Riprendiamo dal Blog Rorate Caeli la segnalazione dell'articolo, scritto da Monsignor Fernando Ocáriz Braña, Vicario Generale della Santa Croce e Opus Dei, che è anche uno dei rappresentanti del Vaticano nei colloqui dottrinali con la FSSPX, pubblicato con la data di oggi sul quotidiano ufficiale della Santa Sede, L'Osservatore Romano. Su Rorate Caeli si è sviluppato un serrato e appassionante dibattito, dal quale ho estratto alcuni punti che pubblico di seguito con aggiunte mie.
Lo stesso articolo è stato ripreso, con sottolineature rivelatrici di dove soffia il vento in Curia, da Andrea Tornielli su Vatican Insider.
Sembra un colpo di cannone contro la FSSPX e non solo, verso tutta la Tradizione perenne, che si vuole sostituire con quella "conciliare" tout-court. In poche parole: anche se avete dubbi sulla compatibilità del Vaticano II con la Tradizione, è necessario l’assenso a quello che dice il Vaticano II. Si tratta di una dichiarazione aperta che anche la Tradizione è diventata relativa e ogni proposizione conciliare invece diviene "non negoziabile". Il succo del discorso è che non solo il Concilio Vaticano II deve essere interpretato alla luce di precedenti documenti del Magistero (e qui nulla questio, se davvero ciò accadesse realmente e non solo a parole), ma anche i documenti magisteriali precedenti possono essere compresi meglio alla luce del Concilio Vaticano II.
Conseguenza a dir poco allucinante è che anche il Magistero bimillenario della Chiesa, alla luce del Vaticano II, - che acquista così un potere costituente negato de iure ma applicato de facto: il discorso, che si fa serio, è sviluppato più avanti - diventa "storico" anch'esso; per cui tutto è contingente.
- È interessante notare che l'autore dell'articolo cita solo riferimenti a documenti postconciliari. Gli stessi punti potrebbero essere sostenuti con riferimenti a documenti pre-conciliari?
- Se no, allora siamo di fronte a un problema più grande, metodologico: è necessario porsi una domanda preliminare diversa, e cioè: può esistere un consenso sul significato dell'insegnamento della Chiesa sui diversi livelli di assenso dovuto alla dottrina della Chiesa?
- In altre parole, questo è un insegnamento meta-magisteriale, un insegnamento del Magistero circa il Magistero, ma tale insegnamento non è rimasto invariato. Ci sono innovazioni ad esso introdotte dal Concilio Vaticano II.
- Quindi, si pone la questione: l'insegnamento conciliare e post-conciliare circa il Magistero, in particolare l'insegnamento conciliare e post-conciliare sulla questione dei livelli di consenso nei confronti degli insegnamenti della Chiesa, può essere accettato da una coscienza critica che non si adatta al "pensiero unico" dominante e si fonda sul Magistero perenne?
- Lumen gentium, al n.25 (1) sembra aver introdotto novità sulla questione dei "livelli di assenso". Quelle novità si correggono da sole? O ci viene proposta una strana forma nuova di "non così infallibile infallibilità" che in realtà non ha molto senso?
- Se qualcosa non è infallibile, allora è fallibile. Ciò non significa che l'insegnamento fallibile è sbagliato, nondimeno significa che può essere sbagliato. L'articolo manca di precisione quando cerca di dire che la mancanza di infallibilità non significa fallibilità. Naturalmente, o è nero o è bianco. Un insegnamento è infallibile, o è fallibile.
- Se un Concilio che non ha voluto proclamare nessun dogma - e che ha sottolineato il suo carattere pastorale perfino nelle note ufficiali annesse al momento della promulgazione - presenta testi di documenti che contraddicono i documenti precedenti che usano un linguaggio solenne e che sono coperti dalla grazia di infallibilità, come si può ipotizzare che l'insegnamento infallibile precedente possa essere riletto alla luce di quello successivo fallibile? Al contrario, l'errore della dottrina fallibile, quando c'è, deve essere riconosciuto.
E quindi l'insegnamento dello stesso Concilio Vaticano II non può essere utilizzato per accertare il livello di autorità degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Il livello di autorità di questo nuovo Concilio, compreso il livello degli suoi insegnamenti metamagisteriali (ad esempio quello sulla "religiosa sottomissione di intelletto e volontà "), deve essere accertato in base alle dottrine pre-esistenti.
«Il Vaticano II ha, spiega Ocáriz, il carisma e l’autorità dell’intero episcopato radunato con Pietro e sotto l’autorità di Pietro «per insegnare alla Chiesa universale». Negarlo «sarebbe negare qualcosa dell’essenza stessa della Chiesa».
Come Suprema Autorità della Chiesa, Papa Benedetto XVI nel Discorso di Natale alla Curia Romana del 2005 ci ha ricordato che il Concilio Vaticano II non è mai stato dotato di potere costituente (come anche gli altri Concili): la Divina Costituzione della Chiesa è immutabile ed è stata istituita da Cristo, suo divino Fondatore. Il Papa ha detto:
«...si fraintende in radice la natura di un Concilio come tale. In questo modo, esso viene considerato come una specie di Costituente, che elimina una costituzione vecchia e ne crea una nuova. Ma la Costituente ha bisogno di un mandante e poi di una conferma da parte del mandante, cioè del popolo al quale la costituzione deve servire. I Padri non avevano un tale mandato e nessuno lo aveva mai dato loro; nessuno, del resto, poteva darlo, perché la costituzione essenziale della Chiesa viene dal Signore e ci è stata data affinché noi possiamo raggiungere la vita eterna e, partendo da questa prospettiva, siamo in grado di illuminare anche la vita nel tempo e il tempo stesso.»Se è così - e così è -, se il Vaticano II non è stato investito del potere costituente originario sulla Chiesa (e questo dovrebbe essere un fatto ovvio), poi, come conseguenza necessaria, l'Autorità e il livello preciso di autorità, del Concilio e dei suoi documenti non può basarsi sugli insegnamenti del Concilio. Inoltre essi, compresi quelli meta-magisteriali (circa il Magistero, i livelli di consenso, ecc), non possono essere in contraddizione con gli insegnamenti infallibili passati. Altrimenti, ci sarebbe rottura nella dottrina della Chiesa, non continuità.
E' davvero un discorso tortuoso. Un "livello di consenso" richiesto per fallibili innovazioni dottrinali, a sua volta, poggia su una innovazione dottrinale fallibile o dichiarata infallibile per default?
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(1) Lumen Gentium , n. 25 ...I vescovi che insegnano in comunione col romano Pontefice devono essere da tutti ascoltati con venerazione quali testimoni della divina e cattolica verità; e i fedeli devono accettare il giudizio dal loro vescovo dato a nome di Cristo in cose di fede e morale, e dargli l'assenso religioso del loro spirito. Ma questo assenso religioso della volontà e della intelligenza lo si deve in modo particolare prestare al magistero autentico del romano Pontefice, anche quando non parla « ex cathedra ». Ciò implica che il suo supremo magistero sia accettato con riverenza, e che con sincerità si aderisca alle sue affermazioni in conformità al pensiero e in conformità alla volontà di lui manifestatasi che si possono dedurre in particolare dal carattere dei documenti, o dall'insistenza nel proporre una certa dottrina, o dalla maniera di esprimersi.
Maria Guarini
Queste cose non sono nuove, le disse tanti anni fa il card. Ratzinger intervistano da Messori, sicuramente conoscera' il testo, il tenore e' lo stesso, in alcuni passaggi anche piu' "duro", recentemente e' stato linkato in alcuni stralci anche sul blog MIL.
RispondiEliminaChe dire e' quello che la Chiesa afferma da sempre, quello che e' previsto anche dal diritto canonico per il magistero ordinario.
Ottimo articolo.
RispondiEliminaLMdeR
(Buenos Aires, Argentina)
"...Nel concilio Vaticano II ci sono state diverse novità di ordine dottrinale: sulla sacramentalità dell’episcopato, sulla collegialità episcopale, sulla libertà religiosa, ecc. Sebbene di fronte alle novità in materie relative alla fede o alla morale non proposte con atto definitivo sia dovuto l’ossequio religioso della volontà e dell’intelletto, alcune di esse sono state e sono ancora oggetto di controversie circa la loro continuità con il magistero precedente, ovvero sulla loro compatibilità con la tradizione..."
RispondiElimina................
Non ci possono essere innovazioni di carattere dottrinale. Il Deposito della Fede si è conclusa con l'ultimo Apostolo.
Se non ci fosse nulla di erroneo nel Vaticano II, tutto andrebbe bene nella Chiesa, e non ci sarebbe bisogno di star qui a discutere di tutte queste cose.
RispondiEliminaQualcuno sa dirmi con quale autorità parla l'articolista vaticano?
RispondiEliminaOttimo articolo!
RispondiEliminaSì l'aria è cambiata di brutto! I nemici della Chiesa cercano di imbastire discorsi forbiti e clerical-corretti ma scivolano sempre sulla buccia di banana della Tradizione... perdendo così la faccia davanti a tutti. Mi spiace che l'Opus Dei sia caduto così in basso con questa inconcludente apologia della Chiesa Conciliare... mi vergogno per loro, mi spiace solo per quelle persone aderenti all'OD che sono veramente cattoliche... consiglio loro di cambiare aria!
caro don (!) camillo, credo che sara' lei a dovere esclamare: SI-SI NO-NO.
RispondiEliminaIn questo nuovo sussulto di infallibilità del Vaticano II, intravedo il rischio che si possa cadere nell'eresia di conciliarismo.
RispondiEliminaCatholicus lei confonde il Deposito della Fede con il Deposito della Parola di Dio, quest'ultima e' parte del depositum fidei, ma NON elemento esclusivo, ma progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo, questo dice la Chiesa Cattolica (la mia Chiesa).
RispondiEliminaCaro Anonimo,
RispondiEliminaal posto di Catholicus, avrei parlato di Rivelazione, ma credo che le due cose coincidano.
In ogni caso la mia Chiesa Cattolica mi ha sempre insegnato che la Rivelazione si è conclusa con la morte dell'ultimo Apostolo e che il "depositum fidei" è Contenuto nella Sacra Scrittura e nella Tradizione: la Tradizione evolutiva (non quella "vivente" in senso storicistico introdotta dal super-concilio e supportata dalo suo linguaggio).
Questo non significa che non ci sia più nulla da scoprire sotto l'Azione dello Spirito; ma si tratta di sviluppo e chiarificazione e approfondimento di quanto già il Signore ci ha consegnato, non di innovazioni che, per dirla con le parole di Benedetto XVI nella Lettera ai vescovi del marzo 2009, "divelgono l'albero dalle sue radici"...
di certo uno scisma, non e' ne' nella Parola, ne nella Tradizione.
RispondiEliminaAllo stato attuale dei fatti, purtroppo siamo costretti a chiederci di QUALE tradizione stiamo parlando. perché ormai l'ultimo cinquantennio ha permesso di far inglobare nella cosiddetta tradizione tutto e il contrario di tutto!
RispondiEliminaInfatti, Mic, ormai sono in molti a considerare "tradizione" solo tutto quanto è stato incamerato dalla Chiesa post-conciliare
RispondiEliminaInfatti, Mic, ormai sono in molti a considerare "tradizione" solo tutto quanto è stato incamerato dalla Chiesa post-conciliare
RispondiEliminaNelle Università Pontificie dove ho abbondantemente studiato non si fa che presentare ancora la sintesi di Ocariz! Credevo che la Santa Croce fosse più intellettualmente onesta, mi sbagliavo. Il nutrirsi senza ragionare di queste false credenze e quindi il persistere nell'errore (perchè all'università tutti avevamo capito che i professori che cele propinavano erano in malafede - ed era ben lontano il MP e lontanissima la FSSPX) ha reso quelle che erano vittime, complici consapevoli e ora illustri-pastori e carnefici. Il loro accecamento è quindi doloso.
RispondiEliminaSinceramente non so il perchè di questo articolo contro la Tradizione, forse un attacco interno? per una decisione oramai prossima diametralmente opposta? oppure il serrarei i ranghi per una decisione autorevole che confermerà la linea Ocariz?
don(!)camillo, direi decisamente la due.
RispondiEliminacadere nell'eresia di conciliarismo.
RispondiElimina.....
già.....tra l'altro questa fissa di volerlo erigere ad infallibile (quale non è) mi pare un "giro di vite" da parte di chi ha in mano il potere e si serve ancora del concilio come arma intimidatoria contro coloro che vogliono tornare alla fedeltà integrale alla Dottrina e alla Tradizione, come al solito. Per questo secondo me c'è motivo di temere che i potenti effettivi lo usino come ricatto contro la FSSPX per la regolarizzazione, cioè:
o ti inchini al concilio o rimani fuori (di quale chiesa non si sa, ma comunque fuori di quella ufficiale, modernizzata e agente come dittatura, pare, nonostante lo strombazzato "dialogo" ed inclusivismo di tutto e tutti).
Insomma pare che questo concilio debba ricevere un atto di omaggio senza discutere, come fosse un atto di Fede cieca: "Credo nel dio concilio, qualunque cosa dica, senza capire, senza guardarvi dentro.....come a caval donato!"
assurdo....per accettare il concilio bisogna diventare stolti, sragionare: e la chiameranno fede, questa supina e irragionevole sottomissione !
secondo voi, è possibile spiegare ai semplici fedeli che cosa significa "prestare diversi gradi di ossequio" ? a che cosa, a quali enunciati di diverso livello ?
e quanti anni ci vorranno perchè qualcuno lo spieghi ai piccoli, che sono la stragrande maggioranza della Chiesa discente ?
Perchè la Chiesa Docente non riesce a insegnare e spiegare con chiarezza tutte queste strane aggrovigliate dichiarazioni ? non sarà che non le capiscono del tutto neanche coloro che le enunciano, e si stanno "incartando" nella ostinata volontà di dogmatizzare un Concilio che non ha alcun valore dogmatico, al fine di ri-affermazione di un potere assoluto ?
a questo punto i piccoli fedeli, ignoranti sono di concilio V2° e ignoranti rimarranno, come me.
Non c'è inoltre alcuna volontà di sciogliere nodi, da parte di chi può e deve sciogliere o legare.
Ester
Ocariz non spiega le contraddizioni tra il cvii e la Dottrina di sempre. Un esempio tra tutti, la cosiddetta libertà religiosa. Nel Quanta Cura-Sillabo (documento senza alcun dubbio dogmatico), viene condannata senza appello, et pour cause. Il noto documento del cvii, che non è certamente dogmatico, e del quale non si capisce se ad esso sia dovuto un "ossequio religioso della volontà e dell'intelletto" oppure semplicemente "rispetto e gratitudine" (gratitudine?), invece la esalta, giustificando in tal modo il relativismo più spinto se non l'apologia dell'errore. Ebbene, a che cosa devo credere, all'affermazione della Chiesa di sempre (la condanna del principio della libertà religiosa è ben anteriore a Pio IX)), o a quella conciliare?. Quale delle due affermazioni è sbagliata, visto che sono in evidente contrapposizione? E se una delle due è evidentemente sbagliata, alla luce di una logica che non può essere contraddetta, come conciliare l'errore con l'inerranza della Chiesa? Infine, con tutto il rispetto di Mons. Ocarez, costui non giustifichi la contraddizione con affermazioni quali: "..novità che (...) comportino anche conseguenze molto diverse al livello delle decisioni storiche sulle applicazioni giuridico-politiche, viste le mutate condizioni storiche e sociali" Affermazione grave, intrisa del più bieco storicismo. Più in generale, è comunque preoccupante questa indiretta presa di posizione dell'Opus Dei.
RispondiEliminaAmici miei, leggete qui
RispondiEliminahttp://www.angelqueen.org/forum/viewtopic.php?t=39180%20Downey
Su un piano più generale, ho visto farsi strada, progressivamente ma sicuramente,un nuovo subdolo diktat rivolto ai tradizionalisti che avevano appena ritrovato la libertà di parola.
RispondiEliminaIn diversi modi e da diverse fonti, dopo essersi resi conto che la barzelletta,o tragicommedia, della radiosa primavera postconciliare non faceva più ridere nessuno, che il "Concilio" era sempre più sovente messo in discussione,sono arrivati diversi interventi che ammmettevano i problemi seguiti al Vaticano II, don Pozzo si è spinto fino a parlare di para-Concilio, ma sempre imputando la responsabilità alle cattive interpretazioni e non ai documenti, tutti ad invocare l`ermeneutica della continuità senza poter provarla, tutti a difendere il "Concilio" che non poteva essere che infallibile, vedi Padre Cavalcoli.
E siccome quelle persone figurano fra coloro che sono considerati fedeli a Benedetto XVI, se tu, tradizionalista, ti permettevi di non condividere la loro opinione, se continuavi a porti e a porre domande sulle ambiguità di certi documenti, sulla loro dubbia continuità con la Tradizione, venivi accusato di essere contro il Papa, di essere un tradi-protestante.
Insomma un nuovo modo, sottile e subdolo, e direi perfido, di rimettere il bavaglio ai tradizionalisti.
Se non se ne stanno zitti sono contro il Papa, sono dei cattivi cattolici perchè si deve fare quadrato attorno al Papa e mentre colpevolizzati, manipolati e ingenui alcuni, molti purtroppo, sono caduti nel tranello e non osano più esprimere la loro opinione se dovesse essere critica, altri occupano il terreno imponendo l`idea di un Concilio infallibile che finirà,da pastorale che era, per diventare dogmatico.
Ho visto, con rammarico e delusione, questa evoluzione anche in certi siti e blog sedicenti tradizionalisti che hanno più che probabilmente ceduto a certe pressioni.
Qualcuno mi saprebbe dire la differenza tra il pieno ossequio dell'intelletto, nel senso usato nell'articolo dell'Osservatore, e un atto di fede?
RispondiEliminaCom'è possibile dare obbedienza incondizionata a qualcosa che è riformabile per sua natura?
Credo che le 'bordate' nei confronti della FSSPX e le pressioni nei confronti del Papa si facciano sempre più pesanti
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/documenti/dettaglio-articolo/articolo/blog-10441/
"Nel concilio Vaticano II ci sono state diverse novità di ordine dottrinale: sulla sacramentalità dell'episcopato, sulla collegialità episcopale, sulla libertà religiosa,"
RispondiEliminaMa come la Dottrina non è immutabile?
Dunque ha ragione la FSSPX quando dice che con la libertà religiosa è entrata nella Chiesa una nuova dottrina.
Jean-Marie Guénois è un vaticanista che stimo, trovo la sua analisi abbastanza descrittiva delle difficoltà, pacata e non agressiva.
RispondiEliminaAbbiamo visto Papa Benedetto dover rinunciare a decisioni che aveva già preso,sappiamo come la sua volontà è stata bypassata, possiamo immaginare quali e quanto siano le pressioni che subisce, credo nella sua volontà di accogliere la FSSPX nelle migliori condizioni affinchè possa continuare il suo apostolato, quando avremo la decisione definitiva, in caso di rifiuto da parte della FSSPX, sapremo anche le ragioni che l`avranno motivato.
Per il momento osserviamo le manovre, che più grossolane non potrebbero essere, come l`articolo pubblicato dall`OR.
Mic, a sapere l'inglese...
RispondiEliminaSilente, ben trovato...
più che "indiretta presa di posizione dell'Opus Dei" io parlerei della dimostrazione di come l'Opus Dei vive la Chiesa: l'assoluta ricerca di come compiacere il potere corrente, in tutte le sue più "spettrali" angolazioni!
Fui invitato tempo fa ad un loro Seminario per sacerdoti. Rimasi turbato da diverse cose la prima nel vedere non tanto le risoluzioni liturgiche post conciliari ma nel vedere COME le hanno proposte, proposte solo per compiate il potere dominante: prima il papa polacco ora quello tedesco e cercando di salvare la devozione al Sacramento particolarmente venerato dal Fondatore.
Per non dare le spalle al Santissimo Sacramento nella cappella Maggiore del seminario hanno pensato di costruire una cappellina sopra l'altare con una finestrella la quale quando c'è la Messa viene chiusa con il telecomando (ovviamente perchè la Presenza Reale per i novatori-conciliari disturba le azioni liturgiche) e appare un quadro della Madonna, ma quando non c'è la Messa si apre la finestre, la Madonna scompare nel muro e appare dietro un vetro il tabernacolo coperto da un velo.
Il linea teorica interessante ma per uno che si aspetta una certa serietà liturgica, tutto ciò è impressionante.
Questo è l'Opus Dei.
Un sacerdote un po' critico mi disse che fu fatto solo per far vedere al Papa che OD non era "ultra" conservatore, ma le idee dei padri delle "prime ore" han fatto posto ai padri delle ultime assolutamente teo-conservatori.
Questo è l'OD. Come per esempio ho visto a che punto può arrivare il culto ossessivo per la persona del Fondatore. Nelle case dell'OD ci sono decine e decine di pinocchietti e anatre di legno (anni '60) qua e la, da tutte le parti nei corridoi nelle stanze ovunque, chiesi ingenuamente il motivo spirituale di tale stranezze, mi risposero assolutamente imbarazzati che a Josemaria, piacevano e visto che a "lui" piacevano hanno riempito tutte le case del mondo di questi curiosi feticci come segno di "fliliale obbedienza". (sono tipi che Simon porterebbe fuori a cena).
Io già sapevo dall'inizio che Ocariz avrebbe avuto questa linea. Mi aspettavo che dopo tutte le "lezioni" di buona Teologia e filosofia lefevriana e Cattolica avrebbe un po' cambiato rotta... ma a quanto pare, il Potere Forte ha già sentenziato, e lui ha subito caninamente divulgato.
L'articolo di Tornielli mi ha fatto venire in mente alcune considerazioni (ma ora è tardi), tra le righe si legge chiaramente il contenuto che gli hanno detto di divulgare. Rispetto al pessimo opusdeista ora mi sento un po' più cautamente ottimista.
RispondiEliminaPERCHè NON RESTERaNNO MAI DELUSI.
RispondiEliminaI pensieri che tale testo mi suscita, sono di diversi ordini, apparentemente contrapposti, in realtà complementari.
a) QUELLO che sto per scrivere, può sembre un "Volo pindarico-apocalittico". Non lo è, è solo un'analogia. Qualcuno notò che i proveddimenti che (invano) Bush e poi Obama hanno cercato di prendere (senza riuscirci) contro la crisi economica, sono la scimmiottatura di ciò che fece Mussolini per far fronte alla crisi del 1929. Sempre questo qualcuno, quindi, ne dedusse che, tali provvedimenti sono la "vittoria" postuma di Mussolini;
b) contro i sostenitori della non-continuità tra la libertà religiosa ed il passato, si è costretti a far appello a obsoleti concetti come“ossequio religioso della volontà e dell’intelletto”. E' LA CONFERMA CHE NON C'è CONTINUITà!
A Vittoria più grande non si poteva aspirare;
b) Se ad Ecòne c'è ancora chi è tentato di fare accordi, si accomodi. Non è la mia principale preoccupazione;
c) Già don Putti metteva in guardia Mons. Lefebvre. Dalle Autorità vaticane, non c'è da attendersi nulla;
d) Non disperiamo. Questa è la verità di oggi. Verrà il giorno in cui, hegelianamente e non meno "continuisticamente" in Vaticano si rivaluterà ciò che che oggi si condanna.
Ma basta con questo benedetto concilio, basta. Se è un dogma per i novatori d’assalto e per i preti con cravatta, lo è diventato in senso uguale e contrario anche per chi vi si oppone. E il risultato è che la Chiesa si è impantanata, mentre il mondo va a rotoli senza Cristo e senza chi si decida ad annunciarlo. Io spero vivamente che la FSSPX, e il mondo della Tradizione con lei, scelga di fare della compassione per le folle il suo programma per il futuro nella Chiesa e per la Chiesa. Accettando di attraversare le faglie e le divisioni con la forza del Vangelo, per riportare Cristo agli uomini e gli uomini a Cristo.
RispondiEliminaMa basta con questo benedetto concilio, basta. Se è un dogma per i novatori d’assalto e per i preti con cravatta, lo è diventato in senso uguale e contrario anche per chi vi si oppone.
RispondiEliminaAnche a me, cara Giovanna, piacerebbe dire BASTA! Non tanto col Concilio quanto con le aberrazioni che, servendosi di esso, hanno portato avanti e che siamo costretti a subìre.
Sto inorridendo attraverso questo percorso, nel constatare come si sia passati dal Credo Niceno costantinopolitano a quello del Vaticano II: la Professio Fidei del 1989, che comporta aggiunte, secondo me improponibili, giuridicamente e anche spiritualmente perverse, perché costringono chi assume responsabilità nella Chiesa ad un giuramento non sull'obbedienza alle verità di fede ma in sostanza alle persone che le veicolano, come se queste potessero presumere in assoluto di parlare "in nome di Dio".
Già il Credo di Paolo VI abolisce il Sillabo, il giuramento antimodernista. E non manca di qualche pecca per chi sa leggere tra le righe. Quello di Giovanni Paolo II, avallato da Ratzinger, è ancora più in 'discontinuità', proprio a partire da Lumen Gentium, 25...
Francamente è difficile, e anche doloroso, per un credente cattolico muoversi in questo ginepraio e cercar di "rimanere" nel Signore per non diventare "diversamente-cattolico", sì perché proprio di mutazione genetica si tratta!
Capisco le parole di Mons. Fellay quando ha esclamato, credo anche con accoramento e sgomento (che sono anche i miei): "ma non basta il Credo"?
"Chi ascolta voi ascolta me" (Lc 10,16) si riferisce solo agli apostoli e ai loro successori che trasmettono fedelmente gli insegnamenti del Cristo NON a coloro che si dicono in comunione e poi hanno oltrepassato la Tradizione.
RispondiEliminaLa "garanzia" di fedeltà può venire solo dal Papa "ex cathedra" e nessun "collegio episcopale" può essere investito di tale primato!
Ricordo S. Paolo: "Ma se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi ho annunziato, sia anatema". (Gal 1:8)
Don Camillo, Tornielli sembra lascia intende che la contro risposta che è già pronta, sia da prendere e basta, secondo lei?
RispondiEliminaTornielli sembra lascia intende che la contro risposta che è già pronta, sia da prendere e basta
RispondiEliminaAnche in passato proprio da Tornielli: ad esempio i famosi 5 punti di Castrillon Hoyos, erano lasciati intendere - e di fatto lo erano - come un vero e proprio ultimatum.
Ora, forse a breve avremo modo di vedere se prevarranno le gole profonde o i difensores veritatis e potremo anche verificare la mens autentica o forse soprattutto la possibilità di esercizio di autorità del Papa.
Don Camillo, Tornielli sembra lascia intende che la contro risposta che è già pronta, sia da prendere e basta, secondo lei?
RispondiElimina------------------------
Non so cosa dire! La Provvidenza Divina ha stabilito che la Messa di Sempre potesse essere di nuovo celebrata senza censure ecclesiastiche. E che la Teologia perenne potesse ancora essere di conforto ai Cattolici.
Di più non so.
La questione FSSPX, non credo si risolverà come noi speriamo... B16 ha tolto sì la scomunica, ma l'ha rimessa subito dopo con la storiella della "comunione imperfetta" che fa assai ridere. La FSSPX si dichiara da sempre Cattolica, fino a prova contraria il Papa (i Papi conciliari) non trova appigli per dire il contrario però continua a considerare la FSSPX (e quindi l'essenza stessa della Chiesa Cattolica) ancora N O N in comunione che se stesso, come se da dopo il Concilio si predicasse e si officiasse un Culto ad un gesù diverso (oserei dire opposto) da quello che è sempre stato.
Non concludo il discorso perchè la conclusione tutti la sappiamo. Cioè non posso emettere un giudizio perchè non spetta a me, sarebbe un giudizio terribile, apocalittico, se non avessimo la certezza di avere vicino il Signore Gesù la sua Santissima Madre, quel Gesù perenne vivo, vero tramandato (Tradizione) in modo assolutamente omogeneo.
Non ci resta che pregare perchè si acceleri questo tempo oscuro.
Maranatha.
Insomma, siccome il Concilio non può sbagliare, ma siccome anche non possono essere negate le derive e le applicazioni fuorvianti e che la crisi della Chiesa è drammaticamente evidente, bisogna trovare una soluzione miracolosa per assolvere il Concilio Vaticano II da ogni colpa, e così ci viene detto che anche la Tradizione deve essere letta alla luce dei testi del Vaticano II che aiuterebbero ad una migliore comprensione dei testi magisteriali precedenti.
RispondiEliminaMa come la mettiamo quando nei testi precedenti non troviamo traccia delle "dottrine nuove" presenti nei documenti del CVII o, peggio ancora, quando troviamo una condanna di quelle "dottrine nuove"?
DIO HA CAMBIATO IDEA!
FACCIAMOci TUTTI MORMONI!
dEl resto una nipote mormone di Roncalli, che vive in Svizzera, anni fa affermò che lo zio, ovviamente in segreto, si era convertito alla fede dei Santi dell'Ultimo Giorno. Ed un punto fondante e qualificante di quell'americanata che è il mormonismo, è il credere che Dio si evolve, cambia idea e "fa carriera". Il "Dio" che oggi ci governa, non è quello che ha creato l'universo. Lui, il Creatore, è diventato qualche cosa di più importante.
..dEl resto una nipote mormone di Roncalli, che vive in Svizzera, anni fa affermò che lo zio, ovviamente in segreto, si era convertito alla fede dei Santi dell'Ultimo Giorno
RispondiEliminaAmmesso che fosse vero, e c'è da dubitarne, non giustifica tutto quel che si è verificato.
I prodromi del post-conciliarismo erano già presenti nella Chiesa con la "nouvelle théologie" che sappiamo quanto compromettesse la filosofia tomista, che è l'impalcatura che tiene insieme filosofia e teologia nella Tradizione. E sappiamo anche quanto influsso abbiano avuto sul concilio le idee di De lubac, insieme a quelle di Daniélou, Fessard, Bouillard, von Balthasar, Rahner, Hegel quante suggestioni di Tehillard de Chardin ritroviamo in molte parti del cosiddetto "magistero autentico".
La questione è complessa. Il problema è estrarre dal calderone delle idee e delle spinte innovatrici, la vena aurea della Tradizione autentica. E non è compito di teologi né di semplici credenti; è compito della Chiesa Docente nella sua veste dogmatica, luminosamente definitoria, nella persona del Pontefice... quando sarà. Perché prima o poi avverrà.
Don Camillo cosa intendi quando dici della "storiella" della Comunione imperfetta.
RispondiEliminaIl concetto di Comunione perfetta e imperfetta fu sdoganato al Concilio grazie al domenicano Congar. Attraverso una capriola concettuale (tipica modernista) scavalcò la Tradizione bimillenaria nella concezione "dell'ovile Santo". Una vera catastrofe, catastrofe che vediamo oggi. Forse è la peggiore invenzione che il Concilio potesse mai partorire, sappiamo cosa ha portato.
RispondiEliminaRiporto giusto per la precisione la citazione:
Y. CONGAR, La situazione ecclesiologica al tempo dell'Ecclestiam Suam, in «Il Regno-Documenti», 26 (1981), n. 5, pp. 170-177: p. 173: «Il concetto di comunione è un concetto-chiave dell'ecumenismo del Vaticano II. (...) Permette, infatti, di sbloccare la situazione conseguente alla Mystici Corporis e alla affermazione di una stretta identità fra membri del Corpo mistico e membri della Chiesa cattolica romana, evitando un'alternativa rigida fra tutto o niente. Esiste già una comunione, anche se imperfetta, tra noi e i cristiani che non sono cattolici romani».
Ratzinger però ha utilizzato questo neo-concetto teologico in senso peggiorativo direi disprezzativo (di fatto una seconda scomunica) rimarcando l'impossibilità per i "cattolici" di rientrare nella comunione con l'attuale Chiesa Officiale.