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domenica 23 giugno 2024

Domenica quinta dopo la Pentecoste

Ripubblico per chi ci legge solo ora e anche per rinnovare il nostro approfondimento degli insegnamenti che nutrono la nostra fede, nell'ottica del valore maieutico della ripetizione per l'assimilazione sempre più profonda dei misteri pregati e contemplati. I frutti maturano nella ripetizione e nell'abitudine. Col richiamo alla necessità della continuità del prendersi cura: cultura deriva dal contesto agricolo e indica ciò che deve essere prodotto curato e amato costantemente e ripetutamente. L'atto spirituale non si esaurisce nell'essere compreso una sola volta: approfondito, sollecita nutre e trasfigura. Cogliamo in controluce la bellezza e l'insistente qualità dell'eternità sempre identica ed è la pratica costante che produce frutti. Per questo repetita iuvant... Domenica quinta dopo la Pentecoste

Intróitus
Ap. 5, 9-10 - Redemísti nos, Dómine, in sánguine tuo, ex omni tribu, et lingua, et pópulo, et natióne: et fecísti nos Deo nostro regnum.
Ps. 88, 2 - Misericórdias Dómini in aetérnum cantábo: in generatiónem et generatiónem annuntiábo veritátem tuam in ore meo. - Glória Patri
Ap. 5, 9-10 - Redemísti nos, Dómine…
Introito
Apoc. 5, 9-10 - O Signore, ci hai redendo col tuo Sangue, noi di ogni tribú, e lingua, e popolo, e nazione: e hai fatto di noi un regno pel nostro Dio.
Sal. 88, 2 - Le misericordie del Signore vanterò in eterno: di generazione in generazione la mia bocca annunzierà la tua verità.
Gloria al Padre…
Apoc. 5, 9-10 - O Signore, ci hai redento…

All'Ufficio.
La Chiesa ha iniziato questa notte la lettura del secondo libro dei Re, che comincia con il racconto della infelice morte di Saul e dell'avvento di David al trono d'Israele. L'esaltazione del figlio di Iesse segna il punto culminante della vita profetica dell'antico popolo; in lui Dio trova il suo servo fedele (Sal 88,21), e lo avrebbe mostrato al mondo come la più completa figura del Messia venturo. Un giuramento divino garantiva al nuovo re l'avvenire della sua stirpe; il suo trono doveva essere eterno (ivi 36-38), poiché doveva diventare un giorno il trono di colui che sarebbe stato chiamato Figlio dell'Altissimo senza cessare di avere David per padre (Lc 1,32).
Ma al momento in cui la tribù di Giuda acclamava sull'Ebron l'eletto del Signore, le circostanze non erano del tutto propizie, bisogna convenirne, alla letizia e alla speranza. La Chiesa, ieri ai Vespri, traeva una delle più belle Antifone della sua Liturgia dal canto funebre ispirato a David dalla vista di quel diadema raccolto nella polvere insanguinata del campo di battaglia su cui erano caduti i principi d'Israele: "Monti di Gelboc, non cada su voi né rugiada né pioggia, poiché qui è stato abbattuto lo scettro degli eroi, lo scettro di Saul, come se non avesse ricevuto l'unzione. Come mai sono caduti gli eroi nella battaglia? Gionata è stato ucciso sulle alture; Saul e Gionata, così amabili e belli in vita, perfino nella morte non sono stati separati".
La Chiesa, ispirata dalla vicinanza della solennità degli Apostoli che ricorre il 29 giugno e dal giorno in cui l'Ufficio del Tempo riporta ogni anno questa Antifona, ne applicava le ultime parole a san Pietro e a san Paolo nell'ottava della loro festa: "Gloriosi principi della terra, essi si erano amati nella vita - esclama - e tanto meno han potuto essere separati nella morte!" [1]. Come già il popolo ebraico a quell'epoca della sua storia, più d'una volta l'esercito cristiano non ha salutato l'avvento di uno dei suoi capi che su una terra bagnata dal sangue dei loro predecessori.
EPISTOLA (1Pt 3,8-15). - Carissimi: Siate tutti concordi, compassionevoli, amanti dei fratelli, misericordiosi, modesti, umili. Non rendete male per male, né maledizione per maledizione, ma anzi benedite; perché a questo siete stati chiamati per ereditare la benedizione. "Chi dunque vuole amare la vita e veder giorni felici, raffreni la sua lingua dal male e le sue labbra dal parlar fraudolento; schivi il male e faccia il bene, cerchi la pace e si sforzi di conseguirla perché il Signore ha gli occhi sopra i giusti e le orecchie intente alle loro preghiere; ma la faccia di Dio è contro coloro che fanno il male". E chi vi potrà far del male se sarete zelanti del bene? Se poi aveste a soffrire per la giustizia, beati voi! Non temete però le loro minacce e non vi turbate, ma santificate nei vostri cuori Cristo Signore.
La carità fraterna.
L'unione di una vera carità, la concordia e la pace da mantenere ad ogni costo come condizione della loro felicità presente e futura: ecco l'oggetto delle raccomandazioni rivolte da Simone divenuto Pietro (Pietra) alle altre pietre scelte che poggiano su di lui per formare le basi del tempio elevato dal Figlio dell'uomo alla gloria dell'Altissimo.
Comprendiamo bene l'importanza per tutti i cristiani dell'unione mutua, di quell'amore dei fratelli raccomandato con tanta frequenza e con tanta forza dalla voce degli Apostoli, che sono i cooperatori dello Spirito nell'edificazione della santa Chiesa. L'astensione dallo scisma e dall'eresia, di cui il Vangelo ricordava otto giorni fa gli eccessi disastrosi, la repressione stessa delle passioni odiose e degli astii invidiosi non possono bastare; è necessario un amore effettivo, devoto, perseverante, che unisca veramente e armonizzi come si conviene le anime e i cuori; è necessaria quella carità traboccante, la sola degna di tale nome e che, mostrandoci Dio stesso nei nostri fratelli, fa veramente nostri i loro gaudi e le loro pene. Lungi da noi quella sonnolenza egoistica in cui si compiace l'anima accidiosa, e in cui troppo spesso anime illuse credono di soddisfare tanto meglio alla prima delle virtù in quanto si disinteressano più completamente di ciò che le circonda. Su tali anime non può aver presa il cemento divino: pietre inadatte a qualsiasi costruzione, che il celeste operaio scarta o che lascia inusate ai piedi delle mura, perché non si adattano all'insieme e non potrebbero essere squadrate. Guai ad esse tuttavia, se l'edificio si completa senza che abbiano meritato di trovar posto nelle sue mura! Comprenderebbero allora, ma troppo tardi, che la carità è una, che non ama Dio chi non ama il suo fratello (1Gv 4,21) e che chi non ama rimane nella morte (ivi 3,14). Riponiamo dunque, con san Giovanni, la perfezione del nostro amore per Dio nell'amore dei nostri fratelli (ivi 4,12): allora soltanto avremo Dio in noi (ibid.); allora soltanto potremo godere gli ineffabili misteri dell'unione divina con Colui che non si unisce ai suoi se non per fare di tutti e di se stesso un tempio augusto alla gloria del Padre suo.
VANGELO (Mt 5,20-24). - In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Udiste come fu detto agli antichi: Non uccidere, e chiunque avrà ucciso, sarà condannato in giudizio; ma io vi dico: chiunque si adira col suo fratello sarà condannato in giudizio. E chi avrà detto al suo fratello: "raca" sarà condannato nel Sinedrio. E chi gli avrà detto: "pazzo" sarà condannato al fuoco della Geenna. Se dunque tu stai per fare la tua offerta all'altare e ivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta lì dinanzi all'altare, e va prima a riconciliarti col tuo fratello, e poi torna a fare la tua offerta.
Il legislatore.
Il Verbo divino disceso per santificare gli uomini nella verità, cioè in se stesso (Gv 17, 17.19), doveva ridare innanzitutto il loro splendore primitivo, offuscato dal tempo, agli immutabili principi di giustizia e di diritto che risiedono in lui come nel loro centro.
È quanto fece fin da principio e con una incomparabile solennità, dopo la chiamata dei suoi discepoli e l'elezione dei dodici, nel passo del discorso della montagna dal quale la Chiesa ha tratto il Vangelo di oggi. Con ciò egli veniva non già a condannare o a distruggere la legge (Mt 5,17), ma a ristabilire contro gli Scribi e i Farisei il suo vero senso, e darle quella pienezza che gli stessi anziani del tempo di Mosè non avevano saputo apportare.

Il Giudice.
Nelle poche righe che la Chiesa ne ha riprodotte, il pensiero del Salvatore mostra che non si deve calcolare alla stregua dei tribunali di quaggiù il grado di giustizia necessario per entrare nel regno dei cieli. La legge ebraica deferiva l'omicidio al tribunale criminale detto del giudizio; ed Egli, Padrone e autore della legge, dichiara che l'ira, questo primo passo verso l'omicidio, foss'anche rimasta nelle pieghe più intime della coscienza, può apportare di per sé sola la morte dell'anima, incorrendo così veramente, nell'ordine spirituale, nella pena capitale riservata nell'ordine sociale della vita presente all'omicidio compiuto. Se, anche senza passare alle vie di fatto, quest'ira si sfoga in parole sprezzanti, come l'espressione siriaca raca, uomo da nulla, la colpa diventa così grave che, apprezzata nel suo giusto valore davanti a Dio, sorpasserebbe la giurisdizione criminale ordinaria per essere assoggettata al consiglio supremo del popolo. Se dal disprezzo si passa all'ingiuria, non vi è più nulla nella gradazione delle procedure umane che possa dare un'idea dell'enormità del peccato commesso. Ma i poteri del sommo giudice non si fermano, come quelli degli uomini, ad un dato limite: la carità fraterna calpestata troverà sempre al di là del tempo il suo vindice. Come è grande il precetto della santa dilezione che unisce le anime! Come si oppone direttamente all'opera divina la colpa che, più o meno da vicino, viene a compromettere o a turbare l'armonia delle pietre vive dell'edificio che si eleva quaggiù, nella concordia e nell'amore, alla gloria dell'indivisibile e pacifica Trinità!

Pregiamo
O Dio, che hai preparato beni invisibili a quelli che ti amano, versa nei nostri cuori la tenerezza del tuo amore, affinché, amandoti in tutto e sopra tutto, conseguiamo l'oggetto delle tue promesse, il quale supera ogni desiderio.
_________________________
[1] Anche questa ottava fu soppressa col decreto della Sacra Congregazione del Riti del 23 marzo 1955.

(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 446-449)

4 commenti:

  1. La Messa in Rito Romano Antico23 giugno, 2024 07:28

    Per quasi 1.400 anni, la Messa in Rito Romano Antico è stata la liturgia del mondo cattolico. Era la Messa a cui partecipavano praticamente tutti i Papi, i Santi e i cristiani d'Occidente dal 600 d.C. al 1970 d.C.

    Era la Messa per la quale i martiri cattolici hanno versato il loro sangue durante la Riforma protestante, determinati a preservarla. Era la Messa che univa i cristiani attraverso continenti e secoli. È stata descritta come "la cosa più bella da questa parte del paradiso".
    (Catholic Fellowship)

    Questa Messa rappresentava il cuore pulsante della fede cattolica, un filo d'oro che attraversava la storia, collegando generazioni di fedeli in un'unica, sublime tradizione. La sua bellezza e profondità spirituale hanno ispirato innumerevoli anime nel loro cammino verso Dio, offrendo un'esperienza di adorazione che trascendeva il tempo e lo spazio.

    La sua persistenza attraverso i secoli testimonia la sua potenza e il suo significato per milioni di credenti, che in essa trovavano conforto, ispirazione e un senso di continuità con le radici più profonde della loro fede.

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  2. Che la S.Vergine lo soccorra e lo riporti al Cuore di Gesu' !23 giugno, 2024 11:50

    Bernard Besret
    Nato in una famiglia anticlericale, Jean-Claude Besret è entrato nell'Abbazia cistercense di Notre-Dame de Boquen (Côtes-d'Armor) nel 1953, all'età di diciotto anni.
    Nel 1955, l'abate lo inviò a Roma per studiare teologia presso la Pontificia Facoltà di Sant'Anselmo, dove fu profondamente influenzato dalle eresie di Dom Cipirano Vagaggini (+1999).

    Secondo Besret, per Vagaggini il cristianesimo non era "una questione di dogmi, di morale o di religione. Era soprattutto una storia al centro della storia umana, in cui Dio aveva scelto di svolgere un ruolo incarnandosi e in cui ci invitava a partecipare attivamente".

    Nel 1997, ha sviluppato un interesse per il Taoismo quando ha fatto il suo primo viaggio in Cina e si è convertito a questa religione. Ha continuato ad organizzare viaggi culturali in Cina e nel 2010, insieme all'amico Zhu Ping Ping, ha fondato un centro per la cultura tradizionale cinese sulla montagna Qiyun Shan, nella provincia di Anhui.

    È ancora vivo.
    https://gloria.tv/post/3YrnTgMMAhorENPnu8pG1GcaP

    Sembra di capire che la Pontificia Facoltà di Sant'Anselmo sia la fucina dei progressisti, e' così ?

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  3. Chiudiamo il giorno con la S.Messa. ICRSS, grazie per questo dono!26 giugno, 2024 23:14

    Sunday 23rd June 2024: Pontifical Mass by His Eminence Cardinal Burke (Fifth Sunday after Pentecost)

    Sacred Heart Church - Limerick - ICKSP
    https://www.youtube.com/watch?v=Vs9A2-anE-A

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  4. Sotto lo sguardo di Maria!27 giugno, 2024 10:16

    Riflessione 8 - Novena a Nostra Signora di Guadalupe - S.E.R. Card. Raymond Leo Burke
    https://www.youtube.com/watch?v=ZJIYswqzGIM
    Scuola Ecclesia Mater IPC

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