Pagine fisse in evidenza

venerdì 17 gennaio 2020

Obbedienza al Papa e verità, quel che ignorano i cortigiani

Ottima sintesi sulle reazioni al libro Ratzinger-Sarah sul celibato sacerdotale. La riprendo di seguito. 

“Normalizzare”: è la parola d’ordine partita dai vertici della comunicazione vaticana, trovatasi spiazzata dalla notizia della pubblicazione del libro di Benedetto XVI e del cardinal Robert Sarah sul sacerdozio e il celibato. Quando non riesci a impedire a una persona di scompaginare le carte, allora nega che le abbia scompaginate.
E così, per normalizzare, eccoci di fronte a numerosi articoli che sostanzialmente ci dicono una cosa: il libro non dice nulla di nuovo, perché in fondo papa Francesco e Benedetto XVI/Sarah hanno la stessa visione delle cose. Il celibato? Mai Francesco ha pensato di abolirlo; al contrario lo definisce un grande dono per la Chiesa, preziosissimo. Quindi siamo tutti d’accordo.
Non si tratta di contrapporre il Papa regnante al Papa emerito, ma semplicemente di rispettare entrambi, riconoscendo quello che realmente hanno detto, anziché appiattirli a un “dolce sentire” di apparente concordia.

Esprimere filiale obbedienza al Papa, amarlo sinceramente in quanto Papa, non significa chiudere gli occhi sui problemi; perché l’amore al Papa è legato all’amore alla Chiesa e all’amore a Gesù Cristo, principio di tutto. E quando il Papa fa delle affermazioni che rischiano di disorientare i fedeli, di disgregare l’unità, che può esserci solo nella verità, come ci hanno ricordato Ratzinger e Sarah, allora l’amore deve tradursi in correzione fraterna e, se sarà necessario, in opposizione umile, sincera e forte ad eventuali decisioni errate. Il resto sono chiacchiere, che nascono da timore delle conseguenze o da cortigianeria. Quand’anche non siano frutto di un’ormai irrecuperabile e colpevole cecità.

Nessuna stravagante idea di staccarsi dalla Chiesa, di fondare “comunità di perfetti”, di irridere o offendere Francesco; ma questo non significa nemmeno accettare di entrare in quella notte dell’intelligenza dove, per dirla con Hegel, tutte le vacche sono nere. È questa l’uniformità di pensiero che si vuole imporre: quella della notte che non distingue più forme e colori.

Allora, che cosa pensa davvero papa Francesco del celibato? Che è un dono prezioso per la Chiesa e che lui non intende renderlo opzionale, come disse sull’aereo, rientrando dalla GMG di Panama e come ha ricordato Tornielli nel suo intervento su Vatican News. In quell’occasione però Francesco disse anche altro: aprì alla possibilità di pensare all’ordinazione di uomini sposati «nei posti lontanissimi, penso alle isole del Pacifico… quando c’è necessità pastorale il pastore deve pensare ai fedeli». Il che è più che sufficiente per distruggere di fatto il celibato obbligatorio, anche se poi si dice di non volerlo fare; qualcuno può avere la carità di spiegare per quale ragione la necessità pastorale dei fedeli delle isole del Pacifico non possa essere condivisa da quella dei fedeli che abitano in qualche vallata sperduta dell’Appennino, o nel mezzo di un’affollatissima città europea, dove però ormai i sacerdoti sono spariti?

Non solo, ma sempre in quell’occasione, il Papa tirò fuori, non certo a caso, il nome di Fritz Lobinger, che in un suo libro, definito dal Papa “interessante”, propone due categorie di sacerdoti: una celibe, con l’autorizzazione di esercitare i tre munera (governo, insegnamento, santificazione), e l’altra sposata, cui è concessa solo la facoltà di celebrare la Messa e amministrare i sacramenti. Dopo questa apertura, Francesco ha più volte ribadito che quella del celibato opzionale non sarà una decisione sua, che lui non si sente di prendere questa decisione; il che non impedisce che egli possa delegare i vescovi e le conferenze episcopali, laddove ci siano necessità pastorali. Ossia, ovunque. Allora cosa pensa Francesco? Mi pare evidente che egli sia disponibile a concedere, caso per caso, facoltà ai vescovi di ordinare persone sposate; perché nella sua prospettiva, questo caso per caso, non lederebbe il celibato obbligatorio.

Questa posizione è però sbagliata. Ci dicono che possiamo stare tranquilli, perché non si tratta dell’abolizione del celibato, quasi che qualcuno pensi che il Papa, domani mattina, decida di proibire l’ordinazione di persone celibi... Siamo seri. Certo che non si tratta di questo né si tratta dell’abolizione, per via normativa, del celibato obbligatorio. Quello che si sta prospettando è invece il mantenimento della norma - la “lettera che uccide”! - del celibato obbligatorio nella Chiesa latina, affiancato da disposizioni di ordine pastorale che permetterebbero l’ordinazione di uomini sposati, che continuano ad usare del matrimonio, per assicurare i sacramenti laddove mancano i sacerdoti celibi. Per sollevare ulteriormente Francesco da eventuali titubanze, il Sinodo sull’Amazzonia ha escogitato la proposta di scegliere questi candidati tra i diaconi permanenti. Quindi Francesco rimarrebbe fedele alla sua affermazione: «Il celibato opzionale prima del diaconato no», perché se si  concretizzasse la proposta del Sinodo amazzonico avremmo paradossalmente un celibato opzionale “dopo il diaconato”!

Ma è proprio questo che il cardinal Sarah e Benedetto XVI vengono a correggere con il loro libro, mettendo in luce che è di origine apostolica il fatto che i candidati al sacerdozio devono promettere di custodire il celibato, oppure, se sono sposati, di vivere in perfetta continenza. Per il Papa emerito, «lo stato coniugale riguarda l’uomo nella sua totalità; siccome il servizio del Signore esige ugualmente il dono totale dell’uomo non risulta possibile realizzare simultaneamente le due vocazioni».
Quindi, l’affermazione che tra la posizione sul celibato di Benedetto XVI e quella di Francesco c’è sostanziale continuità risulta o superficiale o tendenziosa.

Tornielli cerca di insinuare il mantra che «il celibato sacerdotale non è e non è mai stato un dogma», ma «una disciplina ecclesiastica della Chiesa latina che rappresenta un dono prezioso», gettando fumo negli occhi per disorientare e facendo finta di non sapere che quella del celibato e della continenza sono discipline che discendono da verità di fede, che le incarnano, che le rendono visibili; e che quindi, colpendo queste, è proprio il dogma a sparire dall’orizzonte: constatare che i sacerdoti rinunciano al matrimonio per Cristo e per la Chiesa, mette sotto gli occhi di tutti la realtà della Chiesa.

Maccioni su Avvenire si mette in scia: «Papa Francesco non ha intenzione di modificare la dottrina sul celibato sacerdotale. Più semplicemente [...] ha ventilato la possibilità che, in alcune comunità cristiane isolate e difficilmente raggiungibili, possano ricevere l’ordinazione sacerdotale dei “viri probati”». Ma chi pensano di prendere in giro? Cosa ce ne facciamo noi di una dottrina che non si incarna da nessuna parte? Di una dottrina chiusa sotto chiave e messa sotto vuoto, per non essere alterata, ma che in concreto non c’entra niente con la vita della Chiesa? E che viene di fatto contraddetta dalla disciplina?

È chiaro che Francesco non ha ancora preso posizione sulla richiesta avanzata dal Sinodo sull’Amazzonia; ma è altrettanto chiaro che tutta questa corsa ai ripari della Sala Stampa vaticana e degli altri “sudditi” fa perfettamente capire quale piega stava prendendo quella decisione. Qualunque cosa accada, Benedetto XVI ci ha confermati nella fede della Chiesa: a questo ci dobbiamo attenere. E non perché sia la sua voce autorevole a dircelo, ma perché questo è l’insegnamento di Cristo e degli Apostoli. (Luisella Scrosati - Fonte)

28 commenti:

  1. Sempre originali i commenti di padre Cavalcoli che vede al centto della vicenda il malinteso tra Sarah e Ratzinger.
    Malinteso??? Più che malinteso tra i due, certamente indebite pressioni su Benedetto che lo hanno obbligato a ritrattare in parte. Le lettere pubblicate dal Cardinale mostrano pienezza d'intenti e piena consapevolezza circa la pubblicazione del libro.

    RispondiElimina
  2. Brutta storia quella che si va prefigurando all'orizzonte della Chiesa Cattolica riguardo al clero uxorato. Non possiamo dimenticare che già prima del 1054, anno ufficiale in cui si stabilisce lo scisma d'Oriente, era maturato un attrito importante tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica in merito proprio alla questione del celibato ecclesiastico. Possiamo dire che il celibato ha segnato il filo di frattura tra due visioni diverse di dottrina, di teologia e di fede. Fu solo dopo la rottura con Roma, che la chiesa ortodossa ammise la compatibilità fra il sacramento dell'ordine sacerdotale e quello del matrimonio, per cui vennero ordinati preti anche persone sposate, purchè avessero preso moglie prima. Tuttavia, il celibato venne mantenuto per i vescovi .
    Fu in questa circostanza che gli ortodossi, dopo aver consumato lo scisma, cambiarono anche la disposizione riguardo il sacramento del Matrimonio. Infatti, fu ammesso per i laici il divorzio ed eventuali nuove nozze.
    Sembra che la storia stia ripercorrendo un cammino inverso che, sicuramente, potrebbe sfociare in un pericoloso scisma tutto cattolico di cui la modifica del celibato potrebbe essere la scintilla.
    Che ci sia un tentativo di inculturazione protestante dei Sacramenti cattolici è inopinabile. Ciò che maggiormente delude è l'ignoranza che impera in chi dovrebbe, invece, essere un Dottore all'interno della Chiesa. Da più parte si sta facendo passare che il celibato sacerdotale cattolico sia nato in tempo di Medioevo (un modo malvagio per segnare negativamente la scelta). Invece, è bene ricordare che per la cattolicità il celibato ecclesiastico fu legge dal Concilio di Nicea del 325 e il motivo fu quello di restare in fedeltà a quanto detto da Paolo che afferma che l'uomo e la donna non sposati si dedicano alle cose del Signore così come piace al Signore.
    Il celibato non è legato alla questione di lana caprina di prendere o non prendere moglie, ma bensì al restare o meno "CONTINENTE". Paolo già metteva in guardia che chi non riusciva ad essere continente: è BENE PER LUI CHE PRENDA MOGLIE (meglio sposarsi che ardere).
    IL MOTIVO DELLA CONTINENZA? Perchè Il servizio al Signore è esclusivo e non condivisibile con una famiglia. Ricordiamo come lo stesso Pietro pone la questione al Signore in merito alla ricompensa di chi ha lasciato tutto per seguirlo.
    La scelta di lasciare tutto (Moglie, figli, campi, case etc) è stata una scelta o una condizione?
    E' evidente che sono entrambi. E' una scelta del discepolo in quanto è una condizione dettata dal Maestro. Non si poteva essere discepoli di un uomo che era come le volpi, cioè senza una fissa dimora, avendo legami di stabilità familiare.
    La rinuncia, anche solo parziale, al celibato ecclesiastico è in discontinuità con la tradizione apostolica e rinnega la dottrina cattolica sul sacerdozio.
    Mi sembrano buoni motivi, pure troppi, per dire nella libertà del Figli di Dio: "Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo" un simile scempio della Santa Chiesa Cattolica.
    E' evidente che coloro che approveranno e seguiranno una simile mutazione genetica dell'insegnamento della Chiesa e della santa Tradizione Apostolica, si mettono, di fatto, fuori dalla comunione con la Fede Cattolica di sempre.
    Mario Proietti

    RispondiElimina
  3. Da un post di Antonio Socci:

    RETROSCENA: ECCO COME SONO ANDATE LE COSE. IL FURORE DEL DESPOTA CONTRO IL PAPA CATTOLICO
    .
    Attendibili fonti interne al Vaticano ricostruiscono così la vicenda. Il libro "Dal profondo dei nostri cuori" è chiaramente di Benedetto XVI e del card. Sarah (come peraltro dimostrano inequivocabilmente le lettere fra i due rese note da Sarah). Tutto era deciso e concordato di comune accordo fin dall'inizio.
    L'altroieri - quando è stata anticipata la parte in difesa del celibato ecclesiastico - in Vaticano è scoppiato il finimondo perché Bergoglio era furente.
    Infatti quel pronunciamento così autorevole di Benedetto XVI impedisce a lui di picconare il celibato ecclesiastico come avrebbe avuto intenzione di fare nella prossima Esortazione postsinodale.
    Allora LUI IN PERSONA ha convocato mons. Gaenswein, che è segretario di Benedetto XVI, ma anche prefetto della Casa pontificia di Bergoglio e - furioso - gli ha ORDINATO di far togliere il nome di Benedetto XVI dalla copertina di quel libro (non potendo pretendere di cambiare i testi del libro).
    Bergoglio pretendeva una sconfessione piena e totale. Per questo la prima notizia filtrata parlava di fonti "vicine a Benedetto XVI" secondo le quali Benedetto non aveva scritto un libro a quattro mani con Sarah, né approvava la copertina (cioè la sua firma al volume).
    Questo però non era vero e Benedetto XVI non poteva accettare di dire il falso accusando così implicitamente il card. Sarah di averlo coinvolto senza il suo consenso. Né papa Benedetto aveva nessuna intenzione di rimangiarsi quanto aveva scritto in difesa del celibato in quel volume.
    Infatti il card. Sarah ha subito rese note le lettere intercorse fra loro, che dimostravano che il libro è stato voluto da entrambi, e certamente le ha rese note con il consenso di Benedetto XVI. Per ristabilire la verità.
    D'altra parte Benedetto si è trovato anche nella necessità di mettere al riparo il suo segretario dalle "vendette" sudamericane, visto che aveva ricevuto un ordine perentorio di Bergoglio.
    Così è stata adottata questa soluzione di compromesso: nelle edizioni del libro successive alla prima l'autore del libro sarà il card. Sarah "CON IL CONTRIBUTO DI BENEDETTO XVI". Il testo del libro in ogni caso rimane eguale.
    Con questo pasticciato compromesso la corte bergogliana può far dire ai media che "Benedetto XVI ha ritirato la firma dal libro"(anche se non è vero) e però di fatto il libro resta tale e quale, con la firma di Sarah e il nome di Benedetto XVI autore delle parti concordate.
    Una bruttissima storia di prepotenza clericale che alla fine punta ad imbavagliare Benedetto XVI.
    RESTA TUTTAVIA LA QUESTIONE DI FONDO: SE BERGOGLIO, NELLA SUA ESORTAZIONE, DA' IL COLPO AL CELIBATO (CON L'ORDINAZIONE DEI "VIRI PROBATI") DI FATTO SI PONE IN CONTRASTO DIRETTO CON LA DOTTRINA DELLA CHIESA RIBADITA IN QUESTI GIORNI DA PAPA BENEDETTO XVI. QUINDI SI ASSUME LA RESPONSABILITA' DI UNO STRAPPO GRAVISSIMO E GRAVIDO DI CONSEGUENZE.
    Antonio Socci

    RispondiElimina
  4. Breve riflessione.

    Il gesuitismo è sempre stato un modernismo in tonaca, almeno finché non ha abolito anche la tonaca.

    Per cui da un gesuitante non ci si può aspettar altro che "io difendo X però nei casi particolari si deve poter fare il contrario di X". Allora tutti immediatamente capiscono che hanno solo da trovare una scusa per autoqualificarsi "un caso particolare" ed è fatta. Proprio come fanno puntualmente tutti gli sposi che vanno a prenotare una chiesa "carina" per celebrare il matrimonio: "sa, il nostro è un caso particolare", (sottinteso: vogliamo una scenografia adatta a un servizio fotografico da sogno e vogliamo pagarla il meno possibile), "esigiamo di fare una cosa un po' particolare" (sottinteso: vogliamo essere fuori dagli schemi perché gli schemi sono una robetta da rubricisti).

    Il casuismo gesuitico ha preso definitivamente piede - toh, che sorpresa - con l'esecrabile Conciliabolo Vaticano II, il "concilio pastorale" in cui ciò che era buono non era nuovo, e ciò che era nuovo non era buono. A che pro dire che "si deve fare X ma in casi particolari, a giudizio dell'ordinario del luogo e delle circostanze, si può fare il contrario di X" ? Il furbastro di turno comincerà a leggere dalla particella sgarrupativa "ma" in poi, dopo aver premesso che il suo è un caso particolare e che le circostanze lo consigliano. Il poveraccio di buona volontà (cioè l'unico che si ostina a non voler fare il furbo) è costretto a fingere di aver smesso di leggere un attimo prima della particella sgarrupativa "ma",, col risultato che per poter essere cattolici bisogna fingere e sperare che nessuno venga a romperti i cosiddetti infliggendoti un po' del "contrario di X" in nome della diversità di sensibilità da far rispettare a tutti i costi (ricordiamoci che la quintessenza del modernismo è riconoscere all'errore gli stessi diritti della verità).

    La tragedia si evolve sempre inevitabilmente in farsa, cosicché in tanti si rifugiano nell'idea mielosa secondo cui l'alternativa al bergoglismo sarebbe nientemeno che... Benedetto XVI - che non è stato certo un ottimo Papa, ma all'autoeletta tifoseria papista piace atteggiarsi a "poveracci di buona volontà" che fingono di non conoscerne le clausole sgarrupative. Solo che così fanno il gioco del nemico, perché se io ti rubo 100 e poi il mio successore ti restituisce 5-10-30, non ti ha reso giustizia (te ne ha resa al massimo il 30%) e tanto meno ti ha reso più ricco (come sarebbe invece stato suo dovere). C'era bisogno di un Papa che raddrizzasse la barra del timone ratzingeriano (più quello woytiliano, più quello paolosestiano: "Credo nell'Uomo!", più quello lucianiano...), e invece è arrivato il Bergoglio. Per cui i sullodati tifosi, nella loro suprema stupidità, gioiranno nel vedere che il successore di Bergoglio sarà un moderato, magari addirittura un conservatore, che correggerà il 5, 10, 15, anzi, il 30 per cento delle bergogliate, lasciando consolidare definitivamente il rimanente 70%... e dimenticando che da Giovanni XXIII in poi è sempre stato tutto un -100 +30, -110 +20, -140 +10... avanti così, facciamoci (ulteriormente) del male...

    Anche se qualche buon sacerdote ci consiglia di pregare per Bergoglio («affinché il Signore gli apra gli occhi... oppure glieli chiuda»), il grande castigo ce lo beccheremo ugualmente a causa di ciò che la gerarchia cattolica ha messo in essere da più di mezzo secolo. Il preconcilio non era certo l'eldorado della fede, ma le porcate non erano così numerose, così grosse, e così pubbliche: siamo davvero al "si salvi chi può" (e non parliamo di certe scialuppe già salpate quasi vuote per certa mentalità aristocratica).

    RispondiElimina
  5. @ E.P. Dubito fortemente che il successore di Bergoglio sarà un moderato o un conservatore. Il conclave è blindato dagli ultramodernisti. I vescovi tedeschi ormai fanno pesanti pressioni su Bergoglio che non è evidentemente riuscito a fare quello che chiedono. La Chiesa è sull'orlo della bancarotta, gli americani non danno più soldi, i tedeschi sono gli unici che ne hanno. Quindi mi pare che i conservatori ormai siano tagliati fuori e il compromesso con i progressisti che è durato fino all'elezione di Bergoglio sia saltato definitivamente. Ormai gli ulramodernisti hanno in mano tutto: diocesi, conferenze episcopali e università. Tante persone nate dopo il Concilio devono a Benedetto XVI se,anche sporadicamente, possono andare alla Messa Tridentina. Si possono criticare tantissime sue scelte e posizioni. Ma almeno questo credo gli vada riconosciuto.

    RispondiElimina
  6. La vigna devastata.
    https://leonardolugaresi.wordpress.com/author/leonardolugaresi/

    A parer mio i commenti a questo articolo ( apparentemente innocuo )sono molto interessanti , ne estrapolo uno :

    Maria Cristinaha detto:16 gennaio 2020 alle 10:05
    “prendeteci le volpi, le volpi piccoline
    che guastano le vigne
    perchè le nostre vigne sono in fiore”
    CANTICO DEI CANTICI 2,15

    Il significato simbolico è ancor più rilevante se si pensa che questo “sradicamento della vigna” posta intorno alla statua del Buon Pastore , la vigna donata a Benedetto XVI nei Giardini di Castel Gandolfo , segue di poco tempo alla celebrazione in pompa magna nei Giardini Vaticani di un idolo di origine peruviana estraneo alla religione cattolica ma assurto a simbolo del Sinodo sull’Amazzonia.
    La Pachamama riverita, la Vigna sradicata. in queste due immagini è tutto il dramma dei nostri tempi che (secondo me ) ha un solo nome, terribile : apostasia.
    e dobbiamo guardare la realtà con occhi limpidi e non illuderci, e non rifugiarci in eufemismi, non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
    Dobbiamo difenderci.

    RispondiElimina
  7. @ E.P.
    "...dimenticando che da Giovanni XXIII in poi è sempre stato tutto un -100 +30, -110 +20, -140 +10... avanti così, facciamoci (ulteriormente) del male..."

    Così è.

    @Anonimo
    "...Si possono criticare tantissime sue scelte e posizioni. Ma almeno questo credo gli vada riconosciuto."

    Sì, questo gli va riconosciuto. Sperando per lui che 'questo' non sia stato tatticismo ma, il segno di un progressivo ripensamento/pentimento, davanti a Gesù Cristo, della sua vita di consacrato.

    RispondiElimina
  8. Se non ci fosse problema, allora il libro in questione sarebbe stato accolto calorosamente e con entusiasmo, come un incoraggiamento a Papa Francesco di andare avanti, e invece sembra che abbia rotto le uova nel paniere.
    L'offensiva modernista sembra abbia subito un arresto imprevisto anche se si presume solo temporaneo. Ma un arresto comunque prezioso perché i modernisti sembrano avere fretta.
    I Vescovi tedeschi sembra non stiano più nella pelle e rischiano di mettere, loro sì, il Vaticano di fronte a un fatto compiuto, a uno scisma di fatto, e allora il Vaticano dovrà esprimersi: o con quelli che i modernisti chiamano tradizionalisti, ma che sono solo semplici FEDELI, o con gli scismatici.
    Potrebbe allora accadere che (ma la mia è solo un'ipotesi che non so nemmeno quanto sia canonicamente possibile), poiché i veri fedeli non fanno lo scisma e rimangono a testimoniare che il Catechismo della Chiesa, che dichiara ad esempio che il matrimonio omosessuale è inammissibile, non è modificabile, che alcuni cardinali, a causa della fretta messa dalle pressioni degli ambienti ultra modernisti, prendano una posizione CHIARAMENTE a favore dell'eresia.
    A questo punto, se muore il Papa (prima o poi tocca a tutti), potrebbero essere indetti due conclavi: uno dai modernisti ormai chiaramente eretici, e uno da chi è rimasto fedele.
    Non so però se è ammesso dal Codice di Diritto Canonico... Ma la resistenza, in questo caso, è già un'azione di "guerra" a difesa della verità.

    RispondiElimina
  9. Un professore di teologia è stato licenziato perché ha condiviso un post critico su Bergoglio. Immaginate la reazione dei media se fosse successo per aver criticato Benedetto XVI. I media continuano a tacere sulla repressione del regime di Bergoglio.
    https://www.lifesitenews.com/news/catholic-prof-fired-by-bishop-after-posting-online-viganos-criticisms-of-pope-francis

    RispondiElimina
  10. https://www.marcotosatti.com/2020/01/16/pezzo-grosso-su-scalfari-salvate-il-soldato-jorge-mario/

    Come è riuscito Scalfari ad impossessarsi di ben tre pagine per non dire nulla di nuovo o importante? O meglio, cosa ha voluto dire in realtà? Bisogna riflettere.

    Nella redazione di Repubblica Scalfari non lo sopporta più nessuno, lo riesumano solo se può far vendere qualche copia in più o se ricevono una telefonata da un –Soros- che spiega l’opportunità di un articolo del ricchissimo fondatore.

    E l’opportunità di oggi è piuttosto evidente: salvare Bergoglio. Oggi questo articolo non ha altro contenuto che quello di far sapere chi protegge Bergoglio, e che non lo si deve toccare (ancora..).

    Nessuno crederà a quanto scritto da Eugenio, solo servirà a far sapere che, chiamato “santità” da Scalfari, il Papa risponde : “Non mi chiami sempre così. Preferisco papa Francesco o addirittura semplicemente Francesco. Siamo amici,no?”.

    Il pezzo di oggi in realtà serve a dichiarare la fine di Bergoglio-Papa. Non ha saputo gestire neppure Ratzinger e Sarah.

    Imperdonabile. Si è dovuto far intervenire Ganswein!

    Intollerabile. La delusione è ai massimi livelli, oggi ha persino necessitato ben tre pagine di Repubblica per esser salvato, troppe. Va sostituito. Ce lo dice Scalfari in modo “endovenoso”. Se Bergoglio afferma che c’è un Dio unico (si leggano le prime righe dell’articolo), il Papa della religione del Dio unico non può esser cattolico. La sollecitazione del card. Hummes ci fa prevedere che manca poco alla provocazione scismatica. Poi Bergoglio verrà sostituito. Vedrete..

    PG

    RispondiElimina
  11. "[...]Nella Chiesa si è ormai diffusa l’idea che questo pontificato voglia cambiare molte cose dottrinali ribadendo però la dottrina. Molti pensano che sia solo una tattica, altri, andando più in profondità, pensano che sia un modo di pensare, teologicamente alimentato. Per questo motivo quando il papa afferma che il celibato è una ricchezza, per molti non significa che non ci saranno cambiamenti sul celibato e non si sentono rassicurati. Se il celibato è una ricchezza, perché il papa ha permesso che nei documenti del sinodo dell’Amazzonia si dicessero molte cose in contrasto con ciò? Perché ha permesso che fior di cardinali rivendicassero una universalizzazione di una eventuale approvazione dei preti sposati in area amazzonica? Perché ha iniziato un processo di discussione se non aveva la minima intenzione di cambiare le cose sul celibato? Simili osservazioni inducono molti a pensare che i cambiamenti verranno, nonostante il papa abbia detto che il celibato è una ricchezza e come tale non si tocca, e che questi cambiamenti si estenderanno a tutta la Chiesa"[...].
    (Stefano Fontana)

    RispondiElimina
  12. SI PERDE IL PAPATO PER MANIFESTA E NOTORIA ERESIA… MALEDETTO SIA TU CHE TACESTI* ! ! !

    «Si può “perdere” il pontificato, non solo con la morte… ma anche in caso di manifesta e notoria eresia» (cfr www.aldomariavalli.it/2020/01/17/il-vero-pasticcio-la-coabitazione-dei-due-papi).

    È urgente, necessario, che tutti, VESCOVI**, sacerdoti e laici, non si facciano più impressionare dai cattivi consiglieri...

    dalle teatrali messe in scena, dalle diaboliche menzogne, dagli errori alla moda che mirano a svalutare il celibato sacerdotale.

    In questi tempi difficili l’unico timore che ciascuno dovrà avere sarà di sentirsi dire un giorno da Dio «quella dura parola con riprensione […]: “maladetto sia tu che tacesti”.

    Oimè, non più tacere!

    Gridate con cento migliaia di lingue.

    Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli è il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè […] il sangue di Cristo, che è dato per grazia […].

    Non dormite più in negligenzia; adoperate nel tempo presente ciò che si può» (cfr www.marcotosatti.com/2020/01/16/maladetto-sia-tu-che-tacesti-lappello-di-benedetto-e-di-sarah).

    SENZA PIÙ INDUGIO ALCUNO… ANDREBBE RIPRESO CON VIRILE CORAGGIO E DECISIONE, IL PROCEDIMENTO CANONICO “INSPIEGABILMENTE” INTERROTTO ED ABBANDONATO IL 7 APRILE 2018 A ROMA (cfr www.marcotosatti.com/2018/04/09/chiesa-dove-vai-il-testo-del-card-burke-al-convegno-del-7-aprile) ! ! !
    ____________________

    (*) FIN DAL 2016, visto che - avendo Bergoglio in persona ufficializzato l'eretica interpretazione della CA Amoris Laetitia con l’iscrizione negli Acta Apostolicae Sedis di una lettera privata ai vescovi argentini (www.lanuovabq.it/it/lettera-del-papa-ai-vescovi-argentini-pubblicata-sugli-acta «non sono possibili altre interpretazioni») - già c'erano gli estremi per la dichiarazione di manifesta eresia e, quindi, anche per la dichiarazione di decadenza ipso facto dal Ministero petrino!

    (**) GUIDE DEL POPOLO DI DIO

    Il compito di un Vescovo è prima di tutto quello di annunciare il Vangelo.

    La figura del Vescovo deriva in tutti i sensi dagli apostoli, i compagni di Gesù, coloro i quali vissero al suo fianco il breve tempo della sua vita mortale e che da lui ricevettero il compito di predicare la Parola e testimoniare il Suo messaggio nel mondo.

    I Vescovi sono dunque investiti da Cristo in persona del compito di guide del popolo di Dio.

    Con la consacrazione episcopale si raggiunge la pienezza del sacramento dell’ordine, ovvero il vertice del sacerdozio, e con essa la missione di santificare, insegnare e governare (cfr www.holyart.it/blog/accessori-liturgia/ruolo-del-vescovo-nella-chiesa-cattolica; www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroII_375-380_it.html).

    RispondiElimina
  13. Se Gesù è solo un uomo (per quanto così eccezionale da aver ispirato i migliori sentimenti umani), ogni soprannaturalità è definitivamente perduta e l'orizzonte è solo terreno.

    L'umanità è il solo ambito di riferimento, la terra la sola casa comune che ci riguardi.

    La realtà stessa di Dio, rivelata da Gesù, si dissolve in un'idea che può sbizzarrirsi in una varietà di immagini e confessioni che supera ogni esclusività del ruolo di Gesù.
    Il Dio che si è fatto uomo è una bella idea per l'ideale dell'uomo di farsi Dio.

    Allora ogni uomo è un "cristiano anonimo", la Chiesa affidata a Pietro non esaurisce e non identifica la via per la salvezza e si è tutti giustificati e tutti figli di Dio, bastando alla salvezza il seguire la propria coscienza.
    In effetti, se Gesù è solo un uomo, perché no?
    L'inconsistenza di ogni pretesa dogmatica fa il paio con l'anelito umano di eternizzarsi.

    Il sacerdote non ha alcun bisogno di donarsi in un modo speciale al Signore, anche perché non deve dimostrare niente a nessuno, ma vivere secondo la propria coscienza. Se è cristiano anche chi non crede a Cristo, è sacerdote anche chi non vive un "ufficio sacro".
    In pratica di sacro non c'è nulla, salvo sacralizzare la terra, l'ambiente, le creature.

    Dio diventa una proiezione dell'io, Gesù Cristo una scusa per parlare d'altro.
    La vita eterna è automaticamente felice perché non c'è più alcun peccato, paradossalmente dissolto proprio da Gesù, che però: 1) non è Dio 2) è uno dei tanti modi di dire Dio.
    Tutti in paradiso, vivendo "secondo coscienza", ma guai se non la pensi così...

    Funziona così quando la misericordia è solo umana, perché non è quella VERA.
    Non è vera perché non è umile, dato che la creatura superbamente fa a meno di Dio.

    Le letture della Santa Messa odierna dicono che Dio già nell'Antico Testamento (episodio di Samuele) lasciò che l'uomo andasse per la sua strada, pagandone il fio.
    Il Signore disse a Samuele: "Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro".

    Nel Vangelo Gesù fa chiara la differenza tra il guarire il corpo dai malanni terreni e guarire l'anima dai malanni eterni. Ma chi non adora più nulla, se non se stesso, chi ha a cuore solo le stampelle, le bende e il cloroformio dell'ospedale da campo, si merita le terribili parole che Dio suggerì a Samuele (il katechon che viene rimosso...).

    Che Dio ci perdoni! Sia fatta la Tua Volontà, Padre. Se sarà severa, ce lo meritiamo.

    RispondiElimina
  14. L'offensiva modernista sembra abbia subito un arresto imprevisto anche se si presume solo temporaneo.

    Dire arresto mi pare eccessivo ottimismo. Andranno avanti comunque. Cose come il libro di cui stiamo discutendo non servono tanto ad arrestare l'offensiva, ma a salvare qualche anima in più facendo capire che ci sono cose che non vanno. Al punto in cui siamo i modernisti andranno avanti comunque, fino all'estremo.

    RispondiElimina
  15. Dovremmo cominciare, quando citiamo un giornale, una televisione, mettere tra parentesi i nomi dei proprietari del giornale, delle riviste, delle televisioni. Se i proprietari non compaiono con il loro nome e cognome ma, con la società, bisognerebbe scrivere tra parentesi chi sono i maggiori azionisti e nome e cognome dell'a.d. di quella stimata società. Questo perché parliamo sempre sul generico, i padroni del discorso hanno infatti nome e cognome. Come hanno nome e cognome i poteri forti, cioè nomi e cognomi di quelli che sono dietro a club, società, situate nell'alto della scala sociale tra nubi di vaghezza impenetrabili e con rassicuranti nomi filantropici di ogni tipo, cominciando da quelli cattolici. Da questa conoscenza del nome e del cognome si può ricavare un ritratto chiaro delle loro connessioni ed in un secondo tempo delle loro connessioni con l'esterno. Tanto per scendere sul concreto, uscire dal magico ambiente evocativo della parola che fa da schermo oscurante e cominciare a dire pane al pane e vino al vino. Così facendo magari veniamo a conoscere tante brave persone veramente interessate al prossimo che meritano stima ed onore, magari no. Comunque sia, è tempo di uscire dalle narrazioni del dico e non dico, del dico migliorativo per me e dico peggiorativo per gli altri, sia in campo teologico che in campo politico.

    RispondiElimina
  16. Tutto bene in teoria. La domanda vera però è: qual è la percentuale di sacerdoti che riesce veramente a vivere in castità? (certo è inferiore a quella dei monaci)

    RispondiElimina
  17. Obbedienza al papa non all'impostore sudamericano o ai falsi prelati dello scempio idolatrico che è indegno definire sinodo ma che certamente è validamente amazzonico e neppure lontanamente cattolico.

    Si continua a dissertare sulle vane esternazioni di prelati della Guinea dimissionari della Baviera ed eretici di Argentina mentre la Chiesa va in malora.

    RispondiElimina
  18. Il diritto canonico prevede un conclave cattolico? o no? Ovvero prevede che i cattolici possano essere infedeli a Cristo ed al Suo Vangelo o no? O ancora il diritto canonico prevede che la democrazia vinca sulla Monarchia di Gesù Cristo? O no? O meglio il diritto cannonico tutela il Vangelo o tutela l'antivangelo? Tutela Cristo o tutela Lucifero? Io la risposta cE l'ho INFALLIBILE. Uno scisma tutto cattolico stavolta? Nel 1050 o con Lutero, lo scisma non fu tutto cattolico? Anche qui la risposta ce l'ho.

    RispondiElimina
  19. Il libro non servirà ad arrestare l'offensiva, vero, ma se i gerarchi non avessero combinato un vero e proprio lìo, non se lo sarebbe filato nessuno, con o senza foto in copertina e cineserie varie, invece così è diventato un best seller in tutto il mondo e verrà letto da milioni di persone, speriamo porti frutti, perché in ultima analisi difende la Verità, cioè quello che la chiesa ha sempre detto, alla faccia di Pachamama, Viracocha, Quetzalcoatl e tutte le cosmogonìe amerindie.

    RispondiElimina
  20. "...qual è la percentuale di sacerdoti che riesce veramente a vivere in castità? (certo è inferiore a quella dei monaci)"

    forse le domande sono due: quanti sacerdoti sono veramente vocati?
    Quanti sacerdoti arrivano vergini alla consacrazione?

    Un sacerdote vergine, con chiara vocazione, difficile che cada nella fornicazione.
    Se verginità e vocazione sono incerte la via della tentazione è aperta e con la tentazione la caduta diventa possibile se non certa.

    Ora si tende a far fare prima 'le esperienze' quasi a voler mettere al riparo, dopo, dall'erotismo compulsivo. E' esattamente il contrario. Prima bisogna custodire con ogni attenzione la vocazione e portarla a piena maturazione poi, naturalmente tutto l'ambaradam erotico passa in seconda, terza, quarta...ultima fila, fino a scomparire dalla vista fisica, immaginativa e dalla speculazione dell'intelletto.

    RispondiElimina
  21. *Ecco cosa succederebbe ad un Papa che distruggesse il celibato sacerdotale.*

    _La Beata Vergine Maria a Santa Brigida di Svezia._

    «Scopri che se un Papa si mostrasse incline ad autorizzare il matrimonio dei sacerdoti, trarrebbe un giudizio terribile; Dio lo colpirebbe con cecità spirituale e sordità; non potrebbe dire altro, né fare né gustare dell’ordine soprannaturale; e inoltre, dopo la sua morte, la sua anima sarebbe gettata nelle profondità dell’inferno, per rimanervi eternamente in preda dei demoni. Sì, anche se il Santo Papa Gregorio avesse stabilito questa legge, non avrebbe mai ottenuto misericordia davanti a Dio, se non l'avesse umilmente ritirata prima di morire».

    Santa Brigida di Svezia, "Rivelazioni", VII, 10.

    RispondiElimina
  22. ''Il celibato è uno scandalo per il mondo, perché è l’affermazione che Dio non sia un’idea, ma un Essere vivente al quale si può donare tutto il corpo, tutto il cuore, tutta la capacità di amare.''

    Card. Robert Sarah

    RispondiElimina
  23. Poveri ottuagenari ,neanche l'età avanzata riesce ad aver ragione delle loro eresie.Capirei fossero dei giovanotti ma così è veramente qualcosa di terribile.Andranno avanti?Ma avanti fin dove e per quanto tempo ancora ?

    RispondiElimina
  24. Anonimo delle 15 e 04:

    come io non ho ben capito molto bene quello a cui vuole alludere, penso che lei non abbia ben capito i termini dei miei dubbi. Probabilmente per poca mia chiarezza.
    Rimedio.

    Volevo dire: se muore il Papa e la maggioranza dei cardinali, sebbene non siano non scomunicati né dichiarati ufficialmente eretici, sono CHIARAMENTE eretici perché hanno CHIARAMENTE manifestato il loro pensiero in contrasto con alcuni articoli della fede, i cardinali che hanno mantenuto la fede incorrotta possono, a norma di legge canonica, indire un conclave tra cardinali fedeli?

    E se lo facessero, che validità avrebbe questo conclave?

    Naturalmente, se nel frattempo sono ufficialmente diventati scismatici, il problema non sussiste, in quanto sono ufficialmente scomunicati e perciò fuori dalla Chiesa e non sarebbero più nemmeno cardinali.

    RispondiElimina
  25. Tutto pronto per i preti sposati e per l'introduzione nel Catechismo dei "peccati ecologici"? Qualunque decisione abbia preso il pontefice argentino, i prossimi mesi saranno interessati da una dialettica interna continuativa. Così come accade da sette anni a questa parte.

    RispondiElimina
  26. Pietro, me lo chiedo da molto tempo...

    RispondiElimina
  27. Il primo virtuosismo "ecologico" cioè adorare un idolo, la "madre terra" , per i nuovi adoratori degli inferi, continua ad essere riproposto. Apprendo infatti che ieri, durante una veglia eucaristica nel Santuario di San Giovanni Rotondo e tra le prime preghiere, hanno invocato la «madre terra»! Non la Madre di Dio, Maria Santissima!
    Vescovi, preti e fedeli del luogo, non fate sentire la vostra voce?

    RispondiElimina
  28. Comincio a credere che l'ignoranza sia stata coltivata ad arte sia nella religione, sia nella vita sociale in tutti i suoi aspetti. Se non fosse esistita questa ignoranza diffusa e questa corruzione morale, nessuno avrebbe potuto ridurre interi popoli a questa insignificanza decaduta e decadente.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.