Nel Capitolo intitolato "Le proprietà della Chiesa" del suo ultimo libro: La Cattolica. Lineamenti d'ecclesiologia agostiniana, Mons Gherardini sviluppa l'excursus sulla Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica. Trascrivo il capitolo sulla terza proprietà, che dà titolo al libro e ragioni al nostro rivendicare che il Christus totus, sia storico che metafisico, è solo ed esclusivamente nella Chiesa Cattolica.
3. Cattolica
E' chiaro che il ricorso alle proprietà (o note proprie) della Chiesa, intese sia come qualificazioni della sua identità, sia come distintivi del suo differenziarsi da chiese scismatiche o comunque contestatarie, fa parte della polemica con cui Agostino oppose all'errore, sotto qualunque forma si presentasse, la sicurezza della dottrina cattolica. I significati che s'affaccian per lui da quest'aggettivo son vari: geografico, e quindi universale, con particolare riferimento all'etimo greco che pone l'accento su tutto; oppure dottrinario, nel senso dell'estensione «erga omnes», senza eccezione alcuna, di ciò che viene qualificato cattolico, ma anche della validità per sempre ed in ogni luogo della dottrina esposta. C'è però una terza accezione ed è quella che ripete certezza e validità in assoluto dai pronunciamenti della Sede apostolica. Discostandosene, si corre il rischio dell'innovazione ereticale. Ai pelagiani, pertanto, Agostino può dire: «la novità della vostra dottrina vi ha rigettati dalla faccia della terra, esattamente come dalla faccia della terra, il vento rigetta la polvere».
La Chiesa, e l'ipponense con essa, non condannano per il gusto di condannare: la Chiesa lo fa «per proteggere la debolezza dei suoi figli» contro l'irrompere dei lupi rapaci, Agostino, anche quando alza il tono della voce è mosso dal desiderio di guarire più che d'esacerbare i dissidenti. non può, tuttavia, transigere sulla dottrina, che egli è chiamato a difendere, non modificare e tanto meno a tradire. E' la dottrina per tutti e per sempre, cattolica come la voce della Chiesa che la trasmette e che, anche in forza di tale dottrina e non soltanto in ragione dello spazio entro il quale si diffuse è La Cattolica. E' quella fondata da Cristo ed è come Cristo la volle e fondò: aperta e destinata al mondo intero, dotata di una Parola impermeabile innanzi al mutare dei tempi e delle culture, titolare di poteri sempre identici a se stessi dall'uno all'altro capo della terra: «Ricevete la potenza dello Spirito Santo che verrà in voi e sarete i miei testimoni in Gerusalemme ed in tutta la Giudea e Samaria fin all'ultimo confine del globo terrestre [At 1,8]. Se, insieme con la Chiesa sparsa dovunque, riconoscerai la paternità di queste parole, capirai pure con chi sei in comunione», val a dire il carattere cattolico della Chiesa e di riflesso la sua stessa cattolicità.
[...] sant'Agostino ricorre ad Ef 5,27 «Una Chiesa senza macchia e senza ruga». Per sua stessa confessione ci ricorre più di una volta, ma non per sottolinearne un unico significato. In base alla varietà dei contesti, Ef 5,37 gli serve ora per escludere una Chiesa di soli santi «come se la Chiesa di Cristo non dovesse in tutt'il mondo gridar a Dio rimetti i nostri debiti»; ora per sostener il senso escatologico dell'espressione, «come se la Chiesa fosse già oggi quello che si prepara ad esser domani, nella gloria»; ora per l'uso dell'aggettivo cattolica nel senso di perfetta, quasi in coincidenza con quello di santa. Ed è proprio questa la Chiesa descritta amata e servita dal grande Agostino. Una Chiesa cattolica perché identica a se stessa in ogni tempo ed in ogni luogo, perfetta nella sua dottrina, santa e coerente nel suo insegnamento, il quale ne ripete la cattolicità «non dalla comunione con tutto l'orbe, bensì dall'osservanza da tutt'i divini precetti e di tutt'i sacramenti. Pur ammettendo, peraltro, che la Chiesa venga denominata cattolica per il fattto che conserva realmente intatto il patrimonio della verità rivelata - di cui alcune particelle si trovan pure nelle varie eresie - noi, per dimostrare che la vera Chiesa è quella diffusa in mezzo a tutt'i popoli, non ci serviamo di codesta denominazione, ma delle promesse di Dio e delle numerose chiare profezie della Sacra Scrittura». Quant'è avvenuto e quant'avviene tutto è attuazione del divinamente previsto e predetto: «La Chiesa entra in tutte le lingue [...] Io [perciò] parlo tute le lingue ed oso dirti: son nel corpo di Cristo, nella Chiesa di Cristo io sono; se il corpo di Cristo già parla tute le lingue, in tutte sono io pure; mia è la greva, mia la siriaca, mia l'ebraica, mie le lingue di tutt'i popoli, essendo io con tutte in unità».
Ecco dunque il significato di cattolica: essere dovunque, con tutti, per tutti, per sempre e sempre rimanendo quel particolare soggetto ch'esso è e come è. Esattamente il contrario di fatti e persone che non posson perciò fregiarsi dell'appellativo cattolico. «Gli eretici son su tutta la faccia della terra, ma non tutti dappertutto. Gli uni qui, gli altri là. Tuttavia non mancan mai [...] La superbia è la loro unica madre, così come la madre di tutt'i fedeli cristiani, sparsi in tutt'il mondo, è la nostra Chiesa cattolica. Nessuna meraviglia: la superbia ingenera lacerazioni, la carità produce l'unità». Essi, infatti, si separaron dalla Chiesa madre, donde la Cattolica prese l'avvio per distendersi nel mondo intero; se fossero cattolici, si manterrebbero in rapporto con la Chiesa dalla quale l'Evangelo prese le mosse; non posson, però, comunicare con essa perché stravolgono l'Evangelo.
La Cattolica è tale per vari motivi: perché è «nota a tutti»; perché è Cristo nella sua interezza: «Non lui uno e noi molti», ma «Cristo capo e corpo», una sola realtà vivente, un'unica e medesima Chiesa; perché s'avvera in lei ciò che fu profetato dal salmista: dominerà dall'uno all'altro mare, dal fiume (Giordano) all'ultimo confine del mondo (Sal 71,8); perché imporporata dal sangue dei martiri, che ingenera nuovi cristiani, come avvenne ieri, avviene oggi, avverrà domani. La Chiesa è, dunque, cattolica perché identità permanente; soltanto chi divide e chi sostituisce a quella dell'Evangelo la sapienza del secolo non potrà mai esser cattolico: una tale sapienza è la negazione di tutte le ragioni della cattolicità. La Cattolica, invece, proprio in codeste ragioni trova la sua verità: il suo esser non una Chiesa, bensì la Chiesa è legato alla continuità del suo costitutivo formale che ne fa il corpo di Cristo Capo, ieri oggi domani, tanto all'interno di pacifici fraterni rapporti, quanto alle prese con la persecuzione e sotto gli artigli laceranti delle belve feroci. Anche la cattolicità, allora, senza venir meno al suo esser un costitutivo formale della Chiesa ed anzi in forza del suo immedesimarsi in esso, assume pure la funzione apologetica in comune con le altre proprietà della Chiesa. Perfino qualora Donato fosse in grado d'indicar una o più comunità ecclesiali in comunione con le sue posizioni, l'Ipponense gli opporrebbe la realtà del «toto orbe terrarum», di cui testimonia l'Antico e il Nuovo Testamento: «Quasi ogni pagina, in effetti, non trasmette che Cristo e la Chiesa diffusa in tutt'il mondo». In tutt'il mondo, quindi «omnes gentes habent Ecclesiam», non c'è popolo che le sia estraneo ed al quale in qualche modo non appartenga; all'interno d'ogni popolo, la Chiesa presenta un unico volto, quello nel quale è riconoscibile il proprio e può contemplarsi quello di Cristo. Così dovunque è per questo la Cattolica. E questa è la sua funzione apologetica: identificar in Cristo la sua più vera verità.
La Cattolica, colei che, sola, ha il Christus totus, ma forse ne sta perdendo la consapevolezza, almeno nella sua componente storica, che rischia di trasformarsi da Mater in matrigna...
RispondiEliminaMa la Chiesa storica, come ogni anima credente, è già orientata alla sua perfezione, già sussistente nella Chiesa Metafisica, la Gerusalemme Celeste che scende dal Cielo... Questo solo ci conforta.
una boccata d'ossigeno in una Chiesa in apnea da oltre 40 anni!
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