Aggiornamento: vi invito a leggere, sul Blog Fides et Forma di oggi, 4 febbraio, l'informazione accurata e precisa di Colafemmina, che traduce l'omelia, e il suo commento che sostanzialmente coincide con la nostra visione, stigmatizzando quella che chiama informazione scorretta e fuorviante.
Mons. Bernard Fellay ieri ha pronunciato un'omelia pubblicata sul sito di un seminario della Fraternità: il St. Thomas Aquinas negli Stati Uniti. Rorate Caeli ne ha dato notizia, formulando anche il commento che pubblico di seguito, basato sulle informazioni immediatamente diramate dalle agenzie di stampa, tutte orientate su una risposta negativa alla Santa Sede, estraendo ad arte, ma scorrettamente, alcuni passaggi dell'omelia. Leggiamo, ad esempio su TMNews di oggi:
"Penso che non possiamo andare avanti nella confusione", ha detto il superiore dei Lefebvriani, mons. Bernard Feally, in un sermone pronunciato ieri e pubblicato sul sito di un loro seminario (il St. Thomas Aquinas negli Stati Uniti). "In altre parole, miei cari fratelli, ciò significa che loro (il Vaticano, ndr.) attribuiscono un altro significato al termine 'tradizione' e forse anche al termine 'coerenza'. Per questo siamo obbligati a dire no. Non firmeremo".
Dall'Omelia di Mons. Fellay emerge un ampio resoconto dei fatti e della situazione con accenti di grande realismo e preoccupazione, ma anche di fiducia; nulla di negativo, quindi, se non il ribadire ciò che non è accettabile, nella speranza di essere accettati come sono. E si è ancora in attesa della risposta della Santa Sede. In fondo, che si possano continuare ad approfondire questioni dottrinali - è qui infatti che si evidenziano i nodi e non nelle soluzioni pratiche - non sarebbe che un bene per la Chiesa.
Riporta, infatti Rorate: "Alcuni, nei media italiani e altrove, mostrano un grande fraintendimento in ordine alle semplici parole del Superiore Generale della Fraternità San Pio X , Mons. Bernard Fellay, in Minnesota. Non ha detto che la società ha detto definitivamente "no" alla Santa Sede, ma che c'era un "no" alla prima bozza del preambolo dottrinale. Questo non è nemmeno una novità - tutti coloro che seguono l'evolversi della situazione, sanno che la Fraternità ha risposto negativamente, ma ha inviato una contro-proposta, che è attualmente in fase di studio da parte della Santa Sede.
[...] Si va ancora oltre, miei cari fratelli. Questo è quanto accaduto durante la discussione. Al termine della discussione, arriva l'invito da Roma. In questo invito c'è una proposta di situazione, che consiste nel regolarizzare la nostra posizione. E posso dire che ciò che viene presentato oggi, è già diverso da quello che è stato presentato il 14 settembre, si può considerare ciò come un bene, bene. Sul piano pratico vengono soddisfatte tutte le nostre esigenze. Quindi non c'è un gran problema qui. Il problema rimane ad un altro livello, a livello della dottrina. Anzi qui si va molto lontano - molto lontano, miei cari fratelli.[...]
Titoli errati e interpretazioni sbagliate, frutto della lettura superficiale, semplicemente non è possibile cambiare il tono generalmente positivo del sermone di Fellay. Positivo, ma preoccupato. Positivo, ma con grande preoccupazione. In questo momento sono necessarie preghiere, come egli insiste nell'omelia. Un dramma e delle distorsioni, nulla più.
Certo che se si dovessero creare difficoltà per la Fraternità dopo quello che è successo il 20 gennaio in S. Pietro con i neocatecumenali, saremmo costretti a pensare al mysterium iniquitatis e non altro.
RispondiEliminaDel resto gli interlocutori attuali, dal versante della Dottrina della Fede, sono tra i più accaniti sostenitori del Cnc.
Non avevo letto questo post. Un mio commento si può leggere tra quelli al precedente post.
RispondiEliminaHo letto, Dante, speriamo bene!
RispondiEliminaCara Mic., ma cosa dobbiamo aspettarci da un gruppo tradizionalista, dopo quello che e' avvenuto il 20 gennaio scorso? Ma possono veramente dire lo stesso credo i veri cattolici ed i protestanti? Ma chi sono gli interlocutori veri della S.Sede sia per i tradizionalisti che per gli altri gruppi?
RispondiEliminaPiù si parla di questo argomento tirando fuori problemi, incomprensioni etc. più mi convinco che siamo sulla buona strada. Fellay crede in tutto ciò in cui credeva la Chiesa tutta, fino al Vaticano II. e ora questo non basta per esser cattolici, significa che il Vaticano II ha cambiato qualcosa. E allora han ragione i lefebvriani. Ma se non ha cambiato nulla, come dice Roma, allora quello che bastava ieri, per esser cattolici, deve bastare pure oggi. W' questione di tempo. Il papa ha bisogno di tempo per trovare il modo da far ingoiare agli episcopati più irati, il "rospo" della riconciliazione con la FSSPX. Sa che la FSSPX ha ragione da vendere.E sa pure che certe posizioni difese dalla Chiesa dopo il Vaticano II son destinate a crollare, perchè senza fondamento nella Tradizione. Se ciò non avverrà oggi, avverrà domani, o doman l'altro.....è questione di tempo. Se i colloqui son durati un paio d'anni, e se la stessa "questione" si trascina da decenni, non sarà qualche mese in più o in meno a far la differenza. Oremus.
RispondiEliminaE' solo questione di tempo!
RispondiEliminaDobbiamo crederlo oltre che sperarlo!
La FSSPX ha vinto! perchè grazie alla loro caparbietà ha smosso tutta la Chiesa Papa compreso. Dono della provvidenza! Ricompensa a dei servi FEDELI! questo è quel che conta! Verranno riconosciuti... che importa... si combatte per la medesima battaglia... per la medesima CERTA Vittoria!
RispondiEliminaLa Fede Cattolica ha vinto!!
RispondiEliminaPer ora la Fede è ancora salva, è salvo il Santissimo Sacrificio dell'Altare, è salvo il Santo Sacerdozio cattolico, è salva a Tradizione ed il Magistero infallibile di sempre.
Ringraziamo Dio in ginocchio per questo, e ringraziamo Mons. Fellay per la sua pubblica professione di Fede! Le sofferenze e le battaglie di quel santo di Mons. Lefebvre non sono state vane...
Tutto questo, prima o poi, sarà compreso e riaccettato dalla Madre Chiesa, così come grazie solo a Lefebvre e alla sua FSSPX, la Messa cattolica viene ancor oggi celebrata nel mondo....altrimenti sarebbe sparita da un pezzo...
Piego le ginocchia davanti a Dio Misericordioso e lo ringrazio e lo lodo per questa immensa vittoria della sua Chiesa cattolica. Il compromesso avrebbe danneggiato tutti, e sminuito ed umiliato la santa Fede.
Coraggio tutti! Cristo ha vinto il mondo e la vittoria sul mondo è la nostra Fede!
Sottoscrivo don Camillo e A.rita e mi associo al loro rendimento di grazie a Dio, per la perseverante battaglia di mons. Fellay e la FSSPX nel conservare la Fede: impagabile esempio di fedeltà a Cristo-Verità, per tutti i cattolici, oggi inclini al continuo compromesso dell'et-et che imperversa nel mondo reale, virtuale, culturale ed ecclesiale.
RispondiEliminaHo già ringraziato Paradosi sul blog di A.rita per la traduzione dell'omelia (intero estratto pubblicato) che consiglio a tutti di leggere da cima a fondo, se si vuol guardare in faccia la realtà concreta della Chiesa postcv2....
cogliendone tutti gli aspetti, per quanto spiacevoli e duri, ( senza crogiolarsi in rosee illusioni del tipo "tuttos'aggiusta-primaopoidasè, un colpo qua uno là ecc"...)
Mons. Fellay non dice "non firmeremo mai un accordo". Dice al contrario che la Fraternità è disposta a firmare la professione di fede e il giuramento di fedeltà al Pontefice, ma non un giuramento di fedeltà alla dottrina sull'ecumenismo e sulla libertà religiosa.
RispondiEliminaE' vero ciò che dice Fellay: in ogni diocesi ci sono accoglienze entusiaste e chiese a disposizione per protestanti e ortodossi. Non parliamo di ciò che si accetta dei neocatecumenali.
RispondiEliminaSe davvero si è per l'interpretazione del Concilio in continuità e cioè sulla base del magistero precedente e della tradizione, quali sono i motivi per non accogliere i Lefebvriani così come sono, senza trabocchetti di alcun genere?
Sì e no assumono significato in relazione a ciò che si nega o si afferma. Un conto è negare un aspetto di una proposta, altro è negare la proposta nella sua interezza, gabellare la prima fattispecie per la seconda è scorretto e capzioso, rectius il giornalismo italiota.
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