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giovedì 4 gennaio 2018

Il metodo di Dio: la Chiesa

Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 1 - Gennaio 2018 

Un Tradizionalismo individualista è un puro non-senso.

Spieghiamoci subito riguardo al termine “tradizionalista”: lo usiamo qui per farci capire dai più, ma questo termine non ci piace. Vorremmo semplicemente dire “un Cattolicesimo”, ma usiamo volutamente il termine “un tradizionalismo” perché è quello usato contro di noi per definirci nel nostro attaccamento alla Tradizione della Chiesa. Se allora questo termine ci individua nella nostra accanita salvaguardia di ciò che la Chiesa ha fatto, e non solo detto, nel passato, questo ci piace.

Ma dicevamo, un tradizionalismo individualista è un puro non senso, perché il metodo di Dio si chiama Chiesa.

Qual è il pericolo più grande che corre oggi una parte dei fedeli legati al mondo della Tradizione? Quello di rinchiudersi in una osservanza individualista della vita cristiana.

La causa di questa tendenza è ben chiara: dovendosi “difendere” da una chiesa ufficiale che sembra disprezzare il proprio passato, che non concede veri spazi di vita alla Tradizione, che anzi osteggia duramente la presenza di comunità tradizionali, il fedele tradizionale perde quella fiducia nella chiesa stessa e tende a rinchiudersi nei propri bastioni. È quello che succede a un figlio sempre trattato duramente, in modo ingiustificato, dal padre, che finisce col trovarsi solo ad affrontare la sua dura esistenza.

Umanamente si può capire questa reazione, ma resta inaccettabile e va prontamente corretta. Anzi, va colta quale essa è: la più grande tentazione che il demonio possa mettere sulla nostra strada. Ad ogni situazione della vita personale e ad ogni stagione della storia della Chiesa, corrisponde una tentazione; e quella che dobbiamo vincere oggi con le armi di Dio, è quella di far a meno della Chiesa stessa.

La chiesa “ufficiale” ti “bastona”? ebbene tu continui ad amare la Chiesa che è tua madre, da cui hai ricevuto tutto. Ti bastona di più, e tu la ami di più.

Ma anche questo resta una posizione puramente personale, che rischia di fermarsi ad un individualismo devoto, se non diventa metodo. Ma non può diventare metodo, se non riconosci che la Chiesa è il metodo di Dio. Non è la Chiesa che ha bisogno del tuo amore, ma sei tu che hai assolutamente necessità della Chiesa e hai bisogno di amarla.
La Chiesa è istituita da Gesù Cristo, che mette insieme i suoi discepoli in una comunità visibile, e ne fa la sua presenza nel mondo, il prolungamento della sua presenza nella storia. Come dice P. Calmel, “La Chiesa è inseparabilmente sia mediatrice di salvezza per la sua predicazione, i suoi insegnamenti, la sua gerarchia, sia dimora sacra ove Dio abita grazie alla carità che brucia sempre nel cuore della Chiesa e grazie alla presenza eucaristica del Signore Gesù che nutre questa carità”.

Come non si può diventare cristiani senza la Chiesa, così non si resta cristiani senza la Chiesa. E la Chiesa è una società visibile che ha i doni della grazia di Dio.

Questo che è vero sempre, perché Dio ha scelto questo modo, questo metodo, per raggiungerci e afferrarci nel tempo, diventa drammaticamente urgente nei tempi di necessità quale il nostro.
Quando la confusione si fa tanta, quando molte anime vengono ingannate e si perdono, occorre seguire ancora di più il metodo di Dio: la Chiesa. Occorre cioè vivere la comunità della Chiesa, dentro una trama di rapporti con i fratelli nella fede; occorre che questa comunità sia guidata dall'autorità, che garantisce il legame con la Tradizione, cioè con la verità del Vangelo. Occorre non fare da sé.

Occorre non fare da sé, ma “seguire”. Nell'esperienza concreta cosa vorrebbe dire amare la Chiesa, se non ci fosse questo “seguire”? Cosa vorrebbe dire salvare la Tradizione, se non ci fosse questo seguire?

E su questo non bisogna complicare troppo: riconosci dove il Signore ti ha colpito con la sua grazia, e lì inizia a seguire. Questo seguire eviterà in te inutili amarezze che distruggono la carità; questo seguire ti darà quella pace sostanziale che non ti farà mettere in questione il dono della grazia.

All'inizio di un nuovo anno l'invito più urgente è quello di seguire.

Ma chi devo seguire? Devo seguire chi non “gioca” con la tradizione, quasi fosse un passatempo spirituale; devo seguire chi dà la vita dentro una stabilità che opera, devo seguire chi il cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.

Preghiamo che nessuno si perda dentro una personale superbia che si crogiola amaramente nella propria solitudine, perché il metodo è la Chiesa.

8 commenti:

  1. Dal Catechismo di San Pio X, mai citato nel CCC, che cosa sono i sacramenti? I sacramenti sono segni efficaci della grazia istituiti da Gesù Cristo per santificarci.

    Un sacerdote dei Francescani dell'Immacolata, definì l'omosessualismo come sacramento di satana.

    Oggi noi sappiamo che questa pratica è ed è stata largamente diffusa nella chiesa. Quindi nella chiesa esistono due tipi di sacramenti. Come individuare, nella Chiesa, chi si nutre dei Sacramenti di Gesù Cristo e chi pratica il sacramento di satana?

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  2. ...il fedele tradizionale perde quella fiducia nella chiesa stessa...

    Forse dovremmo distinguere la Chiesa ( e non chiesa!) e i suoi insegnamenti, dalle sue gerarchie (specialmente le attuali).

    In Giappone dei cristiani sopravvissero per lunghi anni (secoli) senza una Chiesa strutturata.

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  3. Restare soli o individualizzare la propria fede è sbagliato, ma è ancor più sbagliato fare apostasia perchè si è rimasti soli. Non si può diventare qualunque cosa pur di non restare soli, è una questione di priorità. Se per non restare soli si diventa protestanti o modernisti allora è meglio restare soli.

    Chiesa di Cristo e gerarchia non sono la stessa cosa e non sono affatto sovrapponibili.

    "La chiesa “ufficiale” ti “bastona”? ebbene tu continui ad amare la Chiesa che è tua madre, da cui hai ricevuto tutto. Ti bastona di più, e tu la ami di più."

    Che significa chiesa "ufficiale" ???? Quella che benedice apostasia e adulterio?
    Che bastoni me non mi interessa, che rinnega Cristo è ovvio.

    La unica vera Chiesa UFFICIALE è di Cristo e chi segue Cristo E' nella vera Chiesa Ufficiale, gli altri tanti o pochi che siano sono impostori.

    Identificare il concetto di chiesa "ufficiale" con chiesa VERA è fuorviante erroneo
    e persino ipocrita. Se avesse fatto così San Tommaso Moro restava con la testa sul collo, ma finiva all'inferno.

    La Chiesa VERA salva di sicuro, quella ufficiale salva solo se è VERA. La chiesa
    okkupata dalla junta argentina che celebra Lutero e sdogana sodomia e adulterio non salva affatto, neppure se è "ufficiale".

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  4. Sono perfettamente d'accordo con l'invito a non isolarsi e vivere la propria fede nella Chiesa. Non concordo con l'identificazione della Chiesa cattolica con la Chiesa "ufficiale". Riporto da http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2274_Hai_detto_chiesa_ufficiale.html (di Don Gabriel Billecocq ) sull’uso del termine “ufficiale” e su ciò che vi è sotteso

    “….12 - Recentemente, negli ambienti cattolici tradizionali si è cercato di imporre l’espressione “chiesa ufficiale”, per rimpiazzare quella di “chiesa conciliare”. Certo, “ufficiale” esprime l’idea che noi riconosciamo che questi vescovi, quantunque indegni, occupano il potere, e questo potere, in quanto tale, noi possiamo solo rispettarlo.
    Ma rimpiazzare “conciliare” con “ufficiale” comporta una grave ambiguità.
    Perché il cattolico tradizionalista, che non si riconosce conciliare, e a giusta ragione, dovrebbe da adesso dire che non si riconosce come cattolico ufficiale? Il cattolico tradizionalista, dunque, non apparterrebbe più alla chiesa ufficiale? Non sarebbe pienamente cattolico?
    Ma allora a quale chiesa apparterrebbe?....

    Per saperlo, bisogna chiedersi a cosa si oppone il termine “ufficiale”. Risposta: a ufficioso, o anche a nascosto, clandestino o patriottico. Ma il cattolico tradizionalista non si riconosce in alcuno di questi termini. Bisognerebbe dire allora che egli appartiene alla chiesa ufficiale, col rischio di essere confuso con i modernisti? Absit. Di conseguenza, resta da dire che egli non appartiene alla Chiesa; ed è la ragione per la quale si sta ammalando di riconoscimento.

    13 - In realtà, si tratta di un’ambiguità grave e molto perniciosa. Rimpiazzare l’espressione “chiesa conciliare” con quella di “chiesa ufficiale” per applicarla ai modernisti, significa cancellare la distinzione e l’opposizione tra tradizionale e conciliare. Cancellando questa distinzione, si attenua chiaramente la battaglia per la fede, col rischio di negarla e di far rammaricare il tradizionalista per il fatto di non appartenere ad alcune chiesa veramente seria, dandogli l’impressione di non essere normale e quindi di aver bisogno di ricercare la normalizzazione.
    Questa espressione, dunque, tace la vera malattia di cui soffre la Chiesa e mette in stato di inferiorità o crea dei complessi al vero cattolico che ha conservato integra la fede e i sacramenti, e genera una confusione tipicamente liberale.
    In realtà, l’utilizzo di una tale confusa espressione deriva già dal liberalismo e non è più veramente cattolico…

    14 - Per combattere un nemico, e a fortiori quando questo nemico è infiltrato nella cittadella, è necessario un linguaggio chiaro e non equivoco per designarlo. Ora, è evidente che il cattolico tradizionale non combatte la Chiesa cattolica. Ma gli si può far credere che combatte una chiesa ufficiale? Se si tratta della chiesa ufficiale, si rischia di generare in lui qualche rimorso di coscienza nel combatterla, poiché essa è ufficiale e la Chiesa cattolica è ufficiale!
    No, egli combatte la malattia; e a questa malattia egli dà un nome: chiesa conciliare…..”

    Anna

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  5. OT
    Quotidiano Vaticano loda il Talmud

    https://gloria.tv/article/3oPfxukLNkBf3Um9TFz97bTJu



    Anna

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Occorre non fare da sé, ma “seguire”. Nell'esperienza concreta cosa vorrebbe dire amare la Chiesa, se non ci fosse questo “seguire”? Cosa vorrebbe dire salvare la Tradizione, se non ci fosse questo seguire?

    E su questo non bisogna complicare troppo: riconosci dove il Signore ti ha colpito con la sua grazia, e lì inizia a seguire. Questo seguire eviterà in te inutili amarezze che distruggono la carità; questo seguire ti darà quella pace sostanziale che non ti farà mettere in questione il dono della grazia.

    All'inizio di un nuovo anno l'invito più urgente è quello di seguire.

    Ma chi devo seguire? Devo seguire chi non “gioca” con la tradizione, quasi fosse un passatempo spirituale; devo seguire chi dà la vita dentro una stabilità che opera, devo seguire chi il cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.


    Penso che i sacerdoti di Vocogno vogliano attirare l’attenzione dei lettori sul fatto che è necessario vivere concretamente, non solo spiritualmente ma anche fisicamente l’esperienza della fede.
    Infatti una parte del gregge disperso a causa degli errori conciliari, dopo aver scoperto o riscoperto la vera fede cattolica sembra ritenere sufficiente nutrirsi spiritualmente attraverso i canali telematici (cosa naturalmente utile e comprensibile in caso di infermità e impossibilità di spostamento).
    Altre pecorelle meglio attrezzate e più in forze sembrano essere attratte dalla smania di una sorta di "turismo della Tradizione” vagando da una cappella all’altra, senza trovar terra ferma, con la conseguenza di non poter far maturare il seme in un humus secondo la metodologia propria della Chiesa, come descritto nelle righe precedenti:
    Quando la confusione si fa tanta, quando molte anime vengono ingannate e si perdono, occorre seguire ancora di più il metodo di Dio: la Chiesa. Occorre cioè vivere la comunità della Chiesa, dentro una trama di rapporti con i fratelli nella fede; occorre che questa comunità sia guidata dall'autorità, che garantisce il legame con la Tradizione, cioè con la verità del Vangelo. Occorre non fare da sé.

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  8. "Quotidiano Vaticano loda il Talmud"

    Aconselho vivamente àquela gente, que gosta tanto desta literatura, a leitura, no Talmud de Babilónia, do tratado Guittin, folha 56a… O famoso diálogo entre Onqelos e Jesus… A sua conclusão principalmente… Depois, abrem as janelas…

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