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mercoledì 15 febbraio 2012

Mons. Gommar de Pauw

Mons. Gommar A. De Pauw (1918-2005) è il sacerdote che ha fondato il CTM (movimento tradizionalista cattolico) negli USA nel gennaio 1965.


Nato in Belgio, viene ordinato sacerdote nell'aprile 1942, appena ventitreenne, servendo poi come cappellano militare. Nel 1943 gli occupanti nazisti lo includono in una lista di condannati al plotone d'esecuzione perché ha "aiutato il nemico", cioè ha amministrato i sacramenti a due soldati inglesi moribondi.

Dopo la II guerra mondiale si trasferisce dai familiari in USA, di cui diventa cittadino nel 1955. Inviato a Roma come perito per il Concilio Vaticano II, viene nominato monsignore.

Verso la fine del Concilio si trova in contrasto col suo vescovo (diocesi di Baltimora) sull'interpretazione del Concilio, specialmente in materia liturgica; costituisce perciò tra la fine del 1964 e l'inizio del '65 il Catholic Traditionalist Movement a New York, col sostegno del cardinale Spellman, di New York.

Il 31 dicembre 1964 aveva inviato al Papa, ai cardinali della Curia Romana, ai vescovi americani e a diversi vescovi del mondo, il "Manifesto del Movimento Tradizionalista Cattolico".

Tre mesi dopo il New York Times pubblicherà un articolo con la sua foto: Gruppo cattolico si oppone alla riforma liturgica... descritta come uno sforzo per "protestantizzare" i cattolici.

Un mese dopo il Time scrive: Don De Pauw afferma che i vescovi sono stati astutamente ingannati da teologi liberali per far passare la riforma liturgica.
Il National Observer, maggio 1965: Don De Pauw è brillante e arguto, e scherzando afferma di esser diventato l'ufficio reclami della Chiesa Cattolica. Dice che la riforma liturgica è stata astutamente imposta ai padri conciliari dai loro pessimi consiglieri.

Il vescovo di Baltimora ingiunge a De Pauw di sciogliere il movimento, e nell'estate del '65 lo solleva dalla docenza in seminario e lo trasferisce in una parrocchietta della periferia di Baltimora. Nell'inverno successivo, su richiesta dei card. Ottaviani e Spellman, viene incardinato nella diocesi di Tivoli (immediatamente soggetta alla Santa Sede) nonostante l'opposizione e le proteste del vescovo di Baltimora (fresco di nomina a cardinale, sebbene sotto inchiesta per eresia). Il 1° dicembre 1965 De Pauw viene ricevuto da papa Paolo VI, che benedirà la sua opera e il movimento. Il Papa, in quell'occasione, afferma che la Chiesa sta attraversando "una delle più gravi crisi della sua storia".

Nel 1966 i giornali riportano della battaglia di De Pauw contro la "liturgia delle canzonette" (hootenanny liturgy), e l'"ecumania" ecclesiastica. Alle conferenze, a cui partecipano migliaia di persone e sempre più sacerdoti, parla a braccio, in un caso "venendo interrotto dagli applausi più di settanta volte in due ore". "Brillante oratore, sa organizzare i suoi discorsi con la perfezione e la cadenza di una sinfonia...".

"Considero qualsiasi attacco a mons. De Pauw come un attacco alla mia persona", scriverà mons. Blaise Sigibald Kurz (1894-1973), prefetto apostolico di Yungchow (Cina), che lo aveva richiesto come segretario, aggiungendo: "in qualità di vescovo della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, solennemente espressa nell'insegnamento del Concilio Vaticano II sulla collegialità episcopale sotto l'autorità del Santo Padre Paolo VI, raccomando il Movimento Tradizionalista Cattolico a tutti i fedeli che vogliano difendere la nostra Chiesa".

Nel 1967 De Pauw rifiuta l'elezione a vescovo. Continua a viaggiare per presentare il movimento cattolico tradizionalista e per tentare di arginare il liberalismo che attacca "liturgia, altare e dottrina". L'American Free Press di Cincinnati scrive: "da quando ha fondato il movimento, è stato continuamente preso di mira dalla stampa cattolica, dai vescovi, dal clero di nuova generazione e dai religiosi. Il trattamento riservato a lui, al movimento e a coloro che lo seguono è una vera persecuzione, soprattutto col silenzio". Un giornale riporta che De Pauw lamenta "questa pazzia collettiva che s'è impossessata della gerarchia cattolica".

Scriverà a papa Paolo VI un'accorata lettera per implorarlo di riaffermare la propria autorità di sommo Pontefice (e possibilmente essere un nuovo san Pio X), di sostituire il Novus Ordo obbligatorio con un rito vernacolare facoltativo e per i soli diretti interessati, e possibilmente di nominare mons. Kurz ordinario per il rito tradizionale in USA ("La Madre che generosamente assicura i riti alessandrino, bizantino, caldeo, antiocheno, ecc., dovrebbe fare molto di più per il rito latino") ordinando magari all'episcopato alcuni tra quei 156 sacerdoti tradizionalisti che non volevano passare al nuovo rito. Ma quella lettera non troverà risposta.

Nel 1968 il cardinale Bacci invia a De Pauw un testo e un nastro audio, entrambi in latino, contenenti "le più sentite congratulazioni per la saggia e zelante difesa del latino e del canto gregoriano".

Trasferitosi a Westbury (a 40 km da New York), nel 1968 De Pauw aprirà (per poi reggere fino alla sua morte nel 2005) la cappella dell'Ave Maria, sostenendo il movimento tradizionalista con scritti, interventi in radio e due riviste Sounds of Truth and Tradition e, dal 1980, Quote..Unquote. La cappella dell'Ave Maria, aperta il 23 giugno 1968, è perciò storicamente la prima parrocchia tradizionalista del mondo. Venne consacrata dal sopracitato mons. Kurz, che sosterrà il movimento finché vivrà.

Dal 1965 al 1979 De Pauw è in continuo contatto epistolare col card. Ottaviani (1890-1979), cosa che i gesuiti tenteranno di negare con ogni mezzo.

Nel 1978 De Pauw invia un messaggio di felicitazioni al neoeletto papa Giovanni Paolo I. Il quale, nel suo terzo giorno di pontificato, già risponde pro quo observantiae et amoris officio ipse gratias maximas agens impartendogli la benedizione apostolica. Si dice che il Papa sia intenzionato non solo a ripulire la gerarchia ecclesiale dai massoni, ma anche a ripristinare totalmente la liturgia tradizionale ("preconciliare"), convocando a Roma lo stesso De Pauw. Papa Giovanni Paolo I morirà però di lì a poche settimane.

Nel 1980, nella lettera Dominicae cenae Giovanni Paolo II chiederà perdono per gli eccessi postconciliari:
Conducendo ormai a termine queste mie considerazioni, vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento. E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli...
Com'è noto, gli eccessi postconciliari, sebbene più moderatamente, proseguiranno. L'unico intervento concreto di Giovanni Paolo II per la Messa tridentina fu la lettera in forma di motu proprio Ecclesia Dei adflicta a seguito delle ordinazioni scismatiche di Lefebvre del 1988. Alla morte di Giovanni Paolo II nel 2005, De Pauw commenterà: "Forse il Signore, nella sua imperscrutabile misericordia, avrà perdonato Karol Wojtyla per l'egualmente incomprensibile danno fatto alla Chiesa del Signore". La bandiera vaticana che ha sempre sventolato sulla sede del movimento, verrà posta a mezz'asta e in posizione di richiesta di aiuto.

De Pauw riceverà spesso felicitazioni e ringraziamenti dalle più alte autorità politiche e militari americane, per il sostegno spirituale ai soldati USA impegnati nelle frequenti azioni di guerra nel mondo. Consiglierà Mel Gibson per il film Passion e lo raccomanderà a tutti, evitando però in ogni modo di partecipare a iniziative anche lontanamente commerciali (pare che la casa di distribuzione avesse tentato perfino di mobilitare il card. Castrillon Hoyos per convincere De Pauw). Celebrerà l'ultima Messa in pubblico nella Pasqua del 2005. La Messa alla cappella dell'Ave Maria vedeva la partecipazione di diverse centinaia di fedeli.

Il motto della CTM è Tenete Traditiones e il suo sito web è questo sotto indicato:
http://www.latinmass-ctm.org/

Inseriamo un video da questo sito:


Alcune citazioni dalla lettera inviata a papa Paolo VI:
...Tavolacci tipo bancone da macellaio o asse da stiro hanno preso il posto dei nostri altari, entrando in perfetta armonia con le direttive protestanti del sedicesimo secolo volte a non far più credere nel dogma della Transustanziazione e a rimpiazzare la natura sacrificale della Messa con una cena comunitaria simbolica e di "transignificazione"...

...La nostra Santa Messa è sparita e al suo posto alla gente viene offerta una gran caciara di vuoto vernacolarizzato senza alcuna sicurezza, serenità, uniformità e dignità della liturgia tradizionale in latino...

...Gli inni associati alle ribellioni di Lutero, Calvino e Wesley hanno fatto poco garbatamente irruzione prendendo il posto dei nostri cari inni cattolici dedicati al Signore e alla Beata Vergine, mentre la nostra unica musica polifonica e i nostri canti gregoriani sono stati gettati via per far posto a strumenti presi a prestito dal milieu decadente di giovani bestie della razza umana...

...Balaustre e inginocchiatoi vengono strappati via e si rifiuta la Santa Comunione al "popolo di Dio" a meno che non si presenti in piedi (non inginocchiata) a ricevere Colui "al cui nome ogni ginocchio si pieghi"...

...Il Santissimo Sacramento, a cui è riservato "il posto d'onore più centrale" stando alle direttive sulla liturgia, è invece relegato in un'oscura nicchia a forma di scatola di scarpe, che pare ancor meno di un posto di seconda scelta rispetto alla sedia-trono del Buddha clericale che presiede, messa su nel centro morto di un ambiente discotecaro di sapore vagamente religioso, dal quale le tradizionali statue e stazioni della Via Crucis sono state vendute alla più vicina casa d'aste o al rigattiere...

...Tutto questo mentre nei seminari si insegna la nuova "non-santa trinità" composta da Marx, Freud e Teilhard de Chardin...
_______________
N.B. A questo link è consultabile la Traditional Catholic Directory per il Nord America

P.S. Abbiamo pubblicato anche un altro articolo su mons. De Pauw.

10 commenti:

  1. Perchè questi fedeli sacerdoti non sono conosciuti?

    Grazie per questa confortante informazione.

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  2. Perché conoscerli significa seguirli.

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  3. Ciò che Giovanni Paolo II dice in Dominicae Cenae può essere considerata come una scusa, per l'ermeneutica della rottura?

    Un Saluto dal Brasile

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  4. Caro Gederson,
    mi viene spontanea una banalissima riflessione.
    Quando si chiede perdono per qualcosa, evidentemente ci si rende conto che ci sono stati errori.
    E allora, non basta chiedere perdono; bisogna anche individuare gli errori e cercar di riparare!

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  5. Perchè questi fedeli sacerdoti non sono conosciuti?

    E' vero quel che dice Dante, ma c'è anche il guaio che da parte dei vescovi si fa di tutto per rinchiuderli in 'riserve' in attesa di estinzione...
    Ma non praevalebunt!

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  6. Father DePaul speaks of his offense over the "Hootenanny Liturgy". A traditional Catholic rebuke of the changes implemented within the Catholic Church in the wake of the Second Vatican Council.

    The Ecumaniacs

    http://www.youtube.com/watch?v=K_vXBXh1C1s

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  7. Grazie della segnalazione Eruanten.

    Sono tutte perle da conservare e da far conoscere!

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  8. Far conoscere il caso De Pauw serve specialmente a far riflettere sul
    fatto che la liturgia "nuova" è stata calata dall'alto anche e
    soprattutto a chi non ne sentiva alcun bisogno.

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  9. Far conoscere il caso De Pauw serve specialmente a far riflettere sul fatto che la liturgia "nuova" è stata calata dall'alto anche e soprattutto a chi non ne sentiva alcun bisogno.

    E' sacrosantamente vero. Ma purtroppo credo che alla sua opera al momento non sia garantita continuità attraverso un successore. Peccato che sia morto prima della liberalizzazione del Motu proprio.

    C'è da approfondire ancor meglio.

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  10. Cara Mic,

    E 'vero, perché quando chiedono perdono per i (presunti) errori del passato della Chiesa, sono richieste molto specifiche: crociate, inquisizione, la libertà religiosa, ecc. E 'incredibile, ma quando si parla di "errori" del passato, sono sicuro che "errore" è "errore" e non sono ambigue, né confusi (sono chiari). Tuttavia lui chiede perdono in anticipo, come un uomo che sa di stare a commettere errori, senza sapere quale errori comette: non ce e non può avere più convizioni in questo modo di parlare e agire.

    Un Saluto dal Brasile








    Un Saluto dal Brasile

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