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domenica 24 settembre 2023

La misura è colma. Ladaria si tira fuori dal sinodo

Interessante, dell'ultim'ora. Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità.
La misura è colma. Ladaria si tira fuori dal sinodo

A pochi giorni dall’inizio della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo, il cardinale spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha comunicato che non prenderà parte all’assemblea. Il presule era stato nominato dallo stesso Pontefice a giugno 2023 e risultava nell’elenco come membro di nomina pontificia.

“La misura è colma”, ha sussurrato qualcuno nel Chiostro dell’ex Sant’Uffizio. La decisione del porporato arriva a poche ore dal ridicolo comunicato del Vicariato di Roma che rende nota solo una parte della relazione del reverendo Giacomo Incitti in merito al Centro Aletti. Violando qualunque norma canonica, il sacerdote ha emesso un giudizio anche sull’operato della Congregazione per la Dottrina della Fede per quanto riguarda il procedimento carico di Marko Ivan Rupnik.

Come abbiamo sottolineato, non è possibile, per un visitatore di una comunità nominato dal Vicario per la Diocesi di Roma, emettere giudizi di legittimità sull’operato di un Dicastero della Curia Romana.

Ladaria: uno dei tanti “usa e getta”
Sembra che al porporato gesuita non sia andato giù il comunicato del Vicariato di Roma dove è stato scritto: “Come da esplicita richiesta formulata nel decreto di nomina, tenuto conto delle ricadute sulla vita dell’Associazione, il Visitatore ha doverosamente esaminato anche le principali accuse che sono state mosse al p. Rupnik, soprattutto quella che ha portato alla richiesta di scomunica. In base al copioso materiale documentario studiato, il Visitatore ha potuto riscontrare e ha quindi segnalato procedure gravemente anomale il cui esame ha generato fondati dubbi anche sulla stessa richiesta di scomunica”.

Giustamente, l’ex prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede si è chiesto chi abbia dato a Giacomo Incitti il potere di emettere un giudizio del genere, soprattutto alla luce del fatto che non ha mai potuto visionare i documenti presenti presso il Sant’Uffizio.

A differenza di quanto riferisce il sacerdote della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, il giudizio su Marko Ivan Rupnik ha seguito il suo iter e sono rispettate tutte le norme procedurali. Al termine del procedimento il Dicastero è giunto ad una condanna. Ciò che vi è stato di anomalo è stato l’intervento, pressoché immediato, del Pontefice che ha scelto di rimuovere la scomunica a Marko Ivan Rupnik.

Un’altra vittima del sistema Bergoglio
Il rapporto fra Ladaria e Bergoglio ha iniziato ad incrinarsi da tempo. Alcuni, non tutti, degli episodi che hanno portato i due a mal sopportarsi sono i seguenti.

Il 15 marzo 2021 la Congregazione per la Dottrina della Fede firmò un Responsum ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Nei giorni precedenti la pubblicazione, come di consueto, il segretario Mons. Morandi si è recato dal Pontefice per una delle udienze di tabella ed ha fatto visionare il testo. Il Papa ha approvato ed autorizzato alla pubblicazione.

Il sistema di Bergoglio, però, è sempre il medesimo. Lancia il sasso e guarda la reazione. Non è lui a metterci la faccia ma i suoi ambasciatori. Ma se per tutti vale il detto “ambasciator non porta pena”, qui in Vaticano non funziona così. Francesco ha osservato le reazioni e, preso atto che molti furono infastiditi dal documento, fece trapelare un’altra versione dei fatti: “Il Papa non sapeva nulla e non è d’accordo con quel testo”. In sostanza: tutta colpa di Morandi.

Conoscendo come erano andate le cose, già al tempo Ladaria iniziò a storcere il naso. Del resto, anche chi continua a difendere il Papa per opportunismo, deve rendersi conto che “oggi tocca a Tizio, domani toccherà a te”.

Un altro momento di rottura si è verificato il 1 luglio 2023. La Sala Stampa della Santa Sede comunica: “Il Santo Padre Francesco ha ringraziato l’Eminentissimo Signor Card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., a conclusione del mandato di Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e di Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale, ed ha chiamato a succedergli nei medesimi incarichi Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Víctor Manuel Fernández, finora Arcivescovo di La Plata (Argentina). Prenderà possesso degli incarichi a metà settembre 2023”.

Erano anni che il presule spagnolo si recava dal Papa chiedendo di terminare il suo mandato. Già nel 2017 quando accettò la nomina a Prefetto disse al Papa che la sua età era quella che era. Nel 2019, al compimento dei 75 anni, Ladaria chiese a Francesco di fargli terminare in breve tempo il mandato e chiamare qualcun altro a succedergli. Il Papa, però, lo ha tenuto fino al compimento dei 79 anni. Il prolungamento si è reso necessario perché Benedetto XVI era ancora in vita e con la sua presenza non poteva certo chiamare alla guida dell’ex Sant’Uffizio l’ignorante e analfabeta Víctor Manuel Fernández.

Per questo motivo, venuto meno il predecessore, Bergoglio luglio ha nominato la “sua creatura argentina” alla guida del Dicastero. A Ladaria, in quell’occasione, fecero saltare i nervi due questioni: in primis, l’assenza di riconoscenza da parte del Santo Padre; in secundis, la lettera che Francesco indirizzò a Fernández. Le parole del Papa sono state di una gravità inaudita, ma nel torpore generale si è voltata pagina. Anche in quella occasione Ladaria, ma non solo, si chiese: “Che cosa intendiamo con metodi immorali? Di quali tempi si parla?”.

Il caso Rupnik, quindi, arriva semplicemente come goccia che fa traboccare il vaso. Ladaria appartiene allo stesso ordine che ha dimesso Rupnik. Sicuramente si può dire che il porporato è molto più stimato a Borgo Santo Spirito di quanto non lo sia Francesco, il quale ha dimostrato in più occasioni come la sua Compagnia non gli vada a genio. Come al solito, però, se ne serve.

Mentre, quindi, la Congregazione risultava aver compiuto il proprio lavoro ed anche la Compagnia di Gesù ha agito seguendo le norme previste, a Santa Marta e al Laterano qualcuno ha pensato bene di portare avanti un’altra narrazione. Ladaria aveva iniziato a battere i piedi già a gennaio, quando si rese conto che Francesco continuava a restare sulle proprie posizioni in merito al gesuita sloveno. Se si auspicava che la fuoriuscita di notizie convincesse il Papa a riconoscere il proprio errore nell’aver revocato la scomunica, ci si sbagliava di grosso.

A nulla è valso il contentino che Francesco ha dato a Ladaria, appena sette giorni dopo l’annuncio del termine del suo mandato, nominandolo personalmente membro della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il presule era già stanco di questi giochetti. Ormai il sistema è chiaro: quando il Papa ti manda via, successivamente non avrà alcun riguardo nei tuoi confronti. Anzi, giocherà a demonizzare tutto ciò che hai fatto prima.

Questo lo vediamo in diverse realtà ed è una patologia che, piano piano, sta raggiungendo le più remote diocesi del globo. Chi viene nominato oggi è il Salvatormundi, quelli prima erano tutti idioti. Sono duemila anni che la Chiesa sta in piedi, ma per loro tutto è iniziato il 13 marzo 2013.

Ed è così che il comunicato del Vicariato emesso il 18 settembre 2023 ha fatto saltare i nervi a tutti, anche allo spagnolo ex prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Oggi, senza fornire alcuna dichiarazione che potrebbe diventare una bomba, è stato comunicato che il presule ha scelto di non partecipare ai lavori del sinodo. Forse, ogni tanto, serve qualcuno che faccia capire a Francesco che la Chiesa non si governa con un fare dittatoriale e le persone non sono oggetti. Chissà, ci sarà tempo per un esame di coscienza nel lungo programma sinodale?
d.L.A. - Fonte

12 commenti:

  1. In Cristo abbiamo tutto. Ognuno si avvicini a lui: chi languisce nell'infermità a causa dei peccati, chi è come inchiodato per la sua concupiscenza, chi è imperfetto, ma desideroso di progredire, con intensa contemplazione, chi è già ricco di molte virtù. Siamo tutti del Signore e Cristo è tutto per noi: se desideri risanare le tue ferite, Egli è medico; se sei angustiato dall'arsura della febbre Egli è fonte; se ti trovi oppresso dalla colpa, Egli è giustizia; se hai bisogno di aiuto Egli è potenza; se hai paura della morte Egli è vita; se desideri il paradiso, Egli è via; se rifuggi le tenebre Egli è luce; se sei in cerca di cibo Egli è nutrimento.
    (s. Ambrogio De Virgin,.,16,99)

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  2. Rebus sic stantibus

    Perché quindi dovrebbe inorgoglirsi, come aver fatto qualcosa di grande, chi forse nella Chiesa ha dovuto subire da parte di nemici carnali una offesa gravemente disonorante, senza per questo passare tra gli eretici o fondare egli stesso una setta, e addirittura difendendo con tutte le forze la Chiesa dal terribile fanatismo degli eretici, poiché non ce n’è un’altra dove si possa acquistare non gloria umana, ma la vita eterna?

    - Sant’Agostino, De civitate Dei, V,18,2

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  3. Ma che buone posizioni! Questi monsignoroni hanno condotta la Chiesa Cattolica Apostolica Romana sull'orlo del baratro insieme ai modernisti più sfegatati, dai quali hanno ricevute cariche ed onori, osteggiando coloro che, nei decenni passati o nel tempo presente, hanno alzata la voce e hanno fatto tutto il possibile per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime - Mons. M. Lefebvre e Mons. C. M. Viganò ad esempio - ed ora, coi loro poco costosi proclami, cercano di buttarci il fumo negli occhi. Ne soyons pas des lapins de six semaines !

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  4. Penso che uno dei proiblemi di Papa Francesco sia dovuto al fatto che è tutt'altro che un realista, ma è un idealista. Non parte da principi sbagliati, ma da una lettura errata della realtà, forse per una sorta di ideologia.
    Ad esempio egli dice che il Santo Uffizio usò metodi correttivi senza la carità e l'annuncio del Vangelo, cosa che non è assolutamente vera. Del resto Gesù, con decisione, riprese gli errori anche teologici dei farisei e sadducei e raccomandò la correzione fraterna, che non esclude gli errori nella fede.
    Oppure dice che una volta si consideravano peccati solo quelli dalla "cintola in giù", cosa assolutamente falsa: la storia della Chiesa lo prova abbondantemente.
    Il problema di oggi è semmai l'opposto: si pensa solo alla giustizia sociale, assolutamente necessaria ma non separata dalla giustizia integrale, che prevede che l'amore si debba manifestare anche nel rispetto dei corpi propri e altrui, altrimenti è egoismo.
    Oppure applica il principio, giusto e sacrosanto, dell'accoglienza, a tutti gli immigrati indistintamente, come fossero tutti in estremo bisogno o in pericolo di vita, senza riguardo alla tenuta dei paesi che li accolgono (anzi, senza alcun riguardo per la sola Italia, che sembra detestare più di tutte le altre nazioni), che potrebbero collassare facendo rimanere senza aiuti i migranti veramente bisognosi e aumentando la povertà tra i cittadini autoctoni.
    E dice, nonostante i 7000 immigrati in un giorno, che non c'è invasione, per cui, forse, secondo lui non c'è nemmeno emergenza. Ma questo è solo un parere personale, e non un principio etico. Non ha nulla a che fare con la fede, ma con la sociologia, oer cui il suo è solo un parere.
    Il problema è che, se anche i principi sono buoni, se si applicano male fanno dei danni.
    E' come progettare un aereo tenendo conto dei principi fisici delle forze che permettono il volo, facendo però male i conti: l'aereo si schianterà.
    E forse si schianterebbe anche la Chiesa, se non fosse animata dallo Spirito Santo.

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    1. La vita è un insieme di piani, sfaccettature ognuna delle quali oggi è considerata quasi un ambito a sé stante. In realtà è un tutto unico, come unica è l anima del singolo, anche essa con tanti piani, livelli, strati. Ma sia la complessità della vita che dell anima poggiano su una struttura base che è il Bene al quale si è aggiunto il male con il peccato originale, male che insidia sempre ed ovunque il Bene. Questa insidia questa tentazione, non è stata posta per la nostra dannazione eterna, ma per radicarci, rafforzarci nel Bene. Solo se noi ci ostiniamo, per superbia, nel male da soli ci danniamo sia nella vita terrena, sia in quella eterna. Tuttavia ci è stata data una piantina di base per orientarci sia nella vita, sia con l anima nostra, i dieci comandamenti, che Gesù Cristo ha sintetizzato nell amore. Comandamenti che devono essere ubbiditi, attuati, e l Amore che è sacrificio del sé mondano, tentatabile, tentato., che deve essere agito. Ora un Pontefice cattolico deve essere in grado di conoscere e districarsi tra il Bene ed il Male che si trovano nella vita e nell anima sua. Un Pontefice che non è in grado personalmente di ubbidire a Dio, Uno e Trino, né di sacrificare il suo sé mondano, nei fatti non può essere né è in grado di confermare la Fede di nessuno.

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  5. Sì, il vento sta cambiando e molti si riposizionano. Triste mossa, ma tutti, quelli che nel passato si sono fatti ossequiosi davanti al tiranno, quando hanno avvertito che il vento stava cambiando, sono scesi dal carro per salire su quello che stava avanzando vittorioso. Bisogna tenerne conto, molti saranno quelli dell ultima ora. Alcuni ingenui, altri furbi e /o falsi. Per salvare tutti costoro è veramente d'obbligo tornare tutti a nutrirsi della Parola, autentica nuda e cruda senza interpretazione aggiornata, del Signore.

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  6. Le chiacchiere stanno a zero bisogna avere il coraggio di affrontare a muso duro Bergoglio e la sua ideologia ipermodernisra... dubito che sia papa perché a mio avviso lo è stato sempre Benedetto XVI e se anche lo fosse è eretico conclamato e quindi non va seguito e decade automaticamente dal suo ufficio. Si proclami un nuovo Conclave con i cardinali nominati pre 2013... allora potra' tornare la Vera Chiesa. La questione è semplice basta avere il coraggio della Verità. Attenzione che il Signore castiga non solo i malvagi ma anche gli ignavi che hanno lasciato che i malvagi mettessero in atto le loro vergognose opere.

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  7. "L'accoglienza un principio sacrosanto", basta non applicarlo male.

    Ma chi l'ha detto che è un principio sacrosanto? Applichiamolo alla sfera privata. Chi afferma questo principio dovrebbe accogliere a vivere in casa sua e magari a sue spese un qualsiasi indigente che, solo o accompagnato, volesse venire a vivere a casa sua. E senza nemmeno bussare alla porta, ma semplicemente entrando e basta, anche dalla finestra, se al primo piano.
    Non confondiamo il comandamento dell'amor del prossimo, per amor di Dio, con la c.d. odierna accoglienza. Il primo è un comando morale che non mi costringe ad accettare la richiesta del prossimo supposto indigente, quella di venire a abitare a casa mia, ottenendone tutti i benefici e nello stesso tempo restando quello che è, con i suoi usi e costumi. Poiché questa c.d. "accoglienza" è soprattutto territoriale, consiste nel lasciarsi occupare e dover mantenere una popolazione straniera, come razza, religione, costumi. Straniera e ostile, che per di più, essendo quasi tutta musulmana, viene con l'idea di asservirci, di dominarci, schiacciandoci già con il numero (vedi la famosa frase del defunto leader algerino Boumedienne).
    Di fronte a questa "accoglienza" bisogna solo difendersi. Proclamare che si tratta di un principio falso, di un'imposizione politica, economica, ideologica, che viene ad attuarsi per colpa di classi dirigenti di sinistra irresponsabili e criminali e del tradimento inaudito della Gerarchia cattolica loro complice.
    L'accoglienza, questa "accoglienza" non è un principio giusto applicato male, è in se stesso un principio errato e malsano.
    Politicus

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  8. La visita del Papa alla camera ardente di Napolitano lascia sgomenti ed amareggiati.In quel salone c'erano le più alte cariche di questo paese ma per Dio non c'era posto.

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    1. A me ha lasciato sgomento il funerale in chiesa di Berlusconi, con tutti i cattolici che lo onoravano.

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    2. Le più alte cariche di questo paese... parliamone pacatamente, senza ridere e senza piangere.

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    3. Tutti i cattolici non erano al funerale di Berlusconi.

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