Nella nostra traduzione da Boulevard Voltaire. Qui l'indice degli articoli sulla Latina lingua.
Un insegnante in Francia / Latino: una scuola di rigore e grandezza
In un'epoca in cui l'ignoranza viene celebrata e la trasmissione viene sacrificata sull'altare del relativismo, il latino, un tempo pilastro della nostra istruzione, viene relegato al rango di polverosa curiosità. Eppure, in un'epoca in cui l'intelligenza artificiale sta esplodendo e una società è inebriata dall'ingresso in un'era completamente digitale, questa lingua sarebbe più utile che mai a chiunque voglia pensare con chiarezza, ragionare con rigore ed elevarsi moralmente.
Influenzati dall'ipocrisia del sistema scolastico, i genitori se ne stanno allontanando e gli studenti lo guardano con disprezzo. Farebbero bene a pensarci due volte prima di lasciare che questo insegnamento cada nell'oblio della scuola.
Ci stanno dicendo che è troppo difficile?
Imparare il latino implica sottoporsi a una disciplina intellettuale impegnativa. Declinazioni, coniugazioni, sintassi complessa: tutti esercizi che affinano la mente, sviluppano la memoria e rafforzano le capacità analitiche. Ci dicono che è troppo difficile? Eppure, metà degli europei, dalla Germania alla Russia, se la cava molto bene nelle lingue basate sulle declinazioni. È possibile che le menti dei nostri studenti siano più intorpidite e non siano più in grado di pensare alla fine della frase prima di aprire bocca?
Contrariamente a quanto si possa pensare, il latino non è difficile, soprattutto per un francese. Se le generazioni passate hanno tramandato questa idea, è a causa della difficoltà dei testi che sono state sottoposte a studio, non per la lingua in sé. È come se si imparasse il francese esclusivamente dai testi di Victor Hugo, Montaigne e Chateaubriand. Ma questo materiale può essere adattato, e lo è stato nel corso dei secoli da insegnanti di qualità, dall'abate Lhomond a Orberg, passando per Richter.
Una scuola di virtù
Il latino non è solo una lingua; è anche una scuola di virtù. I testi antichi, da Cicerone a Seneca, da Sallustio a Livio, insegnano il coraggio, la lealtà, il senso dell'onore e del sacrificio. Offrono modelli di condotta e guida morale in un mondo che sta perdendo il suo significato. Diamo ai nostri figli esempi, modelli di comportamento, positivi o negativi, che li aiutino a riflettere sul significato delle loro azioni, con un po' più di brio di "Broccoli e Mirabelle si riconciliano" o "Il rosmarino ha due madri".
Per secoli, l'Antichità è stata la spina dorsale della cultura europea. Quali sono i dati in Francia oggi? Il 13% degli studenti delle scuole medie studia latino, lo 0,7% impara il greco; al liceo, solo il 3% degli studenti sceglie l'opzione latino, lo 0,7% quella greca e, tra le specializzazioni offerte al primo e all'ultimo anno, la specializzazione LCA (Lingue e Culture dell'Antichità) ha attirato solo lo 0,1% degli studenti, ovvero circa 1.200 adolescenti del primo e dell'ultimo anno in tutto il paese. Queste cifre irrisorie sono il sintomo di una scuola che sta abbandonando l'eccellenza e la trasmissione del nostro patrimonio culturale.
Il latino è, infine, un baluardo contro la mediocrità circostante. Sviluppa il senso del dettaglio, che è una qualità essenziale della mente e protegge dai famosi amalgami, dalle semplificazioni abusive e dalle scorciatoie frettolose.
Il latino non è una reliquia del passato; è una chiave per il futuro. Se insegnato bene – e spesso è proprio qui che risiede il problema – forgia menti libere, cittadini illuminati e uomini e donne integri. Il suo sacrificio è uno dei pilastri del suicidio di civiltà che la Francia sta commettendo.
Onestamente qui l’ignoranza celebrata e la polverosa curiosità c’entra nulla. Ho due figlie entrambe hanno frequentato nella prima decade anni duemila, il classico con un ottimo rendimento e entrambe hanno scelto ingegneria, una gestionale e l’altra dei materiali, laureandosi con il massimo dei voti e oggi, grazie alla miseria dei nostri stipendi, ricoprono all’estero ruoli manageriali di alto livello. Spesso abbiamo discusso sullo studio e la conoscenza del latino ed entrambe mi rispondono dicendo che sì erano bei tempi e che quello studio seppur superficiale è servito, ma che oggi al di là della cultura personale non saprebbero cosa farne.
RispondiEliminaUn episodio singolo non cambia i principi.
EliminaIn ogni caso, da un punto di vista materiale SEMBRA che il latino non abbia dato nulla; ma la mens ordinata ad una migliore assimilazione dei dati tecnici e ad una capacità generale di organizzare pensieri e ragionamenti non la sottovaluterei.
Infatti ho scritto che a loro parere anche se superficiale quello studio è servito. Diverso è come utilizzarlo oggi quello studio sapendo come viene vissuto e insegnato nei licei. Una modalità non superficiale ma vuota in cui la prova d’esame è una barzelletta così come accade per il greco.
EliminaLo capiranno in là con il tempo, non finiamo mai di imparare. Anche alcuni nostri giudizi cambiano quando abbiamo alle spalle un percorso lungo di vita già vissuta.
RispondiEliminaLo "spirito borghese" trionfa ormai da più di due secoli: esso detesta lo studio della lingua latina e di tutto quello che non è "utile".
RispondiEliminaCirca i valori - che io ho in abominio - dello "spirito borghese", riporto i risultati della AI:
"Lo spirito borghese è l'insieme dei valori e delle caratteristiche attribuite alla classe sociale della borghesia, che includono il lavoro, il merito, il progresso, l'individualismo, la razionalità, il calcolo e l'economia, oltre a una forte tendenza verso la proprietà privata e l'autodeterminazione. Sebbene storicamente associato all'emancipazione e all'aspirazione all'universalismo, è anche considerato come una "coscienza infelice" a causa delle contraddizioni e alienazioni generate dal sistema capitalistico che esso stesso ha contribuito a creare.
Componenti dello spirito borghese:
Valori sociali ed economici:
L'enfasi sul lavoro, il merito individuale, la razionalità, il calcolo, la prudenza e l'economia sono centrali nello spirito borghese.
Proprietà e individualismo:
La borghesia è portatrice di valori legati al diritto alla proprietà privata e all'autodeterminazione, radicati nel progresso e nell'affermazione dell'individuo.
Progresso e razionalità:
Lo spirito borghese si proietta verso il progresso, guidato dalla razionalità nelle scelte economiche e politiche."
Io sono tutto il contrario.
Purtroppo lo "spirito borghese" ha avvelenato anche il cattolicesimo.
Viva la lingua latina!
Io ho imparato il francese dopo aver imparato il latino, secondo l'insegnante di francese del recupero anni che mi ha permesso di iscrivermi a V ragioneria (ho due diplomi) è stato senz'altro utile aver studiato al Magistrale la lingua progenitrice.
RispondiEliminaSoprattutto perchè era stata insegnata correttamente. Spesso la nostra docente al Magistrale criticava un "collega" di liceo classico descrivendo il di lui metodo di insegnamento come troppo stravagante e difficile da seguire: in un'altra classe c'era una ragazza che era passata al Magistrale (perdendo un anno) proprio perchè non capiva quel metodo e quel docente. Io questa ragazza non ho mai saputo chi fosse ma evidentemente la nostra docente sapeva tutto e forse non era stato un caso isolato. Ovviamente non so in cosa consistessero le stravaganze di quell'altro professore.
Al contrario, pur non adottandone il metodo, la nostra docente stimava un altro professore, non so se dello stesso liceo, a Trieste di classici ce ne sono due, che invece insegnava il latino e anche il greco con la stessa metodica delle lingue moderne.
Ricorrere alla AI per definire lo "spirito borghese" sembra un po' schematico.
RispondiEliminaNella borghesia c'è sempre stata la componente mercantilistica e utilitaristica ma non si può certo dire che la borghesia al potere fosse contraria agli studi umanistici e classici. Vedi la Riforma Gentile della Scuola.
Mi ricordo un passo di "Un anno sull'Altipiano" di E. Lussu, che descrive le vicende della Brigata Sassari nella Grande Guerra, della quale era ufficiale. Alla mensa ufficiali, un giorno, un sottotenente recitò a memoria un'intera epistola di Orazio, in latino ovviamente, tra gli applausi generali. Cito a memoria. Era l'ultimo giorno di un periodo di calma. Il giorno dopo la Brigata cominciò a muovere verso il Carso, stava per cominciare la terribile Battaglia della Bainsizza.
E circa il vantaggio personale del sapere il latino. Servirebbe solo per la cultura personale? E vi pare poco? Non sarei così utilitarista.
Io tanti anni fa ho fatto il Classico. Sembrava troppo tutto questo greco e latino e nessuna lingua straniera moderna. Le lingue straniere moderne le ho imparate dopo per conto mio, dimenticando quasi il retaggio classico, che ho dovuto ristudiare, in parte. La conoscenza del greco si è rivelata utilissima nella lettura dei Testi Sacri. Le edizioni bilingui (greco-latino) permettono di seguire il testo integrando l'una versione con l'altra.