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sabato 7 gennaio 2012

Cultura Cattolica: L’Altare cattolico di Michael Davies

Pubblico la prefazione del prof. Roberto de Mattei al bel volumetto di Michael Davies, L’Altare cattolico e il Concilio Vaticano II, edito dalle Suore Francescane della Immacolata di Città di Castello.
Monastero delle Murate - 06012 Città di Castello (PG) - Tel. 075/8555779
(e-mail: francescanecittadicastello@interfree.it).


Michael Trehorne Davies nacque a Yeovil, nel Somerset, il 13 marzo 1936 e morì a Chislehurst in Kernt, il 25 settembre 2004. Fu presidente della Federazione Internazionale Una Voce dal 1995 al 2003 e soprattutto autore di numerose opere in difesa della Tradizione cattolica, nelle quali il rigore delle argomentazioni e l’accuratezza delle informazioni si accompagnava ad una eccellente preparazione teologica.

L’allora cardinale Ratzinger, che lo conobbe personalmente, lo definì «un uomo di profonda fede», «sempre fedele alla Chiesa». Il cardinale Ratzinger, oggi Benedetto XVI, condivideva con Michael Davies l’ammirazione per gli studi di mons. Klaus Gamber, che aveva dimostrato come l’orientamento dell’altare, e la celebrazione del Santo Sacrificio verso il popolo, introdotti dalla liturgia postconciliare, avessero segnato un capovolgimento rispetto alla prassi immemorabile della Chiesa, implicando anche un cambiamento nella comprensione del Santo Sacrificio della Messa.

E’ dall’esame della Sacra liturgia nei primi secoli che Davies prende le mosse in questo saggio, in cui una parte importante è dedicata a stabilire un paragone tra il culto cattolico e il culto protestante. Davies, che si convertì dall’anglicanesimo al cattolicesimo anche per l’attrazione che su di lui esercitava la liturgia romana, ha trattato più ampiamente questo tema in uno de suoi libri più interessanti, La riforma liturgica anglicana, che ha avuto sei edizioni inglesi, e una in francese.

Egli vi dimostra, sulla base di inoppugnabili documenti storici, che il protestantesimo in Inghilterra entrò e si diffuse più che con la predicazione e l’insegnamento, grazie a una riforma liturgica che fece scivolare in pochi anni clero e popolo nell’eresia.

Quando, nel 1509, il re Enrico VIII salì al trono, l’Inghilterra, chiamata tradizionalmente “la dote di Maria”, conosceva un’epoca di rinnovamento religioso, malgrado la presenza di sporadici abusi. Ma cinquant’anni dopo, nel 1559, sotto il regno di sua figlia Elisabetta, lo scisma di Enrico VIII era compiuto e il cattolicesimo era definitivamente distrutto. Una nuova forma di cristianesimo, l’anglicanesimo, l’aveva rimpiazzato, prima di diffondersi in tutto il mondo anglosassone.

Questo cambiamento imprevisto e in massa di tutto un popolo non ebbe come causa principale la predicazione di un Riformatore, quale Lutero in Germania o Calvino in Svizzera. Esso fu opera primaria dell’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer, il quale già segretamente protestante, concepì uno spregiudicato piano di modifica radicale della fede del popolo inglese attraverso il mutamento della liturgia.

Egli era infatti convinto che la pratica liturgica quotidiana avrebbe trasformato le idee e le mentalità meglio di qualsivoglia libro o discorso. La storia della riforma inglese è quella di un disegno che, pur a momenti alterni, finì per prevalere grazie al carattere profondamente equivoco del Book of Prayers cranmeriano, suscettibile per la sua ambiguità, di opposte “ermeneutiche”.

Michael Davies era fiero delle sue origini gallesi e conclude significativamente queste pagine con un riferimento a san Riccardo Gwyn, insegnante del Galles, padre di sei bambini, giustiziato nel 1584 per essersi rifiutato di partecipare alla liturgia protestante. Di questo spirito profondamente cattolico della sua patria egli raccolse l’eredità e la volle ritrasmettere alle generazioni future.

Il fatto che oggi la Tradizione cattolica conosca una rinascita si deve a cattolici come Michael Davies, che con i loro libri, articoli e conferenze, hanno contribuito a rianimare e istruire migliaia di fedeli in un’epoca di confusione e di sbandamento come quella che attraversiamo.

9 commenti:

  1. OT e me ne scuso!


    Dante, se vuoi, va a vedere che cosa osa scrivere su Mons. Gherardini Simon d.C., gli ho risposto e ho dovuto controllarmi per non dirgli il fondo del mio pensiero.
    Devo dire che Roberto di MiL,seppure con maggiore abiltà, ha fatto un`introduzione che critica l`analisi di Mons. Gherardini, dobbiamo stupircene?

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  2. Io non mi stupisco più di niente.E non credo che tu possa ancora stupirti di qualcosa.
    Se Simone il cireneo e Roberto (Roberto chi?) della Redazione che, a tua detta, si son espressi quale più quale meno negativamente sull'intervento di mons. Gherardini, è chiaro come ancora le rane continuino nell'anonimato a gracidare contro il sole.
    Io mi auguro che le perplessità che anch'io nutro su alcuni aspetti dell'Anglicanorum coetibus e ben da prima che don Brunero si pronunciasse, siano smentite dai fatti. Ne sarei lietissimo, per il bene della Chiesa.
    Ma già altrove ho detto che la nomina di un prete sposato e con figli a capo dell'Ordinariato USA non m'aggrada per niente. E' un segnale da non sottovalutare.
    Spero che l'amico Guido Ferro Canale, a cui ho segnalato l'articolo di Gherardini, possa qui rispondere dato che in materia è ben più competente di me, avendo approfondito l'argomento in alcuni articolo sul mio Bollettino, "Una Voce dicentes". Ma se non ricordo male mi sto ripetendo.
    Però, Luisa, non ti stupire se non vo a legger quel ch'è scritto in MIL: domani è domenica.

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  3. L'articolo su MiL non era irrispettoso o critico dello scritto del grande teologo mons. Gherardini. Cercava di rispondere alle sue giuste perplessità. Almeno è quella l'impressione che ho avuto.

    Mons. Gherardini è sicuramente il più grande teologo attuale vivente. Le sue ultimissime pubblicazioni non solo non cambiano il mio giudizio, ma anzi lo rafforzano. Forse è l'unico teologo attuale del quale mi fidi al 100%.

    Se non è riuscuto lui ad interpretare il Concilio Vaticano Secondo in linea con la Tradizione, allora davvero la quadratura non è possibile ed è destinata al fallimento.

    Marco Marchesini

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  4. Caro Marco,
    condivido la tua grande stima di Mons. Gherardini che anch'io, come Dante, ho il dono di conoscere di persona.
    Anche tu vedo che attingi alla sua "sapienza" e ne sono felice perché ho esperienza di quanto costruisce e rafforza la nostra Fede e, soprattutto ci rende sempre più capaci di trovare le ragioni per approfondirla esprimerla testimoniarla condividerla e irrobustirla. Tutto questo avviene perché sia lui che noi, in qualche modo suoi allievi, ci incontriamo nella Verità che è il Signore.

    Quanto al commento di Roberto, trovo che ne hai colto l'apparenza soft, mentre sono più vicina al giudizio di Luisa.
    D'altronde, molto superficialmente, egli coglie alcuni punti che potrebbero vincere le perplessità espresse da mons. Gherardini soltanto se si realizzassero alcune condizioni, che non sono scontate. Tant'è che lui stesso conclude che il tutto resta affidato alla Provvidenza.

    Mi sembra un cavarsela troppo semplicisticamente, molto a buon mercato e senza argomenti di ragione sufficientemente sviluppati e, in definitiva, col risultato di mettere in ombra i dubbi sollevati da Gherardini, accompagnato dal nutrito coro degli "allineati" ad un esistente non problematico, non criticabile come, invece, capita dolorosamente di fare a noi con l'obbiettivo di ripareggiare la verità, per dirla con Romano Amerio.

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  5. Scusate il fuori programma.

    Concordo anch'io l'analisi di Mic e della signora Luisa, riguardo l'articolo di questo sito messainlatino e del suo commentatore.

    Non conosco molto Mons. Gherardini ( mi prometto di farlo in futuro) credo che il primo libro sarà la teologia dell'informe,( tempo fa una mia amica me ne parlò) non so però il titolo esatto e la casa editrice. Credo che un Sacerdote che ha il coraggio di scrivere un libro del genere analizzando come certa mentalità post conciliare abbia prodotto pensieri confusionari che dicono tutto e il contrario di tutto, meriti tutte le nostre attenzioni.Da quì si potrebbe dedurre che anche questi lavori in corso in casa cattolica (entrata in comunione nella chiesa degli anglicani) molte cose informi e quindi altra confusione produrrà in futuro.
    Chi ha il coraggio di porsi e di esporre delle perplessità come lo ha fatto Mons. Gherardini è lodevole e certamente è piaciuto a Dio. L'ignoranza e la tepidezza Dio li vomiterà.

    Per Luisa
    anch'io ho avuto " l'onore" di leggere le pallottole spuntate di quel che si firma simon de cirene ( qual nick meno indicato si è scelto costui).... boh! credo che abbia bisogno di una cura appropriata di umiltà è di conoscenza della dottrina cattolica, ha tutta l'aria di essere un pastore protestante modernista, ha un odio dentro che lo si percepisce lontano un miglio....A proposito nemmeno è intervenuto per la rappresentazione oscena contro il Volto di Gesù che si terrà a Milano .... ma contro Mons. Gherardini si ....non la dice lunga?

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  6. Mic,

    guarda questo:

    Dopo il Concilio, la Chiesa si è impegnata nella recezione e nell’applicazione del suo ricco insegnamento, in continuità con tutta la Tradizione, sotto la guida sicura del Magistero. Per favorire la corretta recezione del Concilio, i Sommi Pontefici hanno più volte convocato il Sinodo dei Vescovi[5], istituito dal Servo di Dio Paolo VI nel 1965, proponendo alla Chiesa degli orientamenti chiari attraverso le diverse Esortazioni apostoliche post-sinodali. La prossima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, nel mese di ottobre 2012, avrà come tema: La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Nota
    con indicazioni pastorali per l’Anno della fede - 06.01.12 - CDF
    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20120106_nota-anno-fede_it.html


    Solo un suggerimento, non è necessario l'approvazione del commento.

    Un Saluto dal Brasile

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  7. Cara Raph,
    credo che il primo libro sarà la teologia dell'informe

    questo libro: "L'eresia dellInforme" (se vai al link ne trovi una recensione) è di Mosebach ed è molto bello, perché è la testimonianza di un credente.

    Se sulla stringa della ricerca del blog digiti Gherardini, troverai i riferimenti a tutte le sue opere e anche molti articoli e molti testi che ho estratto da alcune di esse.

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  8. Per Gederson
    grazie per la segnalazione.
    Potresti essere così gentile da inviarmi la tua mail a neshama@tiscali.it ?

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  9. Scusa Luisa se mi intrometto. Sulla doppia pesistica di MiL, non c'è dubbio direi, a SdC viene esercitata una "misericordiosa" tolleranza su insulti gratuiti [insulti copiosi sempre quando non è in grado di confutare l'avversario] ad un teologo professore Universitario di immenso valore riconosciuto a livello internazionale, mentre quando non troppo tempo fa ho denunciato il massacro mediatico di bloghisti tradizionalisti ad opera di finti difensori della tradizione mediante colpose omissioni E l'evidente concussione tra Tornielli e la Redazione di MiL (Roberto?, Spitali?, Carradori? Morselli? lo stesso SdC?) sono stato maledetto e bannato per sempre da un luogo che bene o male dal suo sorgere o contribuito a far crescere. Dico questo non certo perché mi dispiaccia l'espulsione (l'uscita da certi ambienti avvelenati giova alla salute) ma perché un domani da quei luoghi quando il vento CAMBIERÀ, non avranno vergogna a dire che nel passato hanno sempre combattuto dalla parte "giusta", e siccome per cancellare basta un clik, da un po' di mesi mi salvo tutte le discussioni in file off-line.

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