L'Ansa, Vatican News mettono in risalto la notizia che il Papa difende la natività: «Un dono di luce per un mondo che ha bisogno di speranza». Per contro «Avvenire», il quotidiano della Cei, si interroga se essa debba includere migranti e «marginali». Ignora l’unico elemento essenziale: il Mistero dell’Incarnazione. Tant'è che dedica - con richiamo in prima pagina - una pagina intera intitolata «Presepe, attualità o tradizione?», chiedendosi se quella ricostruzione ideata nel 1223 a Greccio da San Francesco sia ancora valida per il nostro tempo.
Purtroppo non è l'unico caso e questa volta suscita perplessità anche a livello laicale in un quotidiano conservatore che ci presenta l'immagine di una natività addomesticata. Si tratta de La Verità, da cui riprendo il commento di Del Debbio che titola: "I vescovi hanno dubbi pure sul presepe".
"E poi si chiedono, sempre i medesimi vescovi, dai più ai meno importanti, perché si svuotano le chiese e i fedeli appaiono disorientati... Mettiamo il caso di un fedele che sia abbonato ad Avvenire e anche a Vatican News che lo aggiorna sui pronunciamenti del papa e lo stesso giorno legga ambedue. Capirete bene che o gli prende lo sconforto o non ci capisce più nulla o ancora, consapevole che la Chiesa cattolica è gerarchica, dà ragione al papa e se ne frega del dibattito di Avvenire. Soluzione questa più sana e più giusta".

"E poi si chiedono, sempre i medesimi vescovi, dai più ai meno importanti, perché si svuotano le chiese e i fedeli appaiono disorientati…”. Credo che i vescovi lo sappiano benissimo, così come i parroci a contatto con il territorio di loro competenza. Prendiamo il santo Natale, ci siamo quasi. C’è qualcuno che si chiede se in famiglia si parla ancora della natalità, di Gesù bambino e di ciò che rappresenta? Tra tutte le famiglie che conosco per i grandi e i ragazzi la sola e unica preoccupazione è preparare l’albero e dedicarsi alla scelta dei regali da sistemare ai piedi dell’albero per poi consegnarli allo scoccare della mezzanotte dopo la cena. Per i piccoli l’attenzione è tutta concentrata su Babbo Natale, la letterina, le renne e i regali che porterà.
RispondiEliminaLe chiese in realtà non si svuotano semplicemente perché non sono più piene: non ci si entra più.
Sì sì, il papa difende la soavissima rappresentazione della natività, ma non si accorge che lì è presente come co-protagonista la Santissima Vergine da Fernandez così tanto offesa nell' infame documento "Mater populi Fidelis" uscito il 4 novembre scorso e precedentemente da lui approvato il 7 ottobre, proprio nella festa della Madonna delle Vittorie e del Rosario? Mi spiace, soprattutto per me che commento un peccato perché non riesco a perdonarlo, anzi perdonarli, ma finché non ritornerà sui suoi passi, quel po' di buono che può uscire dal piccolo Leone non mi entusiasma per nulla, anzi, mi lascia così come mi trova.
RispondiEliminaNonna
L'indifferenza è così grande che vogliono mettere migranti e marginali sullo stesso piano di Nostro Signore e degli Apostoli. Come sarebbe questo presepe? Il bambino Gesù sarebbe il migrante o il marginale? Oppure solo gli apostoli erano migranti ed emarginati? In ogni caso ci vuole un grande desiderio di diffondere l'adorazione dell'uno o dell'altro per vederlo adorato da angeli, pastori e Magi. Se sono gli apostoli, allora rappresentano un Gesù nato durante la Rivoluzione francese e la sua buona novella sono i diritti dell'uomo... Questa non è più una religione.
RispondiEliminaMettere gli i migrati e gli marginali nel presepe non è né appropriato né opportuno. È su questo genere di questioni che il DDF dovrebbe esprimersi, non su questioni che hanno già ricevuto insegnamenti del magistero ordinario, come la questione del titolo di Maria Corredentrice.
Il livello intellettuale di coloro che avanzano questo tipo di proposte è lo stesso dei capi di Stato dell'UE. Parlano di cose di cui dovrebbero tacere e tacciono su cose di cui dovrebbero parlare.
Cei contro Papa?
RispondiEliminaDue Dux ?
Voglia di diarchia?
RispondiEliminaMa hanno lo stesso potere?
Il Corpo Mistico di Cristo e' la Chiesa, non si rendono conto che l'uno tira da una parte
RispondiEliminae gli altri tirano dall'altra parte (questo Corpo Mistico)?!?
Il fatto è che nella Gerarchia cattolica attuale non si crede più al dogma. Voglio dire, al dogma come concetto. Tutto diventa pertanto interpretabile alla luce delle esigenze dei tempi, ovviamente come intese da colui che interpreta.
RispondiEliminaChe non credano più a verità della nostra religione da ritenersi come dogmi di fede, risulta dalla famigerata Dichiarazione congiunta con i luterani sulla giustificazione. Responsabile mi sembra il cardinale Cassidy, ma frutto del lavoro di più anni di una commissione mista. Questa Dichiarazione ebbe come padrini sia Giovanni Paolo II che l'allora cardinal Ratzinger.
Come si fa a fare un dichiarazione congiunta con i luterani sulla giustificazione quando proprio sul concetto della giustificazione si è consumata l'eresia del monco ribelle?
Semplice, togliendo valore agli anatemi inflitti dal Tridentino, dando cioè loro un significato relativo e non più assoluto. Nella Dichiarazione congiunta, che al momento non ho sottomano, si cerca una soluzione di compromesso tra le due religioni. E appunto si dice ad un certo punto che i dogmi e gli anatemi proclamati a Trento sulla giustificazione non devono più essere intesi in senso assoluto ma possono esser reinterpretati alla luce di un successivo sviluppo, naturalmente in modo equilibrato, ponderato, senza uscire dal seminato.
Ma già rivedere il dogma alla luce di supposte nuove esigenze, non significa uscire dal seminato?
Come stupirsi allora che i vescovi e anche forse tanti preti, cresciuti con questa mentalità, un po' alla volta mettano tutto in discussione? Adesso si ridiscute anche il Presepio. Ma prima di questo, auspice papa Francesco, non hanno "ridiscusso" anche il matrimonio cattolico? Non direttamente ma indirettamente, autorizzando le ben note deviazioni (accettazione di fatto delle unioni di fatto, anche perverse; autorizzazione alla comunione ai divorziati risposati conviventi; Fiducia supplicans, etc).
Una Gerarchia cattolica che cessa di credere nel significato assoluto del dogma della fede cessa di fatto dall'essere cattolica.
Diventa un ibrido, indefinibile.