E' interessante confrontarsi con le riflessioni che anche altri fanno sulla questione ancora aperta Santa Sede - FSSPX. Ho colto la più recente sul Blog Riposte Catholique, che pubblico di seguito per condividerne le sottolineature. Nulla di nuovo in sostanza; uno sfogo umorale, sembrerebbe! Ma dice molta verità.
Nel 1988, l'arcivescovo Lefebvre aveva firmato senza difficoltà il preambolo dottrinale proposto dal Cardinale Ratzinger:
"A proposito di alcuni punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, e che sembrano difficilmente conciliabili con la tradizione, ci siamo impegnati ad avere un atteggiamento positivo di studio e di comunicazione con il Sede Apostolica, evitando ogni polemica." Solo successivamente sono sopravvenute difficoltà tra i due riguardo alla consacrazione di un vescovo. Ma per il preambolo, nessun problema.
In questo momento, devono essere intensi i negoziati tra il Palazzo del Sant'Uffizio e la Casa generalizia di Menzingen.
Noi che siamo in attesa ci poniamo tutti le stesse domande stupide: perché il cardinal Levada ha chiesto Mons. Fellay di firmare un nuovo preambolo, dopo che il preambolo accettato dall'Arcivescovo Lefebvre aveva soddisfatto tutti? Perché il cardinal Levada ha voluto il nuovo "preambolo"?
Ci si riferisce a ciò che si è riusciti a ricostruire del suo preambolo, esso è zero. Vogliamo dire che è algebricamente zero: il più è annullato dal meno. "Riconosciamo il Concilio Vaticano II spiega con il Catechismo così e così..." Brrr! Ma poche righe sopra o sotto " rimane aperta una legittima discussione delle formulazioni del Concilio Vaticano II " Wow!
Dopo la pubblicazione dell'articolo di Mons. Ocariz su L'Osservatore Romano, sappiamo che l'elemento base della salsa è la particolare opinione teologica del cardinale Levada e dei suoi collaboratori: il Magistero, che si è presa l'abitudine di qualificare "autentico", cioè magistero non infallibile, secondo loro in realtà non è discutibile. Esiste certamente un diritto di interpretazione, ma a condizione di dire che è in continuità col magistero precedente. In breve, pur non essendo infallibile, tuttavia lo è.
Di per sé è assurdo (a cosa serve la distinzione: infallibile non discutibile / non infallibile riformabile?). L'opinione che sostengono Levada e Ocariz - se qualcuno si sognasse di applicarla in questi tempi di totale anarchia - rappresenterebbe una vera tirannia intellettuale negli ambiti della teologia, molto peggio che ai tempi delle pire dell'Inquisizione. Ma oltre al fatto che al Sant'Uffizio hanno perso la scatole di fiammiferi per i roghi, bisogna rendersi conto che questa particolare opinione teologica è un modo per i piromani del Vaticano II di diventare vigili del fuoco della Restaurazione: a partire dal questo meraviglioso concilio essi hanno spedito l'infallibilità in un cielo inaccessibile, ora più magistero morale, e nello stesso tempo più magistero del tutto. Dunque si è fatto del "magistero autentico" un surrogato di magistero infallibile, come la cicoria è nei confronti del caffè. Sì, è tutto molto bello, ma rischia di far deragliare, quando il successo era assolutamente certo, la formalizzazione della Fraternità San Pio X, un guadagno enorme per tutta la Chiesa.
Paolo Rodari e Tornielli nel loro libro Attacco a Ratzinger (Piemme, 2010, tradotto in francese con il titolo, Benedetto XVI un papato sotto attacco, Pierre-Guillaume de Roux Edizioni, 2011) si lamentano perché oggi Oltre-Tevere, non si prende più la precauzione di far rileggere i testi prima della pubblicazione. Se il discorso di Ratisbona del Papa fosse stato letto da consiglieri, si sarebbe cancellata la frase che ha fatto esplodere tutto.
Ci si riferisce a ciò che si è riusciti a ricostruire del suo preambolo, esso è zero. Vogliamo dire che è algebricamente zero: il più è annullato dal meno. "Riconosciamo il Concilio Vaticano II spiega con il Catechismo così e così..." Brrr! Ma poche righe sopra o sotto " rimane aperta una legittima discussione delle formulazioni del Concilio Vaticano II " Wow!
Dopo la pubblicazione dell'articolo di Mons. Ocariz su L'Osservatore Romano, sappiamo che l'elemento base della salsa è la particolare opinione teologica del cardinale Levada e dei suoi collaboratori: il Magistero, che si è presa l'abitudine di qualificare "autentico", cioè magistero non infallibile, secondo loro in realtà non è discutibile. Esiste certamente un diritto di interpretazione, ma a condizione di dire che è in continuità col magistero precedente. In breve, pur non essendo infallibile, tuttavia lo è.
Di per sé è assurdo (a cosa serve la distinzione: infallibile non discutibile / non infallibile riformabile?). L'opinione che sostengono Levada e Ocariz - se qualcuno si sognasse di applicarla in questi tempi di totale anarchia - rappresenterebbe una vera tirannia intellettuale negli ambiti della teologia, molto peggio che ai tempi delle pire dell'Inquisizione. Ma oltre al fatto che al Sant'Uffizio hanno perso la scatole di fiammiferi per i roghi, bisogna rendersi conto che questa particolare opinione teologica è un modo per i piromani del Vaticano II di diventare vigili del fuoco della Restaurazione: a partire dal questo meraviglioso concilio essi hanno spedito l'infallibilità in un cielo inaccessibile, ora più magistero morale, e nello stesso tempo più magistero del tutto. Dunque si è fatto del "magistero autentico" un surrogato di magistero infallibile, come la cicoria è nei confronti del caffè. Sì, è tutto molto bello, ma rischia di far deragliare, quando il successo era assolutamente certo, la formalizzazione della Fraternità San Pio X, un guadagno enorme per tutta la Chiesa.
Paolo Rodari e Tornielli nel loro libro Attacco a Ratzinger (Piemme, 2010, tradotto in francese con il titolo, Benedetto XVI un papato sotto attacco, Pierre-Guillaume de Roux Edizioni, 2011) si lamentano perché oggi Oltre-Tevere, non si prende più la precauzione di far rileggere i testi prima della pubblicazione. Se il discorso di Ratisbona del Papa fosse stato letto da consiglieri, si sarebbe cancellata la frase che ha fatto esplodere tutto.
Nello stesso modo, se il preambolo del cardinale Levada fosse stato riletto prima di esser sottoposto a Mons. Fellay, o, come si fa spesso in una trattativa, se il cardinal Levada avesse telefonato preventivamente a Mons. Fellay per chiedere se il testo fosse conveniente, o ancora se il cardinale Levada si fosse contentato di far confermare da Mons. Fellay il Preambolo firmato da Mons. Lefebvre, l'accordo con la Fraternità San Pio X sarebbe già concluso dieci volte.
Così da parte della FSSPX (e nella Fraternità San Pio X, da parte di coloro che vogliono l'accordo) sono state fatte controproposte, che cominciano a circolare. Ancora una volta, Buon Dio, se le si fosse fatte rileggere!...
Sembra che da entrambe le parti, i "tradizionali" e "restauratori", non si faccia nessuno sforzo, diciamo, di "psico-teologia" per capire chi si ha di fronte o piuttosto chi si ha a fianco. Occorrerebbe loro un consigliere di coppia...
Ma siamo pazienti: il 14 settembre hanno toccato un traguardo, l'obiettivo in questione è, ovviamente, per il maggior bene della Chiesa, il Papa vuole questo obiettivo (Mons. Fellay e il cardinale Levada anche, d'altronde). Tutto sta dunque per aggiustarsi. A meno che ... No, sarebbe davvero un peccato.
Al diavolo i preamboli preamboli e i contro-Preamboli!
Al diavolo i preamboli preamboli e i contro-Preamboli!
Forse è una semplicifazione eccessiva, ma ha una sua logica.
RispondiEliminaInteressante l'accenno alla "psico-teologia".
RispondiEliminaPurtroppo, però, questa entra in campo in tema di schermaglie, non di sereni confronti sulle Verità e i Principi fondanti della Fede
Certamente a tanta parte della gerarchia male non farebbe una psicoterapia di lunga durata.
RispondiEliminaLa vera questione non è dottrinale, lo sappiamo, ma canonica! Come inquadrare canonicamente questa "presenza"?
RispondiEliminaE' questo che blocca il Papa nel decidersi!
Che la vera questione non è dottrinale lo pensiamo noi; ma nella lettera del Papa ai vescovi è inquadrata come tale... e tuttavia è sormontabile ammettendo le discussioni.
RispondiEliminaLa soluzione canonica sarebbe quella della Prelatura o dell'ordinariato personale. Ora io non sono così addentro a queste questioni canoniche e relative implicazioni. Mi sembra di capire che sia nell'uno che nell'altro caso possa comunque interferire la generalizzata ostilità dei vescovi cosiddetti cattolici...
Se è vero che ogni vescovo è "padrone" in casa sua, si potrà ben trovare un tipo di "casa" in cui siano "padroni" anche i vescovi della Tradizione!
Questa è una bella notizia: anche il Germania!
RispondiEliminadon Davide Pagliarani è stato il primo a costituire questa "quinta colonna" tra le fila nemiche.
http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=461:incontri-tra-sacerdoti-della-fraternita-e-sacerdoti-diocesani-amici&catid=1:ultime&Itemid=69
don Davide Pagliarani è stato il primo a costituire questa "quinta colonna" tra le fila nemiche.
RispondiEliminaHo sempre detto che si deve creare una osmosi più ampia tra veri cattolici, Fraternità compresa.
Sono stata criticata, ma felice per aver a suo tempo invitato Don Curzio Nitoglia, che ha dato un contributo con i fiocchi, alla presentazione dei testi di Amerio.
E spero di ripetere un'esperienza analoga prima possibile.
Quello che blocca il Santo Padre nel prendere una decisione e' soltanto il fatto che la chiesa e' governata, dopo il Concilio V.II, da due entita' che purtroppo non sono in sintonia tra loro, il Papa ed il collegio episcopale. Oltretutto il Papa vede le cose molto chiaramente e forse e' la mente piu' chiara e lungimirante della chiesa, mentre i vescovi sono migliaia ed ognuno di loro ha un cervello ed una propria cultura, quindi come si fa in migliaia a fare qualcosa che vada bene a tutti? Dobbiamo porci la domanda piu' importante, chi e' stato a dare la chiave di guida a Pietro? e solo a Pietro? - Una Divinita'- Gesu' Cristo. Quindi, il Concilio che ha formato due guide per la Chiesa e' piu' sapiente di Cristo? Non ci rendiamo conto che finche' la Chiesa non ritornera' ad essere guidata dal Successore di Pietro, ed i Vescovi debbono a Lui obbedienza come figli e come tutto il popolo di Dio, La Chiesa stessa sara' in balia delle onde? Avete mai visto una societa guidata da due presidenti oppure una nazione guidata da migliaia di presidenti? cosa potrebbe venire fuori? L'unica guida della Chiesa di Cristo resta il Papa e tutti gli altri come nella dama sono pedine e devono rimanere al posto giusto. quindi le decisioni sulla FSSPX e tutta la tradizione della Chiesa deve rimanere nelle mani del Papa, ed e' Lui che deve decidere per il bene della Chiesa. Se il Papa vedra' nella tradizione la vera fede cattolica e apostolica in Cristo, e' il Signore stesso che lo guidera' per il bene. Il Concilio Vaticano II che tanti problemi ha creato alla Chiesa, lo dicono ormai molti uomini di grande spessore della Chiesa, ed il Papa questo lo sa', va' rivisitato molto in profondita'sotto la supervisione del Papa stesso in persona, perche' chi converte alla fede cattolica deve rimanere dentro la Chiesa mentre cio' che e' errore e porta frutti avvelenati, o va convertito e riformato, oppure se vuole seguire satana sa' qual'e' il suo destino. Cristo ci ha insegnato le Sue Leggi, sta a noi seguirle rigorosamente.
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