Nessun complotto: è tutto alla luce del sole. Spiegano da anni a chi vuol ascoltare qual è il progetto che perseguono e lo mettono per iscritto in libri a disposizione di tutti. In particolare, spicca l’attivismo editoriale del Forum Economico Mondiale di Davos. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica e il transumanesimo.
Davos, la Grande Narrazione & il Grande Inquisitore
Tutto si può dire delle oligarchie globaliste, fuorché manchino di chiarezza. Nessun complotto: è tutto alla luce del sole. Spiegano da anni a chi vuol ascoltare qual è il progetto che perseguono e lo mettono per iscritto in libri a disposizione di tutti. In particolare, spicca l’attivismo editoriale del Forum Economico Mondiale di Davos e del suo gran ciambellano, Klaus Schwab. Nel 2016 pubblicò La quarta rivoluzione industriale, seguita tre anni dopo da Governare la Quarta Rivoluzione Industriale. In quel lasso di tempo si è rafforzato il cosiddetto “partito di Davos”, dalla località alpina in cui si tengono gli incontri delle élite economiche, finanziare, tecnologiche e politiche del pianeta.
Nel 2020 la svolta, in concomitanza con l’inizio dell’operazione pandemia. Il lancio in grande stile del Grande Reset, la grande cancellazione e il reinizio di tutto, sotto la direzione degli Illuminati di Davos, la montagna incantata del globalismo. Ecco dunque in libreria il terzo capitolo della saga mondialista, Il Grande Reset, l’annuncio e l’esposizione del gigantesco programma di ristrutturazione dell’ordine economico, finanziario e antropologico a favore dei super ricchi, diventati padroni universali, sintetizzato nello slogan “non avrai nulla e sarai felice” indirizzato ai sudditi del feudalesimo del Terzo Millennio. Dalla dittatura comunista del proletariato alla dittatura liberale del padronato.
Quanto al dopo epidemia, il vegliardo di Davos – una sorta di Grande Inquisitore post moderno – è stato formale: non ci sarà alcun ritorno alla condizione pre Covid. È solo colpa nostra se non prestiamo ascolto a ciò che ci viene spiegato senza misteri. Restiamo indifferenti, uno sbadiglio e via, come se quanto accade sotto i nostri occhi fosse un gioco di vecchi signori con troppo tempo libero a disposizione.
La quarta tappa del cammino dell’omino di burro del Nuovo Ordine Mondiale è la “grande narrativa”. È apparsa a fine 2021 in lingua inglese – e presto sarà certamente a disposizione in italiano – un’altra fatica letteraria di Klaus Schwab: The great narrative, la grande narrativa, o narrazione. Il Forum Economico Mondiale, spuria “organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privato” ha lanciato la prossima fase dell’agenda del Grande Reset, detta appunto Grande Narrativa.
Il piano alto del potere – quello di chi parla a tu per tu con gli iper ricchi padroni di tutto – avverte un limite, una falla nella propria azione. Capisce che, dopo avere lavorato ai fianchi e preparato il terreno, ora deve tirare definitivamente le reti. I pesci impigliati siamo tutti noi. Il globalismo, nella forma del Grande Reset, deve ammantarsi di un sistema di idee, una rappresentazione formale a uso dell’umanità da sottomettere, ma anche da convincere.
Serve una “narrazione”, il nome postmoderno dell’ideologia. Ci pensa Klaus Schwab. Negli ultimi anni, alcuni concetti hanno plasmato l’ideologia dominante. Parole come inclusione, resilienza, sostenibilità, delle quali è stato riformulato il significato, sono entrate a far parte del glossario progressista benpensante, ripetuto come un mantra nei media, nelle università e nei dibattiti. Come predicatori di una religione New Age, attivisti, politici e uomini d’affari portano la parola non di Dio ma del Denaro. Il vocabolario uscito dalle multinazionali, promosso da miliardari falsi filantropi e veri sociopatici, è diventato il discorso dominante, la retorica obbligata, la Grande Narrazione.
The great narrative è un compendio delle conversazioni tenute dal WEF a Dubai nel novembre 2021. Balza agli occhi l’assoluta mancanza, nella narrativa globalista, di qualsiasi afflato spirituale o soprassalto morale: tutto è declinato in termini di potenza. L’impegno è stabilire un discorso che convinca la popolazione non della giustezza, ma dell’inevitabilità della tabula rasa e del successivo reinizio sulle basi poste dall’oligarchia.
Per Schwab, “un potente catalizzatore per modellare i contorni di un futuro più prospero e inclusivo per l’umanità e più rispettoso della natura”. Il globalismo è bravissimo a non sprecare le opportunità delle crisi che esso stesso dissemina; nella fattispecie intende imporre (pudicamente dicono guidare) una visione del futuro. “La Great Narrative Initiative [è] uno sforzo collaborativo dei principali pensatori del mondo per modellare prospettive a lungo termine e co-creare una narrativa che può aiutare a guidare la creazione di una visione più resiliente, inclusiva e sostenibile per il nostro futuro collettivo”.
Iniziano dalle parole: inclusività, sostenibilità, resilienza. Sono tutti termini che il Forum ha introdotto allorché prese il via l’operazione “Grande Reset”. Modificati, stravolti i significati originari, le parole assumono il significato voluto dal potere. È questo l’obiettivo finale del politicamente corretto, “la forma più sofisticata di lavaggio del cervello che i governanti abbiano mai imposto a i propri sudditi, nella consapevolezza della corrispondenza pressoché automatica tra pensiero e linguaggio.” (Ida Magli).
L’idea stessa di narrazione è alle origini del concetto di postmodernità formulato da Jean François Lyotard. Con il lessico del pensatore francese, essa altro non è se non una delle “funzioni per legittimare potere, autorità e costumi sociali”, ovvero tutto ciò che il grande reset sta cercando di ottenere. Siamo quindi di fronte a un autoritarismo impegnato a legittimare il proprio potere, spacciandolo per verità universale scaturita da una superiore conoscenza e comprensione della realtà. Il potere usa le narrazioni – pompose menzogne rivestite da un’aura di insindacabilità quasi magica – nel “tentativo di tradurre resoconti alternativi nella propria lingua e per sopprimere tutte le obiezioni a ciò che essi stessi stanno dicendo”. Nient’altro che una sfacciata operazione di consenso attorno a pratiche e decisioni che non abbiamo il diritto di discutere, giacché vuolsi così dove si puote ciò che si vuole.
Per Lyotard la vera conoscenza è sempre stata in conflitto con le narrazioni, che si rivelano, a retto giudizio, favole. Ma la scienza, o meglio la tecnologia e la tecnica, sue ancelle, è stata elevata a dea e i suoi criteri- plastilina in mano a chi possiede ogni mezzo e determina ogni fine- sono l’unica logica possibile a cui deve affidarsi l’uomo postmoderno a cui sono cancellate cultura e natura. Per Il poeta indiano Tagore, “una mente tutta logica è come un coltello tutta lama. Fa sanguinare la mano che lo usa”. Seguendo gli avvertimenti di Lyotard, la cosiddetta grande iniziativa narrativa perde credibilità nel momento in cui è concepita, in quanto è una costruzione arbitraria, alla quale lavorano genetisti, scienziati, futurologi e perfino filosofi, tutti nel solco e nell’interesse di chi guida il gioco, l’oligarchia tecno finanziaria di cui il WEF è il privilegiato luogo d’incontro.
Il lancio del libro The Great Narrative ha coinciso con l’incontro annuale del Forum del gennaio 2022 sul tema “Lavorare insieme, ripristinare la fiducia, accelerare il capitalismo degli azionisti, sfruttare le tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale e garantire un futuro più inclusivo”. Minaccioso, sincero.
L’agenda del Reset era stata annunciata nel 2020 come apparente risposta al Covid. Il WEF ha trascorso l’ultimo anno a fare propaganda e collaborare con governi e potentati privati all’ obiettivo di un mondo gestito da tecnocrati che prendono decisioni per le masse, ma per il loro bene, per la diversità (di che cosa?) l’inclusività, la sostenibilità e l’immancabile resilienza, così amata dal loro agente a Roma, Mario Draghi, patrono del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Nel 2019 il WEF prese parte, con la Fondazione di Bill Gates e altri, a un’esercitazione pandemica chiamata Evento 201, che immaginava un’epidemia diffusa in tutto il pianeta. La simulazione ha previsto la morte di milioni di persone, blocchi, quarantene, censura di punti di vista alternativi con il pretesto di combattere la “disinformazione”, e ha lanciato l’idea di arrestare chi mette in discussione la narrativa ufficiale. Indovini o criminali? Conseguiti i loro obiettivi, gli uomini del Dominio si concentrano sulla “narrazione”, ossia su come ingannare l’opinione pubblica.
Nel caso in specie, raccontare le delizie della quarta rivoluzione industriale, ovvero sostituire tutte le altre visioni del futuro dell’umanità ponendo l’oligarchia al centro di una narrazione che li dipinge come eroi del nostro tempo. Prevede un futuro in cui le grandi corporazioni private e i sedicenti filantropi usano la loro ricchezza, influenza e potere per progettare il futuro. La loro filosofia sfocia nell’ideologia transumanista che considera l’uomo limitato, imperfetto e bisognoso di potenziamento attraverso la tecnologia, al fine di accelerare la Quarta Rivoluzione Industriale.
L’obiettivo è gigantesco: a Dubai hanno affermato apertamente che “per la prima volta con la tecnologia stiamo unendo la nostra società, la nostra economia, il nostro governo, la nostra vita ed esiste un’unica piattaforma. Ciò che accadrà in futuro si baserà su ciò che progettiamo ora”. Vietato eccepire, solo applausi e gratitudine: è tutto deciso. Da loro e a favore loro. La missione del WEF è cambiare il ruolo dei governi e dei giganti privati sino a renderli indistinguibili: una fusione fredda sulle spalle dei popoli. L’idea di Quarta Rivoluzione Industriale di Schwab (4IR) è in sostanza il Panopticon del futuro, dove la sorveglianza è onnipresente e la tecnologia digitale cambia le nostre vite, associata a concetti come Internet delle Cose, Internet dei Corpi, Internet degli umani e Internet dei sensi, alimentato dalla tecnologia 5G e 6G.
La 4IR si presta a una pianificazione centrale e al controllo dall’alto verso il basso. L’obiettivo è una società track-and-trace (tracciare e rintracciare) in cui tutte le transazioni sono registrate, ogni persona ha un’identità digitale (ID) e il malcontento è colpito attraverso punteggi di credito sociale alla cinese. A Dubai hanno parlato chiaro: l’economia “tradizionale” è finita. Quando la 4IR sarà generalizzata, ci sarà solo un’economia digitale.
Comprendere l’Intelligenza Artificiale, la 4IR, la digitalizzazione della vita a partire dell’abolizione del denaro contante è decisivo per l’uomo della strada. I tecnocrati al servizio del Dominio, dietro la maschera di benevolenza, stanno rivelando la vera natura del futuro a cui stanno lavorando per i loro padroni: un autoritarismo tecnocratico nascosto da un linguaggio fiorito e fuorviante.
Nella loro visione, non possiederai nulla e vivrai felice, però diventeranno privilegi avere un lavoro, accedere alla possibilità di viaggiare e finanche avere un conto dal quale prelevare denaro, a insindacabile giudizio del Dominio. Le prove generali sono state fatte in Canada, dove a duecento partecipanti al “convoglio della libertà” sono stati bloccati i conti bancari. In Italia a una cliente di origine russa è stato chiuso il conto corrente. Alle rimostranze, il funzionario incaricato ha opposto imprecisate ragioni politiche. Da un lato la realtà, dall’altro la Grande Narrazione, variante postmoderna della bugia programmatica.
Abbiamo un decennio per adeguarci. O per aprire gli occhi e opporci. Schwab non è troppo ottimista: “le persone sono diventate molto più egocentriche e, in una certa misura, egoiste”. Chissà da chi avranno imparato. Il lato positivo è l’ammissione che la gente non crede ancora del tutto alla distopia tecnocratica. Lorsignori sono consapevoli che non sarà agevole costringere volontariamente le popolazioni ad adottare la visione del Grande Reset e la Grande Narrativa.
Ci saranno roccaforti dissidenti. La classe predatoria ha trascorso decenni a pianificare e investire denaro e intelligenza nel progetto di trasformazione planetaria. Sono attivi e consapevoli, noi no. Le minoranze che hanno capito la portata della sfida non riescono a concretizzare azioni di resistenza e contrattacco al piano tecnocratico-transumanista.
La Grande Narrazione assomiglia sinistramente al mito della “nobile menzogna “espresso da Platone nel libro III della Repubblica. Secondo questa interpretazione, fatta propria da personalità come Leo Strauss, sarebbe lecito mentire “per il bene della polis”, noto solo a pochi illuminati. Il potere diventa franca subordinazione del debole al forte, i cui “guardiani” controllano le ombre proiettate sulla caverna che incatena la plebe, convinta che sia l’unica realtà. La Grande Narrazione è l’alfabeto Braille dell’umanità accecata. - Fonte
"noto solo a pochi illuminati"
RispondiEliminaChi?
Quelli oltre il 33^grado?
A questo intervento di Pecchioli unirei il bell'articolo di Boni Castellane sulla Verità di oggi, circa la narrazione unica e i suoi obiettivi di educazione dei mansueti e rieducazione dei critici (prima del Covid, ora del pensiero unico sulla guerra). La Verità, quotidiano che costa poco (rispetto a tanti altri) e vale molto (rispetto alla media della stampa "libera e uguale").
RispondiEliminaNonostante segua da vicino politica/notizie/trend socio-culturali USA e occidentali da diversi anni (su siti e social prevalentemente americani e internazionali, non italiani), i deliri del WEF (che ha un migliaio di partner: le più grandi multinazionali, società d'investimento, banche anche cinesi, fondazioni, Big Pharma, Big Tech e marchi di lusso, incluse società che violano i diritti umani e appestano l'ambiente, alla faccia del Green, e che collabora anche con l'ONU), nonché la politica non-occidentale (anche se in misura minore), ammetto di essere frastornata. Più leggo e più fatico a raccapezzarmi.
RispondiEliminaNel 2019 Klaus Schwab ha affermato che Putin era uno dei “Young Global Leaders” del WEF, insieme alla Merkel. Sappiamo già di Trudeau, Jacinda Ardern, Macron e tanti altri, ma Putin?
Leggo che il Qatar condanna la Russia, nonostante sia il maggiore finanziatore del terrorismo islamico internazionale, nonché una nazione che ha più schiavi che cittadini.
Per quanto riguarda Zelensky, diverse fonti affermano che la regia PR/propaganda sia attribuibile a un esercito di strateghi di politica estera, lobbisti di Washington D.C. e una rete di media collegati all'intelligence (CIA).
Zelensky nel corso del tempo ha fatto chiudere diversi media a lui ostili, incluso il Kyiv Post, rimpiazzato negli ultimi mesi dal The Kyiv Independent, organo di propaganda anti-Russia, finanziato dall'Occidente. Trudeau ha donato loro 200mila dollari.
Il suo reporter di punta, Illia Ponomarenko, nuovo beniamino delle folle, ha strettissimi legami coi neo-Nazisti del Battaglione Azov, che chiama "brothers-in-arms" (compagni d'armi).
Non so, è tutto così folle.
https://www.mintpressnews.com/ukraine-propaganda-war-international-pr-firms-dc-lobbyists-cia-cutouts/280012/
Mi scusi: chi sarebbe "il maggior finanziatore del terrorismo islamico internazionale".....il Qatar o la Russia?
EliminaC'è un unico modo per uscire dalla gabbia della 4IR, come in antico bisogna creare l'alternativa. Se continuiamo a stare a vedere tra poco ci vedremo transumanati. A mio parere vanno create piccole e medie comunità in città e in campagna che sull'esempio dell'Ora et Labora, rinuncino alla tecnologia, alla cultura globalista, ai consumi globalisti e tornino al lavoro manuale, allo studio dei classici, al Cattolicesimo antecedente tutte le divisioni storiche. Bisogna voltar le spalle a costoro e creare il nostro mondo, con le nostre poche ed eterne leggi e la nostra cultura da tempo calpesta e derisa.
RispondiEliminaHa ragione, lo penso anch'io.
EliminaAmmesso che tollerino un fenomeno simile.
Può essere di sì, perché sarebbe il contrario di quello che per la massa globalizzata è desiderabile e bello.
Comunità a rete, anche senza necessità di un luogo unico in cui vivere.
Aloisius
Don Bosco diceva sempre che le persone sono come la sabbia: più le stringi più ti sfuggono. Hanno già il controllo, hanno già il dominio, ma non saranno mai totali. Se solo iniziassimo a combattere accelereremmo la loro fine.
RispondiEliminaMa di maschi occidentali rigorosamente vecchio stile non c'è ne stanno più molti...
In questa ottica la probabile e forse meritata sconfitta di Putin non farà che accelerare il reset. C'è da chiedersi se anche lui faccia parte della infernale trappola globale. Purtroppo il momento storico sembra un film di 007.
RispondiEliminaSicuramente Putin non è estraneo alla "infernale trappola globale" e su questo punto ben si espresse un recente articolo de La scure di Elia. Fino a poco prima della guerra, nonostante le continue provocazioni, Putin volava premurosamente di qua e di là (in Vaticano, in America, in Israele, a Davos...) e i bei discorsi, i sorrisi, le strette di mano non si contano. Adesso deve incassare insulti e cazzotti.
EliminaPutin è un liberal-sovranista, niente di più. Al momento, è il male minore, ma non è Santa Giovanna d'Arco e non per via della sua ortodossia, che, anzi, è un merito, viste le derive del cattolicesimo attuale, Anch'io ritengo certa e forse meritata la sconfitta di Putin.
In ogni caso, il trionfo del great reset e del nuovo ordine mondiale è certissimo e irreversibile, previsto da più di duemila anni. Nessuna sorpresa. Ringraziamo lo Spirito Santo che ci aiuta a non prendere lucciole per lanterne!
LA PIAGA DEL SECOLARISMO
RispondiElimina“Se l’Europa vuole rimanere e diventare sempre più una terra di pace, conservando come uno dei valori fondamentali il rispetto della dignità della persona umana, non può rinnegare la componente principale – sul piano spirituale ed etico – di tale fondamento, cioè quella cristiana (…) il secolarismo di impronta occidentale, diverso e forse più subdolo di quello marxista, presenta segni che non possono non preoccuparci. Si pensi, ad esempio, alla ricerca sfrenata dei beni materiali, alla riduzione della natalità, e ancora al calo della pratica religiosa con una sensibile diminuzione delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata (…) e noi Pastori abbiamo il dovere di indicare ai cristiani la via della vita, perché essi siano a loro volta sale e luce nella società”.
(Benedetto XVI, discorso 24 gennaio 2008)
Figura di merda mondiale dell'ipocrita, antidemocratico e chiaramente inadeguato presidente USA Biden : sento ora al tg1 che, addirittura dopo aver usato in senso politico parole di Giovanni Paolo II usate in senso cristiano, ha detto in Polonia che Putin è un dittatore "e non può restare al potere".
RispondiEliminaAllora devono andarsene anche i dittatori di mezzo mondo (e per me assai più dittatori di Putin, in quanto totalitari ) ,a cominciare da Cina, Cuba, Corea del Nord, per non parlare di tutti i paesi islamici, Arabia Saudita in primis!!!
E invece Biden sta ben zitto su questi iperdittatori.
E poi chi è Biden per decidere chi deve governare in Russia??? Il padrone del mondo????!!!!!!
L'Ungheria, che ha un signor Primo Ministro, ha deciso che NON invierà armi in Ucraina, bensì aiuti umanitari.
RispondiEliminaQuesto perché Orban, realisticamente, sa di non poter fare a meno del gas russo e non vuole che la guerra coinvolga il suo popolo.
E non si dica che questo è egoismo, ma gestione del potere in funzione del bene comune di chi hai il mandato di rappresentare.
Veneziani scrive che il PD è il partito di regime, quello da cui non si può prescindere per governare.
RispondiEliminaBella scoperta!
Se l'Italia fosse un Paese normale, il PD sarebbe all'opposizione.
L'Italia da tanti anni, decenni, non è più un Paese normale.
Dopo due anni di emergenza Covid è solo più evidente che non siamo in uno Stato degno di questo nome, ma in un agglomerato di interessi mafiosi.
Ma, per rimanere ai periodi più recenti, vi pare normale che da 11 anni si continui ad essere governati da figuranti venuti da Marte, e con Capi di Stato reiterati per mancanza di "alternative" spendibili?
Figuranti che potrebbero a malapena gestire un condomino, si trovano a dover gestire la peggiore crisi della Repubblica, zimbello delle cancellerie di mezzo mondo?
Forse è ciò che ci meritiamo, consoliamoci così....ma un sussulto di dignità poveri italiani suvvia lo vogliamo provare? O dobbiamo continuare a sorbirci il vangelo secondo il PD?
Nonno Biden tende a farla fuori dal vasino, a quanto pare. A Varsavia dichiara: "Putin non può rimanere al potere". Si vede che ha scambiato Mosca per qualche altra capitale, convinto che spetti a Washington decidere chi deve stare al potere pure in Russia. Poi si vede che qualcuno alla Casa Bianca gli ha ricordato che quello di cui sta parlando c'ha il ditino sul pulsantone rosso dell'atomica, quindi in fretta e furia hanno specificato che Biden "non stava parlando di un cambio di regime in Russia". E di cosa parlava di grazia? "Il punto del presidente era che a Putin non può essere concesso di esercitare potere sui vicini e sulla regione. Non stava parlando di Putin al potere in Russia, o di un cambio di regime". Ah, quindi lo hanno frainteso? Allora dite a Repubblica di cambiare il titolo in homepage, che questi sono ancora convinti che Biden possa decidere se Putin può rimanere al potere o meno.
RispondiEliminaMassimo Mazzucco - NEWS DELLA SETTIMANA (25 mar 2022) : Qualcuno fra noi vuole la guerra? - Biden preannuncia false flag con armi chimiche - Continua la pioggia di video fake - Nuove regole di condominio: la delazione amichevole
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/ucNUQxHiJZwo12kQEaWdCAiDj
RispondiEliminaLa citazione del discorso di Benedetto XVI.
La "dignità della persona umana" non era un valore fondamentale o il valore fondamentale per la civiltà cristiana europea del passato.
Benedetto XVI si mostra qui allievo di Maritain ovvero cattolico liberale.
In passato, il valore fondamentale consisteva nel fare in tutto la volontà di Dio, del vero Dio, Uno e Trino. La dignità non era considerata caratteristica ontologica della persona, come oggi.
Era una qualità che ci meritava rispetto, quando c'era, ma che si perdeva con il peccato. Peccare ci rendeva indegni. Solo con il pentimento e l'espiazione si poteva riacquistare la perduta
dignità. Oggi, invece, si considera ognuno/a fornito/a di dignità dalla nascita, a prescindere dai suoi peccati: un valore assoluto. Anche la peggiore meretrice conserverebbe intatta la sua dignità? No. Occorre il pentimento, la conversione a Cristo, il mutamento di vita. Come si vede dalla Maddalena, che si salva diventando umile di fronte a Cristo non recuperando una supposta "dignità", che non le importava per niente.
I pensieri di Ratzinger vanno presi con la dovuta cautela, la sua dottrina sembra buona ma raramente non lo è.
T.
IL DL 24/2022 NASCONDE UN GRAVE PERICOLO CONTRO LA LIBERTÀ.
RispondiEliminaFONTE AVV. MAURO SANDRI
https://gloria.tv/post/2n3qbVXvpvRd2UFouQsGrykrq
@26 marzo 2022 22:37
RispondiEliminaStava soffiando ai padiglioni auricolari dei "ventriloqui"europei affinche',per procura, gli tolgano la castagna dal fuoco.
In questa ottica la probabile e forse meritata sconfitta di Putin non farà che accelerare il reset.
RispondiEliminaAnonimo 20:44, non vedo né probabile né meritata la sconfitta di Putin. E non sarebbe neppure augurabile viste le alternative...
Putin probabilmente si terrà i terreni più strategici dell'est dell'Ucraina (tipo quelli che controllano le risorse idriche della Crimea, o quelli che servono a collegare la stessa alle repubbliche separatiste, più un'ampia "zona cuscinetto"). La sua vittoria però sarà la totale distruzione dell'apparato militare ucraino, delle brigate neonaziste che ne rappresentavano la spina dorsale, e delle infrastrutture. Tutto questo dovrà essere ricostruito, e per ricostruirlo servirà tempo e soldi. E' probabile che i soldi vengano prelevati direttamente dai fondi congelati della Russia stessa, ma Putin sa che la rapace e corrotta classe politica ucraina se li intascherà tutti, oltre a quelli che riusciranno a spillare all'UE e agli USA. Risultato: anche riversandovi miliardi, l'Ucraina non rappresenterebbe più una minaccia. Anzi, ci sarà un tale caos, delusione e rabbia che fra qualche anno l'opinione pubblica stessa potrebbe persino supplicare Mosca per un'annessione.
RispondiEliminaÈ inutile pensare a un andamento diverso. Ognuno di noi può e deve lottare per una piccola oasi, deve spostarsi di villaggio in villaggio quando non accolto e perseguitato ma a livello complessivo la strada è tracciata. Nel momento in cui si rifiuta Dio, si rifiuta Cristo Re tutto è deciso. Modi, tempi, nomi sono solo accessori. San Giovanni lo descrive: la schiavitù del marchio è evitabile solo con la morte e questo per dire che alla lunga va compiuta una scelta radicale e non ci sono "piani B". Se poi quella IA che all'inizio controllerà la vita della gente per filo e per segno poi si ribellerà e porrà fine a gran parte dell'umanità, questo è un altro discorso.
RispondiEliminaPutin sta letteralmente uccidendo civili innocenti e qui tocca leggere gente che lo giustifica. Santo Cielo…
RispondiEliminaBELGRADO.
EliminaViele Grüsse aus Dresden!
EliminaQui non si giustifica la guerra e Putin che l'ha iniziata militarmente, ma se ne esaminano le ragioni prossime e remote insieme ai comportamenti arroganti e irresponsabili di chi ne ha gettate le premesse per anni e ora continua a gettare benzina sul fuoco
RispondiEliminaBiden ieri ha definito Putin "macellaio, criminale". Ha detto che non può restare al potere...
RispondiEliminaE quindi stanno cercando la pace in questo modo?
I mondialisti non hanno mai cercato la pace, se non a parole, giusto per intortare le masse. Per i mondialisti la pace viene solo dopo il totale annientamento del nemico. La massima "si vis pacem para bellum" vale anche per loro. Crede forse che siano dei chierichetti?
EliminaMa come? Non vi avevano detto che, dopo Brexit, il Regno Unito era spacciato? E invece ecco la nuova centralità Uk (nella Nato e nel mondo). E un promemoria: “atlantismo” ed “europeismo” non sono sinonimi…
RispondiElimina
RispondiElimina"Putin sta uccidendo civili innocenti..."
È quello che vuol far credere la propaganda di regime. Ci sono dei morti tra i civili, in numero relativamente basso, se consideriamo che la guerra dura da un mese. Cosa inevitabile se un esercito si arrocca nei centri urbani in mezzo ai civili e usa la copertura dei civili per resistere, come a Mariupol, per esempio. Le armi moderne sono di precisione ma sbagliano anche loro. Ma non appare finora un bombardamento sui civili in quanto tale, da parte dei russi. Le immagini di palazzi colpiti o distrutti in alcune città sono sempre le stesse. Diversi edifici civili erano poi vuoti e adibiti a deposito di armi o di mezzi offensivi, dicono i russi.
Al tempo della prima guerra in Irak, bisogna ricordare questo episodio: un hangar corazzato, usato per proteggere i caccia iracheni era stato abbandonato e adibito a ricovero di civili. Ebbene, non sapendolo, gli americani lo colpirono con un missile che fece morire non so quanti civili, famiglie di sfollati: forse alcune centinaia di persone.
Cito l'episodio, tanto per chiarire. Gli americani avevano missili che penetravano nei bunkers iracheni, incenerendo tutto. Probabilmente anche i russi li hanno, ma non risulta che li abbiano usati o che li abbiano usati in massa e contro i civili.
La guerra sta entrando in una nuova fase. Tenuta in scacco l'offensiva russa nel nord, i russi devono adesso consolidare le posizioni a Est, sulla costa, preparandosi a sostenere la controffensiva ucraina. Sarebbe vitale per loro prendere definitivamente Mariupol. Sembra di capire che il problema, per i russi, sia soprattutto il mancato dominio dell'aria. Hanno probabilmente eliminato l'aviazione ucraina ma non riescono a far nulla contro la miriade di droni armati e missili in possesso degli ucraini, le cui coordinate sono fornite dalla Nato anzi dagli Americani. Con questi strumenti gli ucraini devono aver decimato le linee di comunicazione dei russi, nel nord - questo spiegherebbe la mancanza di benzina nei carri e anche di cibo per i soldati. I russi, pertanto, devono mettersi in una posizione difensiva facendo uscire gli ucraini dalle loro tane e nello stesso tempo studiare come migliorare le loro comunicazioni. Che vengano intercettate sembra sicuro: questo spiegherebbe l'uccisione di tutti questi generali russi (individuato il veicolo o comunque il luogo del generale, è bastato mandare un drone o un missile per farlo fuori).
Dire però che PUtin "ha perso la guerra" è come minimo eccessivo.
DA questa guerra emerge anche il problema della "guerra giusta".
È lecito difendersi con le armi da un Paese che ti invade con i falsi migranti, per esempio, per alla fine sottometterti - ed è lecito impugnare le armi contro forze oscure, corruttrici dei costumi, giunte a governare gli Stati, avviandoni i popoli al suicidio morale e materiale? In questo secondo caso sarebbe lecita la guerra civile contro le forze del Male al potere.
La presente guerra pone questi gravi interrogativi, a chi non ha ancora portato il cervello all'ammasso dell'informazione di regime.
Z.