Posati pannelli di alluminio sopra i mosaici delle due porte laterali della Basilica del Rosario. Nei prossimi giorni stesso trattamento per le due porte centrali, ha annunciato il vescovo Micas. Testo rielaborato nei termini essenziali, poiché ne è vietata la riproduzione.
Ricordiamo la durissima reprimenda de Il Sismografo sulla vicenda degli abusi sessuali e dell’assoluzione del complice di Padre Rupnik: “Quindi la CDF, presieduta dal gesuita spagnolo card. Luis Ladaria, ha fatto le due cose nel giro di pochi giorni e lo ha potuto fare solo perché ha ricevuto ordini da Papa Francesco. Non esiste un’altra spiegazione. Dire o suggerire qualcosa di diverso non corrisponde alla verità... Il Vaticano deve dare contezza della subitanea remissione della scomunica a Padre Rupnik – scomunica tolta su ordine diretto del Papa –, degli abusi sessuali, del fatto che il gesuita ha continuato tranquillamente a girare il mondo e celebrare Messa e, da ultimo, il fatto che continui tranquillamente a vivere al Centro Aletti, tra i collaboratori (e consacrate?)“.
Lotta agli abusi. Santuario di Lourdes,
coperti i mosaici di Rupnik
Leggiamo su Avvenire che nel “comprensorio” del Santuario di Lourdes sono stati coperti alcuni mosaici del sacerdote sloveno Marko Rupnik, l’ex gesuita accusato di abusi psicologi e sessuali da alcune religiose. I mosaici di due porte laterali della Basilica del Rosario sono state ricoperte con pannelli di alluminio e «le due grandi porte centrali saranno coperte tra qualche giorno, prima dell’inizio della stagione dei pellegrinaggi a Lourdes». Lo ha annunciato il vescovo di Tarbes e Lourdes, Jean-Marc Micas. Un gesto forte ed eloquente, dal grande valore simbolico, in una delle mete di pellegrinaggio più importanti e amate del mondo.
Il vescovo ricorda che «È l'anno giubilare. A Roma sono state aperte le Porte Sante nelle quattro Basiliche Maggiori. Ho emanato un decreto per dichiarare che il Santuario di Lourdes è uno dei due luoghi della diocesi – assieme alla Cattedrale di Tarbes – dove vivere l’anno giubilare e ricevere l’indulgenza plenaria. Il passaggio attraverso le porte d’ingresso della basilica doveva essere all’altezza simbolica di questo momento».
Ha quindi ricordato che lo scorso 28 marzo, «terzo venerdì di Quaresima», la Chiesa di Francia ha celebrato «il Giorno della memoria e della preghiera per le vittime degli abusi sessuali commessi nella Chiesa».
L'auspicio è che gli altri vescovi seguano l’esempio di Micas, mentre le ex suore vittime del sacerdote sloveno, ex gesuita e noto mosaicista, Marko Rupnik, in un comunicato dichiarano di accogliere «con la gioia nel cuore, le parole illuminate di Jean Marc Micas, vescovo di Tarbes e Lourdes, da sempre vicino alle vittime di abusi, cui va il nostro sentito ringraziamento. Sappiamo bene che la sua decisione di coprire le porte della Basilica di Lourdes, dove sono presenti i mosaici di Marko Ivan Rupnik, è stata lungamente ragionata, attentamente ricercata e fortemente osteggiata».
Aggiungono che «Ogni fedele, e non solo ogni vittima di abuso deve avere il cuore libero nel momento in cui si accosta alla preghiera e ciò non può avvenire se deve inginocchiarsi davanti a un’opera che probabilmente è stata il luogo dove si è consumato un abuso». Non è possibile scindere l'artista dall'opera, come finora si è voluto erroneamente fare intendere.
pertanto le vittime chiedono che «anche gli altri vescovi, nelle cui diocesi sono presenti opere del famoso mosaicista, compiano lo stesso gesto forte e inequivocabile di sostegno a tutte le vittime di abusi».
Di fatto la Chiesa di Francia rilancia l’impegno della lotta agli abusi e proprio da Lourdes fa il bilancio delle misure adottate per combattere la violenza sessuale nella Chiesa dopo la presentazione del rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, a cura della Conferenza episcopale francese per lunedì 31 marzo e martedì 1° aprile, alla vigilia dell’Assemblea plenaria di primavera che si tiene dal 1° al 4 aprile nella città delle apparizioni con la partecipazione di oltre trecento persone. Verranno discusse le diverse procedure e iniziative messe in atto dalla Chiesa, ma anche l'individuazione di quanto resta da fare e le prospettive ancora da aprire, dando voce alle vittime e agli attori-chiave della Chiesa e della società civile impegnati nella lotta contro la violenza sessuale.
L'arcivescovo di Reims Eric de Moulins-Beaufort, dal 2019 presidente della Conferenza episcopale francese, afferma che dall’anno 2000 e dal primo opuscolo “Lotta contro la pedofilia” «si è affermata una cultura di vigilanza e di buon trattamento che vogliamo sia quella di tutte le nostre istanze ecclesiali». Aprendo i lavori della sessione ha dichiarato: «Stiamo lavorando affinché questa nuova cultura penetri nelle menti e nei cuori dei cattolici francesi. Che tutti si considerino corresponsabili di questa cultura. Anche a questo livello il cammino è aperto, è iniziato ma è ben lungi dall’essere completato», ha riconosciuto il presule. Che ha poi ringraziato le vittime degli abusi che hanno scelto di partecipare alla sessione speciale. «Vorrei ringraziarli in modo particolare. Ci hanno aiutato molto. Per noi, queste persone sono passate dall’essere vittime a testimoni».
Infine ha esortato tutti i partecipanti a «dire la verità». «Non chiediamo nient’altro che di dire semplicemente ciò che ritenete importante dire per il bene di tutti, per le vittime, per la nostra società, per la Chiesa in Francia e altrove». «Ognuno si senta libero di dire ciò che ha dentro in modo tale che venga recepito. Ma con tutto il cuore desidero sottolineare che noi vescovi siamo desiderosi di ascoltare ciò che voi avete da dirci».
Ipocrisia coprire i mosaici... L'autore è ancora a piede libero, come è a piede libero chi lo ha liberato dalla scomunica.
RispondiEliminaDetto ciò, il provvedimento è sbagliato nelle sue motivazioni. Se fossero giuste, dovremmo coprire anche i vari Caravaggio, Raffaello, e tutte le opere d'arte nelle nostre chiese prodotte da pittori, scultori, ceramisti, acquarellisti che non erano degli stinchi di santo.
Il provvedimento sarebbe stato giusto se il vescovo di Lourdes lo avesse giustificato con la bruttezza dei mosaici, il loro essere fuori stile rispetto alla basilica, fuori dimensione: sembravano dei cartelloni pubblicitari, facenti pubblicità a Rupnik e alla sua banda di ''artisti". Orrendi mosaici ad "abbellire" una chiesa che già non brillava per bellezza.
Io mi preoccuperei invece della lobby gaia che imperversa a tutti i livelli nella Chiesa e che ha sdoganato il matrimonio omosessuale, chiamandolo "benedizione alla coppia". Per non parlare delle pressioni a cui sono sottoposti gli ignari seminaristi dai loro superiori nei seminari...
Con tutto il rispetto ma il paragone con Raffaello e Caravaggio proprio non regge. Il predatore e blasfemo R. non ha eguali nello stile di vita.
EliminaLa differenza è che Caravaggio e Raffaello non erano preti, mentre Rupnik ancora lo è.
EliminaEssendo prete, la cosa è estremamente più grave. Ancor più grave se si ammantano i peccati di fantasiose giustificazioni teologiche e si assolve il complice.
Però il fatto che Caravaggio e Raffaello abbiano prodotto grandi opere d'arte di Fede, pur essendo dei peccatori pubblici, dimostra che una vita peccaminosa non è un ostacolo all'arte sacra, purché ci sia la fede nell'artista. Ma nel caso di Rupnik la fede c'è? Forse è quella annacquata e generica dei gesuiti e di papa Francesco, che nulla ha a che fare con la vera Fede cattolica. Dunque disastrosa l'arte e disastrosa la vita...
Prendere posizione e' un atto di coraggio e testimonianza di verita'.
RispondiEliminaDissociarsi da Rupnik e' cosa buona e giusta.
Una notizia positiva fa bene... in tempi di tenebre.
RispondiEliminaLA MORTE, CASTIGO DEL PECCATO E CAUSA DI TANTE LACRIME PER L'UOMO, INTENERISCE IL CUORE DI GESU' CRISTO
RispondiElimina(S. AGOSTINO)
Dalla lettura precedente ricorderete che il Signore sfuggì dalle mani di coloro che volevano lapidarlo, e si ritirò oltre il Giordano dove Giovanni battezzava (cf. Gv 10, 39-40). Ora, mentre il Signore stava in quel luogo, Lazzaro si era ammalato in Betania, un villaggio che era vicino a Gerusalemme. Maria era colei che unse di unguento profumato il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli. Era suo fratello Lazzaro ch'era ammalato. Dunque, le sorelle mandarono a dire a Gesù (Gv 11, 2-3). Sappiamo già dove mandarono il messaggio a Gesù, poiché sappiamo dove egli era: era assente e si trovava al di là del Giordano. Mandarono a dire al Signore che il loro fratello era ammalato, e per pregarlo di venire a liberarlo dalla malattia. Egli ritardò a guarirlo, per poterlo risuscitare.
Che cosa dunque gli mandarono a dire le sorelle di Lazzaro? Signore, vedi, colui che tu ami è malato (Gv 11, 3). Non dissero: Vieni subito! A lui che amava era sufficiente la notizia. Non osarono dire: Vieni a guarirlo; oppure: Qui comanda e là sarà fatto. Perché non dissero così anch'esse, dal momento che la fede del centurione era stata tanto lodata per essersi espressa così? Quello infatti disse: Non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito (Mt 8, 8). Le sorelle di Lazzaro non gli mandarono a dire niente di tutto questo, ma soltanto: Signore, vedi, colui che tu ami è malato. E' sufficiente che tu lo sappia; poiché non puoi abbandonare quelli che ami.
Qualcuno dirà: come può Lazzaro rappresentare il peccatore ed essere quindi amato dal Signore? Ascolti la sua parola: Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori (Mt 9, 13). Se infatti Dio non avesse amato i peccatori, non sarebbe disceso dal cielo in terra. Udendo ciò, Gesù rispose: Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per essa sia glorificato il Figlio di Dio (Gv 11,4). Questa glorificazione del Figlio di Dio, non aumentò la sua gloria, ma giovò a noi. Disse che non era per la morte, perché la morte stessa non era per la morte, ma l'occasione di un miracolo, grazie al quale gli uomini avrebbero creduto in Cristo, evitando così la vera morte. Osservate come il Signore in modo indiretto dice che è Dio per quanti negano che il Figlio è Dio.
Venerdì della IV Settimana di Quaresima
Gv. 11,1-45 La risurrezione di Lazzaro
S.AGOSTINO
Tractatus 49 in Joannem, post initium
Breviario Romano, Letture dal Mattutino
Una Chiesa che veramente combatte gli abusi? Sembra che i vescovi siano molto bravi a riempirsi la bocca di belle parole (aria fritta), poi al dunque o insabbiano, se l'accusato è un loro protetto, sodale o nella maggior parte dei casi progressista; oppure denunciano alle autorità, se l'accusato è a loro antipatico, non si è piegato a 90 gradi di fronte a qualche loro sopruso o abuso di autorità, oppure è semplicemente un amante della Tradizione. Un doppio standard e una doppia morale, attuati anche con la complicità dei media, nella quasi totalità dei casi lesti a "Dagli al tradizionalista"...
RispondiEliminaDa ricordare:
RispondiEliminaMons. Viganò: il mercoledì delle ceneri lo ricordano Trump e Melania, mentre i vescovi pensano al Ramadan
https://www.renovatio21.com/mons-vigano-il-mercoledi-delle-ceneri-lo-ricordano-trump-e-melania-mentre-i-vescovi-pensano-al-ramadan/
L'immagini di fondo sono di Rupnik:
Su Marko Rupnik e le sue opere. Che non esprimono il vero e il bello
https://www.aldomariavalli.it/2024/09/03/su-marko-rupnik-e-le-sue-opere-che-non-esprimono-il-vero-e-il-bello/amp/
Di sicuro Trump non deve essere a conoscenza del caso Rupnik, ma se lo sapesse, come reagirebbe?
La conferenza episcopale francese pubblica un opuscolo "Lotta alla pedofilia". Bene. Ma si continua con l'equivoco, cioè parlarre sempre di pedofilia, come vogliono i media e i poteri civili woke, e mai di omosessualità, che nell'80% dei casi è la protagonista dei casi di pedofilia.
RispondiEliminaNel caso di Rupnik sembra che l'omosessualità non c'entri. Il cosiddetto artista peccava allegramente secondo natura.
Ma il discorso in senso più ampio dovrebbe da parte della Chiesa coinvolgere sodomia e saffismo. Invece, niente. E come potrebbe, dirà qualcuno, vista la diffusione di questi vizi nel clero e fra le suore? E vista non solo la tolleranza ma anche l'incoraggiamento che le pratiche peccaminose ricevono dal presente pontefice?
È tutto capovolto, la Chiesa visibile (la Gerarchia) ha da tempo cessato di essere cattolica.
Pertanto, le autorità ecclesiastiche si conformano all'omertà dominante, imposta dalla rivoluzione sessuale sostenuta dalle leggi dei nostri sciagurati governi.
È vietato dire che gran parte degli abusi sessuali registrati sono dovuti a sodomiti e pederasti penetrati nel sacerdozio grazie alla scarsa selezione degli aspiranti preti. Se lo dici, rischi l'incriminazione per crimine d'odio, cosiddetto. Non solo: l'omertà porta ad accettare la falsa tesi imposta dai media: che gli abusi sono il risultato di una disciplina disumana che impedisce ai singoli di seguirre le loro supposte tendenze sessuali omosessuali, che sarebbero, si capisce, cosa del tutto normale. Che gli abusi sarebbero in sostanza frutto del "clericalismo", lo ha detto pure papa Francesco.
Non si potrebbe inventare una spiegazione più falsa.
E perché nessun sacerdote, vescovo o cardinale, si ribella e non le canta chiare ai Media e ai poteri civili corrotti del nostro tempo? Perché non smaschera la loro ipocrisia? Perché finirebbe sotto processo e in galera, realtà mostruose, per affrontare impavidamente le quali ci vorrebbe una fede cattolica granitica, oggi non reperibile sul mercato, per così dire.
ap
"È vietato dire che gran parte degli abusi sessuali registrati sono dovuti a sodomiti e pederasti penetrati nel sacerdozio grazie alla scarsa selezione degli aspiranti preti."
EliminaAhimè, la selezione non c'è perché i candidati sono così scarsi che si accettano cani e porci. E se c'è, è alla rovescia: "Se non sei gay, non sei fatto per il sacerdozio," ti dicono e ti buttano fuori con un calcio nel sedere. "Hai qualche problema, dato che ti piace la liturgia antica... Vatti a far raddrizzare dallo strizzacervelli!" "Non sei sinodalico? Fuori subìto dal seminario, che non è posto per chi non ha senso ecclesiale!!!"
Chi sopravvive, o è come loro già in partenza, oppure si lascia plasmare a loro immagine e somiglianza. Oppure, terzo caso, è abbastanza furbo da mimetizzarsi e fare finta di seguire la corrente. Ma anche questa terza strada è decisamente insidiosa perché obbliga a troppi compromessi...
Per chi ha una seria vocazione al giorno d'oggi, e non vuole che gliela distruggano, e non vuole perdere la fede con gli studi "teologici", non rimane che un'ultima opzione: andare in un istituto tradizionalista. Ahimè Ahimè Ahimè
All'epoca dei miei antichi studi c'erano due insegnanti medici igienisti, uno la raccontava in un modo, l'altro la raccontava in un altro modo. Nostra soluzione : imparavamo quel che affermava l'uno e imparavamo quel che affermava l'altro così ci siamo salvati rispondendo a seconda con chi ci trovavamo . Poi, a tempo debito, abbiamo fatto ricerche e approfondimenti per conto nostro. Se uno si accontenta di farsi plasmare vuol dire che e' un debole.
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