Apprendiamo da LifeSiteNews che Maike Hickson ha ottenuto informazioni interessanti e rivelatrici sull’esito dei lavori della commissione costituita da Begoglio per studiare il problema del diaconato femminile da un punto di vista storico. La commissione ha concluso i suoi lavori l’anno scorso, e nell’estate del 2018 ha consegnato al Pontefice la sua relazione. Di cui però non si è saputo più nulla. Ora il professor Peter Hünermann - rinomato teologo tedesco - ha rivelato a LifeSiteNews che, secondo i membri della commissione dottrinale dei vescovi tedeschi con cui ha parlato, il rapporto della commissione vaticana sul diaconato femminile ha concluso che "non esiste alcuna prova storica che nell'epoca patristica le donne fossero ordinate diacono".
Il professor Hünermann dichiara che questa posizione era già stata tenuta dal cardinale Gerhard Müller, ex capo della Congregazione per la dottrina della fede, aggiungendo di presumere "che il cardinale [Luis] Ladaria come presidente della commissione [del 2016] condivida questa posizione". Lo stesso Hünermann è a favore di un diaconato femminile. La posizione è condivisa anche dal professor Karl-Heinz Menke, anch'egli membro della commissione vaticana del 2016 sul diaconato femminile il quale, nel 2016 aveva dichiarato: "Un diaconato femminile non trova posto e non ha mai partecipato all'ufficio trasmesso attraverso l'ordinazione".
A noi risulta :
Nelle Costituzioni Apostoliche, apparse intorno il 380 in Siria, le funzioni delle diaconesse erano così riassunte: «La diaconessa non benedice e non compie nulla di ciò che fanno i presbiteri e i diaconi, ma vigila le porte e assiste i presbiteri in occasione del battesimo delle donne, per ragioni di decenza». Tra le altre fonti antiche troviamo quella Epifanio di Salamina che nel Panarion (verso il 375) così si esprime: «Esiste nella Chiesa l’ordine delle diaconesse, ma non serve per esercitare le funzioni sacerdotali, né per affidargli qualche compito, ma per la decenza del sesso femminile, al momento del battesimo».Il Documento della Commissione Teologica, 2003 ricorda che lo stile di vita delle diaconesse si avvicina a quello delle claustrali già alla fine del IV secolo. È detta allora diaconessa la responsabile di una comunità monastica di donne, come attesta, tra gli altri, Gregorio di Nissa. “Ordinate badesse dei monasteri femminili, le diaconesse portano il maforion, o velo di perfezione. Sino al VI secolo, assistono ancora le donne nella piscina battesimale e per l’unzione. Benché non servano all’altare, possono distribuire la comunione alle ammalate. […] Le diaconesse sono semplicemente vergini consacrate che hanno emesso il voto di castità. Risiedono sia nei monasteri, sia in casa propria. La condizione di ammissione è la verginità o la vedovanza, e la loro attività consiste nell’assistenza caritativa e sanitaria alle donne”.
Secondo Marco Tosatti [qui] ciò non impedisce che possano esserci decisioni ex novo in questo campo. Ma bisogna considerare che uno degli argomenti avanzati spesso dai fautori del diaconato femminile era proprio questo: e cioè che nei primi tempi del cristianesimo esisteva una “diaconia” femminile, che successivamente è scomparsa. Naturalmente se ciò fosse stato provato e dimostrato un’eventuale decisione di aprire al diaconato femminile avrebbe avuto eccellenti quarti di nobiltà.
Viene resa nota anche l’opinione di un altro esperto, il prof. Manfred Hauke, che ha dichiarato:
“Non possiamo identificare la consacrazione delle diaconesse con l’ordinazione dei diaconi. Non era un’ordinazione sacramentale che possa essere identificata con il sacramento dell’Ordine. La storia dell’istituto delle diaconesse non offre una base solida, quindi per l’introduzione di un diaconato femminile sacramentale. La Chiesa antica non aveva un diaconato femminile equivalente a quello maschile”.
Qualche avvisaglia su possibili innovazioni l'avevamo avuta nel luglio 2018 quando abbiamo pubblicato il seguente ariticolo: Dichiarazione ecumenica cattolico-anglicana: sembra preludere al diaconato femminile e all'ordinazione di 'viri probati' [qui].
Se le prove storiche ci sono bene. Se non ci sono se ne può fare a meno!
RispondiEliminaD'altronde che prove storiche ci sono per la comunione a persone in stato di peccato mortale? Che prove storiche ci sono della celebrazione e/o benedizione di "matrimoni" tra persone dello stesso sesso?
Qui fanno semplicemente come vogliono lor signori...
Un grande applauso!
Elimina25 marzo
RispondiEliminaE “Da quel di’ che fu detto ‘Ave’ (Paradiso XVI, 34) inizia il nuovo Evo.
L’età del Figlio
Che fu il giorno in cui una fanciulla, figlia di Sion, disse di ‘sì’.
Ad essere per sempre la Madre. Della nostra gioia e dei nostri dolori. Del nostro essere figli nel Figlio.
A concepire il Figlio unico in cui risplende il nostro volto.
Ritrovato.
Nella sperdutezza del nostro cuore
A tessere nel grembo il desiderio e la nostalgia dei secoli.
A darGli carne per esistere, tra noi.
Beata e dolorante, perché nulla le fosse estraneo.
Il grembo dove “Dio matura”.
Ora e nell’ora della nostra morte.
Così come in ogni ora della nostra vita.
In memoria di Monsignor Marcel Lefebvre (Tourcoing, 29 novembre 1905 - Martigny, 25 marzo 1991)
RispondiElimina"Il disordine è gravissimo in tutta la Curia Romana. Si condannano gli effetti e si sostiene la causa. Roma si è chiusa in una contraddizione da cui non si vuole uscire perché svelerebbe delle responsabilità scandalose nello svolgimento del Concilio" .
[Mons. M. Lefebvre, Lettera del 28.1.1969 a Mons. Sigaud, cit.in La Tradizione Cattolica, Anno XX, n°2 (70), 2009, p.38]
Scusate, ma codesto Hunermann non era quello che si oppose ferocemente alla Veritatis splendor? E il Papa non conosceva altri teologi ai quali chiedere un parere?
RispondiEliminaUn doveroso ricordo del coraggioso oppositore della deriva modernista attuata dal CV II e dai papi conciliari (e postconciliari). E' stato un gran dono della Provvidenza che ha evitato che la Santa Tradizione Cattolica e la Messa VO venissero cancellate, in una sorta di damnatio memoriae.
RispondiEliminaOvviamente la conclusione del rapporto («inesistenza di prove storiche», modo delicato per dire «vi compiacevate di raccontarvi frottole») non poteva che dispiacere al gesuitismo gesuitante, ed è perciò stato seppellito brutalmente nella pattumiera gesuitica gesuitogena.
RispondiEliminaCiò che il gesuitismo gesuitico desidera ardentemente e ostinatamente ignorare, è che il diaconato è il primo grado dell'ordine sacerdotale, cioè qualcosa di esclusivamente maschile. Purtroppo il vaticansecondismo, nella boriosa foga di introdurre novità (spesso sotto forma di "riscoperte"), ha trasformato il diaconato in una specie di titolo nobiliare per topi di sagrestia (un po' come nella tarda Unione Sovietica il Politburo credeva sempre più ciecamente alle stesse false statistiche di crescita che aveva inventato).
Topi che sono i prediletti del modernismo imperante: mentre la Chiesa decresce ci si affanna ad introdurre novità per allettare i rimasti (proprio come negli anni Cinquanta le parrocchie si dotavano di calciobalilla e tavolini da ping-pong nel disperato tentativo di fermare l'emorragia di giovani verso le sedi del Partito Comunista) anziché tornare al core business dottrinale e liturgico (quello volgarmente qualificato come "lefebvriano").
In questo giorno pieno di gioia e di speranza, ricordiamo anche l'olocausto italiano di 6.000.000 di italiani uccisi da madri che, spinte da sinistri figuri, scelsero la soluzione finale per il loro annunciato. Preghiamo per loro e per il bambino che è rimasto rimpianto accanto a loro.
RispondiEliminaGrazie Mic per la traduzione e l'efficace sintesi!
RispondiEliminaIl rinomato Hunermann è uno degli autori dei famosi 11 libelli che Viganò II voleva far commentare da Ratzinger il quale rispose picche, infatti non solo si oppose alla Veritatis splendor, ma arrivò quasi all'insulto verso i 2 papi precedenti, quindi......alcune cose in breve, a Pell è stato proibito di celebrare messa, e anche di tenere il Breviario, agli altri carcerati sono concessi la Bibbia ed il Corano, fate vobis, ieri alla messa il sacerdote ci ha lasciati di stucco, bella omelia, terminata con Sia lodato Gesù Cristo, poi la recita tutta intera sia del Confiteor (in ita),e del Credo, che per mesi era stato sostituito da un sunto che tutti leggevamo, perché mai l'avevamo visto, speréma in bén. Lupus et Agnus.
RispondiEliminahttps://www.mediasetplay.mediaset.it/video/tgcom24/loreto-il-papa-non-vuole-che-gli-si-baci-lanello-e-sfila-la-mano_FD00000000077438
RispondiEliminahttp://www.lafedequotidiana.it/la-scintilla-della-divina-misericordia-lancia-un-particolare-invito-mondiale-per-il-28-aprile/
RispondiElimina25 marzo - Annunciazione
RispondiEliminaTesto greco del Magnificat
Μεγαλύνει ἡ ψυχή μου τὸν Κύριον
καὶ ἠγαλλίασεν τὸ πνεῦμά μου ἐπὶ τῷ Θεῷ τῷ σωτῆρί μου,
ὅτι ἐπέβλεψεν ἐπὶ τὴν ταπείνωσιν της δούλης αυτοῦ.
ἰδού γὰρ ἀπὸ τοῦ νῦν μακαριοῦσίν με πᾶσαι αἱ γενεαί,
ὅτι ἐποίησέν μοι μεγάλα ὁ δυνατός,
καὶ ἅγιον τὸ ὄνομα αὐτοῦ,
καὶ τὸ ἔλεος αὐτοῦ εἰς γενεὰς καὶ γενεὰς
τοῖς φοβουμένοῖς αυτόν.
Ἐποίησεν κράτος ἐν βραχίονι αὐτοῦ,
διεσκόρπισεν ὑπερηφάνους διανοίᾳ καρδίας αὐτῶν·
καθεῖλεν δυνάστας ἀπὸ θρόνων
καὶ ὕψωσεν ταπεινούς,
πεινῶντας ἐνέπλησεν ἀγαθῶν
καὶ πλουτοῦντας ἐξαπέστειλεν κενούς.
ἀντελάβετο Ἰσραὴλ παιδὸς αὐτοῦ,
μνησθῆναι ἐλέους,
καθὼς ἐλάλησεν πρὸς τοὺς πατέρας ἡμῶν
τῷ Αβραὰμ καὶ τῷ σπέρματι αὐτοῦ εἰς τὸν αἰῶνα.
Traduzione latina della Vulgata
(versione liturgica)
Magnificat anima mea Dominum,
et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo
quia respexit humilitatem ancillae suae,
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes
quia fecit mihi magna, qui potens est:
et Sanctus nomen eius
et misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum.
Fecit potentiam in brachio suo,
dispersit superbos mente cordis sui,
deposuit potentes de sede,
et exaltavit humiles;
esurientes implevit bonis,
et divites dimisit inanes.
Suscepit Israel, puerum suum,
recordatus misericordiae suae,
sicut locutus est ad patres nostros,
Abraham et semini eius in saecula.
RispondiEliminaRicordo di mons. Lefebvre, ricorrendo il giorno della sua morte, 25 marzo 1991
Il 7 aprile 1980, egli tenne un'omelia in italiano nella Chiesa di S. Simeone Piccolo a Venezia. Estratti.
"Forse alcuni di voi hanno dentro di loro dei dubbi. Possono chiedersi perché mons. Lefebvre è venuto qui, a Venezia, senza essere stato invitato dal cardinale Cè. La mia presenza crea una situazione che, nella Chiesa, non è normale [...] Mai, mai vorrei fare qualche cosa di contrario alla Chiesa! Tutta la mia vita è stata al suo servizio: nei 50 anni di sacerdozio, di cui 35 come vescovo, non ho fatto altro che servire la Chiesa come missionario, come vescovo in Francia, come superiore generale della Congregazione dello Spirito Santo e come vescovo missionario [...] Dieci anni fa ho fondato quest'opera [la FSSPX] con l'intento di voler sempre servire la Chiesa. Perché dunque il cardinale Cè, Patriarca di Venezia, non è contento della mia venuta e non ne capisce il motivo? Che posso dirvi? Evidentemente non è contento che continui l'opera svolta sin dal giorno della mia consacrazione sacerdotale.
Non ho mai cambiato in niente, sia quando ho istituito nuovi seminari in Africa, sia quando ho visitato come delegato apostolico di S.S. Pio XII le 64 diocesi dell'Africa francese nel corso di undici anni.
Ho visitato tutti i seminari, assegnando ai vescovi diocesani anche le norme per i nuovi che venivano aperti. Non ho mai cambiato. Quello che la Chiesa ha detto nei Concili di Trento e VAticano I, non l'ho mai cambiato. Allora, chi ha cambiato? Io o il cardinal Cè? Non lo so, ma penso che considerando come vanno le cose, cioè i frutti del cambiamento avvenuto nella Chiesa a partire dal Concilio Vat. II, lo possiamo constatare coi nostri occhi di cattolici.
Potete vederlo. Come vanno oggi le cose nella Chiesa? Chiedetelo a SE mons. Pintonello, ex ordinario militare, che ha fatto un dettagliato rapporto sulle condizioni attuali dei seminari italiani: una catastrofe! Quanti seminari venduti o chiusi! Il seminario di Torino, 300 posti, è vuoto. E quanti altri ne vedete chiusi nelle vostre diocesi?.. "
Nell'omelia per il suo Giubileo sacerdotale (Parigi, 23.9.1979) aveva detto, sulla S. Messa, il cui rito non era impossibile sostituire con uno nuovo: "Certamente conoscevo, per gli studi fatti, questo grande mistero della nostra fede, ma non ne avevo compreso tutto il valore, l'efficacia e la profondità. Ciò lo vissi giorno per giorno, anno per anno, in Africa e particolarmente nel Gabon dove trascorsi 13 anni della mia vita missionaria, prima nel seminario, poi nella savana, in mezzo agli africani, tra gli indigeni[...] Quelle anime pagane, trasformate dalla grazia del Battesimo, dall'assistenza alla Messa e dalla santa Eucaristia, comprendevano il mistero del SAcrificio della Croce e s'univano a N. Signore G. Cristo; nella sofferenza della sua Croce, offrivano i loro sacrifici e i loro patimenti con NS G. Cristo, vivendo cristianamente..".
[PP]
In aramaico, come, presumibilmente fu pronunciato (essendo la Madonna, la Sedes Sapientiae, non si può escludere che possa essersi sentita spinta a recitarlo in Ebraico LITURGICO e non in aramaico, lingua parlata).
RispondiEliminaTEGGADEL NAPHìSHY ADONAY.
RispondiEliminaERRATA CORRIGE nel post in ricordo di mons. Lefbvre. Ancora sulla S. Messa.
Sono incorso in un errore di battuta. là ove ho scritto: "...il cui rito non era impossibile sostituire con uno nuovo..". E' chiaro che volevo dire, riassumendo il pensiero di mons. Lefbvre: "..il cui rito non era possibile sostituire con uno nuovo..". Impossibilità assoluta, come sappiamo per mons. Lefebvre, senza sfumature.
Sull'importanza fondamentale del Sacrificio della Messa, mons. Lefebvre così continuava:
"Ho potuto vedere villaggi di pagani divenuti cristiani trasformarsi non solo spiritualmente e sovrannaturalmente ma anche fisicamente, socialmente, economicamente, politicamente; trasformarsi perché quelle persone, da pagane che erano, diventavano coscienti della necessità di compiere il loro dovere malgrado le prove e i sacrifici, di mantenere i loro impegni e in particolare gli obblighi del matrimonio. Allora il villaggio si trasformava poco a poco sotto l'influenza della grazia e del santo Sacrificio della Messa e tutti quei villaggi volevano avere la propria cappella e la visita del Padre missionario. Come era attesa con impazienza per poter assistere alla santa Messa, potersi confessare e comunicare...Delle anime si consacravano a Dio; dei religiosi, delle religiose, dei sacerdoti si offrivano e si consacravano a Lui. Ecco i frutti della santa Messa.
Perché tutto questo? Bisogna infine che studiamo un po' i motivi profondi di questa trasformazione: è il Sacrificio. La nozione di sacrificio è una nozione profondamente cattolica. La nostra vita non può fare a meno del sacrificio da quando Nostro Signore G. Cristo, Dio stesso, ha voluto prendere un corpo come il nostro e dirci: - Seguitemi. Prendete la vostra croce e seguitemi, se volete esser salvati - e ci ha dato l'esempio della sua morte in croce ed ha sparso il suo sangue. Oseremmo noi, sue povere creature, peccatori che siamo, non seguire Nostro Signore sulla via del suo sacrificio e della sua croce?
Questo è tutto il mistero della civiltà cristiana, della civiltà cattolica: la comprensione del sacrificio nella propria vita, nella vita quotidiana, e l'intelligenza della sofferenza cristiana; non considerare più la sofferenza come un male, come un dolore insopportabile, ma condividere le proprie pene [spirituali] e malattie con le sofferenze di NS G. Cristo, guardando la Croce, assistendo alla santa Messa che è la continuazione della passione di Nostro Signore, sul Calvario".
Commento: non sono vere queste parole? Non esprimono il significato autentico della S. Messa e della visione cristiana dell'esistenza? E come mai, per esser sicuri di ritrovarli, questi significati, dobbiamo rileggere le omelie pronunciate quarant'anni fa da mons. Lefebvre?
PP
https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/tgcom24/loreto-il-papa-non-vuole-che-gli-si-baci-lanello-e-sfila-la-mano_FD00000000077438
RispondiEliminaCosì offende mortalmente le persone che in lui onorano il successore di Pietro, certo non gli baciano la mano perché ha una bella mano attraente. E' da scostumati ferire così le persone. Se mai avesse un senso ciò che fa avrebbe potuto avvisare di omettere il baciamano dando le motivazioni... ma se avesse fatto così non sarebbe stato gesuita, non sarebbe stato ambiguo e non avrebbe fatto cabaret....
Attenzione: un OT che credo sia di interesse generale. Purtroppo hanno approvato la legge-bavaglio che vieta di pubblicare su internet qualsiasi link (se non a pagamento?). I trasgressori saranno multati.
RispondiEliminaSempre avanti così verso una maggiore libertà di espressione....