesa di voler illuminare e guidare le coscienze. Così facendo la Chiesa dovrà abbandonare la sua pretesa di essere luce di verità per i popoli. «Dovrà rinunciare a dire che ci sono beni che sono dei fini, che è nobile che l'uomo li persegua non soltanto come valore ma come obiettivo. Soprattutto, dovrà rinunciare a dire che ci sono atti che sono intrinsecamente malvagi di per sé e che nessuna circostanza li consente». Quindi penso che il Magistero deve stare fermo come una roccia. Infatti, se si crea un dubbio, se il magistero si situa nel tempo in cui viviamo, la Chiesa non ha più il diritto di insegnare. L'urgenza effettiva di oggi sta nella stabilità che deve avere l'insegnamento della Chiesa. Il Vangelo è lo stesso. Non cambia. Naturalmente c'è sempre bisogno di un lavoro di formulazione per raggiungere meglio le persone, ma non possiamo, con il pretesto che esse non ascoltano più, adattare la formulazione della dottrina di Cristo e della Chiesa alle circostanze, alla storia o alla sensibilità di ognuno. Se si crea un magistero instabile, si crea un dubbio permanente. C'è un lavoro enorme da fare a questo proposito: rendere comprensibile l'insegnamento della Chiesa, mantenendo intatta la dottrina di base. Ed è per questo che è inammissibile separare la pastorale dalla dottrina: una pastorale senza dottrina è una pastorale costruita sulla sabbia.

12 commenti:

  1. speriamo che i cardinali dei dubia, ed eventualmente pure altri, vadano avanti, perché se tutto si ferma alla pubblicazione dei dubia o a qualche intervista, non si risolverà nulla. Il prossimo passo credo sia una sorta di "monitum" da inviare formalmente al papa il quale, non rispoondendo ai dubia dimostra che tali dubia sono fondati. Ma soprattutto dimostra che un papa ha proposto una dottrina erronea che deve essere corretta. In ultima istanza non bisogna escludere l'accusa di eresia, con tutto ciò che tale accusa significherebbe. Speriamo che il Signore intervenga prima e ci eviti le terribili lacerazioni che si prospettano. N.

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  2. "....Le interessanti domande poste dai quattro cardinali, sono già emerse durante il Sinodo, dove il dialogo è stato profondo, esteso e soprattutto franco. Amoris laetitia è solo il frutto maturo della riflessione di Francesco dopo aver ascoltato ciascuno e letto il documento finale del Sinodo”, ha aggiunto. E questo, ha osservato il direttore della Civiltà Cattolica, “è il risultato di un Sinodo e non solo l’idea personale del Pontefice, come molti potrebbero pensare”. Padre Spadaro ha anche ribadito che il Papa “non ha mai bloccato il dibattito”, a patto però che esso sia “leale” e “motivato dal bene della chiesa”. Vi è però un’altra possibilità, che ha a che vedere con “coloro che usano la critica per altri fini o pongono domande per creare difficoltà e divisioni”. In questo caso, “le cose sarebbero naturalmente diverse”."

    http://formiche.net/2016/11/30/amoris-papa-cardinali-spadaro/#.WD8XVV9JxBU.facebook

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  3. E c'è anche il Card. Pell

    http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=27907

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  4. http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli-lintollerabile-aggressione-ai-quattro-cardinaliecco-chi-sono-i-nuovi-inquisitori-18216.htm#.WEBtLRnjBAh

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  5. Certo che due parole sulla conferenza di Williamson potevate spenderle. Ah, è vero, voi state con Fellé e con Ratzinger.

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  6. https://mahoundsparadise.blogspot.it/2016/11/popes-mouthpiece-spadaro-used-fake-sock.html

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  7. Cybertheology: Pensando cristianesimo nell'era di Internet
    by Antonio Spadaro

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  8. "In ultima istanza non bisogna escludere l'accusa di eresia, con tutto ciò che tale accusa significherebbe."

    Giustissimo.
    IN ULTIMA ISTANZA.
    Tuttavia da non escludersi a priori.

    Il problema sarà che
    l'accusato di eresia
    accuserà di scisma
    I suoi retti accusatori

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  9. Sarah: «Neanche un Papa può sciogliere una legge divina»..... Beh meglio tardi che mai... forse!

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  10. Non potrà sciogliere una legge divina ma di certo a quanto pare può sciogliere una intera religione.
    Intanto l'enorme macchina globale di sostegno alla nuova Chiesa è in grado, lo sta facendo, di silenziare e al caso mostrificare chi domanda chiarezza facendolo passare di fronte al Mondo per un cattivissimo e arretrato scismatico che attacca il Papa buonissimo e naturalmente misericordioso.
    Miles
    PS: ieri mi è capitato di ascoltare un notiziario di Radio Vaticana. Ebbene è stata una incessante sequenza, una raffica inarrestabile dedicata a declamare incessantemente tutte le azioni di Papa Bergoglio al punto di - perdonate l'irriverenza - di ricordarmi questo (degli anni ruggenti...):
    https://www.youtube.com/watch?v=9k7hfXDozaE
    A proposito di ricordare, ricordo che ai tempi dei Papi precedenti questi notiziari, molte meno personalizzati, parlavano del Papa in misura estremamente più contenuta ed austera dedicando spazio all'intera Chiesa.

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  11. Miles,
    fosse solo Radio Vaticana...Ma anche Gr 1, GR2, GR3, TG Rai e Mediaset di tutte le ore, Rainews24, Sky24, ecc.ecc.
    Neanche ai tempi dell'EIAR si parlava cosi tanto del Duce.

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  12. Il punto in cui siamo arrivati è dato dal fatto che stiamo facendo la conta di quanti consacrati sono rimasti vivi, veri sulla via giusta. Il resto passati al nemico con il codazzo di fans, sedicenti cattolici, sbracati.

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